puo "arene candide" - Comune di Finale Ligure

P.U.O. "ARENE CANDIDE"
riqualificazione della cava F.lli Ghigliazza S.p.A.
1.0 AMBITO DI INTERVENTO
L’ambito oggetto dello P.U.O. comprende l’area interessata dall’attività di
cava della ditta F.lli Ghigliazza S.p.A. più comunemente indicata come
cava della “Caprazoppa”, nel comune di Finale Ligure, al confine col
comune di Borgio Verezzi.
L’ambito riveste particolare interesse ambientale, paesaggistico ed anche
sotto il profilo archeologico. Un tempo la zona si presentava con ampie
falesie che formavano una suggestiva cavea naturale e nella parte bassa,
a monte dell’attuale via Aurelia, si era col tempo e per effetto dei venti,
formata una grossa duna di sabbia bianca tale da essere per lungo
tempo identificata col toponimo di “Arene Candide”.
Foto delle “arene candide “ risalente agli inizi del novecento.
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Foto delle “arene candide “ allo stato attuale.
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1.1 ANALISI DELLO STATO DI FATTO
Oltre un secolo di attività estrattiva per la produzione di calce di ottima
qualità e, per la parte non direttamente utilizzabile, di inerti di varia
pezzatura, ha avuto la conseguenza di generare un esteso fronte di cava
(mq. 270.000) con annessa cubatura industriale (mc. 71.000) di notevole
impatto sul paesaggio.
Il giacimento di calcare puro è ora ridotto ed è opportuno avviare, in
conformità con le indicazioni del Piano Territoriale di Coordinamento
Paesistico e della Legge Urbanistica Regionale, una riqualificazione
dell'area, posta in regime di TRZ.
Dal punto di vista dell’attività estrattiva la cava deve ritenersi ormai
esaurita; infatti per il “Piano regionale Cave” l’ambito è riconducibile a
quelli di tipo “E”, ossia cave esaurite che devono essere messe in
sicurezza attraverso operazioni di bonifica e risanamento ambientale che
deve concludersi con uno P.U.O. di interesse regionale.
La proposta di P.U.O. tiene conto, prima di tutto, dello stato di fatto e della
necessità che qualunque tipologia di “rinaturalizzazione”, con
conseguente, inevitabile rimodellamento, debba avere come presupposto
una fattibilità tecnica e garantisca un congruo ritorno economico.
In qualunque ipotesi di risanamento che si voglia proporre, i volumi di
roccia e terre sciolte da movimentare sono talmente imponenti da rendere
in primo luogo improponibile l’ “opzione zero" e in secondo luogo da non
ammettere alcuna soluzione tale da non implicare un'attività di ulteriore
estrazione/movimentazione da finalizzalizzare alla predisposizione di una
nuova morfologia del terreno che consenta, oltre alla messa in sicurezza
dei luoghi, il recupero, per quanto possibile, delle caratteristiche
paesaggistico-ambientali che consentano, altresì, un rapido, sicuro ed
economicamente conveniente riutilizzo dell'area.
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2.0 LA NORMATIVA URBANISTICA DI RIFERIMENTO
2.1 Quadro di riferimento normativo
• L.R. n° 39/1984 Piani di Coordinamento Territoriale di nuova generazione, i
PTC;
• L.U.R. n° 36/1997 Legge Urbanistica Regionale, un testo di unico di
riferimento;
PIANI DI LIVELLO REGIONALE
• PTR piano territoriale regionale ai sensi dell’art. 3 e 8 LEGGE REGIONALE 4
settembre 1997 n. 36 36/1997 (il 6 agosto 2003 la Giunta Regionale ha
presentato al Consiglio il progetto di piano in vista della sua adozione ai sensi
dell’art. 14 della L.R. n. 36/1997)
• PTCP piano di coordinamento paesaggistico ai sensi del ex L.R. n° 39/1984
(approvato con DCR n°6/1990 e con successivi aggiornamenti) • PTC della
costa ai sensi del ex L.R. n° 39/1984 (approvato con DCR n°64/2000)
PIANI DI SETTORE DI LIVELLO REGIONALE (art. 11 comma 3 LEGGE
REGIONALE 4 settembre 1997 n. 36/1997)
• Piano delle attività di cava (approvato DCR 16/2000).
PIANI DI LIVELLO PROVINCIALE
• PTC provinciale ai sensi dell’art. 20 del D.lgs. 267/2000, dell’art. 57 del D.lgs.
112/1998 e dell’art. 18 e 24 LUR 36/1997 (il piano è stato adottato ai sensi
dell’art. 22 L.R. n. 36/1997 con la D.C. n° 42 del 28 luglio 2005).
PIANI DI SETTORE DI LIVELLO PROVINCIALE (art. 11 comma 3 LUR
36/1997)
• Piano di bacino sul rischio idrogeologico dell’ambito del torrente Pora ai sensi
dell’art. 1/comma 1 del D.L.180/1998, convertito in L.267/1998 (approvato con
D.C.P. 47/2003).
P.U.C. Comune di Finale Ligure approvato con delibera del C.C. n°
105 del 12/12/2007.
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2.2. Gli strumenti sovraordinati
Per quanto riguarda gli strumenti di pianificazione di “area vasta” l’ambito
interessato dal P.U.O. deve fare riferimento al Piano Territoriale di
coordinamento paesistico (P.T.C.P.), al Piano di coordinamento della
Costa, al Piano territoriale di coordinamento Provinciale (P.T.P.)
2.2.1 Il P.T.C.P.
Per quanto riguarda al Piano Territoriale di coordinamento paesistico
l’intervento interessa le seguenti zonizzazioni:
a. per l’assetto geomorfologico l’ambito ricade, prevalentemente, sotto
il regime di trasformazione (TRZ); all’art. 68 delle N. di A. si specifica
che “tale regime si applica nelle parti del territorio nelle quali si
registrano, sotto il profilo geomorfologico ed idrogeologico, situazioni di
grave compromissione paesaggistica ed ambientale … l’obiettivo della
disciplina paesistica è quello di pervenire entro tempi definiti ad una
trasformazione della situazione in atto che dia luogo ad un più
equilibrato rapporto tra l’area interessata ed il contesto”; alcune aree
marginali a monte sono ricomprese in regime ANI-CE, ma su di esse il
P.U.O. prevede soltanto interventi di rinaturalizzazione compatibili con
tale regime; la parte di arenile, a valle dell’Aurelia, è classificata sotto il
regime di consolidamento (CO), con l’obiettivo di salvaguardare i valori
paesaggistici o di fruizione;
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. per l’assetto vegetazionale il regime previsto è, per la parte alta,
quello del consolidamento del bosco di angiosperme termofile (BAT-
CO, art. 72 delle N. di A.), “l’obbiettivo è quello di favorire l’incremento
della superficie boscata e/o di migliorare il livello qualitativo sotto i
profili delle funzioni ecologiche della produttività e della fruibilità
ricreativa”; per la parte bassa il regime COL-ISS (art. 58 N di A.) non
pone particolari limitazioni.
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c. circa l’assetto insediativo l’ambito ricade, prevalentemente, sotto il
regime di trasformazione TRZ; l’obiettivo della norma ( art. 61 delle N.
di A.) è “quello di pervenire entro tempi definiti ad una trasformazione
della situazione in atto che dia luogo ad un più equilibrato rapporto tra
l’area interessata ed il contesto”; alcune aree, nella parte più a monte
della collina, ricadono in regime di conservazione ANI-CE.
Le aree sottoposte a tale regime non sono interessate da interventi di
tipo costruttivo, ma esclusivamente da opere per la messa in sicurezza
e la rinaturalizzazione del fronte della ex cava che, per la parte più a
monte, ricade in regime di conservazione.
Due sono i manufatti emergenti (ME) evidenziati nel P.T.C.P.: uno sul
promontorio della Caprazoppa, verso levante riferito alla torre di
avvistamento saracena, l’altro a ponente e riferito alla grotta
cosiddetta delle “Arene Candide” di enorme interesse archeologico.
Entrambi gli ME ricadono in regime di “TRZ”; il P.U.O. si fa carico della
loro conservazione e valorizzazione.
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Il P.U.O. è conforme alle linee di indirizzo ed alla normativa attuativa del
P.T.C.P. e, specialmente per quanto attiene ai problemi archeologici e
paesaggistici, si fa carico di una serie di interventi finalizzati alla
valorizzazione delle risorse culturali ed ambientali peculiari dell’ambito in
esame.
2.2.2. Piano di Coordinamento della Costa
L’intervento non è esplicitamente previsto nel P.T.C. della costa, tuttavia
sia alla Tav. 9c, fascicolo 2.2.2: D ifesa costiera e ripascimento spiagge,
sia alla Tav. 5 fascicolo 2.1: Indicazioni generali per la riqualificazione del
territorio, la valorizzazione del paesaggio costiero e la tutela dell’ambiente
marino. (v. tav.2) si possono trovare indicazioni e riferimenti utili per
valutare la congruità di quanto previsto nello P.U.O..
Lo P.U.O. può ritenersi conforme al PTC della Costa in quanto realizza gli
indirizzi di riqualificazione paesistica ed urbanistica del sito in quanto si
pone come obiettivo la riqualificazione del territorio, la valorizzazione del
paesaggio costiero e la tutela dell’ambiente marino, la difesa costiera ed il
rinascimento delle spiagge.
2.2.3 Piano Territoriale di coordinamento Provinciale (P.T.C.)
Per quanto attiene al PTC della Provincia di Savona l’ipotesi di
rivalorizzazione del waterfront ed in generale il recupero paesaggistico ed
ambientale delle aree costiere è valutato positivamente; in questo senso
l’intervento delle Arene Candide è espressamente previsto alla tav. 3.a
della “Struttura del Piano” nell’ambito del progetto integrato PI3 –
“Progetto Integrato per l’innovazione dell’offerta turistica costiera e
integrazione con l’entroterra. Città turistica del Finalese”.
L’intervento è classificato con la sigla R4 “recupero e riqualificazione aree
ex Ghigliazza – cava Arene Candide”.
Tutte le azioni di carattere urbanistico proposte dallo P.U.O. sono coerenti
con le indicazioni del PTC provinciale.
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2.3 Il nuovo Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.)
Il Comune di Finale ha recentemente approvato il progetto definitivo del
Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) ai sensi della L.U.R 4/09/97 n° 36
che è diventato definitivamente operante con la deliberazione de C.C. n°
105 del 12/12/2007.
Il nuovo strumento urbanistico prende atto della situazione attuale e delle
indicazioni pervenute al Comune e formalizzate in diversi incontri e
documenti, circa la nuova destinazione delle aree e le opere di bonifica
necessarie per una corretta rinaturalizzazione dei luoghi.
Le aree oggetto di P.U.O. fanno parte del Distretto di Trasformazione n.1,
DT1, del quale l’area della Cava Ghigliazza rappresenta un sub-distretto
contraddistinto con la lettera “a”: DT1.a, definito “sito profondamente
degradato in quanto modificato e sfruttato dall’attività ormai centenaria di
escavazione”.
Il sub-distretto DT1.a è a sua volta suddiviso in due ambiti: l’ambito 1 che
comprende il fronte di rinaturalizzazione dei fronti di cava, in cui non è
concessa la costruzione di alcun tipo di volumetria, eccetto la
riqualificazione degli edifici esistenti; l’ambito 2 ove si concentrano le
volumetrie edificabili.
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Per la definizione dei criteri urbanistici relativi alla bonifica ed al recupero
dell’area il P.U.C. ha fatto riferimento allo “Studio di Fattibilità”
commissionato all’arch. Bussmann e finalizzato all’individuazione delle
metodologie di intervento ed agli indirizzi di massima per la
riqualificazione dei luoghi.
Gli obiettivi e modalità della riqualificazione sotto il profilo delle prestazioni
funzionali del sub-distretto DT.1a sono le seguenti:
cessazione definitiva di ogni attività di cava (varianti adottate del
P.T.R.A.C. e del P.T.C.P. che decretano la cessazione
dell’escavazione e la risistemazione delle aree );
eliminazione degli impianti industriali esistenti;
sistemazione - messa in sicurezza - recupero - rinaturalizzazione
delle pareti rocciose;
formazione di nuovo arenile su tutto il fronte mare che sottende
l’intervento;
recupero dei percorsi (strada Napoleonica e Torre Colombara)
storici e naturalistici;
creazione di un insediamento che valorizzi il notevole potenziale
turistico attrattivo di un’area caratterizzata da un’altissima valenza
paesistica e archeologica, costituita dal sito di importanza
internazionale delle Arene Candide ad oggi è pressoché
abbandonato e visitabile con difficoltà, per addivenire ad un polo
integrato in cui le funzioni residenziali e turistiche si integrano con
quelle pubbliche (realizzazione di area attrezzata per un eventuale
museo e servizi alla zona archeologica);
realizzazione di volumetrie residenziali per circa 87.000 mc;
possibilità di realizzare ulteriori volumetrie per alberghi e strutture
turistico-ricettive e spazi commerciali;
realizzazione di edifici ed aree di servizio con funzioni pubbliche;
impianti sportivi;
parcheggi pubblici interrati ed a livello per circa mq. 10.000;
parcheggi privati interrati per circa mq 20.000
Le schede per i requisiti di congruenza del P.U.C. raccomandano, inoltre,
di trovare soluzioni di grande qualità architettonica al fine di cogliere
l’occasione unica che oggi si offre di trasformare un’area lungo la costa
dalle potenzialità straordinarie; altrettanta attenzione dovrà essere posta
nel disegno dell’impianto urbanistico dell’area, per consentire un
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progressivo sviluppo, tale da pervenire ad un’immagine complessiva
paesistica di grande pregio.
Sono stati studiati in modo particolare i collegamenti con l’area urbana
del Centro di Marina, al fine di consentire un’integrazione reale del nuovo
insediamento con la città. Per raggiungere questo obbiettivo si è cercato
di utilizzare le aree a levante della Caprazoppa in modo adeguato
affinché il collegamento viario fra i due poli possa prescindere dall’utilizzo
della Via Aurelia, il cui frequentissimo congestionamento impedirebbe
tale integrazione ed anzi favorirebbe lo sviluppo di un nuovo paese e non
di una parte di Finale.
Si è cercato di riutilizzare, per quanto possibile, le gallerie dimesse,
creando altresì le condizioni per lo spostamento a monte del tracciato
dell’Aurelia, riutilizzando il tracciato dell’attuale galleria ferroviaria che
sarà prossimamente dismessa.
Il P.U.C., fissa il tetto massimo della volumetria residenziale ammissibile
in 87.000 mc.; tale dimensionamento potrà essere integrato delle
quantità necessarie a garantire, anche in termini di bilancio complessivo
di fattibilità economica dell’intervento, la realizzabilità di quote
significative delle funzioni di interesse pubblico di tipo turisticoalberghiero,
turistico-ricettivo e di edilizia pubblica indicate dal Piano
Urbanistico Comunale; la volumetria complessiva non potrà, comunque
superare il tetto di 119.000 metri cubi..
Le quantità complessive restano, pertanto, da definire compiutamente in
sede di esame del relativo P.U.O. di approvazione regionale.
Ciò premesso, il P.U.O. prospetta un dimensionamento complessivo
coerente con le indicazioni del P.U.C. vigente.
Per quanto riguarda la descrizione delle caratteristiche dimensionali e
quantitative del progetto di P.U.O. ed al rapporto con i parametri di PUC,
si fa rimando al paragrafo 6.
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Estratto della zonizzazione del P.U.C.
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3.0 GLI STUDI PER LA FATTIBILITÀ DELLA PROPOSTA.
In considerazione delle caratteristiche ambientali, paesaggistiche e
culturali che l’area riveste, il Comune di Finale Ligure, avvalendosi dei
fondi messi a disposizione della Regione Liguria a valere sulla delib. CIPE
n° 13/99, ha promosso la redazione di uno “studio di fattibilità” affidato
all’arch. Bussmann di Colonia (Koln - Germania).
Lo studio di fattibilità predisposto definisce tra gli obbiettivi principali quello
della rinaturalizzazione attraverso una dettagliata analisi della situazione
ambientale, una puntuale definizione dei criteri per la riqualificazione
paesaggistica ed una zonizzazione delle aree con indicazione delle
relative funzioni,.
Lo studio di fattibilità è stato elaborato sulla scorta di alcune linee guida
precedentemente definite di comune intesa tra la F.lli Ghigliazza S.p.A., il
Comune , la Provincia e la Regione che possono così essere riassunte:
bonifica della cava e messa in sicurezza dei fronti di escavazione;
valutazione della possibilità di spostamento dell’attuale tracciato della
via Aurelia in relazione al nuovo tracciato ferroviario;
ricostruzione della spiaggia delle “arene candide”;
realizzazione di una piazza verde interna con imbocco dal mare;
recupero e valorizzazione della zona archeologica;
recupero e valorizzazione dell’area di cornice dell’antica via
napoleonica.
A completamento di queste indicazioni erano state individuate le
destinazioni urbanistiche di massima, rappresentate in una zonizzazione
preliminare concordata tra la Proprietà e gli Enti interessati e che lo Studio
di Fattibilità ha integralmente recepito (v. zonizzazione allegata).
Lo studio di fattibilità è stato assunto come un sistema di coordinate di tipo
urbanistico-funzionale cui far riferimento nella redazione del P.U.O.; i
margini di flessibilità specificati nelle norme di attuazione sono quelli
derivanti dalla necessità imprescindibile di far coincidere l’esigenza del
risanamento ambientale con quelle di carattere pubblico e privato che
dovranno essere tali da garantire la fattibilità economica degli interventi
ipotizzati.
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4.0 CARATTERISTICHE GENERALI DELL’INTERVENTO
4.1 La bonifica e la rinaturalizzazione
Le caratteristiche e le modalità per l’attuazione degli interventi di bonifica
e di rinaturalizzazione sono stati desunti dallo Studio di Fattibilità
dall’arch. Bussmann con la collaborazione dell’arch. Kipar per quanto
attiene alle questioni relative al paesaggio.
Allo stato attuale l’area necessita di sostanziali interventi di messa in
sicurezza dei versanti interessati dal fronte di cava e la rimozione di tutte
le situazioni di rischio presenti in modo diffuso su tutta l’area.
Le operazioni di bonifica e risanamento sono, in linea di massima,
propedeutiche alla realizzazione degli interventi residenziali e
urbanizzativi, anche se alcuni lavori di sistemazione finale potrebbero
essere eseguiti durante i lavori di costruzione delle nuove volumetrie
previste dal P.U.O..
Per la scansione temporale degli interventi si farà riferimento al
programma cronologico dei lavori allegato.
4.2 Criteri per la riqualificazione paesaggistica
Per quanto attiene ai criteri da assumere nelle operazioni di
riqualificazione paesistica e ambientale sono state recepite integralmente
le indicazioni desunte dallo studio di fattibilità predisposto dall’arch.
Bussmann dal quale emerge che “le potenzialità che caratterizzano il
paesaggio dell’area della Caprazoppa si possono ricondurre
sinteticamente a quattro aspetti.
1. Alto valore naturalistico-ambientale in quanto l’altopiano carsico e
il promontorio della Caprazoppa sotto il profilo geologico, floristico,
vegetazionale e faunistico, rappresentano un bene unico; le
indicazioni che lo Studio fornisce riguardano la fascia boschiva ad
elevato valore naturalistico che da est giunge sino al Capo di
Caprazoppa e che si attesta sin nel centro dell’area ad una quota
più alta. L’apertura deI fronte di cava rappresenta il primo passo
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verso la ricucitura con il margine del Bosco del Finalese. Si tratta
dì riaccendere l’attenzione verso il paesaggio dell’entroterra,
recuperando le connessioni con i piccoli centri ed integrando le
tracce dei sentieri esistenti.
2. Alto valore storico-culturale. La grotta delle Arene Candide
conserva testimonianze di insediamenti umani preistorici. Si
individuano numerosi nuclei rurali nel versante verso Verezzi e
numerose emergenze storico-architettoniche nei vicini borghi di
Borgio Verezzi e Finalborgo. Si tratta di ricostituire una rete di
connessione capace di inserire le testimonianza in un più ampio
itinerario turistico-ricreativo.
3. Alto valore percettivo. Le caratteristiche morfologiche e la visibilità’
dell’altopiano e del promontorio, costituiscono gli elementi che
rendono il luogo privilegiato per la visibilità dal mare e da terra un
belvedere sul paesaggio del finalese e di Borgio Verezzi. La
riqualificazione dell’asse stradale della via Aurelia (con lo
spostamento dell’attuale percorso veicolare nella galleria che sarà
dimessa dalla FF.SS.) consentirà di realizzare una nuova
passeggiata lungo mare, oltre alla valorizzazione delle spiaggie
grazie ad interventi mirati al ripascimento delle medesime.
4. Incremento della potenzialità turistico-ricettiva del finalese
conseguente alla fruizione turistica dell’area di cava riqualificata.
Lo Studio individua gli elementi del paesaggio che rivestono un
importante ruolo per il rilancio dell’area: l’integrazione a livello
morfologico-funzionale con i centri abitati di Finale Ligure e Borgio
Verezzi e l’introduzione di elementi di connessione e permeabilità
verso il paesaggio naturale del Finalese.
Lo Studio di fattibilità evidenzia, inoltre, che l’area della Caprazoppa
presenta peculiarità di tipo paesistico ambientali di rilievo, in relazione
alle quali lo Studio intende porre una particolare attenzione ai processi di
sviluppo futuro e propone una metodologia di lavoro in grado di
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coniugare le esigenze della proprietà con le potenzialità naturalistiche
dell’area, in un asse temporale di immediata operatività.
4.3 Condizionamenti territoriali
L’area presenta numerosi condizionamenti territoriali, legati in prevalenza
alla presenza storica e sedimentata negli ultimi vent’anni dell’attività
estrattiva. Tali condizionamenti sono legati al suolo, alla morfologia,
all’uso pregresso, alle esigenze delle conurbazioni costiere limitrofe.
I condizionamenti legati alle caratteristiche del suolo riguardano:
il substrato calcareo della cava che si presenta particolarmente
arido, perché incapace di trattenere a lungo l’acqua e altrettanto
sensibile all’erosione; la spiaggia delle Arene Candide necessita
di essere alimentata nel tempo. L’interruzione del versamento in
mare del materiale di scarto della cava comporterà infatti la
scomparsa della spiaggia ed anche la erosione progressiva delle
spiagge di Finale e Borgio Verezzi.
L’individuazione del margine di cava quale fronte di discontinuità
del paesaggio e causa prima dell’interruzione delle frange boscate
ad alto valore naturalistico rappresentano i condizionamenti legati
alla morfologia.
L’uso dell’area di cava ha prodotto negli anni una pressochè totale
inaccessibilità del fronte mare ove la via Aurelia diviene una vera
e propria barriera fisico-percettiva. La successione delle tre fasce
tipiche “mare-entroterra-bosco” rimane di fatto interrotta .
4.4 Linee guida per il paesaggio
La metodologia che lo Studio adotta è quella della Progettazione
integrata intesa come strumento fondamentale per la costruzione del
processo di sviluppo che necessariamente affronta l’esigenza della
messa in sicurezza dell’area con la sistemazione a verde della stessa.
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Il processo di recupero dell’area parte dalla necessità di valorizzare il
promontorio della Caprazoppa come porta di accesso ponentina al
Finalese. Questo significa innanzitutto riconoscere l’ambito come il cuore
e motore del processo di trasformazione e rilancio attraverso
l’introduzione di funzioni pubbliche e private
La valorizzazione avverrà attraverso la creazione di servizi, parcheggi,
nuove attrattive per il turismo, puntando alla valorizzazione delle risorse
esistenti sull’altopiano carsico come la presenza della grotta delle Arene
Candide, e delle connessioni con l’altopiano-belvedere da attrezzare con
aree di sosta, sentieri riqualificati, percorsi escursionistici ed eventuali
“palestre di roccia”, come quelle già esistenti su altre falesie calcaree
finalesi.
Si possono considerare le linee guida per il paesaggio in due fasi: La
prima fase è quella della costruzione dei margini con la costruzione
dell’accessibilità alla torretta, la valorizzazione della caverna delle “Arene
Candide”, la ricostruzione del percorso napoleonico.
Tra le opere prioritarie da realizzare dovrà infatti esserci la sistemazione
del bordo del parco boschivo a confine col fronte di cava.
I margini della “ferita” prodotta dall’escavazione devono essere “ricuciti” e
dovrà essere ricostituito il percorso napoleonico e le connessioni con
l’altopiano, con il finalese, e col comune di Borgio Verezzi, al fine di
ricreare le “condizioni al contorno” necessarie per riconnettere l’area al
sistema territoriale di contorno.
La seconda fase è quella relativa alla sistemazione a verde e la messa
in sicurezza dei versanti con il recupero dei versanti e messa in
sicurezza, compensazione dell’eventuale avanzamento dei fronti di cava
verso nord e connessione della zona a mare con il fronte di cava,
realizzazione e inserimento ambientale delle nuove funzioni.
La fattibilità del progetto deve basarsi su un’ipotesi in grado di garantire
un “motore” al processo di trasformazione e riqualificazione sia dal punto
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di vista economico gestionale che in termini di immagine, attrattiva,
richiamo per i residenti e i futuri fruitori in genere.
Inoltre gli interventi a mare, necessari per il ripascimento delle spiagge,
saranno realizzati senza danneggiare il il sito Bioitaly marino.
4.4.1 Gli interventi prioritari
Lo Studio definisce pertanto sotto il profilo paesaggistico-ambientale
quegli interventi necessari alla costruzione del quadro di riferimento per
la trasformazione dell’area.
Tali interventi verranno successivamente approfonditi in sede di
progettazione esecutiva attraverso la definizione di criteri tipo afferenti le
tecniche dell’ingegneria naturalistica.
Dall’esame delle indicazioni contenute nello Studio di fattibilità si deduce
che gli interventi prioritari sono i seguenti:
Recupero del rapporto con il bosco del finalese attraverso una
ridefinizione dei margini. Ad est si opera un’integrazione della
fascia ad alto valore naturalistico sia garantendo l’accessibilità alla
torretta sia fornendo una continuità alla fascia che si localizza tra
la residenza e i campi sportivi. Ad ovest si prevede la
realizzazione di un percorso che dalla grotta si connetta alla via
Napoleonica.
Restauro/recupero dei fronti di cava ove la messa in sicurezza si
accompagna alla individuazione delle tecniche adeguate per la
sistemazione a verde.
Inserimento paesaggistico delle nuove funzioni per la residenza,
lo sport ed il tempo libero, garantendo una permeabilità in senso
nord-sud. Si prevede la realizzazione di un’area a parcheggio e di
spazi filtro, quali piazze e corti, di integrazione all’abitato.
Riattivazione di una rete di percorsi che favoriscano una fruibilità
in senso est-ovest e nord-sud. Tale rete consente sia di collegare
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quei percorsi che dall’altopiano discendono verso l’area sia di
rinnovare il percorso della via Napoleonica.
Riqualificazione della strada Aurelia, attraverso l’inserimento di un
percorso ciclopedonale e la realizzazione di una terrazza-
belvedere sul mare. In corrispondenza del parcheggio e della
corte principale si definiscono due attraversamenti pedonali che
attraverso due discese conducono al piano della spiaggia.
4.4.2 Criteri d’intervento per le opere di rinaturalizzazione
In relazione al quadro d’insieme delle opere a verde previste, al fine di
definire quegli interventi di immediata realizzazione lungo i margini
dell’area di cava, si definiscono cinque situazioni tipo:
connessione con l’altopiano dal fronte dì cava;
connessione sulla Cava Vecchia; percorso Napoleonico e percorso
esistente;
percorso pedonale alla Torretta;
connessione Grotta Arene Candide-tracciato napoleonico;
sistemazione a verde con messa in sicurezza del fronte di cava.
La connessione con l’altopiano dal fronte di cava parte dalla quota +140
a +220 ed è il tratto di raccordo con il percorso esistente che discende
dall’altopiano stesso.
Per i terreni con pendenza inferiore a 30% si prevede, in linea di
massima, la reintroduzione di una vegetazione pioniera con arbusti
ricostruttori della macchia mediterranea e consolidamento dei pendii
attraverso opportuni interventi di ingegneria naturalistica in relazione
alla pendenza e consistenza del suolo.
Laddove il versante con pendenze superiori si prevede la messa in
sicurezza dei fronti di cava, modellamento di rampe inserite nelle
gradonate del fronte cava, sistemazione di aree con arbusti pionieri o
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specie rupestri calcicole al piede dei gradoni, idrosemina di specie
rupestri acalcicole sui fronti in roccia.
La connessione sulla cava vecchia tra il percorso Napoleonico ed il
percorso esistente, è ubicato alle quote +140/+170 e connette il
percorso che arriva dalla Torretta per poi raggiungere l’altopiano
l’altopiano. Qui le pendenze si aggirano intorno alI’80%; in questo caso
si prevede l’impiego di strutture di appoggio sui gradoni esistenti, con
modesti interventi per il rimodellamento del versante; la
rinaturalizzazione avverrà attraverso l’impianto di arbusti pioneri ai lati
del percorso e idrosemina di specie rupestri calcicole sui fronti di roccia.
La connessione con l’altopiano dal fronte di cava è localizzata lungo il
crinale orientale, caratterizzato da una vegetazione ad alto valore
naturalistico. Il tratto di percorso che dalla Torretta giunge al percorso
Napoleonico si sviluppa con pendenze che variano dal 29%-35%- 47%.
Lungo questo tratto si individuano tre tipologie d’intervento.
risistemazione di sentieri esistenti con pulizia della copertura
vegetale e incremento arbusti della macchia mediterranea
tramite impianto di fitocelle;
intervento di riqualificazione con impianto specie pioniere e
arbusti ricostruttori della macchia mediterranea e interventi di
ingegneria naturalistica anti erosione;
vegetazione pioniera arbusti ricostruttori della macchia
mediterranea consolidamento dei pendii attraverso opportuni
interventi di ingegneria naturalistica in relazione alla pendenza e
consistenza del suolo.
La connessione Grotta Arene Candide e tracciato Napoleonico, avviene
su di un versante ad elevata pendenza. i criteri individuat per la
rinaturalizzazione sono:
Reinserimento di vegetazione pioniera arbusti ricostruttori della
macchia mediterranea consolidamento dei pendii attraverso
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opportuni interventi di ingegneria naturalistica in relazione alla
pendenza e consistenza del suolo;
messa in sicurezza dei fronti di cava, modellamento di rampe
inserite nelle gradonate del fronte cava, sistemazione di aree con
arbusti pionieri o specie rupestri calcicole al piede dei gradoni
,idrosemina di specie rupestri acalcicole sui fronti in roccia.
La rinaturalizzazione del fronte di cava consente di operare
simultaneamente la messa in sicurezza e la sistemazione a verde. Il
fronte è localizzato nella porzione settentrionale dell’area e si sviluppa da
una quota + 80 a +240.
La rimodellazione del versante, in linea di massima, si realizzerà con la
