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03 Manuale Cecchetti - Contrastiva

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4<br />

I. Carmignani<br />

rispetta puntualmente la punteggiatura spagnola, gli estesi capitoli senza un solo<br />

punto a capo, i lunghi paragrafi senza punti né punti e virgola, l’assenza in tutto il<br />

romanzo di trattini e virgolette, ma giunge più volte a forzare l’italiano, piegandolo<br />

a calchi di vario tipo e producendo perdite di vario genere, pur di restituire appieno<br />

suoni e ritmi dell’originale, forzatura che d’altro canto appare funzionale anche alle<br />

strategie di intensificazione del meraviglioso. Resta forte il dubbio che alcuni calchi<br />

siano invece involontari, dovuti come dicevamo all’ingannevole affinità delle<br />

lingue 10 unita alla fretta imposta dai tempi di pubblicazione.<br />

Vediamo ora un esempio, legato alla lingua dei testi scolastici, che mette in luce<br />

come la traduzione italiana giunga addirittura a intensificare la complessità fonologica<br />

spagnola e a inserire elementi, assenti nell’originale, funzionali a una lettura<br />

“magica”. Il patriarca impara a leggere e a scrivere su queste frasi:<br />

papá coloca el tabaco en la pipa, Cecilia vende cera cerveza cebada cebolla cerezas<br />

cecina y tocino, Cecilia vende todo […] la luna en la nube, la bola y el banano, el<br />

buey de don Eloy, la bonita bata de Otilia (O 192-3)<br />

papà pela piano la pera, papà pone poco pane e pepe, Cecilia vende cera, cara carta,<br />

corta cipolla cucinata, ceci chiusi, cotiche e lardo, Cecilia vende tutto […] la luna<br />

nella nube, la biglia e il banano, il bue nel buio, la bella bibita del babbo (A 168)<br />

Il testo originale si presenta come un esercizio per l’apprendimento della b e<br />

della v, la cui pronuncia in spagnolo non è differenziata, e della c, che in America<br />

Latina, per il fenomeno del seseo, può venire scambiata con la s e la z. L’equivalente<br />

italiano potrebbe essere, ad esempio, una frase con “la c di cuore e la q di quadro”.<br />

La traduzione cerca invece di riprodurre la tessitura fonica giocando sulle allitterazioni<br />

prodotte dalle occlusive bilabiali e dalle affricate palatali sorde, e mantiene il<br />

ritmo della scansione mono e bisillabica anche a costo di inserire incongruenze<br />

semantiche assenti nell’originale, come i ceci chiusi o la corta cipolla (tentativi<br />

poco significativi di evocare la difficoltà di apprendimento dei nostri nessi ce-che,<br />

ci-chi) o termini regionalmente connotati come babbo, oltre a improprietà linguistiche<br />

che difficilmente entrerebbero a far parte di un testo scolastico come pela la<br />

pera. La scelta traduttiva sacrifica quindi una delle dimensioni di complessità del<br />

testo, cioè l’intreccio indissolubile fra iconicità sul piano espressivo e significatività<br />

sul piano del contenuto, risolvendosi in una scelta marcata e dunque abbassando il<br />

livello di naturalezza del testo di arrivo.<br />

Vediamo ora invece un caso di calco fonico involontario, legato a una lacuna<br />

interpretativa, il mancato riconoscimento di un colombianismo:<br />

y caminaba [la madre del jefe de estado] como una tanga con las zapatillas de charol<br />

(O 57)<br />

e che camminasse [la madre del capo dello stato] come col tanga con le scarpette di<br />

vernice (A 48)<br />

10 Sui problemi di traduzione legati all’affinità dello spagnolo con l’italiano, vd. Scelfo 2004 e<br />

Chierichetti 2005.

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