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•L’Homo sapiens è un<br />
mammifero placentale, ordine<br />
dei primati.<br />
•L’evoluzione dei primati è<br />
iniziata con animali simili agli<br />
attuali insettivori come le<br />
tupaie, adattati alla vita<br />
arboricola; successivamente<br />
sono stati acquisiti dagli <strong>antenati</strong><br />
degli ominidi, la postura eretta<br />
e la deambulazione bipede.<br />
3
I Primati<br />
Adattamenti alla vita arboricola:<br />
Mano e braccio<br />
– Pollice opponibile<br />
– Rotazione dell’avambraccio dell avambraccio e della mano senza muovere il resto<br />
dell’arto dell arto<br />
– Alzare le braccia lateralmente ruotando l’omero l omero nell’articolazione<br />
nell articolazione<br />
della spalla<br />
– Unghie al posto di artigli per dare sensibilità sensibilit ai polpastrelli<br />
Acutezza visiva: occhi frontali e visione stereoscopica<br />
Cure parentali<br />
Postura eretta intesa come possibilità possibilit di stare “seduti seduti” mantenendo la<br />
colonna vertebrale diritta.<br />
4
Le linee evolutive dei Primati: la genesi<br />
delle Proscimmie<br />
Fine del Mesozoico, Mesozoico,<br />
circa 70 milioni di anni fa: fa Europa e<br />
America settentrionale sono ancora unite nel supercontinente di<br />
Laurasia; Laurasia;<br />
lungo la fascia equatoriale che lo attraversava si formano<br />
estese foreste di Angiosperme, Angiosperme,<br />
le piante con i fiori.<br />
Gran numero di insetti per cui l'albero con i fiori è una nicchia<br />
ecologica molto favorevole per l'abbondanza di cibo disponibile.<br />
Su quegli stessi alberi trovano successivamente il loro habitat<br />
naturale gli Insettivori che in precedenza vivevano a terra.<br />
Questi, a loro volta, si adattano gradualmente al nuovo ambiente<br />
sviluppando zampe prensili e una notevole agilità agilit trasformandosi<br />
in Proscimmie, Proscimmie,<br />
le quali pertanto ebbero origine nei continenti del<br />
nord e non a sud, sud,<br />
dove si spostarono solo successivamente,<br />
quando cioè cio l'aspetto l'aspetto<br />
geografico delle terre emerse cambiò<br />
assetto.<br />
5
Purgatorius<br />
Nel Montana, Montana,<br />
su una collina chiamata dai paleontologi<br />
Purgatory Hill, Hill,<br />
furono rinvenuti alcuni denti e frammenti di<br />
piccole mandibole riferibili ad un animale poco più pi grande di<br />
uno scoiattolo, scoiattolo,<br />
che potrebbe rappresentare il progenitore di<br />
tutti i Primati viventi.<br />
Questo antico Primate, a cui è stato dato il nome per nulla<br />
originale di Purgatorius, Purgatorius,<br />
visse alla fine del Cretaceo, Cretaceo,<br />
quando<br />
non si erano ancora del tutto estinti i dinosauri. dinosauri.<br />
Esso assomiglierebbe ad una specie arboricola tuttora vivente<br />
nell'Asia meridionale: la Tupaia, Tupaia,<br />
ovvero un animale che un<br />
tempo veniva classificato fra gli Insettivori (insieme al riccio e<br />
alla talpa), ma che oggi viene ritenuto più pi simile alle<br />
Proscimmie.<br />
Proscimmie<br />
6
Adapis Adapis<br />
Nonostante i pochi reperti a disposizione, i paleontologi<br />
sono riusciti ugualmente a ricostruire l'evoluzione l'evoluzione<br />
delle<br />
Proscimmie attraverso alcuni fossili, attribuibili ad<br />
animali non più pi grandi di un gatto, rinvenuti sia in<br />
America sia in Europa.<br />
In particolare alcuni di questi animali, classificati come<br />
appartenenti al genere Adapis, Adapis,<br />
vissero nell'Europa<br />
centrale, una cinquantina di milioni di anni fa. fa.<br />
Si tratterebbe di piccoli Primati arboricoli che si<br />
presume siano stati i progenitori dei Lemuridi, Lemuridi,<br />
una<br />
famiglia di Proscimmie che attualmente vive in<br />
Madagascar.<br />
7
Le scimmie Platirrine: loro <strong>antenati</strong><br />
Circa 40 milioni di anni fa le Proscimmie conobbero un<br />
declino improvviso prodotto, presumibilmente, da una graduale<br />
riduzione dell'ambiente dell'ambiente<br />
forestale, forestale,<br />
ma forse anche dalla<br />
concorrenza di altri Primati caratterizzati da un maggiore<br />
sviluppo cerebrale e da modificazioni strutturali delle<br />
estremità estremit degli arti. arti.<br />
Questi nuovi animali erano i progenitori delle scimmie<br />
Platirrine, Platirrine,<br />
dette anche scimmie del Nuovo Mondo, la cui storia<br />
evolutiva è ferma praticamente al Miocene, Miocene,<br />
cioè cio all'epoca in cui<br />
furono rinvenuti reperti del tutto simili alle specie viventi.<br />
Si tratta di scimmie dotate di lunga coda prensile e narici<br />
divaricate (da cui la denominazione di Platirrine).<br />
8
Gli <strong>antenati</strong> delle scimmie Catarrine:<br />
l’Aegyptopithecus<br />
Aegyptopithecus<br />
Le scimmie Catarrine (cioè (cio dal setto nasale stretto), stretto),<br />
dette anche<br />
scimmie del Vecchio Mondo, ebbero origine in Asia (se si vuol dar<br />
credito ad alcuni fossili raccolti in Birmania), una quarantina di<br />
milioni di anni fa, fa,<br />
ma ben presto si trasferirono in Africa dove<br />
vivono tuttora.<br />
Durante l'Oligocene l'Oligocene,<br />
, cioè cio all'incirca 30-35 30 35 milioni di anni fa, fa,<br />
questo<br />
genere di scimmie già gi abitava sicuramente l'Africa l'Africa<br />
