01.06.2013 Views

di Massimo Rodolfi - Il Discepolo

di Massimo Rodolfi - Il Discepolo

di Massimo Rodolfi - Il Discepolo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

IL DISCEPOLO<br />

un porto sicuro per tutti coloro che cercano<br />

la via, la verità e la vita<br />

anno 2 - n. 7<br />

trimestrale - luglio/settembre 2009<br />

copia gratuita<br />

Copyright 2007 Provve<strong>di</strong>mento del Presidente del Tribunale<br />

<strong>di</strong> Modena Iscritto al n.1866 del 19/02/2008<br />

del Registro Stampe e Perio<strong>di</strong>ci.


Nel tempo tutto cambia e niente cambia. Le realtà essenziali della vita, le sue strutture fondamentali, l’anatomia<br />

e la fisiologia della coscienza rimangono fedeli all’emanazione primor<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> quel verbo che tutto<br />

pervade. Nel tempo, quello che cambia sono i mo<strong>di</strong> della manifestazione, sempre più aderenti alle forme<br />

cangianti che lo spirito può usare, <strong>di</strong> era in era, nel suo lungo pellegrinaggio tra le pieghe della materia.<br />

Nello spirito che <strong>di</strong>scende nella carne si compie la parabola del figliuol pro<strong>di</strong>go che prima o poi ritornerà<br />

nella casa del padre. Questa rivista, in fin dei conti, vuole solo prendere atto dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi oggi necessari<br />

ad esprimere adeguatamente le immutabili verità dell’antica saggezza esoterica. Questo spazio vuole essere<br />

utile a tutti i pellegrini che nel loro viaggiare sono arrivati a rivolgere gli occhi verso la casa in cui sono nati.<br />

Che il potere del padre, l’amore del figlio e la sapienza dello spirito santo ci uniscano in un’unica vita.<br />

<strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />

La tensione è tale che il Mondo freme. Gli eventi sono in pressione. A tutti i livelli le energie della<br />

Luce sono impegnate a fondo per salvarlo dalla <strong>di</strong>struzione, mentre le tenebre si insinuano, con maschere<br />

luminose, decise ad annientare ciò che la Luce crea e, dove possibile, a demolire le basi stesse<br />

dell’opera creativa. Nell’epoca grave dell’Armageddon è specialmente necessario sapere quali sono<br />

le forze che causano le azioni <strong>di</strong> ogni singolo giorno, <strong>di</strong> ogni singolo evento, <strong>di</strong> ogni fenomeno; poiché è<br />

l’ora della decisione, e non ci sono mezze misure sulla via del Mondo del Fuoco.<br />

Maestro Morya<br />

questa rivista è emanazione della Draco E<strong>di</strong>zioni<br />

fondata nel 2006, per <strong>di</strong>ffondere in termini moderni l’antica conoscenza esoterica.<br />

in collaborazione con l’associazione Atman, fondata nel 1994<br />

per la <strong>di</strong>ffusione del raja yoga e dell’esoterismo,<br />

e <strong>di</strong> Energheia, fondata nel 1996, prima scuola italiana per terapeuti esoterici.<br />

Immagine <strong>di</strong> copertina:<br />

Duomo <strong>di</strong> Matera<br />

... iniziammo la risalita continuando a mangiare i frutti dell’Albero.<br />

Collaborazione progetto grafico Simona Murabito<br />

Stampato presso la tipo-litografia AG snc <strong>di</strong> Rustichelli & C.


Sommario<br />

E<strong>di</strong>toriale Curatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />

SPECIALE<br />

GLI EXTRA-TERRESTRI HANNO CONQUISTATO IL PIANETA pag. 2<br />

E<strong>di</strong>toriale Curatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />

