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66 DON TONINO BELLO - Cenni biografici - VIS - Volontariato ...

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31 <strong>DON</strong> <strong>TONINO</strong> <strong>BELLO</strong> - <strong>Cenni</strong> <strong>biografici</strong><br />

Nato il 18 marzo 1935, Antonio Bello rimarrà sempre, anche quando sarà Vescovo, “don<br />

Tonino”. L’8 dicembre 1957 è ordinato Sacerdote. Ordinato vescovo il 30 ottobre 1982, fece<br />

il suo ingresso nella diocesi di Molfetta - Ruvo - Giovinazzo - Terlizzi il 21 novembre<br />

dello stesso anno. Ha una visione della Chiesa che si informa più strettamente al Vangelo.<br />

Rimane famosa la sua definizione della “chiesa del grembiule”, di una comunità cristiana<br />

che sa chinarsi umilmente sui piedi degli uomini senza tralasciare di analizzare in<br />

profondità le cause delle nuove povertà.<br />

Nel 1985 col consenso della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana fu chiamato<br />

a succedere a Mons. Luigi Bettazzi, vescovo di Ivrea, nella guida di Pax Christi,<br />

movimento cattolico internazionale per la pace. Anche qui fece subito intendere<br />

che avrebbe guidato il Movimento con la testimonianza coraggiosa di vita e con la<br />

parola carica di calore umano. La sua azione ha sempre tratto energia, vita e motivi<br />

da una spiritualità saldamente ancorata alla Parola di Dio. Forse anche per la sintonia<br />

con la spiritualità francescana (faceva parte dell’Ordine Francescano Secolare) egli<br />

amava lasciarsi guidare dal vangelo “sine glossa”. Con una delle sue originali ed appropriate<br />

intuizioni linguistiche egli tracciava le linee per una spiritualità di quello spessore<br />

definendola “contemplattiva”.<br />

La beatitudine evangelica degli operatori di pace diventa ben presto il discrimine per<br />

valutare e promuovere azioni concrete, mai approssimate ma sempre frutto di una lettura<br />

attenta della realtà. In questo senso vanno lette le sue prese di posizione nel corso di<br />

conflitti armati come quelli del Golfo e della ex-Jugoslavia, l’organizzazione della protesta<br />

contro l’ipotesi del trasferimento degli aerei F 16 nella base di Gioia del Colle, la lotta<br />

contro il tentativo di sottrarre migliaia di ettari di terreno a contadini ed allevatori della<br />

Murgia barese per farne un enorme poligono di tiro, la sua appassionata adesione al cartello<br />

“Contro i mercanti di morte” che portò nel 1990 all’approvazione della Legge 185<br />

che regola in maniera restrittiva e democratica il commercio delle armi italiane e tante altre<br />

azioni nella direzione dell’affermazione e della crescita di una cultura di pace.<br />

Molti dei gesti che hanno accompagnato la vita di questo vescovo partono da una condivisione<br />

autentica delle contraddizioni e delle miserie della nostra epoca. In questo senso<br />

l’accoglienza in diversi tempi di sfrattati, albanesi e africani immigrati nella sua casa,<br />

così come gli interventi e le omelie che accompagnano e scandiscono il cammino della<br />

Diocesi, la riflessione in occasione di eventi drammatici segnano una strada per cristiani<br />

ed uomini di buona volontà.<br />

Il 27 aprile 1993, a quattro mesi di distanza dalla partecipazione alla missione di pace<br />

a Sarajevo (missione di cui era stato anche l’ispiratore e guida, sebbene già malato),<br />

muore con grande serenità, consumato da un cancro indomabile.<br />

Scritti di don Tonino:<br />

– Alla finestra della speranza, Ed. S. Paolo, Cinisello B., 1988.<br />

– Sui sentieri di Isaia, Ed. La Meridiana, Molfetta, 1990.<br />

– Scrivo a voi... lettere di un vescovo ai catechisti, Dehoniane, Bologna 1992.<br />

– Pietre di scarto, La Meridiana, Molfetta, 1993.<br />

– Stola e grembiule, Ed. Insieme, Terlizzi, 1993.<br />

– Manifesto di pace, Ed. Manni, di Vincenzo Santoro, raccoglie gli articoli che Don Tonino<br />

scriveva su “Il manifesto”.<br />

<strong>66</strong>


Dalla Prima Lettera ai Corinzi (cap.9)<br />

19 Io sono libero. Non sono schiavo<br />

di nessuno. Tuttavia mi sono fatto<br />

schiavo di tutti, per portare a Cristo<br />

il più gran numero possibile di persone.<br />

20 Quando sono tra gli Ebrei, vivo come loro,<br />

per portare a Cristo gli Ebrei. Io non sono<br />

sottoposto alla legge di Mosè, eppure vivo<br />

come se lo fossi, per condurre a Cristo<br />

chi è sottoposto a quella legge.<br />

21 Quando invece mi trovo tra persone che<br />

non conoscono quella legge, vivo come loro<br />

senza tenerne conto, per portare a Cristo<br />

chi è senza legge. Questo non vuol dire<br />

che io sia privo di obblighi verso Dio,<br />

anzi sono sottoposto alla legge di Cristo.<br />

22 Con i deboli nella fede, vivo come se<br />

anch’io fossi debole, per condurli a Cristo.<br />

Cerco di adattarmi a tutti per salvarne<br />

a ogni costo alcuni.<br />

Salmo 84<br />

Quanto mi è cara la tua casa,<br />

Dio dell’universo!<br />

Mi consumano nostalgia e desiderio<br />

del tempio del Signore.<br />

Mi avvicino al Dio vivente,<br />

cuore e sensi gridano di gioia.<br />

All’ombra dei tuoi altari,<br />

Signore onnipotente,<br />

anche il passero trova un rifugio<br />

e la rondine un nido<br />

dove porre i suoi piccoli.<br />

Mio re, mio Dio,<br />

felice chi sta nella tua casa:<br />

potrà lodarti senza fine.<br />

Felici quelli che hanno in te la loro forza:<br />

camminano decisi verso Sion.<br />

Quando passano per la valle deserta<br />

la rendono un giardino<br />

benedetto dalle prime piogge.<br />

Camminano, e cresce il loro vigore<br />

finché giungono a Dio, in Sion.<br />

Signore, Dio dell’universo,<br />

accogli la mia preghiera,<br />

ascolta, Dio di Giacobbe.<br />

Tu sei il nostro difensore<br />

67<br />

proteggi il re che hai consacrato.<br />

Meglio per me un giorno nella tua casa<br />

che mille altrove;<br />

meglio restare sulla soglia del tuo tempio<br />

che abitare con chi ti odia.<br />

Un sole e uno scudo tu sei,<br />

Signore, mio Dio.<br />

Tu concedi misericordia, onore e gioia<br />

a chi cammina nella tua volontà.<br />

Beato l’uomo che ha fiducia in te,<br />

Signore, Dio dell’universo!<br />

Dal Vangelo secondo Luca (cap.1)<br />

35 L’angelo rispose:<br />

– Lo Spirito Santo verrà su di te, e l’Onnipotente<br />

Dio, come una nube, ti avvolgerà. Per<br />

questo il bambino che avrai sarà santo, Figlio<br />

di Dio.<br />

36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, alla<br />

sua età aspetta un figlio. Tutti pensavano<br />

che non potesse avere bambini, eppure è<br />

già al sesto mese.<br />

37 Nulla è impossibile a Dio!<br />

38 Allora Maria disse:<br />

– Eccomi, sono la serva del Signore. Dio<br />

faccia con me come tu hai detto.<br />

Poi l’angelo la lasciò.<br />

39 In quei giorni Maria si mise in viaggio e<br />

raggiunse in fretta un villaggio che si trovava<br />

nella parte montagnosa della Giudea.<br />

40 Entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta.<br />

41 Appena Elisabetta udì il saluto di Maria,<br />

il bambino dentro di lei ebbe un fremito,<br />

ed essa fu colmata di Spirito Santo<br />

42 e a gran voce esclamò: “Dio ti ha benedetta<br />

più di tutte le altre donne, e benedetto<br />

è il bambino che avrai!<br />

43 Che grande cosa per me! Perché mai la<br />

madre del mio Signore viene a farmi visita?<br />

44 Appena ho sentito il tuo saluto, il bambino<br />

si è mosso in me per la gioia.<br />

45 Beata te che hai avuto fiducia nel Signore<br />

e hai creduto che egli può compiere ciò che<br />

ti ha annunziato”.<br />

46 Allora Maria disse:<br />

“Grande è il Signore: lo voglio lodare...


32<br />

“Anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri” (Gv 13,14)<br />

Don Tonino Bello<br />

“Gli uni gli altri”, a vicenda cioè, scambievolmente. Questo vuol dire che la prima attenzione<br />

non tanto in ordine di tempo, quanto in ordine di logica, dobbiamo esprimerla<br />

all’interno delle nostre comunità, servendo i fratelli e lasciandoci servire da<br />

loro. Spendersi per i poveri va bene, abilitarsi come Chiesa a lavare i piedi di coloro<br />

che sono esclusi da ogni sistema di sicurezza e che sono emarginati da tutti i banchetti<br />

della vita, va meglio. Ma prima ancora dei marocchini, degli handicappati, dei<br />

barboni, degli oppressi, di coloro che ordinariamente stazionano fuori dal cenacolo,<br />

ci sono coloro che condividono con noi la casa, la mensa, il tempio. Solo quando hanno<br />

asciugato le caviglie dei fratelli le nostre mani potranno fare miracoli sui polpacci<br />

degli altri senza graffiarli. E solo quando sono stati lavati da una mano amica, i nostri<br />

calcagni potranno muoversi alla ricerca degli ultimi senza stancarsi.<br />

Della lavanda dei piedi, in altri termini, dobbiamo recuperare il valore della reciprocità<br />

che è l’insegnamento più forte nascosto in quel gesto di Gesù. Con quella frase,<br />

“gli uni gli altri”, siamo chiamati a concludere che la brocca, il catino e l’asciugatoio,<br />

prima che essere articoli di esportazione, vanno adoperati all’interno del cenacolo.<br />

Che cosa significa tutto questo per noi? Che, ad esempio, un sacerdote difficilmente<br />

potrà essere portatore di annunci credibili se nell’ambito del presbiterio non è disposto<br />

a lavare i piedi di tutti gli altri e a lasciarsi lavare i suoi da ognuno dei confratelli.<br />

Il problema è essere servi, perché gli uomini accettano il messaggio di Cristo non<br />

tanto da chi ha sperimentato l’ascetica della purezza, quanto da chi ha vissuto le tribolazioni<br />

del servizio. La logica della lavanda dei piedi è eversiva a tal punto che grida<br />

all’ipocrisia quando, in un’associazione ecclesiale lacerata dalle risse e dilaniata<br />

dalle rivalità, si pretende di organizzare il pediluvio alla gente. Ma a chi andiamo a<br />

raccontarla...!<br />

Il servizio agli ultimi che stanno fuori non purifica nessuno quando si salta il passaggio<br />

obbligato del servizio agli ultimi che stanno dentro anzi, si ritorce come condanna<br />

perfino su chi crede che gli basti la riconciliazione procuratagli dai Sacramenti,<br />

quando poi snobba quella grande riconciliazione con la vita, che si raggiunge<br />

lavando i piedi del prossimo più prossimo.<br />

“Gli uni gli altri”, a partire dalle famiglie che non possono dirsi cristiane se non assumono<br />

la logica della reciprocità; perché se il marito smania di lavare i piedi ai tossici,<br />

la moglie si vanta di servire gli anziani e la figlia maggiore fa ferro e fuoco per andare<br />

nel Terzo Mondo come volontaria ma poi, tutti e tre, non si guardano in faccia<br />

quando stanno in casa, la loro è soltanto una contro-testimonianza penosa.<br />

Ce n’è abbastanza perché la ripetizione rituale della lavanda dei piedi che, tra la commozione<br />

generale celebreremo la sera del Giovedì Santo, ci metta nell’anima una voglia<br />

struggente di servizio, di accoglienza e di pace, verso tutti, a partire dai più vicini.<br />

E ci mandi in crisi più che mandarci in estasi perché, visto che siamo così lenti a<br />

convertirci, quella brocca è esposta al sacrilegio non meno della stessa Eucaristia.<br />

68


Dalla Lettera ai Filippesi (cap.3)<br />

7 Ma tutte queste cose che prima avevano<br />

per me un grande valore, ora che ho conosciuto<br />

Cristo, le ritengo da buttar via.<br />

8 Tutto è una perdita di fronte al vantaggio<br />

di conoscere Gesù Cristo, il mio Signore.<br />

Per lui ho rifiutato tutto questo come cose<br />

da buttar via per guadagnare Cristo,<br />

9 per essere unito a lui nella salvezza.<br />

Questa salvezza non viene dall’ubbidienza<br />

alla legge, ma si ottiene per mezzo<br />

della fede in Cristo, e che Dio dà<br />

a coloro che credono.<br />

10 Voglio solo conoscere Cristo e la potenza<br />

della sua risurrezione. Voglio soffrire<br />

e morire in comunione con lui,<br />

11 per giungere anch’io alla risurrezione dei morti.<br />

12 Io non sono ancora arrivato al traguardo,<br />

non sono ancora perfetto! Continuo però<br />

la corsa per tentare di afferrare il premio,<br />

perché anch’io sono stato afferrato<br />

da Cristo Gesù.<br />

13 Fratelli miei, io non penso davvero<br />

di avere già conquistato il premio. Faccio<br />

una cosa sola: dimentico quel che sta alle<br />

mie spalle e mi slancio verso quel<br />

che mista davanti.<br />

14 Continuo la mia corsa verso il traguardo<br />

per ricevere il premio della vita alla quale<br />

Dio ci chiama per mezzo di Gesù Cristo.<br />

15 Tutti noi, che siamo maturi nella fede,<br />

comportiamoci in questo modo. Se invece<br />

qualcuno di voi la pensa diversamente,<br />

Dio lo illuminerà.<br />

16 Intanto, dal punto al quale siamo giunti,<br />

continuiamo ad andare avanti<br />

come abbiamo fatto finora.<br />

69<br />

Salmo 1<br />

Felice l’uomo giusto:<br />

non segue i consigli dei malvagi,<br />

non va insieme ai peccatori,<br />

non sta con chi bestemmia Dio;<br />

ma sua gioia è la parola del Signore,<br />

la studia notte e giorno.<br />

Come albero piantato lungo il fiume<br />

egli darà frutto a suo tempo,<br />

le sue foglie non appassiranno:<br />

riuscirà in tutti i suoi progetti.<br />

Non è questa la sorte dei malvagi:<br />

foglie morte portate via dal vento!<br />

Saranno condannati in giudizio<br />

ed esclusi dal popolo dei giusti.<br />

Il Signore protegge il cammino dei giusti;<br />

la via dei malvagi finisce nel nulla.<br />

Dal Vangelo secondo Marco (cap.8)<br />

34 Poi Gesù chiamò la folla insieme con i<br />

discepoli e disse: “Se qualcuno vuol venire<br />

con me, smetta di pensare a se stesso,<br />

prenda la sua croce e mi segua.<br />

35 Chi pensa soltanto a salvare la propria<br />

vita la perderà; chi invece è pronto a sacrificare<br />

la propria vita per me e per il vangelo<br />

la salverà.<br />

36 Se un uomo riesce a guadagnare anche<br />

il mondo intero, ma perde la vita,<br />

che vantaggio ne ricava?<br />

37 C’è forse qualcosa che un uomo possa<br />

dare per riavere in cambio la propria vita?<br />

38 Se uno si vergognerà di me e delle mie<br />

parole di fronte a questa gente infedele<br />

e piena di peccati, allora il Figlio dell’uomo<br />

si vergognerà di lui quando ritornerà,<br />

glorioso come Dio suo Padre, insieme<br />

con i suoi angeli santi”.


