I Malavoglia - Letteratura Italiana
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Giovanni Verga - I <strong>Malavoglia</strong><br />
volete togliermi la pace? Io lo so che non sono per voi.<br />
Ora è meglio che non ci passiate più di qua, perché più<br />
vi vedo e più vorrei vedervi, e oramai son la favola del<br />
paese; la Zuppidda si mette sulla porta ogni volta che vi<br />
vede passare, e poi va a dirlo a tutti; ma farebbe meglio a<br />
tener d’occhi quella civetta di sua figlia Barbara, che l’ha<br />
ridotta come una piazza questa strada, tanta la gente che<br />
ci tira, e non va a dirlo quante volte passa e ripassa don<br />
Michele, per vedere la Barbara alla finestra.<br />
Con queste chiacchiere Brasi non si moveva più dalla<br />
straduzza, che non l’avrebbero mandato via neanche a<br />
bastonate, ed era sempre là intorno, a gironzolare colle<br />
braccia penzoloni, il naso in aria e la bocca aperta, come<br />
Giufà. La Mangiacarrubbe dal suo canto stava alla finestra,<br />
e cambiava ogni giorno fazzoletti di seta, e collane<br />
di vetro, come una regina. – Tutto quello che aveva lo<br />
metteva alla finestra – andava dicendo la Zuppidda, e<br />
quel bietolone di Brasi prendeva tutto per oro contante,<br />
ed era imbestialito, che non aveva paura nemmeno di<br />
suo padre, se fosse venuto a prenderlo a scapaccioni. –<br />
Questa è la mano di Dio per castigar la superbia di padron<br />
Fortunato, – diceva la gente. – Per lui sarebbe stato<br />
cento volte meglio dare a suo figlio la <strong>Malavoglia</strong>, la<br />
quale almeno ci aveva quel po’ di dote, e non la spendeva<br />
in fazzoletti e collane. – Mena invece non ci metteva<br />
neppure il naso alla finestra, perché non ci stava bene,<br />
adesso che le era morta la mamma, e aveva il fazzoletto<br />
nero; e poi doveva anche badare a quella piccina, e farle<br />
da mamma, e non aveva chi l’aiutasse nelle faccenduole<br />
di casa, tanto che doveva andare anche al lavatoio, e alla<br />
fontana, e a portare il pane agli uomini, quando erano a<br />
giornata; sicché non era più come Sant’Agata, quando<br />
nessuno la vedeva, e stava sempre al telaio. Adesso aveva<br />
poco tempo da stare al telaio. Don Michele, dal giorno<br />
che la Zuppidda s’era messa a predicare sul ballatoio,<br />
colla conocchia in mano, che voleva cavargli gli occhi<br />
<strong>Letteratura</strong> italiana Einaudi<br />
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