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I Malavoglia - Letteratura Italiana

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Giovanni Verga - I <strong>Malavoglia</strong><br />

loro case?… E noi, se arriviamo a ricomprare la casa del<br />

nespolo, quando ci avremo il grano nel graticcio, e le fave<br />

per l’inverno, e avremo maritata Mena, che cosa ci<br />

mancherà? Dopo che io sarò sottoterra, e quel povero<br />

vecchio sarà morto anche lui, e Alessi potrà buscarsi il<br />

pane, allora vattene dove vuoi. Ma allora non te ne andrai<br />

più, te lo dico io! ché lo comprenderai quello che ci<br />

avevamo tutti qua dentro il petto, quando ti vedevamo<br />

ostinato a voler lasciare la tua casa, eppure si continuava<br />

a fare le solite faccende senza dirti nulla! Allora non ti<br />

basterà il cuore di lasciare il paese dove sei nato e cresciuto,<br />

e dove i tuoi morti saranno sotterrati sotto quel<br />

marmo, davanti all’altare dell’Addolorata che si è fatto<br />

liscio, tanti ci si sono inginocchiati sopra, la domenica.<br />

‘Ntoni, da quel giorno innanzi, non parlò più di diventar<br />

ricco, e rinunziò alla partenza, ché la madre lo<br />

covava cogli occhi, quando lo vedeva un po’ triste, seduto<br />

sulla soglia dell’uscio; e la povera donna era davvero<br />

così pallida, stanca, e disfatta, quel momento in cui non<br />

aveva nulla da fare, e si metteva a sedere anche lei, colle<br />

mani in mano, e il dorso diggià curvo come quello del<br />

suocero, che stringeva il cuore. Ma non sapeva che doveva<br />

partire anche lei quando meno se lo aspettava, per<br />

un viaggio nel quale si riposa per sempre, sotto il marmo<br />

liscio della chiesa; e doveva lasciarli tutti per via, quelli<br />

cui voleva bene, e gli erano attaccati al cuore, che glielo<br />

strappavano a pezzetti, ora l’uno e ora l’altro.<br />

A Catania c’era il colèra, sicché ognuno che potesse<br />

scappava di qua e di là, pei villaggi e le campagne vicine.<br />

Allora a Trezza e ad Ognina, era venuta la provvidenza,<br />

con tutti quei forestieri che spendevano. Ma i rigattieri<br />

torcevano il muso, se si parlava di vendere una dozzina<br />

di barilotti d’acciughe, e dicevano che i denari erano<br />

scomparsi, per la paura del colèra. – Che non ne mangia<br />

più acciughe la gente? – diceva loro Piedipapera. Ma a<br />

padron ‘Ntoni, e a chi ne aveva da vendere, per con-<br />

<strong>Letteratura</strong> italiana Einaudi<br />

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