settentrionale<br />
perché perch là si trova la località localit che ha fornito il più pi alto numero di fossili<br />
di scimmie Catarrine: si tratta della regione di El Fayum, Fayum,<br />
in Egitto.<br />
Il ritrovamento più pi importante dal punto di vista evolutivo, effettuato<br />
in quella regione, si riferisce ad un fossile cui è stato dato il nome di<br />
Aegyptopithecus: Aegyptopithecus:<br />
si tratta di un cranio quasi completo di una<br />
scimmia arcaica vissuta una trentina di milioni di anni fa che,<br />
secondo alcuni paleontologi, rappresenterebbe il progenitore sia delle<br />
scimmie antropomorfe moderne sia dell'uomo dell'uomo.<br />
9
Le Driopitecine: Driopitecine:<br />
il Proconsul<br />
Da questo antico progenitore sarebbe discesa una gamma<br />
piuttosto ampia e varia di scimmie primitive che oggi vengono<br />
classificate tutte quante con il nome generico di Driopitecine<br />
("scimmie delle querce") e il cui primo esemplare venne rinvenuto rinvenuto<br />
da Louis e Mary Leakey nel 1948 su di un'isoletta del lago<br />
Vittoria in Kenia. Del gruppo delle Driopitecine farebbe parte<br />
anche il famosissimo Proconsul. Proconsul.<br />
Il Proconsul, Proconsul,<br />
il cui nome significa "prima di Consul", Consul",<br />
con<br />
riferimento ad uno scimpanzé scimpanz di nome Consul che viveva nello zoo<br />
di Londra, è il più pi antico documento fossile di un primate<br />
sprovvisto di coda e viene ritenuto l'antenato l'antenato<br />
diretto delle attuali<br />
scimmie antropomorfe africane (scimpanzé (scimpanz e gorilla) e dell'uomo dell'uomo.<br />
.<br />
Ad esso fu assegnata un'età un'et compresa fra i 22 e i 12 milioni di<br />
anni. anni.<br />
10
I Ramapiteci<br />
Su di un'altra linea evolutiva si troverebbero invece i tanto discussi discussi<br />
Ramapiteci.<br />
Ramapiteci.<br />
Si tratterebbe in questo caso di diverse specie di scimmie<br />
arcaiche, arcaiche,<br />
di piccole dimensioni, dimensioni,<br />
che molto probabilmente<br />
avevano già gi raggiunto la stazione eretta, eretta,<br />
o quasi, e il cui primo<br />
rappresentate fossile fu trovato nel 1934 sui monti Siwalik in Asia<br />
(ai piedi dell'Himalaya), da un geologo indiano di nome Vinajak<br />
Rao. Rao.<br />
Il nome di Ramapithecus, Ramapithecus,<br />
che deriva dalla divinità divinit indiana Rama e<br />
dalla parola greca "pithecos " pithecos" " che significa scimmia, gli venne però<br />
assegnato da uno studente dell'Università dell'Universit di Yale, tale G. E. Lewis.<br />
Altri esemplari simili al Ramapithecus, Ramapithecus,<br />
a cui fu assegnato il nome di<br />
Sivapithecus Sivapithecus (ma forse si tratta di Ramapitecine femmine), furono<br />
successivamente rinvenuti in Europa e in Africa.<br />
11
I Ramapiteci e l’evoluzione<br />
l evoluzione<br />
Il Ramapiteco, Ramapiteco,<br />
più pi di ogni altro, ha alimentato le polemiche<br />
sull'origine sull'origine<br />
degli Ominidi. Ominidi.<br />
All'inizio furono rinvenuti fossili solo dei denti e alcuni frammenti frammenti<br />
del cranio e della mandibola e sulla base di questi scarsi reperti reperti<br />
furono calcolate approssimativamente le dimensioni del corpo.<br />
Si venne quindi alla conclusione che dovesse trattarsi di un animale animale<br />
non più pi alto di un metro che viveva sugli alberi, alberi,<br />
ma che forse si<br />
trovava a suo agio anche a terra perché perch i denti rivelavano la<br />
presenza di una dieta fatta anche di alimenti duri come potrebbero<br />
essere le granaglie, che, per l'appunto, si raccolgono a terra.<br />
Basandosi sulla forma arrotondata dell'arcata dell'arcata<br />
dentaria di tipo<br />
"umano", in un primo tempo venne ritenuto il vero progenitore<br />
dell'uomo, ma oggi si propende per un'altra un'altra<br />
tesi. tesi.<br />
12
Linee evolutive<br />
13
Circa 6 milioni di anni<br />
fa, iniziò la linea<br />
evolutiva dell’uomo..<br />
Questi furono I primi<br />
OMINIDI.<br />
Diversi tipi di ominidi<br />
vissero sulla Terra per I<br />
successivi 6 milioni di<br />
anni, alcuni anche nello<br />
stesso tempo.<br />
15
La Rift Valley<br />
• Circa 35 milioni di anni fa, in Africa orientale, oltre<br />
al generale deterioramento climatico - progressiva<br />
diminuzione dell'umidità e alternanze marcate delle<br />
stagioni - si realizzò un evento geologico di enorme<br />
portata: la formazione della frattura tettonica lunga<br />
oltre 5 mila chilometri che determinò profonde<br />
depressioni e solcature che caratterizzano oggi la<br />
fascia orientale dell'Africa e che prende il nome di<br />
Rift Valley.<br />
16
L’ambiente ambiente nella Rift Valley<br />
Questi mutamenti determinarono variazioni sull'ambiente<br />
della regione - attraverso una drastica diminuzione della<br />
copertura arborea a vantaggio di ambienti aperti tipo<br />
savana - le quali agirono come principale agente selettivo<br />
tra le specie esistenti.<br />
In particolare, i Primati che più si erano specializzati<br />
nella vita arboricola, risentirono fortemente di questi<br />
cambiamenti, estinguendosi o adattandosi alle nuove<br />
condizioni ecologiche.<br />
17
La nascita degli ominidi<br />
• Alcuni di questi adattamenti determinarono l'inizio di<br />
