N O V E M B R E
«Non inganni quel pantalone lungo e stretto indossato su una giacca maschile e accompagnato da una maxi cartella da lavoro. Per comprendere al meglio gli anni ’90 bisogna far scendere lo sguardo verso il basso, ai pie<strong>di</strong> della modella esile come un filo d’erba, per risalire poi vertiginosamente su quei tacchi a spillo, combattivi decisi e determinati a farsi strada nel lavoro come nella vita, creando una nuova femminilità. Lasciati alla spalle rivoluzioni anni ’70 ed edonismo degli ’80, il nuovo decennio, l’ultimo del ventesimo secolo, regala alle donne una nuova consapevolezza: lavoro, politica, società, industria, informazione, nessun campo è estraneo o impossibile per quella “vague”, quell’onda femminile e tostissima decisa a sedersi nelle stanze dei bottoni. Per entrare nel nuovo mondo, bisogna però costruire una nuova immagine lasciando in<strong>di</strong>etro qualcosa <strong>di</strong> troppo corto, lungo o ingombrante che sia, soprattutto nella moda: scompaiono dagli arma<strong>di</strong> maxi gonne da raduni hippy e minigonne da piste da ballo, che tanto stanno più o meno male a tutte. Abbattute cotonature giganti e giacche con spalline da rugbista, entrambi terrificanti, le donne decidono che per far scoprire la propria dotazione <strong>di</strong> cervello bisogna coprire ogni centimetro <strong>di</strong> corpo, o quasi. Severamente abbigliate, spesso in tailleur maschile come ci ricorda la foto <strong>di</strong> quegli anni, l’in<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> una nuova era o Eva è affidato al dettaglio, bisogna aguzzare la vista e guardare quel tacco che spunta dal pantalone, sbirciare dal collo della camicia maschile, leggermente sbottonato, scrutare il movimento <strong>di</strong> una mano che si posa sul collo, liberato grazie ad un sapiente colpo <strong>di</strong> forbice, da copiose cascate <strong>di</strong> capelli. Sulle passerelle, inconfon<strong>di</strong>bili e più internazionali top model, contese dagli stilisti italiani celebri nel mondo, cominciano lentamente a cedere il passo a modelline androgine, evanescenti, filiformi, <strong>di</strong>menticabilissime. Sulla scena si impongono, invece, bellezze come Winona Ryder, in politica comincia l’ascesa <strong>di</strong> Bill Clinton ma ai più attenti non sfugge che <strong>di</strong>etro spinge Hillary e che, in definitiva, la musica sta cambiando: le spensierate note <strong>di</strong> Donna Summer sono volate via, decisamente sostituite dalla voce <strong>di</strong> Annie Lennox, intensa, consapevole, femminile e forte, proprio come le donne degli anni ’90». Succedeva a <strong>Miss</strong> <strong>Italia</strong>… Cinzia Malvini Giornalista Gli anni Novanta coincidono con l’abolizione delle misure delle ragazze (‘90), l’ammissione <strong>di</strong> can<strong>di</strong>date sposate e mamme (‘94). Se il 1991 è l’ anno <strong>di</strong> Martina Colombari, nel ’96 una ragazza <strong>di</strong> colore, Denny Mendez, <strong>di</strong>vide l’<strong>Italia</strong>, ma vince il titolo con giusto merito: «È bellissima, ma non rappresenta l’<strong>Italia</strong>», <strong>di</strong>cono alcuni; «È l’emblema dell’<strong>Italia</strong> che cambia, un Paese multietnico che guarda al futuro» rispondono altri. Denny riceve la fascia da Anna Valle, miss del 1995, destinata a <strong>di</strong>ventare dopo qualche anno regina della fiction televisiva. Nasce <strong>Miss</strong> <strong>Italia</strong> nel Mondo, un’idea <strong>di</strong> Mirigliani, che dal ‘91 porta con successo il gioco delle miss anche nelle Comunità italiane all’ estero.