creazione di gradoni ogni 5 - 7 metri di dislivello, messi in sicurezza
attraverso un riporto di terra e materiale di scarto della cava, a formare
scarpate con pendenza massima di 30°; sistemazione a gradonata mista
con talee (ad esempio di Ostrya carpinifolia, resistente alla siccità e
tollerante al calcare) e piantine radicate in fitocella (arbusti pionieri
macchia mediterranea); sistemazione di un geotessuto sulle parti di
scarpata tra una gradonata ea l’altra, per trattenere il suolo vegetale;
idrosemina delle scarpate con specie calcicole pioniere della macchia
mediterranea; a monte del percorso fosse necessario rinforzare la
scarpata (a forte pendenza) si utilizzeranno terre armate opportunamente
idroseminate con specie calcicole pioniere della macchia mediterranea.
Le tipologie di intervento enunciate ai precedenti paragrafi sono
schematicamente ed indicativamente illustrate nelle schede grafiche
seguenti.
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5.0 I CRITERI GENERALI DEL PROGETTO
5.1 La questione paesaggistica e ambientale
Ai criteri generali ed alle indicazioni contenute nello Studio di fattibilità si è
attenuto il progetto di P.U.O., inteso prioritariamente come un piano di
“risanamento ambientale” che prevede al suo interno un “programma di
risanamento della cava” finalizzato alla realizzazione delle opere che si
ritengono necessarie e compatibili per una corretta riqualificazione dell’intero
ambito, attraverso la ridefinizione di una forma "fisica" della cava compatibile
con le esigenze di tutela del paesaggio.
Il progetto di inoltre segue le regole ambientali ed ecologiche contenute nelle
norme di congruenza del PUC che fanno a loro volta espresso riferimento allo
studio di fattibilità Bussmann-Kipar e pongono come opera vincolante e
imprescindibile, per la realizzazione dell’ntero intervento, la rinaturalizzazione
dei fronti di cava.
Posizionandosi a monte dell'area di cava è facile notare che la zona ha
caratteristiche di eccezionale pregio per la panoramicità del luogo, per le
significative memorie storiche di cui è pervaso, nonché per la presenza di un
mare incontaminato che la fronteggia.
Sono questi i valori che vanno recuperati nella sistemazione finale che
riteniamo non debba limitarsi ad una semplice cicatrizzazione della ferita
ambientale e paesaggistica, ma debba porsi l’obiettivo di trasformare in
positivo quello che sino ad oggi è stata considerata una valenza negativa: i
grandi vuoti conseguenti all’escavazione, la cui morfologia dovrà essere
valorizzata per una virtuosa ricostruzione dei luoghi, in una prospettiva
ambientalmente sostenibile.
Sotto questo profilo lo stesso Studio di Fattibilità evidenzia i caratteri
fondamentali del recupero che possiamo così riassumere:
• recupero del rapporto dei boschi del finalese attraverso una ridefinizione dei
margini. Ad est si opera un’integrazione della fascia ad alto valore
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naturalistico, sia garantendo l’accessibilità alla torretta, sia fornendo una
continuità alla fascia che si localizza tra la residenza ed i campi sportivi; ad
ovest si prevede la realizzazione di un percorso che dalla grotta si connetta
alla via napoleonica;
• restauro/recupero dei fronti di cava ove la messa in sicurezza si
accompagna alla individuazione delle tecniche adeguate per la
sistemazione a verde;
• inserimento paesaggistico delle nuove funzioni per la residenza, lo sport ed
il tempo libero, garantendo una permeabilità in senso nord-sud;
• riattivazione di una serie di percorsi che favoriscano una fruibilità anche in
senso est-ovest riattivando i percorsi storici che discendono dall’altopiano e
che intersecano la via napoleonica, anch’essa da riattivare;
• riqualificazione della via Aurelia attraverso l’inserimento di un percorso
ciclopedonale e la realizzazione di una terrazza belvedere sul mare.
Il P.U.O. recepisce, in linea di massima, queste indicazioni.
Da un lato si è pensato di mettere in sicurezza il pronte della cava, secondo le
indicazioni contenute nel piano di chiusura della cava approvato dall’Ufficio
Cave della Regione Liguria, rimodellando la parte più bassa con la
realizzazione di un ampio spazio attrezzato a parco con una grande piscina di
acqua di mare destinata all’uso pubblico, circondato da un insediamento
residenziale che richiama la tipologia insediativa tipica della Liguria; per la
parte centrale si propone di rimodellare la grande depressione al centro cava
con l’apporto di materiali derivanti dalla sistemazione della parte alta o, in
alternativa, tramite l’autorizzazione per una discarica di inerti.
Per completare la sistemazione dell'area riteniamo altresì opportuno dare alla
parte centrale della cava una forma più naturale, attraverso la realizzazione di
una vallecola che si estende sino a circa quota 80 m., con una pendenza
attorno ai 30°, corrispondente a quella media dei versanti naturali della zona
circostante; mentre, per la parte più alta che si estende tra gli 80 ed i 230 m.,
una pendenza massima potrebbe raggiungere anche i 37°. Così operando si
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otterrà una rinaturalizzazione della parte principale del versante che, nel giro di
pochi lustri, come molti esempi analoghi nel Finalese possono confermare,
rapidamente riprenderebbe un assetto vegetazionale equilibrato.
Una soluzione di questo tipo presenta numerosi vantaggi sotto il profilo
geologico e geotecnico poiché consente di salvaguardare le grandi pareti di
roccia (falesie) presenti nei versanti destro e sinistro della nuova vallecola,
mentre la parte del canalone centrale sarebbe sistemata con gradoni di solo 5
metri di altezza, ulteriormente resi scabri in fase di rifinitura (in sostituzione dei
gradoni da 20 metri come quelli in oggi autorizzati dal piano di sistemazione
della cava).
L'impatto paesistico rispetto alla soluzione prevista nel piano di chiusura della
cava è completamente diverso, considerato che il gradone da 5 metri di altezza
per per 10 m. di profondità, viene quasi completamente occultato con una
copertura in terre sciolte, mentre il gradone da 7x10, usato per le zone con
pendenza intorno ai 37°, una volta coperto con la coltre vegetale, visivamente
si riduce a 3-4 m, con un aspetto del tutto simile alle normali terrazze del
paesaggio ligure.
Inoltre questi tipi di gradoni sono "intrinsecamente" sicuri e non avranno mai
bisogno di interventi correttivi o di messa in sicurezza.
Le operazioni di rimodellamento e di sistemazione, per la parte che richiede
ancora scavo, produrranno un materiale di risulta costituito da pietra di Finale e
calcari dolomitici non più adatti alla produzione di calce, ma certamente idonei
per le interventi di ripascimento degli arenili che trovano in questo materiale un
eccellente prodotto.
A sistemazione avvenuta saranno ripristinati, ove possibile, gli antichi percorsi,
in particolare la vecchia viabilità napoleonica verrebbe ripristinata o
teoricamente ricostruita e potrebbe essere sistemata l'accessibilità al prezioso
patrimonio delle grotte, in accordo con i competenti Enti.
Tutta la rimodellazione del versante sarà percorsa da una fitta rete di
canalizzazioni, sia a cielo aperto sia in sottosuolo, atte alla raccolta delle acque
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piovane di dilavamento. Verranno utilizzate soluzioni assolutamente compatibili
con l’ambiente e con il paesaggio e, al fine di non sprecare risorse naturali,
verrà predisposto un sistema di raccolta delle acque meteoriche che saranno
convogliate in apposite cisterne per essere riutilizzate a fini irrigui e per
l’antincendio.
Gli stessi gradoni così rinaturalizzati potranno essere utilizzati anche per il
posizionamento di pannelli fotovoltaici al fine di realizzare un centrale elettrica
fotovoltaica tale da rendere autonomo, sotto il profilo energetico, l’intero
intervento.
Nel caso in cui siano collocati sui gradoni i pannelli fotovoltaici la copertura
vegetazionale sarà predisposta in modo tale da rendere la superficie dei
pannelli non visibile dal basso e dal mare, salvaguardando al massimo il
concetto di rinaturalizzazione del versante precedentemente illustrato.
Per quanto concerne la fattibilità geologica dell'intervento, non si sono
riscontrate controindicazioni e gli interventi risultano fattibili, come risulta dalla
relazione geologica allegata.
L'arenile antistante tutto il fronte sarà oggetto di un ripascimento mirato alla
ricostruzione della spiaggia originaria (per questo obiettivo si propone di
iniziare al più presto una sperimentazione nell’ambito del protocollo di intesa
già siglato con i Comuni costieri il 23-11-98).
Per quanto riguarda il dettaglio delle opere a mare previste per il ripascimento
si rimanda all’allegato F.
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5.2 Caratteristiche e peculiarità dell’ambito oggetto di P.U.O.
5.2.1 Aree di interesse archeologico
Come elemento di particolare interesse presente all’interno dell’ambito oggetto
del P.U.O. deve essere segnalato, in quanto di primaria importanza
internazionale, il sito archeologico (meglio conosciuto come grotta delle Arene
Candide), ubicato sul margine superiore del ciglio ovest della ex-cava
Ghigliazza, dal quale proviene l’unica sequenza stratigrafica completa per
l’area mediterranea estensiva dal periodo Paleolitico Superiore all’età
bizantina.
Sono inoltre da segnalare le aree sommitali del promontorio, nelle quali
ricerche di superficie hanno consentito il rinvenimento di manufatti che
indiziano attività insediative ascrivibili ai periodi dell’età bronzo finale e del
ferro. L’importanza di tali aree, anche se non ancora approfonditamente
indagate, è dovuta, oltre che dalla rilevanza del giacimento, anche alla
prossimità con l’area delle Arene Candide. Il contesto archeologico del finalese
in generale, e quello del territorio su cui sono situate in particolare, presentano
un carattere di unicum ed accrescono l’importanza di tali locazioni.
La celebrità internazionale di tale sito deriva dai fortunatissimi scavi che
Luigi Bernabò Brea (primo Soprintendente Archeologo della Liguria) e Luigi
Cardini (membro dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana) condussero negli
anni 1940-42 e 1948-50 nella porzione sud orientale della caverna.
Come noto quegli scavi conseguirono quella che ancora oggi è la più articolata
stratigrafia del Mediterraneo (dal Paleolitico superiore fino all’epoca bizantina
ossia dal 26.000 a. C. circa al VII sec. d.C), in un contesto ambientale di
giacitura estremamente favorevole alla buona conservazione dei reperti,
soprattutto delle ossa e del materiale bruciato. I resti delle 19 sepolture
paleolitiche rinvenute, oltre a costituire uno dei più consistenti complessi
funerari paleolitici del mondo, sono senz’altro quelli di gran lunga meglio
conservati, con tutte le implicazioni sulla qualità delle informazioni scientifiche
che gli antropologi possono attingere.
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L’importanza della Caverna delle Arene Candide è testimoniata dai numerosi
testi pubblicati: sei monografie e centinaia di pubblicazioni scientifiche, per la
maggior parte in lingua inglese.
A tale assoluto rilievo fra gli addetti ai lavori non corrispondono adeguate forme
di fruizione, né del sito, né dei reperti e delle informazioni scientifiche
conseguite dagli studi finora effettuati.
Il sito è visitabile solo occasionalmente da piccoli gruppi, previ macchinosi
accordi con la Soprintendenza per i Beni Archeologici.
Gli scavi non hanno mai raggiunto il fondo della caverna, che alcune
prospezioni geoelettriche pongono alcuni metri più in basso della massima
profondità raggiunta nel 1942 col piccolo sondaggio di 2mx2m che centrò in
pieno la sepoltura del principe. E’ perciò possibile che si conservino intatti gli
strati che contengono la registrazione del passaggio/sostituzione fra Uomo di
Neandertal e Uomo Sapiens, avvenuta attorno a 35000 anni fa.
Avrebbe senso destinare risorse alla ripresa degli scavi se essa avvenisse nel
quadro di un intervento strategico più ampio, che miri ad ottimizzare e
armonizzare le opportunità di ricerca con le esigenze di tutela e le esigenze di
valorizzazione e uso.
In altre parole gli scavi dovrebbero svolgersi non solo in stretto rapporto
con gli enti locali per arricchire in modo decisivo le collezioni esposte al
Museo di Finalborgo, ma dovranno essere pensati in modo da essere essi
stessi evento fruibile.
Tuttavia è evidente che, prima di poter raggiungere questo obiettivo, è
necessario completare la campagna di scavi e studi già iniziata dalla
competente Soprintendenza ed interrotta ormai già da molti anni per mancanza
di fondi.
Il progetto di risanamento complessivo dell’area contempla anche il parziale
finanziamento delle opere di scavo e degli studi necessari per valorizzare il
sito. (vedi allegato 1)
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In tal senso è già stato siglato un accordo preliminare tra il soggetto attuatore e
la Soprintendenza Archeologica della Liguria.
Il PUO prevede la realizzazione di strutture logistiche e ricettive per i ricercatori
impegnati nelle operazioni di scavo. Saranno recuperati parte dei manufatti
industriali esistenti anche al fine di collegare le aree poste a diversi livelli.
(individuato con la sigla IC3 nella Tav 7).
Inoltre sarà realizzato un parco territoriale archeologico nella zona a monte
della Grotta delle Arene Candide ove potranno essere ricostruiti i diversi
paesaggi preistorici. (vedi parco del paesaggio archeologico tav 7).
5.2.2 Percorsi escursionistici
Il secondo elemento di particolare interesse e valore sotto il profilo
paesaggistico-ambientale è costituito dai percorsi escursionistici che
rappresentano un’importante via di penetrazione e di fruizione del territorio.
Apprezzati per gli aspetti panoramici, naturalistico-botanici, e tecnici dagli
appassionati di mountain bike, potrebbero contribuire al mantenimento di un
flusso turistico anche per tutto l’arco dell’anno. Alcuni di questi percorsi sono
stati brutalmente distrutti dall’attività di escavazione, ma sono ancora leggibili
attraverso le preesistenze al contorno e, comunque facilmente ricostruibili con
l’ausilio delle mappe storiche, altri sono rimasti praticamente invariati; tutti
costituiscono la tangibile memoria storica del livello di antropizzazione dell’area
come la strada napoleonica che collegava Finale Ligure con l’estremo ponente
della Liguria.
La vicinanza al nodo ferroviario, la possibilità di raggiungere gli abitati di Gorra,
Borgio ma, soprattutto, Verezzi, la facilità di transito e, non ultima, la funzione
di raccordo con una più amplia rete escursionistica rappresentano delle
peculiarità che distinguono questa porzione dei sentieri finalesi.
Come per le attività di arrampicata tutto ciò ha consentito lo sviluppo di attività
terziarie.
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5.2.3 Aree di arrampicata
Il terzo elemento caratteristico di queste aree del finalese sono meravigliose
falesie quasi sempre idonee come palestre di roccia per arrampicate, in
particolare per i cultori del “free climbing”.
L’esposizione delle cinquantaquattro vie d’ascesa già esistenti e fruibili anche
durante i mesi invernali, la diversificazione delle superfici arrampicabili e la
graduazione dei livelli di difficoltà affrontabili, incrementano ulteriormente
l’interesse dei cultori per questo sito.
L’ulteriore incremento delle palestre di roccia nel territorio finalese, ed in
particolare la fruibilità di quelle che offrono condizioni particolarmente
favorevoli, come quelle che potranno essere ricavate sulle falesie bonificate del
fronte di cava, permetteranno un incremento sostanziale di stabili flussi turistici
a carattere nazionale e sopranazionale nonché l’implementazione di attività di
supporto specifiche (soccorso e terziario).
5.3 Il sistema infrastrutturale
La riqualificazione di un’area vasta come quella della “ex cava Ghigliazza”
implica un’analisi attenta delle conseguenti, necessarie infrastrutture.
Esse condizionano profondamente anche le scelte progettuali e le modalità
d’uso del territorio, imponendo vincoli planivolumetrici di forte impatto sulle
soluzioni architettoniche. Inoltre rappresentano una voce di costo significativa
negli interventi di riconversione, ma soprattutto condizionano e modificano
profondamente la riuscita funzionale e ambientale degli interventi di
riqualificazione.
Il P.U.C. sottolinea che il sistema infrastrutturale studiato per la trasformazione
del distretto non si deve limitare all’accessibilità e alla fruibilità dei nuovi
interventi, ma deve essere una ricucitura con il tessuto già esistente e deve
consentire il recupero e la valorizzazione di aree e risorse ora abbandonate e
non fruibili.
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“Il sistema infrastrutturale deve essere ripensato in funzione di un
miglioramento delle qualità ambientali, non solo evitando rumori e
inquinamento atmosferico, ma anche migliorandone la resa paesaggistica. In
questa ottica esso diventa generatore di spazi urbani”.
Nello specifico del D.t1a le problematiche infrastrutturali riguardano
prevalentemente la via Aurelia, in quanto le altre questioni di tipo
infrastrutturale “a rete” non presentano particolari problematiche né sotto il
profilo della fornitura dei servizi (acqua, gas, elettricità ecc.) né sotto quello
dell’impatto ambientale.
Per quanto riguarda la via Aurelia il P.U.C. prevede che “a regime” la sede
attuale lungo il mare debba essere spostata all’interno, con la realizzazione di
una galleria che by-passi il promontorio della Caprazoppa e si ricongiunga
all’attuale sede lungo il rettilineo per Borgio Verezzi.
In tal modo l’attuale sede dell’Aurelia potrebbe essere riutilizzata pre realizzare
piste ciclabili s spazi pubblici; in particolare si potrà realizzare una nuova e più
qualificata passeggiata a mare in continuazione di quella che sarà realizzata
nel sub-distretto D.t1.b relativo alle aree Piaggio, al fine di saldare
urbanisticamente il nuovo insediamento delle Arene Candide con il centro di
Fialmarina.
Su questo punto, pur condividendo le motivazioni urbanistiche del P.U.C., la
Regione Liguria ha manifestato più volte la propria perplessità a realizzare una
nuova galleria sotto la Caprazoppa dal momento che, ultimato il nuovo
tracciato ferroviario a monte, potrebbe essere disponibile la galleria della
vecchia linea ferroviaria GE-Ventimiglia da riutilizzare, previo adattamento,
quale sede per una sede alternativa all’attuale tracciato dell’Aurelia.
Il P.U.O. condividendo tale impostazione, si fa carico di questo problema tanto
da ritenere che il nuovo insediamento delle “Arene Candide” debba essere
considerato effettivamente completato soltanto quando potrà essere trasferito a
monte il traffico della statale n° 1. Tuttavia, poiché l’avverarsi di tale eventualità
non dipende né dal Comune di Finale, né dal soggetto attuatore
dell’intervento, si prevede una fase transitoria che pur mantenendo l’Aurelia
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nell’attuale sede, non pregiudichi per il futuro la realizzazione di quanto
auspicato, soprattutto per quanto riguarda il collegamento ciclo-pedonale del
nuovo insediamento con il centro urbano di Finale.
5.4 Il nuovo insediamento
Sotto il profilo del riuso del territorio l’intervento si configura come una ri-
antropizzazione, una sorta di recupero di una porzione di territorio
violentemente sottratta nel corso di un secolo alla fruizione collettiva.
Dal punto di vista del “metodo” ci troviamo a dover pianificare un nuovo
insediamento con la coscienza critica di chi vorrebbe recuperare questo ambito
territoriale attraverso un recupero di tipo prevalentemente naturalistico, dove
ciò che vi si concretizza dovrebbe assumere caratteri che tendono
maggiormente alla “spontaneità”, piuttosto che ad evidenti segni di
pianificazione urbana e territoriale.
Il nuovo insediamento dovrebbe risultare da una sintesi a priori che la nostra
“coscienza critica” è riuscita a fare aderendo, per quanto ancora possibile, al
mondo della “coscienza spontanea”, cioè a recuperare ciò che si sarebbe fatto
se si fosse continuato ad operare mediante questa.
D’altra parte “la perdita totale di coscienza spontanea non è mai possibile,
equivarrebbe ad una perdita totale di memoria del proprio progresso civile”.
Per questo l’approccio alla definizione del nuovo modello insediativo non è
stato quello di “ricopiare” un modello insediativo storico, bensì quello di
reinterpretare criticamente la nostra memoria, agendo sulla possibilità di
acquisizione critica del divenire continuo, progressivo, processuale della nostra
eredità culturale.
Abbiamo così cercato di reinterpretare in chiave contemporanea tipologie
insediative ed edilizie coerenti con quelle che storicamente si sono
consolidate nel territorio circostante.
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5.4.1 La tipologia insediativa
Sotto il profilo della tipologia insediativa il modello assunto è quello di un nucleo
abitato che si sviluppa su un percorso matrice e che si consolida su una
polarità importante, in questo caso rappresentata dal parco con piscina .
All’interno dell’organismo insediativo, in posizione baricentrica e funzionale alla
valorizzazione massima della “polarità parco” è stata ricavata una piazza che
interrompe la serialità del tessuto edificato lungo il percorso ed introduce una
polarità attrattiva che conferisce struttura urbana all’insediamento.
La piazza centrale costituisce l’elemento urbano maggiormente caratterizzato
per svolgere funzioni di carattere collettivo e fornire servizi di interesse
pubblico. In questo modo piazza e parco e piscina si saldano in una sintesi
unitaria di reciproca legittimazione.
La piazza è anche il punto di partenza dei percorsi che si ripercuotono sul
territorio. Infatti, oltre al percorso veicolare interno che struttura tutto
l’intervento, sono presenti percorsi pedonali che dalla piazza si dipartono per
raggiungere altre polarità significative dell’intervento dove sono localizzate altre
aree di interesse comune che ospitano servizi collettivi (piscina, impianti
sportivi, museali ecc.) e si prolungano sino alla ricongiunzione con gli antichi
percorsi le cui tracce sono ancora evidenti nel territorio circostante non
devastato dal “vulnus” della cava.
Con questa impostazione l’intervento di riantropizzazione del territorio proposto
risolve la dialettica, apparentemente inconciliabile, tra “rinaturalizzazione” e
“nuova urbanizzazione” attraverso una sintesi virtuosa che utilizza le
funzioni urbane, concentrate nella parte a valle e scarsamente incidenti sul
piano ambientale e paesaggistico, come volano per una più generalizzata
operazione di bonifica e recupero di valori territoriali altrimenti impossibile.
5.4.2 Le tipologie edilizie
Sotto il profilo della individuazione delle tipologie edilizie si è fatto riferimento a
quelle riscontrabili negli insediamenti costieri e collinari dell’immediato intorno
territoriale.
Per quanto riguarda il nucleo principale che si sviluppa lungo la piazza verde
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compreso il nucleo che si protende verso monte, quale ideale conclusione dello
sperone del “glory-hole”, si è fatto riferimento ad una tipologia prevalentemente
seriale mutuata dal tipo a schiera comune a tutta l’area rivierasca.
In particolare, trattandosi di edilizia destinata alla residenza sia primaria che
secondaria, anche il passo della cellula base del tipo edilizio è stato adattato
alle esigenze dell’uso; abbiamo, pertanto, una cellula base mediamente
compresa tra 4 e 5 m. di fronte variamente combinata con una mezza cellula di
circa 3 metri.
In generale gli alloggi sono stati previsti con doppio affaccio (doppia cellula in
profondità di circa 12 m.; tuttavia trovandoci spesso in presenza di dislivelli
notevoli si è dovuto ricorrere alla sovrapposizione in altezza di due tipi (schiere
doppie in verticale) con parte inferiore contro terra e conseguenti alloggi mono
affaccio; in questi casi, spesso, si è preferito ricorrere alla tipologia cosiddetta
“duplex” al fine di compensare i dislivelli, ottimizzando la fruizione. Le altezze
delle unità residenziali sono diverse ed articolate: più alte intorno alla polarità
costituita dalla piazza e contro la collina, per un migliore inserimento
ambientale, e piu basse nelle frange marginali del tessuto.
Un ragionamento particolare va fatto per i piani terreni. Dal punto di vista
morfologico si presentano spesso differenziati con la presenza di strutture
arcuate che sottolineano la dimensione della cellula (o mezza cellula) tipo.
La destinazione d’uso varia in relazione alla posizione nel contesto
dell’organismo insediativo: sulla piazza, sugli spazi pubblici o laddove vi è una
prevalenza di percorrenze pubbliche, il piano terreno assume funzione di
spazio destinato ad attività commerciali o a pubblici esercizi.
Nelle porzioni di tessuto sufficientemente ampie da consentire una piccola area
di pertinenza antistante la casa, il piano terra è previsto residenziale.
Infine lungo la piazza verde il piano terra costituisce uno zoccolo specialistico
con funzioni non residenziali connesse alla piazza stessa ed alle attività
turistiche previste nell’insediamento.
Come si può riscontrare in tutti gli insediamenti circostanti ad un nucleo
insediato e strutturato in modo compatto fa da cornice un insediamento
“sparso” composto da unità mono o bifamiliari. Anche in questo caso nella
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parte superiore al nucleo principale, prima di arrivare alla zona non insediabile
dove prevalente diventa il carattere della rinaturalizzazione, sono state collocati
alcuni edifici isolati anch’essi mutuati dalle tipologie rurali diffuse su tutto
l’ambito di riferimento territoriale.
Oltre alle residenze nell’organismo insediativo sono presenti anche edifici
“specialistici” quali l’albergo e il complesso adibito a talassoterapia, le cui
tipologie, pur con tutte le diversificazioni dovute alle differenti funzioni, sono
mutuate da quelle residenziali, al fine di ottenere una omogeneità diffusa su
tutto l’ambito oggetto di nuove costruzioni.
L’edificato è diviso in 5 lotti, ognuno con propri tipi edilizi, di cui uno
integralmente dedicato a strutture pubbliche (lotto 2). Le tavole grafiche che li
descrivono sono gli elaborati 11a-h.
Nel lotto 1 sono inserite le tipologie funzionali RP-residenza, Rc-residenza
convenzionata, TA-albergo e Co-commercio al dettaglio (cfr art. 6 NdA PUC).
Nei lotti 3 e 4 è inserita le tipologia funzionale RP-residenza. Nel lotto 5 è
inserita la tipologia funzionale RP-residenza.
Come già sopra evidenziato l’aspetto degli edifici rispetta i canoni dell’edilizia
tradizionale ligure, declinata nelle sue varie funzioni e tipologie. Più
specificatamente l’edilizia residenziale dei lotti 1 e 3 è assimilabile a quella
spontanea dei borghi liguri sul mare, mentre quella dei lotti 4 e 5 si rifà agli
insediamenti dell’entroterra finalese e nolese, distribuita in borgate o case
isolate. La struttura alberghiera del lotto 1 richiama invece il linguaggio di edifici
nobiliari di maggiore importanza.
In caso di copertura a falde i volumi sono conclusi da cornicioni ed in caso di
copertura piana da parapetti in muratura con i caratteristici fori di scolo. Nelle
murature i pieni predominano sui vuoti e le aperture, più alte che larghe, sono
disposte a disegnare un armonia organica non seriale. Il numero dei balconi è
contenuto il più possibile ed il serramenti esterni sono sempre ad ante nei lotti
1 e 3. Solo nei lotti 4 e 5 sono previste anche tapparelle avvolgibili.
I materiali sono quelli legati alla tradizione ligure: si tratta di intonaco di malta di
calce per le facciate, pietra locale per le murature a faccia vista, ardesia o
tegole marsigliesi per le coperture, ardesia per soglie, gradini o davanzali. Le
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mensole dei balconi e i relativi parapetti sono in acciaio o, in caso di balconi
con valenza significativa, in marmo. E’ammesso l’uso di profilati estrusi in
alluminio per finestre e persiane.
Ulteriori approfondimenti sulle modalità costruttive ed elementi tipologici
vengono riportati nel successivo paragrafo 6.3 “descrizione degli insediamenti
per singoli lotti”.
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6.0 CARATTERISTICHE DIMENSIONALI DELL’INTERVENTO
Il progetto si estende su un’area di circa 400.203 mq. di superficie territoriale,
suddiviso nei due ambiti così come previsto dalle “regole di trasformazione” di
cui a Pag. 37 delle norme di PUC, di cui in particolare mq 133.585 sono relativi
all’ambito 2 (conformi alla flessibilità del 10% come evidenziato nella tabella di
cui al paragrafo 6.3) suddiviso nei lotti da 1 a 5.
L’ambito fisico dell’intervento va oltre i limiti della T.R.Z. che insiste sulla cava.
Include aree a capo della Cava Arene Candide srl (mq 390.060 cr) e per una
modesta porzione proprietà di Demanio Pubblico ramo Storico Artistico
Archeologico (grotta delle Arene Candide) e Demanio Pubblico ramo Marina
Mercantile
La Tav. 9 illustra l’individuazione dei lotti e ambiti con sovrapposizione rispetto
ai perimetri di PUC.
In generale il PUO rispetta tutti i parametri urbanistici ed edilizi indicati nelle
schede di PUC che, peraltro, dovranno ritenersi indicativi e non vincolanti.
Gli scostamenti introdotti dal PUO sono conseguenti alle osservazioni regionali
apportate al progetto definitivo di PUC e recepite dal Comune di Finale Ligure.
In particolare per quanto attiene alla mixitè funzionale gli scostamenti sono
dovuti al ridimensionamento complessivo del peso insediativo.
6.1 Il peso insediativo e le funzioni urbanistiche
Il dimensionamento dello P.U.O. è, in linea con quanto previsto nel P.U.C.
Le cubature esistenti sommano a circa mc. 71.000 le quali saranno demolite ad
esclusione di alcuni edifici che saranno conservati in quanto esempi di
archeologia industriale, rappresentativi delle attività svolte per tutto il secolo
scorso.
Nelle tavole del progetto sono rappresentate le destinazioni e le quantità degli
interventi proposti.
Il PUC definisce oltre alle quantità in gioco, anche il rapporto percentuale tra le
diverse funzioni ammesse (residenza, turistico ricettivo, commerciale). Tale
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apporto percentuale è comunque di carattere indicativo come peraltro
specificato nel Voto del C.T.U. Provinciale n.° 658 del 28/11/2007.
Tabella di raffronto tra le quantità di volume da PUC e quelle di PUO
DT1.a
Residenziale
(Rp)
Alberghiero
(TA)
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Commerciale
(Co)
TOTALE
P.U.C. P.U.O. P.U.C. P.U.O. P.U.C. P.U.O. P.U.C. P.U.O.
vol 87.000 86.994 * 15.004 * 5.032 * 107.030
sup 28.064 28.063 * 4.840 * 1.480 * 34.383
* quantificazione non indicata dal PUC, da valutare in sede di approvazione
del PUO

