di Massimo Rodolfi - Il Discepolo
di Massimo Rodolfi - Il Discepolo
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IL DISCEPOLO<br />
un porto sicuro per tutti coloro che cercano<br />
la via, la verità e la vita<br />
anno 2 - n. 7<br />
trimestrale - luglio/settembre 2009<br />
copia gratuita<br />
Copyright 2007 Provve<strong>di</strong>mento del Presidente del Tribunale<br />
<strong>di</strong> Modena Iscritto al n.1866 del 19/02/2008<br />
del Registro Stampe e Perio<strong>di</strong>ci.
Nel tempo tutto cambia e niente cambia. Le realtà essenziali della vita, le sue strutture fondamentali, l’anatomia<br />
e la fisiologia della coscienza rimangono fedeli all’emanazione primor<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> quel verbo che tutto<br />
pervade. Nel tempo, quello che cambia sono i mo<strong>di</strong> della manifestazione, sempre più aderenti alle forme<br />
cangianti che lo spirito può usare, <strong>di</strong> era in era, nel suo lungo pellegrinaggio tra le pieghe della materia.<br />
Nello spirito che <strong>di</strong>scende nella carne si compie la parabola del figliuol pro<strong>di</strong>go che prima o poi ritornerà<br />
nella casa del padre. Questa rivista, in fin dei conti, vuole solo prendere atto dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi oggi necessari<br />
ad esprimere adeguatamente le immutabili verità dell’antica saggezza esoterica. Questo spazio vuole essere<br />
utile a tutti i pellegrini che nel loro viaggiare sono arrivati a rivolgere gli occhi verso la casa in cui sono nati.<br />
Che il potere del padre, l’amore del figlio e la sapienza dello spirito santo ci uniscano in un’unica vita.<br />
<strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />
La tensione è tale che il Mondo freme. Gli eventi sono in pressione. A tutti i livelli le energie della<br />
Luce sono impegnate a fondo per salvarlo dalla <strong>di</strong>struzione, mentre le tenebre si insinuano, con maschere<br />
luminose, decise ad annientare ciò che la Luce crea e, dove possibile, a demolire le basi stesse<br />
dell’opera creativa. Nell’epoca grave dell’Armageddon è specialmente necessario sapere quali sono<br />
le forze che causano le azioni <strong>di</strong> ogni singolo giorno, <strong>di</strong> ogni singolo evento, <strong>di</strong> ogni fenomeno; poiché è<br />
l’ora della decisione, e non ci sono mezze misure sulla via del Mondo del Fuoco.<br />
Maestro Morya<br />
questa rivista è emanazione della Draco E<strong>di</strong>zioni<br />
fondata nel 2006, per <strong>di</strong>ffondere in termini moderni l’antica conoscenza esoterica.<br />
in collaborazione con l’associazione Atman, fondata nel 1994<br />
per la <strong>di</strong>ffusione del raja yoga e dell’esoterismo,<br />
e <strong>di</strong> Energheia, fondata nel 1996, prima scuola italiana per terapeuti esoterici.<br />
Immagine <strong>di</strong> copertina:<br />
Duomo <strong>di</strong> Matera<br />
... iniziammo la risalita continuando a mangiare i frutti dell’Albero.<br />
Collaborazione progetto grafico Simona Murabito<br />
Stampato presso la tipo-litografia AG snc <strong>di</strong> Rustichelli & C.
Sommario<br />
E<strong>di</strong>toriale Curatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />
SPECIALE<br />
GLI EXTRA-TERRESTRI HANNO CONQUISTATO IL PIANETA pag. 2<br />
E<strong>di</strong>toriale Curatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />
RIPRENDIAMOCI IL PIANETA pag. 4<br />
Conoscere la conoscenza Curatore: Andre Innocenti<br />
BERTRAND RUSSELL E L’ELOGIO DELL’OZIO pag. 7<br />
Educare per la consapevolezza Curatore: Anna Grazia Fiorani<br />
I CAPISALDI DELL’EDUCAZIONE pag. 9<br />
Letteratura e spiritualità Curatore: Anna To<strong>di</strong>sco<br />
LA GIOIA: UNA SAGGEZZA SPECIALE pag. 12<br />
Fitoterapia energetica Curatore: Donatella Donati<br />
LA FAMIGLIA DEI GLICOSIDI:<br />
UNA VISIONE NUOVA DELLA LORO ATTIVITÀ BIOCHIMICA pag. 15<br />
Nuovo insegnamento esoterico - Curatore: Fabio Ricchetti<br />
ENERGHEIA : ALCHIMIA INTERIORE E GIOIA DEL FARE pag. 17<br />
Antica saggezza e scienza moderna Curatore: Gianluca Fontana<br />
QUATTRO PASSI… NELL’ALTRA DIMENSIONE pag. 20<br />
La coppia sul sentiero Curatore: Giorgio Ricci Garotti in collaborazione con Monica Giovannini<br />
L’ALTRO… È IL NEMICO! pag. 23<br />
Mitologia e Sentiero Iniziatico Curatore: Graziano Fornaciari<br />
ERCOLE E LA RICERCA DEI POMI D’ORO DELLE ESPERIDI pag. 26<br />
il Raja Yoga e l’esoterismo Curatore: Luca Tomberli<br />
I SETTE RAGGI pag. 29<br />
Astrologia esoterica Curatore: Maria Grazia Barbieri<br />
LA CROCE FISSA, CROCE DEL CRISTO IN CROCE pag. 31<br />
<strong>Il</strong> Sentiero Iniziatico Curatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />
CHE COSA SIGNIFICA VERAMENTE MEDITARE (parte III) pag. 34<br />
Psicologia esoterica Curatore: Paola Spada<br />
AMORE E SAGGEZZA pag. 37<br />
Psicologia sociale e del lavoro Curatore: Diana Ferrazin<br />
LE INFLUENZE “IN RETE” pag. 39<br />
Le fiabe della Manu Curatore: Manuela Baccin<br />
I DUE REGNI (parte I) pag. 41
2<br />
e<strong>di</strong>toriale<br />
Curatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />
Sono convinto che oramai questo pianeta sia<br />
in mano ad una razza aliena e ciò che resta<br />
<strong>di</strong> una umanità alienata non si rende conto <strong>di</strong><br />
essere stata assimilata. Come nella migliore<br />
tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Star Trek, qualcosa <strong>di</strong> molto simile<br />
ai temibili Borg, specie <strong>di</strong> bio-macchine,<br />
che si aggirano per la galassia con i loro inquietanti<br />
cubi ad assimilare tutto quello che<br />
incontrano, ha preso possesso della terra. Io<br />
sono uno dei pochi esseri che ancora continua<br />
a resistere, assieme ad un gruppo <strong>di</strong> sparuti<br />
temerari, asserragliati nelle caverne <strong>di</strong><br />
una sempre più rara coscienza critica. Combatteremo<br />
senz’altro fino all’ultimo uomo,<br />
con tutte le nostre forze, per preservare la<br />
nostra umanità, ma <strong>di</strong> sicuro abbiamo contro<br />
forze soverchianti, per numero e mezzi. Nella<br />
nostra lotta non spargeremo il sangue <strong>di</strong> nessuno,<br />
al <strong>di</strong> fuori del nostro, se sarà necessario,<br />
perché la nostra battaglia ha come arma<br />
l’innocuità e la nostra vittoria sarà scan<strong>di</strong>ta<br />
dal grido “sia la pace nei cuori!”<br />
Le prove che quanto sto <strong>di</strong>cendo è vero?<br />
Se non siete stati già assimilati anche voi,<br />
potreste tentare, per accertare la verità, <strong>di</strong><br />
usare una strumentazione sofistificatissima,<br />
una volta molto usata su questo pianeta, che<br />
viene ricordata col nome <strong>di</strong> “cinque sensi”,<br />
più uno, che era noto nelle tra<strong>di</strong>zioni orientali<br />
della terra, come “sesto senso”, o “mente”.<br />
Guardare, toccare, ascoltare, annusare, gu-<br />
SPECIALE<br />
GLI EXTRA-TERRESTRI HANNO<br />
CONQUISTATO IL PIANETA<br />
stare e riflettere, antichi gesti che da sempre<br />
ci hanno rimandato alla conoscenza del mondo,<br />
che non si usano più, altrimenti conoscereste<br />
anche voi la verità. Gli alieni ci convincono<br />
che il mondo che stanno creando per<br />
sé sul nostro pianeta è bello e desiderabile.<br />
E non lesinano mezzi per farlo, al punto che<br />
oramai quasi nessuno tra gli umani desidera<br />
altro. Quasi nessuno guarda veramente, riflettendo,<br />
tocca veramente, riflettendo, ascolta<br />
veramente, riflettendo, annusa o gusta veramente,<br />
riflettendo, altrimenti si renderebbe<br />
subito conto che quanto la nostra percezione<br />
oggi ci racconta conserva ben poco della nostra<br />
umanità.<br />
I cieli e i profumi della mia infanzia sono stati<br />
immolati sull’altare del prodotto interno lordo,<br />
così come la burbera bontà <strong>di</strong> mia nonna,<br />
che si trovava a parlare con le altre vecchine<br />
nel cortile sotto casa, è stata soppiantata dallo<br />
splendore <strong>di</strong> uno schermo ultrapiatto che<br />
relega ognuno <strong>di</strong> noi in un mondo drogato da<br />
ipnotici sonni dai mille canali, che raccontano<br />
tutti la stessa pazzia: “l’uomo non serve più e<br />
la sua umanità è <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>mento”. E l’alieno<br />
è contento.<br />
L’alieno è contento, perché nel nostro degrado<br />
egli trova alimento. Lui si nutre <strong>di</strong> tutto ciò<br />
che è marcio, corrotto e contrario alla vita.<br />
L’aria pura <strong>di</strong> questo pianeta, che noi umani<br />
respiravamo, per lui è veleno e, giustamente,
l’ha mo<strong>di</strong>ficata, per renderla più adatta al suo<br />
sistema car<strong>di</strong>o-circolatorio, simile a quello del<br />
bacherozzo. Però l’alieno ti <strong>di</strong>ce che non va<br />
poi così male e che le cose stanno migliorando,<br />
tanto che ho letto sul Corriere della Sera<br />
che l’inquinamento favorisce la fotosintesi<br />
(alieni... non ascoltateli sono degli alieni, annusate<br />
l’aria e vedrete...). Così come, l’acqua<br />
chiara, buona e scintillante, <strong>di</strong> cui siamo fatti,<br />
gli procura terribili danni, al punto che, per il<br />
suo bene, se la sta accaparrando tutta, per<br />
controllare meglio quei pochi residui <strong>di</strong> umanità,<br />
che assetati, non potranno far altro che<br />
assecondare l’alieno imperante.<br />
La terra, <strong>di</strong> tutti i colori belli delle stagioni, col<br />
suo profumo, spruzzato dagli infiniti vomeri<br />
che nei secoli l’hanno rivoltata, così com’era,<br />
rigogliosa e nutriente, ha inquietato l’alieno,<br />
che ha dovuto depredarla, <strong>di</strong>cendo, per il nostro<br />
bene, che se non fai “il trattamento” la<br />
terra non ti dà più niente. La cosa migliore<br />
poi è mettere un pezzo <strong>di</strong> scorpione dentro al<br />
buon riso, così viene migliore, e un trancetto<br />
<strong>di</strong> pesce dentro alle fragole, che così nuotano<br />
meglio... alieni, nient’altro che alieni, non gli<br />
credete, annusate gli odori, gustate i sapori,<br />
e vedrete anche voi che la vita è lontana da<br />
quello che la terra oggi ci dà, grazie all’alieno<br />
che produce ogm e polimeri. E se rompiamo<br />
il rapporto con il cielo, l’acqua e la terra, noi<br />
umani non siamo più niente, se non materia<br />
<strong>di</strong> scarto, <strong>di</strong> una vita antiquata, a base carbonio.<br />
All’alieno piace il silicio, come ai computer,<br />
il cielo inquinato, la terra arida ed un’acqua<br />
putrida, piena <strong>di</strong> germi, tutte cose con le<br />
quali anche noi piano piano <strong>di</strong>ventiamo marci,<br />
dentro e anche fuori, portatori poco sani <strong>di</strong><br />
una energia vitale stagnante, ottimo cibo per<br />
l’alieno affamato.<br />
I nostri sensi anestetizzati non ci avvisano più<br />
e non ci accorgiamo <strong>di</strong> essere stati appoggiati<br />
su <strong>di</strong> uno scaffale del supermercato per gli<br />
alieni, che si mangiano noi ed il marcio che<br />
han fatto. Non si trovano i bisogni dell’uomo<br />
nei dettami dell’economia degli alieni che governano<br />
il mondo. Al centro è il loro piacere<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere la vita, prima ancora <strong>di</strong> pensare<br />
al profitto, che pure sembra essere la loro<br />
principale preoccupazione. L’avi<strong>di</strong>tà è ancora<br />
un sentimento umano, che per quanto esecrabile<br />
e <strong>di</strong>struttivo, accetterei volentieri, per<br />
ricordarmi com’era una volta. Ma questi impassibili<br />
alieni vanno oltre ogni limite umano,<br />
ed è evidente che non può essere la semplice<br />
volontà <strong>di</strong> accaparrare denaro a motivare<br />
la loro pianificata trasformazione del pianeta.<br />
Se ancora ci “vedete”, guardatevi attorno e<br />
sarà <strong>di</strong>fficile non rilevare come in ogni settore<br />
dell’attività umana sia evidente una precisa<br />
volontà <strong>di</strong> degrado.<br />
Le coscienze, drogate da mezzi <strong>di</strong> comunicazione<br />
che pianificano il sonno della mente,<br />
non reagiscono più alla forte violenza fatta<br />
dall’alieno che stupra il pianeta. Per ben poco<br />
l’abbiamo venduto questo pezzo <strong>di</strong> universo,<br />
questa sfera azzurra dall’aspetto stupendo,<br />
roteante nel cielo del sistema solare. Ci basterà<br />
l’auto nuova in garage e la televisione<br />
negli occhi per <strong>di</strong>menticare chi siamo e da<br />
dove veniamo? Davvero la vita non può più<br />
avere al centro l’essere umano? O non sarà<br />
che l’alieno sono io e ho sbagliato pianeta?<br />
<strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />
3
4<br />
E<strong>di</strong>toriale<br />
Curatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />
La coscienza umana, proprio per come è fatta,<br />
può raggiungere realizzazioni meravigliose.<br />
La nostra vera natura è quella <strong>di</strong> Angelo<br />
Solare e, prima o poi, ognuno <strong>di</strong> noi giungerà<br />
a manifestare la sua partecipazione consapevole<br />
alla <strong>di</strong>vinità della vita. Anche l’umanità nel<br />
suo complesso si eleverà un giorno a queste<br />
vette dell’esistenza, ma evidentemente non<br />
oggi. L’imperfezione umana è sempre stata<br />
presente, come caratteristica <strong>di</strong> questo pianeta<br />
ed espressione naturale del quarto regno<br />
<strong>di</strong> natura. Naturale è stato anche il fatto<br />
che, come accade a tutte le con<strong>di</strong>zioni vitali<br />
in tutte le <strong>di</strong>mensioni della realtà, l’umanità<br />
abbia affrontato, in qualche occasione, crisi<br />
epocali, che hanno rimodellato il suo percorso<br />
evolutivo.<br />
Oggi siamo <strong>di</strong>nnanzi ad uno <strong>di</strong> questi rari momenti<br />
epocali e come <strong>di</strong>ce il mio amico e Maestro<br />
Morya: La tensione è tale che il Mondo<br />
freme. Gli eventi sono in pressione. A tutti i<br />
livelli le energie della Luce sono impegnate a<br />
fondo per salvarlo dalla <strong>di</strong>struzione, mentre le<br />
tenebre si insinuano, con maschere luminose,<br />
decise ad annientare ciò che la Luce crea<br />
e, dove possibile, a demolire le basi stesse<br />
dell’opera creativa. Nell’epoca grave dell’Armageddon<br />
è specialmente necessario sapere<br />
quali sono le forze che causano le azioni <strong>di</strong><br />
ogni singolo giorno, <strong>di</strong> ogni singolo evento, <strong>di</strong><br />
ogni fenomeno; poiché è l’ora della decisio-<br />
RIPRENDIAMOCI IL PIANETA<br />
ne, e non ci sono mezze misure sulla via del<br />
Mondo del Fuoco.<br />
L’evoluzione umana è giunta quin<strong>di</strong> a questo<br />
momento nel quale sono evidenti due cose,<br />
da un lato il degrado, prodotto dalla corruzione<br />
e dall’avi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> profitto, investe ormai tutti<br />
i settori della vita in maniera drammatica, tanto<br />
che non è <strong>di</strong>fficile ipotizzare <strong>di</strong> poter raggiungere<br />
un punto <strong>di</strong> non ritorno. Dall’altro<br />
è sempre più grande e fremente il numero<br />
<strong>di</strong> coloro che non sopportano più che i poteri<br />
organizzati della terra impongano all’umanità<br />
intera questa schiavitù <strong>di</strong>sumanizzante,<br />
grazie alla quale l’uomo e i suoi bisogni sono<br />
assoggettati alle situazioni più aberranti e <strong>di</strong>struttive,<br />
finalizzate a mantenere e <strong>di</strong>ffondere<br />
ciò che possiamo tranquillamente chiamare il<br />
male in ogni sua forma, pur che <strong>di</strong>a profitto.<br />
Personalmente, ho abbandonato la speranza<br />
che le cose possano cambiare attraverso movimenti<br />
politici e sociali molti anni fa, dopo<br />
aver constatato per esperienza quanto la politica<br />
non possa prescindere dalla corruzione<br />
e dall’espressione <strong>di</strong> un potere <strong>di</strong>storto. E’<br />
un peccato, ma anche un dato <strong>di</strong> fatto che<br />
“politica” non ha più niente a che fare con<br />
cura della “polis”, l’insieme dei citta<strong>di</strong>ni, ma<br />
si configura piuttosto come un gravame intollerabile<br />
e <strong>di</strong>struttivo nei confronti delle collettività.<br />
Le strutture del potere si presentano<br />
molto compatte nell’esercitare un’attività <strong>di</strong>
apina e depauperamento delle risorse mon<strong>di</strong>ali.<br />
Di fronte agli interessi consolidati delle<br />
multinazionali del petrolio, delle armi, del<br />
transgenico e <strong>di</strong> ogni altro grande “affare”<br />
mon<strong>di</strong>ale, valgono ben poco le istanze <strong>di</strong> vita,<br />
sia dei popoli del terzo mondo che <strong>di</strong> quelli<br />
del mondo industrializzato.<br />
Al <strong>di</strong> là delle vergognose maschere propagan<strong>di</strong>stiche<br />
con le quali i vari governi si coprono<br />
la faccia, mentendo spudoratamente, la terra,<br />
il cielo e le acque continuano ad essere<br />
stuprati, come se fossero principi inesauribili.<br />
Morte e malattia sono il naturale correlato <strong>di</strong><br />
questa malefica attività, dalla quale però, coloro<br />
che la determinano continuano a trarre<br />
profitto, speculando anche sulla malattia e la<br />
morte. Facciamo guerre per la libertà e contro<br />
il terrorismo, in realtà per accaparrarci le risorse<br />
mon<strong>di</strong>ali, continuando a sterminare popolazioni<br />
inermi, come del resto il ricco occidente<br />
ha fatto da Cristoforo Colombo ad oggi, salvo<br />
lamentarci poi dell’immigrazione clandestina.<br />
Se ricominciassimo a restituire il maltolto forse<br />
non saremmo a questo punto...<br />
Siamo al punto in cui per coltivare un alimento<br />
riempiamo <strong>di</strong> veleni l’ambiente e noi stessi,<br />
per trasformarlo sprechiamo una quantità<br />
enorme <strong>di</strong> risorse, continuando ad avvelenarlo.<br />
Per trasportarlo mettiamo in moto una costosissima<br />
catena <strong>di</strong> inquinamenti e sprechi,<br />
mentre magari schiacciamo con le ruspe i<br />
prodotti locali. Per produrre un bene <strong>di</strong> consumo<br />
immettiamo nell’ambiente quantitativi<br />
impensabili <strong>di</strong> sostanze tossiche. Abbiamo<br />
una politica energetica che, in Italia, sta proponendo<br />
il ritorno al carbone e alle centrali<br />
nucleari. Mio nipote <strong>di</strong> cinque anni capirebbe<br />
che è un’i<strong>di</strong>ozia... Educazione ed istruzione<br />
non si sa più a che cosa siano funzionali, visto<br />
che nel nostro paese, questo settore, fonda-<br />
mentale per una civiltà, è ridotto a sopravvivere<br />
nel vero senso della parola.<br />
Nel campo della salute, l’importante è avercela...<br />
visto però che molto probabilmente ti<br />
ammalerai, grazie alla cura dell’ambiente che<br />
le strutture del potere hanno per la vita, allora<br />
non potrai fare a meno <strong>di</strong> cadere nelle grinfie<br />
<strong>di</strong> logiche che ti considerano come un limone<br />
da spremere. Però possiamo star tranquilli<br />
ed essere certi che, se da qualche parte si fa<br />
ricerca, è nei laboratori delle multinazionali le<br />
quali, benefiche confraternite, dopo avere creato<br />
ad arte virus simpaticissimi, casualmente<br />
hanno anche il vaccino da vendere. D’altronde<br />
non vedo il motivo per il quale si dovrebbero<br />
finanziare ricerche scientifiche aventi come<br />
unico scopo il bene dell’umanità.<br />
La politica poi, strettamente legata al mondo<br />
della finanza e della speculazione, è assolutamente<br />
in grado <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare tutte queste attività,<br />
sapendo trarre profitto sia da ogni singola<br />
attività che dall’intreccio del tutto. Non<br />
mi ha stupito l’affermazione che ho sentito<br />
alla televisione <strong>di</strong> un boss mafioso, il quale<br />
lamentava che la mafia oggi non ha più niente<br />
da “vendere” alla politica. Fate voi. Che <strong>di</strong>re<br />
poi dello spassoso campo dell’informazione<br />
e dei mass me<strong>di</strong>a in genere? Solo a pensarci<br />
mi scappa da ridere e penso che non siano<br />
necessarie raffinate analisi per <strong>di</strong>mostrare il<br />
grado <strong>di</strong> asservimento alla <strong>di</strong>struttività del potere<br />
da parte della quasi totalità dell’informazione.<br />
La trage<strong>di</strong>a è che i modelli praticati da<br />
decenni, in particolare dalla televisione, stanno<br />
manifestando chiaramente i loro effetti,<br />
in particolare sulle giovani generazioni, che<br />
non brillano certo per idealità. Capirete che<br />
non ha molto senso, in un contesto, come<br />
quello descritto, stupirsi <strong>di</strong> fronte ad episo<strong>di</strong><br />
aberranti che hanno sempre più <strong>di</strong> frequente<br />
5
6<br />
come protagonisti giovani “annoiati” che per<br />
impiegare il loro tempo, magari danno fuoco<br />
a qualcuno.<br />
Possibile che nessuno si renda conto che c’è<br />
forse qualcosa che non va? Molte persone devono<br />
essere realmente drogate, oltre che da<br />
se stesse, dalla realtà nella quale viviamo, altrimenti,<br />
in altri tempi, avremmo già dato l’assalto<br />
al “castello” con i forconi, invece è molto<br />
<strong>di</strong>ffusa una quiescenza quasi totale, abilmente<br />
coltivata dai messaggi <strong>di</strong> “tutto bene” che da<br />
ogni parte ci giungono. Come esoterista sono<br />
convinto che il lavoro <strong>di</strong> trasformazione della<br />
coscienza, in accordo con le leggi occulte della<br />
vita, sia la cosa più rivoluzionaria che si possa<br />
fare. Però devo confessare che non ce la<br />
faccio più a non far niente su <strong>di</strong> un piano che<br />
definirei “essoterico”.<br />
Ripren<strong>di</strong>amoci il pianeta quin<strong>di</strong> è il moto<br />
spontaneo, delle associazioni esoteriche<br />
alle quali faccio riferimento, volto a creare<br />
un movimento in grado <strong>di</strong> promuovere una<br />
crescita alternativa al modello dominante. In<br />
primo luogo vuole essere un network informativo,<br />
che sarà incarnato particolarmente<br />
dal sito internet <strong>Il</strong> Fazioso, fazioso perché noi<br />
siamo chiaramente orientati verso l’innocuità<br />
e la centralità dell’uomo. Più che informazione<br />
in senso spicciolo, noi vogliamo orientare<br />
all’interpretazione critica dell’informazione, in<br />
un mondo nel quale il male prolifera proprio<br />
grazie alla <strong>di</strong>ffusione dell’inganno e della acriticità.<br />
Ma anche questo non basta, così come non<br />
basta il senso <strong>di</strong> frustrazione che si prova <strong>di</strong>nnanzi<br />
alla conoscenza <strong>di</strong> una palese ingiustizia,<br />
se non si è poi nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> poterla<br />
riparare. Noi vogliamo cominciare a cambiare<br />
le cose, partendo dal basso, perché secondo<br />
noi questo è ormai l’unico sistema. Col pro-<br />
getto Nitido scambio e Nitida impresa noi vogliamo<br />
contribuire a creare una piazza, virtuale<br />
e reale, nella quale produttori e consumatori<br />
siano messi in contatto <strong>di</strong>retto, iniziando ad<br />
uscire da un mercato che ha al centro solo il<br />
profitto, per iniziare a produrre, a scambiare e<br />
consumare con modalità che invece vedano<br />
al centro l’uomo, l’innocuità ed il senso del<br />
