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29/08/2009 PRIMO PIANO<br />
7<br />
EMERGENZA RIFIUTI<br />
Macculi:<br />
«Il sindaco di Otranto?<br />
Si è “autodenunciato”»<br />
La scorsa settimana il sindaco di Otranto Luciano Cariddi ha<br />
sporto denuncia a causa dei disagi ambientali sofferti dal suo<br />
comune nel periodo estivo. Il presidente dell’Ato Le/2 Silvano<br />
Macculi replica: “Cariddi non conosce il sistema delle Ato”<br />
Le vacanze estive sono ormai giunte<br />
al termine, ma lo stesso non si può<br />
dire delle polemiche e delle emergenze.<br />
È notizia della scorsa settimana,<br />
infatti, la denuncia presentata dal sindaco<br />
di Otranto Luciano Cariddi (nella foto a<br />
sinistra) presso la locale stazione dei carabinieri<br />
contro l’Ato Le/2 e l’Ati Lombardi<br />
Ecologia s.n.c., la ditta che si occupa del<br />
servizio di raccolta differenziata e trasporto<br />
dei rifiuti solidi urbani.<br />
Il sindaco Cariddi spiega le ragioni che lo<br />
hanno portato a questa decisione: “Mai<br />
Otranto, neanche nel periodo estivo, si è<br />
trovata alle prese con strade piene di rifiuti<br />
di ogni genere, spiagge e pinete sporche,<br />
giardini pubblici e aiuole cittadine ridotte<br />
quasi a sterpaglie secche. I problemi più<br />
gravi, ovviamente, riguardano in primo<br />
luogo gli aspetti igienico-sanitari: i numerosi<br />
turisti che ogni estate giungono a Otranto<br />
non possono vivere con fetori nauseabondi<br />
o con liquami che fuoriescono da contenitori<br />
di fortuna. La mia Amministrazione ha<br />
sempre monitorato i problemi ambientali<br />
del suo territorio e prontamente segnalati<br />
all’Ato Le/2, ma purtroppo non è stata<br />
trovata una soluzione, con l’amara delusione<br />
di aver aderito con molto entusiasmo all’attivazione<br />
della raccolta differenziata.<br />
Da Lecce ad Acquarica del Capo, dal versante<br />
orientale a quello occidentale della penisola<br />
salentina, è tutto uno spuntare di turbine eoliche.<br />
Ma sulla base di quali leggi e regolamenti<br />
le imprese private hanno “conquistato”<br />
decine di migliaia di ettari di campagne incolte?<br />
Oltre ai due regolamenti che dettavano<br />
le linee guida, il primo varato dalla Giunta di<br />
centrodestra nel 2004, il secondo dalla Giunta<br />
Vendola nel 2006, due in particolare, attuati<br />
dal centrosinistra, hanno aperto le porte alle<br />
aziende installatrici: l’istituzione dei Piani regolatori<br />
comunali per gli impianti eolici (Prie)<br />
prevista dal regolamento del 2006, che lascia<br />
ai Comuni ampi poteri nell’indicazione delle<br />
aree idonee. Elemento, questo, che secondo<br />
Legambiente ed altre associazioni avrebbe<br />
fatto perdere alla Regione il controllo del fenomeno,<br />
visto l’interesse che molte amministrazioni<br />
locali hanno nel favorire più che mai<br />
la realizzazione degli impianti. E ancora, la<br />
norma del febbraio 2008 grazie alla quale alle<br />
imprese private sarebbe bastata la semplice<br />
dichiarazione di inizio attività da rilasciare ai<br />
Comuni per avviare gli impianti con una potenza<br />
elettrica fino ad un megawatt (alzando<br />
anche il limite imposto dal Governo Prodi);<br />
nel giugno 2008, inoltre, la Regione varava<br />
anche una moratoria per i parchi eolici costruiti<br />
nelle zone protette prima dell’introduzione<br />
del regolamento regionale, e che dava il<br />
via libera a quegli impianti prima partiti e poi<br />
bloccati.<br />
La strada ormai è segnata e la crescita esponenziale<br />
dell’energia pulita non conosce ostacoli,<br />
se è vero che la Puglia è di gran lunga la<br />
prima in Italia per energia prodotta da fonti<br />
rinnovabili (sole, vento, biomasse). Secondo<br />
i dati forniti dal Portale ambientale della Re-<br />
A causa di questa situazione ho deciso di<br />
sporgere denuncia<br />
all’autorità<br />
giudiziaria per individuare<br />
le responsabilità<br />
di<br />
tale disservizio.<br />
Credo che in merito<br />
non siano da<br />
escludersi risvolti<br />
penali come l’interruzione<br />
di<br />
pubblico servizio<br />
e il mancato rispetto delle norme in materia<br />
di rifiuti solidi urbani. L’Ato Le/2 non è<br />
stata in grado di affrontare problemi complessi<br />
come quelli dell’igiene urbana di<br />
una città estesa come Otranto con numerosi<br />
villaggi turistici, alberghi e strutture ricettive.<br />
Quale vantaggio ha avuto Otranto aderendo<br />
per legge al sistema delle Ato, visti i disservizi<br />
e l’aumento dei costi dell’appalto?<br />
Come può l’Ato Le/2 affidare un appalto<br />
simile senza una preventiva verifica delle<br />
capacità gestionali-organizzative della ditta<br />
aggiudicataria, sprovvista dei mezzi necessari<br />
per una moderna ed efficace raccolta<br />
differenziata? Il nostro territorio, che ha<br />
