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Priapo: il dio dei bordelli -versione p. T - santoro rupert

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Altro che latino e greco.<br />

><br />

E poi quel saluto referenziale tanto in voga nella Magna Grecia..<br />

><br />

Frase bella che era addiventata ancora più bella con l’arrivo degli <strong>dei</strong>.<br />

><br />

Qualche ateo l’aveva un po’ cambiata.<br />

><br />

Che poi, volendo, era una bella frase. Na cosa era vasare <strong>il</strong> culo di Zeus, na cosa era<br />

vasare <strong>il</strong> culo di Afrodite Callipigia. Ragionando al masch<strong>il</strong>e, sarebbe sicuramente<br />

stato un piacere vasare <strong>il</strong> culo bello di Apollo.<br />

P<strong>il</strong>o. Pinsava a questo Zeus. Pinsava anche alla sua minchia tisa e a quel culo da cui<br />

si la sarebbe fatta scassare per davvero. Sorrideva quel culo bianco e giovane. Al<br />

ritmo del respiro quelle natiche si allontanavano e si riavvicinavano. Un sorriso<br />

naticale. O anale. Parevano veramente due cassate sic<strong>il</strong>iane allegre. E allegro era<br />

anche Zeus. Che di quel culo aveva goduto poco prima. Adesso la persona<br />

proprietaria di quelle natiche dormiva. E lui pensava . Pensava taliannu. Pensava a<br />

quanti culi e a quanti cunni avia visitato dacché lui era stato lui, dacché Zeus era stato<br />

Zeus. O meglio, da quannu <strong>il</strong> phallo divino si era messo a funzionare. Che a dire <strong>il</strong><br />

vero vero veramente assai presto aveva incominciato. Era stato nu picciriddu<br />

fottitore… fors’anche un neonato fottitore…<br />

Ma <strong>il</strong> suo dolce andare di pensiero in pensiero, di cunnu in cunnu, di culo in culo, di<br />

ucca in ucca , intanto che si taliava l’ameno paesaggio bicollinare, fu interrotto da<br />

una voce antipatica. Di quelle che trasunu dalle orecchie, vanno al ciriveddu, si fanno<br />

un giro veloce dintra la scatola cranica, e non la potendo scassare perchè d’osso è,<br />

scinninu al core facennulu incazzare, quindi vanno alla panza e all’intistinu facennuli<br />

mettere in movimento , e pi finiri vannu a li cugghiuna ca automaticamente uncinu<br />

come du muluna di ciauru. Mentre l’aceddu , se gonfio era, si svunciava in un amen.<br />

> disse la voce maliritta di una<br />

fimmina tutta allicchittiata e con tanto di coppola di seta in testa.<br />

> rispose serio serio Zeus.<br />

> rispose la donna che amava <strong>il</strong> parlare fino.<br />

E ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> diminutivo che usava nei momenti di abbandono al piacere.<br />

><br />

> precisò Era.

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