quella che oggi è considerata l'evoluzione dell'uomo<br />
con le prime forme di Ominidi circa 6 milioni di<br />
anni fa (comunque fra 7 e 5 milioni).<br />
• I maggiori caratteri su cui si basa l'emergenza e la<br />
persistenza della radiazione evolutiva pre-ominide e<br />
ominide sono la postura e la deambulazione, le<br />
scelte alimentari, le dimensioni dell'encefalo, la<br />
forma e le dimensioni dello scheletro post-craniale.<br />
18
La nostra storia è costellata di molte<br />
specie sia appartenenti al genere Homo che<br />
Australopithecus (Paranthropus) e molti di<br />
questi ominidi si sono non solo succeduti<br />
nel tempo, ma anche sovrapposti. Per<br />
questo si preferisce parlare dell' evoluzione<br />
della nostra famiglia come un “cespuglio”.<br />
A volte i ritrovamenti sono molto<br />
frammentari che non c'è sempre<br />
convergenza fra gli studiosi nell'attribuire il<br />
reperto ad una specie esistente o se invece<br />
siamo di fronte ad una totalmente nuova.<br />
Questa è una delle cause che determinano<br />
modelli di cespugli variabili in alcuni<br />
particolari pur convergendo su molti punti<br />
della nostra evoluzione ormai assodati.<br />
Un esempio può essere il caso<br />
di Australopithecus africanus: Alcuni<br />
collocano tale specie fuori della linea<br />
evolutiva che porterà ad Homo sapiens, per<br />
altri al contrario, viene considerato diretto<br />
discendente.<br />
19
4 milioni di anni fa<br />
Primo stadio<br />
dell’evoluzione umana:<br />
Australophitecus.<br />
Era vegetariano e<br />
faceva uso di semplici<br />
strumenti in pietra, in<br />
legno e ossa.<br />
Comparve in Africa<br />
con diverse forme.<br />
20
Gli australopitechi<br />
(dai 3 ai 2 milioni di anni fa)<br />
Rappresentano una tappa importante<br />
per la formazione del genere homo. homo<br />
Per essi si parla di bipedismo<br />
facoltativo come è emerso dallo studio<br />
dei resti di bacino con le ossa iliache<br />
espanse per consentire l’equilibrio l equilibrio, , la<br />
posizione del foro occipitale al centro<br />
della base del cranio al di sopra della<br />
colonna vertebrale e la colonna stessa<br />
che assume un andamento variamente<br />
curvilineo in modo da scaricare la forza-<br />
peso anche lateralmente.<br />
21
Gli ominidi<br />
Il Bambino di Taung (Australopithecus africanus)<br />
•Il sito di Taung dette nel 1925 il cranio di una scimmia<br />
cercopitecoide; consegnato al professor Raymond Dart, australiano<br />
che lavorava all'Universita' di Johannesburg, egli incaricò R. B.<br />
Young, geologo dell'Universita' di Witwaterstrand, di effettuare un<br />
sopralluogo nella cava per cercare altri fossili.<br />
•Costui fece pervenire i nuovi reperti trovati a Dart (il quale si stava<br />
vestendo per andare ad un matrimonio), ed appena li vide, ne intuì<br />
immediatamente l'importanza: un calco endocranico che combaciava<br />
con dei frammenti ossei sporgenti da una delle pietre e all'interno di<br />
una roccia era inclusa una faccia quasi intera, il "bambino di Taung".<br />
22
Sottovalutazione di Dart<br />
• Pubblicò il ritrovamento nel 1925 su Nature sicuro che il cranio<br />
appartenesse ad un individuo infantile antropoide, ma il mondo<br />
accademico, convinto che gli <strong>antenati</strong> dell'uomo moderno<br />
andassero cercati in Europa, non prese in considerazione la<br />
scoperta considerando il cranio come appartenente ad un antenato<br />
di scimpanzé o gorilla.<br />
• Solo 20 anni dopo, l'intuizione di Dart fu considerata valida.<br />
Alcuni studiosi sostengono che il piccolo potrebbe essere stato<br />
ucciso da un'aquila; è stato il primo Australopiteco mai scoperto<br />
e classificato.<br />
• Complessivamente il fossile comprende la faccia, parte del cranio,<br />
una mandibola completa ed il calco del cervello. L’età dovrebbe<br />
essere di circa 3 anni.<br />
23
R. Dart (1924)<br />
24
Ragazzo di Taug (Australopitecus)<br />
25
Australopitecine antiche<br />
26
Genere Australopithecus<br />
• Ominidi africani datati dai 4 ai 2 milioni di anni fa.<br />
• Il genere Australopithecus precede, accompagna e probabilmente<br />
"prepara" la comparsa del genere Homo.<br />
• Gli australopiteci sembrano aver avuto un numero di specie molto<br />
elevato, segno di un notevole successo adattativo, ma dato che alcune<br />
sono incerte per la scarsità o la incompletezza dei fossili, a volte vengono<br />
descritte in quattro-cinque gruppi più importanti.<br />
• C'è infatti una grossa variabilità morfologica e alcuni studiosi sostengono<br />
che vi siano state molte più specie di quante descritte sinora, mentre altri<br />
sostengono la tesi di un forte dimorfismo sessuale tra i vari campioni.<br />
• Tutti gli australopiteci si sono estinti entro 1 milione di anni fa,<br />
circa 3 milioni di anni dopo la loro comparsa a causa del<br />
cambiamento climatico globale che andava verso un generale<br />
raffreddamento.<br />
27
Caratteristiche degli Australopitechi<br />
Molti autori distinguono gli Australopiteci in forme "gracili"<br />
(afarensis, africanus, anamensis) e forme "robuste" (boisei,<br />
robustus, aethiopicus) dalle differenze di costituzione ossea; in<br />
particolare i "robusti" vengono a volte inseriti in un altro genere:<br />
