I Malavoglia - Letteratura Italiana

I Malavoglia - Letteratura Italiana I Malavoglia - Letteratura Italiana

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02.06.2013 Views

Giovanni Verga - I Malavoglia io era più giovane di te, e non aveva paura; ed ho fatto il mio dovere senza brontolare; e lo faccio ancora; e prego Iddio di aiutarmi a farlo sempre sinché ci avrò gli occhi aperti, come l’ha fatto tuo padre, e tuo fratello Luca, benedetto! che non ha avuto paura di andare a fare il suo dovere. Tua madre l’ha fatto anche lei il suo dovere, povera femminuccia, nascosta fra quelle quattro mura; e tu non sai quante lagrime ha pianto, e quante ne piange ora che vuoi andartene; che la mattina tua sorella trova il lenzuolo tutto fradicio! E nondimeno sta zitta e non dice di queste cose che ti vengono in mente; e ha lavorato, e si è aiutata come una povera formica anche lei; non ha fatto altro, tutta la sua vita, prima che le toccasse di piangere tanto, fin da quando ti dava la poppa, e quando non sapevi ancora abbottonarti le brache, che allora non ti era venuta in mente la tentazione di muovere le gambe, e andartene pel mondo come uno zingaro. In conclusione ‘Ntoni si mise a piangere come un bambino, perché in fondo quel ragazzo il cuore ce l’aveva buono come il pane; ma il giorno dopo tornò da capo. La mattina si lasciava caricare svogliatamente degli arnesi, e se ne andava al mare brontolando: – Tale e quale l’asino di compare Alfio! come fa giorno allungo il collo per vedere se vengono a mettermi il basto. – Dopo che avevano buttato le reti, lasciava Alessi a menare il remo adagio adagio per non fare deviare la barca e si metteva le mani sotto le ascelle, a guardare lontano, dove finiva il mare, e c’erano quelle grosse città dove non si faceva altro che spassarsi e non far nulla; o pensava a quei due marinai ch’erano tornati di laggiù, ed ora se n’erano già andati da un pezzo; ma gli pareva che non avessero a far altro che andar gironi pel mondo, da un’osteria all’altra, a spendere i denari che avevano in tasca. La sera, i suoi parenti, dopo aver messo a sesto la barca e gli attrezzi, per non vedergli quel muso lungo, lo lasciavano andare a gironzolare come un cagnaccio, senza un soldo in tasca. Letteratura italiana Einaudi 177

Giovanni Verga - I Malavoglia – Che hai, ‘Ntoni? gli diceva la Longa guardandolo timidamente nel viso, cogli occhi lustri di lagrime; perché la poveretta indovinava quel che avesse. – Dimmelo a me che son tua madre! Egli non rispondeva; o rispondeva che non aveva niente. E infine glielo disse cosa aveva, che il nonno e tutti gli altri ne volevano la pelle di lui, e non ne poteva più. Voleva andare a cercarsi la fortuna, come tutti gli altri. Sua madre lo ascoltava, e non aveva coraggio di aprir bocca, cogli occhi pieni di lagrime, tanto gli faceva pena quello che ei diceva, piangendo e pestando i piedi, e strappandosi i capelli. La poveretta avrebbe voluto parlare, e buttargli le braccia al collo, e piangere anche lei per non lasciarselo scappare; ma quando voleva dir qualche cosa, le labbra le tremavano e non poteva proferir parola. – Senti, disse alfine, tu te ne andrai, se vuoi andartene, ma non mi troverai più; ché ora mi sento vecchia e stanca, e mi pare che non potrei reggere a quest’altra angustia. ‘Ntoni cercava di rassicurarla, che sarebbe tornato presto, e carico di denari, e sarebbero stati allegri tutti. Maruzza scuoteva il capo tristamente, guardandolo sempre negli occhi, e diceva di no, di no, che lei non l’avrebbe trovata più. – Mi sento vecchia! ripeteva, mi sento vecchia! guardami in faccia! Ora non ho più la forza di piangere tanto, come quando mi hanno portato la notizia di tuo padre e di tuo fratello. Se vado al lavatoio, la sera torno a casa stanca che non ne posso più; e prima non era così. No, figlio mio, non son più quella! Allora, quando fu di tuo padre e di tuo fratello, ero più giovane e forte. Il cuore si stanca anche lui, vedi; e se ne va a pezzo a pezzo, come le robe vecchie si disfanno nel bucato. Ora mi manca il coraggio, e ogni cosa mi fa paura; mi pare di bevermi il cuore, come quando l’onda vi passa sulla te- Letteratura italiana Einaudi 178

Giovanni Verga - I <strong>Malavoglia</strong><br />

– Che hai, ‘Ntoni? gli diceva la Longa guardandolo timidamente<br />

nel viso, cogli occhi lustri di lagrime; perché<br />

la poveretta indovinava quel che avesse. – Dimmelo a<br />

me che son tua madre! Egli non rispondeva; o rispondeva<br />

che non aveva niente. E infine glielo disse cosa aveva,<br />

che il nonno e tutti gli altri ne volevano la pelle di lui, e<br />

non ne poteva più. Voleva andare a cercarsi la fortuna,<br />

come tutti gli altri.<br />

Sua madre lo ascoltava, e non aveva coraggio di aprir<br />

bocca, cogli occhi pieni di lagrime, tanto gli faceva pena<br />

quello che ei diceva, piangendo e pestando i piedi, e<br />

strappandosi i capelli. La poveretta avrebbe voluto parlare,<br />

e buttargli le braccia al collo, e piangere anche lei<br />

per non lasciarselo scappare; ma quando voleva dir<br />

qualche cosa, le labbra le tremavano e non poteva proferir<br />

parola.<br />

– Senti, disse alfine, tu te ne andrai, se vuoi andartene,<br />

ma non mi troverai più; ché ora mi sento vecchia e<br />

stanca, e mi pare che non potrei reggere a quest’altra angustia.<br />

‘Ntoni cercava di rassicurarla, che sarebbe tornato<br />

presto, e carico di denari, e sarebbero stati allegri tutti.<br />

Maruzza scuoteva il capo tristamente, guardandolo sempre<br />

negli occhi, e diceva di no, di no, che lei non l’avrebbe<br />

trovata più.<br />

– Mi sento vecchia! ripeteva, mi sento vecchia! guardami<br />

in faccia! Ora non ho più la forza di piangere tanto,<br />

come quando mi hanno portato la notizia di tuo padre<br />

e di tuo fratello. Se vado al lavatoio, la sera torno a<br />

casa stanca che non ne posso più; e prima non era così.<br />

No, figlio mio, non son più quella! Allora, quando fu di<br />

tuo padre e di tuo fratello, ero più giovane e forte. Il<br />

cuore si stanca anche lui, vedi; e se ne va a pezzo a pezzo,<br />

come le robe vecchie si disfanno nel bucato. Ora mi<br />

manca il coraggio, e ogni cosa mi fa paura; mi pare di<br />

bevermi il cuore, come quando l’onda vi passa sulla te-<br />

<strong>Letteratura</strong> italiana Einaudi<br />

178

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