RIPRENDIAMOCI IL PIANETA pag. 4<br />

Conoscere la conoscenza Curatore: Andre Innocenti<br />

BERTRAND RUSSELL E L’ELOGIO DELL’OZIO pag. 7<br />

Educare per la consapevolezza Curatore: Anna Grazia Fiorani<br />

I CAPISALDI DELL’EDUCAZIONE pag. 9<br />

Letteratura e spiritualità Curatore: Anna To<strong>di</strong>sco<br />

LA GIOIA: UNA SAGGEZZA SPECIALE pag. 12<br />

Fitoterapia energetica Curatore: Donatella Donati<br />

LA FAMIGLIA DEI GLICOSIDI:<br />

UNA VISIONE NUOVA DELLA LORO ATTIVITÀ BIOCHIMICA pag. 15<br />

Nuovo insegnamento esoterico - Curatore: Fabio Ricchetti<br />

ENERGHEIA : ALCHIMIA INTERIORE E GIOIA DEL FARE pag. 17<br />

Antica saggezza e scienza moderna Curatore: Gianluca Fontana<br />

QUATTRO PASSI… NELL’ALTRA DIMENSIONE pag. 20<br />

La coppia sul sentiero Curatore: Giorgio Ricci Garotti in collaborazione con Monica Giovannini<br />

L’ALTRO… È IL NEMICO! pag. 23<br />

Mitologia e Sentiero Iniziatico Curatore: Graziano Fornaciari<br />

ERCOLE E LA RICERCA DEI POMI D’ORO DELLE ESPERIDI pag. 26<br />

il Raja Yoga e l’esoterismo Curatore: Luca Tomberli<br />

I SETTE RAGGI pag. 29<br />

Astrologia esoterica Curatore: Maria Grazia Barbieri<br />

LA CROCE FISSA, CROCE DEL CRISTO IN CROCE pag. 31<br />

<strong>Il</strong> Sentiero Iniziatico Curatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />

CHE COSA SIGNIFICA VERAMENTE MEDITARE (parte III) pag. 34<br />

Psicologia esoterica Curatore: Paola Spada<br />

AMORE E SAGGEZZA pag. 37<br />

Psicologia sociale e del lavoro Curatore: Diana Ferrazin<br />

LE INFLUENZE “IN RETE” pag. 39<br />

Le fiabe della Manu Curatore: Manuela Baccin<br />

I DUE REGNI (parte I) pag. 41


2<br />

e<strong>di</strong>toriale<br />

Curatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />

Sono convinto che oramai questo pianeta sia<br />

in mano ad una razza aliena e ciò che resta<br />

<strong>di</strong> una umanità alienata non si rende conto <strong>di</strong><br />

essere stata assimilata. Come nella migliore<br />

tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Star Trek, qualcosa <strong>di</strong> molto simile<br />