Tabella delle destinazioni d’uso delle aree oggetto del progetto di P.U.O.
DESTINAZIONE
D'USO
TABELLA DESTINAZIONI D'USO
PERCENTUALE
%
SUPERFICIE
mq
Verde Pubblico 4,52 18.083
Verde Parco
Urbano
42,13 168.604
Verde Attrezzato 3,11 12.460
Parco del
paesaggio
archeologico
23,18 92.748
Interesse Comune 3,13 12.524
Parcheggio
Pubblico
(a raso)
Spazi e percorsi
pedonali pubblici
Viabilità Pubblica
esistente e di
progetto
Superficie
Coperta
Residenziale e
Turistico-Ricettiva
Parcheggi Privati
(a raso)
Verde e spazi
Privati
0,87 3.490
3,59 14.354
5,95 23.815
2,86 11.428
0,09 352
10,58 42.345
TOTALE P.U.O. 100,00 400.203
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NOTE
Non computato nel
conteggio degli standard
(verde pubblico)
Nel conteggio degli standard
sono computati anche i
parcheggi interrati
Comprendono: percorsi
pedonali, pista ciclabile e
banchina. A questi vanno
sommati 94 mq coperti
A questi vanno sommati 3.020
mq coperti e/o in galleria

Tabella di raffronto dati della mixitè funzionale di cui a pag. 38 della scheda di
PUC (aventi valore indicativo)
MIXITE' FUNZIONALE
PUC PUO
Volume Va totale
mc. mc. %
Rp = 15.000 mc
Co >= 5% Va 5.032 107.030 5%
Vco >= 5.000 mc
Volumi (Va) suddivisi per lotto e per destinazioni d'uso
Rp Ec TA Co TOTALE
mc. mc. mc. mc.
Lotto 1 45.649 4.170 15.004 5.032 69.855
Lotto 3 16.191 4.539 20.730
Lotto 4 6.882 6.882
Lotto 5 9.563 9.563
Totale mc. 78.285 8.709 15.004 5.032 107.030
Superfici (Sla) suddivise per lotto e per destinazioni d'uso
Rp Ec TA Co TOTALE
mq. mq. mq. mq.
Lotto 1 14.725 1.345 4.840 1.480 22.391
Lotto 3 5.223 1.464 6.687
Lotto 4 2.220 2.220
Lotto 5 3.085 3.085
Totale mq. 25.253 2.809 4.840 1.480 34.383
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6.2 Gli insediamenti
Gli interventi relativi al nuovo insediamento sono suddivisi in due ambiti.
L’ambito 1 comprende la parte di rinaturalizzazione dei fronti di cava in cui non
è prevista alcuna costruzione eccetto la riqualificazione di quella esistente.
L’ambito 2 rappresenta la zona ove sono concentrate le costruzioni previste
che comprendono tutte le funzioni urbanistiche: residenziale, commerciale e
turistico-ricettive.
Il progetto architettonico si inserisce nel più generale contesto del risanamento
ambientale e di riassetto paesaggistico che sta alla base dell’intero P.U.O.
Le zone di concentrazione volumetrica sono tre: una nella parte più bassa,
quasi in fregio alla via Aurelia, un secondo livello, più rado che lentamente
sfuma verso la tipologia dell’insediamento “sparso”, disposto lungo la strada di
cornice che collega agli impianti sportivi (VA) posti in corrispondenza del
riempimento del “glory-hole”, e uno nella parte più alta in adiacenza alla città
dello sport.
Si è cercato di concentrare la maggior parte delle volumetrie nella parte bassa
in quanto sono certamente meno impattanti sotto il profilo paesaggistico e
permettono di salvaguardare maggiormente lo scenario naturalistico delle
falesie che circondano l’intervento quasi ad anfiteatro.
I volumi posti a ridosso della via Aurelia sono articolati in tre nuclei: quello
turistico-ricettico (albergo e talassoterapia), quello residenziale e quello
destinato ad attività di interesse pubblico, come previsto dalla zonizzazione
recepita nello studio di fattibilità.
La superficie afferente le strutture ricettive è di circa 4.840 mq, di Hotel e
Centro TalassoTerapico, mentre quella residenziale è di circa 28.063 mq..
L’intervento turistico-ricettivo sarà dedicato prevalentemente alla ricettività
specializzata in Talassoterapia.
Questa attività, che dovrà fornire un elevato standard qualitativo di servizi,
anche in relazione alla eccellente posizione, potrà garantire presenze
distribuite su tutto l’arco dell’anno.
Le strutture pubbliche sono articolate a levante dell’intervento, dove è previsto
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un palazzetto dello sport con annessi servizi e annessi parcheggi pubblici e a
ponente dove è prevista la realizzazione di un museo archeologico con
eventuale accesso meccanizzato alla soprastante grotta. A quota 95, in
corrispondenza del “Glory hole”, è prevista un’area a destinazione sportiva
comprendente attrezzature sportive a raso per i giochi del tennis e del calcio a
7, con sottostanti parcheggi e locali per attività sportive indoor.
Le volumetrie residenziali sono predominanti in quanto si è privilegiata la
funzione abitativa per ovvi motivi economici, considerato l’alto costo della
rinaturalizzazione dell’area.
Per contro, va preso in considerazione il fatto che un insediamento puramente
turistico isolerebbe socialmente l’area dal contesto urbano.
L’idea base del progetto consiste invece nel costruire infrastrutture, servizi,
residenze in modo da poter rendere il complesso realizzato abitato e vissuto
tutto l’anno.
Il nucleo a quota Aurelia si articola su una-due file di case a schiera poste su
livelli sfalsati e fronteggianti la piccola piazza verde.
Si ripropone l’atmosfera architettonica dell’antica borgata ligure a contatto con il
mare.
Il nucleo residenziale si affaccia a sud-ovest e presenta come polo di
aggregazione una piazza aperta su un area verde a prato affacciatesi sulla
piscina, connessa con la passeggiata e dotata di superfici commerciali a livello
piazza.
Tutti gli alloggi saranno dotati di adeguati parcheggi in sottosuolo. A ridosso
della piazza verde verrà realizzata anche un’adeguata dotazione di parcheggi
pubblici sia a raso che in struttura in funzione delle attività portuali. La viabilità
di servizio per i parcheggi è stata studiata in modo da limitare la circolazione
veicolare all’interno del nucleo residenziale.
Tutti gli alloggi sono dotati di spazi per parcheggio privato tali da garantire lo
standard di legge di 1 m 2 ogni 10 m 3 , tutti realizzati in struttura sotto le
abitazioni .
Gli spazi commerciali sono dimensionati in modo da essere classificabili quali
esercizi di vicinato in quanto non essendo in presenza di un piano commerciale
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per questa zona, si fa riferimento alla delibera regionale in materia.
6.3 Descrizione degli insediamenti per singoli lotti
L’ambito 2 è diviso in 5 lotti, ognuno con propri parametri edilizi. Le tavole
grafiche che descrivono il rispetto delle regole progettuali sono gli elaborati 10
e 11 a-h.
Le superfici dei lotti rispettano le indicazioni dimensionali di PUC con limitate
variazioni che rientrano, comunque, nei limiti di flessibilità dettati dalla norma di
piano, così come evidenziato nella tabella seguente.
AMBITO
2
Superficie
mq
PUC PUO
Variazione
percentuale
ammessa
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Superficie mq
Variazione
percentu
ale
Lotto 1 39.000 ± 10% 40.027 < 10%
Lotto 2 16.700 ± 10% 16.475 < 10%
Lotto 3 29.000 ± 10% 29.097 < 10%
Lotto 4 23.765 ± 10% 23.455 < 10%
Lotto 5 23.850 ± 10% 24.531 < 10%
Totale 132.315 ± 10% 133.585 < 10%
6.3.1 Lotto 1
Per il lotto 1 è consentita, secondo le regole progettuali dettate dal PUC, una
superficie coperta massima di 8005,4 mq. In totale il progetto prevede per il
lotto 1 22.391 mq di SLA. Le funzioni insediate sono RP, TA e CO2. La
funzione RP è stata divisa in Rp, residenza privata e Rc, residenza
convenzionata. Le varie superfici del lotto 1, divise per quota e destinazione
d’uso, sono rappresentate graficamente livello per livello nelle tavole 11c-d.
Il rapporto di copertura massimo consentito rispetto alla superficie del lotto è
del 20%. La superficie coperta di progetto, 7.284 mq, è il 18.20% della
superficie del lotto, 40.027 mq.( tav 10)

