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insomma, raro come le auto che lo animano. In attesa <strong>del</strong> giorno clou, dal mercoledì al sabato, il circuito di Monza non si è fatto mancare nulla in fatto di movimento: strapieni i negozi di gadget, libri, automo<strong>del</strong>li; migliaia di appassionati a transitare nello spazio dedicato alle vetture Ferrari in produzione ed al merchandising <strong>del</strong> Cavallino; oltre un centinaio di Ferrari provenienti da tutta Europa, parcheggiate nello spiazzo antistante il paddock. Da tutto questo entusiasmo montante, c’era da aspettarsi una domenica esplosiva. E così è stato. Scaldato da un solino quasi tiepido, l’autodromo si è svegliato presto per accogliere le migliaia di persone che erano venute a salutare Schumacher. Dopo una serie di esibizioni, tutte molto gradite dal pubblico, compresa la simpatica gara di Soap Box (letteralmente “scatole da sapone”, le auto ultraleggere che avanzano, senza motore, solo a seguito di una spinta iniziale o, come in questo caso, scendendo da una rampa), alle 15.00 in punto l’inconfondibile ruggito <strong>del</strong>la 248 F1 ha iniziato a scaldare le tribune. Un boato ha quindi accolto le quattro monoposto guidate da Schumacher, Massa e dai due collaudtori Badoer e Gene, che hanno iniziato ad inanellare una piccola serie di giri di pista. Ad accoglierle sul rettilineo monzese, oltre a tutte le vetture <strong>del</strong> Cavallino con cui Michael ha corso, il top management Ferrari: dal presidente Montezemolo al vice presidente Piero Ferrari, dall’amministratore <strong>del</strong>egato Todt al direttore generale Felisa. E poi il team di F1 al completo, ai cui componenti Schumacher ha voluto donare un ricordo personale in ringraziamento di quanto fatto per lui e per la squadra in questi anni. Saluti al pubblico in piedi, gesti spontanei di amicizia e calore per un campione c he ha lasciato un segno in<strong>del</strong>ebile e che in tanti hanno voluto salutare così, con quelle grida di gioia che, per anni, avevano attribuito alle sue imprese, ai sorpassi mozzafiato, ai suoi successi. Una piccola coda <strong>del</strong>la sua esibizione c’è stata quando, una volta rientrate le F1, Michael è sceso di nuovo in pista con la sua FXX nera, affiancato da Jean Todt. Non tutti, sugli spalti, l’hanno riconosciuto subito ma, quando lo speaker lo ha annunciato, l’autodromo sembrava dar vita ad un’unica grande hola, a salutare Schumi, il campione <strong>del</strong>la Ferrari. Eventi 13