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Priapo: il dio dei bordelli -versione p. T - santoro rupert

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I greci facevano riferimento alle troppe incursione tra le cosce delle femmine<br />

terrestri da parte di Zeus e di altre divinità. Ma , masch<strong>il</strong>isticamente parlando,<br />

ignoravano volutamente le fortunate ciolle terrestri che incollavano le divinità. Per<br />

quanto riguarda i loro culi facevano riferimento al ratto di Ganimede. Il picciotto<br />

bello dal culo ancora più bello aveva ispirato <strong>il</strong> theophallus di Zeus. Il capo<strong>dio</strong> se<br />

l’era portato nell’Olimpo per farlo suo “ amato” coppiere in tutti sensi.<br />

Qualcuno accettata la cosa , qualcuno la condannava.<br />

“ Pur di fare la bella vita darei <strong>il</strong> culo pure all’ultimo degli <strong>dei</strong> dell’Olimpo.”<br />

“Manco a Zeus darei <strong>il</strong> culus.. sono uomo castus e purus.” Dicevano i puri di cuore<br />

e di spirito ma soprattutto di carne.<br />

Preoccupati pertanto per <strong>il</strong> futuro <strong>dei</strong> loro culi intanto si preoccupavano per i<br />

cunni delle loro donne. Perché Zeus si pigliava sempre <strong>il</strong> meglio. E spesso <strong>il</strong> meglio<br />

delle vergini. Se lo pigliava d’autorità. Sempre.<br />

“Stupro divino” lo chiamava qualcuno. E stupro era a tutti gli effetti.<br />

Zeus tonante e trombante tuonava e trombava sia in cielo che in terra , e siccome era<br />

un po’ assai permaloso, appena seppe che i greci gradivano poco le sue divinissime<br />

corna, colto da improvviso eroico ed erotico furore decise di trasferire la sua corte<br />

divina. E tanto per non andare lontano, per non tradire la sua terra, decise di<br />

passare dalla Grecia alla Magna Grecia. Convocato <strong>il</strong> Consiglio <strong>dei</strong> Tredici diede<br />

loro la notizia. Poi la decisione fu comunicata alla corte Olimpica e infine al<br />

popolo greco. Alla corte per conoscenza, al popola per sfregio. Con <strong>il</strong> suo solito<br />

incipit <strong>il</strong> <strong>dio</strong> degli <strong>dei</strong> e degli uomini disse ai colleghi:<br />

“ Io , Zeus, mi consento, se voi mi consentite, altrimenti mi autoconsento di<br />

trasferirmi nella nuova sede…. di trasferirmi e trasferirvi.. io e tutto l’Olimpo<br />

intero… dall’Olimpo di Olimpia al Munipuzosolimpo….detto anche<br />

Olimpazzo…l’Olimpo di Monacazzo…di adottare <strong>il</strong> sic<strong>il</strong>iano come lingua<br />

dell’Olimpazzo e di aggiungere al nostro abituale abbigliamento la coppola… se<br />

consentite, alzate le mani.. se non consentite fate lo stesso i bagagli perchè io mi<br />

autoconsento codesto trasferimento.. pertanto vasamu li manu e muviti lu culu..”<br />

Al popolo disse: “ Iti a farvi fottere, io mi trasferisco Popolo ingrato...”<br />

“ Dove, sommo Zeus? “ chiesero i greci.<br />

“ Cazzi miei. “ fu la risposta.<br />

“ Ma se vogliamo farti una visita.. una preghiera.. se vogliamo venire in<br />

pellegrinaggio , dove andiamo? “<br />

“ A fari in culo, che fate meglio”.<br />

“ Zeus, perdonaci...se puoi..”<br />

“ Io non perdono.. condanno.. sono uomo di parola e non un andropattuallopolis..”<br />

“ Theopattuallopolis eventualmente..”<br />

“ Non ha importanza.. andros o theos bisogna rispettare la parola data... io sono un<br />

uomo e un <strong>dio</strong>.. o se preferite un <strong>dio</strong> e un uomo.. e non un uminicchio, un mezzuomo,<br />

un piglianculo o un quaquaraquà..”<br />

“ Ragione tieni..”<br />

“ Affanculo.” rispose Zeus.

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