quello dei "parantropi" (Paranthropus).<br />
Generalmente gli australopiteci sono costituiti da un mosaico di<br />
caratteristiche morfologiche umane e delle scimmie<br />
antropomorfe: bipedi, ma conservano residue capacità di<br />
arrampicamento sugli alberi, cervello piccolo, notevole<br />
prognatismo sotto-nasale e da mandibole molto robuste che<br />
contengono denti grandi a smalto spesso indice di alimentazione<br />
a base di vegetali coriacei.<br />
La loro dimora è stata esclusivamente l'Africa.<br />
28
A. afarensis e gracilis A. robustus e boisei<br />
Capacità cranica sotto i 500 cc sopra i 500 cc<br />
Circonvoluzioni numerose meno numerose<br />
Volta cranica arrotondata senza creste ossee piatta con creste ossee<br />
Base del cranio simile ad Homo larga<br />
Ossa nasali strette voluminose<br />
Pelvi stretta larga<br />
Angolo femorale simile ad Homo inferiore<br />
29
A.etipicus<br />
30
A.Robustus 2-1.4 mil.<br />
(parantropo Boisei)<br />
31
Ricostruzione parantropo<br />
Boisei<br />
32
La passeggiata degli<br />
Australopitechi a<br />
Laetoli<br />
33
Le impronte di Laetoli…..3,6 Laetoli ..3,6 milioni di anni<br />
Un gruppo di famiglia<br />
marcia mentre in<br />
lontananza si sentono i<br />
cupi brontolii del<br />
vulcano Sadiman in<br />
eruzione……..<br />
34
Orme di Laetoli<br />
(Kenia)<br />
35
Australopitecus Anamensis<br />
E’ la specie più antica. I pochi<br />
fossili trovati presso il lago<br />
Turkana risalgono a 4<br />
milioni di anni fa e per essi si<br />
è potuta documentare sia la<br />
locomozione bipede che altri<br />
caratteri tipici degli ominidi<br />
successivi come l’elevato<br />
spessore dello smalto<br />
dentario.<br />
36
Australopitecus Afarensis<br />
Si tratta della famosissima Lucy. Lucy<br />
Numerosi sono i reperti fossili, anche se,<br />
risalendo a 3,6 milioni di anni fa, fa,<br />
molto<br />
frammentari.<br />
Molti trovati nella zona dell’Etiopia dell Etiopia<br />
attuale. attuale.<br />
E’ probabilmente il tronco del nostro<br />
albero. . Al suo gruppo vengono attribuite<br />
le altrettanto famose impronte di Laetoli<br />
in Tanzania.<br />
37
Lucy (ricostruzione)<br />
38
•L’Australopithecus afarensis, denominato Lucy (da una<br />
canzone dei Beatles), è il più completo degli<br />
australopitechi finora conosciuti.<br />
•Gli Etiopi l’hanno chiamata "Denkenesh" ("Sei<br />
magnifica").<br />
•Questa ricostruzione di Lucy è stata realizzata grazie a<br />
una serie di immagini speculari delle ossa mancanti.<br />
•Era ancora molto piccola: la sua statura non superava il<br />
metro e 10 cm (all’incirca quella di un bambino di sei<br />
anni), e non pesava più di una trentina di<br />
chilogrammi.<br />
• Anche il volume del cervello è modesto: con i suoi<br />
340 cm³ è paragonabile a quello di uno scimpanzé<br />
adulto di piccola mole.<br />
•Da uno studio delle ossa del suo scheletro risulta che<br />
Lucy camminava in posizione eretta e poteva ancora<br />
arrampicarsi sugli alberi<br />
39
Australopitecus Africanus<br />
Continua l’evoluzione l evoluzione del cinto pelvico e siamo a 2<br />
milioni di anni fa<br />
40
Homo Homo Habilis Habilis<br />
•Continua l’evoluzione<br />
specialmente a carico del<br />
cranio e dei denti ed<br />
aumentano notevolmente i<br />
ritrovamenti di manufatti in<br />
pietra che giustificano<br />
l’appellativo di habilis.<br />
41
Homo Homo habilis habilis (3 (3 –– 1.8 1.8 m.a.))<br />
m.a.<br />
•Tra tre milioni e un milione e ottocentomila<br />
anni fa si situa l’Homo habilis.<br />
•I primi resti sono stati ritrovati da Louis<br />
Leakey (1903-1972) nel 1960 nella gola di<br />
Olduvai, vicino al lago Vittoria (Tanzania);<br />
seguirono successive scoperte in Kenya e in<br />
Etiopia.<br />
•Aveva un cervello di 750-850 cm 3 , raggiungeva<br />
un'altezza di 125-135 cm ed il peso di 40 chili; i<br />
maschi più massicci delle femmine.<br />
•Le arcate sopraccigliari erano piuttosto<br />
sporgenti, ma il mento era meno prominente di<br />
quello dell'Australopiteco.<br />
42
Caratteristiche dell dell’Homo Homo habilis habilis<br />
Dalla dentatura si ricava la tendenza ad<br />
un'alimentazione onnivora, con propensione per la<br />
dieta a base di carne derivante dalla caccia e dalla<br />
raccolta delle carogne di animali morti.<br />
La gestione del cibo deve aver avuto un ruolo<br />
importante anche per l'accrescimento e l'evoluzione<br />
del gruppo che, da singola famiglia, si trasformava<br />
in clan, tale da assicurare una maggiore protezione e<br />
da garantire la trasmissione delle nuove conoscenze<br />
acquisite.<br />
43
L’homo homo habilis<br />
habilis e la tecnologia<br />
• Probabilmente il primo ominide a fabbricare utensili fu proprio<br />
l'Homo habilis, perché abbiamo le prove che egli raccoglieva<br />
pietre e che successivamente, a distanza di chilometri, le<br />
modificava battendole contro altre pietre.<br />
• Presso la Gola di Olduvai (Tanzania), infatti, sono stati ritrovati<br />
ciottoli percussori recanti segni d'usura dovuta all'impiego continuo,<br />
ciottoli scheggiati da un lato solo detti chopper, ciottoli scheggiati<br />
da due parti detti bifacciali, raschiatoi per staccare la carne dalle<br />