bello, del buono e del vero.<br />
Partendo dall’analisi delle situazioni <strong>di</strong>struttive<br />
presenti in tutti i settori dell’attività umana<br />
vogliamo arrivare a prospettare delle possibilità<br />
alternative e concrete rispetto alle attuali<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita, cominciando a realizzarle<br />
in pratica, mettendo in comunicazione e coor<strong>di</strong>nando<br />
tutte le forze sane che possono<br />
esistere sul territorio nazionale, e non solo.<br />
Questo è forse l’unico modo rimasto per riprendersi<br />
il pianeta e de<strong>di</strong>carlo alla vita, invece<br />
<strong>di</strong> lasciare che il male dell’uomo ed i<br />
suoi arroganti servitori, finiscano lo scempio.<br />
Ripren<strong>di</strong>amoci il pianeta, adesso, facciamolo<br />
insieme, facciamolo per consegnare un mondo<br />
vivibile ai bambini stupen<strong>di</strong> che stanno nascendo<br />
e si meritano la vita, invece <strong>di</strong> quello<br />
squallido surrogato che quegli alieni alienati<br />
che controllano il mondo vogliono obbligarci<br />
a sopportare.<br />
Teneteci d’occhio, a breve, se ci lasciano internet,<br />
www.ripren<strong>di</strong>amociilpianeta.it, ogni<br />
collaborazione, per la pace e l’innocuità, sarà<br />
ben accetta.<br />
<strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong>
Nei precedenti articoli abbiamo trattato come<br />
tema “<strong>Il</strong> relativismo antico e moderno” nei<br />
prossimi parleremo della “Conoscenza nella<br />
contestazione all’arroganza del potere”.<br />
Significativo esempio è l’eccentrico filosofo<br />
Bertrand Russell che in<strong>di</strong>ca, quale grande<br />
ostacolo alla gioia della vita, il frenetico ritmo<br />
<strong>di</strong> lavoro imposto all’umanità dall’insaziabile<br />
necessità <strong>di</strong> profitto delle classi al potere,<br />
quando oggi ci sarebbero gli strumenti per<br />
vivere bene, lavorando tutti meno e con maggior<br />
sod<strong>di</strong>sfazione.<br />
Bertrand Russel (1872- 1970) può essere<br />
considerato uno dei più gran<strong>di</strong> filosofi del novecento,<br />
a lui insieme a Whitehead si deve il<br />
tentativo <strong>di</strong> ridurre la matematica a pura logica<br />
partendo dagli assiomi <strong>di</strong> Peano sui numeri<br />
naturali, ricerca questa ricca <strong>di</strong> importanti e<br />
rivoluzionarie conseguenze nell’ambito della<br />
filosofia, ma la sua attività investe moltissimi<br />
campi, soprattutto appare <strong>di</strong> notevole<br />
importanza il suo impegno politico e sociale<br />
che lo ha portato spesso a contrastare l’autorità<br />
costituita fino al suo allontanamento nel<br />
1918 dall’Università <strong>di</strong> Cambridge nella quale<br />
insegnava ed al suo arresto con condanna a<br />
sei mesi <strong>di</strong> prigione, per le sue idee contrarie<br />
alla guerra. Divorziato clamorosamente due<br />
volte e sposato tre anche la sua vita privata<br />
è stata burrascosa, non priva <strong>di</strong> numerosi attacchi<br />
che gli sono valsi a New York, nel1940<br />
Conoscere la conoscenza<br />
Curatore: Andrea Innocenti<br />
BERTRAND RUSSELL<br />
E L’ELOGIO DELL’OZIO<br />
l’espulsione dalla scuola nella quale lavorava,<br />
con la pretestuosa accusa <strong>di</strong> insegnare dottrine<br />
dannose alla morale pubblica. Solo dopo il<br />
1949 cominciò ad avere un giusto riconoscimento<br />
con il Premio Nobel per la letteratura e<br />
l’attribuzione della più alta onorificenza inglese<br />
l’Order of Merit. Ancora alla fine degli anni<br />
sessanta ormai quasi centenario, alla testa dei<br />
giovani contestatori del sessantotto guidava<br />
le marce della pace che protestavano per la<br />
guerra degli Stati Uniti nel Vietnam ed a lui si<br />
deve l’istituzione del Tribunale, che prese il<br />
suo nome, per giu<strong>di</strong>care i crimini <strong>di</strong> guerra.<br />
Non è nostra intenzione esporre l’assai complesso<br />
pensiero <strong>di</strong> questo filosofo, ci preme<br />
soltanto trarre lo spunto per alcune considerazioni<br />
a partire da una sua raccolta <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorsi<br />
pubblici relativi al valore <strong>di</strong> una vita che sia<br />
imperniata sulla consapevolezza e sulla presenza<br />
a se stessi, cioè “sull’esserci”.<br />
Questa raccolta s’intitola “Elogio dell’ozio,<br />
che viene visto non come un momento <strong>di</strong><br />
completo deca<strong>di</strong>mento ed abbandono agli<br />
impulsi più negativi e tamasici della persona,<br />
ma una fase <strong>di</strong> arresto <strong>di</strong> quell’eccessivo zelo<br />
all’azione che l’organizzazione moderna della<br />
vita impone in funzione <strong>di</strong> un sapere volto<br />
esclusivamente al profitto, questa alienazione<br />
dal proprio vero essere sarà sostituita nel momento<br />
del riposo da un abito profondamente<br />
contemplativo della mente, dal quale nasce-<br />
7
8<br />
rà una pacata osservazione della vita priva<br />
<strong>di</strong> dogmi ed a-priori irrazionali. L’intolleranza<br />
ed il bigottismo sono una delle gran<strong>di</strong> cause<br />
dell’umana sofferenza e la società nella quale<br />
viviamo, con il suo frenetico stimolo al produrre<br />
ed al correre, nutrono ampiamente ambedue.<br />
La nevrosi e lo stress nei quali siamo<br />
immersi nascono proprio da questa spinta<br />
continua che le forze economiche, per ragioni<br />
<strong>di</strong> insaziabile profitto, tengono elevata.<br />
Russell arriva ad affermare, quasi paradossalmente,<br />
che il concetto del dovere sia stato un<br />
mezzo escogitato dalle classi al potere per indurre<br />
altri uomini a vivere per il loro interesse<br />
anziché per il proprio. Tutto ciò poi è stato abbondantemente<br />
camuffato con morali fasulle<br />
alle quali le varie chiese hanno portato grande<br />
contributo.<br />
“L’idea che il povero possa oziare ha sempre<br />
urtato i ricchi“ osserva con ironica arguzia il<br />
filosofo.<br />
I mezzi della tecnica moderna oggi potrebbero<br />
assicurare a tutta l’umanità un ampio<br />
sostentamento senza che la fatica per realizzarlo<br />
debba essere così coinvolgente e<br />
<strong>di</strong>struttiva. Che ci sia tanta <strong>di</strong>soccupazione a<br />
fronte <strong>di</strong> un lavoro faticoso per molti è spiegabile<br />
solamente con la grande ingiustizia<br />
economica che regna, per la quale solo una<br />
ristretta minoranza della popolazione, che<br />
spesso non lavora affatto, assorbe la grande<br />
parte della produzione totale.<br />
Un’umanità formata da persone che abbiano<br />
la loro giusta dose <strong>di</strong> tempo libero sarebbe<br />
certamente più serena e felice, tutti <strong>di</strong>verrebbero<br />
meno esigenti e tolleranti verso il prossimo,<br />
forse anche le guerre potrebbero perdere<br />
la loro ragione <strong>di</strong> essere, ma soprattutto<br />
una rinata forma <strong>di</strong> autoconsapevolezza porterebbe<br />
gli uomini a vivere sapendo <strong>di</strong> come<br />
vivere e dove andare, non ad essere come foglie<br />
trascinate dal vento dell’irrazionale. Proprio<br />
da lì, cioè da uno stato <strong>di</strong> serena osservazione<br />
e piacevole go<strong>di</strong>mento della vita può<br />
nascere la vera innocuità che certamente non<br />
può trovare alimento da ideologie ipocrite e<br />
falsamente sentimentali o da pseudoreligioni<br />
che hanno come vera motivazione il sostenere<br />
strutture economiche e <strong>di</strong> potere che non<br />
vogliono mollare i loro privilegi.<br />
Russell afferma però anche la necessità <strong>di</strong><br />
un’educazione non avulsa dal vero senso della<br />
vita, che stimolando alla gioia <strong>di</strong> vivere le<br />
persone risvegli l’interesse per tutto ciò che<br />
la vita stessa nelle sue infinite possibilità continuamente<br />
ripropone, abbandonando invece<br />
le pastoie dei vari fasulli idealismi.<br />
Questo può essere lo stimolo e l’ausilio che<br />
può venire da chi abbia in qualche modo realizzato<br />
la giusta capacità <strong>di</strong> valutazione della<br />
realtà onde poter evitare che l’uso del tempo<br />
libero non si trasformi in un inerte abbandono<br />
quale illusoria fuga dalla fatica che la natura<br />
con le sue leggi impone.<br />
In conclusione possiamo <strong>di</strong>re che un moderato<br />
tempo <strong>di</strong> lavoro permette quel sano approccio<br />
alla vita quale quello <strong>di</strong> commensali<br />
equilibrati, che si siedono con appetito ad un<br />
banchetto, vi si immergono con piacere, e si<br />
fermano quando hanno raggiunto la sazietà,<br />
questa è la vera gioia <strong>di</strong> vivere che nel “Qui<br />
ed ora” permette <strong>di</strong> realizzare la possibile<br />
umana felicità.<br />
Come ultima osservazione trovo giusto precisare<br />
che il senso dell’articolo non è assolutamente<br />
l’invito al non agire, perché l’evoluzione<br />
della coscienza non può che passare<br />
dall’esperienza, quin<strong>di</strong> dall’immersione nella<br />
vita che solo il fare realizza concretamente.<br />
Andrea Innocenti
Esistono dei principi fondamentali dell’educazione<br />
universale, che sono uguali per ogni<br />
Paese. Questi principi base dell’educazione<br />
devono venire espressi in maniera, per<br />
quanto possibile, semplice e or<strong>di</strong>nata. Sicuramente<br />
posso affermare che più s’impara<br />
più si aggiunge e si mo<strong>di</strong>fica materiale: io<br />
ad esempio posso <strong>di</strong>re <strong>di</strong> non avere ancora<br />
raggiunto il mio pensiero definitivo sui principi<br />
fondamentali educativi, i quali crescono<br />
e si ampliano ad ogni esperienza che compio.<br />
Mi sento molto sperimentatrice, perciò<br />
è mio desiderio che questi articoli possano<br />
forgiare, fare riflettere e fare sperimentare<br />
coloro che li leggono. Sicuramente in seguito<br />
a quanto stu<strong>di</strong>ato e sperimentato in tutti questi<br />
anni, mi sento <strong>di</strong> affermare che i principi<br />
che presento possano essere d’applicazione<br />
universale.<br />
<strong>Il</strong> significato dell’educazione può essere il<br />
conseguimento <strong>di</strong> un vivere completo, che<br />
significa il pieno adempimento, nell’interezza<br />
del tempo. Noi possiamo comprendere<br />
in modo molto più ampio per mezzo delle<br />
nostre percezioni, che sono sempre più in<br />
via d’evoluzione. Mi piace in modo particolare<br />
ripetere spesso che l’educazione è vita<br />
e che la vita è educazione. La vita altro non<br />
è che il pulsare della qualità dell’Anima che<br />
sperimenta: il pulsare è la conoscenza che<br />
tiene viva la Vita. <strong>Il</strong> vivere completo significa<br />
Educare per la consapevolezza<br />
Curatore: Anna Grazia Fiorani<br />
I CAPISALDI DELL’EDUCAZIONE<br />
il sod<strong>di</strong>sfacimento completo del Dharma, termine<br />
sanscrito che significa perfetta reazione<br />
dell’uomo al suo ambiente: la vita consiste<br />
nel reagire adeguatamente in modo logico,<br />
cioè delicato e creativo, alle complessità varie<br />
che troviamo nelle situazioni che viviamo.<br />
Lo stesso Einstein affermava che la funzione<br />
dell’educazione è quella <strong>di</strong> aiutare il bambino<br />
a reagire delicatamente alla vita.<br />
Per capire la natura del vivere integro o completo<br />
per noi esseri umani si deve conoscere<br />
la natura, che porta al significato del vivere integro,<br />
e che ritroviamo come manifestazione<br />
evidente nei vari regni <strong>di</strong> natura. L’educazione<br />
avviene in ogni tempo e luogo nei vari regni<br />
<strong>di</strong> natura minerale, vegetale, animale, umano<br />
e per ultimo, ma non meno importante, nel<br />
regno dell’anima. L’evoluzione è una scala,<br />
ogni regno <strong>di</strong> natura è un gra<strong>di</strong>no <strong>di</strong> questa<br />
scala, e l’educazione è un mezzo attraverso<br />
il quale si procede da un gra<strong>di</strong>no all’altro: noi<br />
impariamo a porre i pie<strong>di</strong> fermamente su ciascun<br />
piolo.<br />
Allora si può <strong>di</strong>re con metafore esoteriche che<br />
l’educazione nel regno minerale è il preparare<br />
la coscienza assopita a sognare la Vita <strong>di</strong> Dio,<br />
l’educazione nel regno vegetale è preparare<br />
la coscienza sognante a sentire la Vita <strong>di</strong> Dio,<br />
l’educazione nel regno animale è preparare la<br />
coscienza senziente a conoscere la Vita <strong>di</strong> Dio,<br />
l’educazione nel regno umano è il preparare la<br />
9
10<br />
coscienza “conoscente” a identificarsi con la<br />
Vita <strong>di</strong> Dio.<br />
Siamo degli Dei in evoluzione, il fuoco <strong>di</strong> Dio<br />
ha emanato delle scintille che devono attraversare<br />
un processo <strong>di</strong> conoscenza affinché<br />
possano <strong>di</strong>vampare in fiamma, a somiglianza<br />
dell’eterna Fiamma da cui sono state generate.<br />
Alla base dei fini educativi troviamo tre<br />
principi fondamentali dell’essere: AMORE,<br />
SAGGEZZA, VOLONTÀ. Da questi vengono<br />
emanati i principi base dell’educazione in tutti<br />
i regni <strong>di</strong> natura. Questi principi li possiamo applicare<br />
all’educazione come educazione del regno<br />
umano, e alle nostre istituzioni educative.<br />
Possiamo quin<strong>di</strong> affermare che l’educazione<br />
è Saggezza, Amore e Volontà, e che questi<br />
non sono altro che attributi espressi da Dio.<br />
Voglio portarvi alla scoperta della parola Amore;<br />
significa ban<strong>di</strong>re la paura e con essa i timori<br />
inerenti come <strong>di</strong>sperazione, depressione, dubbio,<br />
o<strong>di</strong>o, sospetto, sfiducia. Dobbiamo ban<strong>di</strong>re<br />
ogni senso contrario alla fratellanza e ogni<br />
senso <strong>di</strong> separatività. Si deve stimolare la crescita<br />
dello sviluppo della comprensione verso<br />
gli altri, della simpatia, del rispetto reciproco,<br />
della reverenza verso i superiori, che non sono<br />
altro che coloro che hanno un’esperienza maggiore<br />
<strong>di</strong> noi attraverso la quale possiamo crescere.<br />
Dobbiamo stimolare la buona volontà<br />
che si espande in affezione vera verso i propri<br />
simili, la tenerezza, la compassione verso chi<br />
è più giovane, dal punto <strong>di</strong> vista della conoscenza,<br />
degli anni o dell’evoluzione. Si passa<br />
in questo modo dall’egoismo all’altruismo: in<br />
altri termini, cresce in intensità il bisogno <strong>di</strong><br />
essere felici con gli altri e l’impossibilità <strong>di</strong> essere<br />
felici a spese altrui.<br />
Scopriamo insieme il significato della parola<br />
Saggezza; significa invece ban<strong>di</strong>re l’ignoranza<br />
e il dubbio: man mano che si acquista la<br />
conoscenza intima del vero proposito della<br />
saggezza si è in grado <strong>di</strong> abbandonare quel<br />
senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>samore fraterno. L’uso crescente<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>scernere tra il bene e il male, fra ciò che è<br />
più importante e ciò che è meno importante,<br />
porta allo sviluppo della coscienza, alla comprensione<br />
crescente del piano <strong>di</strong>vino in rapporto<br />
all’in<strong>di</strong>viduo e all’ambiente in cui si vive.<br />
I fatti della conoscenza per come si presentano<br />
a noi attraverso l’istruzione o<strong>di</strong>erna che si<br />
impartisce nelle scuole e nelle Università sono<br />
da considerarsi più come mezzi per guadagnare<br />
vantaggio sopra agli altri che come prova<br />
del compiersi graduale del Piano <strong>di</strong> Dio per il<br />
suo Mondo, quin<strong>di</strong> come mezzo per servire gli<br />
altri.<br />
Come ultima scoperta vi voglio portare alla conoscenza<br />
del significato della parola Verità; significa<br />
infine ban<strong>di</strong>re l’in<strong>di</strong>fferenza che ci libera<br />
dal senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>samore fraterno man mano<br />
che si acquista la coscienza intima della vera<br />
facoltà del potere, me<strong>di</strong>ante l’uso e l’abuso<br />
dello stesso. Lo sviluppo avviene con propositi<br />
eccelsi, affinché Amore e Saggezza possano<br />
operare per i loro fini perfetti: fermezza d’intenti,<br />
determinazione, coraggio, inflessibilità,<br />
unità <strong>di</strong> propositi, con<strong>di</strong>scendenza sono attività<br />
sostenute da Amore e Saggezza perché<br />
basate sopra <strong>di</strong> esse.<br />
Questi principi sostengono la parola Educazione,<br />
un’Educazione per il presente e per<br />
il futuro. Certo nell’educazione ora il posto<br />
dell’Amore è invaso dal timore; il posto della<br />
Saggezza è retto dal sapere che cerca per il<br />
proprio profitto; il posto della Volontà è preceduto<br />
dall’orgoglio che si esprime in termini<br />
<strong>di</strong> competizione e <strong>di</strong> aggressività. Penso che<br />
per uscire da un simile stato <strong>di</strong> cose si debba<br />
esprimere attraverso l’attività un valore <strong>di</strong> servizio,<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> semplicità e <strong>di</strong> dominio <strong>di</strong> sé
<strong>di</strong>verso da come l’umanità lo esprime ora.<br />
<strong>Il</strong> Servizio è preparazione all’educazione, il suo<br />
obiettivo è rappresentato nell’aspetto Attività<br />
che sfocia nell’Amore; si deve esprimere con<br />
buona volontà e compassione. L’Amore rappresenta<br />
il cuore e l’Anima del Servizio. Lo<br />
Stu<strong>di</strong>o rappresenta l’aspetto <strong>di</strong> Saggezza. La<br />
Semplicità e il Controllo rappresentano il potere<br />
del Servizio, l’aspetto del potere <strong>di</strong> Dio:<br />
senza <strong>di</strong> essi regna solo anarchia.<br />
Come semplicità della vita, che non deve<br />
essere intesa come superficialità, si possono<br />
intendere i mo<strong>di</strong>, le abitu<strong>di</strong>ni che abbiamo,<br />
per esempio, nel mangiare, nel vestirci,<br />
nell’assunzione regolare del cibo e delle giuste<br />
ore <strong>di</strong> sonno. Questo ci porta alla mente<br />
la semplicità iniziale della vita del bambino,<br />
all’importanza che ricopre per una buona crescita<br />
l’acquisizione <strong>di</strong> un ritmo che governi<br />
tutte le sue attività. Questa semplicità permette<br />
alle energie entrostanti <strong>di</strong> essere incanalate<br />
e utilizzate al meglio.<br />
Tra il conoscere e il <strong>di</strong>venire esiste la necessità<br />
<strong>di</strong> sperimentare, paragonabile allo sbocciare<br />
<strong>di</strong> un fiore, opportunamente seminato con<br />
tempi e mo<strong>di</strong> adeguati. Attraverso l’educazione,<br />
l’anima sperimenta e si espande, acquisendo<br />
la capacità <strong>di</strong> vivere determinati sta<strong>di</strong>,<br />
come la scoperta <strong>di</strong> se stessi, l’asserzione<br />
<strong>di</strong> sé, l’autosacrificio, l’abbandono <strong>di</strong> sé e la<br />
realizzazione <strong>di</strong> sé. Noi viviamo soli, mentre<br />
potremmo vivere come una famiglia felice,<br />
anche se allargata. Lo spirito della Fratellanza<br />
è parte dell’evoluzione della crescita umana:<br />
si pensi al periodo dell’adolescenza, quando il<br />
ragazzo dalla famiglia ristretta, che gli ha dato<br />
i natali, sperimenta, come normale tappa evolutiva,<br />
il gruppo, il quale rappresenta la possibilità<br />
<strong>di</strong> fare esperienze e con<strong>di</strong>videre spazi;<br />
quanta potenza positiva esiste in latenza, che<br />
deve essere necessariamente espressa in<br />
questo periodo naturale della vita.<br />
Oggigiorno gli avvenimenti si susseguono<br />
molto velocemente e sembrano prevalere<br />
concetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione, ed il potenziale è apparentemente<br />
espresso in negativo; ma se<br />
sapremo osservare con intelligenza, comprenderemo<br />
che ciò che è in latenza troverà il<br />
modo <strong>di</strong> sbocciare, potendo così raccogliere<br />
la nostra vera natura, che è Amore.<br />
Anna Grazia Fiorani<br />
11
12<br />
In una società come l’attuale in cui la coscienza<br />
collettiva è esposta costantemente a o<strong>di</strong>o,<br />
violenza, avi<strong>di</strong>tà e paura, sembra un paradosso<br />
parlare della possibilità che abbiamo <strong>di</strong> realizzare<br />
e sperimentare la gioia nella nostra vita.<br />
Dove tutto sembra esprimere esclusivamente<br />
sofferenza, conflitti e lacerazione appare <strong>di</strong>fficilmente<br />
cre<strong>di</strong>bile tale affermazione.<br />
Tutti abbiamo sperimentato e sperimentiamo<br />
che il dolore fa parte della vita. D’altronde lo<br />
stesso Buddha ha sostenuto la verità della<br />
sofferenza. Egli però ha anche affermato che<br />
la sofferenza ha una causa, che è possibile<br />
smettere <strong>di</strong> soffrire ed ha in<strong>di</strong>cato la via da<br />
percorrere per superare la propria sofferenza.<br />
Dietro queste affermazioni si cela la concezione<br />
che sta a noi, alla nostra volontà e <strong>di</strong>sponibilità,<br />
ma anche capacità (perché bisogna<br />
<strong>di</strong>ventare abili in tal senso) sintonizzarci<br />
con una percezione <strong>di</strong>versa, più positiva e,<br />
allo stesso tempo, più lieve e più profonda,<br />
che ci avvicina alla vera natura della vita. É<br />
la nostra visione limitata, la nostra ignoranza<br />
a farci percepire la densità della materia e la<br />
sgradevolezza ad essa collegata, anziché la<br />
leggerezza della luce spirituale e l’armonia ad<br />
essa collegata.<br />
L’origine spirituale della gioia deriva dal fatto<br />
che uno degli attributi fondamentali dello<br />
Spirito, che tutto adombra, è la beatitu<strong>di</strong>ne,<br />
come già altrove abbiamo ricordato.<br />
Letteratura e spiritualità<br />
Curatore: Anna To<strong>di</strong>sco<br />
LA GIOIA: UNA SAGGEZZA<br />
SPECIALE<br />
Questa <strong>di</strong>vina beatitu<strong>di</strong>ne, manifestandosi<br />
nella nostra in<strong>di</strong>vidualità spirituale, nel nostro<br />
Io superiore, assume un carattere <strong>di</strong> pura letizia,<br />
poi, scendendo via via ai vari livelli della<br />
personalità, si attenua, si rifrange, si mescola<br />
con altri elementi. Si hanno così le gioie e<br />
sod<strong>di</strong>sfazioni umane <strong>di</strong> vario genere, grado e<br />
valore […]<br />
Purtroppo l’uomo con il suo egoismo, con la<br />
sua avi<strong>di</strong>tà, col suo senso <strong>di</strong> attaccamento,<br />
ha contaminato la purezza e la naturalezza<br />
originaria della gioia e del piacere e ha creato<br />
una quantità <strong>di</strong> eccessi, <strong>di</strong> perversioni e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sarmonie,<br />
che sono fonti <strong>di</strong> male e <strong>di</strong> dolore.<br />
[…]<br />
La natura superiore reale dell’uomo può venire<br />
momentaneamente addormentata e paralizzata,<br />
ma non può venire <strong>di</strong>strutta; […] Essa<br />
dà, a chi la <strong>di</strong>mentica o rinnega, un senso <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sagio, <strong>di</strong> irrequietezza, […] che l’uomo tenta<br />
<strong>di</strong> far tacere gettandosi all’esterno, nella ridda<br />
dell’attività frenetica… ma invano. […]<br />
La letizia spirituale ha caratteri suoi propri<br />
