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I Malavoglia - Letteratura Italiana

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Giovanni Verga - I <strong>Malavoglia</strong><br />

lo rimandarono mogio mogio, che il giubbone nuovo gli<br />

cascava di dosso. Madre e figlia poi stavano a guardare<br />

dal cortile, mentre infornavano il pane, la babilonia che<br />

c’era in casa dei <strong>Malavoglia</strong>, tanto che le voci e le risate<br />

si udivano fin là, per farle arrabbiare maggiormente. La<br />

casa del nespolo era piena di gente, come quando era<br />

morto compare Bastianazzo; e Mena, senza spadina<br />

d’argento e coi capelli spartiti sulla fronte, pareva<br />

tutt’altra, talché tutte le comari le facevano ressa intorno,<br />

e non si sarebbe sentita una cannonata dal cicaleccio<br />

e dalla festa. Piedipapera sembrava che facesse il solletico<br />

alle donne, tante ne diceva, mentre l’avvocato stava<br />

preparando le carte, giacché a mandare l’usciere c’era<br />

tempo, aveva detto lo zio Crocifisso; persino padron Cipolla<br />

si lasciò andare a dir delle barzellette, alle quali rideva<br />

soltanto suo figlio Brasi; e tutti parlavano in una<br />

volta, mentre i monelli si disputavano le fave e le castagne<br />

fra le gambe della gente. La stessa Longa, poveretta,<br />

aveva dimenticato i suoi guai dalla contentezza; e padron<br />

‘Ntoni, seduto sul muricciuolo, diceva di sì col capo,<br />

e rideva tutto solo.<br />

– Bada a non dar da bere ai tuoi calzoni, come l’altra<br />

volta, che non hanno sete, diceva al figlio compare Cipolla;<br />

e diceva pure che si sentiva in gamba meglio della<br />

sposa e voleva ballare la fasola con lei.<br />

– Allora io non ho più nulla da far qui, e me ne posso<br />

andare! rispondeva Brasi il quale voleva dire le sue barzellette<br />

anche lui, e gli seccava che lo lasciavano in un<br />

cantuccio come un minchione, e non gli dava retta nemmeno<br />

comare Mena.<br />

– La festa si fa per comare Mena, diceva la Nunziata,<br />

ma essa non è contenta come tutti gli altri.<br />

Allora la cugina Anna finse che le scappasse di mano<br />

il boccale, nel quale c’era ancora più di un quartuccio di<br />

vino, e cominciò a gridare:<br />

– Allegria! allegria! «Dove ci sono i cocci ci son feste»,<br />

e il vino che si spande è di buon augurio.<br />

<strong>Letteratura</strong> italiana Einaudi<br />

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