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Foto di Claudio Porcarelli - Miss Italia

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ABITO MOD. 6F “NODO D’AMORE”, 1955<br />

Abito da gran sera, realizzato in velluto <strong>di</strong> seta nero con intarsi <strong>di</strong> raso<br />

bianco su cui è ricamato un fiocco in velluto in nero impreziosito da ricami<br />

<strong>di</strong> perle, paillettes e fiori in cristalli. Questo modello, custo<strong>di</strong>to nell’Archivio<br />

Storico della Fondazione Micol Fontana con sede in Roma, Via San<br />

Sebastianello 6, è presente nel film del 1955 “Le amiche” <strong>di</strong> Michelangelo<br />

Antonioni, film che ha vinto il Leone d’Argento al Festival <strong>di</strong> Venezia <strong>di</strong><br />

quell’anno. Nel 1995 il regista Mario Monicelli nel film “Facciamo Para<strong>di</strong>so”<br />

ha riproposto tale abito con l’attrice Aurore Clèment. L’abito ha partecipato<br />

a molte mostre sia in <strong>Italia</strong> che all’estero ed è presente nei relativi cataloghi.<br />

La signora Micol Fontana ha gentilmente concesso l’originale del modello<br />

per la realizzazione del Calendario <strong>di</strong> <strong>Miss</strong> <strong>Italia</strong> 2013.<br />

«… Ora la nostra notte polare era finita. Ma il giorno non<br />

si presentava anemico, sbia<strong>di</strong>to: erano cal<strong>di</strong>, invoglianti<br />

colpi <strong>di</strong> sole, quelli che guizzavano dell’<strong>Italia</strong> del dopoguerra.<br />

Portavano una voglia <strong>di</strong>rompente <strong>di</strong> vivere, <strong>di</strong> fare,<br />

<strong>di</strong> ricostruire, <strong>di</strong> recuperare il tempo annientato dal gioco<br />

<strong>di</strong>sumano della guerra. E soprattutto una gran voglia <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>menticare.<br />

A Roma riaprivano uno ad uno i night club, che finalmente<br />

non si chiamavano più “tabarini”, come aveva imposto<br />

Starace italianizzando le parole straniere. E i night erano<br />

quasi tutti in Via Veneto, a due passi dal nostro atelier,<br />

come pure i gran<strong>di</strong> Caffè, primo fra tutti il Cafè de Paris.<br />

Ma sì, atelier, anche questo alla francese. Facemmo incidere<br />

una targa, “Casa <strong>di</strong> Moda Sorelle Fontana”. E inventammo<br />

un monogramma, SF, che poi resterà sempre<br />

lo stesso.<br />

Non dovemmo aspettare a lungo: le clienti venivano, attirate<br />

dalla pro<strong>di</strong>giosa calamita del risveglio. Cinecittà aveva<br />

ricominciato a lavorare, con De Sica, Rossellini e Gassman,<br />

mentre il concorso <strong>di</strong> <strong>Miss</strong> <strong>Italia</strong> lanciava in orbita<br />

splen<strong>di</strong>de ragazze incantate dal miraggio della celluloide:<br />

Lucia Bosè, Gina Lollobrigida, Gianna Maria Canale, Eleonora<br />

Rossi Drago, Silvana Mangano. I saloni dei palazzi<br />

patrizi, le ville sull’Appia Antica, s’erano riscossi dal letargo,<br />

animandosi <strong>di</strong> scintille <strong>di</strong> mondanità.<br />

Nell’<strong>Italia</strong>, che si apprestava a vivere il suo secondo risorgimento,<br />

esplose il culto della femminilità, e fece rapidamente<br />

proseliti. Non il culto della bellezza, o almeno non<br />

sempre, poiché non tutte le donne potevano <strong>di</strong>rsi belle in<br />

senso classico, tra<strong>di</strong>zionale: ma della femminilità, appunto,<br />

il nuovo modo <strong>di</strong> essere donne, gioioso, spensierato,<br />

dopo anni <strong>di</strong> mortificazione…».<br />

Micol Fontana<br />

Tratto dal suo libro autobiografico<br />

“Specchio a tre luci”<br />

a cura <strong>di</strong> Dino Cimagalli, e<strong>di</strong>to da Nuova Eri<br />

Lucia, Silvana, Sofia: dalla passerella <strong>di</strong> <strong>Miss</strong> <strong>Italia</strong> al<br />

cinema d’autore<br />

«Che cosa vuoi fare? Sai cantare, vuoi ballare, vuoi fare<br />

teatro?». «Cinema!» risponde senza esitazioni quella ragazzina<br />

<strong>di</strong> Pozzuoli arrivata con la mamma che la spinge<br />

avanti tra tutte: «Mettete annanz’. Mettiti davanti, fatti vedere…».<br />

«E’ il 3 settembre 1950, nel salone Moresco del Grand<br />

Hotel des Thèrmes <strong>di</strong> Salsomaggiore e, anche se l’orchestra<br />

intona “funi-culì funì-culà” per Anna Maria Bugliari,<br />

16 anni, <strong>Miss</strong> della provincia <strong>di</strong> Salerno, per Sofia nasce<br />

la fascia <strong>di</strong> <strong>Miss</strong> Eleganza e il cinema, più della moda, le<br />

mette subito gli occhi addosso. Piangono e si abbracciamo<br />

le ragazze che sognano la corona più ambita d’<strong>Italia</strong>:<br />

l’ha già avuta ‘ad honorem’ Silvana Pampanini, la sogna,<br />

tra tutte, anche la signorina Ralli, Giovanna Ralli, romana,<br />

appena quin<strong>di</strong>cenne.<br />

<strong>Miss</strong> <strong>Italia</strong>, da sempre una fabbrica <strong>di</strong> bellezza per il grande<br />

schermo, in quel 1950 che lascia il dopoguerra ha già<br />

lanciato Lucia Bosè, Eleonora Rossi Drago, Gina Lollobrigida,<br />

<strong>Miss</strong> Roma Silvana Mangano.... Bellezze acerbe<br />

ma già perfette per la moda e per il cinema. Una prova?<br />

Chi <strong>di</strong>mentica la straor<strong>di</strong>naria capacità <strong>di</strong> dare uno stile<br />

alla bellezza naturale <strong>di</strong> un concorso che ha dato al cinema<br />

oltre mezzo secolo <strong>di</strong> “scoperte”, pensi anche solo<br />

al bianco e nero del cinema d’autore che ha saputo trasformare<br />

in autentico <strong>di</strong>vismo il gusto estetico dei talent<br />

scout <strong>di</strong> allora.<br />

Un’immagine per tutte: Lucia Bosè in sottoveste, seduta<br />

sul letto, con una sigaretta accesa tra le labbra sensuali...<br />

Fece scandalo, allora, nel Paese che, in sala, scopriva il<br />

neorealismo rosa, ma <strong>Miss</strong> <strong>Italia</strong> era già cinema. E per la<br />

piccola Lucia, in posa per il provino <strong>di</strong> Cronaca <strong>di</strong> un amore,<br />

la passerella era giù arrivata al cinema d’autore…».<br />

Laura Delli Colli<br />

Giornalista e scrittrice

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