33<br />

LA NOSTRA RIUSCITA È IL SERVIZIO<br />

Don Tonino Bello - 1ª parte<br />

Una volta, nello scrivere una lettera alla mia Diocesi, decisi di darle proprio questo<br />

titolo: “La Quaresima: dalla testa ai piedi”. Dalla testa, per lo shampoo di cenere<br />

che ci viene fatto il Mercoledì santo. Ai piedi perché dopo la lavanda dei piedi<br />

finisce la Quaresima e comincia il triduo pasquale.<br />

Dalla testa ai piedi: un cammino abbastanza lungo. Non si tratta di percorrere il<br />

metro e mezzo o i due metri della nostra altezza, ma di andare dalla testa propria<br />

ai piedi degli altri. Un cammino lungo, molto lungo!<br />

Cenere e acqua, inoltre, sono gli ingredienti del bucato di una volta, simboli di penitenza<br />

e di servizio. Gesù ha compiuto proprio questo gesto. La sera del Giovedì<br />

santo, si è alzato, è andato verso gli Apostoli e ha preso loro i piedi per lavarli. Anche<br />

i piedi di Pietro che non voleva. Povero Pietro, non voleva farsi servire pensava<br />

forse, che Gesù, più che fargli il lavaggio dei piedi, volesse fargli una lavata<br />

di testa! Poi Gesù è andato da Giovanni e da Giuda. Ha lavato anche i piedi di<br />

Giuda, quei piedi che non sono riusciti ad entrare nell’immaginario della gente.<br />

Perché? Perché siamo stati più colpiti dalle labbra di Giuda? Dal bacio traditore<br />

di quelle labbra protese come due ventose sul volto di Gesù? Tutti i pittori, da<br />

Giotto a Salvatore Fiume, si sono sbizzarriti ad allungare quelle labbra. I piedi di<br />

Giuda, invece, penzolanti sul crepaccio dopo la sua impiccagione, non hanno<br />

avuto molta fortuna. Eppure sono stati anch’essi lavati da Gesù, e sono stati lavati<br />

per noi, per la gente che sbaglia, per la gente che pecca, per la gente che torna...<br />

Eppure non ne parliamo. Spesso non celebriamo con molta festa i ritorni nella<br />

Chiesa. Non mettiamo molti anelli al dito, molti calzari ai piedi, non ammazziamo<br />

vitelli grassi e non indossiamo vesti bianche per chi torna.<br />

Con l’immagine di Gesù che lava i piedi, San Giovanni descrive l’Eucaristia.<br />

Vediamo perché. Consideriamo i due participi adoperati dagli altri Evangelisti<br />

acconto alle parole Corpo e Sangue.<br />

Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo spezzato.<br />

Prendete e bevete, questo è il mio Sangue versato.<br />

San Giovanni, attraverso l’episodio della lavanda dei piedi, non spiega l’istituzione<br />

dell’Eucaristia, ma la logica di questi due participi, spezzato e versato, adoperati<br />

anche dagli altri evangelisti. Corpo spezzato, Sangue versato: che significa?<br />

San Giovanni dice che Gesù si alzò da tavola, depose le vesti, si cinse l’asciugatoio,<br />

lavò i piedi e riprese le vesti. Nel testo greco sono adoperati gli stessi verbi<br />

che pronuncia Gesù quando dice: Io lascio la mia vita per riprenderla di nuovo.<br />

Questa è una spia, ci fa capire che questo gesto non è un gesto emotivo, fatto da<br />

Gesù la sera dell’ultima cena, ma è proprio la descrizione, “formula breve”, della<br />

Passione, e quindi dell’Eucaristia. Perciò questo gesto spiega la logica dell’Eucaristia:<br />

Gesù, rimanendo sempre servo, servo e Signore, dice che la nostra<br />

signoria, la nostra affermazione, sta nel servizio.<br />

70


Dal Libro della Genesi (cap.12)<br />

1 Il Signore disse ad Abram:<br />

“Lascia la tua terra, la tua tribù,<br />

la famiglia di tuo padre,<br />

e va’ nella terra che io ti indicherò.<br />

2 Farò di te un popolo numeroso,<br />

una grande nazione.<br />

Il tuo nome diventerà famoso.<br />

Ti benedirò.<br />

Sarai fonte di benedizione.<br />

3 Farò del bene a chi te ne farà.<br />

Maledirò chi ti farà del male.<br />

Per mezzo tuo io benedirò<br />

tutti i popoli della terra”.<br />

4-5 Abram partì dalla località di Carran, secondo<br />

l’ordine del Signore. Aveva settantacinque anni.<br />

Partirono con lui la moglie Sarai e il nipote Lot,<br />

figlio di suo fratello. Portarono tutti i beni che<br />

avevano acquistato e gli schiavi comperati in<br />

Carran. Si diressero verso la terra di Canaan.<br />

Salmo 27<br />

Il Signore è mia luce e mia salvezza,<br />

di chi avrò paura?<br />

Il Signore protegge la mia vita,<br />

di chi avrò timore?<br />

Se i malvagi mi assalgono<br />

e si accaniscono contro di me,<br />

saranno loro, nemici e avversari,<br />

a inciampare e finire a terra!<br />

Se anche un esercito mi assedia<br />

il mio cuore non teme;<br />

se contro di me si scatena una battaglia<br />

ancora ho fiducia.<br />

Una cosa ho chiesto al Signore,<br />

questa sola io desidero:<br />

abitare tutta la vita<br />

nella casa del Signore,<br />

per godere la bontà del Signore<br />

e vegliare nel suo tempio.<br />

Egli mi offre un rifugio<br />

anche in tempi difficili;<br />

mi nasconde nella sua tenda,<br />

sulla roccia mi mette al sicuro.<br />

Posso andare a testa alta<br />

di fronte ai miei nemici.<br />

Nella sua tenda con grida di gioia<br />

offrirò sacrifici,<br />

canterò e suonerò al Signore.<br />

71<br />

Ascoltami, Signore, io ti invoco:<br />

abbi pietà di me, rispondimi.<br />

Ripenso alla tua parola:<br />

“Venite a me”.<br />

E vengo davanti a te, Signore.<br />

Non nascondermi il tuo volto.<br />

Non scacciare con ira il tuo servo:<br />

sei tu il mio aiuto.<br />

Non respingermi, non abbandonarmi,<br />

mio Dio, mio Salvatore.<br />

Se padre e madre mi abbandonano,<br />

il Signore mi accoglie.<br />

Insegnami, Signore, la tua volontà,<br />

guidami sul giusto cammino<br />

perché mi insidiano i nemici.<br />

Non lasciarmi nelle loro mani:<br />

mi attaccano con calunnie e minacce.<br />

Sono certo: godrò tra i viventi<br />

la bontà del Signore.<br />

“Spera nel Signore, sii forte e coraggioso,<br />

spera nel Signore”.<br />

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.5)<br />

1 Vedendo che c’era tanta gente Gesù salì verso<br />

il monte. Si sedette, i suoi discepoli si avvicinarono<br />

a lui<br />

2 ed egli cominciò a istruirli con queste parole:<br />

3 “Beati quelli che sono poveri di fronte a Dio<br />

Dio darà loro il suo regno.<br />

4 Beati quelli che sono nella tristezza:<br />

Dio li consolerà.<br />

5 Beati quelli che non sono violenti:<br />

Dio darà loro la terra promessa.<br />

6 Beati quelli che desiderano ardentemente<br />

quello che Dio vuole:<br />

Dio esaudirà i loro desideri.<br />

7 Beati quelli che hanno compassione<br />

degli altri:<br />

Dio avrà compassione di loro.<br />

8 Beati quelli che sono puri di cuore:<br />

essi vedranno Dio.<br />

9 Beati quelli che diffondono la pace:<br />

Dio li accoglierà come suoi figli.<br />

10 Beati quelli che sono perseguitati<br />

per aver fatto la volontà di Dio:<br />

Dio darà loro il suo regno.<br />

11 Beati siete voi quando vi insultano e vi perseguitano,<br />

quando dicono falsità e calunnie contro<br />

di voi perché avete creduto in me.


34<br />

LA CHIESA DEL GREMBIULE<br />

Don Tonino Bello - 2ª parte<br />

Voglio chiarirvi il significato di questi tre verbi che indicano le azioni compiute da Gesù: si alzò<br />

da tavola, depose le veste si cinse l’asciugatoio. Faremo l’analisi logica dell’Eucaristia.<br />

Si alzò da tavola<br />

Che cosa significa si alzò da tavola? Prima di tutto che l’Eucaristia, quindi la Messa, non sopporta<br />

la sedentarietà, non tollera la siesta, non permette l’assopimento della digestione. Tante<br />

volte, stando a Messa, ci sentiamo gratificati: che importa di tutto quello che succede nel mondo,<br />

de i problemi della giustizia! Bangladesh, Sri Lanka, dove si trovano? Che importa dello Sri<br />

Lanka! Amazzonia, Burundi: che importa di tutta questa roba? Etiopia, Sudan: che è successo?<br />

Si alzò da tavola: Non possiamo rimanere in chiesa; la Messa è una forza che spinge fuori! ...<br />

La Messa obbliga ad abbandonare la tavola, sollecita all’azione, spinge a lasciare le nostre cadenze<br />

residenziali. Ci stimola ad investire il fuoco che abbiamo ricevuto in gestualità dinamiche<br />

e missionarie. Se non ci si alza da tavola, l’Eucaristia rimane un sacramento incompiuto.<br />

... Si alzò da tavola. Dobbiamo alzarci, partire da quella tavola. Dobbiamo, cioè, essere prima<br />

contemplativi e poi impegnarci nell’azione.<br />

Depose le vesti<br />

Continuiamo l’analisi logica dell’Eucaristia: depose le vesti. Con questo verbo viene offerto un<br />

paradigma per i nostri comportamenti feriali, quelli quotidiani, di tutti i giorni. Chi si alza da tavola,<br />

infatti, deve deporre le vesti, non può andar via con il bagaglio.<br />

Quali vesti? Le vesti del tornaconto, del calcolo, dell’interesse personale, della ricchezza.<br />

Se smaniate per diventare ricchi, se smaniate per le carriere rampanti, per scavalcare gli altri<br />

nel fare strada, se smaniate per avere il doppio, il triplo stipendio, usciamo da questa Chiesa!<br />

Se in casa vostra permettete che vadano avanti la logica dell’accumulo, del lusso, dello spreco,<br />

della mentalità borghese, del prendersi una, due, tre o quattro macchine, usciamo dà<br />

questa chiesa! Deporre le vesti del dominio, dell’arroganza... A volte siamo arroganti anche<br />

quando presentiamo Gesù Cristo! Quando, ad esempio, lo presentiamo con faccia arcigna,<br />

con rabbia, con fare riottoso, e, così, siamo intolleranti.<br />

Deporre le vesti dell’egemonia, della prevaricazione, dell’accaparramento...<br />

Deporre le vesti significa ricusare il potere! Non possiamo amoreggiare col potere, non possiamo<br />

coltivare intese sottobanco offendendo la giustizia! Magari col pretesto di aiutare la gente!...<br />

Deporre le vesti significa questo: rimanere nudi. La Chiesa deve perdere i segni del potere<br />

e conservare, invece, il potere dei segni: il potere di porre dei segni che siano scrupolo, spina<br />

nel fianco del mondo.<br />

Si cinse l’asciugatoio: la Chiesa del grembiule<br />

Parlo spesso della Chiesa del grembiule. Voglio riproporvi ancora una volta questa immagine<br />

per aiutarvi a capire quanto sia insito nell’Eucaristia il mandato del servizio. Il grembiule è l’asciugatoio,<br />

è uno dei paramenti, l’unico dei paramenti sacri che viene ricordato nel Vangelo.<br />

Gesù non mise né la pianeta, né la casula, né il camice... si cinse l’asciugatoio. Mettete da<br />

parte per un attimo il lezionario, la casula, provate ad immaginare la Chiesa del grembiule.<br />

Immaginate un dibattito in televisione e un vescovo che vi partecipa con il grembiule!...<br />

Solo se avremo servito potremo parlare e saremo creduti. L’unica porta che ci introduce oggi<br />

nella casa della credibilità è la porta del servizio. Leggiamo ancora il Vangelo di Giovanni:<br />

Dopo che ebbe finito di lavare i piedi ai suoi discepoli riprese le vesti, sedette di nuovo e parlò.<br />

Dovremmo agire proprio come Gesù. Egli parlò soltanto dopo aver servito. Altrimenti la gente<br />

non crederà alle nostre parole. Conta più un gesto di servizio che tutte le prediche e le omelie!<br />

Se esse, infatti, non sono sorrette da una esemplarità forte, non producono nulla. Ecco perché<br />

vorrei accendere il vostro cuore ed il vostro impegno per il volontariato, per il servizio, nelle vostre<br />

comunità parrocchiali, a favore dei poveri. Se il vostro servizio si spenderà per loro, credo<br />