ossa o il grasso dalle pelli ed asce di selce con bordo tagliente che<br />
venivano impugnate.<br />
• Questa fu chiamata da Leakey la "cultura olduvaniana" .<br />
44
Homo habilis 2.5-1.8 mil.<br />
640 cc<br />
45
Lame in selce<br />
Una di queste due lame in selce del<br />
Paleolitico superiore, non modificata,<br />
poté servire come semplice coltello.<br />
L’altra ha un’estremità smussata ed è<br />
stata forse usata come raschiatoio<br />
46
Chopper:<br />
Industria<br />
Olduvaiana<br />
2-2.3 mil<br />
47
Mary Leakey<br />
48
• Si è giunti ora alla conclusione che, contemporaneamente<br />
e per lunghi periodi di tempo, intorno a due milioni di<br />
anni fa, fossero presenti in Africa sia popolazioni di<br />
Australopitecus che di Homo.<br />
• Non fu tanto l’intelligenza quanto l’andatura bipede a<br />
liberare le mani e quindi la possibilità di sfruttarle per<br />
manipolare oggetti e quindi diventare “umani”.<br />
• Le pressioni selettive verso il bipedismo furono<br />
indipendenti dalla “liberazione delle mani”.<br />
49
Homo Homo Ergaster Ergaster<br />
Comparso circa 2 milioni -<br />
1.800.000 anni fa, fa,<br />
è la specie di<br />
ancoraggio per tutti gli esseri<br />
Homo Homo successivi.<br />
Presenta un aumento significativo<br />
sia nell' altezza che nella massa<br />
ossea: ossea:<br />
i maschi misuravano 1,6 m<br />
per 65 Kg, Kg,<br />
la capienza del cervello<br />
è definitivamente aumentata a<br />
850cc.<br />
51
Homo ergaster (lavoratore)<br />
C’è un giudizio unanime fra i paleoantropologi che<br />
Homo ergaster , comparso circa 2 milioni di anni fa, è<br />
la specie di ancoraggio per tutti gli esseri Homo successivi,<br />
fino all’uomo moderno.<br />
Presenta un aumento significativo sia nell' altezza che<br />
nella massa ossea: i maschi misuravano 1,6 m per 65 Kg,<br />
la capienza del cervello è aumentata a 850cc ed il cranio<br />
acquista un’arcata sovraorbitale di figura prolungata,<br />
molto probabilmente il risultato dei lobi frontali ed<br />
occipitali espansi.<br />
52
• I piedi lunghi ed il formato aumentato del cervello hanno fatto<br />
di ergaster un tipo adatto all’ espansione: i fossili suggeriscono che<br />
si è diffuso dall' Africa nord orientale all’ Asia centrale ed<br />
orientale e forse anche in Europa del sud.<br />
• Viene associato con l' industria Acheuliana databile intorno ad<br />
1,4 milioni di anni fa<br />
• Compaiono inoltre molte delle caratteristiche sociali e del<br />
comportamento delle popolazioni umane, del cacciatoreraccoglitore<br />
di oggi: lo sfruttamento delle risorse di zone<br />
geografiche molto grandi, stabilità di lunga durata nelle<br />
procedure di lavorazione della pietra e tutto ciò potrebbe<br />
implicare, lo sviluppo di un linguaggio complesso vocale e<br />
gestuale.<br />
53
Homo Homo Ergaster<br />
Ergaster<br />
54
Homo Ergaster<br />
Turkana boy 2 mil<br />
850 cc<br />
55
Industria acheuleana 1.4 mil (H. Ergaster recenti)<br />
56
Homo erectus<br />
Rappresenta una specie che conta numerosi fossili<br />
trovati anche in Medio Oriente ed Asia in un<br />
periodo che va da circa 1,7-1,5 milioni a 50.000 anni<br />
fa<br />
Quest'ultima datazione proviene dagli strati in cui<br />
sono stati rinvenuti fossili appartenenti a questa specie<br />
vicino al fiume Solo nell'isola di Giava (uomo di<br />
Giava) ed indicano quindi una convivenza tra<br />
erectus e i primi Homo sapiens arrivati in Asia.<br />
57
Uomo di Giava<br />
940cc<br />
58
Caratteristiche fisiche<br />
Mostra un alleggerimento graduale delle caratteristiche di<br />
ergaster, ma comunque ci sono molte somiglianze nei crani<br />
(arcate sovraorbitarie pronunciate e cassa prolungata del<br />
cervello) che evidenziano una potenza masticatoria.<br />
La dimensione corporea rimane all’incirca come ergaster, la<br />
mascella è sporgente con grandi molari, nessun mento,<br />
creste spesse nella fronte, cranio basso e lungo.<br />
La capienza del cervello è aumentata gradualmente durante<br />
la sua persistenza: da una gamma di 800cc -1000cc quando è<br />
comparso, ad una gamma di 1000cc -1300cc intorno alla sua<br />
estinzione.<br />
59
Evoluzione di erectus erectus<br />
• Il rapporto evolutivo fra ergaster ed erectus è poco chiaro:<br />
alcuni esperti trattano loro come forme ritardate della<br />
stessa specie.<br />
• È più probabile che quest'ultimo si sia evoluto in Africa<br />
da un antenato dell’ ergaster, quindi è migrato dopo la<br />
comparsa di questo, in altre parti dell' Africa, del Medio<br />
Oriente, in Europa, in Cina ed Asia del sud (fino a Giava e<br />
Borneo).<br />
• Sembra da far risalire a lui l'uso del fuoco per la prima volta<br />
nel corso dell'evoluzione.<br />
60
Cranio di Homo erectus (a sinistra)<br />
a confronto con cranio di habilis<br />
Diffusione di Homo erectus<br />
61
•Questo ipotetico albero<br />
genealogico mostra la varietà<br />
di specie di ominidi che<br />
hanno popolato il pianeta<br />
(alcune conosciute solo<br />
grazie a frammenti).<br />
•L’emergere di Homo<br />
sapiens non è stato un<br />
singolo processo di<br />
trasformazione lineare di una<br />
specie in un’altra, ma una<br />
evoluzione tortuosa e dai<br />
molti aspetti.<br />
62
Cranio di Ceprano<br />
