Gli accordi patrimoniali tra coniugi in sede di ... - AMI Avvocati
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Giacomo OBERTO<br />
reale, del relativo potere d’acquisto.<br />
Più delicato appare il problema dell’ammissibilità della<br />
corresponsione, sempre sulla base dell’accordo delle parti, del<br />
contributo <strong>in</strong> un’unica soluzione. In proposito si sono sollevate<br />
obiezioni fondate sul silenzio del legislatore, <strong>di</strong> fronte alla esplicita<br />
previsione, <strong>in</strong>vece, della liquidabilità una tantum dell’assegno per l’ex<br />
coniuge [256] .<br />
Ora, come premessa <strong>di</strong> carattere generale sull’argomento, va<br />
subito detto che – <strong>in</strong> considerazione del carattere <strong>in</strong>derogabile del<br />
criterio <strong>di</strong> proporzionalità espresso dall’art. 148 c.c. [257] , nonché del<br />
pr<strong>in</strong>cipio generale dell’<strong>in</strong>teresse della prole – nessun effetto preclusivo<br />
potrebbe comunque collegarsi all’effettuazione <strong>di</strong> una prestazione una<br />
tantum [258] , neppure <strong>in</strong> caso <strong>di</strong> espressa clausola al riguardo; clausola<br />
che, ove prevista, andrebbe sicuramente ritenuta tamquam non esset.<br />
Diversamente da quanto illus<strong>tra</strong>to <strong>in</strong> al<strong>tra</strong> <strong>sede</strong> <strong>in</strong> relazione alla<br />
possibilità <strong>di</strong> derogare – per ciò che attiene ai rapporti <strong>tra</strong> le parti – al<br />
<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> chiedere una mo<strong>di</strong>fica delle con<strong>di</strong>zioni della separazione o<br />
del <strong>di</strong>vorzio [259] , qui nessuna r<strong>in</strong>unzia (espressa o tacita) potrebbe<br />
escludere la facoltà per il genitore <strong>in</strong>teressato (vale a <strong>di</strong>re l’affidatario,<br />
nel caso <strong>di</strong> affido <strong>di</strong>sgiunto, ovvero quello che debba sopportare gli<br />
esborsi maggiori, <strong>in</strong> caso <strong>di</strong> affidamento con<strong>di</strong>viso), o per lo stesso<br />
figlio, <strong>di</strong>venuto maggiorenne, ma non ancora autosufficiente, <strong>di</strong> far<br />
valere le eventuali sopravvenienze per effetto delle quali la<br />
prestazione effettuata – vuoi perio<strong>di</strong>camente, vuoi una tantum – non<br />
dovesse più rispondere ai canoni ex art. 148 c.c.<br />
16. Le posizioni della giurisprudenza <strong>di</strong> merito sul tema dei<br />
<strong>tra</strong>sferimenti <strong>in</strong> favore della prole.<br />
Il problema fondamentale è dunque quello <strong>di</strong> vedere se dalla<br />
prestazione del mantenimento <strong>in</strong> unica soluzione possa farsi derivare<br />
l’est<strong>in</strong>zione – anche se solo con efficacia rebus sic stantibus –<br />
dell’obbligo <strong>di</strong> cui qui si <strong>di</strong>scute <strong>in</strong> capo al genitore che sarebbe<br />
altrimenti tenuto alla corresponsione <strong>di</strong> un assegno. La questione si<br />
pone, come è chiaro, <strong>in</strong> stretta correlazione con quella concernente<br />
l’ammissibilità del <strong>tra</strong>sferimento e della costituzione, a titolo <strong>di</strong><br />
contributo gravante sul genitore, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti (per lo più reali) <strong>in</strong> capo alla<br />
prole m<strong>in</strong>orenne. La giurisprudenza <strong>di</strong> merito che ha avuto modo <strong>di</strong><br />
occuparsi <strong>in</strong> maniera specifica del problema del <strong>tra</strong>sferimento o della<br />
costituzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti <strong>in</strong> favore della prole <strong>in</strong> <strong>sede</strong> <strong>di</strong> crisi coniugale ha<br />
assunto svariate posizioni, che possono così sommariamente<br />
riassumersi.<br />
Una prima decisione ha negato tout court l’ammissibilità <strong>di</strong> tali<br />
<strong>accor<strong>di</strong></strong>, partendo dal presupposto del carattere necessariamente<br />
pecuniario e perio<strong>di</strong>co della prestazione, desumibile dal silenzio del<br />
legislatore sulla liquidabilità una tantum della prestazione gravante sul<br />
genitore non affidatario e sul carattere <strong>in</strong><strong>di</strong>sponibile dei <strong>di</strong>ritti <strong>in</strong><br />
questione [260] .<br />
Sarà <strong>in</strong>teressante notare al riguardo che la pronunzia testé citata,<br />
dopo avere proclamato l’<strong>in</strong>vali<strong>di</strong>tà, per avere <strong>tra</strong>ttato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti<br />
<strong>in</strong><strong>di</strong>sponibili, della convenzione con cui il padre si era impegnato a<br />
«donare» [261] ai figli la proprietà <strong>di</strong> una casa, sembra voler imprimere<br />
una brusca «sterzata» alla motivazione verso la considerazione del<br />
carattere non preclusivo dell’accordo stesso <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e a pretese future.<br />
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