che la <strong>di</strong>stinguono nettamente dalle altre gioie.<br />
Essa è permeata <strong>di</strong> pace, <strong>di</strong> sicurezza, <strong>di</strong><br />
appagamento completo che manca ai piaceri<br />
tumultuosi, alle ebbrezze violente <strong>di</strong> altra<br />
specie. […]<br />
Infine, mentre i piaceri egoistici tendono a<br />
separarci dagli altri, a farci <strong>di</strong>menticare tutto,<br />
chiusi e assorti ad assaporare le nostre piccole
sod<strong>di</strong>sfazioni personali, […] la vera letizia è per<br />
natura espansiva, rende più buoni e compassionevoli,<br />
ispira l’ardente desiderio <strong>di</strong> far partecipare<br />
anche gli altri alla propria gioia. […]<br />
Ma la letizia spirituale non è soltanto buona, lecita,<br />
elevata; è anche un vero e preciso dovere.<br />
[… ] L’umanità, tormentata da mille paure,<br />
da continui dubbi, cerca la gioia ed è attirata<br />
irresistibilmente verso chi con la propria vita,<br />
con la propria irra<strong>di</strong>azione mostri <strong>di</strong> aver raggiunto<br />
un centro <strong>di</strong> calma, <strong>di</strong> armonia, <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione.<br />
[...] Quin<strong>di</strong> la gioia è un dovere1 .<br />
Tuttavia non è facile essere gioiosi. Molti<br />
sono gli ostacoli da cui ci facciamo con<strong>di</strong>zionare.<br />
Primo fra tutti è il nostro atteggiamento<br />
<strong>di</strong> fronte agli eventi della vita che noi sentiamo<br />
come avversi: la ribellione che acuisce il<br />
dolore. Anche un certo attaccamento alla <strong>di</strong>struttività<br />
ci fa preferire talvolta il permanere<br />
in uno stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, irritante e insano.<br />
Altro ostacolo alla gioia è l’essere esigenti,<br />
l’avere pretese nei confronti degli altri e della<br />
vita, atteggiamento che si trasforma automaticamente<br />
in lamento e recriminazione perché<br />
noi subiamo gli errori degli altri e le ingiustizie<br />
della vita. Guariremo da questa modalità nel<br />
momento in cui riusciremo ad assumerci la<br />
responsabilità delle cause della nostra infelicità:<br />
allora la consapevolezza che noi agiamo<br />
sempre e comunque avrà sostituito l’illusione<br />
che subiamo gli eventi che ci fanno soffrire.<br />
Inoltre, il prendersi troppo sul serio, il soffermarsi<br />
sull’aspetto tragico della vita impe<strong>di</strong>scono<br />
<strong>di</strong> sdrammatizzare e ri<strong>di</strong>mensionare la<br />
gravità degli eventi e ci tolgono il gusto <strong>di</strong> una<br />
visione umoristica delle circostanze.<br />
In effetti <strong>di</strong>etro tutti questi ostacoli se ne nasconde<br />
uno in particolare: l’egoismo. Questo<br />
è una malattia generata dalla paura dell’apparente<br />
minaccia del mondo e dalla sfiducia in<br />
se stessi. Ma, come abbiamo già affermato,<br />
il mondo è fondamentalmente buono e bello<br />
e l’esistenza preziosa, ed il contattare tale<br />
bontà basilare ci dà il coraggio <strong>di</strong> uscire dal<br />
bozzolo e aprirci agli altri, godendo delle cose<br />
migliori che la vita ci offre.<br />
Può darsi che non si sia in grado <strong>di</strong> donare molto,<br />
però possiamo sempre donare la gioia<br />
Un cuore gioioso è il normale risultato<br />
<strong>di</strong> un cuore che arde d’amore.<br />
La gioia non è semplicemente una questione<br />
<strong>di</strong> temperamento,<br />
è sempre <strong>di</strong>fficile mantenersi gioiosi:<br />
una ragione <strong>di</strong> più per dover cercare <strong>di</strong> attingere<br />
alla gioia e farla crescere nei nostri cuori.<br />
La gioia è preghiera; la gioia è forza; la gioia<br />
è amore.<br />
E più dona chi dona con gioia.<br />
Ai bimbi e ai poveri, a tutti coloro che soffrono<br />
e sono soli,<br />
donate loro sempre un gaio sorriso;<br />
donate loro non solo le vostre premure, ma<br />
anche il vostro cuore.<br />
che scaturisce da un cuore colmo d’amore.<br />
Se nel vostro lavoro incontrate <strong>di</strong>fficoltà e le<br />
accettate con gioia,<br />
con un largo sorriso, in ciò, al pari <strong>di</strong> molte<br />
altre cose,<br />
vedrete le vostre opere buone.<br />
E il modo migliore per <strong>di</strong>mostrare la vostra<br />
gratitu<strong>di</strong>ne<br />
consiste nell’accettare ogni cosa con gioia.<br />
Se sarete colmi <strong>di</strong> gioia, la gioia risplenderà<br />
nei vostri occhi<br />
e nel vostro aspetto, nella vostra conversazione<br />
e nel vostro appagamento.<br />
Non sarete in grado <strong>di</strong> nasconderla poiché la<br />
gioia trabocca.<br />
La gioia è assai contagiosa.<br />
Cercate, perciò, <strong>di</strong> essere sempre<br />
13
14<br />
traboccanti <strong>di</strong> gioia dovunque an<strong>di</strong>ate.<br />
La gioia dev’essere uno dei car<strong>di</strong>ni della nostra<br />
vita.<br />
È il pegno <strong>di</strong> una personalità generosa.<br />
A volte è altresì un manto che avvolge<br />
una vita <strong>di</strong> sacrificio e <strong>di</strong> donazione <strong>di</strong> sé.<br />
Una persona che possiede questa dote spesso<br />
raggiunge alti vertici.<br />
Splende come un sole in seno a una comunità.<br />
Che Dio vi renda in amore tutto l’amore che<br />
avete donato<br />
o tutta la gioia e la pace che avete seminato<br />
attorno a voi,<br />
da un capo all’altro del mondo2 .<br />
Se noi impariamo a rispettare la <strong>di</strong>gnità e la<br />
sacralità della vita e improntiamo la nostra<br />
alla saggezza e al coraggio, che è l’esatto<br />
contrario dell’egoismo, creiamo le con<strong>di</strong>zioni<br />
per una esistenza sana, in cui la gioia è una<br />
naturale conseguenza, nonostante gli alti e<br />
bassi della vita personale.<br />
I raggi <strong>di</strong> luce vengono verso <strong>di</strong> voi e sembrano<br />
<strong>di</strong> creare una sorta <strong>di</strong> sentiero su cui camminare<br />
[…]<br />
un’atmosfera in cui potete continuamente<br />
andare avanti, ricaricarvi <strong>di</strong> energia in ogni<br />
momento. La vostra intera vita sta continuamente<br />
avanzando anche se state facendo,<br />
qualcosa <strong>di</strong> molto ripetitivo come lavorare in<br />
una fabbrica o in un bar. Qualsiasi cosa stiate<br />
facendo, ogni attimo <strong>di</strong> ogni ora è un capitolo<br />
nuovo […]<br />
<strong>Il</strong> mondo che ruota attorno al guerriero è<br />
quello che è, […]. [Questo approccio - NdA]<br />
fornisce i mezzi per usufruire nel modo più<br />
pieno possibile della vostra vita 3 .<br />
Sintonizzarsi con l’or<strong>di</strong>ne spontaneo che esiste<br />
nel mondo non può che restituire senso<br />
e compiutezza a noi stessi, al mondo, all’esi-<br />
stenza.<br />
Quin<strong>di</strong> la Gioia è una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> libertà e<br />
leggerezza. La Gioia è uno stato d’animo “positivo”<br />
che genera ottimismo e attrae forze<br />
benefiche.<br />
La Gioia non è esaltazione emotiva perché<br />
questa <strong>di</strong>pende dagli eventi, anche se è una<br />
sua sottonota. La Gioia è come il Sole che<br />
rotea su se stesso e genera calore, perché<br />
un cuore gioioso riscalda e aiuta a rischiarare<br />
il grigiore della sofferenza. Un ente che vibra<br />
Gioia è una bene<strong>di</strong>zione per il creato che risponde<br />
con le sue note; si viene così a generare<br />
un’ Armonia della quale beneficiano tutti<br />
coloro che si accostano alla sfera <strong>di</strong> azione <strong>di</strong><br />
questo ente. .[…]<br />
Se un <strong>di</strong>scepolo sa gioire saprà essere leggero<br />
e potrà volare e in tal modo la Via sarà<br />
meno accidentata e meno ardua.<br />
La Gioia è la Forza che ci sospinge e ci fa “incedere<br />
con soavità” 4 .<br />
Anna To<strong>di</strong>sco<br />
1<br />
R. ASSAGGIOLI, Lo sviluppo transpersonale,<br />
Ubali<strong>di</strong>ni, Roma, 1988<br />
2<br />
TERESA DI CALCUTTA, Nel cuore del mondo,<br />
Rizzoli, Milano,1991<br />
3 C. TRUNGPA, Shambhala, la via sacra del<br />
guerriero, Ubali<strong>di</strong>ni, Roma, 1984<br />
4 «Vidya», settembre 2000, pp. 13-14
Ci sono, all’interno del mondo fitoterapico,<br />
principi attivi che generano sull’organismo effetti<br />
pressoché identici per forza e intensità:<br />
tra questi troviamo gli alcaloi<strong>di</strong> e i glicosi<strong>di</strong>, e<br />
non a caso, nonostante i siti d’azione siano<br />
molto <strong>di</strong>versi, troviamo spesso complessi<br />
composti dai due principi attivi che si trovano<br />
legati tra <strong>di</strong> loro e tali da creare un terzo e<br />
nuovo composto dal nome <strong>di</strong> glucoalcaloide,<br />
con attività specifica e caratteristica. Degli alcaloi<strong>di</strong><br />
si è già parlato nel precedente articolo,<br />
mentre nel mondo dei glicosi<strong>di</strong> ci addentreremo<br />
ora, per scoprire cosa ci può essere<br />
tra le pieghe della forma <strong>di</strong> questa classe <strong>di</strong><br />
principi attivi. I glicosi<strong>di</strong>, per <strong>di</strong>rla semplicemente,<br />
sono sostanze composte da un carboidrato<br />
(denominato chimicamente glicone)<br />
ed una molecola a lui legata, che prende il<br />
nome generico <strong>di</strong> aglicone (possono trattarsi<br />
davvero <strong>di</strong> tante strutture <strong>di</strong>verse tra loro, ma<br />
li vedremo per gra<strong>di</strong>). I glicosi<strong>di</strong> o glucosi<strong>di</strong><br />
(se lo zucchero è il glucosio) sono molecole<br />
biologicamente molto attive; si trovano<br />
anch’essi come metaboliti secondari, e non<br />
è chiaro quale sia il ruolo che ricoprono nella<br />
pianta stessa dal punto <strong>di</strong> vista prettamente<br />
botanico. Sono tante, all’interno della struttura<br />
vegetale, le “mansioni” da esplicare, e<br />
i glucosi<strong>di</strong> per questo si danno parecchio da<br />
fare! In primis c’è la famiglia dei glicosi<strong>di</strong> iridoi<strong>di</strong>:<br />
sono principi attivi che, oltre alla parte<br />
Fitoterapia energetica<br />
Curatore: Donatella Donati<br />
LA FAMIGLIA DEI GLICOSIDI:<br />
UNA VISIONE NUOVA DELLA<br />
LORO ATTIVITÀ BIOCHIMICA<br />
zuccherina, hanno un nucleo definito iridoide,<br />
il cui nome deriva dalle formiche australiane<br />
nelle quali per primi sono stati trovati questi<br />
glicosi<strong>di</strong>. Essi si trovano in piante delle famiglie<br />
Gentianacee, Scrophulariaceae e Rubiaceae.<br />
Sono tra i principi attivi più amari che<br />
la pianta produca, ed è strano pensare che<br />
ciò che potenzialmente potrebbe essere dolce<br />
<strong>di</strong>venti amaro... ma lo zucchero viene a<br />
tal punto alterato e stravolto che genera un<br />
rifiuto in chi lo avvicina e lo assaggia, tale da<br />
<strong>di</strong>ventare un’ottima arma <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa per i predatori<br />
della pianta in questione.<br />
I glicosi<strong>di</strong> iridoi<strong>di</strong> hanno attività eupeptica (<strong>di</strong>gestiva)<br />
e febbrifuga, oltre a potenti caratteristiche<br />
antinfiammatorie e antireumatiche.<br />
Tra i potenti <strong>di</strong>gestivi ed aperitivi troviamo la<br />
Genziana (Gentiana Lutea) che richiama per<br />
analogia (ha fiori gialli) le attività <strong>di</strong>gestive ed<br />
epatiche per cui effettivamente viene usata:<br />
anche nella me<strong>di</strong>cina cinese si usa per curare<br />
i sintomi legati alle <strong>di</strong>sfunzioni del fegato e<br />
della vescicola biliare. Un’altra famosissima<br />
pianta contenente glicosi<strong>di</strong> iridoi<strong>di</strong> è l’Artiglio<br />
del <strong>di</strong>avolo (Harpagophytum procumbens),<br />
che prende questo terrificante nome dal<br />
fatto che gli animali che ingeriscono questa<br />
ra<strong>di</strong>ce muoiono tra atroci convulsioni. Viene,<br />
nell’uomo, usata abitualmente per tutti i dolori<br />
reumatici, per le forme infiammatorie, soprattutto<br />
croniche e degenerative del sistema<br />
15
16<br />
locomotore <strong>di</strong> cui riduce anche il dolore con<br />
attività analgesica. Che la pianta li sintetizzi<br />
proprio per alleviare il suo <strong>di</strong> dolore? La sua <strong>di</strong><br />
infiammazione? E per <strong>di</strong>gerire meglio i propri<br />
prodotti <strong>di</strong> scarto? Sembra un’assur<strong>di</strong>tà pensare<br />
che le piante soffrano e provino dolore,<br />
ma a noi chi dà la certezza che loro nella loro<br />
gamma percettiva non sentano dolore proprio<br />
quanto noi? Dobbiamo essere sempre e<br />
solo gli unici in tutto, nel bene e nel male? Se<br />
per ogni veleno esiste il proprio antidoto, se<br />
tutto deve avere un equilibrio e niente davvero<br />
succede a caso, possiamo anche non<br />
escludere un modo specifico <strong>di</strong> autoguarigione<br />
delle piante.<br />
Altri glicosi<strong>di</strong> <strong>di</strong> importanza me<strong>di</strong>ca sono quelli<br />
car<strong>di</strong>aci, usati esclusivamente dai sanitari perché<br />
tossici a bassissime concentrazioni; essi<br />
derivano da piante come la Digitale (Digitalis<br />
purpurea) e il Mughetto (Convallaria maialis);<br />
la loro attività consiste nel rinforzare la forza<br />
contrattile del cuore, e infatti vengono usati<br />
nell’insufficienza car<strong>di</strong>aca sistolica.<br />
In una ricerca <strong>di</strong> pochi decenni fa si è vista la<br />
presenza, in alcuni <strong>di</strong>stretti del nostro organismo,<br />
<strong>di</strong> molecole endogene che funzionano<br />
allo stesso modo dei glicosi<strong>di</strong> <strong>di</strong>gitatici, occupando<br />
gli stessi siti recettoriali. Che la pianta<br />
anche in questo caso produca, oltre che<br />
per <strong>di</strong>fesa, una sostanza che la sostiene e le<br />
rende possibile il controllo <strong>di</strong> alcuni scambi<br />
mineralici? Che il nostro fisico sia, in potenza,<br />
capace <strong>di</strong> produrre dei glicosi<strong>di</strong>, come<br />
sostanze a lui necessarie? Se quella è la via<br />
preferenziale e la necessità del momento,<br />
perché no...!<br />
Altri esempi <strong>di</strong> glicosi<strong>di</strong> sono le cumarine:<br />
composti costituiti dalla cumarina e dal famoso<br />
zucchero; sono sostanze che troviamo<br />
nella Pilosella (Hieracium pilosella), in cui<br />
esplicano azione antibiotica, e nel gettonato<br />
Ippocastano (Asculusus ippocastanum), in cui<br />
trasmettono l’attività protettiva nei confronti<br />
delle pareti vasali venose. Infine, queste cumarine<br />
si trovano anche nelle comunissime<br />
lavanda (Lavandula Angustifoglia) e camomilla<br />
(Camomilla Matricaria), in cui hanno,<br />
nell’organismo umano, attività spasmolitica<br />
e riducono i dolori addominali. E se la “famiglia”<br />
dei glicosi<strong>di</strong> stesse proprio a capo <strong>di</strong><br />
quelle attività <strong>di</strong> controllo ed inibizione dei <strong>di</strong>versi<br />
composti enzimatici anche a livello della<br />
cellula vegetale? Sembra banale, ma tutto<br />
prende il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> una grande e complessa<br />
vita, rappresentata da movimento ed elasticità,<br />
specificità e finalità precise, come una<br />
grande rete <strong>di</strong> legami che danza a ritmo del<br />
pulsare vitale, dove le molecole aggiungono<br />
una nota e la tolgono in ogni reazione, così da<br />
creare ritmi <strong>di</strong>versi che noi, molto semplicemente,<br />
chiamiamo vita.<br />
Donatella Donati
“Raccogli ciò che è sparso<br />
in quel luogo senza gioia<br />
Rettifica il guasto interiore<br />
E vola verso il Fuoco della Pienezza”<br />
In questa affermazione alchemica è sintetizzato<br />
il frutto <strong>di</strong> un percorso interiore che la<br />
Scuola Energheia intende proporre ai propri<br />
can<strong>di</strong>dati. La realtà umana è certamente largamente<br />
permeata dalla sofferenza e questo<br />
lo si può osservare ovunque intorno a<br />
noi. Distruzione e contrapposizione <strong>di</strong>laganti<br />
sono il frutto della drammatica <strong>di</strong>visione delle<br />
coscienze che, se da una parte sono imprigionate<br />
in circoli viziosi ed in giochi nevrotici,<br />
dall’altra aspirano all’unità, a modelli più innocui<br />
e luminosi ed in armonia con ciò che le<br />
circonda.<br />
Da questo atavico conflitto scaturisce la sofferenza<br />
<strong>di</strong> chi, da una parte aspira ad un nuovo<br />
che vagamente percepisce, ma dall’altra,<br />
all’atto pratico, non ha gli strumenti a <strong>di</strong>sposizione<br />
per poter effettivamente mo<strong>di</strong>ficare<br />
quello stato <strong>di</strong> cose: “come posso conoscere<br />
le forze che mi con<strong>di</strong>zionano?” “come posso<br />
cambiare le <strong>di</strong>namiche nelle quali sono imprigionato?”<br />
“come posso affermare quella<br />
luce che vagamente percepisco ed alla quale<br />
aspiro?”.<br />
La scuola nasce essenzialmente come risposta<br />
a questo tipo <strong>di</strong> domande; sono le doman-<br />
Nuovo insegnamento esoterico<br />
Curatore: Fabio Ricchetti<br />
ENERGHEIA: ALCHIMIA<br />
INTERIORE E GIOIA DEL FARE<br />
de <strong>di</strong> una umanità che cerca affannosamente<br />
strumenti scientifici che le permettano <strong>di</strong><br />
conoscere se stessa. Sono domande che<br />
evidenziano il bisogno <strong>di</strong> un nuovo tipo <strong>di</strong> spiritualità<br />
che deve necessariamente trovare la<br />
propria attuazione nella vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />
Ed il lavoro nella scuola, come qualsiasi serio<br />
lavoro esoterico, inizia proprio dal riconoscimento<br />
<strong>di</strong> quelle <strong>di</strong>namiche negative che<br />
con<strong>di</strong>zionano i nostri rapporti e determinano<br />
pertanto la nostra posizione nella vita. Questo<br />
“lavoro in negativo” - la nigredo alchemica<br />
- è <strong>di</strong> fatto insostituibile e prezioso; è la<br />
katabasis, la “<strong>di</strong>scesa agli inferi”, il percorso<br />
che qualunque aspirante deve percorrere per<br />
conoscere tutto ciò che alberga all’interno del<br />
campo <strong>di</strong> coscienza, <strong>di</strong>etro l’apparenza delle<br />
maschere… nessuno infatti può crescere spiritualmente<br />
se non affronta i lati nascosti <strong>di</strong><br />
sé; proprio in quelle parti, in quei nuclei energetici<br />
<strong>di</strong>storti, sono imprigionate le nostre<br />
qualità <strong>di</strong>vine latenti, tutta la nostra creatività<br />
non manifesta… in altre parole: le qualità della<br />
nostra Anima.<br />
Questa parte del lavoro esoterico è quella<br />
che troppo spesso viene evitata da un certo<br />
tipo <strong>di</strong> spiritualità oggi molto <strong>di</strong>ffusa. In questo<br />
caso il risultato è una crescita illusoria che<br />
porta a indossare sempre nuove maschere<br />
sui no<strong>di</strong> della personalità in realtà non affrontati<br />
e <strong>di</strong> fatto irrisolti. Ma tale atteggiamento<br />
17
18<br />
esteriore non può reggere e prima o poi viene<br />
smascherato dagli acca<strong>di</strong>menti della vita perché<br />
irreale e non fondato sulla realtà sostanziale<br />
dei fatti.<br />
Come si attua quin<strong>di</strong> la <strong>di</strong>scesa nei meandri<br />
del nostro essere?<br />
Lo strumento principale è sicuramente quello<br />
della Me<strong>di</strong>tazione. Questa, non essendo<br />
intesa come un qualcosa <strong>di</strong> meramente devozionale,<br />
<strong>di</strong>venta un potente mezzo <strong>di</strong> conoscenza<br />
e trasformazione; è il mezzo per<br />
potersi incamminare dentro se stessi iniziando<br />
a <strong>di</strong>stinguere le <strong>di</strong>fferenti voci della personalità,<br />
base in<strong>di</strong>spensabile per poterle poi<br />
trasformare ed affermare gli aspetti superiori<br />
provenienti dall’Anima.<br />
L’intera opera <strong>di</strong> trasmutazione della coscienza<br />
poggia quin<strong>di</strong> sull’assunto che le <strong>di</strong>storsioni<br />
della coscienza hanno una natura energetica<br />
e che la nostra mente può, quando adeguatamente<br />
formata, sintonizzarsi sulle <strong>di</strong>verse<br />
frequenze dell’essere, percepirle e mo<strong>di</strong>ficarne<br />
i contenuti. In questo modo i circoli viziosi<br />
vengono sostituiti da circoli virtuosi che progressivamente<br />
si ra<strong>di</strong>cano come nuove modalità<br />
<strong>di</strong> essere e fare.<br />
<strong>Il</strong> lavoro <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione è quin<strong>di</strong> compiuto<br />
in due <strong>di</strong>rezioni: la prima va nella <strong>di</strong>rezione<br />
<strong>di</strong> ascolto e riconoscimento delle <strong>di</strong>namiche<br />
che ci governano, la seconda tende invece,<br />
attraverso tecniche specifiche, ad attrarre le<br />
forze del nostro Sé Superiore, in modo da poter<br />
imprimere qualità nuove e rompere progressivamente<br />
le catene della personalità. <strong>Il</strong><br />
tutto è sostenuto dall’acquisizione <strong>di</strong> una progressiva<br />
base teorica che permette la conoscenza<br />
dei modelli e delle strutture sottili che<br />
vengono poi sperimentati nella pratica. Contemporaneamente<br />
l’acquisizione <strong>di</strong> particolari<br />
tecniche <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione favoriscono la veloce<br />
trasformazione del campo <strong>di</strong> coscienza.<br />
L’intera opera si basa quin<strong>di</strong> sull’importante<br />
riconoscimento del duplice aspetto energetico/psicologico<br />
della materia e sulla possibilità<br />
della mente <strong>di</strong> intervenire attivamente nella<br />
trasformazione della coscienza secondo gli<br />
antichi assunti esoterici: “L’energia segue<br />
il pensiero” e “Come un uomo pensa nel<br />
proprio cuore, tale egli è”. Queste sono dapprima<br />
un ipotesi <strong>di</strong> lavoro od una intuizione<br />
mentre in seguito sono verificate inevitabilmente<br />
nella efficacia del lavoro me<strong>di</strong>tativo.<br />
La pratica scientifica e mirata sulle <strong>di</strong>storsioni<br />
della coscienza consente una graduale risoluzione<br />
dei no<strong>di</strong> della personalità. <strong>Il</strong> processo <strong>di</strong><br />
solve et coagula, risoluzione ed integrazione,<br />
consente all’in<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong> riconoscere le proprie<br />
maschere, risolvere progressivamente le<br />
dualità e tendere verso l’unione della propria<br />
coscienza. Tutto questo, come già detto, trova<br />
la propria attuazione nella vita quoti<strong>di</strong>ana,<br />
luogo primo dove la spiritualità deve essere<br />
manifestata.<br />
Con il passare del tempo e con lo sforzo reiterato<br />
gli spazi negativi <strong>di</strong>minuiscono venendo<br />
meno il combustibile e si inizia ad alimentare<br />
qualità <strong>di</strong>verse. Sempre <strong>di</strong> più si gode <strong>di</strong> una<br />
maggior libertà interiore; sempre <strong>di</strong> più si realizza<br />
la bellezza e la pienezza <strong>di</strong> ciò che ci<br />
circonda e si scopre il significato <strong>di</strong> ciò che è<br />
il fine ultimo <strong>di</strong> questo processo: il <strong>di</strong>spiegarsi<br />
delle qualità dell’Anima che non può che<br />
manifestarsi come vera Innocuità; lo stato<br />