Il numero di piani è generalmente inferiore a 6, con gli occasionali svettamenti
consentiti a sette piani, per un’altezza complessiva sul livello del mare sempre
inferiore a 29 m (tav 11c, 11d).
La volumetria della funzione turistico-alberghiera (TA) è collocata nella zona
più tranquilla del fronte mare del nuovo intervento e sarà associata ad un
centro talassoterapico, fornendo un servizio alternativo alla ricettività
tradizionale del territorio.
La tipologia edilizia è quella compatta, come definita nei criteri generali di
congruenza delle norme sul DT1a. Si riportano di seguito specifiche indicazioni
sulle tipologie edilizie presenti nel lotto 1 per ciascuna funzione
Funzione TA-albergo
La struttura alberghiera situata all’estremità occidentale del Lotto 1 è associata
ad un centro talassoterapico (Tav 11a-b). Il complesso risponderà alle norme
della LR 11/1982 e successive integrazioni.
Esso è situato sopra una struttura interrata pluripiano contenente un ricovero
imbarcazioni a secco, un parcheggio pubblico e un parcheggio pertinenziale
con numero di posti soddisfacente le NdA del PUC.
Il corpo centrale del complesso alberghiero si rifà alla tipologia edilizie delle
dimore patrizie liguri caratterizzate da un imponente volume parallelepipedo
con facciata decorata in modo classico, aperture gerarchizzate per piani ed una
copertura piramidale. Ad esso sono addossati i corpi secondari delle ali ,
dependances o torri, con l’aggiunta di un porticato che cinge il giardino interno.
Il complesso nel suo insieme richiama i grandi immobili alberghieri del primo
novecento. Verso il mare e verso ponente il dislivello del giardino dell’albergo
con la passeggiata ex aurelia è mediato da una serie si terrazze panoramiche
private ma aperte all’uso pubblico, piantumate con essenze arbustive locali e
pini marittimi ed arredate per il passeggio e la sosta.
Attraversati questi giardini e di seguito il giardino interno con piscina si accede
al piano terra dell’edificio, dove si trovano la hall, il ristorante ed il centro
talassoterapico. Ai piani superiori, nel corpo principale dell’edificio o nelle ali
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trovano posto 51 camere da 1 o 2 letti, ognuna con dimensioni sufficienti per
una stellatura di alto livello. L’edilizia di questo complesso si pùo definire
compatta ad associazione di blocchi.
Al piano terreno dell’ala prospiciente il parco si trova una piscina comunicante
con la piscina esterna classificata come spazio commerciale.
Al piano seminterrato sotto gli impianti salasso-terapici sono stati ricavati spazi
per lo stoccaggio a secco di piccole imbarcazioni per un totale di circa mq.
3.800.
Tali spazi saranno collegati con l’arenile attraverso un sottopassaggio sotto la
sede attuale dell’Aurelia.
Funzione RP-residenza
Gli edifici residenziali del lotto 1 sono attestati sulla passeggiata che costeggia
il parco (Tav 11c e d). Il tipo edilizio che si ripete in numerose varianti a destra
ed a sinistra della piazza centrale ha un fronte quadricellulare con il primo
piano porticato ed è caratterizzato da un numero di piani variabile da 2 a 5, con
occasionali mansarde costituenti il 6° piano. Le coperture sono in prevalenza a
falde.
Al piano terreno si può accedere dalla passeggiata (quota +9.80m), ma
l’ingresso principale dell’edificio è sul retro, alla quota della strada (+19,80m). I
vari piani, distribuiti da un corpo scale centrale, sono generalmente occupati da
due bilocali passanti per piano fiancheggianti un bilocale monoaffaccio.
Il complesso che cinge la piazza presenta negozi anche a quota passeggiata
(+9.80m). Il suo aspetto è differenziato da quello degli adiacenti fabbricati da
una maggiore ampiezza dei prospetti, che potranno anche essere decorati con
i trompe l’oeil tipici delle facciate dipinte liguri. Diversa anche l’organizzazione
interna: dai corpi scala posti negli angoli della piazza gli alloggi sono distribuiti
con corridoi. Alla quota della strada pubblica, corrispondente al terzo piano, la
residenza lascia spazio ad un belvedere pedonale sulla piazza sottostante.
L’edilizia residenziale del lotto 1 è compatta in linea. Parte della volumetria, una
unità tipo di 6 piani posta circa a metà strada tra la piazza e l’albergo, è
destinata ad edilizia convenzionata.
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Funzione CO1/2- commercio al dettaglio
Attività commerciali sono previste sia sulla piazza al piano terreno degli edifici
residenziali sia lungo la passeggiata che vi conduce. Essi rispetteranno tutte le
normative del settore.
6.3.2 Lotto 3
Per il lotto 3 è consentita, secondo le regole progettuali dettate dal PUC, una
superficie coperta massima di 5.819,4. In totale il progetto prevede per il lotto 3
6.687 mq si SLA. La funzione insediata è RP, che è stata divisa in Rp,
residenza privata e Rc, residenza convenzionata. Le varie superfici del lotto 3,
divise per quota e destinazione d’uso, sono rappresentate graficamente livello
per livello nella tavola 11e.
Il rapporto di copertura massimo consentito rispetto alla superficie del lotto è
del 20%. La superficie coperta di progetto, 2.720 mq, è il 9.35% della superficie
del lotto, 29.097 mq.( tav 10).
Il numero di piani è generalmente inferiore a 5 per un’altezza complessiva sul
livello del mare sempre inferiore a 19,5 m sul livello del suolo sistemato (tav
13c, 13d). Sono presenti occasionali svettamenti a sei piani, consentiti dalle
regole progettuali.
Per la verifica del rispetto delle regole progettuali di ordine dimensionale e
morfologico si rimanda alle tavole grafiche.
La tipologia edilizia è quella compatta, come definita nei criteri generali di
congruenza delle norme sul DT1a. Si riportano di seguito specifiche indicazioni
sulle tipologie edilizie presenti nel lotto 3 per ciascuna funzione:
Funzioni RTA–residenza turistico-alberghiera e Funzione RP-residenza
L’edilizia del lotto 3 è compatta in linea (Tav 11 e). Le descrizioni dei tipi edilizi
delle due funzioni sono associate perché le loro caratteristiche sono uguali tra
loro ed estremamente simili a quelle dell’edilizia residenziale del lotto 1. Identici
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sono i materiali utilizzati ed i criteri di distribuzione di aperture e balconi. Per
quanto riguarda la composizione volumetrica complessiva, essa risulta più
complessa che nel lotto 1 perché i fabbricati devono mediare il dislivello tra la
strada che corre a monte del lotto 1 e quella che sale verso i lotti 4 e 5.
La maggior parte della volumetria è organizzata in un borgo che spicca da una
seconda piazza realizzata sulla copertura di un’autorimessa accessibile dal
piano stradale. Al piano terreno i fabbricati possono avere un porticato,
specialmente in corrispondenza dell’ingresso degli alloggi o degli spazi
condominiali. Il piano terreno dell’edificio più in alto è porticato perché la strada
verso i lotti 4 e 5 passa sotto di esso. Le facciate hanno una scansione bi-
tricellulare ed il numero di piani varia da 3 a 5. Per via della conformazione del
terreno i volumi sono disposti “a scaletta” seguendo il declivio. Le propaggini
del borgo non prospicienti questa piazza hanno una tipologia corrispondente a
quelle descritte per i lotti 4 e 5.
Gli edifici di edilizia residenziale convenzionata sono sul lato est della piazza.
6.3.3 Lotto 4
Per il lotto 4 è consentita una superficie coperta massima di 2.345,50 mq. In
totale il progetto prevede per il lotto 2.220 mq di SLA. La funzione insediate è la
RP. Le varie superfici del lotto 4, divise per quota, sono rappresentate
graficamente livello per livello nelle tavole 11f-g.
Il rapporto di copertura massimo consentito rispetto alla superficie del lotto è
del 15%. La superficie coperta di progetto, 1.260 mq, è il 5.37% della superficie
del lotto, 23.455 mq.( tav 11)
Il numero di piani è generalmente inferiore a 3, per un’altezza complessiva sul
livello del mare sempre inferiore a 10,5 m sul livello del suolo sistemato (tav
11f-g).
La tipologia edilizia è quella rada, come definita nei criteri generali di
congruenza delle norme sul DT1a. Si riportano di seguito specifiche indicazioni
sulle tipologie edilizie presenti nel lotto 4 per ciascuna funzione:
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Funzione RP-residenza
L’edificazione dei lotti 4 e 5 è rada. L’aspetto esteriore degli edifici si rifà agli
insediamenti dell’entroterra finalese e nolese. In questi edifici i fronti sono
generalmente alti due o tre piani, ma sono presenti svettamenti anche a quattro
piani. I volumi si accostano o compenetrano secondo il declivio naturale del
terreno e nel caso delle aggregazioni maggiori formano archivolti e percorsi
pedonali comuni a più abitazioni. Sono molto frequenti le fasce-giardino, i
pergolati, le facciate in pietra a faccia vista o con intonaco tinto in impasto e le
finestre prive di persiane, mentre rari sono i balconi, che, se presenti, hanno
una esile struttura in acciaio. Le coperture sono in prevalenza piane.
Nella parte bassa del lotto 4 sono presenti le tipologie di edificio isolato
monofamiliare e bifamiliare( TAV 11f-g). Si tratta di costruzioni formate da
alloggi di oltre 100 mq di media, disposti su uno o due piani. Ogni alloggio ha
ingresso indipendente ed un’area pertinenziale con accesso carrabile dalla
strada pubblica. I parcheggi pertinenziali sono ricavati in volumi seminterrati
dissimulati nelle fasce di sistemazione del terreno.
6.3.4 Lotto 5
Per il lotto 5 è consentita una superficie coperta massima di 3.679,65 mq. In
totale il progetto prevede per il lotto 5 3085 mq di SLA. Le funzioni insediate
sono la RP .Di seguito si riporta la tabella riassuntiva delle varie cubature del
lotto 5, divise per quota, rappresentate graficamente livello per livello nella
tavola 11h.
Il rapporto di copertura massimo consentito rispetto alla superficie del lotto è
del 10%. La superficie coperta di progetto, 1.480 mq, è il 4.86% della superficie
del lotto, 24.531 mq.( tav 11)
Il numero di piani è generalmente inferiore a 3, per un’altezza complessiva sul
livello del mare sempre inferiore a 10,5 m sul livello del suolo sistemato (tav
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11h). Sono presenti occasionali svettamenti a quattro piani, consentiti dalle
regole progettuali.
Per la verifica del rispetto delle regole progettuali di ordine dimensionale e
morfologico si rimanda alle tavole grafiche.
La tipologia edilizia è quella rada, come definita nei criteri generali di
congruenza delle norme sul DT1a. Si riportano di seguito specifiche indicazioni
sulle tipologie edilizie presenti nel lotto 5, analoghe a quelle del lotto 4, per la
funzione presente :
Funzione RP-residenza
L’edificazione dei lotti 4 e 5 è rada. L’aspetto esteriore degli edifici si rifà agli
insediamenti dell’entroterra finalese e nolese. In questi edifici i fronti sono
generalmente alti due o tre piani, ma sono presenti svettamenti anche a quattro
piani. I volumi si accostano o compenetrano secondo il declivio naturale del
terreno e nel caso delle aggregazioni maggiori formano archivolti e percorsi
pedonali comuni a più abitazioni. Sono molto frequenti le fasce-giardino, i
pergolati, le facciate in pietra a faccia vista o con intonaco tinto in impasto e le
finestre prive di persiane, mentre rari sono i balconi, che, se presenti, hanno
una esile struttura in acciaio. Le coperture sono in prevalenza piane.
Ogni alloggio ha ingresso indipendente ed un’area pertinenziale con accesso
carrabile dalla strada pubblica. I parcheggi pertinenziali sono ricavati in volumi
interrati dissimulati nelle fasce di sistemazione del terreno.
Nel lotto 5 la tipologia è rada a schiera (TAV 11h). I gruppi di alloggi formano
insiemi articolati con percorsi interni e una piazza belvedere in modo che dal
mare il loro aspetto ricordi i nuclei isolati immediatamente sovrastanti la
frazione di Varigotti. Gli alloggi di questa porzione di progetto sono
prevalentemente bilocali e trilocali. La tipologia più frequente è il bilocale
duplex con il soggiorno al piano terreno, che, in ottemperanza alle esigenze
paesaggistiche dell’intervento, permette di contenere al massimo il numero dei
balconi e delle aperture finestrate. Il parcheggio pertinenziale è realizzato in
una autorimessa di boxes sottostante alle residenze. Al piano terreno sulla
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piazza belvedere è prevista una cubatura commerciale per un’attività di
ristorazione.
6.4 Criteri generali di progettazione: Taglio degli alloggi – direzione della
giacitura
Il numero di alloggi previsti nel lotto 1 tra residenza convenzionata e privata è
di 177. Ne consegue che la Superficie Lorda Media
(S.L.M.=Vrp+Vrc/3.1/n.alloggi) è di 90 mq, superiore al minimo ammesso di 60
mq.
Il numero di alloggi previsti nel lotto 3 tra residenza convenzionata e privata è
di 75. La Superficie Lorda Media (S.L.M.=Va/3.1/n.alloggi) è di 86 mq.
Il numero di alloggi previsti nel lotto 4 è di 18. La Superficie Lorda Media
(S.L.M.=Va/3.1/n. alloggi) è di 121 mq.
Il numero di alloggi previsti nel lotto 5 di residenza privata è di 36. La Superficie
Lorda Media (S.L.M.=Va/3.1/n. alloggi) è di 83 mq, quindi superiore a quella
minima definita dal PUC pari a 60 mq di S.L.M.
Non sono presenti alloggi di superficie netta inferiore a 45 mq, come
evidenziato nelle planimetrie in scala 1:200 delle tipologie di alloggio nelle
tavole 11a-h.
Si è cercato di mantenere la direzione della giacitura degli edifici il più possibile
parallela alla linea di costa, per quanto compatibile con l’orografia del terreno,
conformemente alle indicazioni della scheda di PUC sul DT1a.
6.5 Criteri qualitativi, spazi pubblici e luoghi centrali
L’edificazione del lotto 1 è stata pensata in modo da lasciare frequenti scorci
visivi da monte a mare, coincidenti con i percorsi pedonali di collegamento tra
la quota della viabilità carrabile e la passeggiata, oltre ai belvedere posti
proprio alla quota della viabilità.
Gli spazi commerciali in progetto sono tutti al piano terreno degli edifici, alcuni
situati lungo la passeggiata e altri sulla piazza centrale del progetto. I parcheggi
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pubblici pertinenziali alle attività commerciali si trovano tutti sotto l’ingombro
degli edifici.
Non spuntano vani tecnici dalle coperture.
I materiali usati per le facciate degli edifici sono quelli che la tradizione
centenaria dell’edilizia ligure ci ha consegnato come i più durevoli: l’intonaco di
malta di calce e la pietra a vista.
La qualità architettonica richiesta dalle norme di piano viene perseguita
attraverso un disegno che media le esigenze del vivere moderno, sia negli
spazi privati sia pubblici, con il paesaggio ligure, inteso come stratificazione di
esperienze antropiche sul territorio. La complessità dei rapporti tra funzioni,
volumetrie e quote altimetriche è stata governata e mediata in progetto fino ad
ottenere un risultato che riteniamo risponda in modo ottimale alle regole
progettuali sia sotto il profilo architettonico, tecnico, paesaggistico e
commerciale.
Al piede degli edifici si offre l’opportunità di creare una passeggiata pubblica
con slarghi e piazze. La viabilità che corre alle spalle degli edifici ad una quota
notevolmente maggiore è fiancheggiata da articolati spazi pubblici che
occasionalmente si affacciano sul parco con dei belvedere.
Dalla sistemazione alta del fronte di cava risulterà un parco urbano di
dimensione sconosciuta per Finale Ligure, articolato su fasce in pietra o su
pendio naturale, innervato da percorsi pedonali a cordonata e dal ricostituito
sentiero napoleonico.
La zona edificata a quota maggiore si attesta su una piazza belvedere che avrà
una vista paragonabile a quella da Verezzi.
6.6 Le funzioni pubbliche
Palazzetto dello sport
Il palazzetto dello sport di cui ai punti 1 e 5 delle regole progettuali della scheda
di PUC del DT1a, sarà realizzato nel Lotto 2 e comprenderà al suo interno
oltre alle funzioni tipiche anche circa 7.975 mq di parcamento interrato. Il
progetto dovrà essere redatto dal tecnico indicato dalla A.C.
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La città dello sport
La città dello sport in progetto, di cui al punto 2 delle regole progettuali della
scheda di PUC del DT1a, è situata nella parte più alta del lotto 5. Essa ha una
superficie di circa 12.460 mq (VA), dotata di un parcheggio pubblico in
struttura. Oltre ai necessari spazi di servizio (spogliatoi, gestione, ecc…) essa
comprende n.1 campo da calcio a 7, n.3 campi da tennis ed una pista
polivalente per la corsa e l’allenamento con aree di sosta. Comprenderà inoltre
la piscina in struttura di cui al punto 5 delle regole progettuali della scheda di
PUC del DT1a.
Sito archeologico delle Arene Candide
In ottemperanza alle regole progettuali del PUC, il PUO prevede un percorso di
accesso al sito archeologico attraverso la nuova area a parco urbano e spazi
dedicati alle attività connesse agli scavi.
La sistemazione del sito archeologico sarà attuata in base a specifici accordi
con la competente Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria (vedi
allegato 1).
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6.7 IL COMFORT ABITATIVO
Il primo punto di cui ci preoccuperemo sarà la messa in sicurezza dei fronti di
cava, poiché non possiamo immaginare un luogo da offrire al pubblico, anche
indipendentemente dagli insediamenti residenziali e turistici proposti, se non
viene garantita la sicurezza delle falesie soprastanti anche dai rischi minori di
distacco di pietre.
La stabilità globale del versante viene raggiunta con i criteri previsti, in linea di
massima, dal piano di chiusura della cava, modificati, ove necessario, al fine di
ottenere un risultato paesaggisticamente più adeguato alle caratteristiche
morfologiche del sito.
La sicurezza sui singoli fronti di cava non rimodellati dovrà essere verificata nel
dettaglio per ogni singolo fronte con sistemazioni che faranno parte integrante
dei progetti esecutivi legati allo P.U.O. poiché dipenderanno dalle
caratteristiche del fronte definitivo, ma anche dall’uso del territorio.
Saranno infatti di volta in volta difese attive, con chiodatura e tiranti nei punti
nevralgici, come per lo sperone che separa la zona alta dalla zona bassa, o
difese passive, come reti in aderenza o fasce di rispetto adeguate.
Si sottolinea a questo punto ancora una volta l’opportunutà di rimodellare la
parte centrale della cava, passando a gradoni di 5-7 metri invece che di 20
metri: sotto il profilo ambientale, paesistico e del comfort per il riutilizzo del
territorio la differenza sarebbe eclatante, poiché con queste pendenze in pochi
anni la rinaturalizzazione agli effetti visivi sarebbe completa. Potrebbe essere
ricavato anche un percorso pedonale molto gradevole, soprattutto in inverno a
ridosso della tramontana, ove ora si hanno solo aspri e dirupati gradoni.
Il lavoro potrebbe essere eseguito con tutte le garanzie paesistiche ed
urbanistiche in tempi brevi: lasciando inalterate le attuali pareti è indubbio che
l’impatto sotto il profilo visivo, termico ed acustico sarebbe tale da influire molto
negativamente sulle caratteristiche abitative dell’insediamento di quota 80.
L’abbassamento dei gradoni nella parte centrale del fronte, che va oltre gli
interventi di mera messa in sicurezza descritti nella relazione geologica,
sarebbe un elemento qualificante per la cicatrizzazione della cava.
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Una rinaturalizzazione non stravagante, ma di alto profilo naturalistico che
riproponga pendenze e morfologia simili a quelle della vallecola contigua al
confine con Borgio Verezzi, potrebbe essere la risposta ad una attesa ormai
quasi secolare al veder ricomposto questo prezioso fronte costiero.
Le scelte degli interventi fisici sull’ambiente operate ai fini del comfort abitativo
possono essere così riassunte:
abbassamento dell’altezza dei gradoni ovunque possibile almeno a 10 metri
e preferibilmente a 5 metri;
rivegetazione ovunque sia possibile;
concentrazione dei nuclei abitativi in zone panoramiche ma prima di tutto
defilate dai coni acustici diretti provenienti dall’Aurelia;
costruzione di barriere naturali ai fini di intercettare i suddetti coni acustici.
Infine riteniamo che la promiscuità delle attività, gli insediamenti residenziali
proposti a borgata, i tagli della ricettività turistica e residenziale, conferiscano
quel minimo di socialità e presenze destagionalizzate sufficienti a garantire la
vitalità e la qualità abitativa dell’insediamento.
6.8 SUPERAMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE
6.8.1 I percorsi e gli spazi pubblici
Nella progettazione del SUA si è tenuto conto di tutte le normative regionali e
nazionali in tema di superamento delle barriere architettoniche ed in particolare
delle disposizioni della legge del 9 gennaio 1989, n° 13 e succ. modificazioni
ed integrazioni, nonché dei criteri di progettazione elencati nel D.M. n. 236 del
14/6/89.
Negli spazi esterni pubblici e nei percorsi di accesso degli edifici sono stati
previsti percorsi caratteristiche tali da consentire la mobilità delle persone con
ridotte o impedite capacità motorie o che assicuri loro l'utilizzabilità diretta delle
attrezzature, dei parcheggi e dei servizi.
I percorsi presentano sempre pendenze adeguate e un andamento semplice e
regolare e sono privi di strozzature, arredi, ostacoli di qualsiasi natura che
riducano la larghezza utile di passaggio o possano causare infortuni. I dislivelli
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elevati potranno essere superate da ascensori.
A titolo puramente indicativo si riportano alcune soluzioni conformi da adottare
in caso di raccordo tra spazi fruibili a quote differenti.
Un congruo numero di parcheggi pubblici (>del 5%previsto) ha dimensioni
idonee per le manovre dei portatori di handicap; tali spazi indicati nelle
planimetrie di progetto (tav. 17) sono stati previsti in zone particolarmente
accessibili e opportunamente segnalati.
I percorsi accessibili dai disabili e le connesse attrezzature quali ascensori,
elevatori ecc, sono esemplificati nella tavola 17.
Un congruo numero di parcheggi pubblici (>del 5%previsto) ha dimensioni
idonee per le manovre dei portatori di handicap; tali spazi sono stati previsti in
zone particolarmente accessibili e opportunamente segnalati.
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Pagina 61 di 87

