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I Malavoglia - Letteratura Italiana

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Giovanni Verga - I <strong>Malavoglia</strong><br />

con quella conocchia, se tornava a bazzicar da quelle<br />

parti per la Barbara, passava e ripassava per la strada del<br />

Nero dieci volte al giorno, onde mostrare che non aveva<br />

paura della Zuppidda né della sua conocchia; e quando<br />

arrivava alla casa dei <strong>Malavoglia</strong>, rallentava il passo e<br />

guardava dentro, per vedere le belle ragazze che crescevano<br />

nella casa dei <strong>Malavoglia</strong>.<br />

La sera gli uomini tornando dal mare, trovavano ogni<br />

cosa preparata; la pentola che bolliva, e la tovaglia sul<br />

desco; oramai quel desco era troppo grande per loro, e<br />

ci si perdevano. Chiudevano l’uscio e mangiavano in<br />

santa pace. Poi si mettevano a sedere sulla porta, coi ginocchi<br />

fra le braccia, e si riposavano della giornata. Almeno<br />

non mancava nulla, e non toccavano più i denari<br />

della casa. Padron ‘Ntoni aveva sempre la casa davanti<br />

agli occhi, là vicino, colle finestre chiuse, e il nespolo<br />

che si affacciava sul muro del cortile. Maruzza non aveva<br />

potuto morire in quella casa; né egli forse vi sarebbe<br />

morto; ma i denari ricominciavano a raggranellarsi, e i<br />

suoi ragazzi ci sarebbero tornati un giorno, ora che Alessi<br />

cominciava a farsi uomo anche lui, ed era un buon figliuolo<br />

della pasta dei <strong>Malavoglia</strong>. Quando poi avrebbero<br />

maritato le ragazze e ricomperata la casa, se potevano<br />

metter su anche la barca, non avevano più nulla a desiderare,<br />

e padron ‘Ntoni avrebbe chiuso gli occhi contento.<br />

La Nunziata e la cugina Anna venivano anche loro a<br />

sedersi lì accanto sui sassi, a chiacchierare dopo cena<br />

con quei poveretti, che erano rimasti soli e derelitti anch’essi,<br />

talché sembrava fossero parenti. La Nunziata<br />

pareva che fosse a casa sua, e ci conduceva i suoi piccini,<br />

come la chioccia. Alessi, seduto accanto a lei le diceva: –<br />

O che l’hai finita oggi la tua tela? – oppure: – Lunedì ci<br />

andrai a vendemmiare da massaro Filippo? Ora che viene<br />

il tempo delle ulive avrai sempre da buscartela la tua<br />

giornata, anche se non hai roba da lavare; e potrai con-<br />

<strong>Letteratura</strong> italiana Einaudi<br />

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