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Priapo: il dio dei bordelli -versione p. T - santoro rupert

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mittia timore. Pertanto le due ultime sorelle erano gelose di Ifigania… e la<br />

maledicevano in continuazione..<br />

><br />

Minkioreste invece si ni futtia delle sue sorelle e di tutto <strong>il</strong> resto.. e pinsava al suo<br />

caro cugino P<strong>il</strong>ade con cui spesso s’imp<strong>il</strong>adava.<br />

Agaminkione teneva pure un fratello, <strong>il</strong> re minore Minkialao, che era <strong>il</strong> promesso<br />

sposo della bella Elena, la sorelle di Fikennestra. Agaminkione, non avendola potuta<br />

ottenere in moglie, aveva ottenuto di darla al fratello. Tutto questo sperando di farne<br />

poi la sua amante, perché Elena era <strong>il</strong> più bel pacchio terrestre così come Afrodite lo<br />

era dell’Olimpazzo.<br />

Ma c’era un imbroglio nascosto. E che imbroglio. Nascosto e incestuoso. Minkialao<br />

infatti era innamorato perso di sua nipote Ifigania che lo ricambiava. E non di amore<br />

platonico, bensì carnale assai assai. E <strong>il</strong> bello è che nessuno lo sapeva. Quelli<br />

fottevano alla sanfasò ma nessuno se ne rendeva conto.<br />

Comunque Agaminkione governava benino. A parte la megalomania. Facia bene<br />

soprattutto i suoi interessi ma pure quelli <strong>dei</strong> plutocrati in genere. Qualcosa faceva<br />

anche per <strong>il</strong> popolo. Che con grande savuarfer sapia <strong>il</strong>ludere. Il popolo era convinto<br />

che in fondo in fondo si la passava benissimo. A dire <strong>il</strong> vero <strong>il</strong> popolo bene si la<br />

passava veramente. E se non bene, benino senz’altro.<br />

Il motto di Agaminkione era “ Panemmi e circensemmi”.<br />

Proprietario di tre teatri, <strong>il</strong> Penta, <strong>il</strong> Mono e <strong>il</strong> Tetra, gestiva anche i tre teatri pubblici.<br />

E la gente si divertiva.<br />

> dicevano<br />

tutti.<br />

Il re maggiore adesso era impegnato nella costruzione dell’anfiteatro Agaminkione .<br />

Grande e capiente e con accanto una sua megastatua crisoelefantina , detta <strong>il</strong><br />

Colosso. Tutto questo accanto alla sua lussuosissima v<strong>il</strong>la fuori la mura che aveva<br />

chiamato la Domus aurea. Sull’esempio di Zeus usava sempre l’espressione “ Mi<br />

consento…” Anzi, andava oltre:<br />

><br />

L’ultima trovata era stata quella di costruire un ponte tra Munipuzos e la sua<br />

dirimpettaia Purceddopolis . Il ponte doveva passare sul bosco di Mynkyalonya e sul<br />

lago di Munipuzos. I tecnici erano al lavoro da tempo. Ma i lavori non erano ancora<br />

iniziati. La progettazione era stata diffic<strong>il</strong>e. L’architetto Dedalo, ateniese di origine<br />

ma monacazzese di adozione e adesso libero cittadino di questa polis, si era<br />

impegnato assai assai nella faccenda che progettualmente parlando era stata<br />

veramente molto ma molto complicata. Si trattava di un ponte in pietra lavica con<br />

sette ordini di archi che così grandi non se n’erano mai visti prima. E alle due<br />

estremità due megastatue di <strong>Priapo</strong> rivolte l’una contro l’altra e con le minchie che si

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