d’essere <strong>di</strong> colui che ha realizzato lo stato <strong>di</strong><br />
unità interiore.<br />
Risolvere i no<strong>di</strong> della personalità è possibile;<br />
affermare la Luce dell’Anima è possibile<br />
e oggi è quanto mai necessario. Una volta<br />
compreso questo, una volta compreso come<br />
questo processo sia scientifico e da un cer-
to punto inevitabile, il Sentiero non può che<br />
essere affrontato con fiducia, con la certezza<br />
che, al <strong>di</strong> là del tempo necessario, è possibile<br />
cambiare realmente. Naturalmente tutto<br />
ciò richiede fatica e de<strong>di</strong>zione dal momento<br />
che le resistenze al cambiamento sono molto<br />
forti; per questo l’unico prerequisito richiesto<br />
alla partecipazione alla scuola è una forte determinazione<br />
ed una scelta <strong>di</strong> fondo che deve<br />
essere chiara e consapevole. La spinta deve<br />
essere quella <strong>di</strong> chi decide <strong>di</strong> riorientare le<br />
proprie energie verso il cambiamento e verso<br />
il servizio, vero scopo del terapeuta esoterico.<br />
Che cos’è infatti un terapeuta esoterico se<br />
non un in<strong>di</strong>viduo che, affrontata e compresa<br />
la sofferenza in sé, trasmette le conoscenze<br />
acquisite al prossimo secondo i dettami e le<br />
inclinazioni della propria Anima resa manifesta?<br />
E la formazione del terapeuta esoterico<br />
è proprio lo scopo ultimo <strong>di</strong> Energheia.<br />
Da ex allievo della prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Energheia<br />
del 1996 ed attuale insegnante, concluderei<br />
<strong>di</strong>cendo che la cosa che si è impressa<br />
maggiormente in me attraverso Energheia e<br />
l’insegnamento del suo fondatore <strong>Massimo</strong><br />
<strong>Rodolfi</strong>, è sicuramente la certezza che è possibile<br />
manifestare qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso nella<br />
vita, è possibile non con<strong>di</strong>videre oltre i modelli<br />
<strong>di</strong>storti basati su sofferenza e <strong>di</strong>struttività<br />
che ci vengono generalmente propinati e<br />
secondo i quali l’umanità vive abitualmente.<br />
È possibile invece costruire modelli nuovi basati<br />
su una attività creativa non dannosa per<br />
noi, per gli altri e per la Vita nella quale “viviamo,<br />
ci muoviamo e siamo”. Credo davvero<br />
che la cosa più bella <strong>di</strong> questo percorso sia<br />
la possibilità <strong>di</strong> vivere la spiritualità non come<br />
fuga ascetica dalla vita, ma immergendosi<br />
e ra<strong>di</strong>candosi sempre <strong>di</strong> più nella realtà del<br />
quoti<strong>di</strong>ano, plasmando la nostra vita secondo<br />
le nostre vere aspirazioni e non arrendendoci<br />
alle routine dei nostri circoli viziosi. Infatti, solo<br />
in questo modo, immergendoci nella Vita ed<br />
entrando in armonia con i suoi ritmi profon<strong>di</strong><br />
potremo trovare la vera gioia e sperimentare<br />
che la Vita è realmente Pienezza e non mancanza<br />
e miseria come attualmente la nostre<br />
voci interiori ci sussurrano all’orecchio.<br />
Se dovessi quin<strong>di</strong> definire la nota caratteristica<br />
<strong>di</strong> Energheia la esprimerei con l’espressione<br />
“gioia del fare”. La gioia <strong>di</strong> colui che,<br />
superando ogni resistenza allo “stare bene”,<br />
impara a manifestare la propria attività secondo<br />
le inclinazioni del proprio Sé Superiore.<br />
La gioia <strong>di</strong> prendere in mano la nostra vita e<br />
plasmare nel nostro piccolo un mondo in cui<br />
regnano Bene, Bellezza e Verità.<br />
Allora la vita assume davvero un tono sacrale<br />
e magico. Perché così già è nella Realtà.<br />
Hari Om Tat Sat<br />
Fabio Ricchetti<br />
19
20<br />
C’era una volta un mondo piatto, piatto come<br />
un tavolo. E anche i suoi abitanti erano piatti,<br />
piatti come francobolli. Non esistevano montagne,<br />
né abissi. Non c’erano grattacieli, né<br />
metropolitane. Le strade non avevano i dossi,<br />
né le cunette. Spostandosi, gli abitanti potevano<br />
andare solo a sinistra o a destra, oppure<br />
avanti o in<strong>di</strong>etro, ma non in alto e in basso. I<br />
bambini non giocavano a pallone, né gli adulti<br />
giocavano a golf: lo sport praticato era soltanto<br />
l’hockey. Si nasceva piatti, si viveva piatti<br />
e si moriva piatti. Insomma, era una vita…<br />
un po’ piatta! Un giorno, però, un bravo giovane,<br />
laureato in archeologia, scoprì un’antichissima<br />
iscrizione. L’iscrizione parlava <strong>di</strong> due<br />
splen<strong>di</strong>de città che in un passato lontanissimo<br />
erano sorte in due punti geografici particolari<br />
<strong>di</strong> quel mondo: i suoi antipo<strong>di</strong>. Nella parte più<br />
oscura, l’iscrizione alludeva a un collegamento<br />
costruito per unire segretamente quelle<br />
due lontanissime città, un collegamento che,<br />
a chi lo avesse trovato, avrebbe svelato un<br />
nuovo mondo. <strong>Il</strong> giovane ricercatore decise<br />
<strong>di</strong> mettersi subito al lavoro. Prese una carta<br />
aggiornata e localizzò quei due punti geografici:<br />
erano i siti <strong>di</strong> due citta<strong>di</strong>ne praticamente<br />
sconosciute ai più, nulla a che vedere con le<br />
splen<strong>di</strong>de città che erano esistite un tempo.<br />
Quin<strong>di</strong> partì alla volta della prima delle due.<br />
Arrivato, si chiuse nella biblioteca per consultarne<br />
i volumi alla ricerca <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>zio. E<br />
Antica saggezza e scienza moderna<br />
Curatore: Gianluca Fontana<br />
QUATTRO PASSI…<br />
NELL’ALTRA DIMENSIONE<br />
dopo giorni <strong>di</strong> ricerca un in<strong>di</strong>zio arrivò: un’antica<br />
leggenda confermava quanto contenuto<br />
nell’iscrizione, aggiungendovi che l’ingresso<br />
al nuovo mondo era custo<strong>di</strong>to da un saggio.<br />
<strong>Il</strong> giovane archeologo decise allora <strong>di</strong> parlare<br />
con gli anziani <strong>di</strong> quella località, e da costoro<br />
venne a sapere che fuori dalla città viveva un<br />
eremita. <strong>Il</strong> giorno seguente, <strong>di</strong> buon’ora, il ricercatore<br />
partì alla volta dell’eremo. Arrivato,<br />
trovò il saggio sulla porta che, sorridendo, gli<br />
<strong>di</strong>sse: “Ti aspettavo”. “Mi aspettavi?!”, ribatté,<br />
incredulo il giovane. “Sì. Vieni, entriamo<br />
in casa.” <strong>Il</strong> vecchio si fece raccontare dal giovane<br />
la sua storia e nel frattempo gli preparò<br />
una tazza <strong>di</strong> tè caldo. Quando ebbero finito, il<br />
saggio, serio, <strong>di</strong>sse: “Ciò che tu cerchi è sotto<br />
i tuoi occhi, e sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti, ma non<br />
puoi ancora vederlo, né le persone lo possono<br />
vedere. E ciò è bene”. “Perché è bene?”,<br />
domandò incuriosito l’archeologo. “Perché<br />
quella porta conduce, sì, a un mondo nuovo,<br />
meraviglioso, ma da quel mondo una persona<br />
ancora malvagia potrebbe <strong>di</strong>struggere il mondo<br />
piatto che conosciamo; come invece una<br />
persona buona potrebbe renderlo migliore.”<br />
“E tu come giu<strong>di</strong>chi me?”, chiese il giovane,<br />
impaziente. “Tu sei un bravo ragazzo. Quin<strong>di</strong><br />
varcherai tra non molto quella porta per<br />
ammirare la bellezza del nuovo mondo e per<br />
aiutare gli abitanti del mondo che già conosci.<br />
Ma quel momento non è ancora arrivato.
Prima, devi superare una prova”. “Dimmi ciò<br />
che devo fare e lo farò”, <strong>di</strong>sse l’archeologo<br />
risoluto. “Bene, allora ascolta: trasforma il<br />
tuo lavoro in servizio, pensando ogni giorno,<br />
ogni ora, ogni istante che il tuo operato è il<br />
contributo che tu dai al mondo. Dimentica te<br />
stesso quando lavori e fatica così, lietamente,<br />
per sette anni. Poi ritorna da me. A quel<br />
punto i tuoi occhi potranno vedere…”. Data<br />
questa in<strong>di</strong>cazione, il saggio non rispose ad<br />
ulteriori domande e con cortesia congedò<br />
l’archeologo. Durante il viaggio <strong>di</strong> ritorno, il<br />
giovane, ripercorrendo la sua ancor breve carriera,<br />
si rese conto che, fino ad allora, aveva<br />
lavorato principalmente per la gloria, piccola<br />
o grande, che ogni scoperta procura. D’ora in<br />
avanti non avrebbe più potuto essere così, se<br />
davvero voleva conoscere il nuovo mondo. E<br />
così fu. A mano a mano che gli anni passavano,<br />
il desiderio <strong>di</strong> successo veniva affiancato<br />
e superato da un crescente desiderio <strong>di</strong> poter<br />
raccontare agli uomini, attraverso i reperti archeologici,<br />
la vera storia del nostro mondo;<br />
una storia della quale l’uomo moderno potesse<br />
apprezzare gli aspetti migliori e trarre<br />
insegnamenti da quelli peggiori. Mentre in lui<br />
avveniva questo cambiamento, anche la capacità<br />
visiva si mo<strong>di</strong>ficava. Oltre che vedere a<br />
destra e a sinistra, in avanti e in<strong>di</strong>etro, cominciò<br />
a che a poter vedere un po’ verso l’alto<br />
e il basso, iniziando così a scoprire la terza<br />
<strong>di</strong>mensione, totalmente sconosciuta agli abitanti<br />
<strong>di</strong> quel mondo piatto. La pre<strong>di</strong>zione del<br />
saggio si stava avverando. I sette anni passarono<br />
più in fretta del previsto, e, quando<br />
fu il momento, il giovane si recò <strong>di</strong> nuovo a<br />
casa dell’eremita. “Bentornato”, gli <strong>di</strong>sse il<br />
saggio abbracciandolo. “Vieni, entriamo.” <strong>Il</strong><br />
vecchio si fece raccontare come era andata la<br />
prova e intanto gli preparò una tazza <strong>di</strong> tè cal-<br />
do. Quando ebbero finito, il saggio <strong>di</strong>sse: “<strong>Il</strong><br />
tuo animo è pronto. I tuoi occhi quasi. Chiu<strong>di</strong>li.”<br />
<strong>Il</strong> giovane, appena li ebbe chiusi, sentì le<br />
mani dell’eremita che glieli sfioravano, mentre<br />
un brivido caldo saliva lungo la schiena.<br />
“Ora anche i tuoi occhi sono pronti. Aprili”.<br />
Quando l’archeologo li aprì, la sua capacità<br />
<strong>di</strong> vedere in alto e in basso, cioè nella terza<br />
<strong>di</strong>mensione, era pari a quella usuale <strong>di</strong> vedere<br />
nel mondo piatto. “Ora, usciremo <strong>di</strong> casa.<br />
Appena fuori, voltati e alza gli occhi, come hai<br />
imparato”, <strong>di</strong>sse il vecchio. <strong>Il</strong> giovane seguì<br />
le in<strong>di</strong>cazioni e, con sua grande sorpresa,<br />
vide davanti a sé il collegamento <strong>di</strong> cui parlava<br />
l’antica iscrizione. Si <strong>di</strong>partiva dalla casa<br />
del saggio, sviluppandosi però nella terza <strong>di</strong>mensione,<br />
verso l’alto. “Un giorno gli uomini<br />
lo chiameranno ponte”, commentò il saggio.<br />
“Esso unisce questa città a quell’altra citata<br />
dell’iscrizione, attraversando tutto il nostro<br />
mondo piatto, da un capo all’altro. Vieni, saliamoci<br />
e percorriamone un tratto insieme.” “È<br />
stupendo il panorama che si può ammirare<br />
da quassù”, <strong>di</strong>sse l’archeologo. “E inoltre si<br />
può controllare tutto il nostro mondo, da un<br />
estremo all’altro.” “Certo”, rispose il saggio.<br />
E proprio questo è il problema… Da tempo<br />
immemorabile esiste questo ponte. E <strong>di</strong> epoca<br />
in epoca la sua esistenza è stata rivelata a<br />
quegli uomini che, come te, si sono preparati<br />
a dovere, <strong>di</strong>venendo perfettamente innocui.<br />
Ma, ahimè, esistono anche altre modalità per<br />
sviluppare la vista nella terza <strong>di</strong>mensione, e<br />
quin<strong>di</strong> scoprire questo ponte. Modalità che<br />
nulla hanno a che vedere con il presupposto<br />
dell’innocuità, che noi saggi insegniamo. <strong>Il</strong><br />
risultato è che dalla notte dei tempi a questo<br />
ponte hanno accesso, oltre che uomini<br />
saggi, anche uomini molto malvagi, ai quali<br />
non sta a cuore lo sviluppo del nostro mon-<br />
21
22<br />
do, ma solo i loro interessi personali. E quin<strong>di</strong><br />
da sempre su questo ponte il bene e il male<br />
si affrontano.” “E io adesso che cosa dovrei<br />
fare?”, chiese confuso il giovane. “Serba il<br />
segreto e lavora per il mondo, venendo quassù<br />
ogni volta riterrai che il tuo servizio possa<br />
avvantaggiarsene.” <strong>Il</strong> giovane annuì e prestò<br />
giuramento. Dopo<strong>di</strong>ché, insieme, percorsero<br />
ancora un tratto del ponte, ammirando la bellezza<br />
<strong>di</strong> quel mondo. Da quel giorno, la vita<br />
dell’archeologo non fu più la stessa <strong>di</strong> prima.<br />
Pur non ricercando il successo, <strong>di</strong>venne sempre<br />
più famoso per l’utilità delle sue scoperte.<br />
Alla fine della carriera, si ritirò a vivere nella<br />
casa del saggio, che nel frattempo era andato<br />
a prestare servizio in un’altra <strong>di</strong>mensione…<br />
E, manco a <strong>di</strong>rlo, un giorno, un bravo giovane<br />
si presentò da lui, desideroso <strong>di</strong> conoscere il<br />
nuovo mondo…<br />
Questa la vicenda che forse accadde in quel<br />
mondo, a due <strong>di</strong>mensioni. E se una vicenda<br />
simile potesse accadere nel nostro mondo,<br />
a tre <strong>di</strong>mensioni? Beh, in tal caso, vorrebbe<br />
<strong>di</strong>re che esiste una quarta <strong>di</strong>mensione della<br />
vita, tanto nuova per un abitante del nostro<br />
mondo quanto nuova lo è la terza per un abitante<br />
<strong>di</strong> un mondo piatto.<br />
<strong>Il</strong> tutto con non poche conseguenze. Per<br />
esempio: chi, come <strong>di</strong>ciamo noi, muore, forse<br />
non muore davvero, ma trapassa soltanto,<br />
ovvero passa in un’altra <strong>di</strong>mensione e, sebbene<br />
i suoi cari ne perdano il contatto, lui continua<br />
a vederli; chi al mattino, risvegliandosi,<br />
<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> aver visitato nottetempo persone o<br />
luoghi lontani, forse ci è stato davvero <strong>di</strong> persona,<br />
e non ha sognato o, meglio, il sogno è<br />
stato un viaggio vero e proprio; chi, entrato in<br />
coma, al risveglio racconta <strong>di</strong> essersi visto nel<br />
letto <strong>di</strong> ospedale, insieme a chi si prendeva<br />
cura <strong>di</strong> lui, forse ha visto davvero; chi ha scritto<br />
dell’esistenza degli aiutatori invisibili e dei<br />
maghi bianchi, nonché <strong>di</strong> quella delle streghe<br />
e dei maghi neri, forse ha scritto il vero.<br />
Insomma, se una vicenda simile potesse accadere<br />
nel nostro mondo, vorrebbe <strong>di</strong>re che<br />
l’al<strong>di</strong>là esiste davvero, con tutto quello che<br />
ne consegue, e che quando il nostro cuore si<br />
sarà aperto abbastanza, i nostri occhi saranno<br />
aperti a sufficienza per vederlo senza pericolo,<br />
per noi e per gli altri… Allora, il bene che<br />
potremo fare per il nostro mondo sarà moltiplicato<br />
e la bellezza che potremo ammirare<br />
inimmaginabile.<br />
Detto questo, però, rimane una domanda:<br />
“Ma sarà vero?”. Per scoprirlo, non ci resta<br />
che fare come fece il giovane archeologo.<br />
Gianluca Fontana
<strong>Il</strong> presente fluisce in quell’ampia, vorticosa<br />
corrente che proviene dal passato, e così<br />
antichi legami riprendono forma: un uomo e<br />
una donna si incontrano, intuiscono <strong>di</strong> essere<br />
fatti l’uno per l’altra (ed è proprio così), profondamente<br />
convinti che sia amore eterno,<br />
assoluto, perfetto, totalizzante. Ma <strong>di</strong> fatto<br />
quell’amore non è solo Amore. <strong>Il</strong> terreno<br />
inizia presto a franare, e ciò che si rivela unire<br />
ogni giorno <strong>di</strong> più passato in comunione, è<br />
qualcosa d’altro. Le crepe si aprono a vista<br />
d’occhio e il nido d’amore si trasforma progressivamente<br />
in prigione, uno spazio angusto,<br />
teatro <strong>di</strong> comportamenti subdoli tesi<br />
all’affermazione <strong>di</strong> sé, del proprio potere e<br />
quin<strong>di</strong> all’inibizione e all’annientamento reciproci.<br />
Nel ripetersi dei giorni, intrappolati<br />
dalla routine, preda dei propri automatismi,<br />
ci si <strong>di</strong>mentica della scintilla, quella che aveva<br />
acceso i cuori e infiammato l’animo. La<br />
gioia si spegne, subentra la noia rafforzata<br />
dal calo del desiderio sessuale. Ci si deprime<br />
e si soffoca l’altro, oppure si cerca altrove…<br />
l’importante è sporgersi dalla finestra per non<br />
guardare in casa...<br />
Del resto, come si riconferma il karma in<br />
questa vita? Si nasce con delle con<strong>di</strong>zioni<br />
che richiamano ciò che è allo stato latente, e<br />
quin<strong>di</strong> non risolto. <strong>Il</strong> subire come effetto, per<br />
esempio, trova la sua causa nell’agito. Poi, è<br />
chiaro, si accetta solo dopo aver compreso,<br />
La Coppia sul Sentiero<br />
Curatore: Giorgio Ricci Garotti in collaborazione con Monica Giovannini<br />
L’ALTRO… É IL NEMICO!<br />
ma questo avviene superando la sensazione<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio che deriva dal vivere consapevolmente<br />
quel tipo <strong>di</strong> emozione. L’essere<br />
proiettati, come avviene, nel mondo della forma,<br />
fa sì che percepire il solo subìto porti inevitabilmente<br />
a una idealizzazione fuorviante.<br />
Porsi nell’ottica <strong>di</strong> spostare la visione dal subìto<br />
all’agìto fa crollare il velo illusorio. Cade<br />
l’identificazione nei ruoli, non esistono più vittima<br />
e carnefice (l’uomo bastardo e la donna<br />
succube, tanto per usare luoghi comuni…).<br />
Emerge la possibilità concreta <strong>di</strong> risanare le<br />
passate ferite attraverso l’assumersi, in primo<br />
luogo, la responsabilità delle proprie azioni, e<br />
l’accettare ciò che siamo, anche quella rabbia<br />
che teniamo spesso debitamente celata.<br />
Riconciliarsi e includere, dunque, a partire da<br />
noi stessi. Perché in fondo tutto il percorso<br />
<strong>di</strong> autoconoscenza e purificazione si traduce<br />
nell’“ama il prossimo tuo come te stesso”<br />
mirabilmente sintetizzato dal Maestro Gesù.<br />
D’altra parte: “Se c’è una guerra in noi stessi,<br />
come possiamo avere un buon rapporto con<br />
qualcun altro?” 1 .<br />
Arriviamo in questa vita incontrando vari personaggi,<br />
papà e mamma per primi; questo<br />
determina l’estroflessione dei vari aspetti del<br />
maschile e del femminile che compongono<br />
la nostra coscienza e che andranno a costituire<br />
il tessuto sul quale verranno intrecciati<br />
i fili della nostra vita. <strong>Il</strong> partner <strong>di</strong>venta la<br />
23
24<br />
proiezione della figura dei genitori e le modalità<br />
comportamentali riprendono quell’imprinting<br />
preciso che deriva dell’infanzia. Tuttavia<br />
ora non è allora; stiamo attualizzando quin<strong>di</strong><br />
qualcosa che non è più. E se l’infanzia ci mostra<br />
i nostri elementi costituenti, come giochiamo<br />
ora che siamo adulti? Perché, volendo,<br />
sarebbe opportuno lavorare sugli aspetti<br />
ancora immaturi, tanto per crescere… Le<br />
<strong>di</strong>namiche dell’infanzia con<strong>di</strong>zionano quelle<br />
attuali. Abituiamoci a prendere in considerazione<br />
come agiamo certi meccanismi ‘interni’<br />
mentre ci relazioniamo e come ci rapportiamo,<br />
ad esempio, nel volere avere ragione a<br />
tutti i costi, partendo dal presupposto che il<br />
male non ha mai ragione… L’avere ragione è<br />
sempre un’imposizione <strong>di</strong> potere legata a una<br />
<strong>di</strong>storsione. Se cominciamo a minare, riconoscendole,<br />
le motivazioni <strong>di</strong> quella <strong>di</strong>storsione<br />
che comprende una serie <strong>di</strong> bisogni (attirare<br />
attenzione, essere amato come <strong>di</strong>co io etc.),<br />
la roccaforte comincia a sgretolarsi, ma non<br />
senza pene, anche se in realtà ciò determina<br />
un nuovo ra<strong>di</strong>oso inizio, una rinascita gioiosa…<br />
<strong>Il</strong> processo <strong>di</strong> presa <strong>di</strong> coscienza rappresenta<br />
infatti il principio della fine per questi<br />
spazi <strong>di</strong> coscienza ancora ciechi e avi<strong>di</strong> che<br />
riven<strong>di</strong>cano il <strong>di</strong>ritto alla vita e per questo vogliono<br />
continuare a nutrirsi <strong>di</strong> quelle qualità<br />
che manifestiamo proprio attraverso o<strong>di</strong>o,<br />
recriminazione, prevaricazione. Nel momento<br />
in cui proviamo ad andare oltre, nella <strong>di</strong>rezione<br />
dell’innocuità e dell’equanimità, scatta<br />
la minaccia e si sfoderano le spade. Minaccia<br />
e ingiustizia, del resto, viaggiano insieme<br />
come causa ed effetto (dell’ignoranza, però),<br />
il cui prodotto si concretizza nell’ “io ho ragione”.<br />
Dall’avere ragione al proclamare la<br />
(propria) giustizia, generata da un subìto ritenuto<br />
ingiusto, il meccanismo è sempre quello<br />
dell’emersione <strong>di</strong> quella parte <strong>di</strong>storta in noi<br />
che viene da un passato più o meno antico e<br />
che vuole affermare la propria ‘spontaneità’<br />
<strong>di</strong>struttiva, concretizzandosi in forme pensiero<br />
imperniate su punti <strong>di</strong> fissità ossessivi.<br />
D’altra parte, lo sviluppo della potenza creativa<br />
insita in ognuno sta proprio in quest’opera<br />
<strong>di</strong> trasformazione della coscienza, attraverso<br />
la capacità <strong>di</strong> reazione e intervento nelle <strong>di</strong>namiche<br />
della vita, che si realizza in unità. Nel<br />
guardare ad esempio, in relazione alle nostre<br />
pretese e aspettative, si scopre che c’è tutto<br />
un mondo <strong>di</strong>etro. Minaccia <strong>di</strong> abbandono, tra<strong>di</strong>mento,<br />
rifiuto: così scatta la repulsione, in<br />
particolare per l’altro, perché poi questi aspetti<br />
si scaricano perlopiù nel rapporto <strong>di</strong> coppia e<br />
ci accompagneranno, bontà loro, fino alla 4a<br />
Iniziazione, sì, proprio quella dell’Arhat, il Liberato…<br />
Effettivamente sai che liberazione…<br />
Alla luce <strong>di</strong> tutto ciò, perché non considerare<br />
l’estrema utilità della specularità insita nel<br />
rapporto <strong>di</strong> coppia, per coltivare la propria innocuità,<br />
vero obiettivo dell’uomo cui spetta<br />
il grande privilegio, la splen<strong>di</strong>da opportunità,<br />
<strong>di</strong> passare dal quarto Regno (umano) al quinto<br />
(Regno dei Cieli), invece <strong>di</strong> riconoscere<br />
nell’altro un aggressore? Siamo ancora agli<br />
antipo<strong>di</strong> della comprensione, della consapevolezza,<br />
impaludati e affezionati all’ignoranza,<br />
immersi in quella nebbia che non ci consente<br />
<strong>di</strong> scorgere al <strong>di</strong> là del nostro naso.<br />
Ma in realtà cos’è che si ribella? Non certo la<br />
nostra anima, che rema lungo la corrente della<br />
vita, ma la nostra personalità, che invece<br />
nuota controcorrente, con le sue necessità<br />
<strong>di</strong> affermazione e prevaricazione, impiantate<br />
su basi egoistiche e pronte a lottare per la<br />
sopravvivenza in caso <strong>di</strong> attacco. Tutto questo<br />
comporta una gran fatica e il risultato è…<br />
stare male! Che bello!
