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consumatori<br />
giugno-luglio 2012<br />
a Manuel benasayag, filosofo e piscoterapeuta<br />
argentino, chiediamo come spiegare l’enorme crescita<br />
di persone che si affidano al gioco con una<br />
intensità che in certi casi diventa morbosa?<br />
L’idea di guadagnare soldi con il gioco è sintomo<br />
di due cose. Per prima cosa è la crisi dell’uomo<br />
dell’ideale umanistico, perché l’uomo della<br />
modernità è quello che fa l’apologia del guadagnare<br />
con sforzo in contrapposizione alla<br />
aristocrazia che guadagnava senza sforzo. Il<br />
lavoro era non per arricchirsi ma per vivere<br />
e uscire dallo stato di povertà. Questa estesa<br />
propensione al gioco e all'azzardo è dunque<br />
un sintomo del fallimento di questo principio.<br />
In secondo luogo, pensare di guadagnare<br />
grazie alla fortuna vuol dire anche rinunciare<br />
alla possibilità di capire il rapporto con il<br />
mondo, è un’accettazione passiva di quello<br />
che non riusciamo a capire, l’accettazione rassegnata<br />
del fatto che solo grazie al caso possiamo<br />
stare bene o male, vincere o perdere.<br />
il volume di denaro speso in giochi e lotterie però<br />
è aumentato in questi anni di crisi. perché?<br />
La crisi economica ha mostrato che nessuno può<br />
capire come funziona il mondo, come funziona<br />
l'economia. In realtà sembra che tutto sia governato<br />
dal caso, ed ecco che la crisi ci mostra che<br />
forse non c'è nessuna differenza tra il funzionamento<br />
di Wall Street e una normale lotteria e che<br />
dunque tutto dipende dal caso.<br />
la crescita costante<br />
del fatturato<br />
2006 35,2 miliardi<br />
2007 42,1 miliardi<br />
2008 47,5 miliardi<br />
2009 54,4 miliardi<br />
2010 61,4 miliardi<br />
2011 79,9 miliardi<br />
Fonte: Amministrazione autonoma dei<br />
monopoli di Stato<br />
“L'illusione che il caso ci governi”<br />
Il filosofo Benasayag: "Una rinuncia a capire il mondo.<br />
Così i ricchi giocano in borsa e i poveri alla lotteria"<br />
il caso al quale c’è chi si affida sempre di più<br />
quando le cose vanno male, per ricercare una soluzione<br />
definitiva e radicale?<br />
Sì, il che determina una sorta di nichilismo generalizzato<br />
nel quale non c’è più nessuna differenza<br />
tra chi investe in borsa e chi gioca alla lotteria,<br />
in entrambi c’è una tentazione triste di irrazionalità.<br />
Naturalmente chi ha i soldi gioca alla borsa<br />
valori, il proletario invece gioca alla lotteria.<br />
È come se all’improvviso fosse esplosa una visione<br />
del mondo secondo la quale l’impegno, lo<br />
sforzo non ha più nessun senso?<br />
Proprio così. Anche per un industriale oggi<br />
produrre delle merci è troppo rischioso, e quindi<br />
decide che è meglio investire nell’economia<br />
virtuale, nella finanza. A dire il vero lo sviluppo<br />
del gioco d’azzardo è il sintomo di qualcosa<br />
di molto più profondo. Io credo che questa<br />
“riscoperta del caso” come motore delle nostre<br />
vite è antropologicamente un sintomo di grande<br />
cambiamento. Del resto se un operatore di<br />
borsa può guadagnare milioni quasi in tempo<br />
reale, perché io non posso farlo giocando su<br />
internet o pigiando i tasti di una macchinetta?<br />
Viviamo una sorta di apologia dell'istantaneità<br />
che è possibile riscontrare in molti altri aspetti<br />
della vita sociale, per cui senza alcuna ragione<br />
diventi ricco o povero, vittima o beneficiario di<br />
un evento senza razionalità che ti cambia la<br />
vita.<br />
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