I Malavoglia - Letteratura Italiana
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Giovanni Verga - I <strong>Malavoglia</strong><br />
si è visto un grano d’interessi – quelle duecento lire basteranno<br />
appena per le spese. Vedrete che al tempo delle<br />
ulive vi diranno di aspettarli sino a Natale, e poi sino a<br />
Pasqua. Così vanno in rovina le case. Ma io la roba mia<br />
l’ho fatta col sudore della fronte. Adesso uno è in paradiso,<br />
l’altro vuole la Zuppidda; non possono menare innanzi<br />
quella barca rotta, e cercano di maritare la ragazza.<br />
Costoro non pensano ad altro che a maritarsi; hanno<br />
la rabbia, come mia nipote la Vespa. Adesso che Mena<br />
si marita, vedrete che compare Mosca torna qui, per<br />
chiapparsi la chiusa della Vespa.<br />
In conclusione se la prendevano coll’avvocato, il quale<br />
non finiva mai di scrivere le sue carte prima di mandare<br />
l’usciere.<br />
– Ci sarà stato padron ‘Ntoni a dirgli di andare adagio;<br />
soggiungeva Piedipapera; con un rotolo di pesce se<br />
ne comprano dieci di avvocati.<br />
Stavolta egli l’aveva rotta sul serio coi <strong>Malavoglia</strong>,<br />
perché la Zuppidda era andata a togliere la roba di comare<br />
Grazia dalla sponda del lavatoio, e ci aveva messa<br />
la sua: di quelle soperchierie che fanno montare la mosca<br />
al naso; la Zuppidda si fidava perché le dava di spalla<br />
quel cetriolo di ‘Ntoni <strong>Malavoglia</strong>, il quale faceva il<br />
bravaccio. Una manica di carogne, quei <strong>Malavoglia</strong>, e<br />
non voleva vederli più nel battesimo porco che quell’altro<br />
porco di don Giammaria gli aveva messo in fronte.<br />
Le carte bollate allora cominciarono a piovere, e Piedipapera<br />
diceva che l’avvocato non doveva esser rimasto<br />
contento del regalo di padron ‘Ntoni per lasciarsi comprare,<br />
e questo provava che razza di stitici essi fossero;<br />
se ci era da fidarsi quando promettevano che avrebbero<br />
pagato. Padron ‘Ntoni tornò a correre dal segretario e<br />
dall’avvocato Scipioni; ma questi gli rideva sul naso, e<br />
gli diceva che «chi è minchione se ne sta a casa», che<br />
non doveva lasciarvi mettere la mano alla nuora, e poiché<br />
aveva fatto il pasticcio se lo mangiasse. «Guai a chi<br />
casca per chiamare aiuto!».<br />
<strong>Letteratura</strong> italiana Einaudi<br />
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