ai temibili Borg, specie <strong>di</strong> bio-macchine,<br />

che si aggirano per la galassia con i loro inquietanti<br />

cubi ad assimilare tutto quello che<br />

incontrano, ha preso possesso della terra. Io<br />

sono uno dei pochi esseri che ancora continua<br />

a resistere, assieme ad un gruppo <strong>di</strong> sparuti<br />

temerari, asserragliati nelle caverne <strong>di</strong><br />

una sempre più rara coscienza critica. Combatteremo<br />

senz’altro fino all’ultimo uomo,<br />

con tutte le nostre forze, per preservare la<br />

nostra umanità, ma <strong>di</strong> sicuro abbiamo contro<br />

forze soverchianti, per numero e mezzi. Nella<br />

nostra lotta non spargeremo il sangue <strong>di</strong> nessuno,<br />

al <strong>di</strong> fuori del nostro, se sarà necessario,<br />

perché la nostra battaglia ha come arma<br />

l’innocuità e la nostra vittoria sarà scan<strong>di</strong>ta<br />

dal grido “sia la pace nei cuori!”<br />

Le prove che quanto sto <strong>di</strong>cendo è vero?<br />

Se non siete stati già assimilati anche voi,<br />

potreste tentare, per accertare la verità, <strong>di</strong><br />

usare una strumentazione sofistificatissima,<br />

una volta molto usata su questo pianeta, che<br />

viene ricordata col nome <strong>di</strong> “cinque sensi”,<br />

più uno, che era noto nelle tra<strong>di</strong>zioni orientali<br />

della terra, come “sesto senso”, o “mente”.<br />

Guardare, toccare, ascoltare, annusare, gu-<br />

SPECIALE<br />

GLI EXTRA-TERRESTRI HANNO<br />

CONQUISTATO IL PIANETA<br />

stare e riflettere, antichi gesti che da sempre<br />

ci hanno rimandato alla conoscenza del mondo,<br />

che non si usano più, altrimenti conoscereste<br />

anche voi la verità. Gli alieni ci convincono<br />

che il mondo che stanno creando per<br />

sé sul nostro pianeta è bello e desiderabile.<br />

E non lesinano mezzi per farlo, al punto che<br />

oramai quasi nessuno tra gli umani desidera<br />

altro. Quasi nessuno guarda veramente, riflettendo,<br />

tocca veramente, riflettendo, ascolta<br />

veramente, riflettendo, annusa o gusta veramente,<br />

riflettendo, altrimenti si renderebbe<br />

subito conto che quanto la nostra percezione<br />

oggi ci racconta conserva ben poco della nostra<br />

umanità.<br />

I cieli e i profumi della mia infanzia sono stati<br />

immolati sull’altare del prodotto interno lordo,<br />

così come la burbera bontà <strong>di</strong> mia nonna,<br />

che si trovava a parlare con le altre vecchine<br />

nel cortile sotto casa, è stata soppiantata dallo<br />

splendore <strong>di</strong> uno schermo ultrapiatto che<br />

relega ognuno <strong>di</strong> noi in un mondo drogato da<br />

ipnotici sonni dai mille canali, che raccontano<br />

tutti la stessa pazzia: “l’uomo non serve più e<br />

la sua umanità è <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>mento”. E l’alieno<br />

è contento.<br />

L’alieno è contento, perché nel nostro degrado<br />

egli trova alimento. Lui si nutre <strong>di</strong> tutto ciò<br />

che è marcio, corrotto e contrario alla vita.<br />

L’aria pura <strong>di</strong> questo pianeta, che noi umani<br />

respiravamo, per lui è veleno e, giustamente,


l’ha mo<strong>di</strong>ficata, per renderla più adatta al suo<br />

sistema car<strong>di</strong>o-circolatorio, simile a quello del<br />

bacherozzo. Però l’alieno ti <strong>di</strong>ce che non va<br />

poi così male e che le cose stanno migliorando,<br />

tanto che ho letto sul Corriere della Sera<br />

che l’inquinamento favorisce la fotosintesi<br />

(alieni... non ascoltateli sono degli alieni, annusate<br />

l’aria e vedrete...). Così come, l’acqua<br />

chiara, buona e scintillante, <strong>di</strong> cui siamo fatti,<br />

gli procura terribili danni, al punto che, per il<br />

suo bene, se la sta accaparrando tutta, per<br />

controllare meglio quei pochi residui <strong>di</strong> umanità,<br />

che assetati, non potranno far altro che<br />

assecondare l’alieno imperante.<br />

La terra, <strong>di</strong> tutti i colori belli delle stagioni, col<br />

suo profumo, spruzzato dagli infiniti vomeri<br />

che nei secoli l’hanno rivoltata, così com’era,<br />

rigogliosa e nutriente, ha inquietato l’alieno,<br />

che ha dovuto depredarla, <strong>di</strong>cendo, per il nostro<br />

bene, che se non fai “il trattamento” la<br />

terra non ti dà più niente. La cosa migliore<br />

poi è mettere un pezzo <strong>di</strong> scorpione dentro al<br />

buon riso, così viene migliore, e un trancetto<br />

<strong>di</strong> pesce dentro alle fragole, che così nuotano<br />

meglio... alieni, nient’altro che alieni, non gli<br />

credete, annusate gli odori, gustate i sapori,<br />

e vedrete anche voi che la vita è lontana da<br />

quello che la terra oggi ci dà, grazie all’alieno<br />

che produce ogm e polimeri. E se rompiamo<br />

il rapporto con il cielo, l’acqua e la terra, noi<br />

umani non siamo più niente, se non materia<br />

<strong>di</strong> scarto, <strong>di</strong> una vita antiquata, a base carbonio.<br />

All’alieno piace il silicio, come ai computer,<br />

il cielo inquinato, la terra arida ed un’acqua<br />

putrida, piena <strong>di</strong> germi, tutte cose con le<br />

quali anche noi piano piano <strong>di</strong>ventiamo marci,<br />

dentro e anche fuori, portatori poco sani <strong>di</strong><br />

una energia vitale stagnante, ottimo cibo per<br />

l’alieno affamato.<br />

I nostri sensi anestetizzati non ci avvisano più<br />

e non ci accorgiamo <strong>di</strong> essere stati appoggiati<br />

su <strong>di</strong> uno scaffale del supermercato per gli<br />

alieni, che si mangiano noi ed il marcio che<br />

han fatto. Non si trovano i bisogni dell’uomo<br />

nei dettami dell’economia degli alieni che governano<br />

il mondo. Al centro è il loro piacere<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere la vita, prima ancora <strong>di</strong> pensare<br />