che sarete entrati nella logica dell’Eucaristia.<br />

72


Dalla Prima Lettera ai Corinzi (cap.1)<br />

26 Guardate tra voi, fratelli. Chi sono quelli<br />

che Dio ha chiamati? Vi sono forse tra voi,<br />

dal punto di vista umano, molti sapienti o molti<br />

potenti o molti personaggi importanti? No!<br />

27 Dio ha scelto quelli che gli uomini considerano<br />

ignoranti, per coprire di vergogna i sapienti;<br />

ha scelto quelli che gli uomini considerano deboli,<br />

per distruggere quelli che si credono forti.<br />

28 Dio ha scelto quelli che, nel mondo, non hanno<br />

importanza e sono disprezzati o considerati<br />

come se non esistessero, per distruggere quelli<br />

che pensano di valere qualcosa.<br />

29 Così, nessuno potrà vantarsi davanti a Dio.<br />

30 Dio però ha unito voi a Gesù Cristo: egli è<br />

per noi la sapienza che viene da Dio. E Gesù<br />

Cristo ci rende graditi a Dio, ci dà la possibilità<br />

di vivere per lui e ci libera dal peccato.<br />

31 Si compie così quel che dice la Bibbia:<br />

Chi vuol vantarsi si vanti<br />

per quel che ha fatto il Signore.<br />

Salmo 8<br />

Per il direttore del coro. Sulla melodia<br />

de “I torchi”. Salmo di Davide.<br />

O Signore, nostro Dio,<br />

grande è il tuo nome su tutta la terra!<br />

Canterò la tua gloria più grande<br />

dei cieli balbettando<br />

come i bambini e i lattanti.<br />

Contro gli avversari hai costruito una<br />

fortezza per ridurre al silenzio nemici e ribelli.<br />

Se guardo il cielo, opera delle tue mani,<br />

la luna e le stelle che vi hai posto,<br />

chi è mai l’uomo perché ti ricordi di lui?<br />

Chi è mai, che tu ne abbia cura?<br />

L’hai fatto di poco inferiore a un dio,<br />

coronato di forza e di splendore,<br />

signore dell’opera delle tue mani.<br />

Tutto hai messo sotto il suo dominio:<br />

pecore, buoi e bestie selvatiche,<br />

uccelli del cielo e pesci del mare<br />

e le creature degli oceani profondi.<br />

O Signore, nostro Dio,<br />

grande è il tuo nome su tutta la terra!<br />

73<br />

Dal Vangelo secondo Luca (cap.16)<br />

19 “C’era una volta un uomo molto ricco.<br />

Portava sempre vestiti di lusso e costosi e<br />

faceva festa ogni giorno con grandi banchetti.<br />

20 C’era anche un povero, un certo Lazzaro,<br />

che si metteva vicino alla porta del suo palazzo.<br />

Era tutto coperto di piaghe e chiedeva<br />

l’elemosina.<br />

21 Aveva una gran voglia di sfamarsi<br />

con gli avanzi dei pasti di quel ricco.<br />

Perfino i cani venivano a leccargli le piaghe.<br />

22 “Un giorno, il povero Lazzaro mori, e<br />

gli angeli di Dio lo portarono accanto<br />

ad Abramo nella pace. Poi morì anche l’uomo<br />

ricco e fu sepolto.<br />

23 Andò a finire all’inferno e soffriva terribilmente.<br />

“Alzando lo sguardo verso l’alto, da lontano<br />

vide Abramo e Lazzaro che era con lui.<br />

24 Allora gridò:<br />

– Padre Abramo, abbi pietà di me! Di’ a Lazzaro<br />

che vada a mettere la punta di un dito nell’acqua<br />

e poi mandalo a rinfrescarmi la lingua.<br />

Io soffro terribilmente in queste fiamme!<br />

25 “Ma Abramo gli rispose:<br />

– Figlio mio, ricordati che durante la tua vita<br />

hai già ricevuto molti beni, e Lazzaro ha avuto<br />

soltanto sofferenze. Ora invece, lui si trova nella<br />

gioia e tu soffri terribilmente.<br />

26 Per di più, tra noi e voi c’è un grande abisso:<br />

se qualcuno di noi vuole venire da voi<br />

non può farlo; così pure, nessuno di voi<br />

può venire da noi.<br />

27 “Ma il ricco disse ancora:<br />

– Ti supplico, padre Abramo, almeno manda<br />

Lazzaro nella casa di mio padre.<br />

28 Ho cinque fratelli e vorrei che Lazzaro<br />

li convincesse a non venire anche loro<br />

in questo luogo di tormenti.<br />

29 “Abramo gli rispose:<br />

– I tuoi fratelli hanno la legge di Mosè e<br />

gli scritti dei profeti. Li ascoltino!.<br />

30 “Ma il ricco replicò:<br />

– No, ti supplico, padre Abramo! Se qualcuno<br />

dei morti andrà da loro cambieranno modo<br />

di vivere.<br />

31 “Alla fine Abramo gli disse:<br />

– Se non ascoltano le parole di Mosè e dei<br />

profeti non si lasceranno convincere neppure<br />

se uno risorge dai morti”.


35<br />

LA DI<strong>VIS</strong>IONE DEI PANI<br />

Don Tonino Bello<br />

Abbiamo letto una pagina del Vangelo (Gv 6,1-12) che ci consente di continuare<br />

le nostre riflessioni sul mistero dell’Eucaristia. Questa pagina viene<br />

chiamata, ordinariamente, della moltiplicazione dei pani. Vorrei esortarvi a<br />

chiamarla, da questa sera, la pagina della divisione dei pani.<br />

Il dividendo sono i cinque pani e i due pesci; il divisore è costituito da cinquemila<br />

persone. Gli altri evangelisti aggiungono senza contare le donne e i bambini.<br />

Una divisione con le cifre decimali. Tutti furono sazi: questo è il risultato,<br />

il quoziente. Ma c’è anche il resto: avanzarono dodici canestri. È una vera<br />

e propria divisione: perché la chiamarono moltiplicazione dei pani? Gesù ha<br />

fatto sedere la gente sul prato, lì c’era molta erba. Gesù fa sedere sull’erba,<br />

perché questa è Eucaristia: tutto l’universo che anticipa una glorificazione<br />

al Padre. È una celebrazione cosmica, sull’erba verde, è una riconciliazione<br />

con il creato.<br />

Gesù fa le prove generali dell’Eucaristia. Sull’erba verde, ad intridersi con<br />

l’aroma del basilico e della menta: subito questo odore di forno, questo pane<br />

che passa di mano in mano e si spezza, si divide, sazia, avanza. Un insegnamento<br />

straordinario, cari fratelli miei: non è la moltiplicazione che<br />

sazierà il mondo, è la divisione! Il pane basta, cinque pani e due pesci bastano.<br />

Il pane che produce lo terra è sufficiente. E l’accaparramento, invece,<br />

che impedisce la sazietà di tutti e provoca la penuria dei poveri. Se il pane,<br />

dalle mani di uno, possa nelle mani dell’altro, viene diviso, basta per tutti. Questo<br />

è l’insegnamento di questa pagina straordinaria del Vangelo.<br />

Dividete le vostre ricchezze, fatene parte o coloro che non ne hanno, ai diseredati<br />

della vita. Non solo a coloro che non hanno denaro, ma anche a coloro<br />

che hanno il portafoglio gonfio e il cuore vuoto! E a coloro che non hanno<br />

salute, che sono esauriti, stanchi, che non ce la fanno più. E la divisione,<br />

la divisione!<br />

Accogliete il pane nelle mani e questo gesto sappia di offertorio.<br />

Sia l’offertorio “Benedetto sei tu, o Signore. Dio dell’universo, dalla tua bontà<br />

abbiamo ricevuto queste mani: fa’ che diventino il prolungamento della tua misericordia,<br />

che siano capaci di dividere il pane e di unire la gente”.<br />

E diremo: “Benedetto nei secoli il Signore”.<br />

E un gesto di offertorio, fatelo con grande liberazione. Farete, così, una donazione<br />

e un gesto di consacrazione.<br />

Forse vi prendo alla sprovvista, forse non avete fatto in tempo a lavare le mani.<br />

Ma ci sarà un rito, una lavanda, quando arriveremo a dire “Scambiatevi un<br />

gesto di pace”. La mano del vostro fratello, le vostre mani, si purificheranno.<br />

Si consacreranno e sapranno di Comunione...<br />

74


Dalla Lettera ai Colossesi (cap.1)<br />

9 Perciò da quando abbiamo sentito parlare di<br />

voi, preghiamo sempre per voi. Chiediamo a<br />

Dio che vi faccia conoscere pienamente la<br />

sua volontà, e vi conceda la saggezza e l’intelligenza<br />

che vengono dallo Spirito Santo.<br />

10 Così potrete vivere una vita degna del Signore<br />

e fare in ogni cosa la sua volontà. Tutte<br />

le vostre opere saranno buone, e la vostra<br />

conoscenza di Dio sarà sempre più grande.<br />

11 Chiedo a Dio di farvi diventare sempre più<br />

forti per mezzo della sua gloriosa potenza, in<br />

modo che possiate resistere con pazienza di<br />

fronte a tutte le difficoltà,<br />

12 e possiate ringraziarlo con gioia. Perché<br />

Dio, nostro Padre, ci ha fatti partecipare ai<br />

beni preparati per il suo popolo, nel regno<br />

della luce;<br />

13 ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha<br />

introdotti nel regno del Figlio suo amatissimo.<br />

14 Grazie a lui, siamo stati liberati, perché i nostri<br />

peccati sono perdonati.<br />

Dalla Lettera ai Colossesi (cap.1)<br />

15 Il Dio invisibile si è fatto visibile<br />

in Cristo,<br />

nato dal Padre prima della creazione<br />

del mondo.<br />

16 Tutte le cose create, in cielo e sulla terra,<br />

sono state fatte per mezzo di lui,<br />

sia le cose visibili sia quelle invisibili:<br />

i poteri, le forze, le autorità, le potenze<br />

Tutto fu creato per mezzo di lui e per lui.<br />

17 Cristo è prima di tutte le cose<br />

e tiene insieme tutto l’universo.<br />

18 Egli è anche capo di quel corpo<br />

che è la Chiesa,<br />

è la fonte della nuova vita,<br />

è il primo risuscitato dai morti:<br />

egli deve sempre avere il primo posto<br />

in tutto.<br />

19 Perché Dio ha voluto essere pienamente<br />

presente in lui<br />

20 e per mezzo di lui<br />

ha voluto rifare amicizia con tutte le cose,<br />

con quelle della terra e con quelle del cielo;<br />

per mezzo della sua morte in croce<br />

Dio ha fatto pace con tutti.<br />

75<br />

Dal Vangelo secondo Giovanni (cap.15)<br />

1 Gesù disse ancora: “Io sono la vera vite.<br />

Il Padre mio è il contadino.<br />

2 Ogni ramo che è in me e non dà frutto, egli<br />

lo taglia e getta via, e i rami che danno frutto,<br />

li libera da tutto ciò che impedisce frutti<br />

più abbondanti.<br />

3 Voi siete già liberati grazie alla parola<br />

che vi ho annunziato.<br />

4 Rimanete uniti a me, e io rimarrò unito a voi.<br />

Come il tralcio non può dar frutto da solo, se<br />

non rimane unito alla vite, neppure voi potete<br />

dar frutto, se non rimanete uniti a me.<br />

5 “Io sono la vite. Voi siete i tralci. Se uno<br />

rimane unito a me e io a lui, egli produce<br />

molto frutto; senza di me non potete far nulla.<br />

6 “Se uno non rimane unito a me, è gettato via<br />

come i tralci che diventano secchi e che la<br />

gente raccoglie per bruciare.<br />

7 Se rimanete uniti a me, e le mie parole<br />

sono radicate in voi, chiedete quel<br />

che volete e vi sarà dato.<br />

8 La gloria del Padre mio risplende quando<br />

portate molto frutto e diventate miei discepoli.<br />

9 “Come il Padre ha amato me, così io ho<br />

amato voi: rimanete nel mio amore!<br />

10 Se metterete in pratica i miei comandamenti,<br />

sarete radicati nel mio amore; allo stesso<br />

modo io ho messo in pratica i comandamenti<br />

del Padre mio e sono radicato nel suo amore.<br />

11 “Vi ho detto questo, perché la mia gioia sia<br />

anche vostra, e la vostra gioia sia perfetta.<br />

12 “Il mio comandamento è questo:<br />

amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi.<br />

13 Nessuno ha un amore più grande di questo:<br />

morire per i propri amici.<br />

14 Voi siete miei amici se fate quel che<br />

io vi comando.<br />

15 Io non vi chiamo più schiavi, perché lo<br />

schiavo non sa che cosa fa il suo padrone.<br />

Vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto sapere<br />

tutto quel che ho udito dal Padre mio.<br />

16 “Non siete voi che avete scelto me, ma io<br />

ho scelto voi, e vi ho destinati a portare molto<br />

frutto, un frutto duraturo. Allora il Padre vi<br />

darà tutto quel che chiederete nel nome mio.<br />

17 Questo io vi comando: amatevi gli uni gli altri.


36<br />

LA PACE COME CAMMINO<br />

Don Tonino Bello<br />

A dire il vero non siamo molto abituati a legare il termine PACE a concetti dinamici.<br />

Raramente sentiamo dire:<br />

“Quell’uomo si affatica in pace”,<br />

“lotta in pace”,<br />

“strappa la vita coi denti in pace”...<br />

Più consuete, nel nostro linguaggio, sono invece le espressioni:<br />

“Sta seduto in pace”,<br />

“sta leggendo in pace”,<br />

“medita in pace” e,<br />

ovviamente, “riposa in pace”.<br />

La pace, insomma, ci richiama più la vestaglia da camera che lo zaino del viandante.<br />

Più il comfort del salotto che i pericoli della strada.<br />

Più il caminetto che l’officina brulicante di problemi.<br />

Più il silenzio del deserto che il traffico della metropoli.<br />

Più la penombra raccolta di una chiesa che una riunione di sindacato.<br />

Più il mistero della notte che i rumori del meriggio.<br />

Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato,<br />

ma una conquista.<br />

Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.<br />

Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.<br />

La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia.<br />

Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio.<br />

Rifiuta la tentazione del godimento.<br />

Non tollera atteggiamenti sedentari.<br />

Non annulla la conflittualità.<br />

Non ha molto da spartire con la banale “vita pacifica”.<br />

Sì, la pace prima che traguardo, è cammino.<br />

E, per giunta, cammino in salita.<br />

Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi, i suoi percorsi preferenziali<br />

ed i suoi tempi tecnici, i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni.<br />

Forse anche le sue soste.<br />

Se è così, occorrono attese pazienti.<br />

E sarà beato, perché operatore di pace,<br />

non chi pretende di trovarsi all’arrivo senza essere mai partito, ma chi parte.<br />

Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista, anche se mai – su questa<br />

terra s’intende – pienamente raggiunta.<br />

76


Dalla Libro dell’Apocalisse (cap.21)<br />

1 Allora io vidi un nuovo cielo e<br />

una nuova terra, – il primo cielo e la prima<br />

terra erano spariti, e il mare non c’era più, –<br />

2 e vidi venire dal cielo, da parte di Dio,<br />

la santa città, la nuova Gerusalemme,<br />

ornata come una sposa pronta per andare<br />

incontro allo sposo.<br />

3 Una voce forte che veniva dal trono<br />

esclamò: “Ecco l’abitazione di Dio<br />

fra gli uomini; essi saranno suo popolo<br />

ed egli sarà Dio con loro”.<br />

4 Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.<br />

La morte non ci sarà più. Non ci sarà più né<br />

lutto né pianto né dolore. Il mondo di prima<br />

è scomparso per sempre”.<br />

5 Allora Dio dal suo trono disse: “Ora faccio<br />

nuova ogni cosa”. Poi mi disse: “Scrivi,<br />

perché ciò che dico è vero e degno<br />

di essere creduto”. E aggiunse: “È fatto.<br />

Io sono l’inizio e la Fine, il Primo e l’Ultimo.<br />

A chi ha sete io darò gratuitamente l’acqua<br />

della vita.<br />

7 Ai vincitori toccherà questa parte dei beni.<br />

Io sarò loro Dio, ed essi saranno miei figli.<br />

Salmo 119<br />

Mostrami, Signore, la via delle tue leggi<br />

e le seguirò fino alla fine.<br />

Insegnami a compiere la tua volontà:<br />

la osserverò con tutto il cuore.<br />

Guidami lungo la via dei tuoi comandamenti,<br />

perché in essa trovo la mia gioia.<br />

Piega il mio cuore verso i tuoi precetti,<br />

non verso la sete del guadagno.<br />

Libera i miei occhi dalle vane visioni<br />

e fammi vivere nella tua via.<br />

Per me, tuo servo, compi le tue promesse<br />

che hai fatto ai tuoi fedeli.<br />

Salvami dal disprezzo: mi fa paura;<br />

solo le tue decisioni sono buone.<br />

Guarda come desidero i tuoi decreti;<br />

tu sei giusto: dammi nuova vita!<br />

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.6)<br />

19 “Non accumulate ricchezze in questo<br />

mondo. Qui i tarli e la ruggine distruggono<br />

ogni cosa e i ladri vengono e portano via.<br />

20 Accumulate piuttosto le vostre ricchezze<br />

77<br />

in cielo. Là, i tarli e la ruggine non le distruggono<br />

e i ladri non vanno a rubare.<br />

21 Perché, dove sono le tue ricchezze, là c’è<br />

anche il tuo cuore.<br />

22 “Gli occhi sono come lampada per il corpo:<br />

se i tuoi occhi sono buoni, tu sarai totalmente<br />

nella luce,<br />

23 ma se i tuoi occhi sono cattivi, tu sarai<br />

totalmente nelle tenebre. Se dunque<br />

la tua luce è tenebra, come sarà nera<br />

quella tenebra!<br />

24 “Nessuno può servire due padroni: perché,<br />

o amerà l’uno e odierà l’altro; oppure<br />

preferirà il primo e disprezzerà il secondo.<br />

Non potete servire Dio e i soldi.<br />

25 “Perciò io vi dico: non preoccupatevi troppo<br />

del mangiare e del bere che vi servono<br />

per vivere, o dei vestiti che vi servono per<br />

coprirvi. Non è forse vero che la vita è più<br />

importante del cibo e che il corpo è più importante<br />

del vestito?<br />

26 “Guardate gli uccelli che vivono in libertà:<br />

essi non seminano, non raccolgono e non<br />

mettono il raccolto nei granai... eppure il<br />

Padre vostro che è in cielo li nutre! Ebbene,<br />

voi non valete forse più di loro?<br />

27 “E chi di voi con tutte le sue preoccupazioni<br />

può vivere un giorno più di quel che è<br />

stabilito?<br />

28 “Anche per i vestiti, perché vi preoccupate<br />

tanto? Guardate come crescono i fiori dei<br />

campi: non lavorano, non si fanno vestiti...<br />

29 eppure vi assicuro che nemmeno Salomone,<br />

con tutta la sua ricchezza, ha mai avuto<br />

un vestito così bello!<br />

30 Se dunque Dio rende così belli i fiori dei<br />

campi che oggi ci sono e il giorno dopo vengono<br />

bruciati, a maggior ragione procurerà<br />

un vestito a voi, gente di poca fede!<br />

31 “Dunque, non state a preoccuparvi troppo,<br />

dicendo: “Che cosa mangeremo?, che cosa<br />

berremo?, come ci vestiremo?”.<br />

32 Sono gli altri, quelli che non conoscono<br />

Dio, a cercare sempre tutte queste cose.<br />

Il Padre vostro che è in cielo sa che avete<br />

bisogno di tutte queste cose.<br />

33 “Voi invece cercate il regno di Dio<br />

e fate la sua volontà: tutto il resto Dio<br />

ve lo darà in più.<br />

34 Perciò, non preoccupatevi troppo<br />

per il domani: ci pensa lui, il domani,<br />

a portare altre pene. Per ogni giorno<br />

basta la sua pena.