Nel marzo del 1994 in alcuni sedimenti di una valle fluviale dell’Italia<br />
centrale, nei pressi di Ceprano (Frosinone), è stato rinvenuto un<br />
cranio risalente alla fine del Pleistocene Inferiore, circa 900-800 mila<br />
anni fa.<br />
Il fossile di Ceprano appartiene al genere Homo e mostra caratteri<br />
molto particolari avvicinandosi sia a reperti di Homo ergaster che di<br />
erectus o Heidelbergensis.<br />
Altri specialisti ritengono che il cranio di Ceprano possa rappresentare<br />
una sorta di “ponte” tra gli <strong>antenati</strong> della specie moderna Homo sapiens<br />
(in Africa) e dei Neanderthal (in Europa).<br />
E’ indubbio che il ruolo del reperto italiano più famoso sia ancora da<br />
approfondire e che vedrà ulteriori sviluppi quando maggiori scoperte<br />
faranno “luce” su quel periodo ancora oscuro che è il Pleistocene<br />
Inferiore.<br />
63
Homo antecessor<br />
•Reperti spagnoli trovati nel sito di Gran Dolina e datati 780.000<br />
anni fa, sono stati denominati Homo antecessor che significa in<br />
latino "esploratore" o "pionere".<br />
•Questo ominide è stato infatti il primo abitatore conosciuto dell'<br />
Europa occidentale anche se sulla sua denominazione ci sono accesi<br />
dibattiti: non tutti i ricercatori sono concordi nello istituire per tali<br />
resti questa nuova specie.<br />
•E' opinione diffusa di inserire antecessor all'interno della specie<br />
Homo Heidelbergensis che vivrà nelle stesse zone 300.000 anni<br />
più tardi, considerandolo una forma più arcaica ma comunque<br />
stessa specie di quest'ultimo.<br />
64
Caratteristiche fisiche di antecessor<br />
Fisicamente antecessor mostra un mix tra tratti arcaici<br />
(conformazione della zona infra-orbitale, scarsa<br />
proiezione nasale, dentizione) e tratti più moderni.<br />
Il cranio infatti ha caratteristiche intermedie tra<br />
Heidelbergensis, erectus ed ergaster, ed altre che<br />
saranno poi tipiche dei successivi Neanderthal.<br />
Purtoppo i reperti sono pochi ma è possibile ipotizzare<br />
che si tratti di popolazioni provenienti dal Nord-Africa,<br />
spostatesi via mare e sviluppatesi autonomamente in<br />
Europa Meridionale.<br />
65
Evoluzione di antecessor<br />
Secondo gli scopritori invece, antecessor si sarebbe separato da<br />
Homo ergaster in Africa, e poi sarebbe migrato circa 1<br />
milione di anni fa in Europa attraverso il Medio Oriente<br />
Qui avrebbe dato origine a Homo heidelbergensis, che poi<br />
a sua volta avrebbe generato Homo neanderthalensis.<br />
Nel frattempo, l'antecessor rimasto in Africa si sarebbe evoluto<br />
nel moderno Homo sapiens.<br />
Si tratterebbe quindi dell'ultimo antenato comune tra<br />
Neanderthal e Homo sapiens: la soluzione è ancora<br />
lontana.<br />
66
Homo Heidelbergensis<br />
•Precedentemente chiamato “Homo sapiens arcaico” comparso circa<br />
800.000 anni fa, riguarda un gruppo di vari crani che presentano<br />
caratteristiche di erectus, di Neanderthalensis e di esseri umani moderni.<br />
•In questo caso vengono racchiusi sotto il nome<br />
“Haidelbergensis" reperti che spesso trovano altre denominazioni<br />
(Homo Rhodesiensis, Homo antecessor): ciò deriva dal fatto che la comunità<br />
scientifica non si è messa ancora d’accordo, né c'è una visione<br />
maggioritaria del problema.<br />
67
Gli aumenti di formato del cervello arrivano fino a<br />
1600cc. Gli Heidelbergensis sono solitamente meno robusti<br />
degli erectus, ma più degli esseri umani moderni; la<br />
fronte è meno sfuggente.<br />
E' apparentemente la specie seguente dopo ergaster e<br />
possibilmente erectus, diffusasi in Africa, in Europa e nel<br />
Medio Oriente. A volte la distinzione fra certe forme<br />
occidentali di erectus e di Heidelbergensis è molto incerta. I<br />
rapporti evolutivi fra habilis, Rudolfensis, ergaster, erectus e<br />
Heidelbergensis rimangono molto discutibili e di difficile<br />
soluzione.<br />
68
Homo<br />
Heidelbergensis<br />
500.000-200.000<br />
69
Riproduzione<br />
Bifacciale musteriano<br />
70
UCONN Tree<br />
71
periodo<br />
Australopitecus<br />
(milioni di anni<br />
luogo<br />
fa)<br />
habilisafarensis afarensis<br />
2.5–1.5 2.5 1.5 Africa<br />
specie<br />
H. habilis<br />
luogo altezza (m) peso (kg)<br />
volume del<br />
cervello<br />
(cm cm³)<br />
fossili<br />
scoperta /<br />
pubblicazion<br />
e del nome<br />
Africa 1.0–1.5 1.0 1.5 30–55 30 55 600 molti 1960/1964<br />
H. rudolfensis 1.9 Kenya 1 teschio 1972/1986<br />
H. georgicus 1.8–1.6 1.8 1.6 Georgia 600 pochi 1999/2002<br />
H. ergaster 1.9–1.25 1.9 1.25 Africa 1.9 700–850 700 850 molti 1975<br />
H. erectus 2(1.25)–0.3<br />
2(1.25) 0.3<br />
Africa, Eurasia (Giava, Cina,<br />
Caucaso)<br />
1.8 60 900–1100 900 1100 molti 1891/1892<br />
H. cepranensis 0.8? Italia 1 teschio 1994/2003<br />
H. antecessor 0.8–0.35 0.8 0.35 Spagna, Inghilterra 1.75 90 1000 3 siti 1997<br />
H.<br />
heidelbergens<br />
0.6–0.25 0.6 0.25<br />
is<br />
Europa, Africa, Cina 1.8 60 1100–1400 1100 1400 molti 1908<br />
H.<br />
neanderthale<br />
nsis<br />
H.<br />
rhodesiensis<br />
H. sapiens<br />
sapiens<br />
H. sapiens<br />
idaltu<br />
0.23–0.03 0.23 0.03 Europa, Asia 1.6 55–70 55 70 1200–1900 1200 1900 molti (1829)/1864<br />
0.3–0.12 0.3 0.12 Zambia 1300 molto pochi 1921<br />