al profitto, che pure sembra essere la loro<br />

principale preoccupazione. L’avi<strong>di</strong>tà è ancora<br />

un sentimento umano, che per quanto esecrabile<br />

e <strong>di</strong>struttivo, accetterei volentieri, per<br />

ricordarmi com’era una volta. Ma questi impassibili<br />

alieni vanno oltre ogni limite umano,<br />

ed è evidente che non può essere la semplice<br />

volontà <strong>di</strong> accaparrare denaro a motivare<br />

la loro pianificata trasformazione del pianeta.<br />

Se ancora ci “vedete”, guardatevi attorno e<br />

sarà <strong>di</strong>fficile non rilevare come in ogni settore<br />

dell’attività umana sia evidente una precisa<br />

volontà <strong>di</strong> degrado.<br />

Le coscienze, drogate da mezzi <strong>di</strong> comunicazione<br />

che pianificano il sonno della mente,<br />

non reagiscono più alla forte violenza fatta<br />

dall’alieno che stupra il pianeta. Per ben poco<br />

l’abbiamo venduto questo pezzo <strong>di</strong> universo,<br />

questa sfera azzurra dall’aspetto stupendo,<br />

roteante nel cielo del sistema solare. Ci basterà<br />

l’auto nuova in garage e la televisione<br />

negli occhi per <strong>di</strong>menticare chi siamo e da<br />

dove veniamo? Davvero la vita non può più<br />

avere al centro l’essere umano? O non sarà<br />

che l’alieno sono io e ho sbagliato pianeta?<br />

<strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />

3


4<br />

E<strong>di</strong>toriale<br />

Curatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />

La coscienza umana, proprio per come è fatta,<br />

può raggiungere realizzazioni meravigliose.<br />

La nostra vera natura è quella <strong>di</strong> Angelo<br />

Solare e, prima o poi, ognuno <strong>di</strong> noi giungerà<br />

a manifestare la sua partecipazione consapevole<br />

alla <strong>di</strong>vinità della vita. Anche l’umanità nel<br />

suo complesso si eleverà un giorno a queste<br />

vette dell’esistenza, ma evidentemente non<br />

oggi. L’imperfezione umana è sempre stata<br />

presente, come caratteristica <strong>di</strong> questo pianeta<br />

ed espressione naturale del quarto regno<br />

<strong>di</strong> natura. Naturale è stato anche il fatto<br />

che, come accade a tutte le con<strong>di</strong>zioni vitali<br />

in tutte le <strong>di</strong>mensioni della realtà, l’umanità<br />

abbia affrontato, in qualche occasione, crisi<br />

epocali, che hanno rimodellato il suo percorso<br />

evolutivo.<br />

Oggi siamo <strong>di</strong>nnanzi ad uno <strong>di</strong> questi rari momenti<br />

epocali e come <strong>di</strong>ce il mio amico e Maestro<br />

Morya: La tensione è tale che il Mondo<br />

freme. Gli eventi sono in pressione. A tutti i<br />

livelli le energie della Luce sono impegnate a<br />

fondo per salvarlo dalla <strong>di</strong>struzione, mentre le<br />

tenebre si insinuano, con maschere luminose,<br />

decise ad annientare ciò che la Luce crea<br />

e, dove possibile, a demolire le basi stesse<br />

dell’opera creativa. Nell’epoca grave dell’Armageddon<br />

è specialmente necessario sapere<br />

quali sono le forze che causano le azioni <strong>di</strong><br />

ogni singolo giorno, <strong>di</strong> ogni singolo evento, <strong>di</strong><br />

ogni fenomeno; poiché è l’ora della decisio-<br />

RIPRENDIAMOCI IL PIANETA<br />

ne, e non ci sono mezze misure sulla via del<br />

Mondo del Fuoco.<br />

L’evoluzione umana è giunta quin<strong>di</strong> a questo<br />

momento nel quale sono evidenti due cose,<br />

da un lato il degrado, prodotto dalla corruzione<br />

e dall’avi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> profitto, investe ormai tutti<br />