37<br />

PACE, GIUSTIZIA E SALVAGUARDIA DEL CREATO<br />

Don Tonino Bello - Discorso all’Arena di Verona del 30 aprile 1989 - 1ª parte<br />

La prima cosa che desidero dirvi è questa: l’evoluzione del concetto di pace ha<br />

subito lo stesso arricchimento che, nella rivelazione cristiana, ha avuto il concetto<br />

di Dio. Nell’economia del Vecchio Testamento, il monoteismo assoluto di<br />

Jahweh era il cardine portante di tutta la storia della salvezza. Poi, “quando venne<br />

la pienezza dei tempi”, Gesù ci ha rivelato che Dio è pluralità di persone: Padre,<br />

Figlio e Spirito. Esse vivono così profondamente la convivialità delle differenze,<br />

esistono cioè così unicamente l’una per l’altra, che formano un solo Dio.<br />

Si è passati, così, dal monoteismo assoluto al monoteismo trinitario di Dio.<br />

Per la pace è avvenuta la stessa cosa. Siamo giunti alla pienezza dei tempi,<br />

ed è balenata alle nostre coscienze la convinzione che la pace oggi si declina<br />

inesorabilmente con la giustizia e con la salvaguardia del creato. Siamo passati,<br />

per così dire, dal monoteismo assoluto al monoteismo trinitario della pace. Dal<br />

monoteismo assoluto al monoteismo trinitario della pace... Tutto questo crea<br />

scandalo. Finché per secoli e secoli nelle nostre chiese abbiamo parlato di pace,<br />

nessuno ha contestato. Quando, sulla scorta della Parola di Dio, si è scoperta<br />

la stretta parentela della pace con la giustizia, si sono scatenate le censure<br />

dei potenti. Sicché, la giustizia, collocata da Dio stesso accanto alla pace quale<br />

sua partner naturale, continua a destare, purtroppo, più sospetto di quanto non<br />

susciti scandalo quando viene collocata, sia pure come aggettivo, accanto alla<br />

guerra. Tant’è che si parla ancora di “guerra giusta”.<br />

“... nella pienezza dei tempi”. Carissimi amici, anche per quanto riguarda la<br />

pace è giunta la pienezza dei tempi. Oggi abbiamo il privilegio di capire che<br />

l’annuncio della Pace si completa, oltre che con la lotta per la giustizia, anche con<br />

l’impegno per la salvaguardia del creato. Quello della tutela dell’ambiente non<br />

è l’ultimo ritrovato della nostra furbizia brontolona o delle nostre strategie del<br />

consenso. Non è ammiccamento alle mode correnti. Ma è un compito primordiale<br />

che ci sovrasta come partner dello Spirito Santo, affinché la terra passi dal<br />

“Kàos”, cioè dallo sbadiglio di noia e di morte, al “Kòsmos”, cioè alla situazione<br />

di trasparenza e di grazia. E si realizzerà la splendida intuizione dì Isaia che, addirittura<br />

invertendone l’ordine, aveva collegato insieme salvaguardia del creato,<br />

giustizia e pace: “In noi sarà infuso uno Spirito dall’alto. Allora il deserto diventerà<br />

un giardino... e la giustizia regnerà nel giardino... e frutto della giustizia sarà la<br />

pace” (Is 32,15-17).<br />

C’è da chiedersi: è mai possibile che questa visione trinitaria della pace, così saldamente<br />

fondata sui plinti della Sacra Scrittura, abbia tanto stentato a diffondersi<br />

perfino nelle nostre Chiese? La risposta è semplice: se solo ora dal monoteismo<br />

assoluto della pace siamo passati al monoteismo trinitario, è perché siamo<br />

giunti davvero alla pienezza dei tempi. Il che non significa che ormai il discorso<br />

sia acquisito. Tutt’altro. Come per il discorso trinitario su Dio, nei primi dieci secoli<br />

del cristianesimo, si sono sostenute tante lotte, sono scoppiate tante dispute, e<br />

sono celebrati tanti Concili; così sarà per il discorso trinitario sulla pace.<br />

78


Dalla Prima Lettera ai Corinzi (cap.13)<br />

1 Se parlo le lingue degli uomini<br />

e anche quelle degli angeli,<br />

ma non ho amore,<br />

sono un metallo che rimbomba,<br />

uno strumento che suona a vuoto.<br />

2 Se ho il dono d’essere profeta<br />

e di conoscere tutti i misteri,<br />

se possiedo tutta la scienza<br />

e anche una fede da smuovere i monti,<br />

ma non ho amore,<br />

io non sono niente.<br />

3 Se do ai poveri tutti i miei averi,<br />

se offro il mio corpo alle fiamme,<br />

ma non ho amore,<br />

non mi serve a nulla.<br />

4 Chi ama<br />

è paziente e generoso.<br />

Chi ama<br />

non è invidioso<br />

non si vanta<br />

non si gonfia di orgoglio.<br />

5 Chi ama è rispettoso<br />

non cerca il proprio interesse<br />

non cede alla collera<br />

dimentica i torti.<br />

6 Chi ama<br />

non gode dell’ingiustizia,<br />

la verità è la sua gioia.<br />

7 Chi ama<br />

tutto scusa<br />

di tutti ha fiducia<br />

tutto sopporta<br />

mai perde la speranza.<br />

8 L’amore non tramonta mai:<br />

cesserà il dono delle lingue,<br />

la profezia passerà,<br />

finirà il dono della scienza.<br />

9 La scienza è imperfetta,<br />

la profezia è limitata,<br />

10 ma verrà ciò che è perfetto<br />

ed esse svaniranno.<br />

11 Quando ero bambino<br />

parlavo da bambino,<br />

come un bambino<br />

pensavo e ragionavo.<br />

Da quando sono un uomo<br />

ho smesso di agire così.<br />

12 Ora la nostra visione è confusa,<br />

come in un antico specchio;<br />

ma un giorno saremo a faccia a faccia<br />

dinanzi a Dio.<br />

Ora lo conosco solo in parte,<br />

ma un giorno lo conoscerò<br />

come lui mi conosce.<br />

13 Ecco dunque le tre cose che contano:<br />

fede, speranza, amore.<br />

Ma più grande di tutte è l’amore.<br />

79<br />

Salmo 84<br />

Felici quelli che hanno in te la loro forza:<br />

camminano decisi verso Sion.<br />

Quando passano per la valle deserta<br />

la rendono un giardino<br />

benedetto dalle prime piogge.<br />

Camminano, e cresce il loro vigore<br />

finché giungono a Dio, in Sion.<br />

Signore, Dio dell’universo,<br />

accogli la mia preghiera,<br />

ascolta, Dio di Giacobbe.<br />

Tu sei il nostro difensore<br />

proteggi il re che hai consacrato.<br />

Meglio per me un giorno nella tua casa<br />

che mille altrove;<br />

meglio restare sulla soglia del tuo tempio<br />

che abitare con chi ti odia.<br />

Dal Vangelo secondo Luca (cap.10)<br />

30 Gesù rispose: “Un uomo scendeva<br />

da Gerusalemme verso Gèrico, quando<br />

incontrò i briganti. Gli portarono via tutto,<br />

lo presero a bastonate e poi se ne andarono<br />

lasciandolo mezzo morto.<br />

31 Per caso passò di là un sacerdote;<br />

vide l’uomo ferito, passò dall’altra parte<br />

della strada e prosegui.<br />

32 Anche un levita del tempio passò per quella<br />

strada; anche lui lo vide, lo scansò e prosegui.<br />

33 Invece un uomo della Samaria, che era in<br />

viaggio, gli passò accanto, lo vide e ne ebbe<br />

compassione.<br />

34 Gli andò vicino, versò olio e vino sulle<br />

sue ferite e gliele fasciò. Poi lo caricò<br />

sul suo asino e lo portò a una locanda e fece<br />

tutto il possibile per aiutarlo.<br />

35 Il giorno dopo tirò fuori due monete d’argento,<br />

le diede al padrone dell’albergo e gli disse:<br />

“Abbi cura di lui e anche se spenderai di più<br />

pagherò io quando ritorno”.<br />

36 A questo punto Gesù domandò:<br />

– Secondo te, chi di questi tre si è comportato<br />

come prossimo per quell’uomo che aveva<br />

incontrato i briganti?<br />

37 Il maestro della legge rispose:<br />

– Quello che ha avuto compassione di lui.<br />

Gesù allora gli disse:<br />

– Va’ e comportati allo stesso modo


38<br />

OSARE LA PACE PER FEDE<br />

Don Tonino Bello - Discorso all’Arena di Verona del 30 aprile 1989 - 2ª parte<br />

La seconda cosa che voglio dirvi, strettamente collegata con la prima, è questa: il<br />

Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, il Dio dei profeti, il Dio che in Gesù ha manifestato<br />

il suo volto trinitario, non è il Dio di Socrate, di Platone, di Aristotele, delle accademie,<br />

dei filosofi insomma. Il Dio dei filosofi è l’ultima conclusione della nostra attività<br />

raziocinante. È la soglia suprema messa in cima a tutta l’impalcatura degli<br />

umani sillogismi. È la casa che svetta sui basamenti della nostra logica organica.<br />

La sua tenuta dipende dalla saldezza dì questi basamenti. Se un solo passaggio razionale<br />

cede sotto l’urto di un ragionamento opposto, ruzzola anche Dio che ci sta<br />

sopra. Il Dio dei filosofi, insomma, è un Dio che regge solo se è garantito dalla sicurezza<br />

dei nostri argomenti. E poi non scalda. Non coinvolge. Non ti riempie di passione.<br />

Accettare questo Dio è come sposare una donna di cui hai preso tutte le misure,<br />

di cui ti sei fatto consegnare tutti i certificati di garanzia, e contro i cui rischi di<br />

abbandono ti sei premunito con mille polizze di assicurazione.<br />

Il Dio di Gesù Cristo è diverso. Non viene dal basso. Ci è stato rivelato dall’alto.<br />

Non è frutto della carne e del sangue della nostra sapienza terrena. È un Dio garantito<br />

solo dalla nudità della nostra fede. Non è un Dio a cui ci si aggrappa con i funambolismi<br />

della mente. Ma un Dio a cui ci si abbandona con la fiducia del cuore,<br />

dietro un richiamo che inesorabilmente ti precede. Attenzione! Non è che si voglia disprezzare<br />

la fatica della ricerca umana o che si intenda svilire l’importanza di un Dio<br />

trovato dagli sforzi del nostro pensiero. No! Quella della ricerca razionale di Dio è<br />

una fatica benedetta, che ogni cristiano deve compiere con tutti gli altri uomini che lo<br />

cercano con cuore sincero. Diciamo solo che questo Dio, dopo che l’abbiamo trovato,<br />

non ci appaga. Anzi, non ci si può chiamare neppure credenti per il semplice fatto<br />

di averlo raggiunto attraverso gli impervi sentieri del pensiero. Il Dio vero, quello<br />

di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, quello rivelatoci da Gesù, è totalmente Altro ed è<br />

totalmente Oltre. E noi credenti, dopo aver condiviso la fatica del pensiero con tutti<br />

i ricercatori onesti, dobbiamo essere l’indice puntato verso questo totalmente Altro e<br />

totalmente Oltre.<br />

La pace del mondo e la pace di Gesù Cristo. Ed eccoci al momento cruciale di<br />

questa seconda riflessione. Per la pace vale lo stesso discorso che si è fatto per Dio.<br />

C’è una pace dei filosofi. E c’è una pace di Cristo. La prima è quella prodotta dai nostri<br />

sforzi diplomatici, costruita dai dosaggi delle cancellerie, frutto degli equilibri<br />

messi in atto dalle potenze terrene. Al punto che, se una sola condizione va in crisi,<br />

si rompe il giocattolo e ruzzola tutto intero il castello. La pace di Cristo, invece, è<br />

quella che non esige garanzie, che scavalca le coperture prudenziali, e che resiste<br />

anche quando crollano i puntelli del bilanciamento fondato sul calcolo. Questo è il<br />

senso profondo dell’espressione evangelica che proprio oggi è risuonata nella Messa:<br />

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come ve la dà il mondo, io la do a voi”<br />

(Gv 14,27) Questo è il salto di qualità a cui ci provoca la frase divenuta ormai celebre<br />

di D. Bonhoeffer: “Osare la pace per fede”. Ci riempie di commozione un testo<br />

che questo grande testimone del Risorto scrisse nel 1934, e che è divenuto un monito<br />

per noi: “Una via alla pace che passi per la sicurezza non c’è. La pace infatti deve<br />

essere osata. È un grande rischio, e non si lascia mai e poi mai garantire.<br />