Perché poi, così è: il sentiero implica la trasformazione<br />
<strong>di</strong> tutto ciò che non è in linea con<br />
la vita e il suo fluire. E anche se nulla si crea,<br />
nulla si <strong>di</strong>strugge, tutto si trasforma, il passaggio<br />
è ra<strong>di</strong>cale: ogni atomo non conforme<br />
alle frequenze progressivamente più elevate<br />
cui viene sottoposto, oppone resistenza, ma<br />
è una partita senza storia (per fortuna…). E su<br />
questa parentesi sia consentita una piacevole<br />
<strong>di</strong>gressione: sì, è vero, affermiamo che la<br />
vita è una e desideriamo riconoscerci sempre<br />
più e sempre meglio in essa con un accresciuto<br />
senso <strong>di</strong> unità… a parole! Ma, a fatti,<br />
quanto siamo recalcitranti, quanto remiamo<br />
controcorrente? E, proprio per questo, se non<br />
ci fosse la vita, una, a sospingerci in avanti<br />
attraverso le esperienze, a correggere le traiettorie,<br />
a gettare sassi nella giusta <strong>di</strong>rezione,<br />
che evoluzione sarebbe, se <strong>di</strong>pendesse solo<br />
e soltanto da ognuno <strong>di</strong> noi? Da un lato possiamo<br />
vedere quanta poca cosa siamo (ego)<br />
<strong>di</strong>sallineati dalla vita, dall’altro quanta potenza<br />
possiamo esprimere (Ego) in seno ad essa,<br />
sostenendola e affidandoci, riscoprendo la<br />
bellezza nel fare e favorendo al contempo la<br />
<strong>di</strong>scesa dell’Anima sui piani della personalità.<br />
La passività rispetto al mondo, rispetto all’altro,<br />
consente <strong>di</strong> incolpare sempre qualcosa<br />
o qualcuno e <strong>di</strong> garantire belli sal<strong>di</strong> i nostri limiti,<br />
ignari del fatto che altro non sono che la<br />
causa <strong>di</strong> tutte le nostre sofferenze. L’in<strong>di</strong>fferenza<br />
è la ra<strong>di</strong>ce del male, la crudeltà il suo<br />
sviluppo. La nota battuta “Continuiamo pure<br />
così, facciamoci del male...” trova riscontro<br />
pratico sia nel rapporto con noi stessi sia in<br />
quello con l’altro, e quin<strong>di</strong> col mondo intero.<br />
Nel tempo l’altro <strong>di</strong>viene in qualche modo<br />
scomodo, o <strong>di</strong> comodo per trincerarci ancor<br />
<strong>di</strong> più nelle nostre posizioni, e non ha importanza<br />
il grado <strong>di</strong> ragione al quale ci appellia-<br />
mo, anzi spesso ci si attacca alle banalità, tanto<br />
più infime, quanto più martellanti: da lì si<br />
evolve nella <strong>di</strong>struttività reciproca che allontana,<br />
separa, <strong>di</strong>vide. E poi? E poi capita che<br />
ci si lascia e il bello è che ci rapportiamo poi<br />
a un altro che inevitabilmente ci riporta esattamente<br />
lì dove eravamo rimasti nella relazione<br />
precedente. “Ma è ri<strong>di</strong>colo!”, viene da<br />
pensare come reazione spontanea. E invece<br />
è perfetto, perché bisogna entrare nella comprensione<br />
del rapporto fra passato e futuro.<br />
E finché non an<strong>di</strong>amo a considerare l’o<strong>di</strong>o<br />
e la repulsione che sono in noi, reali cause<br />
propulsive <strong>di</strong> specifici effetti, non cambierà<br />
nulla, veramente, nel nostro mondo <strong>di</strong> relazione,<br />
nella qualità dei nostri rapporti, nella<br />
nostra vita. Ciò che è insopportabile nell’altro<br />
è ciò che non vogliamo vedere e riconoscere<br />
in noi, questo è il punto. Infatti parliamo <strong>di</strong> recriminazione,<br />
cioè rivolgiamo le accuse all’altro<br />
<strong>di</strong> ciò che invece è nostro, non vogliamo<br />
che l’altro ci faccia ciò che invece noi (spesso<br />
inconsapevolmente) facciamo. C’è molta<br />
<strong>di</strong>fferenza tra la recriminazione e la sana<br />
in<strong>di</strong>gnazione; la prima produce e alimenta la<br />
<strong>di</strong>struttività, la seconda la blocca. “Al cospetto<br />
<strong>di</strong> chi è innocuo cessa ogni ostilità” 2 e, <strong>di</strong><br />
contro, al cospetto <strong>di</strong> chi è ostile cessa ogni<br />
innocuità: a noi la scelta…<br />
Giorgio Ricci Garotti<br />
in collaborazione<br />
con Monica Giovannini<br />
1 E. PIERRAKOS, Unione Creativa, a cura <strong>di</strong><br />
J.Saly, Crisalide, Spigno Saturnia 1995.<br />
2 PATANJALI, Yogasutra, libro II n. 35.<br />
25
26<br />
Ercole deve affrontare la sua terza fatica, la<br />
quale si svolge nel segno dei Gemelli, un segno<br />
duale nel quale il bisogno <strong>di</strong> unità <strong>di</strong>viene<br />
più pressante, portando il nostro Eroe alla<br />
ricerca <strong>di</strong> un maggior contatto con la propria<br />
anima. Dopo le prove precedenti l’anima è<br />
più prossima alla verità, ma contrariamente<br />
a ciò che si potrebbe pensare, viene esaltata<br />
la dualità presente nell’aspirante, il quale<br />
sente tendersi allo spasimo, in uno sforzo<br />
che può far cadere nelle vie <strong>di</strong> minore resistenza.<br />
È facile cadere preda delle proprie<br />
illusioni, se si rimane isolati nel regno delle<br />
idee, che devono essere concretizzate e rese<br />
manifeste: l’albero infatti si vede dai frutti.<br />
Si giunge a questa prova dopo un periodo <strong>di</strong><br />
notevole riflessione interiore, che conduce al<br />
ra<strong>di</strong>camento <strong>di</strong> un’aspirazione che sempre<br />
meno può essere intaccata. Ciò che precede<br />
il vero sforzo, che conduce ad identificarsi<br />
con il servizio, è rappresentato dalla volontà<br />
<strong>di</strong> accertarsi <strong>di</strong> persona della presenza dello<br />
Spirito in ogni cosa, attraverso l’auto<strong>di</strong>sciplina<br />
necessaria.<br />
Gemelli è un segno <strong>di</strong> aria, la quale rappresenta<br />
l’elemento del regno della mente,<br />
da sempre ponte <strong>di</strong> passaggio per il regno<br />
dell’intuizione; a questo punto, l’aspirante<br />
può esplorare uno spazio più ampio della<br />
propria coscienza, tale da includere anche<br />
il corpo mentale. Nell’unità egli può trovare<br />
Mitologia e Sentiero Iniziatico<br />
Curatore: Graziano Fornaciari<br />
ERCOLE E LA RICERCA<br />
DEI POMI D’ORO<br />
DELLE ESPERIDI<br />
la risposta alle sue ricerche, una ricerca che<br />
sarà più produttiva nel momento in cui saprà<br />
abbandonare le impellenti necessità, in luogo<br />
<strong>di</strong> un bisogno vero, che vada nella <strong>di</strong>rezione<br />
del servizio verso i propri simili. Gemelli è legato<br />
all’aspetto intelligenza, e rappresenta i<br />
rapporti, governa il linguaggio, le comunicazioni<br />
ed il commercio.<br />
<strong>Il</strong> reggente essoterico del segno dei Gemelli<br />
è Mercurio, che permette la comunicazione<br />
fra anima e personalità. Mercurio è figlio <strong>di</strong><br />
Zeus e <strong>di</strong> Maia, figlia <strong>di</strong> Atlante, è il messaggero<br />
<strong>di</strong> Zeus, la guida delle ombre alla <strong>di</strong>mora<br />
<strong>di</strong> Ade, <strong>di</strong>o dei morti e signore del regno<br />
dell’oltretomba; esso viene descritto con<br />
elmo e sandali alati, mentre impugna un caduceo<br />
con due serpenti. <strong>Il</strong> reggente esoterico<br />
è Venere, la quale unifica e sotto il cui influsso<br />
agisce la Legge <strong>di</strong> Attrazione: il pianeta<br />
Venere rappresenta nei confronti della Terra<br />
l’aspetto animico e fonte <strong>di</strong> attrazione per il<br />
nostro pianeta, che al momento non è sacro,<br />
ma che lo <strong>di</strong>verrà quando saprà unire ciò che<br />
ora è separato.<br />
Nella costellazione dei Gemelli abbiamo la<br />
storia della crescita dell’uomo verso la maturità,<br />
attraverso il graduale dominio della personalità,<br />
la quale deve farsi da parte affinché<br />
l’anima possa sedere sul suo trono. Se vogliamo<br />
che qualcosa cresca nelle nostre vite,<br />
dobbiamo necessariamente far decrescere
quegli aspetti che tolgono nutrimento al nostro<br />
vero sé; dobbiamo imparare ad abbandonare<br />
tutto ciò che <strong>di</strong>viene un peso per ulteriori<br />
conseguimenti. <strong>Il</strong> tutto è ben rappresentato<br />
da due stelle presenti nella costellazione dei<br />
Gemelli, chiamate dai greci Castore e Polluce:<br />
il primo rappresenta l’anima, mentre il secondo<br />
la personalità. Nel volgere il capo verso<br />
la volta celeste possiamo osservare che<br />
Polluce sta perdendo d’intensità a favore <strong>di</strong><br />
Castore che rappresenta lo Spirito presente<br />
nell’uomo.<br />
In questa prova ad Ercole fu detto <strong>di</strong> cercare<br />
l’albero sacro, l’albero della sapienza, sul quale<br />
maturavano le mele d’oro delle Esperi<strong>di</strong>. La<br />
mela è un simbolo mitologico che ritroviamo<br />
nel giar<strong>di</strong>no dell’Eden: allora si parlava <strong>di</strong> una<br />
sola mela, responsabile dell’immersione nella<br />
materia e della possibilità della conoscenza<br />
del bene e del male, una conoscenza riconducibile<br />
alla mente e alla inevitabile sofferenza<br />
che produce, ora, invece, possiamo accedere<br />
alla pluralità della vita e alla possibilità <strong>di</strong> percepirla<br />
unita e non separata. Le Esperi<strong>di</strong> erano<br />
ninfe, vivevano in un giar<strong>di</strong>no, e con l’aiuto<br />
del serpente Ladone proteggevano l’albero<br />
sacro con le mele d’oro; la parola ninfa deriva<br />
dal greco nymphe, che significa “giovane<br />
donna”; esse erano figlie <strong>di</strong> Zeus e simboli<br />
delle forze elementari della natura.<br />
Ercole nulla sapeva e vagava senza riconoscere<br />
i segni che la vita gli mandava. A questo<br />
sta<strong>di</strong>o del Sentiero l’illusione possiede ancora<br />
una notevole presa e l’anima, per quanto si<br />
manifesti con modalità <strong>di</strong>fferenti, non viene<br />
riconosciuta. L’anima in questa prova è simboleggiata<br />
da Nereo, figlio <strong>di</strong> Ponto (il mare)<br />
e Gea (la terra). Nereo, come altre <strong>di</strong>vinità del<br />
mare, possedeva il dono <strong>di</strong> vaticinare il futuro<br />
e quin<strong>di</strong> si mascherava per non essere con-<br />
tinuamente importunato. L’anima a questo<br />
punto è <strong>di</strong>fficilmente percepibile, l’aspirante<br />
è preda delle proprie illusioni e utilizzerebbe<br />
contatti superiori per conoscere il proprio futuro,<br />
una conoscenza che lo allontanerebbe<br />
dalle sue reali necessità, rappresentate dal<br />
qui ed ora ove seminare quanto necessario<br />
per raccogliere adeguatamente. I poteri<br />
dell’anima verranno riconosciuti nel momento<br />
in cui potranno essere utilizzati con intelligenza.<br />
Non possedendo sufficiente tenacia per proseguire<br />
il suo viaggio verso nord, e quin<strong>di</strong><br />
verso lo Spirito, Ercole s’incamminò verso<br />
sud, verso le tenebre, incontrando Anteo, il<br />
serpente figlio <strong>di</strong> Poseidone (<strong>di</strong>o dei mari) e<br />
Gea (la terra): nella sua ignoranza riconobbe<br />
in Anteo colui che gli impe<strong>di</strong>va <strong>di</strong> giungere<br />
all’albero sacro. A questo punto del Sentiero<br />
è facile percepire chi ci limita come possessore<br />
<strong>di</strong> ciò che ci necessita. L’uso della forza<br />
fisica prevale sull’intelligenza. Ercole combattè<br />
infatti più volte con il serpente vincendolo,<br />
ma mai completamente, fino a quando egli<br />
non comprese che doveva sollevarlo in aria,<br />
nell’aspetto mente, dove la materia perde <strong>di</strong><br />
potenza.<br />
<strong>Il</strong> percorso verso l’albero sacro è ancora lungo,<br />
ed Ercole non può evitare d’essere ancora<br />
intrappolato dalla sua scarsa intuizione, che lo<br />
porta ad illudersi nuovamente nel momento<br />
in cui incontra Busiride, figlio delle acque, della<br />
stirpe <strong>di</strong> Poseidone. Le acque rappresentano<br />
l’elemento del desiderio: Ercole riconosce<br />
in esse l’apparente saggezza, e si mette a seguire<br />
questo falso maestro, la cui caratteristica<br />
è <strong>di</strong> togliere responsabilità per accrescere<br />
l’aspetto egoistico della personalità.<br />
Questo tratto del percorso è riconoscibile in<br />
ognuno <strong>di</strong> noi, nel momento in cui rinuncia-<br />
27
28<br />
mo alla nostra ricerca ascoltando i falsi maestri<br />
che provengono dalla personalità e che<br />
minano la nostra vera forza. <strong>Il</strong> percorso verso<br />
nord è duro, pieno <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà, l’anima calamita<br />
la nostra attenzione e produce la tensione<br />
necessaria ponendo l’accento sulla dualità<br />
per riconoscerne l’unità. Sappiamo quanta<br />
fatica costi forgiare la via verso l’armonia, ed<br />
è facile cadere nelle mani <strong>di</strong> chi alita <strong>di</strong>etro<br />
le spalle asserendo l’inutilità della ricerca e<br />
proponendosi <strong>di</strong> colmare ogni lacuna al nostro<br />
posto. Questo vale per le persone e per<br />
tutto ciò che emerge <strong>di</strong> separativo dalla nostra<br />
coscienza, possa essere un pensiero,<br />
un’emozione o un’azione sancita nel fisico. <strong>Il</strong><br />
dubbio insorge in modo subdolo e come un<br />
pitone ci stringe sempre più nel momento in<br />
cui desideriamo essere sgravati dalle responsabilità.<br />
Ercole riuscì a liberarsi nel momento<br />
in cui risuonarono le parole <strong>di</strong> Anteo, le quali<br />
asserivano che la verità è dentro ognuno <strong>di</strong><br />
noi, luogo ove evocare la forza necessaria per<br />
potersi liberare.<br />
Nel frattempo Ercole si era notevolmente purificato<br />
ed aveva tratto notevole esperienza<br />
da ciò che gli era accaduto, ed incontrò sulla<br />
sua strada Prometeo, famoso per aver donato<br />
al genere umano il fuoco, che egli nascose<br />
all’interno <strong>di</strong> una pianta <strong>di</strong> finocchio, all’oscuro<br />
<strong>di</strong> Zeus, con il quale giunse a <strong>di</strong>verbio a<br />
causa <strong>di</strong> pareri contrastanti sul genere umano;<br />
durante la notte Zeus vide la terra ricoperta<br />
<strong>di</strong> luci ed a<strong>di</strong>rato incatenò Prometeo ad<br />
una roccia.<br />
Ercole vide Prometeo incatenato ed emerse<br />
la dualità: egli era infatti <strong>di</strong>viso tra il continuare<br />
la ricerca o il fermarsi ad aiutarlo correndo<br />
il rischio <strong>di</strong> ritardare la sua prova. Questo momento<br />
è <strong>di</strong>laniante nella vita dell’aspirante,<br />
ma è quanto serve per riconoscere l’unica <strong>di</strong>-<br />
rezione che conta, rappresentata dalla capacità<br />
<strong>di</strong> servire, eclissandosi dalla personalità<br />
che richiede una indebita attenzione. L’antico<br />
motto recita che “è cedendo che si riceve”,<br />
ed Ercole si sofferma ad aiutare Prometeo, il<br />
quale è attaccato da avvoltoi che gli lacerano il<br />
fegato, simbolo del desiderio. Ercole, liberando<br />
Prometeo, libera se stesso dal desiderio<br />
che da troppo tempo lo lacerava, rinunciando<br />
ad essere egoista e a sod<strong>di</strong>sfare se stesso.<br />
<strong>Il</strong> sacrificio lacerò i veli dell’illusione e per<br />
la prima volta udì da un pellegrino (simbolo<br />
dell’anima) che passava che l’albero sacro si<br />
trovava poco <strong>di</strong>stante. A questo punto era<br />
certo del suo successo, certo che si sarebbe<br />
impadronito delle mele d’oro, uccidendo<br />
il drago che le proteggeva. Ma, ancora una<br />
volta, egli dovette arrestarsi, davanti a lui sostava<br />
Atlante che vacillava sotto il peso del<br />
mondo. La sua ricerca svanì e senza indugio<br />
corse ad aiutare il gigante prendendo su <strong>di</strong> sé<br />
il pesante fardello. Improvvisamente il peso<br />
svanì, come sempre sparisce nel momento<br />
in cui l’aiuto viene donato senza riserve, incuranti<br />
<strong>di</strong> ciò che si può perdere. <strong>Il</strong> sacrificio<br />
svela i doni e le mele d’oro appaiono come<br />
d’incanto nelle mani <strong>di</strong> Atlante: la ricerca è<br />
finita.<br />
Atlante mise in contatto Ercole con i tre<br />
aspetti dell’anima, le tre sorelle delle Esperi<strong>di</strong>,<br />
le quali possedevano le altre mele d’oro<br />
recanti la necessità <strong>di</strong> servire per giungere ad<br />
esse, ricordando ad Ercole l’importanza degli<br />
atti d’amore per contattare l’anima.<br />
Graziano Fornaciari
Lo stu<strong>di</strong>o della Scienza dei Sette Raggi ci<br />
apre spazi sull’infinito talmente vasti che si<br />
fa fatica anche solo ad immaginarli, comunque<br />
finchè non la sperimenteremo la dovremo<br />
continuare a considerare una ipotesi. La<br />
scienza, la religione, la filosofia e l’arte esprimono<br />
<strong>di</strong>verse prospettive sulla realtà formale,<br />
e fintanto si rimane nel mondo della forma<br />
l’adesione ad una specifica visione può contribuire<br />
ad alimentare le contrapposizioni nel<br />
seno del genere umano, invece la <strong>di</strong>versità<br />
genera vitalità quando ci si chiarisce che tutto<br />
quello che l’umanità produce si innesta in un<br />
processo più grande che possiamo comprendere<br />
intuitivamente con l’affermazione esoterica<br />
che tutto è Uno. L’unica Vita si riconosce<br />
in tre aspetti: vita, qualità, apparenza( forma),<br />
ossia spirito, anima, corpo. Essa si esprime<br />
anche tramite sette qualità che generano le<br />
miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> forme esistenti. Nel molteplice si<br />
è completata la <strong>di</strong>fferenziazione, il mondo<br />
manifesto è prodotto continuamente dalle<br />
sette Vite, le quali infondono Vita alle forme<br />
costituendone lo scopo, le leggi e l’impulso<br />
ad evolvere. <strong>Il</strong> pensiero umano da sempre<br />
specula e <strong>di</strong>scute sulla triplice natura della<br />
<strong>di</strong>vinità, ad esempio nel cristianesimo soltanto<br />
con il concilio <strong>di</strong> Nicea nel 325 d.C. viene<br />
affermato per dogma che il Padre, il Figlio e<br />
lo Spirito Santo sono tre Persone o Ipostasi,<br />
uguali (consustanziali) e <strong>di</strong>stinte dell’Uni-<br />
<strong>Il</strong> Raja Yoga e l’esoterismo<br />
Curatore: Luca Tomberli<br />
I SETTE RAGGI<br />
co Dio. Nell’induismo i tre aspetti del <strong>di</strong>vino<br />
vengono riassunti nella Trimurti dove Brama<br />
è il creatore, Visnù il conservatore e Shiva il<br />
<strong>di</strong>struttore. Anche nei culti egizi, celti, germanici<br />
e romani possiamo in<strong>di</strong>viduare una trinità<br />
<strong>di</strong>vina alla base della manifestazione. Anche<br />
la filosofia utilizza il modello della triplicità, infatti<br />
in In<strong>di</strong>a per spiegare le qualità della materia<br />
(prakriti) si utilizzano i tre guna (attributi)<br />
e cioè: tamas (staticità), rajas (eccitazione),<br />
sattwa (ritmo), mentre in occidente Hegel,<br />
nella Fenomelogia dello spirito, introduce la<br />
<strong>di</strong>alettica come strumento per conoscere la<br />
realtà. In effetti qualsiasi evento è una sintesi<br />
che risolve l’incontro <strong>di</strong> una tesi con il suo opposto,<br />
cioè l’antitesi.<br />
Adesso ve<strong>di</strong>amo praticamente la connessione<br />
che esiste tra il tre e il sette. Almeno<br />
chi si <strong>di</strong>letta con la pittura sa che vi sono tre<br />
colori fondamentali (blu, rosso e giallo) che,<br />
mescolati in modo appropriato, generano altri<br />
quattro colori. Quin<strong>di</strong> siamo arrivati a <strong>di</strong>mostrare<br />
empiricamente che sette elementi<br />
derivano dalla combinazione <strong>di</strong> tre elementi.<br />
<strong>Il</strong> numero sette ritorna continuamente in ogni<br />
ambito della vita, ad esempio i sette giorni<br />
della settimana, le sette note musicali, i sette<br />
colori dell’arcobaleno, i sette vizi capitali,<br />
le sette virtù car<strong>di</strong>nali, i sette Arcangeli, le<br />
sette stelle dell’Orsa Maggiore, ecc. Inoltre<br />
la Scienza della Vita ci insegna che esistono<br />
29
30<br />
sette piani della creazione, sette principi vitali,<br />
sette chakra, sette pianeti sacri, ecc. Nelle<br />
righe precedenti ho elencato alcuni aspetti<br />
del patrimonio della conoscenza del genere<br />
umano che sembrano così <strong>di</strong>stanti uno<br />
dall’altro, ma che possono essere or<strong>di</strong>nati ed<br />