i settori della vita in maniera drammatica, tanto<br />

che non è <strong>di</strong>fficile ipotizzare <strong>di</strong> poter raggiungere<br />

un punto <strong>di</strong> non ritorno. Dall’altro<br />

è sempre più grande e fremente il numero<br />

<strong>di</strong> coloro che non sopportano più che i poteri<br />

organizzati della terra impongano all’umanità<br />

intera questa schiavitù <strong>di</strong>sumanizzante,<br />

grazie alla quale l’uomo e i suoi bisogni sono<br />

assoggettati alle situazioni più aberranti e <strong>di</strong>struttive,<br />

finalizzate a mantenere e <strong>di</strong>ffondere<br />

ciò che possiamo tranquillamente chiamare il<br />

male in ogni sua forma, pur che <strong>di</strong>a profitto.<br />

Personalmente, ho abbandonato la speranza<br />

che le cose possano cambiare attraverso movimenti<br />

politici e sociali molti anni fa, dopo<br />

aver constatato per esperienza quanto la politica<br />

non possa prescindere dalla corruzione<br />

e dall’espressione <strong>di</strong> un potere <strong>di</strong>storto. E’<br />

un peccato, ma anche un dato <strong>di</strong> fatto che<br />

“politica” non ha più niente a che fare con<br />

cura della “polis”, l’insieme dei citta<strong>di</strong>ni, ma<br />

si configura piuttosto come un gravame intollerabile<br />

e <strong>di</strong>struttivo nei confronti delle collettività.<br />

Le strutture del potere si presentano<br />

molto compatte nell’esercitare un’attività <strong>di</strong>


apina e depauperamento delle risorse mon<strong>di</strong>ali.<br />

Di fronte agli interessi consolidati delle<br />

multinazionali del petrolio, delle armi, del<br />

transgenico e <strong>di</strong> ogni altro grande “affare”<br />

mon<strong>di</strong>ale, valgono ben poco le istanze <strong>di</strong> vita,<br />

sia dei popoli del terzo mondo che <strong>di</strong> quelli<br />

del mondo industrializzato.<br />

Al <strong>di</strong> là delle vergognose maschere propagan<strong>di</strong>stiche<br />

