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consumatori<br />

giugno-luglio 2012<br />

latte, 100 g di olio di semi di vinacciolo, 100 g di cetriolini<br />

sott’aceto.<br />

Procedimento<br />

Tritate bene tutte le carni e raccoglietele in un<br />

contenitore ampio, aggiungere il formaggio, un uovo, la<br />

mollica ed impastate molto bene. Date la forma di un<br />

grosso salame ed avvolgete il tutto con uno straccio ben<br />

pulito e inumidito con acqua fredda. Mettete poi a<br />

bollire in una pentola capiente per almeno 2 ore avendo<br />

cura di girarlo di tanto in tanto. A cottura ultimata<br />

mettetelo a raffreddare avvolto nello straccio. Preparate<br />

poi 2 tuorli con un pizzico di sale e 2 cucchiai di aceto di<br />

conservazione dei cetrioli. Cominciate a montare<br />

aggiungendo l’olio poco alla volta e fate una maionese<br />

classica. Tritate i cetrioli molto finemente e aggiungeteli<br />

delicatamente alla maionese. Tagliate il polpettone a<br />

fetta di salame e disponetelo nei piatti singoli. Guarnite<br />

con la maionese e decorare a piacere con foglie di<br />

sedano ben lavate.<br />

Il dolce<br />

Zabaione al Pignoletto<br />

Ingredienti per 4 persone:<br />

4 rossi d’uovo, 70 g zucchero, 70 g di Pignoletto passito,<br />

250 g di panna semimontata, 4 fette di pinza tradizionale<br />

bolognese (sostituibile con ciambella casalinga).<br />

Procedimento<br />

Mettete sul fuoco lo zucchero e il Pignoletto e fate<br />

cuocere finché non inizia ad ispessire. Battete i tuorli e<br />

aggiungete lo zucchero caldo, frustando bene.<br />

Continuate a sbattere fino a raffreddamento.<br />

Aggiungete la panna semimontata e fate riposare in<br />

frigo un paio d’ore poi distribuite lo zabaione nei piatti e<br />

accompagnate il tutto con la pinza tagliata a fette.<br />

Un menù contro la crisi<br />

Ristorante Vicolo Colombina di Bologna<br />

Vicolo Colombina 5/b, tel. 051/233919<br />

Chef: Leonora Rinaldi<br />

Il primo<br />

Sformato di mortadella con crema al parmigiano<br />

(costo: 4 euro per 4 persone)<br />

Il secondo<br />

Polpettone bolognese con maionese ai cetrioli<br />

(costo: 7 euro per 4 persone)<br />

Il dolce<br />

Zabaione al Pignoletto<br />

(costo: 3,70 euro per 4 persone)<br />

L'albicocca<br />

di Valleggia (Liguria)<br />

31<br />

La Valleggia è inconfondibile: la si riconosce<br />

grazie alla buccia sottile, di un delicato colore<br />

arancio, picchiettato da puntini color mattone. Valleggia<br />

è anche il nome della località di massima produzione,<br />

sita nel comune di Quiliano, in provincia di<br />

Savona. È di piccola dimensione ma il suo aroma e il<br />

suo sapore sono molto più intensi delle altre varietà<br />

di albicocche sul mercato. Le piante inoltre non sono<br />

coltivate a spalliera come avviene normalmente nei<br />

frutteti moderni, sono anche più alte della norma, e<br />

questo rende più impegnativa la potatura e la raccolta<br />

dei frutti. Se aggiungiamo a questa difficoltà<br />

anche l'espansione edilizia che ha devastato il litorale<br />

savonese, troviamo la spiegazione del progressivo<br />

abbandono di questa coltivazione negli ultimi<br />

trent'anni. La sua storia va fatta risalire lontano nel<br />

tempo: la Valleggia era presente sulla costa savonese<br />

già dalla fine dell'800, raggiungendo il momento<br />

di massima espansione negli anni '50-'60 quando i<br />

frutteti si estendevano per centinaia di ettari, da Loano<br />

a Varazze. L'albicocca di Valleggia rappresentava<br />

il 70% della produzione della provincia.<br />

Dagli anni '70 fino agli anni '90 iniziano gli espianti<br />

per lasciare spazio alle serre della nascente attività<br />

di florovivaismo e all'edilizia privata legata al<br />

turismo balneare. A Quiliano, una delle tre aree maggiormente<br />

interessate dalla coltivazione negli anni<br />

'60, insieme a Finale Ligure e Spotorno, rimangono<br />

ancora frutteti, e di qui è iniziata l'attività di recupero<br />

e valorizzazione della albicocca di Valleggia. Si<br />

contano ancora alberi di cinquanta, settanta anni o<br />

anche del primo '900, ma la produzione attuale rappresenta<br />

una piccolissima parte rispetto alla produzione<br />

di 50-60 anni fa.<br />

Oggi la produzione di albicocca di Valleggia è concentrata<br />

nella fascia costiera fino a 300 metri sul livello<br />

del mare, da Albissola a Vado Ligure, negli altri<br />

comuni dell'area storica tra Loano e Varazze si trovano<br />

solo alcuni sporadici frutteti. I produttori sono<br />

per lo più piccole aziende che raccolgono e selezionano<br />

i frutti migliori ancora a mano. Due cooperative<br />

riuniscono una trentina di produttori del Presidio<br />

Slow Food, garantiscono il rispetto di un disciplinare<br />

di coltivazione severo e selezionano i frutti migliori<br />

che sono commercializzati con il marchio di qualità<br />

"Albicocca di Valleggia". Contatti: massimo.becco@<br />

ubileasing.it oppure rossello@leriunite.it.

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