6.8.2 Il superamento delle barriere architettoniche negli edifici
I percorsi comuni di collegamento tra le diverse aree a servizi esterne
agli edifici (parcheggi, marciapiedi, spazi privati condominiali) sono
accessibili, e, se necessario, dotati delle necessarie rampe di accesso
per superare tutti i dislivelli in progetto.
Un congruo numero di parcheggi privati ha dimensioni idonee per le
manovre dei portatori di handicap; tali spazi indicati nelle planimetrie di
tav. sono stati previsti in zone particolarmente accessibili e
opportunamente segnalati. I posti auto privati di larghezza adeguata per
i disabili sono stati previsti in posizione vicina agli ascensori per ridurre
al massimo la lunghezza dei percorsi obbligati segnalati in planimetria .
Le tipologie previste in progetto sono dotate di accessibilità e tramite
ascensore dimensionato a norma che sale ai piani residenziali e scende
ai box.
Gli spazi condominiali sono stati previsti di dimensioni idonee per la
percorrenza e la facile manovrabilità.
Gli spazi comuni interni agli alloggi sono dimensionati in modo da
consentire la visitabilità a tutti gli alloggi.
Tutti gli alloggi di ciascuna delle tipologie residenziali potranno essere
adattati per i disabili con semplici modifiche ai servizi igienici. Gli alloggi
del piano terra potranno essere adattattati con maggiore facilità ed
usufruiranno anche di spazi aperti privati accesibili.
Gli edifici turistico–ricettivi RTA e locali commerciali e ad uso pubblico
si è tenuto conto di tutte le normative regionali e nazionali in tema di
superamento delle barriere architettoniche ed in particolare delle
disposizioni della legge del 9 gennaio 1989, n° 13 e succ. modificazioni
ed integrazioni, nonché dei criteri di progettazione elencati nel D.M. n.
236 del 14/6/89, predisponendo quanto necessario per adempiere agli
obblighi di legge in sede di progetto per il titolo abilitativo.
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7.0 LA DOTAZIONE DI SERVIZI E BILANCIO DEGLI STANDARD
In considerazione dell’enorme disponibilità di aree la dotazione di
spazi per servizi sia di tipo zonale (ossia di stretto interesse del
nuovo centro edificato), sia di livello comunale, risulta decisamente
sovradimensionata rispetto agli standard minimi previsti dal’art. 23
delle NGA del PUC.
Oltre alle aree per parcheggi pubblici, che risultano superiori alla
quantità minima prevista dal P.U.C., sono state individuate numerose
aree per servizi di interesse zonale e di interesse più generale a
scala comunale.
7.1 Le aree di interesse comune (IC)
Sono state individuate tre aree IC per complessivi mq. 12.707 circa.
Tali aree ospiteranno parte delle funzioni di eccellenza che la norma
di PUC considera fondamentali per caratterizzare l’intervento di
trasformazione di un’area dalle così elevate potenzialità
paesaggistico-ambientali, ovvero:
1. palazzetto dello sport
2. città dello sport
3. edificio a servizio del sito archeologico delle arene candide
4. piccolo edificio pubblico
5. piscina in struttura
La zona IC1, di circa mq 5.535, è un’area all’interno della quale si
prevede di collocare le funzioni di cui al punto 1 (Si veda in proposito
quanto già esposto al paragrafo 6.6).
Per quanto riguarda tali funzioni, la progettazione sarà eseguita
direttamente dal Comune tramite un progetto unitario.
La zona IC2, di circa mq. 713, rappresenta una piazzetta pubblica di
cerniera tra l’insediamento residenziale del lotto 1 e l’area a verde
pubblico che si affaccia sulla piscina privata collegata al centro di
talassoterapia.
La zona IC3, di circa mq. 6.276, posta a ponente dell’intervento è
un’area racchiusa da falesie molto suggestive, da destinare
prevalentemente ad area archeologica. Essa potrà quindi ospitare
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l’edificio da destinare al museo preistorico e ad un eventuale parco
tematico connesso al sistema di grotte ed ai siti di interesse
archeologico esistenti al contorno.
7.2 Le aree a verde attrezzato per il gioco e lo sport
Sono state individuate sull’altopiano che si otterrà a seguito del
riempimento dell’attuale voragine denominata “Glory-Hole” nella parte
più alta del lotto 5, la superficie complessiva della zona a verde VA è di
circa 12.460 mq. Oltre ai necessari spazi di servizio (spogliatoi,
gestione, ecc…) essa comprende un parcheggio pubblico in struttura,
n.1 campo da calcio a 7, n.3 campi da tennis ed una pista polivalente
per la corsa e l’allenamento con aree di sosta. Comprenderà inoltre la
piscina in struttura di cui al punto 5 delle regole progettuali della scheda
di PUC del DT1a.
7.3 Il parco urbano
Avrà una superficie di circa 168.604 mq. che non appena l’assetto
vegetazionale conseguente alla rinaturalizzazione avrà raggiunto il
livello minimo del processo evolutivo (circa 10 anni dopo la
piantumazione), costituirà un polmone verde di eccezionale rilevanza e
suggestione a disposizione di tutta la collettività.
Nella presente idea progettuale la rivegetazione del sito, unitamente ad
un intervento a basso indice di costruzione, costituisce l’elemento di
maggior pregio e nel contempo l’aspetto tecnico-botanico da curare con
assoluta attenzione in quanto sarà il fattore di più forte valenza
paesaggistica.
I versanti collinari e gli altopiani immediatamente a confine con la cava
presentano una vegetazione interessante, in quanto ancora ricca ed
integra delle speci botaniche tipiche della macchia mediterranea (es.
Orniello o Frassino della Manna, Quercia pubescens o Roverella, Pino
d’Aleppo, Leccio, Rosmarino, Pittosporo, Olivo, Cisto, Corbezzolo,
Mirto, Erica, Lentisco, Ilatro, Ginepro, Ginestra, ecc.).
La ricostituzione delle pendenze (35%) proposte da quota 80/100 sino a
quota 240/250 m.s.l.m. permetterebbe di ricreare una nuova macchia e
lecceto che costituirà la parte centrale di un parco urbano di oltre,
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mentre nelle aree insediate, da quota Aurelia a quota 80/100m.s.l.m.,
sono previsti muri in pietra per terrazzare un ampio uliveto che fascerà
completamente le due borgate e la strada di cornice.
Solo le falesie laterali rimarranno a testimonianza dell’odierna attività di
cava, ma saranno anch’esse corrette e rinaturalizzate sulle cenge.
L’effetto paesistico parallelo si può oggi cogliere nella attigua valle che,
poco più a Ponente della cava, sale dal cimitero posto lungo l’Aurelia
sino a Borgio Verezzi.
Qui macchia mediterranea e lecceta, falesie laterali ed identica
pendenza del declivio rappresentano il naturale modello a cui il nostro
progetto è ispirato.
In ogni caso gli interventi proposti risultano in linea con gli indirizzi del
P.T.C.P. ed in particolare con l’indicazione COL-ISS dell’assetto
vegetazionale.
All’interno del parco saranno recuperati i tracciati ideali dei percorsi
storici, soprattutto quello napoleonico, quello che conduce alla grotta
delle “Arene Candide” e quello che collega con la torretta di vedetta
saracena; un grande parcheggio a quota 95 m.s.l.m. serviranno da
base per i percorsi escursionistici sia all’interno del parco, sia per i
collegamenti ad altri percorsi esistenti al contorno che collegano
l’ambito con Borgio Verezzi, Final Borgo, l’entroterra del finalese, fino a
congiungersi con quelli dell’”Alta via dei monti Liguri”
7.4 Parcheggi pubblici
La dotazione di parcheggi pubblici è pari a circa 13.714 mq per il
residenziale/ricettivo, largamente superiori alla quantità richiesta
dallo standard minimo in rapporto al peso insediativo e superiore ai
10.000 mq richiesti dal PUC come quantità minima per l’ambito.
Nel complesso le aree pubbliche sopra descritte ammontano a
225.384 mq. circa. La tabella di seguito riportata descrive in dettaglio
la quantità di standard pubblici reperita, corrispondente alle singole
zone riportate sulla cartografia, rapportata alle quantità minime
richieste.
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7.5 Parcheggi pertinenziali
Secondo la norma di PUC i parcheggi pertinenziali devono soddisfare la
quantità minima di un parcheggio per ogni alloggio tenendo conto della
superficie minima di un decimo della volumetria residenziale in
progetto.
Per quanto riguarda le strutture turistiche (TA e RTA) la dotazione
minima è pari a 1 posteggio per ogni camera oltre ai posteggi di
servizio.
E’ stabilito comunque un massimo di 20.000 mq.
Secondo la tabella sottoriportata la superficie totale dei parcheggi
pertinenziali ammonta a 14.695 mq, superiore al minimo richiesto dalle
norme di PUC pari a mq. 8.419 .
Per quanto riguarda i parcheggi pertinenziali del settore commerciale è
soddisfatto la DCR 29/99 (per esercizi di vicinato con superficie di
vendita inferiore a 250 mq non sono richiesti parcheggi pertinenziali).
7.6 standard urbanistici
Le aree da destinare a standard saranno calcolate in base alla tabella
allegat all’art 23 delle NGA del PUC vigente
La tabella seguente indica le quantità di standard urbanistici conseguiti
con il P.U.O. in raffronto con le quantità minime indicate dal P.U.C.
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DESTINAZIONE D'USO
Verde pubblico
destinato a parco,
gioco e sport
RP
TA
TABELLA STANDARD URBANISTICI
P.U.C.
art.23 delle N.G.A.
60 mq ogni
100mq SLA
60 mq ogni
100mq SLA
CO ---
mq richiesti
16.838
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Intervento NOTE
mq conseguiti
TOTALE 19.742 199.146
Interesse Comune
RP
8+18 mq
ogni 100mq
SLA
TA ---
CO ---
TOTALE 7.296 12.524
Parcheggio
Pubblico
RP
TA
CO
10 mq ogni
100mq SLA
10 mq ogni
100mq SLA
40 mq ogni
100mq SLA
26.939 VP2+VP3+VP4+VP5+VP7+VA
168.604 VPU1+VPU2
2.904 3.604 VP1+ VP6
7.296 12.524 IC1b+IC2+IC3
2.806 12.006
TOTALE 3.882 13.714
TOTALE
AREE PUBBLICHE
DESTINAZIONE D'USO
Parcheggi Privati
Pertinenziali
TOTALE
RP
P.U.C.
art.23 delle N.G.A.
30 mq ogni
100mq SLA
mq richiesti
P1+P2+P3+P4+P5+P6+P7+P8 a raso
+P14+P15+P16+P17 in struttura
484 811 P12+P13 a raso
592 897 P9+P10+P11a raso
30.920 225.384
mq conseguiti
8.419 12.645
di cui 352 a raso e 12,293 in
struttura
TA --- 2.050 in struttura
CO ---
8.419 14.695

7.7 Viabilità
La presenza della SS. Aurelia costituisce un vincolo progettuale non
indifferente.
La presenza del terrapieno dell’Aurelia, costituisce un vincolo
morfologico molto forte che può essere ribaltato in senso positivo.
L’attuale muraglione a monte, opportunamente modificato, funge sia da
barriera anti rumore, sia da pista ciclabile e certamente da sicura
infrastruttura pedonale. Attualmente i pedoni e le biciclette si dividono in
modo improprio lo stretto marciapiede sito sul lato mare dell’Aurelia.
La viabilità interna consiste in una strada di cornice che porta al nucleo
edificato ed in una viabilità coperta contro terra finalizzata al
caricamento dei parcheggi dei complessi residenziali ed alberghieri. Si
crea così di fatto un circuito tale da non avere traffico veicolare in
superficie tra le aree edificate.
Come già accennato l’accesso al rimessaggio coperto avviene via mare
direttamente dalla spiaggia e via terra tramite accesso dedicato con
ingresso sotto il parcheggio del Centro Talasso Terapico.
Adeguati parcheggi sia privati che pubblici sono organizzati sotto gli
insediamenti ed in fregio all’Aurelia.
Una più modesta viabilità (strada bianca) prosegue sino al crinale della
Caprazoppa, per congiungersi tramite percorsi pedonali (veicolari solo
per mezzi di emergenza e di accesso ai due fabbricati di crinale) con gli
spazi pubblici delle quote superiori del versante di Levante, non
sfruttato in progetto né per insediamenti né per altre destinazioni.
La viabilità del progetto di S.U.A. viene illustrata nella tav. 8 e nello
studio specifico elaborato I.
7.8 I percorsi ciclabili
Gli interventi proposti sul fronte di cava in fregio alla Aurelia hanno il
duplice obiettivo di creare una sorta di barriera naturale ai fini del
comfort acustico oltre a garantire la continuità delle percorrenze
pedonali e ciclabili da e per Finale.
La futura dismissione della rete ferroviaria pone infatti il problema del
suo riuso che, nella volontà della Regione ad utilizzarla anche come
pista ciclabile, deve avere garanzia di continuità nelle progettazioni
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costiere interessate dalla dismissione della tratta ferroviaria.
Nella progettazione detta continuità è ricreata in quanto si propone
lungo l’Aurelia, ad una quota leggermente sopraelevata, una pista
pedonale-ciclabile che si snoda dall’attuale casello ferroviario alla area
piaggio passando sotto il promontorio nella vecchia galleria della
Aurelia.
7.9 Il parco e la spiaggia
L’intervento maggiormente caratterizzante la porzione fronte mare,
consiste in un parco con piscina, e la ricostituzione del fronte
spiaggia ad oggi quasi completamente scomparso, come meglio
descritto nella relazione idraulica.
Il primo intervento è ricavato in adiacenza ed a monte dell’Aurelia.
L’idea del Parco in luogo della Darsena prevista come una delle
possibili soluzioni nello Studio di Fattibilità, discende dalla
constatazione che le opere foranee avrebbero comportato
l’eliminazione di un pur esiguo tratto di beach-rock che costituisce in
microambiente tutelato.
Il parco sarà di uso pubblico. Dal prato si potrà accedere alla grande
piscina balenabile ed alla spiaggia. L’organizzazione di questo
grande spazio, che caratterizza tutto il frontemare dell’intervento ha
la funzione di sostituire il diretto contatto del mare tramite una piscina
di acqua di mare a filo orizzonte lunga circa 200 m. Ci sarà una
diretta comunicazione con le piscine interne delle strutture
talassoterapiche.
Il solarium della piscina è costituito da un grande prato bordato da
alberi a grande cupola, che creeranno la piacevolezza della “solis
umbra”.
La spiaggia, ormai quasi del tutto scomparsa nel suo tratto di
Levante e del tutto nel suo tratto di Ponente, potrà essere
completamente ricostituita tramite versamento di materiale idoneo al
ripascimento.
La stabilizzazione di questa sarà descritta nella allegata relazione
idraulica dell’Ing. Paolo Gaggero (v. Elaborato 7).
La spiaggia, che si estenderà per l’intero fronte del progetto nel
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ispetto dell’ambiente tutelato della beach-rock, avrà accesso
pedonale da scale ed ascensori accessibili dalla passeggiata e sarà
dotata di un’attrezzatura idonea per l’alaggio.
La dotazione di parcheggi pubblici è prevista immediatamente a
monte dell’Aurelia presso l’hotel ed il palazzotto dello sport, con
accessi dalla strada statale per chi proviene da ponente e con un
accesso dalla strada di impianto che proviene dalla aera Piaggio
attraverso la galleria esistente per chi proviene da levante.
8.0 SOTTOSERVIZI ED INFRASTRUTTURE A RETE
8.1 L’Acquedotto
L’acquedotto a servizio del nuovo intervento sarà alimentato da un
pozzo artesiano esistente presso l’attuale svincolo tra la Via Aurelia e
la S.P del Melogno. Di qui la tubazione sarà convogliata sotto la
nuova viabilità nella dismessa galleria della ferrovia. Al termine della
galleria una centrale di pompaggio spedirà l’acqua ad una vasca da
1000 mc sita a quota +105 m s.l.m. Da qui l’acquedotto sarà a
caduta, diviso in due dorsali: una per la parte alta del progetto ed una
per la parte bassa. L’elaborato grafico di riferimento è la Tavola 14b.
I fabbisogni possono essere preventivati in via di larga massima
come segue:
Tipologia Consumo orario
di punta
Alloggi n° 316 22 mc/h [calcolato
secondo UNI 9182]
Albergo 51 camere con 1 53,6 mc/h
ristorante – centro termale [calcolato secondo
piscine calde
UNI 9182]
(considerando albergo 4
stelle, una cucina da 150
coperti, una lavanderia per
piano e tovagliato da 1000
kg/giorno e 3 piscine da
15/20 mc cadauna)
Palazzetto dello sport con 21,7 mc/h
piscina (considerando [calcolato secondo
spogliatoi secondo
UNI 9182]
prescrizioni CONI – piscina
affluenza max
contemporanea 100
persone)
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Dimensione
accumulo
50.60 mc [per punta
di 2,3h]
134 mc/h [per punta
di 2,5h]
Note
sull’impianto
(1)
(1)
86,8 [punta di 4 h] (1)

30 unità commerciali
(fabbisogni calcolati
valutando la presenza del
5% di attività con specifico
consumo d’acqua es.
lavanderie, pescherie, ecc)
6,4 21,2 [punta di 3 h] (1)
TOTALE 103.70 mc/h 292.60 mc
8.2 Rete di raccolta delle acque bianche
Tutta la sistemazione della parte non insediata dell’area sarà
percorsa da una idonea rete di canalizzazioni superficiale e interrata.
Le tubazioni di raccolta principali delle acque bianche correranno
sotto le principali viabilità di progetto sino a due vasche di raccolta
con disoleatore sedimentatore, collegate a due vasche di pompaggio
acqua che spediranno l’acqua ad una vasca di raccolta dell’acqua
piovana da 1000 mc sita presso la vasca dell’acquedotto a quota
+105 m. Tale riserva sarà utilizzata per l’irrigazione degli uliveti e
degli spazi pubblici di progetto, nonché per eventuali finalità
antincendio, attraverso una rete indipendente parallela all’acquedotto
potabile. L’elaborato grafico di di riferimento è la Tavola 14b.
8.3 La rete di raccolta delle acque nere
La condotta principale a cui si immetteranno gli scarichi delle varie
utenze scenderà dalla parte alta dell’intervento sotto la strada di
impianto fino al bivio stradale al limite est del progetto, per proseguire
sino al depuratore nell’area Piaggio prima attraverso la galleria
dismessa della ferrovia e poi sotto il tracciato della attuale Aurelia. Gli
scarichi delle utenze della parte bassa del progetto saranno
convogliati verso la banchina portuale in una vasca di pompaggio. Da
qui i liquami saranno spediti in quota sino ad una braga di
immissione nella condotta principale descritta precedentemente.
L’elaborato grafico di riferimento è la Tavola 14b. Gli scarichi
possono essere preventivati in via di larga massima come segue: Il
calcolo è basato su dati statistici di contemporaneità utilizzando le
Unità di scarico [US] di cui alla norma UNI 9183. La pompa dovrà
essere in grado di rilanciare 2.051 unita di scarico totali (circa 70
mc/h).
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Tipologia Scarico di punta Scarico di punta Note sull’impianto
acque bianche acque nere
Alloggi n° 316 280 US [calcolato 1.000 US [calcolato (2)
secondo UNI
9183]
secondo UNI 9183]
Albergo 51 camere con 160 US [calcolato 400 US [calcolato
(2) (3)
1 ristorante – centro secondo UNI secondo UNI 9183]
termale piscine calde
(considerando albergo 4
stelle, una cucina da 150
coperti, una lavanderia
per piano e tovagliato da
1000 kg/giorno e 3 piscine
da 15/20 mc cadauna)
9183]
Palazzetto dello sport 60 US [calcolato 118 US [calcolato
(2) (3)
con piscina
secondo UNI secondo UNI 9183]
(considerando spogliatoi
secondo prescrizioni
CONI – piscina affluenza
max contemporanea 100
persone)
9183]
30 unità commerciali 4 US [calcolato 29 US [calcolato
(2)
(fabbisogni calcolati secondo UNI secondo UNI 9183]
valutando la presenza del
5% di attività con specifico
consumo d’acqua es.
lavanderie, pescherie,
ecc)
9183]
TOTALE 504 USn 1.547 USc 2.051 US totali
Si considera esclusa la contemporaneità di scarico/svuotamento
delle piscine.
8.4 Reti energetiche
Le reti energetiche saranno composte da:
- Rete gas metano – Italgas
- Rete elettrica – Enel
Nei paragrafi a seguire vengono precisati gli interventi previsti ed i
fabbisogni di larga massima dell’intervento.
L’obiettivo in termini energetici è quello di contenere i consumi e
realizzare una centrale fotovoltaica in grado di produrre i MWh/anno
elettrici richiesti dall’insediamento
La rete di distribuzione gas - Italgas
La tubazione principale si allaccerà all’attuale termine della rete
Italgas, che si trova presso il lato di ponente del Ponte della Via
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Aurelia sul Pora. Dopo un tratto sotto la via Aurelia stessa la condotta
passerà attraverso a dismessa galleria della ferrovia, per poi dividersi
presso la rotonda perseguire nei suoi due rami le viabilità di impianto
della parte alta e della parte bassa del progetto.
Dalla condotta principale saranno collegate le diramazioni verso le
varie utenze. L’elaborato grafico di riferimento è la Tavola 14a.
I fabbisogni possono essere preventivati in via di larga massima
come segue:
Tipologia Potenza installata Punta massima
richiesta
Alloggi n° 316 Produzione acqua
calda ad
integrazione solare
5,40 MW
2,70 MW
Albergo 51 camere con
1 ristorante – centro
termale piscine calde
[considerando: albergo 4
stelle una cucine da 150
coperti; una lavanderia
per piano e tovagliato da
1.000 kg/di e 3 piscine
calde con 15/20 mc
cadauna]
Palazzetto dello sport
con piscina
[considerando spogliatoi
secondo prescrizioni
CONI – piscina affluenza
max contemporanea 100
persone)
30 unità commerciali
[fabbisogni valutando la
presenza del 5% di
attività con specifico
consumo d’acqua es.
lavanderie, pescherie,
ecc]
TOTALE (per produzione
acqua calda sanitaria ad
integrazione solare)
Cottura 2,00 MW
Produzione acqua
calda centralizzata
ad integrazione
solare:
0.45 MW
Cucine
0,3 MW
Produzione acqua
calda centralizzata
ad integrazione
solare:
0.57 MW
Produzione acqua
calda se utilizzata
solo per servizi
igienici con solo
lavabi si può
produrre con boiler
elettrici locali
0,00 MW
8,72 MW
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0,30 MW
0.36 MW
0.24 MW
0.57 MW
0,00 MW
4,17 MW
Note sull’impianto
La punta massima di
consumo è determinata
per acqua calda
sanitaria per una
contemporaneità al
mattino pari al 50%
Cottura
contemporaneità pari al
15% dlla potenza totale
installata
La punta massima di
consumo di acqua calda
sanitaria si è
considerata una
contemporaneità di 80%
Cottura
contemporaneità pari a
80% della potenza
totale installata
La punta massima di
consumo è determinata
considerando una
contemporaneità pari al
100% del totale
installato
La punta massima di
consumo è determinata
in: Nel caso di impianto
autonomo si è
considerata una
contemporaneità di
“accensione al mattino”
pari al 70% del totale;
Il calcolo è effettuato
considerando la
massima richiesta con
tutto il complesso a
regime e funzionante