con le quali i vari governi si coprono<br />

la faccia, mentendo spudoratamente, la terra,<br />

il cielo e le acque continuano ad essere<br />

stuprati, come se fossero principi inesauribili.<br />

Morte e malattia sono il naturale correlato <strong>di</strong><br />

questa malefica attività, dalla quale però, coloro<br />

che la determinano continuano a trarre<br />

profitto, speculando anche sulla malattia e la<br />

morte. Facciamo guerre per la libertà e contro<br />

il terrorismo, in realtà per accaparrarci le risorse<br />

mon<strong>di</strong>ali, continuando a sterminare popolazioni<br />

inermi, come del resto il ricco occidente<br />

ha fatto da Cristoforo Colombo ad oggi, salvo<br />

lamentarci poi dell’immigrazione clandestina.<br />

Se ricominciassimo a restituire il maltolto forse<br />

non saremmo a questo punto...<br />

Siamo al punto in cui per coltivare un alimento<br />

riempiamo <strong>di</strong> veleni l’ambiente e noi stessi,<br />

per trasformarlo sprechiamo una quantità<br />

enorme <strong>di</strong> risorse, continuando ad avvelenarlo.<br />

Per trasportarlo mettiamo in moto una costosissima<br />

catena <strong>di</strong> inquinamenti e sprechi,<br />

mentre magari schiacciamo con le ruspe i<br />

prodotti locali. Per produrre un bene <strong>di</strong> consumo<br />

immettiamo nell’ambiente quantitativi<br />

impensabili <strong>di</strong> sostanze tossiche. Abbiamo<br />

una politica energetica che, in Italia, sta proponendo<br />

il ritorno al carbone e alle centrali<br />

nucleari. Mio nipote <strong>di</strong> cinque anni capirebbe<br />

che è un’i<strong>di</strong>ozia... Educazione ed istruzione<br />

non si sa più a che cosa siano funzionali, visto<br />

che nel nostro paese, questo settore, fonda-<br />

mentale per una civiltà, è ridotto a sopravvivere<br />

nel vero senso della parola.<br />

Nel campo della salute, l’importante è avercela...<br />

visto però che molto probabilmente ti<br />

ammalerai, grazie alla cura dell’ambiente che<br />

le strutture del potere hanno per la vita, allora<br />

non potrai fare a meno <strong>di</strong> cadere nelle grinfie<br />

<strong>di</strong> logiche che ti considerano come un limone<br />

da spremere. Però possiamo star tranquilli<br />

ed essere certi che, se da qualche parte si fa<br />

ricerca, è nei laboratori delle multinazionali le<br />

quali, benefiche confraternite, dopo avere creato<br />

ad arte virus simpaticissimi, casualmente<br />

hanno anche il vaccino da vendere. D’altronde<br />

non vedo il motivo per il quale si dovrebbero<br />

finanziare ricerche scientifiche aventi come<br />

unico scopo il bene dell’umanità.<br />

La politica poi, strettamente legata al mondo<br />

della finanza e della speculazione, è assolutamente<br />

in grado <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare tutte queste attività,<br />

sapendo trarre profitto sia da ogni singola<br />

attività che dall’intreccio del tutto. Non<br />

mi ha stupito l’affermazione che ho sentito<br />

alla televisione <strong>di</strong> un boss mafioso, il quale<br />

lamentava che la mafia oggi non ha più niente<br />

da “vendere” alla politica. Fate voi. Che <strong>di</strong>re<br />

poi dello spassoso campo dell’informazione<br />

e dei mass me<strong>di</strong>a in genere? Solo a pensarci<br />

mi scappa da ridere e penso che non siano<br />

necessarie raffinate analisi per <strong>di</strong>mostrare il<br />

grado <strong>di</strong> asservimento alla <strong>di</strong>struttività del potere<br />

da parte della quasi totalità dell’informazione.<br />

La trage<strong>di</strong>a è che i modelli praticati da<br />

decenni, in particolare dalla televisione, stanno<br />

manifestando chiaramente i loro effetti,<br />

in particolare sulle giovani generazioni, che<br />

non brillano certo per idealità. Capirete che<br />

non ha molto senso, in un contesto, come<br />

quello descritto, stupirsi <strong>di</strong> fronte ad episo<strong>di</strong><br />

aberranti che hanno sempre più <strong>di</strong> frequente<br />

5


6<br />

come protagonisti giovani “annoiati” che per<br />

impiegare il loro tempo, magari danno fuoco<br />

a qualcuno.<br />

Possibile che nessuno si renda conto che c’è<br />

forse qualcosa che non va? Molte persone devono<br />

essere realmente drogate, oltre che da<br />

se stesse, dalla realtà nella quale viviamo, altrimenti,<br />

in altri tempi, avremmo già dato l’assalto<br />

al “castello” con i forconi, invece è molto<br />

<strong>di</strong>ffusa una quiescenza quasi totale, abilmente<br />

coltivata dai messaggi <strong>di</strong> “tutto bene” che da<br />

ogni parte ci giungono. Come esoterista sono<br />

convinto che il lavoro <strong>di</strong> trasformazione della<br />

coscienza, in accordo con le leggi occulte della<br />

vita, sia la cosa più rivoluzionaria che si possa<br />

fare. Però devo confessare che non ce la<br />

faccio più a non far niente su <strong>di</strong> un piano che<br />

definirei “essoterico”.<br />

Ripren<strong>di</strong>amoci il pianeta quin<strong>di</strong> è il moto<br />

spontaneo, delle associazioni esoteriche<br />

alle quali faccio riferimento, volto a creare<br />

un movimento in grado <strong>di</strong> promuovere una<br />

crescita alternativa al modello dominante. In<br />

primo luogo vuole essere un network informativo,<br />

che sarà incarnato particolarmente<br />

dal sito internet <strong>Il</strong> Fazioso, fazioso perché noi<br />

siamo chiaramente orientati verso l’innocuità<br />

e la centralità dell’uomo. Più che informazione<br />

in senso spicciolo, noi vogliamo orientare<br />

all’interpretazione critica dell’informazione, in<br />

un mondo nel quale il male prolifera proprio<br />

grazie alla <strong>di</strong>ffusione dell’inganno e della acriticità.<br />

Ma anche questo non basta, così come non<br />

basta il senso <strong>di</strong> frustrazione che si prova <strong>di</strong>nnanzi<br />