80


Dalla Seconda Lettera ai Corinzi (cap.8)<br />

7 Voi avete di tutto e in abbondanza: la fede, il<br />

dono della parola, la conoscenza, un grande<br />

entusiasmo, e fra voi c’è quell’amore che vi ho<br />

insegnato ad avere. Fate in modo di essere<br />

ricchi anche in questo impegno generoso.<br />

8 Non vi sto dando un ordine: vi ricordo la premura<br />

che gli altri hanno, avuto, per vedere se<br />

anche il vostro amore è genuino.<br />

9 Voi conoscete la generosità del Signore nostro<br />

Gesù Cristo: per amor vostro, lui che era<br />

ricco, si è fatto povero per farvi diventare ricchi<br />

con la sua povertà.<br />

10 Al riguardo vi do questo consiglio: voi che<br />

sin dall’anno scorso avete incominciato non<br />

soltanto ad agire, ma anche a volere questa<br />

iniziativa,<br />

11 fate ora in modo di portarla a termine. Come<br />

siete stati pronti nel prendere l’iniziativa, siatelo<br />

anche nel realizzarla con i mezzi che avete<br />

a disposizione.<br />

12 Perché il risultato è gradito a Dio, se chi dona<br />

ci mette buona volontà. E Dio tiene conto<br />

di quel che uno possiede, non certo di quel<br />

che non ha.<br />

13 Questa colletta infatti non ha lo scopo di ridurre<br />

voi in miseria perché altri stiano bene: la<br />

si fa per raggiungere una certa uguaglianza.<br />

Salmo 86<br />

Tendi l’orecchio, Signore, ascoltami:<br />

sono povero e infelice.<br />

Proteggi la mia vita: io ti sono fedele.<br />

O Dio, salva il tuo servo: confido in te!<br />

Tutto il giorno ti chiamo:<br />

pietà di me, Signore!<br />

Verso di te io sospiro:<br />

Signore, donami gioia!<br />

Tu sei buono, Signore, pronto al perdono,<br />

pieno d’amore per chi t’invoca.<br />

Ascolta la mia preghiera,<br />

non respingere la mia supplica.<br />

Sono in pericolo; a te io grido:<br />

tu, Signore, mi risponderai!<br />

Nessuno altro Dio è come te, Signore;<br />

nessuno può fare quello che tu fai.<br />

Hai creato tutti i popoli:<br />

essi verranno ad adorarti,<br />

81<br />

a cantare, Signore, la tua gloria.<br />

Tu sei grande, tu fai meraviglie,<br />

tu solo sei Dio!<br />

Insegnami, Signore, la via da seguire:<br />

voglio esserti sempre fedele.<br />

Fammi avere questo solo desiderio:<br />

rispettare la tua volontà.<br />

Signore, mio Dio, ti loderò<br />

con tutto il cuore,<br />

sempre dirò che il tuo nome è glorioso.<br />

Grande è il tuo affetto per me:<br />

mi hai salvato dall’abisso della morte.<br />

O Dio, mi assale gente senza scrupoli,<br />

una banda di prepotenti vuole la mia morte.<br />

Dite non gli importa niente!<br />

Ma tu, Signore, Dio clemente<br />

e pieno d’amore,<br />

sei paziente, fedele, pronto al perdono;<br />

abbi pietà di me e guardami.<br />

Io sono tuo servo: dammi la tua forza.<br />

Tu sei il mio Signore: salvami.<br />

Dammi un segno che tutto mi andrà bene:<br />

lo vedano e si vergognino i miei nemici;<br />

tu, Signore, mi aiuti e mi consoli!<br />

Dal Vangelo secondo Giovanni (cap.12)<br />

1 Sei giorni prima della Pasqua ebraica Gesù<br />

andò a Betània dove c’era Lazzaro, quello<br />

che egli aveva risuscitato dai morti.<br />

2 Li prepararono per lui una cena: Marta serviva<br />

e Lazzaro era uno dei commensali.<br />

3 Maria prese un vaso di nardo purissimo,<br />

unguento profumato di grande valore, e lo<br />

versò sui piedi di Gesù; poi li asciugò con i<br />

suoi capelli, e il profumo si diffuse per tutta<br />

la casa.<br />

4 C’era anche Giuda Iscariota (uno dei discepoli<br />

di Gesù: quello che poi lo tradirà). Giuda disse:<br />

5 Si poteva vendere questo unguento per<br />

trecento monete d’argento, e poi distribuirle<br />

ai poveri!”.<br />

6 Non lo disse perché si curava dei poveri,<br />

ma perché era ladro: teneva la cassa comune,<br />

e prendeva quello che c’era dentro.<br />

7 Gesù dunque disse: “Lasciatela in pace: ha<br />

fatto questo per il giorno della mia sepoltura.<br />

8 I poveri li avete sempre con voi, ma non<br />

sempre avrete me”.


39<br />

LA PACE DEI PROFETI<br />

Don Tonino Bello - Discorso all’Arena di Verona del 30 aprile 1989 - 3ª parte<br />

... La pace è il contrario della garanzia. Esigere garanzie significa diffidare, e<br />

questa diffidenza genera di nuovo guerre. Cercare sicurezze significa volersi<br />

mettere al riparo. Pace significa affidarsi interamente al comandamento di Dio,<br />

non volere alcuna garanzia, ma porre nelle mani di Dio Onnipotente, in un<br />

atto di fede e di obbedienza, la storia dei popoli... Chi rivolgerà l’appello alla<br />

pace così che il mondo oda, che sia costretto a udire?... Solo la Santa Chiesa<br />

di Cristo può parlare in modo che il mondo, digrignando i denti, debba udire<br />

la parola della pace, e i popoli si rallegreranno perché questa Chiesa di<br />

Cristo toglie, nel nome di Cristo, le armi dalla mano dei suoi figli e vieta loro<br />

di fare La guerra e invoca la pace di Cristo sul mondo delirante”.<br />

Carissimi amici, come per la ricerca di Dio abbiamo detto che non intendiamo<br />

svilire lo sforzo della fatica razionale, anzi la incoraggiamo e la sosteniamo,<br />

ma sentiamo anche il dovere di indicare il totalmente Oltre e il totalmente Altro<br />

di Dio, sulla base di ciò che Cristo ci ha rivelato di Lui, così per quanto riguarda<br />

il mistero della pace, col più grande rispetto per lo sforzo che il mondo<br />

laico sta compiendo, e con la gioia più grande nel vederci accomunati come<br />

credenti accanto a tanti camminatori di ogni fede, sentiamo il dovere di dare<br />

il nostro contributo specifico, originale, coraggioso! E il nostro contributo è<br />

quello di essere segno dell’inquietudine, richiamo del “non ancora”, stimolo<br />

dell’ulteriorità. Spina dell’inappagamento, insomma, conficcata nel fianco<br />

del mondo. Per una Chiesa coraggiosa e profetica. Riconosciamolo. Come<br />

Chiesa siamo ancora fermi alla pace dei “filosofi”, e non ci decidiamo ad<br />

annunciare finalmente la pace dei “profeti”. È vero, sì, che i “profeti” debbono<br />

tenere conto delle lentezze con cui i “re” elaborano le mediazioni e le fanno<br />

camminare nella prassi quotidiana. Ma non tocca ai profeti operare riduzioni<br />

in scala. E sarebbe ben triste che a provocare cadute di tensione, per quel<br />

che riguarda l’annuncio della pace, dovessero essere proprio loro. In certe comunità<br />

si spiano annidamenti di “discordanze” col magistero ufficiale, a ogni<br />

svolta di frase. Talvolta, per frenare la valanga inarrestabile della profezia, si<br />

fa uso maldestro e ingeneroso perfino di estemporanee espressioni del Papa,<br />

resecate dal loro contesto e scorniciate dal genere letterario confidenziale e<br />

bonario con cui sono state pronunciate. E non si tiene conto, invece, di tutto il<br />

magistero audace e non ancora dissepolto di questo Pontefice, che ormai in<br />

ogni suo discorso ci sprona ad “affrontare la tremenda sfida dell’ultima decade<br />

del secondo millennio”, con l’imperativo etico della solidarietà, e va denunciando<br />

in tutto il mondo, come nessun altro, le “strutture di peccato” che<br />

opprimono i poveri!<br />

82


Dalla Seconda Lettera ai Corinzi (cap.4)<br />

7 Noi portiamo in noi stessi questo tesoro<br />

come in vasi di terra, perché sia chiaro<br />

che questa straordinaria potenza viene<br />

da Dio e non da noi.<br />

8 Siamo oppressi, ma non schiacciati;<br />

sconvolti ma non disperati.<br />

9 Siamo perseguitati, ma non abbandonati;<br />

colpiti, ma non distrutti.<br />

10 Portiamo sempre in noi la morte di Gesù,<br />

perché si manifesti in noi anche la sua vita.<br />

11 Siamo vivi, ma continuamente esposti alla<br />

morte a causa di Gesù, perché anche la<br />

sua vita si manifesti nella nostra vita mortale.<br />

12 Così, la morte agisce in noi, perché in voi<br />

agisca la vita.<br />

Salmo 34<br />

Benedirò il Signore in ogni tempo:<br />

sulle mie labbra sempre la sua lode.<br />

Io voglio gloriarmi del Signore:<br />

gli umili udranno e saranno felici.<br />

Celebrate con me il Signore perché è grande,<br />

esaltiamo tutti insieme il suo Nome.<br />

Ho cercato il Signore e m’ha risposto,<br />

da tutti i timori m’ha liberato.<br />

Chi guarda a lui diventa raggiante,<br />

dal suo volto svanisce la vergogna.<br />

Se un povero grida, il Signore lo ascolta,<br />

lo libera da tutte le sue angustie.<br />

L’angelo del Signore veglia su chi lo teme<br />

e lo salva da ogni pericolo.<br />

Gustate e vedete come è buono il Signore:<br />

felice l’uomo che in lui si rifugia.<br />

Ubbidite al Signore, voi suoi fedeli:<br />

nulla manca all’uomo che lo teme.<br />

Anche il leone può soffrire la fame,<br />

ma chi cerca il Signore non manca di nulla.<br />

Venite, figli, ascoltatemi:<br />

io vi insegnerò il timore del Signore.<br />

Se un uomo desidera gustare la vita,<br />

se vuole vedere molti giorni felici,<br />

tenga lontano la lingua dal male<br />

con le sue labbra non dica menzogne.<br />

83<br />

Fugga il male e pratichi il bene,<br />

cerchi la pace e ne segua la via!<br />

L’occhio del Signore segue i giusti,<br />

il suo orecchio ne ascolta le grida.<br />

Il suo sguardo affronta i malvagi,<br />

e ne cancella perfino il ricordo.<br />

Il Signore ascolta chi lo invoca<br />

e lo libera da tutte le sue angustie.<br />

Il Signore è vicino a chi ha il cuore affranto,<br />

salva chi ha perso ogni speranza.<br />

Molti mali colpiscono il giusto,<br />

ma il Signore lo libera da tutti.<br />

Il Signore protegge anche le sue ossa,<br />

neppure uno gli sarà spezzato.<br />

Il male ucciderà il malvagio;<br />

chi odia il giusto sarà condannato.<br />

Il Signore riscatta la vita dei suoi servi,<br />

chi ricorre a lui non sarà condannato.<br />

Dal Vangelo secondo Giovanni (cap.17)<br />

12 “Quando ero con loro, io li proteggevo.<br />

Per questo tu me li hai dati. Io li ho protetti,<br />

e nessuno di loro si è perduto, tranne quello<br />

che doveva perdersi, realizzando ciò che la<br />

Bibbia aveva predetto.<br />

13 Ma ora io ritorno verso di te, e dico queste<br />

cose mentre sono ancora sulla terra, perché<br />

essi abbiano tutta la mia gioia.<br />

14 “Io ho dato loro la tua parola. Perciò essi<br />

non appartengono più al mondo, come io<br />

non appartengo al mondo. E il mondo li odia.<br />

15 Io non ti prego di toglierli dal mondo, ma<br />

di proteggerli dal Maligno.<br />

16 Essi non appartengono al mondo, come io<br />

non appartengo al mondo.<br />

17 Fa’ che appartengano a te mediante la verità:<br />

la tua parola è verità.<br />

18 Tu mi hai mandato nel mondo: così anch’io<br />

li ho mandati nel mondo.<br />

19 E io offro me stesso in sacrificio<br />

per loro, perché anch’essi siano veramente<br />

consacrati a te.


40<br />

DIRE PACE AL MONDO<br />

Don Tonino Bello - Discorso all’Arena di Verona del 30 aprile 1989 - 4ª parte<br />

In piedi, allora, costruttori di pace. Non abbiate paura! Non lasciatevi sgomentare<br />

dalle dissertazioni che squalificano come fondamentalismo l’anelito di<br />

voler cogliere nel “qui” e nell’“oggi” della Storia i primi frutti del Regno. Sono<br />

interni alla nostra fede i discorsi sul disarmo, sulla smilitarizzazione del territorio,<br />

sulla lotta per il cambiamento dei modelli di sviluppo che provocano dipendenza,<br />

fame e miseria nei Sud del mondo, e distruzione dell’ambiente naturale.<br />

Fin dai tempi dell’Esodo, non sono più estranee alla Parola del Signore<br />

le “fatiche di liberazione degli oppressi dal giogo dei moderni faraoni. Coraggio!<br />

Non dobbiamo tacere, braccati dal timore che venga chiamata “orizzontalismo”<br />

la nostra ribellione contro le iniquità che schiacciano i poveri. Gesù<br />

Cristo, che scruta i cuori e che non ci stanchiamo di implorare, sa che il nostro<br />

amore per gli ultimi coincide con l’amore per lui. Se non abbiamo la forza di dire<br />

che le armi non solo non si devono vendere ma neppure costruire, che la<br />

politica dei blocchi è iniqua, che la remissione dei debiti del Terzo Mondo è<br />

appena un acconto sulla restituzione del nostro debito ai due terzi del mondo,<br />

che la logica del disarmo unilaterale non è poi così disomogenea con quella<br />

del vangelo, che la nonviolenza attiva è criterio di prassi cristiana, che certe<br />

forme di obiezione sono segno di un amore più grande per la città terrena...<br />

se non abbiamo la forza di dire tutto questo, rimarremo lucignoli fumiganti invece<br />

che essere ceri pasquali. Ce lo auguriamo con le parole di Bonhoeffer,<br />

“vogliamo parlare a questo mondo, e dirgli non una mezza parola, ma una<br />

parola intera. Dobbiamo pregare perché questa parola ci sia data”. E noi pregheremo.<br />

E invocheremo lo Spirito Santo. Non solo perché rinnovi il volto<br />

della terra. Ma anche perché faccia un rogo di tutte le nostre paure.<br />

Ricordiamoci del detto “chi tace acconsente” Ogni volta che assistiamo a un sopruso e non gridiamo<br />

la nostra protesta, ogni volta che raggiriamo una legge o non permettiamo la giusta applicazione di molte<br />

leggi che già abbiamo (pur quando perfettibili) per la difesa dei diritti dei più poveri, realizziamo una grave<br />

omissione di responsabilità.<br />

Un modo concreto per fare sentire la nostra voce è quello di creare consapevolezza, offrire dati, partecipare<br />

a campagne di pressione organizzate da vari gruppi, passare dall’informazione dei media all’informazione<br />

diretta delle persone. Ricordiamoci che ogni messaggio ricevuto da un politico o da un’impresa<br />

non è considerato solo come l’opinione di un singolo individuo, ma come il giudizio di centinaia di altre<br />

persone. Per questo le campagne di pressione possono avere un grande potere di persuasione.<br />

