Le donne e la Resistenza - Uil
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che nel 1936 aveva sposato, proprio a Ponza, l’antifascista Italo Nicoletto. Ri<strong>la</strong>sciata dal confino,<br />
<strong>la</strong> giovane donna dovette espatriare per sfuggire a un nuovo mandato di cattura. Raggiunta <strong>la</strong><br />
Francia, Maria vi riprese l’attività antifascista tra gli emigrati italiani. Nel 1942, per incarico del<br />
Centro estero del suo partito, rientrò in Italia per ricostituire, con altri compagni, <strong>la</strong> Federazione<br />
comunista di Brescia. Dopo l’8 settembre 1943, Maria prese parte al<strong>la</strong> guerra di Liberazione nelle<br />
file del<strong>la</strong> <strong>Resistenza</strong> bresciana<br />
PISONI INES<br />
Nata a Trento nel 1913. Deceduta a Cogno<strong>la</strong> (Trento) il 4 ottobre 2005, partigiana, scrittrice,<br />
dirigente sindacale e politica.<br />
Insegnante, cattolica, si impegnò nel<strong>la</strong> lotta contro i nazifascisti, trasferendosi in Romagna. A<br />
Ravenna, con Valeria Vochenhausen (“Antonia”), fu una delle maggiori dirigenti provinciali del<br />
partito comunista c<strong>la</strong>ndestino e l’organizzatrice dei Gruppi di difesa del<strong>la</strong> donna. Soltanto dopo <strong>la</strong><br />
Liberazione “Serena” (questo il nome di battaglia che aveva scelto) tornò a Trento da Alfonsine.<br />
Nel dopoguerra Ines Pisoni si impegnò a Roma nel <strong>la</strong>voro politico e sindacale.<br />
RAVERA CAMILLA<br />
Nata ad Acqui Terme (Alessandria) il 18 giugno 1889. Morta a Roma il 14 aprile 1988, insegnante.<br />
Nel 1927 fu eletta segretaria del Partito Comunista d’Italia, partito che aveva contribuito a fondare<br />
nel 1921 e nel quale aveva assunto <strong>la</strong> guida dell’organizzazione femminile, fondando anche il<br />
periodico La compagna. Camil<strong>la</strong> Ravera resse <strong>la</strong> segreteria del PCdI sino al 1930 quando, rientrata<br />
c<strong>la</strong>ndestinamente in Italia dal<strong>la</strong> Francia, fu arrestata e condannata a quindici anni e mezzo,<br />
trascorsi tra carcere e confino sino al<strong>la</strong> caduta del fascismo.<br />
Fu l’ultima dei confinati a <strong>la</strong>sciare Ventotene e con Terracini, fu espulsa dal suo partito per aver<br />
condannato il patto Ribbentrop-Molotov. Riacquistata <strong>la</strong> libertà, Camil<strong>la</strong> Ravera riuscì a<br />
raggiungere dopo molte peripezie i suoi famigliari, che erano sfol<strong>la</strong>ti a San Secondo di Pinerolo.<br />
Dopo l’8 settembre 1943, sapendo di essere di nuovo ricercata, riparò in un caso<strong>la</strong>re sulle colline,<br />
che diventò presto luogo di incontri politici c<strong>la</strong>ndestini. Dovette abbandonarlo quando i fascisti<br />
cominciarono a dare alle fiamme tutti i caso<strong>la</strong>ri del<strong>la</strong> zona. Rientrata a Torino dopo <strong>la</strong> Liberazione,<br />
fu riammessa nel PCI e divenne consigliera comunale. Camil<strong>la</strong> Ravera ha <strong>la</strong>sciato molte<br />
pubblicazioni ed è stata <strong>la</strong> prima <strong>donne</strong> italiane nominate senatore a vita.<br />
ROCHAT JERVIS LUCILLA<br />
Nata a Firenze il 22 dicembre 1907. Deceduta a Torre Pellice (Torino) il 23 febbraio 1988,<br />
insegnante.<br />
Il nonno Giovanni e il padre Luigi furono valdesi e socialisti. Lucil<strong>la</strong>, che si <strong>la</strong>ureò in <strong>Le</strong>tteratura<br />
inglese all’Università di Firenze, militò nel movimento giovanile valdese e quando sposò<br />
Guglielmo Jervis si trasferì ad Ivrea con il marito, dirigente tecnico dell’Olivetti. Dopo l’8<br />
settembre 1943 i coniugi, che avevano due figli, si impegnarono nel<strong>la</strong> <strong>Resistenza</strong> e, mentre<br />
“Willy” (che sarebbe stato ucciso dai tedeschi), si batteva come commissario politico delle<br />
formazioni Giustizia e Libertà operanti in Piemonte, Lucil<strong>la</strong> assolse a compiti di collegamento e di<br />
propaganda.<br />
ROLFI BECCARIA LIDIA<br />
Nata a Mondovì (Cuneo) l’8 aprile 1925. Deceduta a Mondovì il 17 gennaio 1996, maestra<br />
elementare.