La rete di distribuzione elettrica - Enel
La linea di media tensione più accessibile in zona è quella di Borgio
Verezzi. Questa sarà fatta proseguire attraverso il progetto in
direzione ovest-est verso Finale Ligure con alcune diramazioni verso
le cabine Enel in progetto sotto la viabilità di impianto. Questo
probabilmente consentirà la dismissione della linea area che passa
sul crinale del promontorio della Caprazoppa, con notevole beneficio
ambientale.
Per ogni utenza importante, quali Hotel-talassoterapia, Palazzetto
dello Sport con Piscina, è prevista una Cabina elettrica MT/BT
dedicata.
Le restanti utenze, cioè alloggi residenziali, esercizi commerciali, città
dello sport e polo archeologico, saranno distinte tra le cabine 3,4 e 5,
del tipo MT/Utenze. L’elaborato grafico di riferimento è la Tavola 14c.
Il fabbisogno energetico può essere stimato come segue:
Tipologia Potenza Punta massima Note sull’impianto
installata richiesta
Alloggi n° 316 1, 05 MW 0,84 MW La punta massima di
consumo è determinata
nel caso di impianto di
condizionamento
presente nel 50% delle
abitazioni e considerata
una contemporaneità
pari al 80% del totale
installato;
Albergo 51 camere con 0,24 MW 0.2 MW La punta massima di
1 ristorante – centro
consumo è calcolata in
termale piscine calde
estate con impianto di
[considerando: albergo 4
condizionamento
stelle una cucine da 150
acceso pari al 85% del
coperti; una lavanderia
per piano e tovagliato da
1.000 kg/die] 3 piscine
calde con 15/20 mc
cadauna]
totale installato;
Palazzetto dello sport
con piscina
[considerando spogliatoi
secondo prescrizioni
CONI – piscina affluenza
max contemporanea 100
persone]
0.08 MW 0.06 MW La punta massima di
consumo è determinata
pari al 70% del totale
installato;
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30 unità commerciali
[fabbisogni valutando la
presenza del 5% di
attività con specifico
consumo d’acqua es.
lavanderie, pescherie,
ecc]
0.08 MW 0.07 MW La punta massima di
consumo è determinata
pari al 75% del totale
installato;
Totale 1,45 MW 1.17 MW
Allo stesso modo può essere stimato il consumo energetico annuo
(che sarà utile per stimare la potenza di picco della centrale
fotovoltaica prevista per sopperire alla richiesta energetica
dell’intervento).
Tenendo conto del consumo di 316 alloggi, un albergo da 51 camere,
un pallazzetto dello sport con piscina, 30 unità commerciali e
l’illuminazione esterna delle strade e del campo sportivo si stima un
consumo medio annuo pari a 900 MWh/anno.
8.5 Centrale fotovoltaica
Per soddisfare il fabbisogno energetico dell’intero complesso
urbanistico oggetto della presente relazione è necessaria una
centrale a pannelli fotovoltaici avente potenza di picco pari a circa
750 MWp
L ‘impianto fotovoltaico in oggetto sarà connesso alla rete di Media
Tensione a 50 Hz.
Tale impianto sarà cosi composto:
• Stringhe di pannelli fotovoltaici
• Quadro di campo
• Quadro inverter
• Inverter
• Interfaccia con la rete di distribuzione
• Strutture di sostegno
L’impianto di messa a terra sarà eseguito in accordo alla normativa
esistente
Il generatore fotovoltaico sarà composto da circa 3500 moduli
fotovoltaici aventi potenza pari a circa 200 Wp caduno per una
potenza complessiva stimata intorno a 750 kWp.
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Nell’ipotesi attuale il campo fotovoltaico sarà suddiviso
indicativamente in 4 sottocampi suddivisi in funzione del differente
angolo di azimuth delle stringhe.
La configurazione ipotizzata consente di sfruttare due zone
pianeggianti al di sopra del previsto campo sportivo rispettivamente a
circa 130 metri e 145 metri sul livello del mare e la fascia centrale dei
terrazzamenti posti su più livelli. Di tali terrazzamenti sarà sfruttata
solamente la fascia centrale per massimizzare l’esposizioni al sole
dei pannelli visto che le zone più laterali sarebbero penalizzate nelle
prime o nelle ultime ore del giorno a causa della vicinanza con la
sommità della collina retrostante
In particolare si ipotizza che i 4 sottocampi potrebbero essere così
formati:
Sottocampo 1:Installato su terreno in piano suddiviso in due lotti
adiacenti (circa 3300 mq).
Per coprire in maniera ottimale il campo si è stimato un angolo
di azimuth pari a 8 gradi sud est, una inclinazione delle file di
moduli pari a 25 gradi (angolo di tilt) ed un angolo di
ombreggiamento pari a 15 gradi.
La potenza complessiva di questo sottocampo sarà di circa 130
kWp.
Sottocampo 2: Installato su muro dei gradoni della cava esposti a
sud pieno (circa 220 ml).
Per massimizzare la produzione si dovranno installare nella
parte più alta del muro con una inclinazione sull’orizzontale pari
a 30 gradi (angolo di tilt).
L’orizzonte da est a ovest dovrà essere sgombero da elementi
che possano causare ombreggiamento. Considerando l’asse
nord sud, i pannelli dovranno essere completamente soleggiati
con un angolo di ombreggiamento non superiore a 14 gradi.
La potenza complessiva di questo sottocampo sarà di circa 83
kWp.
Sottocampi 3 - 4: Installati su muro dei gradoni della cava esposti a
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19 gradi sud-est (circa 1250 ml).
Per massimizzare la produzione si dovranno installare nella
parte più alta del muro con una inclinazione sull’orizzontale pari
a 30 gradi (angolo di tilt).
L’orizzonte da est a ovest dovrà essere sgombero da elementi
che possano causare ombreggiamento. Considerando l’asse
nord sud, i pannelli dovranno essere completamente soleggiati
con un angolo di ombreggiamento non superiore a 14 gradi
Ogni sottocampo avrà potenza pari a circa 270 kWp.
I gradoni presi in esame non sono tutti esposti perfettamente a
19 gradi sud-est e quindi si dovrà utilizzare più di un inverter.
Sarà, inoltre, necessario in fase realizzativa uniformare per ogni
inverter tale angolo di azimuth in modo da non incorrere in
piccole perdite prestazionali.
Avendo preso le precauzioni del caso per evitare eccessivi fenomeni
di ombreggiamento e considerando la potenza di picco del sistema
fotovoltaico, gli angoli di azimuth e di tilt considerati si può stimare
una produzione energetica annua di circa 900 MWh/anno.
9.0 RISPARMIO ENERGETICO
La collocazione degli edifici è posta in modo ottimale rispetto
all’esposizione solare ed al senso delle correnti eoliche. La
dispersione termica sarà minima considerato che la scelta
progettuale pone quasi tutti fabbricati ridossati alle pareti o esposti a
S/O. Gli interventi, rispetto alla legge 09/01/91 n. 10, saranno
progettati in modo da ottenere il massimo contenimento dei consumi
energetici, tramite:
• orientamento sud, sud/ovest delle unità ricettive
• intercapedine isolante sia verticale che orizzontale
• serramento in vetrocamera
• coperture piane fortemente coibentate
• coibentazione interna alle murature perimetrali e divisorie tra i
vari vani
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• rispetto dei valori limite delle trasmittanze termiche delle
strutture opache e trasparenti, verticali ed orizzontali imposti
dal D.Lgs. 29.12.2006 n. 311 – allegato C tabelle 2.1; 3.1; 3.2;
4a e 4b.
• rispetto della Legge Regionale del 29.05.07 n. 22 e il relativo
Regolamento di Esecuzione del 08.07.07 n. 6
• eliminazione dei ponti termici negativi
• impiantistica dimensionata in modo da eliminare lo
sbilanciamento dei flussi termici o affrescanti e quindi
ottenere il massimo rendimento
Per quanto riguarda il riscaldamento e il condizionamento, gli impianti
saranno realizzati a mezzo di pompe di calore le quali privilegeranno
lo scambio termico con acqua di mare la dove le condizioni di lay-out
lo permettano.
L’acqua calda sanitaria, invece, sarà significativamente prodotta
tramite collettori solari termici installati per esempio sulle coperture a
protezione dei parcheggi esposti al sole, o su altre strutture facendo
sempre in modo di non contrastare gli obiettivi architettonici preposti.
Sui gradoni ricavati nella roccia sovrastanti il complesso residenziale
saranno posti moduli fotovoltaici così da realizzare una centrale per
la produzione di energia elettrica descritta nel capitolo precedente
Si valuterà, inoltre, la possibilità tecnica e la convenienza economica
relative all’installazione di una pala eolica, nella zona dell’altopiano
oltre la collina, della potenza di circa 500 kW con altezza dal suolo di
circa 70 mt.
L’analisi della fattibilità della realizzazione sarà eseguita analizzando
le caratteristiche tecnico ambientali (costanza del vento, velocità del
vento, legislazione nazionale e regionale).
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SCHEMA UNIFILARE PER IMPIANTO
FOTOVOLTAICO DI POTENZA PARI A 700 kW
SCHEMA A BLOCCHI IMPIANTO
Si valuterà la possibilità tecnica e la convenienza economica relative
all’installazione di una pala eolica, nella zona dell’altopiano oltre la
collina, della potenza di circa 500 kW con altezza dal suolo di circa
70 mt.
L’analisi della fattibilità della realizzazione sarà eseguita analizzando
le caratteristiche tecnico ambientali (costanza del vento, velocità del
vento, legislazione nazionale e regionale).
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10.0 COSTI PRESUMIBILI PER L’ATTUAZIONE DELL’INTERVENTO
I costi totali presumibili per la realizzazione delle infrastrutture e delle
urbanizzazioni primarie e secondarie necessarie per l’attuazione
dell’intervento (evidenziati nella Tavola 13 e 14a-b-c) sono state
valutate in base al Prezzario Regionale opere edili dell’Union Camere
della Liguria e complessivamente riassunti nella Tabella B.
Tutti i costi illustrati nelle precedenti tabelle sono a carico del
soggetto attuatore.
Le opere di urbanizzazione accessorie, Piscina - Palazzetto dello
sport (IC1a) e Polo museale (IC3), non sono a carico del soggetto
attuatore e potranno essere realizzate dal Comune anche
successivamente.
E’ a carico del soggetto attuatore la bonifica e la preparazione
dell’area al fine della realizzazione degli interventi sopraindicati.
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TABELLA B - OPERE DI URBANIZZAZIONE - Costi presunti - allegato B alla convenzione
OPERE A CARICO DEL SOGGETTO ATTUATORE
Sigla Opera Mq. €/mq. Interesse operatore Interesse generale Tot. € Note
VP1+VP2+VP4+VP7 Verde Pubblico urbano
Verde Pubblico a macchia-bosco
8565 70,00 599.550,00 599.550,00
VP3+VP5+VP6
con percorsi 16069 40,00 642.760,00 642.760,00
PORZIONE VPU1 DA
RINATURALIZZARE
Parco Urbano a macchia-bosco
con percorsi 84000 40,00 3.360.000,00 3.360.000,00
VA Verde Attrezzato per lo sport 12460 100,00 1.246.000,00 1.246.000,00
IC3 Polo Archeologico 650.000,00 650.000,00
- Parco Archeologico(88164 mq)
Interesse Comune
250.000,00 250.000,00
IC2
P1+P2+P3+P4+P5+P6+P
7+P8+P9+P10+P11+P12
Piazza
728 150,00
109.200,00 109.200,00
+P13 Parcheggio Pubblico a raso 3220 50,00 161.000,00 161.000,00
P14+P15+P16+P17 Autorimessa Pubblica 10494 450,00 4.722.300,00 4.722.300,00
- Viabilità pubblica 20732 100,00 2.073.200,00 2.073.200,00 .
Comprende sia la sistemazione della
vecchia galleria di collegamento alla
ferrovia, sia il nuovo tratto di galleria sino
. Nuova viabilità in galleria 310000,00 310.000,00 310.000,00 all'incrocio con la via Aurelia
- Viabilità pubblica bianca 3083 65,00 200.395,00 200.395,00
- Spazi e percorsi pedon pubbl
Punti luce, sottoservizi
14079 150,00 2.111.850,00 2.111.850,00
-
idraul/elettrici 1250000,00 1250000,00 1.250.000,00
- Arredo urbano 25111 12,00 301.332,00 301.332,00
TOTALE 7.647.892,00 10.339.695,00 17.987.587,00
IC1
OPERE NON A CARICO DEL SOGGETTO ATTUATORE
Palazzetto dello sport con sist.
Area bonificata e messa in sicurezza –
esterne 5547 950,00 5.269.650,00 5.269.650,00 Opera non a carico del soggetto attuatore
- Strutture sportive sotto VA 3400 750,00 2.550.000,00 2.550.000,00 Opere non a carico del soggetto attuatore
Dati metrici desunti da progetto preliminare
- Autorimessa sotto VA 2100 450,00 945.000,00 945.000,00 del tecnico incaricato dal comune
Pagina 81 di 87
L’individuazione delle aree in
oggetto è rappresentata nella
TAV. n.7 del progetto di P.U.O.

1
2
3
4
5
6
7
8
9
CRONOPROGRAMMA DEI LAVORI
COMUNE DI FINALE LIGURE - PUO ARENE CANDIDE
CRONOPROGRAMMA DEI LAVORI
(organizzazione per semestri)
DESCRIZIONE LAVORI I° anno II° anno III° anno IV° anno V° anno NOTE
Sbancamenti e rimozione detriti
per messa in sicurezza fronte
cava
Sbancamenti parte alta e
riempimento Glory-Hole
Rinaturalizzazione: piantumazioni
e sistemazioni a verde
Viabilità alta (Lotti 4 e 5) e
relativi sottoservizi a rete: ENEL,
Gas, Acqua, Telecom ecc.
Lotto 5
Edifici residenziali e
urbanizzazioni relative
Lotto 4
Edifici residenziali e
urbanizzazioni relative
Viabilità bassa (lotti 1,2 e 3) e
relativi sottoservizi a rete: ENEL,
Gas, Acqua, Telecom ecc.
Lotto 2: Palazzetto dello sport e
sistemazioni esterne: IC1
Lotti 1: Albergo e centro
talassoterapico, edifici
residenzialie urbanizzazioni
relative; IC2.
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
Pagina 82 di 87
.

COMUNE DI FINALE LIGURE - PUO ARENE CANDIDE
CRONOPROGRAMMA DEI LAVORI
(organizzazione per semestri)
DESCRIZIONE LAVORI I° anno II° anno III° anno IV° anno V° anno NOTE
10 Lotto 3:, edifici residenziali
11
12
13
14
Completamento riempimento
Glory-hole e realizzazioni impianti
sportivi citttà dello Sport (VAlotto
5)
Messa in sicurezza e
preparazione area e viabilità per
zona IC3 - polo archeologico
Sistemazioni sentieri di cornice
(sentiero napoleonico ecc.),
completamento piantumazione
Ambito 1
Completamento viabilità: nuova
sistemazione passeggiata,
passerella, percorsi pedonali e
pista ciclabile con riattivazione
galleria.
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
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Allegato 1

Ministero per i Beni e le Attività Culturali
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA LIGURIA
LA CAVERNA DELLE ARENE CANDIDE
Programma Integrato di Conoscenza e Fruizione
DOCUMENTO PRELIMINARE ALLA PROGETTAZIONE
(art. 8, comma 1, lettera c) del regolamento sui ll.pp. di cui
al DPR 21/12/99 n. 554 e s.m.i
Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Liguria
Servizio IX Cooperazione Istituzionale e Sinergie Pubblico/Privato
Responsabile del Procedimento: Roberto Maggi
tel. 010 2488026 e-mail: rmaggi@beniculturali.it

Indice
PREMESSA.................................................................................................................................... 3
A) SITUAZIONE ATTUALE .................................................................................................. 7
B) OBIETTIVI GENERALI DA PERSEGUIRE E STRATEGIE PER RAGGIUNGERLI ............. 8
C) ESIGENZE E BISOGNI DA SODDISFARE ........................................................................... 10
D) VINCOLI DI LEGGE E QUADRO NORMATIVO RELATIVO AL CONTESTO IN CUI
L’INTERVENTO È PREVISTO................................................................................................... 14
E) DETTAGLIO DELLE OPERE PREVISTE........................................................................... 15
1. OPERE GENERALI DI SICUREZZA E OPERE INDISPENSABILI AL RIPRISTINO DELLA
FRUIZIONE PUBBLICA DELLA CAVERNA............................................................................ 15
2. PROTEZIONE FISICA DEL DEPOSITO................................................................................. 16
3. OPERE COMPLEMENTARI ALLA FRUIZIONE E ALLA RICERCA................................... 16
4. OPERE DI SUPPORTO ALLE ATTIVITÀ DI SCAVO ........................................................... 17
5. OPERE PER LA VALORIZZAZIONE E LA PROMOZIONE DEL SITO ............................... 18
6. RIPRESA DELLE RICERCHE................................................................................................. 19
7. MUSEALIZZAZIONE DEL SITO ........................................................................................... 19
8. REALIZZAZIONE DI STRUTTURE LOGISTICHE ............................................................... 20
9. ALLESTIMENTO DEL PARCO DEL PAESAGGIO PREISTORICO ..................................... 20
F) LIMITI FINANZIARI DA RISPETTARE, STIMA DEI COSTI E FONTI DI
FINANZIAMENTO (QUADRO ECONOMICO) ...................Errore. Il segnalibro non è definito.
G) FASI DI PROGETTAZIONE DA SVILUPPARE, LORO SEQUENZA LOGICA E TEMPI
DI SVOLGIMENTO...............................................................Errore. Il segnalibro non è definito.
H) CRONOPROGRAMMA .............................................Errore. Il segnalibro non è definito.
I) QUADRO ECONOMICO ...............................................Errore. Il segnalibro non è definito.

PREMESSA
Il valore culturale del sito
Le Arene Candide erano una duna di sabbia quarzosa, bianca (candida) che i venti
dell’ultima glaciazione, che
soffiavano con potenza
doppia di quella attuale,
addossarono al versante
occidentale del promontorio
della Caprazzoppa. Ritratta in
alcune fotografie dei primi
anni ’20 del novecento, la
duna è stata completamente
rimossa dall’industria degli
abrasivi. La cava di sabbia di
quarzo ha successivamente
lasciato il posto ad una
grande cava di calcare che ha
determinato l’attuale Figura 1 La Caverna delle Arene Candide, prima dell’inizio dei lavori di cava (ca. 1920)
(degradata) situazione paesaggistica.
L’ampia caverna, localmente nota un tempo come “armassa”, che si apriva presso
uno dei vertici della duna, è entrata nella letteratura archeologica come “Caverna delle
Arene Candide” dopo gli scavi che Arturo Issel, fondatore dell’Istituto di geologia
dell’Università di Genova, vi condusse fra il 1864 e il 1876 per provvedere reperti al
nascente Museo Nazionale Etnografico e Preistorico (ora Museo Nazionale e
Soprintendenza Speciale per la Preistoria e l’Etnografia “Luigi Pigorini”, Roma –EUR).
La caverna è ora ubicata sul margine superiore del ciglio ovest della ex- cava Ghigliazza,
circa 90 metri sul livello del mare, verso il quale presenta tre grandi aperture che la
rendono, oggi come nel passato, relativamente illuminata ed asciutta. Attualmente si
accede alla caverna dall’alto, con un percorso via Borgio che implica circa 30 minuti a
piedi.
La celebrità internazionale deriva dai fortunatissimi scavi che Luigi Bernabò Brea
(primo Soprintendente Archeologo della Liguria) e Luigi Cardini (membro dell’Istituto
Italiano di Paleontologia Umana) condussero negli anni 1940-42 e 1948-50 nella
porzione sud orientale della caverna. Come noto quegli scavi conseguirono quella che
ancora oggi è la più articolata stratigrafia del Mediterraneo (dal Paleolitico superiore
gravettiano fino all’epoca bizantina = da 26000 a. C. al VII sec. d.C), in un contesto
ambientale di giacitura estremamente favorevole alla buona conservazione dei reperti,
soprattutto delle ossa e del materiale combusto. I resti delle ben 19 sepolture paleolitiche
rinvenutevi, oltre a costituire uno dei più consistenti complessi funerari paleolitici del
mondo, sono senz’altro quelli di gran lunga meglio conservati, con tutte le implicazioni
sulla qualità delle informazioni scientifiche che gli antropologi possono attingere.
L’importanza della Caverna delle Arene Candide è testimoniata da sei monografie
e varie decine di pubblicazioni scientifiche, per la maggior parte in inglese.