(Da Giubileo e nuovi stili di vita, CEI 2000)<br />

84


Dalla Lettera agli Efesini (cap.2)<br />

11 Ricordate: voi, per nascita, non siete Ebrei.<br />

Gli Ebrei vi chiamano i “non circoncisi”,<br />

mentre chiamano se stessi “i circoncisi” a causa<br />

del segno fatto sui loro corpi.<br />

12 Voi eravate lontani dal Cristo; eravate stranieri,<br />

non appartenevate al popolo di Dio; eravate<br />

esclusi dalle sue promesse e dalla sua alleanza;<br />

eravate nel mondo persone senza speranza<br />

e senza Dio.<br />

13 Ora invece, uniti a Cristo Gesù per mezzo<br />

della sua morte, voi, che eravate lontani,<br />

siete diventati vicini.<br />

14 Infatti Cristo è la nostra pace: egli ha fatto<br />

diventare un unico popolo i pagani e gli Ebrei;<br />

egli ha demolito quel muro che li separava e li<br />

rendeva nemici. Infatti, sacrificando se stesso,<br />

15 ha abolito la legge giudaica con tutti i regolamenti<br />

e le proibizioni. Così, ha creato un popolo<br />

nuovo, e ha portato la pace fra loro;<br />

16 per mezzo della sua morte in croce li ha uniti in<br />

un solo corpo, e li ha messi in pace con Dio.<br />

Sulla croce, sacrificando se stesso, egli ha distrutto<br />

ciò che li separava.<br />

17 Come dice la Bibbia:<br />

Egli è venuto ad annunziare<br />

il messaggio di pace:<br />

pace a voi che eravate lontani<br />

e pace a quelli che erano vicini.<br />

18 Per mezzo di Gesù Cristo noi tutti, Ebrei e pagani,<br />

possiamo presentarci a Dio Padre, uniti<br />

dallo stesso Spirito Santo.<br />

19 Di conseguenza, ora voi non siete più stranieri,<br />

né ospiti. Anche voi, insieme con gli altri, appartenete<br />

al popolo e alla famiglia di Dio.<br />

20 Siete parte di quell’edificio che ha come fondamenta<br />

gli apostoli e i profeti, e come pietra principale<br />

lo stesso Gesù Cristo.<br />

21 È lui che dà solidità a tutta la costruzione,<br />

e la fa crescere fino a diventare un tempio santo<br />

per il Signore.<br />

22 Uniti a lui, anche voi siete costruiti insieme<br />

con gli altri, per essere la casa dove Dio abita<br />

per mezzo dello Spirito Santo.<br />

Salmo 116<br />

Amo il Signore, perché ascolta<br />

il grido della mia preghiera.<br />

Egli mi presta attenzione:<br />

lo invocherà tutta la vita.<br />

Già la morte mi teneva legato,<br />

mi afferrava il mondo dei morti;<br />

oppresso da angoscia e paura,<br />

ho gridato: “Salvami, Signore!”.<br />

Buono e giusto è il Signore;<br />

pieno di compassione il nostro Dio!<br />

Il Signore protegge i deboli:<br />

era la fine ed egli mi ha salvato.<br />

85<br />

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.20)<br />

1 “Così infatti è il regno di Dio. “Un tale aveva<br />

una grande vigna e una mattina, molto presto,<br />

uscì in piazza per prendere a giornata uomini<br />

da mandare a lavorare nella sua vigna.<br />

2 Fissò con loro la paga normale: una moneta<br />

d’argento al giorno e li mandò al lavoro.<br />

3 “Verso le nove del mattino tornò in piazza e<br />

vide che c’erano altri uomini disoccupati.<br />

4 Gli disse: Andate anche voi nella mia vigna;<br />

vi pagherò quel che è giusto.<br />

5 E quelli andarono. “Anche verso mezzogiorno<br />

e poi verso le tre del pomeriggio<br />

fece la stessa cosa.<br />

6 Verso le cinque di sera uscì<br />

ancora una volta e trovò altri uomini. Disse:<br />

– Perché state qui tutto il giorno<br />

senza far niente?<br />

7 “E quelli risposero:<br />

– Perché nessuno ci ha preso a giornata.<br />

“Allora disse:<br />

– Andate anche voi nella mia vigna.<br />

8 “Quando fu sera, il padrone della vigna disse<br />

al suo fattore: “Chiama gli uomini e da’ loro la<br />

paga, cominciando da quelli che son venuti<br />

per ultimi”.<br />

9 “Il fattore chiamò dunque quelli che eran venuti<br />

alle cinque di sera e diede una moneta<br />

d’argento a ciascuno.<br />

10 Gli uomini che avevano cominciato per primi<br />

credevano di prendere di più. Invece, anche a<br />

loro fu data una moneta d’argento ciascuno.<br />

11 “Allora cominciarono a brontolare contro il<br />

padrone.<br />

12 Dicevano:<br />

– Questi sono venuti per ultimi, hanno lavorato<br />

soltanto un’ora, e tu li hai pagati come noi<br />

che abbiamo faticato tutto il giorno sotto il sole.<br />

13 “Rispondendo a uno di loro, il padrone disse:<br />

– Amico, io non ti ho imbrogliato: l’accordo<br />

era che ti avrei pagato una moneta d’argento,<br />

o no?<br />

14 Allora prendi la tua paga e sta’ zitto.<br />

Io voglio dare a questo, che è venuto<br />

per ultimo, quel che ho dato a te.<br />

15 Non posso fare quel che voglio<br />

con i miei soldi? O forse sei invidioso<br />

perché io sono generoso con loro?”.<br />

16 Poi Gesù disse: “Così, quelli che sono<br />

gli ultimi saranno i primi, e quelli che<br />

sono i primi saranno gli ultimi”.


41<br />

PAROLE MULTIUSO<br />

Don Tonino Bello - 1ª parte<br />

Un saggio orientale diceva che, se lui avesse avuto per un attimo l’onnipotenza<br />

di Dio, l’unico miracolo che avrebbe fatto sarebbe stato quello di ridare<br />

alle parole il senso originario. Sì, perché oggi le parole sono diventate così<br />

“multiuso”, che non puoi più giurare a occhi bendati sull’idea che esse sottendono.<br />

Anzi, è tutt’altro che rara la sorpresa di vedere accomunate accezioni<br />

diametralmente opposte sotto il mantello di un medesimo vocabolo. Guaio,<br />

del resto, che è capitato soprattutto ai termini più nobili; alle parole di serie A;<br />

a quelle, cioè, che esprimono i sentimenti più radicati nel cuore umano come<br />

pace, amore, libertà. A dire il vero, per quel che riguarda la pace, pare che<br />

questa “sindrome dei significati stravolti” fosse presente anche nei tempi remoti,<br />

se è vero che perfino in un salmo della Bibbia troviamo denunce del genere:<br />

“essi dicono pace, ma nel loro cuore tramano la guerra”. Su quale pace<br />

scommettere? Con questo non si vuol dire che il termine “pace” indichi inequivocabilmente<br />

una realtà così precisa e dai contorni così ben definiti, da<br />

escludere nettamente zone di valori limitrofi. È difficile tracciare la linea di demarcazione<br />

che distingue l’area della pace da quella propria della libertà, o<br />

della giustizia, o della comunione, o del perdono, o dell’accoglienza, o della<br />

verità. Ed è fatica improba disegnare sulle mappe lessicali gli spartiacque di<br />

questi valori. Sicché, se le immagini possono aiutarci a capire, dovremmo dire<br />

che la pace più che una stella è una galassia, più che un’isola è un arcipelago,<br />

più che una spiga è un covone. A fare difficoltà, però, non è lo sfumare<br />

della pace propriamente detta nelle fasce degli altri concetti viciniori con i quali,<br />

per così dire, essa ha rapporti stretti di consanguineità. Ciò che crea problemi,<br />

invece, è quella terribile operazione di contrabbando secondo cui si<br />

espongono nella medesima vetrina, magari con la medesima etichetta, prodotti<br />

completamente diversi. Diciamocelo francamente: la pace la vogliono tutti,<br />

anche i criminali; e nessuno è così spudoratamente perverso, da dichiararsi<br />

amante della guerra. Ma la pace di una lobby di sfruttatori è la stessa perseguita<br />

dalle turbe degli oppressi? La pace delle multinazionali coincide con<br />

quella dei salariati sotto costo? La pace voluta dai dittatori si identifica con<br />

quella sognata dai perseguitati politici? E sul vocabolario del regime di Pretoria,<br />

la definizione di pace suona allo stesso modo che sul vocabolario delle<br />

vittime delI’apartheid ? Come si vede, è necessario evitare il rischio di pericolose<br />

contraffazioni. Pertanto, si rende indispensabile, almeno per noi credenti,<br />

fissare dei criteri sulla cui base selezionare il genere di pace, per il quale<br />

valga la spesa di impegnarsi in una scommessa Pertanto, si rende indispensabile,<br />

almeno per noi credenti, fissare dei criteri sulla cui base selezionare il<br />

genere di pace, per il quale valga la spesa di impegnarsi in una scommessa.<br />

86


Dalla Lettera ai Romani (cap.12)<br />

9 Il vostro amore sia sincero! Fuggite il male,<br />

seguite con fermezza il bene.<br />

10 Amatevi gli uni gli altri, come fratelli.<br />

Siate premurosi nello stimarvi gli uni gli altri.<br />

11 Siate impegnati, non pigri; pronti a servire<br />

il Signore,<br />

12 allegri nella speranza, pazienti nelle<br />

tribolazioni, perseveranti nella preghiera.<br />

13 Siate pronti ad aiutare i vostri fratelli quando<br />

hanno bisogno, e fate di tutto per essere ospitali.<br />

14 Chiedete a Dio di benedire quelli che vi perseguitano;<br />

di perdonarli, non di castigarli.<br />

15 Siate felici con chi è nella gioia. Piangete<br />

con chi piange.<br />

16 Andate d’accordo tra di voi. Non inseguite<br />

desideri di grandezza, volgetevi piuttosto verso<br />

le cose umili. Non vi stimate sapienti da voi<br />

stessi!<br />

17 Non rendete a nessuno male per male.<br />

Preoccupatevi di fare il bene dinanzi a tutti.<br />

18 Se è possibile, per quanto dipende da voi,<br />

vivete in pace con tutti.<br />

19 Non vendicatevi, carissimi, ma lasciate agire<br />

la collera di Dio, perché nella Bibbia si legge:<br />

A me la vendetta, dice il Signore, darò io il<br />

contraccambio.<br />

20 Anzi, se il tuo nemico ha fame, dagli da<br />

mangiare; se ha sete, dagli da bere. Comportati<br />

così, e lo farai arrossire di vergogna.<br />

21 Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il<br />

male con il bene.<br />

Salmo 119<br />

Felice l’uomo che vive senza colpa<br />

e cammina secondo la legge del Signore.<br />

Felice chi osserva i suoi precetti<br />

e lo cerca con tutto il cuore,<br />

chi non commette iniquità<br />

e cammina per i suoi sentieri.<br />

Signore, hai stabilito i tuoi decreti<br />

perché siano eseguiti con cura.<br />

Rimanga ben saldo il mio passo<br />

nel seguire i tuoi ordini.<br />

Allora non proverà vergogna<br />

nel considerare tutti i tuoi comandamenti.<br />

87<br />

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.25)<br />

31 “Quando il Figlio dell’uomo verrà nel suo<br />

splendore, insieme con gli angeli, si siederà<br />

sul suo trono glorioso.<br />

32 Tutti i popoli della terra saranno riuniti di<br />

fronte a lui ed egli li separerà in due gruppi,<br />

come fa il pastore quando separa le pecore<br />

dalle capre:<br />

33 metterà i giusti da una parte e i malvagi dall’altra.<br />

34 “Allora il re dirà ai giusti:<br />

– Venite, voi che siete i benedetti dal Padre<br />

mio; entrate nel regno che è stato preparato<br />

per voi fin dalla creazione del mondo.<br />

35 Perché, io ho avuto fame e voi mi avete dato<br />

da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato<br />

da bere; ero forestiero e mi avete ospitato nella<br />

vostra casa;<br />

36 ero nudo e mi avete dato i vestiti; ero malato<br />

e siete venuti a curarmi; ero in prigione e siete<br />

venuti a trovarmi.<br />

37 “E i giusti diranno:<br />

– Signore, ma quando ti abbiamo visto affamato<br />

e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato<br />

e ti abbiamo dato da bere?<br />

38 Quando ti abbiamo incontrato forestiero e ti<br />

abbiamo ospitato nella nostra casa, o nudo e<br />

ti abbiamo dato i vestiti?<br />

39 Quando ti abbiamo visto malato o in prigione<br />

e siamo venuti a trovarti?<br />

40 “Il re risponderà:<br />

– In verità, vi dico che tutte le volte che avete<br />

fatto ciò a uno dei più piccoli di questi miei fratelli,<br />

lo avete fatto a me!<br />

41 “Poi dirà ai malvagi:<br />

– Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno<br />

che Dio ha preparato per il diavolo e per i<br />

suoi simili!<br />

42 Perché, io ho avuto fame e voi non mi avete<br />

dato da mangiare; ho avuto sete e non mi<br />

avete dato da bere;<br />

43 ero forestiero e non mi avete ospitato nella<br />

vostra casa; ero nudo e non mi avete dato i<br />

vestiti; ero malato e in prigione e voi non siete<br />

venuti da me.<br />

44 “E anche quelli diranno:<br />

– Quando ti abbiamo visto affamato, assetato,<br />

forestiero, nudo, malato o in prigione e non ti<br />

abbiamo aiutato?<br />

45 “Allora il re risponderà:<br />

– In verità, vi dico che tutto quel che non avete<br />

fatto a uno di questi piccoli, non l’avete fatto<br />

a me.<br />

46 “E andranno nella punizione eterna mentre i<br />

giusti andranno nella vita eterna”.


42<br />

IMPLORARE LA PACE COME LA VUOLE DIO<br />

Don Tonino Bello - 2ª parte<br />

Non scommettere sulla pace che non venga dall’alto: è inquinata. Dire che la pace è<br />

un dono di Dio sta diventando purtroppo uno slogan pronunciato da noi cristiani senza<br />

molta convinzione e usato come formula di maniera. Tutto sommato, all’atto pratico facciamo<br />

affidamento più sulle mediazioni diplomatiche che sull’implorazione, più sulla bravura<br />

delle cancellerie della terra che sulla forza impetrativa della preghiera, più sull’abilità<br />

dei politici che sulla tenacia dei contemplativi.<br />

Ebbene, considerare la pace come acqua ricavata dai nostri pozzi è un tragico errore<br />

di prospettiva di cui, prima o poi, pagheremo le spese col prosciugamento o con l’inquinamento<br />

delle falde freatiche. Quando la riflessione delle nostre comunità riuscirà<br />

a scoprire che i pozzi della pace sono le stimmate del Risorto?<br />

Non scommettere sulla pace non connotata da scelte storiche concrete: è un bluff.<br />

Se, per un verso, non è infrequente l’equivoco su descritto, che potremmo designare<br />

come l’eresia del “pelagianesimo della pace”, per un altro verso non è raro il rischio opposto<br />

che è quello del disimpegno, coperto oltretutto dall’alibi comodo che la pace è<br />

una realtà “oriens ex alto”, proveniente dal Cielo. Occorre scongiurare questa specie di<br />

fatalismo che fa ritenere inutili, se non addirittura controproducenti, le scelte di campo,<br />

le prese di posizione, le decisioni coraggiose, le testimonianze audaci, i gesti profetici.<br />

È vero, la pace è un’acqua che scende dal cielo: ma siamo noi che dobbiamo canalizzarla<br />

affinché, attraverso le condutture appropriate della nostra genialità, giunga a ristorare<br />

tutta la terra. Ecco perché è un “bluff” limitarsi a chiedere la pace in chiesa, e poi<br />

non muovere un dito.<br />

Non scommettere sulla pace che prenda le distanze dalla giustizia: è peggio della<br />

guerra. La Bibbia allude spesso ad abbracciamenti tra pace e giustizia simili a quelli tra<br />

madre e figlia, o tra due amanti comunque. Frutto della giustizia è la pace, dice Isaia in<br />

uno splendido passo.<br />

Parlando fuori parabola, non è difficile capire come ai ben pensanti che quasi sempre<br />

coincidono con i garantiti di turno, dà fastidio questa scoperta biblica, recente tutto sommato,<br />

del legame esistente tra pace e giustizia. Pace, sì. Ma che c’entrano i 50 milioni<br />

di esseri umani che muoiono ogni anno per fame? Sulla pace non si discute. Ma che<br />

cosa hanno da spartire con essa i discorsi sulla massimizzazione del profitto? La pace,<br />

va bene. Ma non sa di demagogia chiamare in causa, ad ogni giro di boa, le divaricazioni<br />

esistenti tra Nord e Sud della terra? Pace, d’accordo. Ma è proprio il caso di tirare<br />

in ballo la ripartizione dei beni, o i debiti del terzo mondo, o le manipolazioni delle culture<br />

locali, o lo scempio della dignità dei poveri? Attenzione! È in atto una campagna<br />