lavorato tanto per diventare una delle<br />
località turistiche più apprezzate in Italia<br />
gione Puglia (assai curato e aggiornato con<br />
puntualità) sono 946 le turbine eoliche che risultano<br />
installate sul territorio regionale in 57<br />
non merita queste<br />
ferite”.<br />
Non si è fatta attendere<br />
la risposta<br />
di Silvano Macculi<br />
(nella foto a<br />
destra), presidente<br />
dell’Ato Le/2<br />
e neoassessore<br />
provinciale: “I<br />
disservizi denunciati<br />
da Cariddi esistono, ma sono comuni<br />
anche in altre zone dell’Ato Le/3; il problema<br />
quindi è generale. Ad ogni modo la<br />
madre di tutti i problemi è la presenza in<br />
provincia di un solo impianto in funzione<br />
con discarica di servizio soccorso a Cavallino.<br />
L’assenza di altri impianti è dovuta<br />
al Commissario Delegato per l’Emergenza<br />
Ambientale Nichi Vendola che nel 2005<br />
non ha firmato i contratti per la loro realizzazione,<br />
predisposti dal precedente commissario<br />
Raffaele Fitto, per creare discontinuità<br />
amministrativa. La firma è giunta<br />
con notevole ritardo e ciò non ha consentito<br />
che gli impianti entrassero in funzione,<br />
per poi chiudere le discariche. Ugento e<br />
Nardò hanno infatti chiuso le loro discariche<br />
Salento con il vento in poppa<br />
La provincia di Lecce sarà seconda solo a quella di Foggia<br />
per impianti eolici, mentre è già la prima in Italia<br />
per potenza fotovoltaica<br />
impianti nel dicembre 2008; nel triennio<br />
2006-2009, in provincia di Lecce sono stati<br />
autorizzati 79 aerogeneratori, mentre in quella<br />
senza avere gli impianti pronti. Le Ato<br />
invece hanno il merito di aver limitato i<br />
danni con la loro azione facendo da cuscinetto<br />
tra le Regione, colpevole di una disastrosa<br />
programmazione e dei ritardi nel<br />
realizzare gli impianti, e le ditte che hanno<br />
creato una serie di disservizi. Hanno lavorato<br />
giorno per giorno in ogni stagione estiva<br />
per monitorare i disagi giornalieri ed evitare<br />
il collasso totale del sistema. Cariddi non<br />
si rende conto di aver autodenunciato sé<br />
stesso e Otranto, perché l’Ato Le/2 non è<br />
un ente distaccato, ma è costituito dai 46<br />
comuni membri e al suo interno ha un suo<br />
ufficio, un assemblea dei sindaci, un consiglio<br />
d’amministrazione e un organismo<br />
di controllo per l’esecuzione del contratto<br />
con un ufficio centrale e 46 sedi distaccate.<br />
Questo significa che spetta all’Ufficio Ambiente<br />
di Otranto il controllo del corretto<br />
funzionamento del servizio. Cariddi ha<br />
tutta la mia comprensione per i disagi che<br />
sta soffrendo il suo comune, ma una denuncia<br />
non è il modo migliore per risolvere<br />
i problemi ed è un segno della scarsa conoscenza<br />
della struttura dell’Ato e del<br />
ruolo che Otranto svolge al suo interno”.<br />
Alessandro Chizzini<br />
di Foggia (l’Appennino Dauno è una delle<br />
zone più ventose d’Italia) addirittura 599. Ma<br />
attenzione, perché nel Salento sono 41 i comuni<br />
interessati alla costruzione di parchi eolici,<br />
alcuni dei quali in coabitazione col paese<br />
vicino: Lecce-Surbo e Carpignano sono già in<br />
funzione, altri 5 hanno appena completato la<br />
Via (valutazione di impatto ambientale) e 23<br />
sono in attesa di istruttoria. Se tutti questi progetti<br />
andranno a buon fine, in provincia di<br />
Lecce svetteranno 438 torri del vento, quasi<br />
tutte destinate alla produzione di energia su<br />
larga scala. A queste vanno aggiunte le 24<br />
previste per il parco “off shore”, cioè realizzato<br />
su una piattaforma galleggiante in mare, al<br />
largo di Tricase Porto. Da notare che altri 4<br />
parchi off-shore sono previsti a Brindisi, Taranto<br />
e nel golfo di Manfredonia (2).<br />
Potrà sorprendere, tuttavia, il fatto che lo sviluppo<br />
delle fonti rinnovabili nel Salento non<br />
si esaurisca nell’eolico. Perché con più di un<br />
terzo degli impianti installati in regione per<br />
circa 20 “megawatt di picco”, la provincia di<br />
Lecce risulta essere addirittura la prima in Italia<br />
per potenza fotovoltaica con una presenza<br />
importante sul mercato anche di aziende locali.<br />
Tra le Regioni, naturalmente, la Puglia è<br />
leader con i suoi 2.489 impianti. E di primato<br />
in primato ha visto la recente inaugurazione,<br />
ad Altamura, dell’impianto fotovoltaico più<br />
grande d’Italia, 10mila metri quadrati per 953<br />
Kw di picco.<br />
Un piccolo record nazionale che presto sarà<br />
battuto da un primato europeo: la megacentrale<br />
in via di costruzione a Brindisi produrrà<br />
15 giga watt all’ora grazie a campi fotovoltaici<br />
distribuiti in un’area di oltre 80 mila metri quadri.<br />
Fabio Bolognino