uniti, oltre che spiegati, dallo stu<strong>di</strong>o sui Sette<br />
Raggi. Infatti la scienza dei Sette Raggi rappresenta<br />
lo scopo e l’approdo ultimo dell’attività<br />
umana. Non siete almeno incuriositi da<br />
questa possibilità, anche seppur teorica al<br />
momento, che esiste un maggiore sintetico<br />
che comprende il minore, tanto che gli sbagli<br />
e le conquiste dell’umanità - se collocati in un<br />
progetto in <strong>di</strong>venire - assumono altri connotati,<br />
perdendo quella qualità <strong>di</strong> drammaticità<br />
che ce li fa riconsiderare nella giusta misura?<br />
Invece <strong>di</strong> alimentare la <strong>di</strong>visione, come usa<br />
fare il genere umano, lo stu<strong>di</strong>o dei raggi ci<br />
farà avanzare lungo il sentiero che procede<br />
dal molteplice all’uno, cioè fino a comprendere<br />
che proveniamo dalla Casa del padre e vi<br />
stiamo facendo ritorno. I Sette Raggi possiamo<br />
considerarli come sette vite coscienti che<br />
portano in essere le leggi per attuare il piano<br />
<strong>di</strong>vino che passa anche attraverso loro: essi<br />
sono il tramite più <strong>di</strong>retto tra il mondo e Dio.<br />
Nell’Apocalisse vengono descritte sette lampade<br />
ardenti, che sono i sette Spiriti <strong>di</strong> Dio<br />
che stanno <strong>di</strong> fronte al Trono <strong>di</strong> Dio stesso.<br />
Ogni Vita <strong>di</strong> raggio viene espressa da un pianeta<br />
sacro, anche se poi tutti e sette i raggi<br />
alimentano ogni pianeta. Questa modalità ripropone<br />
e si conforma al proposito <strong>di</strong>vino, ed<br />
è riscontrabile in ogni piano della creazione e<br />
in ogni regno. Infatti anche l’uomo, in quanto<br />
espressione del volere <strong>di</strong> Dio, porta in sé ed<br />
esprime qualità <strong>di</strong> alcuni raggi, pur avendo la<br />
possibilità <strong>di</strong> essere in contatto con tutti i raggi<br />
attraverso i sette chakra pricipali, che sono<br />
i punti <strong>di</strong> ingresso dell’energie <strong>di</strong> raggio.<br />
I Sette Raggi vengono definiti:<br />
Primo Raggio: Volontà e Potere; Secondo<br />
Raggio: Amore e Saggezza; Terzo Raggio:<br />
Intelligenza Attiva; Quarto Raggio: Armonia<br />
tramite conflitto; Quinto Raggio: Conoscenza<br />
concreta; Sesto Raggio: Devozione e Idealismo;<br />
Settimo Raggio: Or<strong>di</strong>ne e Cerimoniale.<br />
Le sette energie <strong>di</strong> raggio influenzano continuamente<br />
il regno umano, promuovendone<br />
l’evoluzione, pur non intaccando il libero arbitrio<br />
in<strong>di</strong>viduale che contribuisce a determinare<br />
la risposta <strong>di</strong> quanto messo in moto dall’alto.<br />
Infatti in ogni essere umano la reazione all’impulso<br />
vitale è <strong>di</strong>fferente, e ciò si palesa nella<br />
modalità e nella tempistica <strong>di</strong> espressione <strong>di</strong><br />
quanto viene percepito. Lo stu<strong>di</strong>o dei Sette<br />
Raggi è necessario se vogliamo conoscere<br />
la complessità della natura umana, perché la<br />
monade, l’anima ed ogni corpo <strong>di</strong> manifestazione<br />
esprimono qualità <strong>di</strong> uno dei raggi <strong>di</strong> cui<br />
sono espressione. Alla luce <strong>di</strong> questa conoscenza<br />
il Maestro Tibetano ci insegna che è<br />
arrivato il momento in cui è possibile e necessario<br />
fondare una nuova psicologia che tenga<br />
conto della vita oltre la forma rappresentata<br />
dal mondo dell’anima. Infatti le problematiche<br />
che affliggono il corpo fisico, emotivo e<br />
mentale rimarranno tali fino a quando la luce<br />
dell’anima non potrà manifestarsi nei suoi<br />
corpi <strong>di</strong> espressione. Inoltre, considerando<br />
gli afflussi delle energie <strong>di</strong> raggio nel pianeta,<br />
con lo stu<strong>di</strong>o dei Sette Raggi si può rileggere<br />
la storia facendo una maggior chiarezza sul<br />
corso degli avvenimenti.<br />
Luca Tomberli
L’uomo, dopo essersi immerso in Maja e<br />
dopo avere lacerato il velo dell’illusione, scende<br />
dalla Croce mobile, dove ha compiuto il<br />
Sentiero del dolore; esso da uomo comune è<br />
<strong>di</strong>venuto <strong>di</strong>scepolo, e ora si appresta a salire<br />
sulla Croce fissa per compiere il Sentiero della<br />
prova; la sua personalità purificata e integrata<br />
è ora pronta ad incontrarsi con l’anima<br />
per sottomettersi ad essa. Sulla Croce mobile<br />
l’uomo si è addentrato nei misteri dello<br />
Spirito Santo, e ora è pronto per conoscere<br />
il Figlio, la cui energia pervade la croce fissa.<br />
La Croce fissa è infatti correlata all’energia<br />
<strong>di</strong> 2° raggio, <strong>di</strong> amore e saggezza, che rivela<br />
l’aspetto coscienza della vita, ed è connessa<br />
al centro chiamato Gerarchia, riguarda quin<strong>di</strong><br />
l’anima ed opera a livello sistemico, attraverso<br />
Taurus, Leo, Scorpio ed Aquarius.<br />
La Croce fissa, o croce del Cristo in croce,<br />
governa la vita dell’uomo da <strong>di</strong>scepolo in prova<br />
a <strong>di</strong>scepolo accettato, influendo sull’uomo<br />
durante le prime tre iniziazioni. <strong>Il</strong> principio<br />
cristico si <strong>di</strong>ffonde sull’umanità attraverso<br />
questa croce, tramite l’opera della Gerarchia;<br />
infatti l’energia <strong>di</strong> Sirio è connessa alla costellazione<br />
<strong>di</strong> Scorpio, la quale ne emana la<br />
luce e la <strong>di</strong>ffonde a tutta la croce. Non a caso<br />
Scorpio è la costellazione che determina con<br />
il suo influsso l’inversione sulla ruota facendo<br />
penetrare nel sistema solare l’energia <strong>di</strong> Sirio<br />
che evoca con le sue vibrazioni una rispon-<br />
Astrologia esoterica<br />
Curatore: Maria Grazia Barbieri<br />
LA CROCE FISSA,<br />
CROCE DEL CRISTO IN CROCE<br />
denza a cui l’anima, pronta, risponde.<br />
Da qui si evince il fatto che la coscienza è il<br />
tema centrale <strong>di</strong> questa croce, che, attraverso<br />
i suoi quattro rami, <strong>di</strong>ffonde energie che concernono<br />
in modo particolare lo sviluppo della<br />
coscienza, e l’uomo, rispondendo alle qualità<br />
dei raggi che emanano dai pianeti esoterici<br />
<strong>di</strong> questa croce, dalla mutevolezza passa alla<br />
ferma <strong>di</strong>rezione e segue l’intento irremovibile<br />
della sua anima.<br />
Inoltre i pianeti che formano la croce fissa<br />
portano in manifestazione tutti i raggi, tranne<br />
il 3°, e questa è una ulteriore conferma che<br />
questa croce si occupa principalmente degli<br />
aspetti della coscienza, infatti il 3° raggio è<br />
legato alla manifestazione e alla materia, che<br />
qui non è prevalente, perché prevale l’aspetto<br />
coscienza. <strong>Il</strong> 3° raggio quin<strong>di</strong> non appare,<br />
anche se è sempre presente perché emanato<br />
dalla Terra stessa e anche perché attivato<br />
dal 7° raggio tramite Urano.<br />
La coscienza, da coscienza <strong>di</strong> massa, tipica<br />
<strong>di</strong> Cancer, <strong>di</strong>viene coscienza <strong>di</strong> sé attraverso<br />
le energie <strong>di</strong> Leo, per <strong>di</strong>venire poi, tramite<br />
Aquarius, opposto polare <strong>di</strong> Leo, coscienza<br />
universale. Su questa croce l’orientamento<br />
spirituale, che è verticale, scorre attraverso<br />
l’asse polare Leo-Aquarius, dove l’uomo<br />
impara a decentrarsi da sé e a <strong>di</strong>venire consapevole<br />
del gruppo, iniziando così a servire<br />
l’umanità; invece l’inclusività orizzontale pas-<br />
31
32<br />
sa sull’asse polare Taurus-Scorpio, dove viene<br />
riconosciuta l’unità <strong>di</strong> spirito e materia e<br />
dove viene trattenuto tutto ciò che attraverso<br />
l’esperienza è stato compreso della forma e<br />
della sostanza.<br />
In ogni croce troviamo sempre tutti e quattro<br />
gli elementi - aria, fuoco, terra, acqua - dove<br />
ognuno, espresso da una <strong>di</strong>versa costellazione,<br />
ha una funzione ben precisa. Due sono<br />
gli elementi purificatori, l’acqua e il fuoco:<br />
il fuoco continua a livello esoterico ciò che<br />
l’acqua ha iniziato a livello ortodosso. L’acqua<br />
lava, purifica, smuove, <strong>di</strong>stacca, compie la<br />
sua opera <strong>di</strong> purificazione attraverso Cancer,<br />
Scorpio e Pisces quando il moto della ruota è<br />
or<strong>di</strong>nario, ma quando il moto si inverte allora<br />
è il fuoco che brucia tutte le scorie, quin<strong>di</strong><br />
l’essere umano purifica la sua natura e <strong>di</strong>viene<br />
sempre più sensibile a vibrazioni più elevate.<br />
Aries irra<strong>di</strong>a fuoco cosmico sulla croce<br />
car<strong>di</strong>nale, Sagittarius irra<strong>di</strong>a fuoco planetario<br />
sulla croce mobile, qui sulla croce fissa Leo<br />
irra<strong>di</strong>a fuoco solare, sistemico, che altro non<br />
è che il fuoco dell’anima.<br />
In specifico su questa croce Taurus e Scorpio<br />
sono la terra e l’acqua, e questo sta a significare<br />
che l’inclusività orizzontale è sempre<br />
consapevolezza <strong>di</strong> espansione della coscienza,<br />
ma più interna alla materia. Taurus ha bisogno<br />
dell’aiuto <strong>di</strong> Scorpio che, attraverso le<br />
sue prove, lo aiuta a purificarsi e a trasmutare<br />
il desiderio in aspirazione; ma poi l’oscurità<br />
<strong>di</strong> Scorpio trova la luce nell’occhio <strong>di</strong> Taurus,<br />
che illuminerà le tenebre. Invece l’asse Leo-<br />
Aquarius sono il fuoco e l’aria, dove il fuoco<br />
purifica, brucia tutte le scorie, e la coscienza<br />
così alleggerita e raffinata si eleva leggera su<br />
livelli più elevati.<br />
Questa croce viene anche chiamata la croce<br />
dell’illuminazione, infatti in essa troviamo<br />
i vari gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> consapevolezza della luce che<br />
deve esprimersi in noi. Tutti e quattro i segni<br />
<strong>di</strong> questa croce esprimono il concetto <strong>di</strong> illuminazione,<br />
e a due a due, come opposti polari,<br />
lavorano insieme per portare a compimento<br />
l’opera della croce fissa, la quale illumina e<br />
libera l’uomo che vi è crocifisso.<br />
In Taurus, segno del desiderio, c’è la luce<br />
dell’aspirazione; in Leo, segno della coscienza<br />
<strong>di</strong> sé, c’è la luce dell’anima; in Scorpio,<br />
segno della prova, c’è la luce che libera dal<br />
giogo della materia; in Aquarius, segno <strong>di</strong> coscienza<br />
universale e <strong>di</strong> servizio, c’è la luce del<br />
mondo; quin<strong>di</strong> la croce fissa è la croce della<br />
luce, emanata continuamente da tutti i segni<br />
che la compongono.<br />
Gli opposti polari devono arrivare ad unirsi,<br />
a fondersi e a completarsi fino a <strong>di</strong>venire un<br />
unico segno: i 12 devono <strong>di</strong>ventare 6, la croce<br />
<strong>di</strong>viene una linea, la quale <strong>di</strong>viene un punto, e<br />
l’uomo è lì al centro, <strong>di</strong>viene un punto ra<strong>di</strong>ante<br />
<strong>di</strong> luce e <strong>di</strong> amore, che ha fuso e integrato<br />
in sé tutte le energie.<br />
Alla luce <strong>di</strong> questo concetto, l’asse Taurus-<br />
Scorpio <strong>di</strong>viene molto importante proprio nel<br />
passaggio dalle tenebre alla luce, e l’aspetto<br />
Taurus viene perfettamente descritto dalle<br />
parole <strong>di</strong> Cristo: “Io sono la luce del Mondo,<br />
se il tuo occhio sarà singolo il tuo corpo sarà<br />
pieno <strong>di</strong> luce”. Significa avere acquisito la visione,<br />
essere posizionati sul piano dell’anima<br />
e avere compreso questa identità fra spirito<br />
e materia. Lo spirito è l’aspetto più sottile<br />
della materia e la materia è l’aspetto più denso<br />
dello spirito: non sono due cose separate.<br />
Questo significa anche avere <strong>di</strong>strutto la<br />
personalità attraverso le prove <strong>di</strong> Scorpio, e<br />
questo aspetto <strong>di</strong> Scorpio è descritto molto<br />
bene dall’episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Gesù che nella culla uccide<br />
i due serpenti, episo<strong>di</strong>o che simboleggia
il fatto che gli opposti non hanno più potere<br />
da cui consegue la morte della personalità e il<br />
trionfo dell’anima.<br />
Taurus è il desiderio che viene trasmutato in<br />
aspirazione, è l’oscurità che cede alla luce.<br />
L’occhio singolo <strong>di</strong> cui parla il Cristo è l’occhio<br />
<strong>di</strong> Taurus, occhio della visione che nel<br />
<strong>di</strong>scepolo va a sostituire i due occhi del sé<br />
personale. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>scepolo è sottoposto alle nove<br />
prove <strong>di</strong> Scorpio, rappresentate nella mitologia<br />
dall’Idra a nove teste; per ottenere la 2°<br />
iniziazione, quin<strong>di</strong>, deve vincere il desiderio<br />
ed innalzare al cielo la sua natura inferiore.<br />
L’uomo, invece, sull’asse Leo-Aquarius, da<br />
egocentrico <strong>di</strong>viene consapevole degli altri<br />
e inizia a servire l’umanità. I continui scambi<br />
Leo-Aquarius approfon<strong>di</strong>scono sempre questo<br />
concetto, della coscienza <strong>di</strong> sé e della<br />
coscienza <strong>di</strong> gruppo: questa polarità continua<br />
sempre a lavorare, finché l’uomo, che in Leo<br />
era unità separata, si immedesima sempre<br />
più nell’umanità, è consapevole dell’universalità,<br />
della fratellanza e del servizio, restando<br />
però consapevole della sua in<strong>di</strong>vidualità<br />
spirituale. Questo concetto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidualità<br />
cosciente viene espresso dalla frase che il<br />
Cristo <strong>di</strong>ce ai <strong>di</strong>scepoli: “Che profitto è per<br />
l’uomo se conquista il mondo intero, ma perde<br />
l’anima?”. Quin<strong>di</strong> è giusto essere consapevoli<br />
del tutto, ma restando consapevoli <strong>di</strong><br />
se stessi, come in<strong>di</strong>vidualità. Questa autocoscienza<br />
va mantenuta, allora progre<strong>di</strong>re sul<br />
sentiero significa espandere l’inclusività della<br />
propria coscienza, ma restando consapevoli<br />
del nostro sé interiore. <strong>Il</strong> viaggio su questa<br />
croce si conclude proprio in Aquarius: l’uomo<br />
qui consegue la 3° iniziazione, poiché è riuscito<br />
a liberarsi completamente dalla personalità,<br />
che ha sconfitto tramite Scorpio. L’uomo<br />
ora ha acquisito la consapevolezza <strong>di</strong> Aquari-<br />
us <strong>di</strong> essere acqua <strong>di</strong> vita per tutta l’umanità.<br />
Consapevolezza che è descritta dall’episo<strong>di</strong>o<br />
del Vangelo dove il Cristo manda i <strong>di</strong>scepoli<br />
in paese a cercare un portatore d’acqua. La<br />
simbologia dell’acqua è chiara: è l’acqua della<br />
vita, e Gesù <strong>di</strong>ce: “Io sono l’acqua della vita<br />
che <strong>di</strong>sseta l’umanità”.<br />
L’uomo su questa croce, consapevole della<br />
sua anima, si trova davanti al Guar<strong>di</strong>ano della<br />
Soglia, e scopre che Esso altro non è che la<br />
parte ancora indomita della sua personalità<br />
che deve essere sconfitta per conseguire poi<br />
l’iniziazione. <strong>Il</strong> Guar<strong>di</strong>ano della Soglia e l’Angelo<br />
della Presenza stanno così uno <strong>di</strong> fronte<br />
all’altro, e il <strong>di</strong>scepolo deve decidere. La luce<br />
dell’anima, sempre più forte, conduce il <strong>di</strong>scepolo<br />
ad affrontare le prove <strong>di</strong> Scorpio e a dare<br />
inizio alla battaglia. La <strong>di</strong>sciplina e il controllo<br />
propri del <strong>di</strong>scepolo, unitamente all’amore, lo<br />
portano a confrontarsi con ciò che ancora ha<br />
in sospeso dal suo passato e a sconfiggerlo<br />
definitivamente. Allora è il trionfo, e l’Angelo<br />
della Presenza finalmente concede all’uomo<br />
il permesso <strong>di</strong> salire sulla croce car<strong>di</strong>nale, la<br />
Croce del Cristo risorto.<br />
Maria Grazia Barbieri<br />
33
34<br />
Me<strong>di</strong>tare significa, come abbiamo visto in precedenza,<br />
praticare quell’attività della mente<br />
che Patanjali chiama la <strong>di</strong>sciplina, samyama.<br />
Ossia dharana, la concentrazione, dhyana, la<br />
me<strong>di</strong>tazione e samadhi, lo stato <strong>di</strong> unione.<br />
Quest’ultima con<strong>di</strong>zione viene definita con<br />
nomi <strong>di</strong>versi nelle varie tra<strong>di</strong>zioni, come ad<br />
esempio nirvana, illuminazione, estasi etc.<br />
Tutte concordano però, nel descriverla come<br />
uno stato <strong>di</strong> completa libertà dall’ignoranza e<br />
dalla sofferenza, nonché <strong>di</strong> piena partecipazione<br />
alla vita, nel suo aspetto celeste, assoluto,<br />
<strong>di</strong>vino etc. Realizzare questo modo <strong>di</strong> essere,<br />
oltre che <strong>di</strong>pendere da quelle che, per ora,<br />
definiremo semplicemente corrette pratiche<br />
<strong>di</strong> vita, è impossibile senza agire ciò che Buddha<br />
definisce retta me<strong>di</strong>tazione, come ottavo<br />
e più importante punto del suo ottuplice sentiero.<br />
Tipicamente la concentrazione viene applicata<br />
ad oggetti particolari, come immagini sacre,<br />
sacri suoni, preghiere etc, tali che possano facilmente<br />
condurre il praticante ad uno stato <strong>di</strong><br />
me<strong>di</strong>tazione su qualità elevate della vita. Patanjali<br />
però si riferisce alla <strong>di</strong>sciplina come ad<br />
una semplice funzione della mente che, con<br />
l’esercizio, può anche <strong>di</strong>venire automatica.<br />
Cioè si può instaurare una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> non<br />
perturbazione, nirodha, del nostro processo<br />
senziente, che in pratica corrisponde ad essere<br />
costantemente in me<strong>di</strong>tazione. Questo<br />
<strong>Il</strong> Sentiero Iniziatico<br />
Curatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />
CHE COSA SIGNIFICA<br />
VERAMENTE MEDITARE (parte III)<br />
fatto non è per niente banale, perché significa<br />
che su qualsiasi cosa io <strong>di</strong>riga la mia concentrazione,<br />
la mia mente inizia subito a percepire<br />
gli aspetti qualitativi che stanno al <strong>di</strong> là<br />
<strong>di</strong> quella forma. <strong>Il</strong> perdurare della me<strong>di</strong>tazione<br />
mi fa essere in samadhi, cioè mi fa riconoscere<br />
la sostanziale unità con<strong>di</strong>visa da tutti gli<br />
esseri esistenti. Come vedete, me<strong>di</strong>tare non<br />
significa fare il vuoto mentale, bensì sviluppare<br />
un’attività della mente che la fa aderire agli<br />
aspetti oggettivi ed essenziali <strong>di</strong> tutta la realtà.<br />
Questa con<strong>di</strong>zione è il risultato dello sviluppo<br />
<strong>di</strong> una percezione che va al <strong>di</strong> là della normale<br />
con<strong>di</strong>zione umana e che <strong>di</strong>schiude all’uomo le<br />
cosiddette <strong>di</strong>mensioni occulte della vita, quelle<br />
<strong>di</strong> cui, da sempre, tutte le tra<strong>di</strong>zioni esoteriche<br />
e religiose raccontano all’umanità.<br />
Si apre la possibilità <strong>di</strong> cominciare ad indagare<br />
ciò che sta al <strong>di</strong> là della forma e della materia<br />
fisica, come i corpi sottili, i chakra, le aure etc,<br />
ossia tutti gli aspetti non materiali della coscienza.<br />
<strong>Il</strong> nostro autore poi, nel terzo capitolo<br />
del suo libro, ci parla <strong>di</strong> una infinità <strong>di</strong> siddhi,<br />
o poteri, che si sviluppano con la pratica della<br />
<strong>di</strong>sciplina, specificando molto bene però che,<br />
pur esistendo come funzioni della vita, questi<br />
poteri non sono il fine della ricerca umana,<br />
quanto piuttosto gli effetti <strong>di</strong> un naturale sviluppo.<br />
È meglio riba<strong>di</strong>re chiaramente questo<br />
concetto perché la ricerca del potere, o dei<br />
poteri, è una delle <strong>di</strong>storsioni più pericolose
della nostra natura umana. Coltivare questo<br />
desiderio <strong>di</strong>storce abbondantemente la nostra<br />
