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uàn - bruno zaffoni

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La bellezza è la forza, il sorriso la spada<br />

(Proverbio siamese)<br />

L’albero pipal era un baniano che affondava le sue poderose<br />

radici nelle poche rovine di un tempio khmer. Alla sua base, sul<br />

muricciolo del rudere, i monaci avevano deposto l’urna con le<br />

foglie d’avorio. Dei complicati sostegni di canna mantenevano il<br />

recipiente in precario equilibrio, tanto che sarebbe bastato sfiorarlo<br />

per rovesciarne il contenuto nell’urna sottostante, aperta a ricevere<br />

quanto il Buddha decideva.<br />

Le spalle al wat, Bati e Marcopon e altri cento, ognuno su un<br />

riquadro segnato dai bambù, aspettavano che cadesse il ton-bai<br />

guardando verso il baniano.<br />

I tamburi battevano, danzatrici e danzatori danzavano.<br />

La foglia cominciò il suo percorso. Un monaco anziano pose,<br />

sulla struttura fragile che sosteneva l’urna, un frutto di rambutan<br />

tagliato a metà.<br />

Tra le fronde dell’albero ci fu un movimento. Due occhi neri,<br />

vivacissimi, sbirciarono tra i rami scrutando la leccornia... e in un<br />

battibaleno la scimmia dalla lunga coda fu sul muretto, a una spanna<br />

dal recipiente. Indugiò, muovendo la testa in tutte le direzioni quasi<br />

a provocare i mille e mille occhi fissi nei suoi, mentre tra la gente<br />

si diffondeva un mormorio, poi allungò di colpo la mano a prendere<br />

il frutto e subito fu di nuovo tra i rami del pipal. L’urna si rovesciò<br />

e una cascata di foglie bianche si riversò in basso.<br />

I tamburi smisero di battere, danzatrici e danzatori smisero di<br />

danzare.<br />

Un monaco anziano prese l’urna più bassa e si mise seduto in un<br />

angolo, tra una fila di novizi con lanterne e torce. Una alla volta,<br />

estrasse le foglie disponendole davanti a sé in file ordinate. Fece<br />

sette file di dieci foglie. Poi una fila di otto.<br />

“78”. Gridò.<br />

28

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