A tale assoluto rilievo fra gli addetti ai lavori non corrispondono adeguate forme
di fruizione, né del sito, né dei reperti e delle informazioni scientifiche conseguite dagli
studi finora effettuati. Il sito e’ visitabile solo occasionalmente da piccoli gruppi, previ
macchinosi accordi con la Soprintendenza per i Beni Archeologici, mentre le
musealizzazioni risalgono in parte agli anni ’50 (Museo di Archeologia Ligure) e
riflettono le limitate risorse di un piccolo comune (Finale Ligure).
Gli scavi non hanno mai raggiunto il fondo della caverna, che alcune prospezioni
geoelettriche pongono alcuni metri più in basso della massima profondità raggiunta nel
1942 col piccolo sondaggio di 2mx2m che centrò in pieno la sepoltura del principe. E’
perciò possibile che si conservino intatti gli strati che contengono la registrazione del
cruciale passaggio/sostituzione fra l’Uomo di Neandertal e la nostra specie, l’Uomo
Sapiens, avvenuto attorno a 35000 anni fa.
Ma è l’intero deposito paleolitico ad essere in gran parte tuttora in posto, in attesa
di esplorazione, dato che gli strati pleistocenici vennero individuati per la prima volta nel
1941, mentre tutti gli scavi precedenti si erano arrestati alla base del neolitico. Si può
valutare che meno del 20% del deposito paleolitico sia stato a oggi esplorato.
Visti i risultati conseguiti in precedenza, si può
presumere che la ripresa degli scavi produrrebbe altri
ritrovamenti di rilevanza internazionale, comprese
sepolture paleolitiche analoghe a quella del
“Principe”, depositata nel Museo di Genova Pegli,
che i Finalesi reclamano forse inutilmente, posto che
il Comune di Genova finanziò gli scavi 1940-42
nell’ambito di una convenzione col Ministero che
destinava i ritrovamenti al museo civico genovese.
La chiusura della cava alcuni anni or sono, ed
il successivo progetto di recupero e urbanizzazione
attualmente in corso di approvazione, pongono la
questione della ripresa degli scavi nel quadro di un
intervento strategico più ampio, che miri ad
ottimizzare e armonizzare le opportunità di ricerca
sia con le ovvie esigenze di tutela, sia con le crescenti
esigenze di valorizzazione e uso.
Figura 2 L’area della cava Ghigliazza e il promontorio
della Caprazoppa vista dalla sommità della scalinata
d’accesso alla Caverna

Bibliografia
L’imponente quantità di dati e informazioni prodotta dagli scavi ha dato luogo a
numerose pubblicazioni scientifiche.
MONOGRAFIE
BERNABÒ BREA L., 1946, Gli scavi nella Caverna delle Arene Candide. vol I. Gli
strati con ceramiche, Istituto di Studi Liguri, Bordighera.
BERNABÒ BREA L., 1956, Gli scavi nella Caverna delle Arene Candide. Gli strati
con ceramiche, vol. 2, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera.
SERGI S., PARENTI R., PAOLI G., 1974. Il giovane paleolitico della caverna delle
Arene Candide, Memorie dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana, n.s.,
2, pp. 13-38, Roma.
AA. VV., 1980. Studi di Paletnologia, Paleontropologia, Paleontologia e
Geologia del Quaternario, Memorie dell’Istituto Italiano di Paleontologia
Umana, 3, Roma.
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(Savona, Italy): New Studies on the 1940-42 Excavations, Quaternaria Nova,
IV, Roma.
MAGGI R. (ed.), 1997. Arene Candide: A Functional And Environmental
Assessment of the Holocene Sequenze (Excavations Bernabò Brea-Cardini
1940-50) in Memorie dell’Istituto Italiano di Paletnologia Umana, n.s., 5,
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TINÉ S., (ED.), 1999. Il Neolitico nella Caverna delle Arene Candide (scavi 1972-
1977), Collezioni di Monografie Preistoriche e Archeologiche, X, Istituto
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SELEZIONE DI ARTICOLI SCIENTIFICI
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BAÏSSAS P., 1974. Les conditions sédementologiques du passage Würm Final-
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XVI Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di Presitoria e Protostoria in Liguria
(3-5 novembre 1973), Firenze:111-112.
BRANCH N., 1997. Palynological Study of the early and middle Neolithic Cave
deposits of Arene Candide: Preliminary Results: in R. MAGGI (ed), 199790-102.
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di Paletnologia, Paleontropologia, Paleontologia e Geologia del
Quaternario, Memorie dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana, 3, Roma
CASSOLI P.F., 1980. L’Avifauna del Pleistocene superiore delle Arene Candide,
in AA.VV, Studi di Paletnologia, Paleontropologia, Paleontologia e Geologia

del Quaternario, Memorie dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana, 3,
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Paleontologia Umana, 3, Roma.
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STARNINI E., VOYTEK B., 1997. The Neolithic Chipped Stone Artefacts From The
Bernabò Brea –Cardini Excavations in R. MAGGI (ed), 1997:349-426.

A) SITUAZIONE ATTUALE
L’attuale accesso alla Caverna avviene tramite una strada sterrata che parte da Via
della Cornice, nel comune di Borgio-Verezzi. Questo percorso sovrasta di qualche metro
l’antico tracciato della c.d. Via Napoleonica che collegava Final Borgo a Verezzi e che si
interrompe poco oltre la Caverna, tagliata dalla Cava Ghigliazza (l’accesso alla Caverna
avveniva originariamente dal basso, dall’area attualmente occupata dalla Cava).
La via di accesso attuale nel primo tratto è costituita da una strada sterrata
percorribile a piedi e da mezzi fuoristrada che, all’altezza di una piccola cappella, si
dirama in una scalinata che porta alla Caverna. La strada sterrata presenta
pavimentazione irregolare e frequenti massi affioranti. La scalinata presenta alzate
irregolari tali che la rendono inadatta al pubblico. Mancano i corrimani, il versante
prospiciente non è messo in sicurezza.
L’area antistante alla Caverna, realizzata tramite un terrazzamento artificiale, si
presenta in buone condizioni e offre una vista panoramica molto gradevole. Nel corso
degli anni il terreno di risulta dello scavo si è accumulato fino a nascondere il pozzo di
carico del montacarichi e ad alzare il livello del terreno di una decina di centimetri. La
parete soprastante alla Caverna non è mai stata pulita e presenta alcune situazioni
potenzialmente pericolose da rimuovere manualmente.
Per ovvi motivi di salvaguardia la Caverna non è segnalata in alcun modo. Il
sentiero di accesso alla Caverna condivide il primo tratto con quello per le palestra di
roccia è solo una sbarra metallica blocca idealmente l’accesso al sito.
Una porta metallica chiude l’accesso alla seconda parte della scalinata. Tale porta
munita di lucchetti chiude una recinzione di rete metallica facilmente violabile.
L’ingresso vero e proprio della Caverna è chiuso da una cancellata a sbarre di
ferro, cementata alla roccia, dotata di un cancello chiuso da due lucchetti. Nel corso degli
ultimi cinque anni sono stati segnalati e denunciati alcuni tentativi di incursione
all’interno della Caverna e almeno in un’occasione ignoti sono riusciti ad entrare nella
Caverna dopo effrazione dei cancelli.
In seguito alla fine dei lavori di estrazione della vicina Cava Ghigliazza la Caverna
è attualmente priva di allaccio alla rete elettrica; l’elettricità, indispensabile, alle ricerche e
alla fruizione del sito è garantita da un generatore a gasolio che risulta però rumoroso e
inquinante.
L’acqua, necessaria alle operazioni di flottazione e ad altre attività di studio è
fornita tramite un collegamento volante all’acquedotto con l’ausilio di una pompa
elettrica e di una cisterna situata alla sommità della scalinata.
Un primo, limitato, intervento per la fruizione della Caverna risale al 1996 quando
sono state allestite delle passerelle e l’illuminazione per la visita dei convegnisti del XIII°
Congresso internazionale di scienze preistoriche e protostoriche celebratosi a Forlì. Tale
intervento è tuttavia insufficiente per la fruizione pubblica.
Gli ultimi scavi archeologici sistematici, risalgono agli anni Settanta. Finanziamenti
minimi e saltuari non hanno permesso la necessaria pianificazione delle ricerche e degli
interventi di valorizzazione.

Il presente progetto si inserisce nell’ambito della prevista riqualificazione dell’area
dell’ex Cava Ghigliazza (Distretto di trasformazione 1 Marina Zona di Ponente a)
promontorio della Caprazzoppa – individuato dal PUC del Comune di Finale Ligure).
B) OBIETTIVI GENERALI DA PERSEGUIRE E STRATEGIE PER
RAGGIUNGERLI
OBIETTIVI
Il presente progetto si pone i seguenti obiettivi prioritari:
1. ripresa sistematica degli scavi archeologici e realizzazione di un vasto programma
di ricerche multidisciplinari;
2. divulgazione dei contenuti a tutti i livelli;
3. fruibilità pubblica del sito;
4. promozione dell’inserimento della Caverna delle Arene Candide a status di
patrimonio mondiale UNESCO;
STRATEGIE
RAPPORTO CON IL CIVICO MUSEO ARCHEOLOGICO DEL FINALE
Sul territorio del comune di Finale Ligure opera un efficiente Museo archeologico
(Civico Museo Archeologico del Finale). Dei 15.000 visitatori annui del museo circa i tre
quarti manifestano l’interesse alla visita del sito delle Arene Candide, le cui collezioni
costituiscono il principale nucleo espositivo del Museo.
Il presente progetto metterà a disposizione il “luogo del rinvenimento” nel duplice
aspetto “emotivo” e “storico” (divulgazione della storia delle ricerche di paletnologia e di
paleontologia umana).
La fruizione della Caverna non potrà perciò essere disgiunta da quella del museo
in un rapporto virtuoso di reciproca valorizzazione.
Per quanto logisticamente possibile il visitatore fruirà direttamente dell’ evento
costituito dallo scavo archeologico condotto nella Caverna.
LA CAVERNA
Il modello principale della divulgazione didattica e della fruizione della Caverna è
individuato nel rapporto diretto di comunicazione/divulgazione tra ricercatore e
pubblico. Le visite saranno infatti guidate direttamente da membri dei gruppi di ricerca,
che opereranno nella Caverna, e si svolgeranno preferibilmente durante l’esecuzione dei
lavori.
Tali soggetti si avvarranno di sostegni multimediali, di manufatti e di poche e
adattabili riproduzioni grafiche.
L’allestimento avrà cura di non offuscare “l’effetto Caverna”. Pertanto sarà
necessario valutare attentamente la dimensione e il numero degli apparati didattici. Che
non dovranno risultare sovrabbondanti. In linea di massima si potrà ricorrere a:

- un grande schermo (ricavato direttamente sulla struttura di chiusura della Caverna), sul
quale verrà proiettato il cambiamento del paesaggio esterno intervenuti negli ultimi
25.000 anni, al fine di suscitare una sensazione di immedesimazione nel visitatore che ,
dall’interno della Caverna, si troverebbe a percepire lo spazio esterno come fosse stato
trasportato nel tempo;
- installazioni didattiche multimediali (ologrammi, utilizzo di suono registrato attivabile
dalle guide...);
Un possibile sviluppo successivo potrà riguardare la parte della Caverna non
interessata da depositi antropici (ramo laterale), di moderato interesse speleologico, che
potrà costituire uno scenario per ulteriore attività didattiche mirate.
LA STAZIONE LOGISTICA
Considerata la scarsa visibilità dalla via di traffico principale del tratto di costa
(Aurelia) su cui si affaccia la Caverna, è necessario un collegamento all’area di prevista
urbanizzazione , ripristinando l’antico accesso dal lato mare. A questo scopo si prevede
la realizzazione di una stazione logistica ai piedi della falesia sottostante la Caverna, e di
un impianto di risalita.
Si prevede di realizzare una nuova struttura che preveda anche il recupero di
manufatti esistenti ubicata nell’estremità occidentale dell’area urbanizzanda,
comprendente:
a) laboratorio di supporto all’attività di scavo (documentazione, microscopio,
fotografie, verifica e montaggio filmati, redazioni e archivio schede/rilievi,
pre-archiviazione reperti ecc.) e per il primo intervento di documentazione,
salvaguardia e consolidamento dei reperti;
b) foresteria ricercatori;
c) esposizione premuseale di particolari aspetti innovativi della ricerca in corso;
d) sala multimediale per riunioni di lavoro ma anche aperta al pubblico per
accesso guidato in rete ai siti/musei di interesse paleolitico e archeologico in
genere;
e) sala didattica di preparazione alla visita alla Caverna;
i) accoglienza, biglietteria, bookshop, guardaroba ...
L’attuale via d’accesso alla Caverna, tramite la cd strada napoleonica, non
permette l’accesso alla Caverna ai disabili.
Realizzando un sistema di risalita che colleghi la stazione logistica alla Caverna, si
sarà in grado di ripristinare l’antico accesso “via mare” collegando funzionalmente
l’intero percorso di fruizione e permettendo l’accesso ai disabili.
IL PARCO DEL PAESAGGIO PREISTORICO
Gli studi archeobotanici, archeozoologici e geoarcheologici finora eseguiti, hanno
provvisto indicazioni circostanziate sui paleopaesaggi dell’area circostante come sono
stati determinati dall’evolversi dell’intreccio fra cambiamenti climatici e cambiamenti dei
sistemi e delle pratiche di uso delle risorse ambientali.

Tali informazioni sono suscettibili di venire convenientemente rielaborate, per attuare
nell’area a monte della prescritta “rinaturalizzazione” dei versanti della ex-cava un parco
del paesaggio preistorico, da sviluppare su non meno di 3ha e articolato su tre principali
temi paesaggistici:
i) del periodo glaciale, (paleolitico superiore, 25/20.000 anni fa) con copertura
forestale aperta, a conifere, popolata di ungulati e fauna “fredda”, ricca di animali
di piccola taglia e di uccelli, tutti oggetto di caccia anche da parte dei bambini;
ii) del bosco “a mosaico” di latifoglie del postglaciale, dominato dalle querce, dove
intorno al 6000 avanti Cristo i “pionieri” neolitici iniziarono la loro lenta ma
inesorabile opera di trasformazione, con la costruzione dei primi campi e con
l’elaborazione originale di pratiche forestali finalizzate all’allevamento;
iii) dell’origine della macchia mediterranea intorno al 4000 a.C., conseguenza della
introduzione dell’uso del fuoco controllato per gestire la copertura vegetale e
ampliare quegli spazi di pascolo sempre più necessari al successo demografico del
Neolitico;
Gli ambienti naturali, costituiti dal Parco saranno integrati nell’offerta divulgativa e
potranno ospitare stage , seminari e dimostrazioni di archelologia sperimentale connessi
alle problematiche della ricerca.
Il percorso di fruizione trarrà origine, da un lato dalla Caverna e dall’altro sarà
connesso al percorso della cd “Via Napoleonica”.
La componente “vivente” del parco sarà quella vegetale, mentre il popolamento
faunistico potrà essere evocato in pannelli di vetro su cui serigrafare opere d’arte
preistoriche raffiguranti animali e/o scene di caccia .
LISTA DEL PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITA’ (UNESCO)
Al fine di promuovere l’inclusione della Caverna delle Arene Candide allo status di
Patrimonio Mondiale UNESCO si propone la definizione di una candidatura relativa alla
Prima Umanità della Liguria che includa gli altri due siti di rilevanza internazionale della
Liguria: le Grotte di Toriano e i Balzi Rossi (presenti già in alcuni studi tematici
ICOMOS).
In via preliminare, per raccogliere la documentazione necessaria all’inclusione
nella Tentative List e all’eventuale, successiva, preparazione del Dossier relativo alla
Candidatura, con il presente progetto s’intende realizzare un primo sistema di
valorizzazione che includa tutti i siti della Preistoria ligure, comprensivo di proposte per
l’aggregazione delle eccellenze.
C) ESIGENZE E BISOGNI DA SODDISFARE
PREMESSA
I nuovi programmi scolastici prevedono lo studio della preistoria dell’uomo nei
primi due anni della scuola primaria, perciò, nel prossimo futuro, emergerà il bisogno di
“sapere” circa la storia più antica della nostra specie.
L’emergere di una domanda di “Preistoria” è peraltro dimostrato dalla notevole
fortuna di siti quali Atapuerca (Castiglia), Altamira (Cantabria), Lascaux (Dordogna),

Tautavel (Pirenei), Quinson (Provenza) e , in Liguria, le grotte di Toirano (oltre 100.000
visitatori annui).
Vi è poi un’esigenza locale, di immagine, che chiede di vedere adeguatamente
valorizzato un monumento ben noto a livello internazionale ma di cui gran parte della
popolazione locale ha solo sentito parlare, senza mai poterlo sentire “proprio”.
La ripresa e la conduzione di ricerche archeologiche sistematiche, con il probabile
rinvenimento di sepolture paleolitiche, potrà finalmente riparare il “torto storico” della
collocazione al Museo di Genova Pegli della sepoltura del “Principe”.
DEFINIZIONE DEL BISOGNO E DIMENSIONAMENTO DELLA DOMANDA
La domanda potenziale è sicuramente elevata, per la notorietà internazionale del
sito. Gli attori sono rappresentati da addetti ai lavori, cultori di archeologia, di storia e di
antropologia, scuole, residenti e turisti, desiderosi di avvicinare il monumento. Per
quanto riguarda la domanda di questa ultima categoria di potenziali visitatori si può
notare come, nel solo comune di Finale Ligure, ai 12.700 residenti o abitanti stabili si
devono sommare circa 30.000 residenti stagionali (24.000 ospiti in seconde case e 6.000
circa in strutture ricettive).
La prevista riqualificazione e il riassetto urbanistico dell’area limitrofa alla Caverna
(Area Ex Cava Ghigliazza), che aumenteranno il turismo di qualità nell’area, costituisce
un elemento ulteriore per rivedere al rialzo le stime sul dimensionamento della domanda
potenziale.
TAB.1 - DOMANDA ATTUALE E POTENZIALE
N DESCRIZIONE UTENTI ATTUALI
1
Fruizione riservata ai ricercatori e eccezionalmente a piccoli gruppi in
accordo con la Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria
250
UTENTI POTENZIALI
2
Opere varie di adeguamento e valorizzazione della Caverna per la
fruizione pubblica
3.000
3
Integrazione della visita alla Caverna con il Museo Archeologico del
Finale
15.000
4 Parco archeologico ambientale e strutture logistiche 30.000
ANALISI DELL’OFFERTA
TOTALE 48.250
A livello comunale, esistono due realtà, che per offerta sono complementari alla
Caverna: si tratta del Museo Archeologico del Finale (15.000 visitatori annui), cui il
presente intervento si relaziona direttamente e le Grotte di Borgio Verezzi (30.000
visitatori annui), di interesse esclusivamente speleologico.
Le Grotte di Toirano con circa 100.000 visitatori annui dimostrano la dimensione
della domanda potenziale qualora le realtà locali già attive vengano integrate con il valore
aggiunto della Caverna, come prefigurato da questo progetto.

