Le donne e la Resistenza - Uil
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FIBBI GIULIETTA LINA<br />
Nata a Fiesole (Firenze) il 4 agosto 1920, operaia tessile, dirigente sindacale e politica.<br />
La sua famiglia dovette <strong>la</strong>sciare Fiesole ed emigrare in Francia per sottrarsi (era il 1923), alle<br />
persecuzioni e alle violenze fasciste. Operaia tessile a Lione, <strong>la</strong> Fibbi aveva soltanto 15 anni<br />
quando decise di iscriversi al<strong>la</strong> Federazione giovanile comunista francese e a 17 anni fu dirigente<br />
dell’Unione delle ragazze francesi nel<strong>la</strong> regione del Rodano. All’inizio del<strong>la</strong> seconda guerra<br />
mondiale Lina fu arrestata dal<strong>la</strong> polizia francese e internata nel campo di Rieucros. Nel 1941 Fibbi,<br />
su indicazione del PCI, chiese di essere rimpatriata. La richiesta fu accolta, ma appena Lina arrivò<br />
a Ventimiglia fu arrestata dal<strong>la</strong> polizia italiana: sei mesi di carcere a Firenze, poi, in assenza di<br />
prove a suo carico, il provvedimento di due anni d’ammonizione e <strong>la</strong> sorveglianza speciale. Con <strong>la</strong><br />
caduta del fascismo, fu chiamata ad operare nel servizio c<strong>la</strong>ndestino del<strong>la</strong> direzione del PCI<br />
dell’Interno. Quando a Mi<strong>la</strong>no si costituì il Comando generale delle brigate Garibaldi entrò a farne<br />
parte e cominciò il <strong>la</strong>voro di organizzazione dei Gruppi di difesa del<strong>la</strong> donna, ma prevalentemente<br />
si occupò dei collegamenti e di delicate missioni per conto del Comando delle Garibaldi. Dopo <strong>la</strong><br />
liberazione, <strong>la</strong> Fibbi assolse svariati compiti di direzione politica e sindacale.<br />
FILIPPINI-LERA ANNA ENRICA<br />
Nata a Roma il 27 luglio del 1914.<br />
Entrò in contatto con gli ambienti antifascisti nel<strong>la</strong> seconda metà degli anni Trenta. Nel '37-'38<br />
s'impegnò nel<strong>la</strong> raccolta di fondi per le Brigate in Spagna. Nel '40 s'iscrisse all'Università di Roma,<br />
al<strong>la</strong> facoltà di scienze biologiche. Al<strong>la</strong> fine del '42 col<strong>la</strong>borò al<strong>la</strong> redazione e al<strong>la</strong> diffusione del<br />
giornale c<strong>la</strong>ndestino comunista "Pugno chiuso". Dopo l'8 settembre del '43, entrò nel comitato<br />
studentesco di agitazione, distribuendo vo<strong>la</strong>ntini e svolgendo attività di propaganda, e<br />
successivamente aderì al<strong>la</strong> cellu<strong>la</strong> del PCI di Piazza Vittorio, diventando responsabile del <strong>la</strong>voro<br />
femminile del VI Settore. Fu arrestata il 14 febbraio del '44 dal<strong>la</strong> Gestapo, dietro denuncia, nel<strong>la</strong><br />
sua abitazione. Interrogata a via Tasso, fu poi rinchiusa nelle carceri di Regina Coeli, nel terzo<br />
braccio tedesco. Il 23 marzo del '44 fu processata dal Tribunale militare tedesco e condannata a tre<br />
anni di carcere duro, da scontare in<br />
Germania. Il 24 aprile del '44 fu portata a<br />
Firenze su un camion e lì caricata su un<br />
carro bestiame. Raggiunse Monaco il 1°<br />
maggio e fu detenuta nel carcere di<br />
Stadelheim. Da Monaco fu trasferita per<br />
un giorno a Dachau, ma riportata a<br />
Monaco perché "non ebrea" e perché<br />
"rego<strong>la</strong>rmente processata e condannata<br />
da un Tribunale militare tedesco". Infine<br />
il 29 maggio fu destinata al carcere<br />
femminile di Aichach (Alta Baviera),<br />
dove si trovò tra prigioniere politiche<br />
provenienti da ogni parte d'Europa, e<br />
anche tra detenute per reati comuni. Fu<br />
liberata dalle truppe americane il 5<br />
maggio del '45. Rientrò in Italia il 2<br />
giugno.<br />
FISCHLI DREHER ELENA<br />
Nata a Mi<strong>la</strong>no il 28 giugno 1913,<br />
infermiera.<br />
Di famiglia valdese, Elena dovette<br />
interrompere gli studi perché non iscritta<br />
al<strong>la</strong> "gioventù fascista" e quando si mise