percezione del mondo e, non <strong>di</strong> rado, ci<br />
può in<strong>di</strong>rizzare su occulti sentieri del male,<br />
che si costruiscono sull’egoismo, l’ignoranza<br />
e la <strong>di</strong>struttività. Patanjali invece ci ricorda<br />
come la pratica dell’innocuità nei confronti <strong>di</strong><br />
ogni essere vivente debba essere, in verità,<br />
la prima ed assoluta norma della nostra esistenza,<br />
al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> qualsiasi potere. Come del<br />
resto ci ha ricordato anche san Paolo, là dove<br />
afferma che qualsiasi carisma, senza l’amore,<br />
non è niente.<br />
Certo però che, in questo stato <strong>di</strong> perenne<br />
me<strong>di</strong>tazione, <strong>di</strong> unità e continuità con la vita,<br />
la nostra visione del mondo si eleva rispetto a<br />
quella “normalmente” umana, estendendosi<br />
a comprendere la totalità dell’esistenza, comprese<br />
tutte le sue frequenze più sottili.<br />
In Lettere sulla me<strong>di</strong>tazione occulta Alice<br />
Ann Bailey, che riporta gli insegnamenti del<br />
maestro Tibetano, si afferma che in pratica<br />
si può me<strong>di</strong>tare sulla forma, sul colore e sul<br />
suono. Questi tre aspetti comprendono tutte<br />
le possibili modalità <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione, <strong>di</strong> tutte le<br />
tra<strong>di</strong>zioni, comprese le paperelle nel laghetto.<br />
Veramente questo <strong>di</strong>scorso potrebbe <strong>di</strong>ventare<br />
molto complesso e <strong>di</strong> sicuro non è questo<br />
il luogo adatto per svilupparlo, però, anche se<br />
in modo estremamente sintetico, non possiamo<br />
non rilevare che la realtà stessa, anche<br />
nelle sue strutture più dense è costituita essenzialmente<br />
<strong>di</strong> forma, colore e suono. Fra<br />
l’altro l’approfon<strong>di</strong>mento della conoscenza <strong>di</strong><br />
questi aspetti, a partire dal piano fisico, potrà<br />
dare luogo a delle tecnologie impensabili e a<br />
dei meto<strong>di</strong> terapeutici molto interessanti. Giusto<br />
per far viaggiare l’intuizione, è <strong>di</strong> questi<br />
giorni l’annuncio della deco<strong>di</strong>fica del “suono”<br />
del dna umano. Non dobbiamo <strong>di</strong>menticarci<br />
che “all’inizio era il Verbo” e che, anche da un<br />
punto <strong>di</strong> vista scientifico, possiamo affermare<br />
che ogni cosa esistente esprime una sua<br />
vibrazione fondamentale. Ossia il suo nome<br />
segreto, secondo le conoscenze degli antichi<br />
egizi, o il suo mantra, secondo la tra<strong>di</strong>zione in<strong>di</strong>ana.<br />
Da decenni poi, per esempio, si fanno<br />
esperimenti <strong>di</strong> cromoterapia, mentre, fra i vari<br />
stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> laboratorio a cui è stata sottoposta la<br />
me<strong>di</strong>tazione, spiccano anche quelli condotti<br />
per verificare gli effetti prodotti sull’uomo della<br />
concentrazione su forme particolari, come<br />
i mandala tibetani. Quin<strong>di</strong>, sia che manteniamo<br />
fissa la nostra concentrazione sul sacro<br />
cuore <strong>di</strong> Gesù, visualizzato <strong>di</strong> un bel rosso acceso,<br />
recitando una preghiera, o che stiamo<br />
mantenendo l’attenzione su un mandala, coi<br />
suoi bei colori, recitando un mantra, oppure<br />
che stiamo visualizzando le paperelle dentro<br />
il nostro laghetto, raccontandoci una storia,<br />
in realtà stiamo me<strong>di</strong>tando usando forma, colore<br />
e suono. Ovviamente, ognuno può comprenderlo,<br />
da Gesù alle paperelle c’è una bella<br />
<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> vibrazione, cioè <strong>di</strong> contenuti qualitativi<br />
oltre che formali, quin<strong>di</strong> anche <strong>di</strong> effetti<br />
prodotti.<br />
Già, quali effetti produce la me<strong>di</strong>tazione?<br />
Sempre secondo A. A. Bailey nel già citato<br />
testo, la me<strong>di</strong>tazione produce quattro effetti<br />
fondamentali: 1. Produce contatto egoico<br />
ed allineamento 2. Origina una con<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> equilibrio 3. Rende stabile la vibrazione 4.<br />
Aiuta a trasferire la polarizzazione. Che tradotto,<br />
molto semplicemente, vorrebbe <strong>di</strong>re:<br />
1. Fa sì che gli aspetti che compongono la<br />
personalità, fisico, emotivo e mentale entrino<br />
progressivamente in rapporto con quel principio<br />
superiore della coscienza che chiamiamo<br />
anima o Ego. Questo fatto purifica e trasforma<br />
i tre corpi inferiori, fisico, astrale e menta-<br />
35
36<br />
le, “allineandoli”, cioè rendendoli via via più<br />
responsivi alla volontà sintetica ed inclusiva<br />
dell’anima. 2. La me<strong>di</strong>tazione produce relativo<br />
equilibrio nella vita interiore <strong>di</strong> questi corpi,<br />
rendendo possibile una tensione verso l’alto<br />
dei Cieli, cioè sempre l’anima, che <strong>di</strong> fatto<br />
sposterà progressivamente più in alto questo<br />
equilibrio, elevando <strong>di</strong> fatto il livello della coscienza.<br />
3. Lavorando in modo scientifico alla<br />
trasformazione del proprio essere si va sistematicamente<br />
nella <strong>di</strong>rezione della stabilizzazione<br />
dei conseguimenti. Tutti provano gioia e<br />
dolore, in maniera apparentemente casuale,<br />
l’evoluzione, accompagnata dalla pratica della<br />
me<strong>di</strong>tazione, rende più stabili i conseguimenti<br />
armonici della coscienza 4. Normalmente l’essere<br />
umano è polarizzato sulle sue emozioni o<br />
sulla sua mente, il processo <strong>di</strong> assorbimento<br />
della percezione su frequenze elevate, determinato<br />
dalla me<strong>di</strong>tazione, <strong>di</strong> fatto aiuta l’uomo<br />
ad essere centrato in maniera più stabile<br />
sulla vibrazione dell’anima.<br />
Difficilmente però il me<strong>di</strong>tante, mentre vive<br />
questi processi, se ne renderà conto in maniera<br />
così precisa. La percezione, sul versante<br />
dell’aspirante sul sentiero, è piuttosto quella<br />
<strong>di</strong> una caotica ridda <strong>di</strong> avvenimenti dai quali<br />
non può prescindere. La vita è un tumulto<br />
<strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni tra una inspiegabile e, per<br />
lungo tempo, indefinita aspirazione verso la<br />
“spiritualità”, o la “verità”, da una parte, e<br />
il persistere <strong>di</strong> o<strong>di</strong>osi ed indesiderati aspetti<br />
del proprio carattere, che continuano violentemente<br />
a manifestarsi. Ci vuole “molta”<br />
me<strong>di</strong>tazione per cominciare a ra<strong>di</strong>care in sé<br />
una maggiore stabilità e consapevolezza, perlomeno<br />
<strong>di</strong> un sentiero in <strong>di</strong>venire, dal quale,<br />
ad un certo punto, ci si rende conto che non<br />
ci si allontanerà mai più. La chiave interpretativa<br />
della realtà, che pure si è elaborata in<br />
questo subbuglio della coscienza, <strong>di</strong>viene imprescin<strong>di</strong>bile<br />
e si realizza finalmente che, anche<br />
se non si è giunti, ammesso che esista,<br />
all’approdo finale del proprio peregrinare, ora<br />
sappiamo che gli strumenti a nostra <strong>di</strong>sposizione,<br />
come ci hanno portato fin qui, così ci<br />
porteranno a destinazione.<br />
Finalmente si inizia ad apprezzare la semplicità<br />
e l’efficacia della <strong>di</strong>sciplina e non ci si chiede<br />
più se è giusto me<strong>di</strong>tare o cercare <strong>di</strong> vigilare<br />
consapevolmente nei confronti del proprio<br />
comportamento. È normale sedersi, chiudere<br />
gli occhi rivolgere l’attenzione all’oggetto della<br />
propria me<strong>di</strong>tazione, perdere la concentrazione,<br />
riportare l’attenzione là dove vogliamo<br />
che sia, altalenando continuamente tra <strong>di</strong>strazione<br />
ed elevazione, fino a quando l’altalena<br />
si fermerà. Così come è normale portare l’attenzione<br />
ai moventi delle proprie azioni, cercando<br />
<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarli da <strong>di</strong>struttivi a creativi ed<br />
innocui, accettando che, pur riconoscendo la<br />
propria rabbia, a volte non si può fare a meno<br />
<strong>di</strong> lasciarla esplodere, fino alla prossima occasione,<br />
quando, forse, riusciremo a fare meglio...<br />
Credetemi, c’è molto altro da scoprire<br />
oltre le paperelle nel laghetto.<br />
<strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong>
Con il termine amore-saggezza si designa<br />
l’energia <strong>di</strong> secondo raggio, che è il raggio<br />
della <strong>di</strong>vinità. Essendo il raggio principale del<br />
sistema solare influenza profondamente tutta<br />
la vita, in questa parte <strong>di</strong> universo, sospingendo<br />
tramite la Legge <strong>di</strong> Attrazione ad una<br />
sintesi della coscienza. Questo raggio funge<br />
da canale per il volere <strong>di</strong>vino ed è l’aspetto<br />
Cristo. È l’amore che infiamma il cuore e lo<br />
rende capace <strong>di</strong> sacrificio, quel rendere sacro<br />
che comporta la rinuncia agli ostacoli che impe<strong>di</strong>scono<br />
l’integrazione.<br />
Ma l’amore è anche il prodotto dell’interazione<br />
tra il Padre, o spirito, che vuole che il<br />
desiderio sia realizzato e la Madre, o materia,<br />
che sod<strong>di</strong>sfa quel desiderio ed è attratta dal<br />
Padre. Nulla sfugge a questa <strong>di</strong>namica che ha<br />
come risultato la nascita del Figlio, o aspetto<br />
coscienza, che ere<strong>di</strong>ta dal Padre l’impulso a<br />
desiderare e dalla Madre la tendenza a creare<br />
forme. In questo rapporto è celato il segreto<br />
della creazione delle forme.<br />
È ancora l’amore che attira, fonde e produce<br />
coesione: per suo tramite gli opposti sono attratti<br />
l’uno verso l’altro e fusi in un tutto. Questo<br />
è il grande mistero che riguarda la volontà<br />
unificante che opera con l’amore, e l’amore<br />
fra i sessi non è che la sua espressione inferiore.<br />
Fondamentale è la Legge <strong>di</strong> Attrazione<br />
perché tutta l’evoluzione è uno scambio continuo<br />
tra vita e forma ed è grazie all’attrazione<br />
Psicologia esoterica<br />
Curatore: Paola Spada<br />
AMORE E SAGGEZZA<br />
che lo spirito si fonde con la materia purificandola<br />
affinché possa rivelare il <strong>di</strong>vino.<br />
Un altro aspetto dell’amore è il desiderio che<br />
si esprime con l’attrazione, con la facoltà<br />
<strong>di</strong> attrarre a sé ciò che è amato. Si tratta <strong>di</strong><br />
una grande forza <strong>di</strong> coesione magnetica che<br />
sottostà ad ogni opera creativa che porta in<br />
manifestazione le forme attraverso le quali<br />
sod<strong>di</strong>sfare il desiderio. È possibile creare<br />
solo se il pensiero è proteso a realizzare un<br />
desiderio. La natura dei desideri cambierà durante<br />
il processo evolutivo, passando dall’attrazione<br />
per possessi materiali o per i piaceri<br />
che sod<strong>di</strong>sfano i sensi, a desideri più nobili<br />
come quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>venire innocui o <strong>di</strong> fondersi<br />
con Dio. Inoltre ogni pensiero dotato <strong>di</strong> aspirazione<br />
purifica potentemente l’essere. Da<br />
qui l’importanza del desiderio perché, se ben<br />
formulato, dà impulso alle azioni creative rendendoci<br />
co-creatori.<br />
Nel creare le forme presenti nell’universo e<br />
nel provvedere al loro sviluppo sta uno degli<br />
scopi principali dell’amore. Per quanto riguarda<br />
l’umanità, l’interazione fra vita e forma<br />
produce una coscienza che si sforza <strong>di</strong><br />
pervenire al cuore, dapprima della forma poi,<br />
per effetto dell’esperienza nella materia, <strong>di</strong><br />
ciò che non ha forma. L’uomo si ricongiunge<br />
così <strong>di</strong> desiderio in desiderio alla sua natura<br />
<strong>di</strong>vina.<br />
Tornando ad un livello più ampio, tutte le for-<br />
37
38<br />
me che si trovano all’interno del Logos solare,<br />
in virtù del fatto che qui Dio è amore,<br />
saranno sospinte alla ricerca della beatitu<strong>di</strong>ne<br />
attraverso la sod<strong>di</strong>sfazione del desiderio.<br />
La costruzione delle forme avviene seguendo<br />
numeri e sequenze precise: nulla è lasciato<br />
al caso, ma alla conoscenza del Maestro Costruttore<br />
che abilmente provvede alla costruzione<br />
del Tempio. Così l’uomo è creatore, ma<br />
solo se la fiamma del cuore è accesa, perché<br />
permette la visione, l’ardente aspirazione e la<br />
realizzazione. Nel suo aspetto più elevato, per<br />
l’umanità, l’energia <strong>di</strong> amore e saggezza produce<br />
la visione mistica: in questo processo <strong>di</strong><br />
unificazione con Dio si vede e si <strong>di</strong>venta simili<br />
a Lui, e a questo punto si è in grado <strong>di</strong> esprimere<br />
amore e saggezza; agire con saggezza<br />
significa infatti saper tradurre la conoscenza<br />
in un comportamento saggio, che stimoli la<br />
buona volontà. Oggi l’umanità ha molto bisogno<br />
<strong>di</strong> saggezza per uscire dai vicoli ciechi<br />
prodotti dall’ignoranza e dall’egoismo.<br />
Essendo questo raggio il principale nel nostro<br />
sistema solare, non esce mai dalla manifestazione<br />
e riappare in sequenze <strong>di</strong> cinquecento<br />
anni. Ogni volta che declina, dopo aver raggiunto<br />
il culmine della manifestazione, l’umanità,<br />
orfana <strong>di</strong> questo prezioso sostegno, ricade<br />
nella separatività, ed è proprio durante<br />
questi perio<strong>di</strong> che sono più frequenti le guerre<br />
e i <strong>di</strong>sastri, infatti dal 1825 questo raggio<br />
sta ritirandosi dalla manifestazione e l’umanità<br />
ha assistito a varie guerre. Evolvere significa<br />
anche poter incarnare qualsiasi raggio, in<br />
qualsiasi momento, in<strong>di</strong>pendentemente dalla<br />
sua presenza in manifestazione o meno, perché<br />
avendo accesso alle proprie ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> luce<br />
e ai Sette Saggi davanti al trono <strong>di</strong> Dio si può<br />
attingere alla loro natura <strong>di</strong>vina con le relative<br />
qualità.<br />
L’amore dell’uomo, progressivamente, si<br />
unifica all’amore del Logos Solare e <strong>di</strong>viene<br />
strumento per l’espressione <strong>di</strong> quella energia,<br />
contribuendo a sostenere tutte le forme<br />
nel suo ambito <strong>di</strong> influenza. Con quella fiamma<br />
accesa nel cuore si possono nutrire tutti<br />
gli esseri, attrarre quelli maturi per evolvere<br />
e con azione lenta e amorevole istruirli affinché<br />
possano servire. <strong>Il</strong> servizio reso sotto l’influenza<br />
<strong>di</strong> questo raggio riguarda soprattutto<br />
le idee perché, se è vero che l’energia segue<br />
il pensiero, è anche vero che emettere pensieri<br />
puri e d’amore nello spazio purifica l’atmosfera<br />
infetta che avvolge il pianeta.<br />
Ognuno è responsabile <strong>di</strong> quello che immette<br />
nell’atmosfera in cui vive, soprattutto i pensieri,<br />
ma c’è un aiuto molto prezioso al quale<br />
tutti possiamo ricorrere: non <strong>di</strong>mentichiamo,<br />
nell’affanno della vita quoti<strong>di</strong>ana, <strong>di</strong> ringraziare<br />
il Cristo che ci ha mostrato e continua<br />
ad in<strong>di</strong>carci la Via, la Verità e la Vita, perché<br />
anche la devozione può aprire ogni porta e<br />
non c’è ginocchio che non si pieghi nel Suo<br />
nome.<br />
Paola Spada
“<strong>Il</strong> Sud Italia è sotto choc per l’influenza aviaria.<br />
Sono 23 i cigni trovati morti fra sabato e<br />
domenica mattina in Sicilia, Calabria e Puglia.<br />
Sei <strong>di</strong> questi sono certamente deceduti per<br />
il virus H5N1. Presi d’assalto i centralini <strong>di</strong><br />
carabinieri e polizia ma anche il numero verde<br />
1500 attivato dal ministero della salute”;<br />
“Allarme meningite. Centinaia <strong>di</strong> persone<br />
in coda per vaccinarsi nel trevigiano. I me<strong>di</strong>ci:<br />
timori ingiustificati”; “La depressione<br />
si <strong>di</strong>ffonde con facilità attraverso i rapporti<br />
interpersonali; “La bulimia, comportamento<br />
patologico <strong>di</strong> alimentazione incontrollata, si<br />
è <strong>di</strong>mostrato fortemente contagioso”; o ancora…<br />
le mode o gli improvvisi spostamenti<br />
dell’opinione pubblica a favore o contro un<br />
determinato personaggio o partito politico.<br />
Che cos’hanno in comune queste realtà?<br />
Negli articoli precedenti abbiamo visto alcuni<br />
processi <strong>di</strong> influenza attivati da fonti visibili o<br />
comunque in<strong>di</strong>viduabili. Questi sopra elencati<br />
sono processi <strong>di</strong> influenza dei quali è più <strong>di</strong>fficile<br />
in<strong>di</strong>viduare la fonte, ma che sono in grado<br />
<strong>di</strong> sviluppare potenti effetti che possono aumentare<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione e <strong>di</strong> intensità (effetto<br />
palla <strong>di</strong> neve) o coinvolgere un numero <strong>di</strong><br />
persone sempre maggiore (effetto a macchia<br />
d’olio). Gli psicologi <strong>di</strong> fine ‘800 che stu<strong>di</strong>arono<br />
questo fenomeno lo definirono contagio,<br />
usando l’analogia con la modalità <strong>di</strong> trasmissione<br />
delle malattie infettive. Emozioni, idee,<br />
Psicologia sociale e del lavoro<br />
Curatore: Diana Ferrazin<br />
LE INFLUENZE “IN RETE”<br />
pensieri, credenze - scrisse Le Bon - hanno<br />
un potere <strong>di</strong> contagio analogo a quello dei<br />
microbi, e tale fenomeno è fondamentale e<br />
quin<strong>di</strong> anche normale all’interno <strong>di</strong> una società,<br />
comunità o gruppo sociale che sia. Come<br />
accade per tutti i fenomeni vitali, quin<strong>di</strong> duali,<br />
è necessario però <strong>di</strong>stinguere le due facce<br />
della medaglia: quella positiva, che si identifica<br />
nelle qualità e potenzialità positive del<br />
fenomeno, e quella negativa, che ha una tendenza<br />
invece involutiva, <strong>di</strong>struttiva. Nel suo<br />
aspetto fisiologico positivo tale contagio è un<br />
importante fattore <strong>di</strong> integrazione sociale oltre<br />
che <strong>di</strong> innovazione laddove ad esempio si<br />
<strong>di</strong>ffondano informazioni scientifiche, tecnologia,<br />
cultura, valori, norme sociali in<strong>di</strong>spensabili<br />
per il buon funzionamento <strong>di</strong> una comunità.<br />
Nel suo aspetto <strong>di</strong>storto il contagio può<br />
invece produrre conseguenze <strong>di</strong> tutt’altro<br />
genere ed essere responsabile <strong>di</strong> valutazioni<br />
sbagliate, <strong>di</strong> scelte eccessive, della <strong>di</strong>ffusione<br />
<strong>di</strong> malattie fantasiose o <strong>di</strong> gravi sintomi <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sagio psicologico. È il caso ad esempio <strong>di</strong><br />
quello che viene definito socialmente rumore<br />
o <strong>di</strong>ceria, un’informazione che si sviluppa e<br />
circola senza essere stata confermata dalle<br />
fonti ufficiali e che permane anche quando è<br />
stata da queste smentita (Kapferer 1987). Inten<strong>di</strong>amoci,<br />
il rumore non è necessariamente<br />
falso o portatore <strong>di</strong> effetti negativi, tuttavia<br />
può deformare la realtà, anche in modo mi-<br />
39
40<br />
naccioso, e nuocere a coloro che ne sono oggetto.<br />
Può creare un clima ostile, portare zizzania,<br />
può veicolare dubbi, pensieri malsani,<br />
può dare un’immagine volutamente <strong>di</strong>storta<br />
relativamente ad argomenti socialmente strategici.<br />
Si parla <strong>di</strong> contagio negativo anche per<br />
le cosiddette malattie psicogene <strong>di</strong> massa; è<br />
ormai noto per esempio che comportamenti<br />
auto<strong>di</strong>struttivi come la depressione, la bulimia<br />
ma anche il suici<strong>di</strong>o possano <strong>di</strong>ffondersi<br />
con facilità, per cui chi vive a lungo con persone<br />
depresse tende ad assumerne i sintomi,<br />
oppure si riscontra una correlazione positiva<br />
