Gli accordi patrimoniali tra coniugi in sede di ... - AMI Avvocati
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Giacomo OBERTO<br />
da quella della libertà con<strong>tra</strong>ttuale, dal momento che vedeva<br />
l’istituzione familiare come organizzata gerarchicamente e sottoposta<br />
al potere del capo, ciò che appare <strong>in</strong>compatibile con la figura del<br />
con<strong>tra</strong>tto, che, per def<strong>in</strong>izione, presuppone la presenza <strong>di</strong> soggetti<br />
posti su <strong>di</strong> un piano <strong>di</strong> parità.<br />
Il passaggio dalla «concezione istituzionale» a quella<br />
«costituzionale» della famiglia [27], operatosi dopo la caduta del regime<br />
fascista, vede quale significativa tappa un importante articolo <strong>di</strong><br />
Francesco Santoro-Passarelli, pubblicato per la prima volta nel 1945,<br />
dal titolo L’autonomia privata nel <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> famiglia [28]. In tale<br />
contributo l’<strong>in</strong>signe civilista, oltre a ricondurre alla categoria generale<br />
del negozio giuri<strong>di</strong>co s<strong>in</strong>goli istituti familiari, con<strong>tra</strong>d<strong>di</strong>st<strong>in</strong>ti dalla<br />
presenza <strong>di</strong> manifestazioni <strong>di</strong> volontà, teorizzava la configurabilità <strong>di</strong><br />
un istituto <strong>di</strong> carattere unitario, il negozio giuri<strong>di</strong>co familiare, come<br />
vero e proprio atto <strong>di</strong> autonomia privata, ancorché caratterizzato da un<br />
livello <strong>di</strong> libertà ridotto rispetto a quello usualmente presente <strong>in</strong><br />
materia con<strong>tra</strong>ttuale [29].<br />
E’ sicuro che, nella formulazione proposta da Santoro-Passarelli,<br />
il negozio giuri<strong>di</strong>co familiare risentiva ancora fortemente degli <strong>in</strong>flussi<br />
della dottr<strong>in</strong>a dallo stesso Autore con<strong>tra</strong>stata, al punto che <strong>in</strong> essa vi si<br />
trova ancora il richiamo alla «funzione d’<strong>in</strong>teresse superiore che<br />
debbono genericamente adempiere i vari negozi del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />
famiglia»; né la constatazione deve stupire più <strong>di</strong> tanto, se si considera<br />
che stiamo qui parlando del medesimo giurista secondo cui «la<br />
famiglia, come qualunque altro organismo, e più <strong>di</strong> ogni altro, per la<br />
sua particolare struttura, non vive senza un capo» [30]. Sta però <strong>di</strong> fatto<br />
che, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> questo tributo pagato all’autorevolezza della dottr<strong>in</strong>a<br />
del Cicu, nella tesi testé esposta erano presenti <strong>in</strong> nuce tutte le<br />
premesse per un pieno sviluppo della autonomia privata anche nel<br />
campo familiare (ed <strong>in</strong> quello matrimoniale <strong>in</strong> particolare), come verrà<br />
<strong>tra</strong> breve detto.<br />
Il superamento della «concezione istituzionale» della famiglia e<br />
l’affermazione della teoria del negozio giuri<strong>di</strong>co familiare sono<br />
dovute del resto anche ai mutamenti che la stessa nozione <strong>di</strong> negozio<br />
giuri<strong>di</strong>co <strong>in</strong> generale ha conosciuto.<br />
Non è certo questa la <strong>sede</strong> per prendere posizione sulla<br />
configurabilità <strong>in</strong> generale della categoria del negozio giuri<strong>di</strong>co, né<br />
tanto meno sulla questione dell’idoneità della medesima ad assicurare<br />
ai privati una vera sfera <strong>di</strong> autonomia. Basti solo citare al riguardo<br />
l’autorevole ammonimento <strong>di</strong> Kelsen, secondo il quale non esisterebbe<br />
nel <strong>di</strong>ritto privato «una completa autonomia», atteso che è pur sempre<br />
il <strong>di</strong>ritto oggettivo a stabilire che il con<strong>tra</strong>tto «produce <strong>di</strong>ritto, così che<br />
la determ<strong>in</strong>azione giuri<strong>di</strong>ca proviene <strong>in</strong> ultimo term<strong>in</strong>e da questo<br />
<strong>di</strong>ritto oggettivo, non già dai soggetti giuri<strong>di</strong>ci che vi sono sottoposti»<br />
[31].<br />
Del resto la sopravvivenza della figura del negozio giuri<strong>di</strong>co a<br />
constatazioni, pur corrosive, quali quella sopra ricordata <strong>di</strong> Kelsen, si<br />
spiega alla luce della capacità <strong>di</strong> adattamento della stessa alle idee dei<br />
tempi moderni. Come esattamente osservato [32], «nella nos<strong>tra</strong> cultura<br />
l’idea della <strong>di</strong>sponibilità degli effetti e della loro commisurazione al<br />
contenuto della volontà è andata perdendo progressivamente <strong>di</strong><br />
importanza, essendo ormai adusi, nel più profondo livello culturale,<br />
alla etero<strong>in</strong>tegrazione, ad opera della legge, degli effetti previsti dalle<br />
parti, o alla non <strong>di</strong>sponibilità degli stessi effetti. L’elemento costituito<br />
dalla (totale) <strong>di</strong>sponibilità degli effetti può essere considerato <strong>in</strong>idoneo<br />
file:///Users/pierfederico/Desktop/Abs<strong>tra</strong>ct%20<strong>AMI</strong>%208:4:11/relazione_oberto_bologna_8_aprile_2011.htm<br />
19/04/11 12.29<br />
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