TAB 2 – INFRASTRUTTURE E SERVIZI GIÀ ESISTENTI SUL TERRITORIO
N
COMUNE/
CIRCOSCRIZIONE
DENOMINAZIONE
INFRASTRUTTURE E SERVIZI
DIMENSIONAMENTO
UTENZA
BACINO
1 Toirano Grotta della Basura
Internazionale. 108.000
rilevati nel 1999
visitatori
2 Borgio Verezzi Grotte
Interesse locale . 30.000 visitatori
annui in media.
3 Finale Ligure Civico Museo del Finale Interesse nazionale 15.000 visitatori
TOTALE 150.000 ca.
ANALISI DEI PUNTI DI FORZA E DEI PUNTI DI DEBOLEZZA ATTUALI DELLA
CAVERNA DELLE ARENE CANDIDE
PUNTI DI FORZA
- carattere eccezionale ed evocativo dei ritrovamenti paleolitici, di rinomanza
internazionale,
- importante sequenza olocenica soprattutto per quanto riguarda l’origine
dell’agricoltura, dell’allevamento e della navigazione mediterranea;
- il buono stato di conservazione e alto livello qualitativo dei reperti aggiunge
maggiore attrattiva ad eventi di valorizzazione collegati all’esposizione dei reperti;
- la lunga storia delle ricerche che permette collegamenti e relazioni disciplinari
aggiuntive;
- vocazione scenografica della caverna e della collocazione;
- grande visibilità delle Arene Candide all’interno del panorama della preistoria
italiana;
- presenza del Museo del Finale in grado di svolgere parte delle attività di supporto
alla fruizione (biglietteria, didattica, logistica…)
PUNTI DI DEBOLEZZA
- difficile accesso al sito;
- finanziamenti ministeriali minimi e saltuari e conseguente difficoltà nella
programmazione pluriennale della ricerca per la discontinuità dei finanziamenti;
- la mancanza di una struttura universitaria di riferimento limita fortemente le
risorse impiegate nello studio dei dati;
- la dispersione del materiale proveniente dagli scavi passati non permette una
collocazione museale in grado di valorizzare pienamente il sito;
- scarsa considerazione pregressa del valore del sito nelle politiche degli enti locali,
comune, Provincia, Regione;

ENTI PUBBLICI POTENZIALMENTE O EFFETTIVAMENTE COINVOLTI CHE HANNO O
POSSONO AVERE RELAZIONE CON IL SITO
Museo Nazionale e Soprintendenza Speciale per la Preistoria e l’Etnografia “Luigi
Pigorini”, Roma –EUR
Regione Liguria
Dipartimento Ricerca, Innovazione, Istruzione, Formazione, Politiche Giovanili,
Cultura e Turismo
Via Fieschi, 15 – Genova (GE)
Dipartimento Pianificazione Territoriale (Progetto Aurelia)
via D'Annunzio, 113 – Genova (GE)
Provincia di Savona
Via Sormano, 12 – Savona (SV)
Comune di Finale Ligure
Via Pertica, 29 – Finale Ligure (SV)
Comune di Borgio Verezzi
Via Municipio, 17 - 17022 Borgio Verezzi (SV)
Museo Archeologico del Finale
Chiostri di Santa Caterina – 17024 Finale Ligure Borgo (SV)
Grotte di Borgio Verezzi
Borgio Verezzi (SV)
Riviera delle Palme
Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica IAT Sede di Finale Ligure
Via San Pietro, 14 – 17024 Finale Ligure (SV)
Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica IAT Sede di Finale Ligure Borgo
Piazza Porta Testa – 17024 Finale Ligure Borgo (SV)
Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica IAT Sede di Borgio Verezzi
Via Matteotti, 158 – 17022 Borgio Verezzi (SV)
Museo di Archeologia Ligure – Villa Pallavicini
Via Pallavicini, 11 – Genova (GE)
Istituto Italiano di Paleontologia Umana
Piazza Mincio, 2 – 00198 Roma

Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria
Via Sant’Egidio, 21 – 50122 Firenze (FI)
Università di Pisa
Dipartimento di Etologia, Ecologia, Evoluzione – Unità di Antropologia
D) VINCOLI DI LEGGE E QUADRO NORMATIVO RELATIVO AL
CONTESTO IN CUI L’INTERVENTO È PREVISTO
La Caverna delle Arene Candide è sottoposta a vincolo archeologico diretto ai
sensi del DM del 9.4.1910 e DM del 17.5.43.
La caverna appartiene al Demanio culturale ed è in consegna alla Soprintendenza
per i beni archeologici della Liguria (declaratoria ministeriale del 3 maggio 1997,
particelle n. 267, 268 del F. 42, Finale Ligure).
La zona su cui sorge la Caverna ricade nel: Distretto di trasformazione DT1
Marina Zona di Ponente, sub-zona a) l’area a ovest del promontorio della Caprazoppa
come definito dalla scheda di Progetto definitivo del Piano Urbanistico Comunale,
contenente proposta di varianti al P.T.C.P , adottato con Delibera di C.C. n. 48 del
12/07/2006
QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO RELATIVO AL DT1
• L.R. n° 39/1984 Piani di Coordinamento Territoriale di nuova generazione, i PTC
• L.U.R. n° 36/1997 Legge Urbanistica Regionale, un testo di unico di riferimento
PIANI DI LIVELLO REGIONALE
• PTR piano territoriale regionale ai sensi dell’art. 3 e 8 LUR 36/1997 (il 6 agosto 2003 la
Giunta Regionale ha presentato al Consiglio il progetto di piano in vista della sua adozione
ai sensi dell’art. 14 della L.R. n. 36/1997)
• PTCP piano di coordinamento paesaggistico ai sensi del ex L.R. n° 39/1984
(approvato con DCR n°6/1990 e con successivi aggiornamenti)
• PTC della costa ai sensi del ex L.R. n° 39/1984 (approvato con DCR n°64/2000)
PIANI DI SETTORE DI LIVELLO REGIONALE (art. 11 comma 3 LUR 36/1997)
• Piano delle attività di cava (approvato DCR 16/2000)
PIANI DI LIVELLO PROVINCIALE
• PTC provinciale ai sensi dell’art. 20 del D.lgs. 267/2000, dell’art. 57 del D.lgs. 112/1998
e dell’art. 18 e 24 LUR 36/1997 (il piano è stato adottato ai sensi dell’art. 22 L.R. n.
36/1997 con la D.C. n° 42 del 28 luglio 2005)
PIANI DI SETTORE DI LIVELLO PROVINCIALE (art. 11 comma 3 LUR 36/1997)
• Piano di bacino sul rischio idrogeologico dell’ambito del torrente Pora ai sensi dell’art.
1/comma 1 del D.L.180/1998, convertito in L267/1998 (approvato con D.C.P. 47/2003)

E) DETTAGLIO DELLE OPERE PREVISTE
NOTE (FONTI DI FINANZIAMENTO)
LEGENDA ALLE ANNOTAZIONI UTILIZZATE
DRLot Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Liguria.
Programmazione triennale 2007-2009 con introiti Gioco del Lotto.
DRApq Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Liguria, Risorse CIPE
APQ Beni Culturali IV Integrativo
CAC Cava Arene Candide Srl – Oneri di urbanizzazione – Atto unilaterale d’obbligo con il
Comune di Finale Ligure (SV)
FAC Fondazione Arene Candide – costituenda su impulso della Cava Arene Candide
Spo Sponsor provati da reperire
p progettazione
1. OPERE GENERALI DI SICUREZZA E OPERE INDISPENSABILI AL
RIPRISTINO DELLA FRUIZIONE PUBBLICA DELLA CAVERNA
1.1 SISTEMAZIONE DELL’ACCESSO
1.1.1 SISTEMAZIONE DELLA STRADA STERRATA
1.1.1.1 Sistemazione della strada sterrata con rifacimento del fondo
stradale con pavimentazione ecologica
1.1.2 SISTEMAZIONE DELLA SCALINATA
CAC
1.1.2.1 Rifacimento della scalinata allo scopo di ridurre la differenza
di alzate e rendere il percorso più agevole
CAC
1.1.2.2 Installazione di corrimani laterali fissi. pDRLot+CAC
1.2 SICUREZZA DELLE ROCCE E DEI TERRENI
1.2.1 MESSA IN SICUREZZA DEI VERSANTI
1.2.1.1 Messa in sicurezza, tramite intervento manuale, del
versante soprastante la scalinata d’accesso alla Caverna.
CAC
1.2.2 MESSA IN SICUREZZA DELLA PARETE SOPRASTANTE L’INGRESSO DELLA
CAVERNA
1.2.2.1 Pulizia e messa in sicurezza manuale della parete al fine di
eliminare le fonti di pericolo derivanti da possibile caduta
massi.
CAC
1 2.3 RIPRISTINO DELL’AREA ANTISTANTE ALLA CAVERNA
1.2.3.1 Rimozione del terreno di risulta che si è accumulato nel
corso degli anni davanti alla Caverna.
DRApq
1.2.3.2 Verifica geostatica della tenuta e della stabilità del terrazzo. CAC
1.2.4 VERIFICA E MESSA IN SICUREZZA DELLA VOLTA DELLA CAVERNA
1.2.4.1 Perizia geologica sulla stabilità della Caverna. DRLot
1.2.4.2 Verifica geostatica e messa in sicurezza della volta della DRLot

Caverna e rimozione di eventuali elementi pericolosi.
1.2.4.3 Perizia preventiva sugli effetti ambientali della chiusura
delle aperture principali della Caverna.
DRLot
1.3 CANCELLATA E RETE DI DELIMITAZIONE SUPERIORI, SEGNALAZIONE DEL
SITO
1.3.1 MESSA IN OPERA DI CARTELLONISTA IDONEA CHE SEGNALI IL SITO
ALL’ACCESSO SUPERIORE
1.3.1.1 Installazione di avvisi di Cantiere e informativi del sito. DRApq
1.3.2 CANCELLATA E RECINZIONE SUPERIORE
1.3.2.1 Sostituzione dell’attuale recinzione (fissa) insufficiente.
Messa in opera di cancello con serratura .
2. PROTEZIONE FISICA DEL DEPOSITO
2.1 INGRESSO PRINCIPALE DELLA CAVERNA
2.1.1 SOSTITUZIONE DELLA CANCELLATA
2.1.1.1 Sostituzione dell’attuale cancellata di ferro con chiusura
delle aperture principali in vetro antimazza.
p DRLot + CAC
pDRLot
2 2 ALTRE OPERE DI MESSA IN SICUREZZA DEGLI ACCESSI ALLA CAVERNA
2 2.1 SOSTITUZIONE DELLA BOTOLA NELLA VOLTA
2.2.1.1 Sostituzione della copertura esistente in ferro e ondulato
dell’apertura della volta della caverna con una struttura in
vetro e acciaio (che permetta comunque sia l’illuminazione
con luce diurna sia l’apertura).
2.2.1.2 Mappatura degli ingressi secondari alla Caverna e
sostituzione delle grate di chiusura.
DRLot
DRLot
2 3 SISTEMA DI ALLARME, CIRCUITO DI VIDEOSORVEGLIANZA E
COLLEGAMENTO TELEFONICO
2 3.1 MESSA IN OPERA DI UN IMPIANTO DI VIDEOSORVEGLIANZA
2.3.1.1 Messa in opera di un sistema d’allarme e videosorveglianza
collegato con la stazione dei Carabinieri (Nucleo Tutela
Patrimonio Storico-artistico) e/o con la Guarda di Finanza di
Finale Ligure, con la Stazione logistica, la Soprintendenza
per i Beni Archeologici della Liguria ed il Museo del Finale
2.3.1.2 Il sistema video può venir utilizzato dai Musei come “invito”
alla visita e/o fruizione a distanza.
3. OPERE COMPLEMENTARI ALLA FRUIZIONE E ALLA RICERCA
3.1 ALLACCIO UTENZE
DRApq
3.1.1 ALLACCIO ACQUA
3.1.1.1 Messa in opera di un allaccio idrico con relativo scarico. CAC
3.1.1.2 Creazione di un sistema di riciclo dell’acqua utilizzata per il DRApq

lavaggio del sedimento.
3.1.1.3 Rimozione della cisterna posta alla sommità della scalinata
d’accesso
CAC
3.1.2 ALLACCIO ELETTRICITÀ
3.1.2.1 Messa in opera del collegamento alla rete elettrica (10KW) CAC
3.1.3 ALLACCIO LINEA TELEFONICA
3.1.3.1 Messa in opera dell’allaccio alla rete telefonica DRApq
3.1.3.2 Predisposizione di un collegamento ad Internet DRApq + Spo
3.1.3.3 Predisposizione di una rete wireless interna alla Caverna DRApq + Spo
3.1.3.4 Predisposizione di una linea citofonica tra la Stazione
logistica e la Caverna
DRApq
3.2 MESSA IN OPERA DI STRUTTURE FISSE ALL’INTERNO DELLA CAVERNA
3.2.1 INSTALLAZIONE DI SERVIZI IGIENICI
3.2.1.1 Messa in opera di servizi igienici. pDRLot + CAC
3.2.2 SOSTITUZIONE DELLE BARACCHE PREFABBRICATE
3.2.2.1 Rimozione dei rifiuti dall’interno della caverna. DRLot
3.2.2.2 Sostituzione delle baracche prefabbricate con una struttura
trasparente e modulare situata nell’area Morelli.
pDRLot + CAC
3 3 IMPIANTISTICA
3.3.1 IMPLEMENTAZIONE DEL SISTEMA DI ILLUMINAZIONE ATTUALE
3.3.1.1 Integrazione dell’impianto elettrico esistente. DRLot
3.3.1.2 Implementazione con installazione di luci monocolore e
punti luce specifici per gli scavi archeologici e per la
ricognizione di eventuali segni incisi sulle pareti (lampada di
wood, lampade alogene, luce polarizzata...)
DRLot
4. OPERE DI SUPPORTO ALLE ATTIVITÀ DI SCAVO
4 1 APPRESTAMENTO DI UN SISTEMA DI SMALTIMENTO DELLA TERRA DI
RISULTA DELLO SCAVO.
4.2 REALIZZAZIONE DI SISTEMI PER LA SETACCIATURA LA FLOTTAZIONE DEL
SEDIMENTO.
4.3 APPRESTAMENTO DI UNA POSTAZIONE INFORMATICA PER LA
DOCUMENTAZIONE DI SCAVO.
4.4 INSTALLAZIONE DI MONTACARICHI.
4.5 REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI TRASPORTO DELLA TERRA DI SCAVO.

5. OPERE PER LA VALORIZZAZIONE E LA PROMOZIONE DEL SITO
5.1 COMUNICAZIONE
5.1.1 MESSA IN ATTO DI INIZIATIVE DI COMUNICAZIONE DEL SITO (LOGO…) E DEI
SINGOLI PROGETTI DI RICERCA E VALORIZZAZIONE
5.1.1.1 Creazione di un logo e dell’immagine coordinata del sito DRApq
5.1.1.2 Creazione di loghi e strategie di comunicazione per i singoli FAC
sotto-progetti di ricerca e/o di valorizzazione
5.1.1.3 Predisposizione di materiali informativi destinati a giornali,
televisioni ...
5.1.2 PUBBLICAZIONE DI UN SITO INTERNET MULTILINGUE
5.2 DIVULGAZIONE E VALORIZZAZIONE
5.2.1 REALIZZAZIONE DI UN CENTRO DI DOCUMENTAZIONE
5.2.1.1 Realizzazione di una biblioteca digitale che raccolga la
bibliografia e testi relativi alle Arene Candide
5.2.1.2 Archivio della documentazione di scavo e delle pratiche
amministrative pubbliche rilevanti
5.2.1.3 Ricerca, schedatura ed acquisizione del repertorio
fotografico e iconografico storico (stampe, cartoline, foto ...);
FAC
DRApq
FAC
FAC
5.2.1.4 Ricerca, schedatura ed acquisizione dei documenti relativi
alle attività della Cava Ghigliazza (interviste ad exdipendenti,
attività economiche, volumi di materiale
estratto...);
FAC
5.2.1.5 Ricerca, schedatura ed acquisizione della cartografia
storica;
FAC
5.2.1.6 Raccolta degli articoli giornalistici relativi al sito. FAC
5.2.2 CREAZIONE DI UNA “COLLANA EDITORIALE”
5.2.2.1 Ristampa di tutte le monografie scientifiche FAC
5.2.2.2 Realizzazione di prodotti didattici e divulgativi FAC
5.2.2.3 Pubblicazione dei risultati della ricerca FAC
5.2.3 ALTRE ATTIVITA’ DI DIVULGAZIONE
5.2.3.1 Serie di conferenze nazionali ed estere FAC
5.2.3.2 organizzazione di “eventi” che sappiano sfruttare la
vocazione scenografica del sito:
i) mostra fotografica
ii) concerti di musica classica/colta con solisti o ensemble
limitati nella caverna o nell’area immediatamente circostante
iii) organizzazione di spettacoli teatrali sperimentali (ex Fura
del Baus ad Atapuerca)
iv) organizzazione di letture teatrali (Diari di scavo, Letteratura
Paletnologica – ex Celebrazioni Darwin 2009...)
FAC

6. RIPRESA DELLE RICERCHE
6.1 OPERE PRELIMINARI
6.1.1 REALIZZAZIONE DEL SISTEMA INFORMATIVO DELLA CAVERNA
6.1.1.1 Microrilievo della parte della Caverna interessata da
rinvenimenti archeologici
6.1.1.2 Correlazione della Storia degli Studi allo Stato attuale della
Caverna
DRLot
DRLot
6.1.2 RICERCHE MULTIDISCIPLINARI
6.1.2.1 Analisi archometriche e ambientali DRApq
6.2 CONTINUAZIONE DEGLI SCAVI DELLA SEQUENZA NEOLITICA NELLA ZONA
NORD EST DELLA CAVERNA
6.2.1 CAMPAGNE DI SCAVO
6.2.2 STUDIO DEI MATERIALI E DELLE EVIDENZE DI SCAVO
6.2.3 PUBBLICAZIONE DEI RISULTATI
6.2.3.1 Realizzazione di calchi
6.3 RIPRESA DEGLI SCAVI DELLA SEQUENZA PLEISTOCENICA
6.3.1 CAMPAGNE DI SCAVO
6 3.2 STUDIO DEI MATERIALI E DELLE EVIDENZE DI SCAVO
6.3.3 PUBBLICAZIONE DEI RISULTATI
6.3.3.1 Realizzazione di calchi
7. MUSEALIZZAZIONE DEL SITO
7.1 OPERE DI MUSEALIZZAZIONE DEL SITO
7.1.1 INTEGRAZIONE E SISTEMAZIONE DEL PERCORSO DI FRUIZIONE ESISTENTE
7.1.1.1 Riparazione delle passerelle metalliche DRApq
7.1.1.2 Rifacimento e aggiornamento multilingue dei pannelli didattici DRApq
7.1.1.3 Collocazione dei calchi esistenti DRApq
7.1.1.4 Sistemazione e consolidamento con tecniche idonee dei testimoni DRApq
di scavo
7.1.1.5 Progettazione e messa in opera di un sistema di illuminazione
scenografico che integri l’illuminazione di servizio e accompagni il
percorso di visita all’interno della Caverna.
DRApq
7.1.2 IMPLEMENTAZIONE DELLE STRUTTURE MUSEALI DELLA CAVERNA
7.1.2.1 Realizzazione di una vetrata di chiusura della Caverna in vetro
speciale in modo da permettere la proiezione di contenuti
multimediali
DRLot
7.1.2.2 Realizzazione di interventi che simulino situazioni e attività che si DRLot

svolsero nella caverna sotto forma di ologrammi (immagini
proiettate su vetri inclinati)
8. REALIZZAZIONE DI STRUTTURE LOGISTICHE
8.1 STAZIONE LOGISTICA.
8.1.1 REALIZZAZIONE DELLA STAZIONE LOGISTICA
8.1.1.1 Realizzazione della struttura di supporto logistico completa di
attrezzature e arredi
8.2 IMPIANTO DI RISALITA
pDRLot+CAC
8.2.1 REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI RISALITA ATTO ANCHE A CONSENTIRE
L’ACCESSO AL SITO DEI DISABILI
8.2.1.1 Realizzazione di un sistema di risalita che colleghi la Caverna
alla Stazione logistica
pDRLot+CAC
9. ALLESTIMENTO DEL PARCO DEL PAESAGGIO PREISTORICO
9 1 STUDI PROPEDEUTICI ALLA REALIZZAZIONE DEL PARCO
9.2 REALIZZAZIONE DEL PARCO DEL PAESAGGIO PREISTORICO

PLANIMETRIA CATASTALE E VISURE (aggiornate all’aprile 2008)

P.U.O. "ARENE CANDIDE"................................................................................................................1
1.0 AMBITO DI INTERVENTO .................................................................................................. 1
1.1 ANALISI DELLO STATO DI FATTO ...................................................................................... 3
2.0 LA NORMATIVA URBANISTICA DI RIFERIMENTO ............................................................. 4
2.1 Quadro di riferimento normativo..........................................................................................4
2.2. Gli strumenti sovraordinati......................................................................................................5
2.2.1 Il P.T.C.P...................................................................................................................................5
2.2.2. Piano di Coordinamento della Costa .............................................................................8
2.2.3 Piano Territoriale di coordinamento Provinciale (P.T.C.) ............................................8
2.3 Il nuovo Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.)..................................................................9
3.0 GLI STUDI PER LA FATTIBILITÀ DELLA PROPOSTA............................................................ 13
4.0 CARATTERISTICHE GENERALI DELL’INTERVENTO............................................................ 15
4.1 La bonifica e la rinaturalizzazione ......................................................................................15
4.2 Criteri per la riqualificazione paesaggistica....................................................................15
4.3 Condizionamenti territoriali ..................................................................................................17
4.4 Linee guida per il paesaggio ...........................................................................................17
4.4.1 Gli interventi prioritari...........................................................................................................19
4.4.2 Criteri d’intervento per le opere di rinaturalizzazione................................................20
5.0 I CRITERI GENERALI DEL PROGETTO ............................................................................... 27
5.1 La questione paesaggistica e ambientale ......................................................................27
5.2 Caratteristiche e peculiarità dell’ambito oggetto di P.U.O.........................................32
5.2.2 Percorsi escursionistici.......................................................................................................34
5.2.3 Aree di arrampicata..........................................................................................................35
5.3 Il sistema infrastrutturale......................................................................................................35
5.4 Il nuovo insediamento.........................................................................................................37
5.4.1 La tipologia insediativa .....................................................................................................38
5.4.2 Le tipologie edilizie.............................................................................................................38
6.0 CARATTERISTICHE DIMENSIONALI DELL’INTERVENTO ................................................... 42
6.1 Il peso insediativo e le funzioni urbanistiche ....................................................................42
6.2 Gli insediamenti ......................................................................................................................46
6.3 Descrizione degli insediamenti per singoli lotti ................................................................48
6.3.1 Lotto 1 ..................................................................................................................................48
6.3.2 Lotto 3 ..................................................................................................................................51
6.3.3 Lotto 4 ...................................................................................................................................52
6.3.4 Lotto 5 ..................................................................................................................................53
6.4 Criteri generali di progettazione: Taglio degli alloggi – direzione della giacitura..55

6.4 Criteri generali di progettazione: Taglio degli alloggi – direzione della giacitura..55
6.5 Criteri qualitativi, spazi pubblici e luoghi centrali............................................................55
6.6 Le funzioni pubbliche .......................................................................................................56
Palazzetto dello sport ........................................................................................................... 56
La città dello sport................................................................................................................ 57
Sito archeologico delle Arene Candide............................................................................ 57
6.7 IL COMFORT ABITATIVO.........................................................................................................58
6.8 SUPERAMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE....................................................................59
6.8.1 I percorsi e gli spazi pubblici ............................................................................................59
6.8.2 Il superamento delle barriere architettoniche negli edifici ......................................62
7.0 LA DOTAZIONE DI SERVIZI E BILANCIO DEGLI STANDARD ........................................... 63
7.1 Le aree di interesse comune (IC) .......................................................................................63
7.2 Le aree a verde attrezzato per il gioco e lo sport .........................................................64
7.3 Il parco urbano......................................................................................................................64
7.4 Parcheggi pubblici ...............................................................................................................65
7.5 Parcheggi pertinenziali .........................................................................................................66
7.6 standard urbanistici ...............................................................................................................66
7.7 Viabilità.....................................................................................................................................68
7.8 I percorsi ciclabili ....................................................................................................................68
7.9 Il parco e la spiaggia ............................................................................................................69
8.0 SOTTOSERVIZI ED INFRASTRUTTURE A RETE...................................................................... 70
9.0 RISPARMIO ENERGETICO ............................................................................................... 77
10.0 COSTI PRESUMIBILI PER L’ATTUAZIONE DELL’INTERVENTO ............................................ 80
Allegato 1 .............................................................................................................................. 84
Planimetria catastale e visure (aggiornate all’aprile 2008) ............................................. 85
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