I Malavoglia - Letteratura Italiana
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Giovanni Verga - I Malavoglia possiamo spendere, e si contenterà del rosario che mi diranno Maruzza e la Mena. Tu, Mena, fai sempre come ha fatto tua madre, che è stata una santa donna, e dei guai ne ha visti anche lei; e ti terrai sotto le ali tua sorella, come fa la chioccia coi suoi pulcini. Finché vi aiuterete l’un l’altro i guai vi parranno meno gravi. Ora ‘Ntoni è grande, e presto Alessi sarà in grado di aiutarvi anche lui. – Non dite così! supplicavano le donne singhiozzando, come se egli avesse voluto andarsene di sua volontà. – Per carità non dite così. Egli scuoteva il capo tristamente, e rispondeva: – Adesso che vi ho detto quello che volevo dirvi, non me ne importa. Io sono vecchio. Quando non c’è più olio il lume si spegne. Ora voltatemi dall’altra parte che sono stanco. Più tardi chiamò ancora ‘Ntoni, e gli disse: – Non la vendete la Provvidenza, così vecchia come è, se no sarete costretti ad andare a giornata, e non sapete com’è dura, quando padron Cipolla o lo zio Cola vi dicono: – Non ho bisogno di nessuno per lunedì. – E quest’altra cosa voglio dire a te, ‘Ntoni, che quando avrete messo insieme qualche soldo, dovete maritare prima la Mena, e darle uno del mestiere che faceva suo padre, e che sia un buon figliuolo; e voglio dirti anche che quando avrete maritato pure la Lia, se fate dei risparmi metteteli da parte e ricomprate la casa del nespolo. Lo zio Crocifisso ve la venderà, se ci avrà il suo guadagno, perché è stata sempre dei Malavoglia, e di là sono partiti vostro padre e la buon’anima di Luca. – Sì! nonno! sì! prometteva ‘Ntoni piangendo. Alessi ascoltava anche lui, serio serio come fosse già un uomo. Le donne credevano che il malato avesse il delirio, udendolo chiacchierare e chiacchierare, e gli mettevano delle pezze bagnate sulla fronte. – No, diceva padron ‘Ntoni, sono in sensi. Voglio finire tutto quel che devo dirvi prima di andarmene. Letteratura italiana Einaudi 149
Giovanni Verga - I Malavoglia Intanto cominciavano ad udirsi i pescatori che si chiamavano da un uscio all’altro, e i carri cominciavano a passare di nuovo per la via. – Fra due ore sarà giorno, disse padron ‘Ntoni, e potrete andare a chiamare don Giammaria. Quei poveretti aspettavano il giorno come il Messia, e andavano ad ogni momento a socchiudere la finestra per veder se spuntasse l’alba. Finalmente la stanzuccia cominciò a farsi bianca, e padron ‘Ntoni tornò a dire: – Ora chiamatemi il prete, che voglio confessarmi. Don Giammaria venne quando il sole era già alto, e tutte le vicine, come udirono il campanello per la stradicciuola del Nero, accorrevano a vedere il viatico che andava dai Malavoglia, ed entravano tutte, perché dove va il Signore non si può chiudere l’uscio in faccia alla gente, tanto che quei poveretti al vedersi la casa piena non osavano nemmeno piangere e disperarsi, mentre don Giammaria borbottava fra i denti, e mastro Cirino gli metteva il cero sotto il naso al malato, giallo e stecchito come un altro cero anche lui. – E’ sembra il patriarca san Giuseppe addirittura, su quel letto e con quella barba lunga! beato lui! esclamava la Santuzza, che piantava i boccali e ogni cosa, e andava sempre dove sentiva il Signore – come una cornacchia! – diceva lo speziale. Don Ciccio arrivò che c’era ancora il vicario coll’olio santo, tanto che voleva voltare la briglia dell’asinello e tornarsene indietro. – Chi vi ha detto che c’era bisogno del prete? Chi è andato a chiamare il viatico? Quello dobbiamo dirvelo noi altri medici, quando è l’ora; e mi meraviglio del vicario che è venuto senza la polizza del viatico. Ora volete saperlo? non c’è bisogno del viatico. Se sta meglio, vi dico! – È il miracolo della Madonna Addolorata! esclamava la Longa; la Madonna ci ha fatto il miracolo, perché il Signore ci è stato troppe volte in questa casa! – Ah! Ver- Letteratura italiana Einaudi 150
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come fa la chioccia coi suoi pulcini. Finché vi aiuterete<br />
l’un l’altro i guai vi parranno meno gravi. Ora ‘Ntoni<br />
è grande, e presto Alessi sarà in grado di aiutarvi anche<br />
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– Non dite così! supplicavano le donne singhiozzando,<br />
come se egli avesse voluto andarsene di sua volontà.<br />
– Per carità non dite così. Egli scuoteva il capo tristamente,<br />
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– Adesso che vi ho detto quello che volevo dirvi, non<br />
me ne importa. Io sono vecchio. Quando non c’è più<br />
olio il lume si spegne. Ora voltatemi dall’altra parte che<br />
sono stanco.<br />
Più tardi chiamò ancora ‘Ntoni, e gli disse:<br />
– Non la vendete la Provvidenza, così vecchia come è,<br />
se no sarete costretti ad andare a giornata, e non sapete<br />
com’è dura, quando padron Cipolla o lo zio Cola vi dicono:<br />
– Non ho bisogno di nessuno per lunedì. – E quest’altra<br />
cosa voglio dire a te, ‘Ntoni, che quando avrete<br />
messo insieme qualche soldo, dovete maritare prima la<br />
Mena, e darle uno del mestiere che faceva suo padre, e<br />
che sia un buon figliuolo; e voglio dirti anche che quando<br />
avrete maritato pure la Lia, se fate dei risparmi metteteli<br />
da parte e ricomprate la casa del nespolo. Lo zio<br />
Crocifisso ve la venderà, se ci avrà il suo guadagno, perché<br />
è stata sempre dei <strong>Malavoglia</strong>, e di là sono partiti vostro<br />
padre e la buon’anima di Luca.<br />
– Sì! nonno! sì! prometteva ‘Ntoni piangendo. Alessi<br />
ascoltava anche lui, serio serio come fosse già un uomo.<br />
Le donne credevano che il malato avesse il delirio,<br />
udendolo chiacchierare e chiacchierare, e gli mettevano<br />
delle pezze bagnate sulla fronte. – No, diceva padron<br />
‘Ntoni, sono in sensi. Voglio finire tutto quel che devo<br />
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