0.25–presente<br />
0.25 presente Tutto il mondo 1.4–1.9 1.4 1.9 55–80 55 80 1000–1850 1000 1850 ancora<br />
vivente<br />
—/1758 /1758<br />
0.16 Etiopia 1450 3 crani 1997/2003<br />
H. floresiensis 0.10–0.012 0.10 0.012 Indonesia 1.0 25 400 7 individui 2003/2004<br />
74
L’uomo di Altamura<br />
Da alcuni familiarmente soprannominato<br />
Ciccillo, è …… uno dei <strong>nostri</strong>.<br />
Scoperto nel 1993 in una grotta carsica nei<br />
pressi di Altamura, è una forma arcaica di<br />
Homo Neanderthalensis: è stato infatti<br />
indicato come Homo Arcaicus.<br />
La stima della datazione prevede un<br />
intervallo tra 400mila e 100mila anni fa, con<br />
valori più probabili intorno a 150-250mila<br />
anni fa, sta cioè fra l’Homo erectus e il<br />
Neanderthal, quasi contemporaneo<br />
dell’Homo sapiens.<br />
75
Homo neanderthalensis<br />
Vive in Europa a partire da<br />
circa 100.000 anni fa e qui<br />
rimane fino alla sua<br />
estinzione, estinzione,<br />
avvenuta circa<br />
35.000 anni fa.<br />
La capacità capacit cranica era un po’ po<br />
più pi grande degli esseri umani<br />
moderni (1450 1450-1500 1500 cc in<br />
media, ma grande anche<br />
1800cc o più); pi ); presentava una<br />
mascella sporgente, sporgente,<br />
mento<br />
debole e una fronte sfuggente. sfuggente.<br />
Con tale ominide si hanno le<br />
prime forme di seppellimento<br />
dei defunti.<br />
defunti<br />
76
•Il suo areale di distribuzione comprendeva anche la regione<br />
israeliana, Iraq, Russia, Asia occidentale.<br />
•Tale specie si è evoluta ed è vissuta principalmente nei climi freddi;<br />
le proporzioni del corpo infatti, sono adattate alle basse<br />
temperature: arti corti e molto robusti, non molto alti (circa 160<br />
cm) per evitare la dispersione del calore corporeo.<br />
•La capacità cranica era dunque un po’ più grande degli esseri<br />
umani moderni, circa il 10%: il naso poco sporto era una<br />
caratteristica da clima freddo.<br />
•Il cranio si presenta più lungo e schiacciato di quello degli esseri<br />
umani moderni con un profondo rigonfiamento nella parte<br />
posteriore, le ossa spesse e pesanti con segni di potenti<br />
collegamenti muscolari.<br />
77
• Gli individui europei presentavano carnagione<br />
bianca e verosimilmente capelli rossi (ipotesi<br />
molecolare del 2006, confermata nel 2007 su<br />
reperti iberici ed italici) ma la variabilità<br />
genetica suggerisce l'intera gamma di<br />
sfumature odierna.<br />
• Col tempo, in alcune zone e verso la fine del<br />
Paleolitico, si diffonde un tipo più gracile, e con<br />
un mento osseo più pronunciato.<br />
78
• Il Neanderthal possedeva una cultura<br />
materiale avanzata, sopratutto<br />
negli ultimi periodi della sua<br />
esistenza: tantissimi strumenti<br />
adatti a vari impieghi sono stati<br />
trovati in luoghi lui abitati<br />
• Gli ultimi rappresentanti della<br />
specie svilupparono delle culture<br />
diversificate e tendenti a somigliare<br />
alle prime produzioni litiche di<br />
Homo sapiens.<br />
• Non è ben chiaro se tale fatto sia un<br />
influenza culturale dei sapiens<br />
verso i Neanderthal o una<br />
evoluzione isolata delle tecniche<br />
di lavorazione.<br />
79
Con tale ominide si hanno le prime forme di<br />
seppellimento dei defunti, anche se non si<br />
è certi che il fenomeno sia stato praticato da<br />
tutte le popolazioni neandertaliane.<br />
I primi Homo sapiens raggiunsero l'Europa<br />
circa 50.000-40.000 anni fa e condivisero<br />
l'habitat con i neandertaliani per oltre<br />
20.000 anni, ma i rapporti intercorsi tra le<br />
due specie non sono ancora chiari.<br />
80
Studi genetici suggeriscono comunque che gli <strong>antenati</strong> di<br />
Neanderthal e degli esseri umani moderni si sono<br />
separati evolutivamente circa 500.000 anni fa ed è più<br />
probabile che Neanderthal si sia evoluto<br />
indipendentemente, come discendente di forme ominidi<br />
simili ad Heidelbergensis, senza scambio culturale o genetico<br />
significativo con i sapiens.<br />
L’ estinzione dei Neanderthals coincide nella<br />
maggior parte delle regioni geografiche, con l' arrivo<br />
degli esseri umani anatomicamente moderni (Homo<br />
sapiens sapiens detto Cro Magnon) ma le cause non<br />
sono ancora note.<br />
81
Neanderthal<br />
Modern<br />
human<br />
Neanderthal<br />
82
Sepoltura di un uomo di Neanderthal (circa 60.000 anni fa)<br />
84
Homo Neanderthalensis<br />
1600cc<br />
85
Homo Neanderthalensis<br />
1600 cc 200.000-30.000 anni<br />
86
50.000-40.000 anni fa<br />
Compare l'Homo<br />
sapiens, cioè l'uomo<br />
dotato di raziocinio.<br />
La cultura della forma<br />
sapiens si presenta<br />
assai evoluta sia nel<br />
lavoro della pietra e<br />
anche dell'osso, sia<br />
nelle raffigurazioni<br />
dell'arte parietale e<br />
mobiliare, sia nelle<br />
pratiche funerarie<br />
87
•I I primi Homo Homo sapiens sapiens raggiunsero l'Europa tra i<br />
50.000 e i 40.000 anni fa e condivisero l'habitat con i<br />
neandertaliani per oltre 20.000 anni, ma i rapporti<br />
intercorsi tra le due specie non sono ancora chiari.<br />
•Studi Studi genetici suggeriscono che Neanderthal Neanderthal si sia<br />
evoluto indipendentemente, come discendente di<br />