“soft” che spinge pace e giustizia alla “separazione legale”, con espedienti che si vestono<br />

di ragioni morali, ma camuffano il più bieco dei sacrilegi.<br />

Non scommettere sulla pace che si proclami estranea al problema della salvaguardia<br />

del creato: è amputata. Qualcuno potrebbe pensare che il bisogno di allargare<br />

i consensi, con l’ammiccamento ai temi di moda, abbia provocato l’inclusione del problema<br />

ambientale nell’area degli interessi di coloro che si battono per la pace. Non è<br />

così. Alla radice di questa coscienza, che potremmo chiamare “trinitaria”, visto che la<br />

pace oggi si declina inesorabilmente con la giustizia e con la salvaguardia del creato,<br />

c’è la constatazione che, a produrre tanti guasti inesorabili della natura, è sempre il seme<br />

del profitto. Lo stesso che genera le guerre.<br />

88


Dalla Lettera ai Filippesi (cap.4)<br />

4 Siate sempre lieti perché appartenete<br />

al Signore. Lo ripeto, siate sempre lieti.<br />

5 Tutti gli uomini vedano la vostra bontà.<br />

Il Signore è vicino!<br />

6 Non angustiatevi di nulla, ma rivolgetevi<br />

a Dio, chiedetegli con insistenza ciò<br />

di cui avete bisogno e ringraziatelo.<br />

7 È la pace di Dio, che è più grande di<br />

quanto si possa immaginare, terrà i vostri cuori e<br />

i vostri pensieri uniti a Cristo Gesù.<br />

8 Infine, fratelli, prendete in considerazione tutto<br />

quel che è vero, buono, giusto, puro, degno di<br />

essere amato e onorato; quel che viene dalla<br />

virtù ed è degno di lode.<br />

9 Mettete in pratica quel che avete imparato, ricevuto,<br />

udito e visto in me. E Dio,<br />

che dà la pace, sarà con voi.<br />

Salmo 33<br />

Gridate di gioia al Signore, voi giusti;<br />

da voi, fedeli, si innalzi la lode!<br />

Celebrate il Signore al suono della cetra,<br />

lodatelo sull’arpa a dieci corde.<br />

Cantate per lui un canto nuovo,<br />

acclamatelo con la musica più bella!<br />

Chiara è la parola del Signore,<br />

sicure sono tutte le sue opere.<br />

Egli ama il diritto e la giustizia,<br />

del suo amore è piena la terra.<br />

La parola del Signore creò il cielo<br />

e il soffio della sua bocca, tutte le stelle.<br />

Ha messo un argine alle onde del mare,<br />

ha raccolto le acque degli abissi.<br />

Tutta la terra renda onore al Signore,<br />

lo temano gli abitanti del mondo.<br />

Perché egli parlò e tutto fu fatto;<br />

diede un ordine e tutto fu compiuto.<br />

Il Signore distrugge i piani dei popoli,<br />

rende vani i progetti delle nazioni.<br />

Ma i piani del Signore durano per sempre,<br />

tutti i suoi progetti rimangono nei secoli.<br />

Felice la nazione che ha il Signore come Dio,<br />

il popolo che egli ha scelto come suo.<br />

Dall’alto del cielo il Signore guarda<br />

e vede tutti gli uomini.<br />

Dal luogo dove abita<br />

egli osserva tutti gli abitanti della terra.<br />

89<br />

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.25)<br />

14 “Così sarà il regno di Dio “Un uomo doveva fare<br />

un lungo viaggio: chiamò dunque i suoi servi e<br />

affidò loro i suoi soldi.<br />

15 A uno consegnò cinquecento monete d’oro, a<br />

un altro duecento e a un altro cento: a ciascuno<br />

secondo le sue capacità. Poi partì.<br />

16 Il servo che aveva ricevuto cinquecento monete<br />

andò subito a investire i soldi in un affare, e<br />

alla fine guadagnò altre cinquecento monete.<br />

17 Quello che ne aveva ricevute duecento fece lo<br />

stesso, e alla fine ne guadagnò altre duecento.<br />

18 Quello invece che ne aveva ricevute soltanto<br />

cento scavò una buca in terra e vi nascose i soldi<br />

del suo padrone.<br />

19 “Dopo molto tempo il padrone tornò a casa e<br />

cominciò a fare i conti con i suoi servi.<br />

20 “Venne il primo, quello che aveva ricevuto cinquecento<br />

monete d’oro, portò anche le altre cinquecento<br />

e disse:<br />

– Signore, tu mi avevi consegnato cinquecento<br />

monete. Guarda: ne ho guadagnate altre cinquecento.<br />

21 “E il padrone gli disse:<br />

– Bene, sei un servo bravo e fedele! Sei stato fedele<br />

in cose da poco, ti affiderò cose più importanti.<br />

Vieni a partecipare alla gioia del tuo signore.<br />

22 “Poi venne quello che aveva ricevuto duecento<br />

monete e disse:<br />

– Signore, tu mi avevi consegnato duecento monete<br />

d’oro. Guarda: ne ho guadagnate altre duecento.<br />

23 “E il padrone gli disse:<br />

– Bene, sei un servo bravo e fedele! Sei stato fedele<br />

in cose da poco, ti affiderò cose più importanti.<br />

Vieni a partecipare alla gioia del tuo signore!<br />

24 “Infine venne quel servo che aveva ricevuto solamente<br />

cento monete d’oro e disse:<br />

– Signore, io sapevo che sei un uomo duro, che<br />

raccoglie anche dove non hai seminato e che fai<br />

vendemmia anche dove non hai coltivato.<br />

25 Ho avuto paura, e allora sono andato a nascondere<br />

i tuoi soldi sotto terra. Ecco, te li restituisco.<br />

26 “Ma il padrone gli rispose:<br />

– Servo cattivo e fannullone! Dunque sapevi che<br />

io raccolgo dove non ho seminato e faccio vendemmia<br />

dove non ho coltivato.<br />

27 Perciò dovevi almeno mettere in banca i miei<br />

soldi e io, al ritorno, li avrei avuti indietro con l’interesse.<br />

28 “Via, toglietegli le cento monete e datele a<br />

quello che ne ha mille.


43<br />

LA PACE HA UN PREZZO<br />

Don Tonino Bello - 3ª parte<br />

Non scommettere sulla pace che sorrida sulla radicalità della nonviolenza: è infida.<br />

È giunta l’ora in cui occorre decidersi ad arretrare (arretrare o spingere?) la difesa<br />

della pace sul terreno della nonviolenza assoluta. Non è più ammissibile indugiare<br />

su piazzole intermedie che consentano dosaggi di violenza, sia pur misurati o<br />

prevalentemente rivolti a neutralizzare quella degli altri. Richiamarsi al dovere di<br />

“camminare con i piedi per terra”, e fare spreco di compatimento sul preteso “fondamentalismo”<br />

degli annunciatori di pace, significa far credito alle astuzie degli uomini<br />

più di quanto non si faccia assegnamento sulle promesse di Dio. La nonviolenza è la<br />

strada che Gesù Cristo ci ha indicato senza equivoci.<br />

Non scommettere sulla pace che non provochi sofferenza: è sterile. Il grande<br />

teologo protestante Bonhoeffer parlava di “grazia a caro prezzo”. Forse è ora che ci<br />

abituiamo a pensare che anche la pace ha dei costi altissimi. I prezzi stracciati destano<br />

sospetto. Gli sconti da capogiro inducono a credere che la merce è avariata.<br />

Chi scommette sulla pace deve sborsare in contanti monete di lacrime, di incomprensione<br />

e di sangue. La pace è il nuovo martirio a cui oggi la Chiesa viene chiamata.<br />

L’arena della prova è lo scenario di questo villaggio globale che rischia di incenerirsi<br />

in un olocausto senza precedenti. E come nei primi tempi del cristianesimo<br />

i martiri stupirono il mondo per il loro coraggio, così oggi la Chiesa dovrebbe fare ammutolire<br />

i potenti della terra per la fierezza con cui, noncurante della persecuzione,<br />

annuncia, senza sfumare le finali come nel canto gregoriano, il vangelo della pace e<br />

la prassi della nonviolenza. Grazie a Dio, stiamo assistendo oggi a una nuova effusione<br />

dello Spirito che spinge la Chiesa sui versanti della profezia e le dà l’audacia<br />

di sfidare le trame degli oppressori, i sorrisi dei dotti, e le preoccupazioni dei prudenti<br />

secondo la carne.<br />

Non scommettere sulla pace come “prodotto finito”: scoraggia. La pace è una<br />

meta sempre intravista, e mai pienamente raggiunta. La sua corsa si vince sulle tappe<br />

intermedie, e mai sull’ultimo traguardo. Esisterà sempre un “gap” tra il sogno cullato<br />

e le realizzazioni raggiunte. I labbri delle conquiste non combaceranno mai con<br />

quelli dell’utopia, e il “già” non si salderà mai col “non ancora”. Ciò vuol dire che sul<br />

terreno della pace non ci sarà mai un fischio finale che chiuda la partita, e bisognerà<br />

giocare sempre ulteriori tempi supplementari. Tutto questo può indubbiamente provocare<br />

delusioni e stanchezza, creando collassi operativi e crisi da insuccesso. Ma<br />

chi è convinto che la pace è un bene la cui interezza si sperimenterà solo nello stadio<br />

finale del Regno, troverà nuovi motivi per continuare la corsa anche nella situazione<br />

di scacco permanente in cui è tenuto dalla storia. Cristo, nostra Pace, non delude.<br />

Coraggio, allora! Nonostante questa esperienza frammentata di pace, scommettere<br />

su di essa significa scommettere sull’uomo. Anzi, sull’Uomo nuovo. Su Cristo<br />

Gesù: egli è la nostra Pace. E lui non delude. Del resto anche lui, finché staremo<br />

sulla terra, sarà sempre per noi un Ospite velato. Faremo di lui un’esperienza incompleta,<br />

e i suoi passaggi li scorgeremo solo attraverso segni da interpretare e orme<br />

da decifrare. Faccia a faccia, così come egli è, lo vedremo solo nei chiarori del<br />

Regno di Dio.<br />

90


Dalla Lettera ai Filippesi (cap.2)<br />

1 Se è vero che Cristo vi chiama ad agire,<br />

se l’amore vi dà qualche conforto, se lo Spirito<br />

Santo vi unisce, se è vero che tra voi<br />

c’è affetto e comprensione...<br />

2 rendete completa la mia gioia. Abbiate gli<br />

stessi sentimenti e un medesimo amore. Siate<br />

concordi e unanimi!<br />

3 Non fate nulla per invidia e per vanto, anzi,<br />

con grande umiltà, stimate gli altri migliori di voi.<br />

4 Badate agli interessi degli altri e non soltanto<br />

ai vostri.<br />

5 I vostri rapporti reciproci siano fondati sul fatto<br />

che siete uniti a Cristo Gesù.<br />

6 Egli era come Dio<br />

ma non conservò gelosamente<br />

il suo essere uguale a Dio.<br />

7 Rinunziò a tutto:<br />

diventò come un servo,<br />

fu uomo tra gli uomini<br />

e visse conosciuto come uno di loro.<br />

8 Abbassò se stesso,<br />

fu obbediente fino alla morte,<br />

alla morte di croce.<br />

9 Perciò Dio lo ha innalzato<br />

sopra tutte le cose<br />

e gli ha dato il nome più grande.<br />

10 Perché in onore di Gesù,<br />

in cielo, in terra e sotto terra,<br />

ognuno pieghi le ginocchia,<br />

11 e per la gloria di Dio Padre,<br />

ogni lingua proclami:<br />

Gesù Cristo è il Signore.<br />

Salmo 119<br />

L’ho detto: la mia sorte, Signore,<br />

è custodire le tue parole<br />

Ti supplico con tutto il cuore:<br />

pietà di me, come hai promesso.<br />

Ho esaminato il cammino compiuto<br />

e ritorno ai tuoi precetti.<br />

Con premura e senza esitare<br />

osserverò i tuoi comandamenti.<br />

Il laccio del malvagio mi stringe,<br />

ma non dimentico la tua volontà.<br />

Nel cuore della notte mi alzo e ti lodo<br />

per le tue giuste decisioni.<br />

Io sono amico di chi ti è fedele<br />

e osserva i tuoi decreti.<br />

Signore, la terra è piena della tua bontà:<br />

insegnami le tue leggi.<br />

91<br />

Dal Vangelo secondo Giovanni (cap.13)<br />

1 Era ormai vicina la festa ebraica della<br />

Pasqua. Gesù sapeva che era venuto per lui<br />

il momento di lasciare questo mondo e tornare<br />

al Padre. Egli aveva sempre amato i suoi<br />

discepoli che erano nel mondo, e li amò<br />

sino alla fine.<br />

2 All’ora della cena, il diavolo aveva già convinto<br />

Giuda (il figlio di Simone Iscariota) a tradire<br />

Gesù.<br />

3 Gesù sapeva di aver avuto dal Padre ogni<br />

potere; sapeva pure che era venuto da Dio e<br />

che a Dio ritornava.<br />

4 Allora si alzò da tavola, si tolse la veste e si<br />

legò un asciugamano intorno ai fianchi,<br />

5 versò l’acqua in un catino, e cominciò a lavare<br />

i piedi ai suoi discepoli. Poi li asciugava con<br />

il panno che aveva intorno ai fianchi.<br />

6 Quando arrivò il suo turno, Simon Pietro gli<br />

disse:<br />

– Signore, tu vuoi lavare i piedi a me?<br />

7 Gesù rispose:<br />

– Ora tu non capisci quello che io faccio; lo<br />

capirai dopo.<br />

8 Pietro replicò:<br />

– No, tu non mi laverai mai i piedi!<br />

Gesù ribatté:<br />

– Se io non ti lavo, tu non sarai veramente<br />

unito a me.<br />

9 Simon Pietro gli disse:<br />

– Signore, non lavarmi soltanto i piedi, ma anche<br />

le mani e il capo.<br />

10 Gesù rispose:<br />

– Chi è già lavato non ha bisogno di lavarsi altro<br />

che i piedi. È completamente puro. Anche<br />

voi siete puri, ma non tutti.<br />

11 Infatti, sapeva già chi lo avrebbe tradito. Per<br />

questo disse: “Non tutti siete puri”.<br />

12 Gesù terminò di lavare i piedi ai discepoli, riprese<br />

la sua veste e si mise di nuovo a tavola.<br />

Poi disse: “Capite quello che ho fatto per voi?<br />

13 Voi mi chiamate Maestro e Signore, e fate<br />

bene perché lo sono.<br />

14 Dunque, se io, Signore e Maestro, vi ho lavato<br />

i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli<br />

uni gli altri.<br />

15 Io vi ho dato un esempio perché facciate come<br />

io ho fatto a voi.


