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29/08/2009 IN COPERTINA<br />

4<br />

Salento, partita vinta<br />

A dispetto della crisi la nostra provincia continua ad attrarre turisti da ogni parte d’Italia e dall’estero.<br />

Merito sicuramente del mare cristallino, ma anche dell’accoglienza della nostra gente, del patrimonio storico-artistico<br />

e dell’offerta culturale e di intrattenimento<br />

Mai come quest’anno i dati sul<br />

turismo (che saranno pubblicati<br />

a breve) daranno la misura della<br />

tenuta salentina alla crisi. Al solito, la geografia<br />

della soddisfazione è a macchia<br />

di leopardo, si passa da zone in cui gli operatori<br />

sono entusiasti ad aree dove la<br />

concorrenza è tanta e la stagione non ha<br />

dato i risultati sperati. In una terra dove il<br />

turismo rappresenta una voce importante<br />

ma dove ancora su alcuni aspetti si naviga<br />

a vista, luci e ombre della ricettività si inseguono<br />

e confondono.<br />

Tuttavia, il Salento continua ad ammaliare:<br />

l’anno scorso 9,6% di presenze in più,<br />

rispetto al 2007 che pure aveva guadagnato<br />

il 12,7%. Tanto che alla vigilia della Notte<br />

della Taranta, lo scorso 20 agosto, il quotidiano<br />

“La Repubblica” dedicava al<br />

Salento il paginone sul turismo, una lunga<br />

inchiesta sul perché il nostro territorio<br />

resiste alla crisi economica che ha inesorabilmente<br />

colpito tutti i settori dell’economia<br />

non solo d’Italia. L’effetto Salento<br />

viene raccontato attraverso il racconto di<br />

un paio di turisti in attesa del concertone<br />

del 22 agosto scorso a Melpignano, ribattezzato<br />

dai quotidiani locali “la carica dei<br />

100mila”, che come di consueto di riversano<br />

nella piazza dell’ex convento degli Agostiniani.<br />

Angelo e Antonia, arrivati con due<br />

amici da Milano su un furgone-camper<br />

parlano di un Salento dai tratti decisamente<br />

poetici: “Il Salento è libero. Se cerchi i<br />

posti giusti, puoi fare quello che vuoi.<br />

Non ci sono orari, trovi una pizza alle 10<br />

del mattino o alle 2 della notte. Chiedi al<br />

contadino se puoi raccogliere qualche fico<br />

e lui ti consiglia la pianta più buona. E poi<br />

sei sempre in compagnia. L’altra notte,<br />

vicino a Otranto, abbiamo visto un fuoco<br />

in spiaggia. C’erano ragazze e ragazzi<br />

che cantavano e ballavano. Erano di<br />

Maglie: ci hanno accolti come se fossimo<br />

stati a scuola assieme”.<br />

Accanto a questo senso di libertà, la “pizzica”<br />

e il suo inarrestabile ritmo di tamburelli<br />

resta, accanto alla cultura, al fascino dei<br />

luoghi ma anche ai prezzi bassi e al calore<br />

umano uno degli ingredienti di un modello<br />

che tiene e che regala insieme alla festa<br />

una boccata d’ossigeno importante in termino<br />

di indotto all’intera provincia. Nell’intervista<br />

rilasciata a “La Repubblica”,<br />

il sindaco di Melpignano, Sergio Blasi,<br />

cita Quasimodo: chiamando la nostra “una<br />

terra spazzata dal sole e dalla solitudine”,<br />

raccontando l’orgoglio con cui la sua<br />

creazione, la Notte della Taranta, riesce<br />

ogni anno a mettere in gioco il proprio<br />

patrimonio del passato, fatto anche di<br />

povertà, nell’incontro con le altre terre.<br />

Un modello che Blasi assimila a quello<br />

della Grecìa Salentina, l’unione dei comuni<br />

ellenofoni che “invece di arroccarsi nelle<br />

differenze del proprio campanile hanno<br />

fatto della propria identità una forza che<br />

aggrega”.<br />

Per questo, il volume degli arrivi ed il<br />

clima di festa che circonda il Salento di<br />

fine agosto sembrano rispondere anche<br />

alle polemiche Nord-Sud degli ultimi<br />

tempi. Nel loro racconto, i due giovani<br />

di Alessandra Lupo<br />

turisti, parlano di un’accoglienza decisamente<br />

piacevole ma anche di caffè pagati<br />

65 centesimi. Un’altra faccia del turismo<br />

salentino che quest’anno ha registrato<br />

anche le disavventure di turisti meno fortunati<br />

che si sono visti consegnare conti<br />

salatissimi al termine di una cenetta a<br />

base di pesce. Il racconto de “La Repubblica”,<br />