forme ominidi simili ad Heidelbergensis, Heidelbergensis,<br />
senza<br />
scambio culturale o genetico significativo con i<br />
sapiens.<br />
88
Homo sapiens (sapiens)<br />
• Gli uomini moderni appartengono<br />
alla specie Homo sapiens di cui<br />
l'unica sottospecie attualmente<br />
presente sul pianeta è Homo<br />
sapiens sapiens<br />
• Homo sapiens idaltu (tradotto<br />
approssimativamente come "uomo<br />
saggio maggiore"), l'altra sottospecie<br />
nota, è estinto.<br />
• Dal punto di vista anatomico, gli<br />
uomini moderni appaiono in<br />
testimonianze fossili risalenti a<br />
130 000 anni fa in Africa. I primi<br />
rappresentanti europei compaiono<br />
circa 40000-50000 anni fa,<br />
comunemente chiamati Cro-<br />
Magnon dalla località francese dei<br />
primi rinvenimenti di fossili.<br />
90
Cro magnon<br />
91
Il modello evolutivo “Eva Eva africana” africana<br />
Cranio di Homo erectus (a sinistra)<br />
a confronto con cranio di Homo sapiens<br />
• Le varie ipotesi proposte nel tempo sull’origine dell’uomo<br />
moderno sono riconducibili a due modelli principali.<br />
• Quello denominato «Eva africana» o «arca di Noè» , ipotizza<br />
un’origine unica, avvenuta in Africa in tempi relativamente<br />
recenti, alla quale sono seguiti processi migratori che hanno<br />
portato alla diffusione dell’uomo moderno nel resto del mondo.<br />
93
La teoria dell’origine dell origine multipla<br />
L’altro, definito modello dell’origine multipla o della<br />
continuità regionale, suggerisce che popolazioni<br />
ancestrali di H. erectu si siano evolute, gradualmente<br />
e in ogni parte del mondo, in forme arcaiche di H.<br />
sapiens dalle quali avrebbe poi avuto origine l’uomo<br />
moderno.<br />
Questo modello “a candelabro “ prevede che sia<br />
possibile individuare nelle popolazioni moderne<br />
caratteristiche anatomiche presenti in epoche antiche.<br />
Inoltre, la comparsa di testimonianze fossili dell’uomo<br />
moderno dovrebbe essere quasi contemporanea nelle<br />
diverse regioni del vecchio mondo.<br />
94
Prove a sostegno di un’origine africana recente derivano sia dall’analisi<br />
della variabilità genetica delle popolazioni attuali sia dalla documentazione<br />
paleontologica. Recenti indagini molecolari condotte a livello del DNA<br />
mitocondriale di 182 popolazioni attuali indicano che l’uomo moderno sia<br />
derivato da un antenato comune vissuto probabilmente in Africa 200.000<br />
anni fa. Questi risultati sono avvalorati dal ritrovamento di resti umani di<br />
tipo moderno risalenti a ca.130.000 anni fa, avvenuto in due grotte<br />
sudafricane in Etiopia. Tali reperti testimoniano la presenza dell’uomo<br />
moderno in Africa nel periodo in cui l’Europa era popolata esclusivamente<br />
dall’uomo di Neandertal. Inoltre, la documentazione fossile rinvenuta nel<br />
Vicino Oriente a Skhûl e Qafzeh consente di stabilire che gruppi di<br />
neandertaliani e popolazioni di uomini anatomicamente moderni umani<br />
condivisero i medesimi territori ca. 100.000 anni fa. Tuttavia, a partire da ca.<br />
40.000 anni fa le popolazioni anatomicamente moderne furono le sole<br />
presenti nella regione. La diffusione delle popolazioni di tipo moderno in<br />
Europa avvenne probabilmente in questo periodo, come testimoniato anche<br />
dall’avvento della cultura materiale del Paleolitico superiore.<br />
95
A sostegno del modello evolutivo dell’origine multipla di H. sapiens sarebbe<br />
invece l’apparente continuità morfologica dei fossili dell’Estremo Oriente,<br />
riscontrabile nelle testimonianze fossili trovate in Cina, come anche tra H. erectus di<br />
Giava e alcuni dei più antichi resti australiani. La principale debolezza di questa<br />
teoria risiede nel fatto che in Europa mancano forme di transizione tra popolazioni<br />
arcaiche e moderne. Viceversa, la documentazione più dettagliata di questa<br />
continuità evolutiva si riscontra principalmente in Africa. I resti non solo mostrano<br />
similitudini anatomiche con l’uomo moderno, ma anche con fossili di maggiore<br />
antichità trovati in altri siti dell’Africa. Il ritrovamento di un graffito risalente a ca.<br />
77.000 anni fa valorizza quest'ipotesi. Il graffito, che rappresenterebbe la prima<br />
“traccia artistica” dell'uomo, potrebbe contribuire a far riscrivere la storia<br />
dell'evoluzione dell'uomo moderno anticipandola di millenni poichè l'incisione<br />
precede di quasi 40.000 anni le pitture rupestri europee più antiche. Comunque sia<br />
avvenuta la transizione da H. erectus a H. sapiens, è certo che popolazioni con<br />
caratteristiche anatomiche di tipo moderno erano ubiquitarie in Africa, Asia e<br />
Europa tra 35.000 e 25.000 anni fa. Circa nello stesso periodo, ma forse già in<br />
epoche ancora più antiche, iniziarono le prime migrazioni che portarono alla<br />
colonizzazione dell’Australia e dell’America.<br />
96
“Ciò ci fa capire che tutti gli esseri umani, a dispetto delle differenze somatiche, sono<br />
realmente membri di un’unica entità che ha avuto un’origine molto recente in un unico<br />
luogo. Esiste una specie di “fratellanza biologica” che è molto più profonda di quanto<br />
noi abbiamo mai immaginato”<br />
S.J. Gould<br />
98