tra il comportamento bulimico <strong>di</strong> una persona<br />
ed il comportamento bulimico me<strong>di</strong>o degli<br />
amici più stretti; come è possibile? Come si<br />
spiega questa con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> malattie apparentemente<br />
non virulente e <strong>di</strong>stanti da quanto<br />
comunemente si <strong>di</strong>ffonde per via virale?<br />
Partiamo sempre dal presupposto che per<br />
svilupparsi tale rete <strong>di</strong> influenza deve trovare<br />
un terreno fertile, quin<strong>di</strong> persone influenzabili,<br />
<strong>di</strong>versamente attecchisce poco o niente,<br />
garantito; nei precedenti articoli ho provato<br />
ad insistere sulla necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminare, <strong>di</strong><br />
“ascoltare la vita” per imparare a scegliere<br />
autonomamente, perché comunicare significa<br />
mettere in comune, significa con<strong>di</strong>videre<br />
tutto ciò che noi siamo e che gli altri sono,<br />
nel bene e nel male. Si comunica anche a<br />
<strong>di</strong>stanza, senza telefono, senza internet, anche<br />
nel silenzio più assoluto o dal luogo più<br />
isolato che si possa immaginare. Chi oggi<br />
non ha mai vissuto qualche banale fenomeno<br />
telepatico come il ritrovarsi a pensare ad<br />
una persona che… “magicamente” dopo<br />
qualche secondo vi chiama al telefono? Ciascuno<br />
<strong>di</strong> noi è coscienza nella <strong>di</strong>mensione<br />
fisica, eterica, astrale e mentale, e ciascuno<br />
<strong>di</strong> noi è inserito in una coscienza più grande<br />
che è quella del Pianeta, che è fisica, eterica,<br />
astrale e mentale quin<strong>di</strong> la vita è UNA, e <strong>di</strong><br />
questa unità noi facciamo parte, come cellule<br />
in<strong>di</strong>spensabili. Anche solo limitandosi a questa<br />
visione (ferma al triplice uomo inferiore, al<br />
piano della Personalità), le cose si complicano<br />
un pochino. Allora la comunicazione forse<br />
non è solo verbale e non verbale, comunicare<br />
significa mettere in comune ciò che risiede<br />
sui vari piani della nostra coscienza. La forte<br />
influenza <strong>di</strong> questi fenomeni è legata alla loro<br />
natura energetica, sono flussi <strong>di</strong> coscienza<br />
che attecchiscono dove trovano risonanza,<br />
apertura, compatibilità con la qualità che veicolano.<br />
È ancora una volta un gioco <strong>di</strong> potere<br />
tra la fonte (seppur fisicamente indefinita)<br />
e il/i bersaglio/i, un confronto o meglio uno<br />
scontro dove vince il più forte. <strong>Il</strong> problema<br />
è ahimè sempre… l’ignoranza, nel senso <strong>di</strong><br />
non conoscenza delle <strong>di</strong>namiche della vita,<br />
terreno fertile per eccellenza <strong>di</strong> quanto vuole<br />
agire nell’ombra, e la soluzione è sempre… la<br />
consapevolezza, che si conquista attraverso<br />
una tensione decisa ed instancabile verso la<br />
chiarezza d’intenti, la verità dentro e fuori <strong>di</strong><br />
noi.<br />
Diana Ferrazin<br />
AFFARI ITALIANI – CINQUEALLECINQUE<br />
lunedì 13 febbraio 2006, ANNO II n°54<br />
LA STAMPA.it CRONACHE: “Allarme meningite,<br />
scoppia la psicosi” 22-12-2007 (15:13)<br />
– IL CASO<br />
A. MUCCHI FAINA, L’influenza sociale, <strong>Il</strong> Mulino,<br />
Bologna 1996
Le fiabe della Manu<br />
Curatore: Manuela Baccin<br />
Tanto, tanto tempo fa imperavano due regni,<br />
quello dei Guerrieri dell’Amore e l’impero del<br />
Vento Oscuro.<br />
I Guerrieri dell’Amore erano guidati dalla Regina<br />
Anisha, che <strong>di</strong>scendeva dalla stirpe degli Elfi.<br />
Ella aveva capelli color della terra bagnata,<br />
i suoi occhi vivaci avevano le gradazioni del<br />
cielo d’inverno e il suo viso dalla pelle nivea<br />
assumeva sfumature <strong>di</strong> rosa alla luce del tramonto.<br />
<strong>Il</strong> regno sorgeva in una valle al sole, circondata<br />
da boschi incantati e laghi sacri. <strong>Il</strong> palazzo<br />
si ergeva su una collina e dominava tutta la<br />
vallata. L’armata personale della Regina era<br />
formata da cavalieri che provenivano da luoghi<br />
straor<strong>di</strong>nari e remoti.<br />
Tutti conoscevano la via della spada, ma ognuno<br />
portava con sé i preziosi segreti appresi<br />
dalle innumerevoli battaglie combattute nelle<br />
proprie contrade. Tra questi, cavalieri c’era<br />
l’ultimo <strong>di</strong>scendente <strong>di</strong> un casato <strong>di</strong> condottieri<br />
dalle origini antichissime.<br />
Portava in sè i misteri della conoscenza e<br />
dell’arte della guerra, ed era il confidente della<br />
Regina. <strong>Il</strong> suo nome era Elkan, <strong>di</strong> corporatura<br />
vigorosa, dai capelli scuri e leggermente mossi<br />
che incorniciavano il suo viso accattivante. I<br />
suoi occhi, <strong>di</strong> una tonalità tra il grigio e il verde<br />
incantavano ed esprimevano coraggio.<br />
Una sera <strong>di</strong> luna piena, offuscata da nuvole<br />
cupe, la Regina, fece convocare Elkan nelle<br />
I DUE REGNI (parte I)<br />
sue stanze.<br />
Egli bussò alla porta dell’alloggio della Regina,<br />
ed ella gli <strong>di</strong>sse: “Vieni avanti, chiu<strong>di</strong> la porta<br />
per cortesia”, e facendo un gesto <strong>di</strong> invito con<br />
la mano aggiunse: “Vieni a scaldarti vicino al<br />
fuoco”.<br />
La Regina era in pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> fronte al camino, i<br />
suoi pensieri erano impetuosi come le fiamme<br />
che guardava incantata.<br />
Si voltò verso Elkan con occhi <strong>di</strong> chi già tutto<br />
sapeva e <strong>di</strong>sse: “Or ora mi è giunta notizia,<br />
<strong>di</strong> una cosa che noi tutti temevamo; il Vento<br />
Oscuro si è risvegliato, la valle a nord è stata<br />
ingoiata, <strong>di</strong>strutta dalla sua ferocità. Non esiste<br />
più, non è rimasto più niente e i suoi abitanti<br />
sono stati uccisi o rapiti… ma forse, per<br />
loro era meglio la morte”.<br />
Elkan rimase immobile la sua mente veloce<br />
analizzava tutte le possibilità per organizzare<br />
un’offensiva, ma fu <strong>di</strong>stolto dalle parole della<br />
Regina Anisha.<br />
“Ho deciso! Noi non vinceremo mai, se combatteremo<br />
come loro, l’o<strong>di</strong>o, il rancore e la vendetta<br />
ci porteranno solo all’annullamento <strong>di</strong> noi stessi,<br />
i nostri principi dovranno essere ancor più sal<strong>di</strong>,<br />
l’amore sarà la nostra spada, la pace sarà la nostra<br />
forza e la verità la nostra vita”.<br />
La Regina si avvicinò ad Elkan, pose la mano<br />
sulla sua spalla e con un sorriso sereno, guardandolo<br />
negli occhi aggiunse: “È giunto quel<br />
giorno e sapevamo entrambi che sarebbe<br />
41
42<br />
arrivato; caro Elkan, non posso esimermi dal<br />
compito che mi è stato assegnato…”<br />
Elkan contrariato si scostò da lei e, mentre<br />
con la mano sinistra stringeva l’impugnatura<br />
della spada nel fodero, con tono duro e preoccupato<br />
<strong>di</strong>sse: “Se tu farai questo, morte certa<br />
sarà per te, rammenta cosa pre<strong>di</strong>ssero le tre<br />
sibille al tuo venticinquesimo compleanno Tu<br />
andrai incontro alla morte terrena ma cielo e<br />
stelle saranno la tua nuova casa, solo con il<br />
sacrificio troverai la via. Non puoi ingannare<br />
te stessa! Come se questo non fosse accaduto”.<br />
Anisha per un istante scattò duramente, stava<br />
per reagire da Regina, con autorità e potere,<br />
alla considerazione <strong>di</strong> Elkan, ma poi sopraggiunse<br />
in lei un senso <strong>di</strong> dolore e <strong>di</strong> amore.<br />
Era confusa…<br />
I suoi occhi incontravano solo gli occhi <strong>di</strong> Elkan,<br />
il tempo <strong>di</strong> un battito <strong>di</strong> ciglia che durò<br />
un’eternità, poi Anisha si avvicinò e con la<br />
mano gli fece una carezza e sorridendogli<br />
rimase ferma. A quel punto lui prese la sua<br />
mano e stringendola la tenne lì, sulla sua<br />
guancia… Si erano svelati e così ritrovati,<br />
avevano vissuto assieme molte avventure,<br />
affrontato battaglie, gioie e dolori, cacciato e<br />
danzato… e altro ancora. Ma fu un istante, un<br />
istante <strong>di</strong> libertà e tutto ritornò come prima, la<br />
Regina si spostò e con <strong>di</strong>stacco e freddezza<br />
<strong>di</strong>sse: “Così ho deciso, è un or<strong>di</strong>ne”. Elkan si<br />
inchinò <strong>di</strong> fronte a lei e al suo volere e in<strong>di</strong>etreggiando<br />
si congedò, senza una parola.<br />
All’alba dell’indomani Anisha, con il suo cavallo,<br />
partì alla volta del Regno del Vento Oscuro.<br />
<strong>Il</strong> viaggio durò a lungo, molte notti buie videro<br />
i suoi occhi e si susseguirono giorni grigi.<br />
Oramai solo freddo e acqua la sua pelle conosceva,<br />
e nulla più quando infine una notte, sul<br />
dorso del suo cavallo, giunse <strong>di</strong>nnanzi alla for-<br />
tezza ove viveva il Principe del Regno. C’era<br />
un silenzio inquietante, una calma innaturale,<br />
tutto, intorno a lei, era senza vita, alberi immobili,<br />
non un alito <strong>di</strong> vento, non un cinguettio, il<br />
sottobosco era <strong>di</strong>sabitato, nell’aria si poteva<br />
avvertire in ogni dove la presenza delle tenebre.<br />
A quel punto Anisha si avvolse meglio il<br />
mantello intorno alle spalle, allungò il braccio<br />
destro, tenendolo teso <strong>di</strong> fronte a lei, con la<br />
mano ritta.<br />
Dal palmo sprigionò un fascio potente <strong>di</strong> luce<br />
celeste, dal quale si <strong>di</strong>ffusero mille e più stelle<br />
luminescenti che si sparsero attorno a lei creando<br />
una via <strong>di</strong> luce tra le ombre.<br />
Entrata nel palazzo, fu accolta da soffi d’aria<br />
gelata e voci terrifiche che echeggiavano<br />
ovunque. Avanzò con prudenza, lentamente,<br />
ad un tratto fu pervasa da bisbigliamenti pieni<br />
d’o<strong>di</strong>o, che penetravano, che si addentravano<br />
violentemente nella mente della Regina, suscitandole<br />
pensieri insopportabili.<br />
All’improvviso i suoi pensieri presero vita e<br />
davanti a lei scorrevano scene crudeli, demoni<br />
e spiriti malvagi che originavano il male in<br />
persone care a lei.<br />
Vide anche Elkan sospeso nel vuoto oscuro,<br />
tormentato da esseri che assumevano<br />
l’aspetto delle sue paure,… ma fu per un breve<br />
istante e poi non vide più niente.<br />
Anisha si inginocchiò, poi si accasciò a terra<br />
afflitta ed esausta, ma proprio in quell’istante<br />
<strong>di</strong> maggiore <strong>di</strong>fficoltà e solitu<strong>di</strong>ne fece un grido<br />
<strong>di</strong> libertà e con forza d’animo si rialzò pronunciando:<br />
“Io sconfiggerò l’irreale, la verità<br />
del mio cuore sarà la mia forza!”.<br />
Allora una voce potente tuonò nella sala e con<br />
tono freddo, imperturbabile <strong>di</strong>sse: “Hai Paura!?”.<br />
Continua...<br />
Manuela Baccin
ENERGHEIA<br />
Prima scuola italiana <strong>di</strong> formazione per terapeuti esoterici<br />
Dieci week-end all’anno per tre anni <strong>di</strong> intenso stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> profonda alchimia spirituale.<br />
La scuola intende preparare al <strong>di</strong>scepolato e al cammino iniziatico,<br />
fornendo gli strumenti teorici e pratici per focalizzare stabilmente<br />
la propria coscienza sul piano dell’anima, requisito<br />
fondamentale per poter operare nel campo<br />
della guarigione esoterica. <strong>Il</strong> programma,<br />
estremamente vasto, spazierà dalla<br />
conoscenza dei chakra, dell’aura, dei corpi<br />
sottili, al karma, alla psicologia esoterica,<br />
alla conoscenza e all’uso dell’energie<br />
<strong>di</strong> raggio. Un guaritore esoterico deve<br />
poter aiutare i suoi fratelli a far fluire l’energia<br />
dell’anima, fonte <strong>di</strong> ogni vera guarigione, e deve<br />
sapere come questo può avvenire in pratica.<br />
L’iscrizione alla scuola comporta una decisa scelta<br />
<strong>di</strong> vita nel senso della trasformazione del proprio<br />
sè inferiore e del servizio agli altri. Chi non avesse questi<br />
precisi intenti sappia che non potrà essere accettato nella<br />
scuola, che sarà fra l’altro a numero chiuso.<br />
I corsi si tengono ogni anno da ottobre a giugno.<br />
PROGRAMMA<br />
1°anno: Introduzione “<strong>Il</strong> Sentiero degli Angeli” - La pratica della me<strong>di</strong>tazione - L’integrazione della personalità<br />
- <strong>Il</strong> corpo fisico - <strong>Il</strong> corpo eterico - Pranoterapia e terapia magnetica - I sette raggi - Kundalini, chakra e<br />
l’aura - <strong>Il</strong> Karma - <strong>Il</strong> sentiero iniziatico.<br />
2°anno: I sette tipi psicologici - <strong>Il</strong> corpo astrale - <strong>Il</strong> corpo mentale - La formazione delle immagini karmiche<br />
- La chiaroveggenza, i chakra e l’aura - Alchimia spirituale, dal sé inferiore al sé superiore - L’eteroscopia -<br />
La terapia ra<strong>di</strong>ante - La telepatia - I sogni.<br />
3°anno: <strong>Il</strong> corpo causale - <strong>Il</strong> contatto con l’anima, i maestri, gli angeli e i deva - Alchimia dei chakra e trasmutazione<br />
delle immagini karmiche - La guarigione <strong>di</strong> gruppo - La seduta terapeutica - La tenuta <strong>di</strong> un gruppo<br />
- L’insegnamento della me<strong>di</strong>tazione - Le <strong>di</strong>eci leggi, le sei regole e i sette mo<strong>di</strong> della guarigione esoterica -<br />
Elementi <strong>di</strong> astrologia esoterica - Conclusioni.<br />
PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI ALLE SEGUENTI SEDI:<br />
BERGAMO Graziano Fornaciari tel. 059 900086 - cell. 339 8476285 e-mail: sede.bergamo@scuolaenergheia.it<br />
MILANO Luca Tomberli tel. 055 4215064 - cell. 328 3122520 e-mail: sede.milano@scuolaenergheia.it<br />
TORINO Gianluca Fontana tel. 0123 347070 - cell. 347 1114556 e-mail: sede.torino@scuolaenergheia.it<br />
PADOVA Paola Spada tel. 0542 56071 - cell. 338 6195442 e-mail: sede.padova@scuolaenergheia.it<br />
MODENA Paola Fornaciari tel. 0522 597259 - cell. 349 8646500 e-mail: sede.modena@scuolaenergheia.it<br />
FIRENZE Andrea Innocenti tel. 055 585717 - cell. 368 3486833 e-mail: sede.firenze@scuolaenergheia.it<br />
ROMA Anna Grazia Fiorani tel. 059 900086 - cell. 339 8476284 e-mail: sede.roma@scuolaenergheia.it<br />
TARANTO Giovanna Spinelli tel. 099 9558405 - cell. 328 7734551 e-mail: sede.taranto@scuolaenergheia.it<br />
www.scuolaenergheia.it
ATMAN<br />
Associazione per lo stu<strong>di</strong>o del Raja Yoga<br />
Atman in sanscrito designa il vero sé dell’essere umano, lo spirito assoluto, Brahman, in<strong>di</strong>vidualizzato nell’uomo. <strong>Il</strong> Raja<br />
yoga è la scienza dell’essere che consente <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipare il dolore e l’ignoranza, portando alla conoscenza <strong>di</strong> Atman attraverso<br />
pratiche <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione sperimentate da millenni.<br />
L’Associazione Atman è nata con lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere la conoscenza e la pratica del Raja yoga e <strong>di</strong> tutte quelle tra<strong>di</strong>zioni<br />
esoteriche che hanno come finalità il perfezionamento dell’uomo nel suo complesso.<br />
www.associazioneatman.biz<br />
MASSIMO RODOLFI<br />
Una voce per l’innocuità<br />
Questo sito nasce con alcuni intenti ben precisi. Intanto finché in questo paese ci sarà una parvenza <strong>di</strong> democrazia,<br />
voglio sfogarmi a <strong>di</strong>re quello che penso senza tanti peli sulla lingua. Lo voglio fare mettendoci la faccia a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />
tanti che, avendo grande potere sulla materia preferiscono esporre i loro lacché, rimanendo nell’ombra a tessere le loro<br />
marce ragnatele. Io invece ho un grande potere sullo spirito, su uno spirito, il mio che non ne può più <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre<br />
una vita dove la capacità e la libertà <strong>di</strong> scegliere, che dovrebbero caratterizzare la nostra umanità, sono relegate ad una<br />
timida utopia. Voglio gridare che dobbiamo cercare la pace e l’amore e non l’o<strong>di</strong>o e il profitto, voglio gridare che l’uomo<br />
deve essere al centro, non l’avi<strong>di</strong>tà e l’egoismo. Sia la pace nei vostri cuori soprattutto nei cuori <strong>di</strong> chi o<strong>di</strong>a.<br />
<strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />
www.massimorodolfi.it<br />
DRACO EDIZIONI<br />
www.dracoe<strong>di</strong>zioni.it<br />
La prima rivista esoterica on-line: www.il<strong>di</strong>scepolo.it info@il<strong>di</strong>scepolo.it<br />
All’in<strong>di</strong>rizzo www.dracoe<strong>di</strong>zioni.it potete richiedere la rivista “<strong>Il</strong> <strong>Discepolo</strong>”al solo costo <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione
sabato:<br />
17-18 ottobre 2009<br />
Au<strong>di</strong>torium Ente della Cassa <strong>di</strong> Risparmio via Folco Portinari 5r Firenze<br />
Primo Convegno Nazionale <strong>di</strong><br />
Terapia Esoterica<br />
organizzato da Energheia<br />
prima scuola italiana per terapeuti esoterici<br />
9,30 -10,30 Introduzione - relatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />
10,30 -12,30 Tavola rotonda con presentazione<br />
del progetto “Ripren<strong>di</strong>amoci il pianeta”<br />
relatori: Donatella Donati “Ambiente”,<br />
Maria Luisa Biolcati Rinal<strong>di</strong> “Nitido scambio”,<br />
Fabio Ricchetti “Management, economia e<br />
finanza”, Giorgio Ricci Garotti “Agricoltura”,<br />
Andrea Fusaro “Industria e agricoltura”,<br />
<strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong> “Presentazione<br />
del progetto del ganglio informativo”.<br />
15,00 -16,00 Presentazione Le Do<strong>di</strong>ci Stelle,<br />
“Lo yoga, <strong>di</strong>sciplina che racchiude i valori<br />
per una crescita <strong>di</strong> educazione rivolta alla pace”<br />
relatore: Anna Grazia Fiorani<br />
16,00 -19,00 Spazio <strong>di</strong> informazione sulla nuova educazione<br />
Attività <strong>di</strong> Gioco per Bambini<br />
Letture Fiabe<br />
In collaborazione con:<br />
Atman, associazione per la <strong>di</strong>ffusione del raja yoga e dell’esoterismo<br />
Le Do<strong>di</strong>ci Stelle, associazione per l’educazione all’innocuità<br />
Draco E<strong>di</strong>zioni, casa e<strong>di</strong>trice <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione esoterica<br />
<strong>Il</strong> <strong>Discepolo</strong>, rivista esoterica on line e stampata<br />
Presentazione del libro “La sfiga non esiste” <strong>di</strong> <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />
La Draco E<strong>di</strong>zioni, l’associazione<br />
Atman e la scuola Energheia<br />
sostengono l’opera <strong>di</strong> queste<br />
associazioni <strong>di</strong> solidarietà.<br />
domenica:<br />
Giar<strong>di</strong>ni Naxos (ME) 5 giugno 2009 ore 18.30 Libreria Bucolo<br />
via Umberto I 292 tel. 0942 571316 email: bucololibrerie@jumpy.it<br />
Catania 6 giugno 2009 ore 18.00 Centro MeDea<br />
via Generale Cantore 23 tel. 095 365209 email: info@centromedea.it<br />
Cagliari 11 giugno 2009 ore 20.00 Libreria <strong>Il</strong> Portale<br />
via Regina Margherita 63 tel. 070 682201<br />
email: libreriailportale@gmail.com<br />
OMEO BON BON<br />
www.omeobonbon.it<br />
Attiva in Madagascar<br />
9,30 -10,30 Raja yoga e me<strong>di</strong>tazione<br />
relatori: Anna To<strong>di</strong>sco e Fabio Ricchetti<br />
10,30 -11,00 Me<strong>di</strong>tazione<br />
11,10 -12,30 Terapia ed eteroscopia<br />
relatore: Donatella Baccin<br />
(sono previste prove pratiche)<br />
15,00 -15,30 Presentazione della scuola Energheia<br />
relatore: Donatella Baccin<br />
15,30 -16,00 Terapia <strong>di</strong> gruppo<br />
relatore: Luca Tomberli<br />
16,10 -16,40 <strong>Il</strong> <strong>Discepolo</strong> - la prima rivista esoterica<br />
relatore: Andrea Innocenti<br />
16,40 -17,30 Presentazione della casa e<strong>di</strong>trice<br />
Draco e<strong>di</strong>zioni - relatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />
17,30 -18,30 Conclusioni<br />
e HEWO<br />
www.hewo-modena.it<br />
Attiva in Etiopia ed Eritrea