tuttavia, parlava anche delle mille<br />

luci di Gallipoli. Se i prezzi nella città<br />

bella salgono, il suo fascino resta senza<br />

età, anche complice la forte presenza femminile<br />

(“ragazze in tubino nero, che sembrano<br />

tutte uguali, con quel filo di trucco<br />

leggero”, scrive il giornalista). Nello stesso<br />

reportage, Massimiliano Ostilio, consulente<br />

della Regione per il turismo, e<br />

Stefania Mandurino, commissario della<br />

Azienda di Promozione Turistica della<br />

Provincia di Lecce, svelano il segreto<br />

“racchiuso dentro ai 98 comuni della<br />

provincia. Visto il successo di Melpignano,<br />

Identikit del turista in provincia di Lecce<br />

Tra i venti e i quarant’anni, sopratutto in arrivo dal nord Italia,<br />

ma anche da Francia e <strong>Bel</strong>gio, spesso con un paio di figli al<br />

seguito. L’identikit del turista-scopritore, quello che da principio<br />

ha fatto la fortuna del Salento, resta più o meno immutato ma<br />

da qualche anno spesso preferisce l’entroterra alla costa.<br />

Rispetto alle località marine, infatti, i piccoli centri mantengono<br />

prezzi e servizi più convenienti e sopratutto, nonostante non<br />

vi sia un solo comune salentino del tutto inedito, hanno dalla<br />

loro un grado di genuinità che solo l’effettiva vita di paese è in<br />

grado di custodire. Insomma, accanto al turista standard, con<br />

ombrellone e sdraio prenotati mesi prima e pronto a fare<br />

incetta dei più improbabili souvenir nelle passeggiate otrantine,<br />

cresce il numero dei turisti “fai da te” che, anche grazie ad<br />

internet, cercano e trovano casa, itinerari e una quotidianità<br />

che conquista. I più giovani, trovato un punto d’appoggio,<br />

fanno la spola tra Jonio e Adriatico, tra mare, concerti e sagre.<br />

I loro fratelli maggiori, invece, arrivano in grosse auto familiari<br />

e di mattina capita di incontrali in piccoli gruppi ai tavolini dei<br />

tutti gli altri si sono dati da fare e così chi<br />

viene in vacanza sulle coste dell’Adriatico<br />

e dello Jonio si sente lusingato da cento<br />

proposte. Un tempo pensavamo che il<br />

mare bello sarebbe bastato, poi abbiamo<br />

capito che avevamo altre bellezze troppo<br />

nascoste, e le abbiamo mostrate a tutti. I<br />

numeri dicono che la scelta è stata giusta:<br />

8 milioni di turisti nel 2000, 13 milioni<br />

adesso. Dati a cui, naturalmente, bisogna<br />

aggiungere il turismo sommerso, quello<br />

fatto di case affittate in nero oppure dell’ospitalità<br />

di amici e parenti. Anche<br />

perché, forse occorre ricordarlo, ogni anno<br />

le vacanze di migliaia di emigranti di<br />

prima, seconda e terza generazione, coincidono<br />

con il ritorno nei paesi d’origine,<br />

dove il mare resta uno dei più belli d’Italia.<br />

Numeri che non possono non influire sull’economia<br />

complessiva, trasformando<br />

ancora le caratteristiche del turista medio<br />

che sceglie il Salento”.<br />

bar in piazza, dove lo straniero è guardato con curiosità e un<br />

pizzico d’orgoglio. La loro parola d’ordine è uscire dal circuito<br />

del turismo di massa, quello che si muove con precise<br />

dinamiche e che oggi è nella fase di consolidamento del<br />

trend di presenze, per proiettarsi in una dimensione più<br />

autentica. Dal mare al ristorante, quindi, le mete più amate<br />

sembrano quelle più vere. Permettendo a chi arriva di<br />

conoscere l‘anima dei luoghi. Cosa che sembra riuscirgli.<br />

Arrivato al suo apice, il ciclo di vita delle località turistiche di<br />

solito vive una fase di conflitto che, se non risolta, viene<br />

seguita da quella del declino, più o meno lento. Mai come<br />

quest’anno i conti salatissimi arrivati a fine pranzo e persino<br />

per un caffè da tre euro sul lungo mare, rischiano di aumentare<br />

in maniera critica l’attenzione verso i servizi che di base<br />

restano gli stessi. A cambiare le carte in tavola quindi,<br />

potrebbe essere proprio la costante trasformazione del turista.<br />

Più avveduto e curioso, pronto a cogliere il meglio del<br />

territorio, senza lasciarci il portafogli. (A. L.)

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