44<br />

PORTARE OVUNQUE L’ACQUA DELLA PACE<br />

Don Tonino Bello<br />

Chi sono gli operatori della pace? Sono i tecnici delle condutture; gli impiantisti<br />

delle reti idrauliche; gli esperti delle rubinetterie. Sono coloro che, servendosi<br />

di tecniche diversificate, si studiano di portare l’acqua della pace nella fitta<br />

trama dello spazio e del tempo, in tutte le case degli uomini, nel tessuto sociale<br />

della città, nei luoghi dove la gente si aggrega e fioriscono le convivenze.<br />

Qui è bene sottolineare una cosa. L’acqua è una: quella della pace. Le tecniche<br />

di conduzione, invece, cioè le mediazioni politiche, sono diverse. E<br />

diverse sono anche le ditte appaltatrici delle condutture, ed è giusto che sia<br />

così. L’importante è che queste tecniche siano serie, intendano servire l’uomo<br />

e facciano giungere l’acqua agli utenti.<br />

Senza inquinarla. Se lungo il percorso si introduce del veleno, non si serve la<br />

causa della pace.<br />

Senza manipolarla. Se nell’acqua si inseriscono additivi chimici, magari a fin<br />

di bene, ma derivanti dalle proprie impostazioni ideologiche, non si serve la<br />

causa della pace.<br />

Senza disperderla. Se lungo le tubature si aprano falle, per imperizia o per superficialità<br />

o per mancanza di studio o per difetti tecnici di fondo, non si serve<br />

la causa della pace.<br />

Senza trattenerla. Se nei tecnici prevale il calcolo, e si costruiscono le condutture<br />

in modo tale che vengano favoriti interessi di parte, e l’acqua, invece<br />

che diventare beni di tutti, viene fatta ristagnare per l’irrigazione dei propri appezzamenti,<br />

non si serve la causa della pace.<br />

Senza accaparrarsela. Se gli esperti della condutture si ritengono loro i<br />

padroni dell’acqua e non i ministri, i depositari incensurabili di questo bene di<br />

cui essi devono sentirsi solo i canalizzatori, non si serve la causa della pace.<br />

Senza farsela pagare. Se i titolari della rete idrica si servono delle loro strumentazioni<br />

per razionare astutamente le dosi e schiavizzare la gente prendendola<br />

per sete, non si serve la causa della pace. Si serve la causa della pace<br />

quando l’impegno appassionato dei politici sarà rivolto a che le città vengano<br />

allagate di giustizia, le case siano sommerse sai fiumi di rettitudine e le<br />

strade cedano sotto una alluvione di solidarietà, secondo quello splendido versetto<br />

del profeta Amos: “Fate in modo che il diritto scorra come acqua di sorgente,<br />

e la giustizia come un torrente sempre in piena” (Am 5,24).<br />

92


Dalla Lettera ai Romani (cap.8)<br />

31 Che cosa diremo dunque di fronte a questi fatti?<br />

Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?<br />

32 Dio non ha risparmiato il proprio Figlio, ma<br />

lo ha dato per tutti noi; perciò, come potrebbe<br />

non darci ogni cosa insieme con lui?<br />

33 E chi potrà mai accusare quelli che Dio ha<br />

scelti? Nessuno, perché Dio li ha perdonati.<br />

34 Chi allora potrà condannarli? Nessuno, perché<br />

Gesù Cristo è morto. Anzi, egli è risuscitato,<br />

e ora si trova accanto a Dio, dove sostiene<br />

la nostra causa.<br />

35 Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse<br />

il dolore o l’angoscia? La persecuzione o la fame<br />

o la miseria? I pericoli o la morte violenta?<br />

36 Perciò la Bibbia dice:<br />

Per causa tua siamo messi a morte<br />

ogni giorno<br />

e siamo trattati come pecore<br />

portate al macello.<br />

37 Ma in tutte queste cose noi otteniamo la più<br />

completa vittoria, grazie a colui che ci ha amati.<br />

38 Io sono sicuro che né morte né vita, né angeli<br />

né altre autorità o potenza celeste, né il presente<br />

né l’avvenire,<br />

39 né forze del cielo né forze della terra, niente e<br />

nessuno ci potrà strappare da quell’amore che<br />

Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù, nostro Signore.<br />

Salmo 139<br />

Signore, tu mi scruti e mi conosci;<br />

mi siedo o mi alzo e tu lo sai.<br />

Da lontano conosci i miei progetti:<br />

ti accorgi se cammino o se mi fermo,<br />

ti è noto ogni mio passo.<br />

Non ho ancora aperto bocca<br />

e già sai quel che voglio dire.<br />

Mi sei alle spalle, mi stai di fronte;<br />

metti la mano su di me!<br />

È stupenda per me la tua conoscenza;<br />

è al di là di ogni mia comprensione.<br />

Come andare lontano da te,<br />

come sfuggire al tuo sguardo?<br />

Salgo in cielo, e tu sei là;<br />

scendo nel mondo dei morti, e là ti trovo.<br />

Prendo il volo verso l’aurora<br />

o mi poso all’altro estremo del mare:<br />

anche là mi guida la tua mano,<br />

là mi afferra la tua destra.<br />

Dico alle tenebre: “Fatemi sparire”,<br />

e alla luce intorno a me: “Diventa notte!”;<br />

93<br />

ma nemmeno le tenebre per te sono oscure<br />

e la notte è chiara come il giorno:<br />

tenebre e luce per te sono uguali.<br />

Tu mi hai plasmato il cuore,<br />

mi hai tessuto nel seno di mia madre.<br />

Ti lodo, Signore: mi hai fatto<br />

come un prodigio.<br />

Lo riconosco: prodigiose sono le tue opere.<br />

Il mio corpo per te non aveva segreti<br />

quando tu mi formavi di nascosto<br />

e mi ricamavi nel seno della terra.<br />

Non ero ancora nato e già mi vedevi.<br />

Nel tuo libro erano scritti i miei giorni,<br />

fissati ancor prima di esistere.<br />

Come sono profondi per me i tuoi pensieri!<br />

Quanto è grande il loro numero, o Dio!<br />

Li conto: sono più della sabbia!<br />

Al mio risveglio mi trovo ancora con te.<br />

O Dio, sopprimi i malvagi!<br />

Allontana da me i violenti!<br />

Parlano di te per ingannare:<br />

abusano del tuo nome: sono tuoi nemici.<br />

Signore, odio quelli che ti odiano,<br />

disprezzo chi si ribella a te.<br />

Li odio di un odio implacabile:<br />

anche per me sono nemici.<br />

Scrutami e conosci il mio cuore, o Dio.<br />

Mettimi alla prova e scopri i miei pensieri.<br />

Vedi se seguo la via del male<br />

e guidami sulla tua via di sempre.<br />

Dal Vangelo secondo Giovanni (cap.17)<br />

6 “Tu mi hai affidato alcuni uomini scelti da questo<br />

mondo: erano tuoi, e tu li hai affidati a me.<br />

Io ho rivelato chi sei, ed essi hanno messo<br />

in pratica la tua parola.<br />

7 Ora sanno che tutto ciò che mi hai dato viene da te.<br />

8 Anche le parole che tu mi hai dato, io le ho date<br />

a loro. Essi le hanno accolte e hanno riconosciuto,<br />

senza esitare, che io provengo da te, e hanno<br />

creduto che tu mi hai mandato.<br />

9 “Io prego per loro. Non prego per il mondo, ma per<br />

quelli che mi hai affidato, perché ti appartengono.<br />

10 Tutto ciò che è mio appartiene a te, e ciò che è<br />

tuo appartiene a me, e la mia gloria si manifesta<br />

in loro.<br />

11 Io non sono più nel mondo, loro invece sì. Io ritorno<br />

a te. Padre santo, conserva uniti a te quelli<br />

che mi hai affidati, perché siano una cosa sola<br />

come noi.


45<br />

LITANIE MARIANE<br />

Don Tonino Bello<br />

Maria donna feriale rendimi allergico ai tripudi di feste che naufragano<br />

nel vuoto<br />

Maria donna senza retorica liberami dal multiloquio vaneggiante<br />

Maria donna dell’attesa distruggi in me la frenesia di volere tutto e subito<br />

Maria donna innamorata affrancami dalla voglia di essere sempre capito e amato<br />

Maria donna gestante donami la gioia di sentire nel grembo i fremiti del mondo<br />

Maria donna accogliente dilata a non finire in me la tenda dell’accoglienza<br />

Maria donna del primo passo insegnami a camminare senza contare i passi<br />

Maria donna missionaria rendi polverosi i miei piedi per il lungo calcare<br />

i sentieri del mondo<br />

Maria donna di parte rendi costante in me il rigetto di ogni compromesso<br />

Maria donna del primo sguardo dilata i miei occhi con la luce del Risorto<br />

Maria donna del pane affina in me il gusto dell’essenziale nella semplicità<br />

Maria donna di frontiera snidami dalle retroguardie della mia codardìa spirituale<br />

Maria donna coraggiosa attrezzami per osare l’impossibile e l’imprevedibile<br />

Maria donna in cammino provoca in me il rifiuto definitivo della poltrona<br />

e delle pantofole<br />

Maria donna del riposo fammi sognare a occhi aperti accanto<br />

a tutti i poveri del mondo<br />

Maria donna del vino nuovo regalami un cuore traboccante di gioia e di letizia<br />

Maria donna del silenzio stabilisci il mio domicilio nella contemplazione di Dio<br />

Maria donna obbediente attira il mio sguardo perché possa obbedire<br />

sempre più in alto<br />

Maria donna del servizio prestami il tuo grembiule preparato a Nazareth<br />

e mai dismesso<br />

Maria donna vera strappami le plastiche facciali che sfregiano l’immagine<br />

di Dio<br />

Maria donna del popolo abolisci in me ogni traccia di privilegio e annullane<br />

anche il desiderio<br />

Maria donna che conosce la danza fa’ di me un rigo musicale su cui ognuno possa cantare<br />

la sua vita<br />

Maria donna del sabato santo rendimi familiare la morte come ingresso<br />

nella risurrezione<br />

Maria donna del terzo giorno addestrami a leggere la storia alla luce dell’Apocalisse<br />

Maria donna conviviale prepara ogni giorno la mensa del mio cuore<br />

con tovaglia, un fiore, un pane<br />

Maria donna del piano superiore scioglimi dall’arroganza della carriera per accedere<br />

solo al piano dello Spirito Santo<br />

Maria donna bellissima fa’ che io scopra le iridescenze di una vita<br />

tutta acqua e sapone<br />

Maria donna elegante donami un sorriso per ogni gesto di amore<br />

Maria donna dei nostri giorni depenna eventuali rimpianti del passato,<br />

perché renda già presente il futuro<br />

Maria donna dell’ultima ora affretta il mio passo verso il fratello che mi attende,<br />

verso il Cristo che mi precede, verso il Padre pronto<br />

ad accogliermi nell’Amore dello Spirito.<br />

94


Dalla Prima Lettera ai Corinzi (cap.11)<br />

20 Ma quando vi riunite, la vostra cena non<br />

è di certo la Cena del Signore!<br />

21 Infatti, quando siete a tavola, ognuno<br />

si affretta a mangiare il proprio cibo. E così<br />

accade che mentre alcuni hanno ancora fame,<br />

altri sono già ubriachi.<br />

22 Ma non potreste mangiare e bere a casa<br />

vostra? Perché disprezzate la Chiesa di Dio e<br />

umiliate i poveri? Che devo dirvi? Dovrei forse<br />

lodarvi? Per questo vostro atteggiamento non<br />

posso proprio lodarvi.<br />

23 Io ho ricevuto dal Signore quel che<br />

a mia volta vi ho trasmesso: nella notte<br />

in cui fu tradito, il Signore Gesù prese il pane,<br />

24 fece la preghiera di ringraziamento, spezzò<br />

il pane e disse: “Questo è il mio corpo che è<br />

dato per voi. Fate questo in memoria di me”.<br />

25 Poi, dopo aver cenato, fece lo stesso<br />

col calice. Lo prese e disse: “Questo calice<br />

è la nuova alleanza che Dio stabilisce per<br />

mezzo del mio sangue. Tutte le volte che ne<br />

berrete, fate questo in memoria di me”.<br />

26 Infatti, ogni volta che mangiate di questo<br />

pane e bevete da questo calice,<br />

voi annunziate la morte del Signore,<br />

fino a quando egli ritornerà.<br />

27 Perciò, chi mangia il pane del Signore o beve<br />

il suo calice in modo indegno, si rende colpevole<br />

verso il corpo e il sangue del Signore.<br />

28 Ciascuno perciò prima esamini se stesso,<br />

e poi mangi di quel pane e beva da quel calice.<br />

29 Perché, chi mangia del pane e beve dal<br />

calice senza discernere il corpo del Signore,<br />

mangia e beve la sua propria condanna.<br />

Salmo 23<br />

Il Signore è il mio pastore<br />

e nulla mi manca.<br />

Su prati d’erba fresca<br />

mi fa riposare;<br />

mi conduce ad acque tranquille,<br />

mi ridona vigore;<br />

mi guida sul giusto sentiero:<br />

il Signore è fedele!<br />

Anche se andassi per la valle più buia,<br />

di nulla avrei paura,<br />

perché tu resti al mio fianco,<br />

il tuo bastone mi dà sicurezza.<br />

95<br />

Per me tu prepari un banchetto<br />

sotto gli occhi dei miei nemici.<br />

Con olio mi profumi il capo,<br />

mi riempi il calice fino all’orlo.<br />

La tua bontà e il tuo amore mi seguiranno<br />

per tutta la mia vita;<br />

starò nella casa del Signore<br />

per tutti i miei giorni<br />

Dal Vangelo secondo Luca (cap.18)<br />

18 Uno dei capì domandò un giorno a Gesù:<br />

– Maestro buono, che cosa devo fare<br />

per ottenere la vita eterna?<br />

19 Gesù gli rispose:<br />

– Perché mi chiami buono?<br />

Nessuno è buono, tranne Dio!<br />

20 I comandamenti li conosci:<br />

Non commettere adulterio, non uccidere,<br />

non rubare, non dire il falso contro nessuno,<br />

rispetta tuo padre e tua madre!<br />

21 Ma quell’uomo disse:<br />

– Fin da giovane io ho ubbidito a tutti questi<br />

comandamenti.<br />

22 Gesù lo ascoltò, poi gli disse:<br />

– Ancora una cosa ti manca: vendi tutto quel<br />

che possiedi e i soldi che ricavi distribuiscili<br />

ai poveri. Allora avrai un tesoro in cielo.<br />

Poi vieni e seguimi!<br />

23 Ma quell’uomo, udita la proposta di Gesù,<br />

diventò molto triste. Era troppo ricco.<br />

24 Gesù notò la sua tristezza e disse:<br />

“Com’è difficile per quelli che sono ricchi<br />

entrare nel regno di Dio!<br />

25 Se è difficile che un cammello passi attraverso<br />

la cruna di un ago, è ancor più difficile<br />

che un ricco possa entrare nel regno di Dio”.<br />

26 Quelli che lo ascoltavano domandarono<br />

a Gesù:<br />

– Ma allora chi potrà mai salvarsi?<br />

27 Gesù rispose:<br />

– Ciò che è impossibile agli uomini è possibile<br />

a Dio.<br />

28 Allora Pietro gli disse:<br />

– E noi? Noi abbiamo abbandonato tutto<br />

quel che avevamo per venire con te.<br />

29 Gesù si volse ai discepoli e rispose:<br />

– Io vi assicuro che se qualcuno ha abbandonato<br />

casa, moglie, fratelli, genitori e figli...<br />

per il regno di Dio,<br />

30 costui riceverà molto di più già in questa vita,<br />

e nel mondo futuro riceverà la vita eterna.

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