Veronica Franco, rime - Cristina Campo

XIV.“L'amante sfidato si dichiara vinto senza contrasta con arme e s'arrende alla bella
inimica, al cui dominio offre volentieri il cuore
XV.“Si scusa con un amico per non essere andata a trovarlo: la partenza dell'amante così l'ha
turbata e sconvolta, che non se n'è sentita la forza, benché n'avesse desiderio; ma s'egli
insiste, andrà da lui che stima”
XVI.“Ad un maledico che l'ha con i suoi versi oltraggiata, risponde a lungo e ribatte le
ingiurie che colpivano la condizione di lei”
XVII.“Sfogo di gelosia contro un suo amante che ha lodato un'altra donna; ma, poiché ancora
gli vuol bene, lo invita a venir presto da lei e gli perdona”
XVIII.“ Prega un amico cortese di correggerle i versi di un'epistola da lei scritta per far la pace
con l'amante”
XIX.“Ad un uomo di religione, pel quale provò in gioventù un amore non dichiarato,
Veronica manifesta, ora ch'egli è giunto all'età matura, i suoi sentimenti, mutati in fervida
amicizia, e lo prega di benevola e cordiale corrispondenza”
XX.“Lamenta la durezza d'un uomo, che non la riama e che, mentr'ella di notte va a casa sua
per trovarlo, è assente, forse presso un'amica più fortunata di lei. Spera tuttavia
corrispondenza dall'animo gentile di lui; altrimenti ne morrà”
XXI.“Scrive all'amante, da cui si è allontanata: incauta, chè senza di lui non ha un momento di
pace”
XXII.“La crudeltà dell'amante l'ha spinta a rifugiarsi in campagna: quivi ogni spettacolo
naturale, rivelandole la potenza d'Amore, la richiama alla sua triste sorte e a Venezia,
miracolo unico di bellezza; onde sospira il ritorno”
XXIII.“Oltraggiata da un vile, in sua assenza, chiede consiglio ad un uomo d'arme, esperto
delle questioni d'onore, per vendicarsi, com'è suo diritto”
XXIV.“Rimprovero cortese ad uno, che per ira ha offeso una donna, e per poco non l'ha
percossa”
XXV.In lode di Fumane, luogo dell'Illustrissimo Signor Conte Marc'Antonio della Torre,
Preposto di Verona
Per quanto riguarda le terze rime, il Salza c'informa che dell'opera esistevano pochissimi
esemplari.
Apostolo Zeno ne studiò uno e lo analizzò con note, secondo la testimonianza del Cicogna (7) ; un
altro esemplare appartenne a Marco Foscarini ed il terzo al conte Pietro Leopoldo Ferri.
La paternità del primo componimento, dedicato a Veronica, è attribuita dagli ultimi due testi a
Marco Venier e con essi concorda il Salza; secondo, invece, Marco Foscarini, i capitoli di cui non
è autrice la Franco apparterrebbero a più autori; il Degli Agostini e il Cicogna sono convinti che
ne sia autore il Venier.
La questione pertanto, è aperta.
Il Salza, pur considerando l'espressione formale della Franco “trascurata e sciatta, diffusa e
donnescamente loquace, stentata a volte e spesso contorta” (8) ne evidenzia alcuni aspetti artistici
originali e positivi.
Nei suoi versi, ad esempio, Veronica non esita a palesare un sentimento sensuale e giocoso della
vita, né a ricordare ai suoi innamorati i caldi abbracci e i teneri momenti vissuti assieme con
accenti ora di gusto classico, ora umanistico, ora elegiaco.
7 () Salza, o.c. pag. 381 e segg.
8 () Salza, o.c. pag. 385
“E, qual essa si sia, la mia bellezza,
quella che di lodar non sete stanco,
spenderò poscia in vostra contentezza:
dolcemente congiunta al vostro fianco,
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