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Gli accordi patrimoniali tra coniugi in sede di ... - AMI Avvocati

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Giacomo OBERTO<br />

dalla (totale) <strong>di</strong>sponibilità degli effetti può essere considerato <strong>in</strong>idoneo<br />

per la costruzione del concetto <strong>di</strong> negozio, perché troppe sono ormai<br />

le deroghe che nell’ord<strong>in</strong>amento un tale elemento subisce; ed <strong>in</strong>oltre<br />

sempre più numerosi sono gli effetti (non voluti, o comunque non<br />

presenti nella rappresentazione delle parti) con i quali l’ord<strong>in</strong>amento<br />

<strong>in</strong>tegra il rapporto» [33].<br />

Quanto detto vale poi, <strong>in</strong> particolare, per il negozio giuri<strong>di</strong>co<br />

familiare, figura che, ritagliata sotto il vigore del c.c. 1865 su alcuni<br />

(pochi) negozi evidentemente caratterizzati dall’assenza della<br />

<strong>patrimoniali</strong>tà: matrimonio, adozione, legittimazione, emancipazione<br />

[34], ha f<strong>in</strong>ito con l’assumere una valenza ben più ampia.<br />

Bisogna tenere presente, al riguardo, che la co<strong>di</strong>ficazione del<br />

1942 era venuta a fondare la <strong>di</strong>st<strong>in</strong>zione <strong>tra</strong> il con<strong>tra</strong>tto e gli altri<br />

negozi giuri<strong>di</strong>ci bilaterali proprio sul carattere patrimoniale dei primi.<br />

Quest’operazione si collocava nel solco <strong>di</strong> un’antica <strong>tra</strong><strong>di</strong>zione, che<br />

ravvisava «nel con<strong>tra</strong>tto la fonte tipica e pr<strong>in</strong>cipale delle obbligazioni<br />

o, secondo una più evoluta qualificazione, dei rapporti (effetti)<br />

giuri<strong>di</strong>ci che si def<strong>in</strong>iscono <strong>patrimoniali</strong>» [35]. Peraltro, è anche vero<br />

che l’<strong>in</strong>novazione <strong>in</strong>trodotta dal 1942 poteva essere vista pure come<br />

un «mero espe<strong>di</strong>ente per lasciar fuori della categoria con<strong>tra</strong>ttuale i<br />

gran<strong>di</strong> negozi o proce<strong>di</strong>menti bilaterali che operano nel campo della<br />

famiglia» [36]. Sebbene queste premesse potessero <strong>in</strong>durre a ritenere il<br />

futuro del negozio familiare come <strong>in</strong>esorabilmente <strong>tra</strong>cciato su <strong>di</strong> un<br />

percorso alternativo rispetto a quello con<strong>tra</strong>ttuale, le successive<br />

vicende dottr<strong>in</strong>ali e giurisprudenziali hanno evidenziato un’evoluzione<br />

ben <strong>di</strong>versa, nel corso della quale il richiamo alla figura <strong>in</strong> esame è<br />

servito proprio al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> <strong>in</strong>trodurre nel campo familiare, con sempre<br />

maggiore ampiezza, gli istituti del <strong>di</strong>ritto con<strong>tra</strong>ttuale.<br />

Già la Relazione m<strong>in</strong>isteriale sul testo def<strong>in</strong>itivo del co<strong>di</strong>ce civile<br />

(n. 602) lasciava chiaramente aperta la porta ad un’applicazione –<br />

ancorché non <strong>di</strong>retta – ai negozi familiari delle <strong>di</strong>sposizioni <strong>in</strong> materia<br />

<strong>di</strong> con<strong>tra</strong>tto, prospettando un’<strong>in</strong>terpretazione tesa ad attribuire una<br />

«portata espansiva» alle norme stabilite per i con<strong>tra</strong>tti facente perno<br />

sull’art. 1324 c.c. Negli anni successivi, poi, si sono moltiplicate le<br />

voci, anche autorevoli, nel senso dell’estensibilità della <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a<br />

con<strong>tra</strong>ttuale al <strong>di</strong> fuori del <strong>di</strong>ritto patrimoniale, nonostante la<br />

limitazione desumibile dall’art. 1324 c.c.<br />

Tra queste voci si colloca, appunto, quella <strong>di</strong> Santoro-Passarelli<br />

nel suo già citato scritto <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> autonomia privata nel campo<br />

familiare, il quale rilevava testualmente quanto segue: «Il co<strong>di</strong>ce<br />

civile non contiene una <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a generale del negozio giuri<strong>di</strong>co, la<br />

quale può però ricavarsi dalle sue norme, essendo evidente che le<br />

norme sui con<strong>tra</strong>tti, ‘<strong>in</strong> quanto compatibili’, siano suscettibili <strong>di</strong><br />

applicazione non solo agli ‘atti unilaterali <strong>tra</strong> vivi aventi contenuto<br />

patrimoniale’ (art. 1324), ma al negozio giuri<strong>di</strong>co anche fuori del<br />

<strong>di</strong>ritto patrimoniale. A ciò è da aggiungere che la figura del negozio<br />

giuri<strong>di</strong>co nel <strong>di</strong>ritto familiare è supposta dal co<strong>di</strong>ce (e la sua<br />

utilizzazione s’impone perciò all’<strong>in</strong>terprete), poiché <strong>in</strong> esso si fa<br />

richiamo a nozioni caratteristiche del negozio, come i vizi della<br />

volontà (articoli 122, 265), le modalità, quali il term<strong>in</strong>e e la<br />

con<strong>di</strong>zione (articoli 108, 257), l’irrevocabilità o la revocabilità<br />

dell’atto (articoli 256, 298 2 ), la sua <strong>in</strong>vali<strong>di</strong>tà (artt. 117 segg., 263<br />

segg.)» [37].<br />

file:///Users/pierfederico/Desktop/Abs<strong>tra</strong>ct%20<strong>AMI</strong>%208:4:11/relazione_oberto_bologna_8_aprile_2011.htm<br />

19/04/11 12.29<br />

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