alla conoscenza <strong>di</strong> una palese ingiustizia,<br />

se non si è poi nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> poterla<br />

riparare. Noi vogliamo cominciare a cambiare<br />

le cose, partendo dal basso, perché secondo<br />

noi questo è ormai l’unico sistema. Col pro-<br />

getto Nitido scambio e Nitida impresa noi vogliamo<br />

contribuire a creare una piazza, virtuale<br />

e reale, nella quale produttori e consumatori<br />

siano messi in contatto <strong>di</strong>retto, iniziando ad<br />

uscire da un mercato che ha al centro solo il<br />

profitto, per iniziare a produrre, a scambiare e<br />

consumare con modalità che invece vedano<br />

al centro l’uomo, l’innocuità ed il senso del<br />

bello, del buono e del vero.<br />

Partendo dall’analisi delle situazioni <strong>di</strong>struttive<br />

presenti in tutti i settori dell’attività umana<br />

vogliamo arrivare a prospettare delle possibilità<br />

alternative e concrete rispetto alle attuali<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita, cominciando a realizzarle<br />

in pratica, mettendo in comunicazione e coor<strong>di</strong>nando<br />

tutte le forze sane che possono<br />

esistere sul territorio nazionale, e non solo.<br />

Questo è forse l’unico modo rimasto per riprendersi<br />

il pianeta e de<strong>di</strong>carlo alla vita, invece<br />

<strong>di</strong> lasciare che il male dell’uomo ed i<br />

suoi arroganti servitori, finiscano lo scempio.<br />

Ripren<strong>di</strong>amoci il pianeta, adesso, facciamolo<br />

insieme, facciamolo per consegnare un mondo<br />

vivibile ai bambini stupen<strong>di</strong> che stanno nascendo<br />

e si meritano la vita, invece <strong>di</strong> quello<br />

squallido surrogato che quegli alieni alienati<br />

che controllano il mondo vogliono obbligarci<br />

a sopportare.<br />

Teneteci d’occhio, a breve, se ci lasciano internet,<br />

www.ripren<strong>di</strong>amociilpianeta.it, ogni<br />

collaborazione, per la pace e l’innocuità, sarà<br />

ben accetta.<br />

<strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong>


Nei precedenti articoli abbiamo trattato come<br />

tema “<strong>Il</strong> relativismo antico e moderno” nei<br />

prossimi parleremo della “Conoscenza nella<br />

contestazione all’arroganza del potere”.<br />

Significativo esempio è l’eccentrico filosofo<br />

Bertrand Russell che in<strong>di</strong>ca, quale grande<br />

ostacolo alla gioia della vita, il frenetico ritmo<br />

<strong>di</strong> lavoro imposto all’umanità dall’insaziabile<br />

necessità <strong>di</strong> profitto delle classi al potere,<br />

quando oggi ci sarebbero gli strumenti per<br />

vivere bene, lavorando tutti meno e con maggior<br />

sod<strong>di</strong>sfazione.<br />

Bertrand Russel (1872- 1970) può essere<br />

considerato uno dei più gran<strong>di</strong> filosofi del novecento,<br />

a lui insieme a Whitehead si deve il<br />

tentativo <strong>di</strong> ridurre la matematica a pura logica<br />

partendo dagli assiomi <strong>di</strong> Peano sui numeri<br />

naturali, ricerca questa ricca <strong>di</strong> importanti e<br />

rivoluzionarie conseguenze nell’ambito della<br />

filosofia, ma la sua attività investe moltissimi<br />

campi, soprattutto appare <strong>di</strong> notevole<br />

importanza il suo impegno politico e sociale<br />

che lo ha portato spesso a contrastare l’autorità<br />

costituita fino al suo allontanamento nel<br />

1918 dall’Università <strong>di</strong> Cambridge nella quale<br />

insegnava ed al suo arresto con condanna a<br />

sei mesi <strong>di</strong> prigione, per le sue idee contrarie<br />

alla guerra. Divorziato clamorosamente due<br />

volte e sposato tre anche la sua vita privata<br />

è stata burrascosa, non priva <strong>di</strong> numerosi attacchi<br />

che gli sono valsi a New York, nel1940<br />

Conoscere la conoscenza<br />

Curatore: Andrea Innocenti<br />

BERTRAND RUSSELL<br />

E L’ELOGIO DELL’OZIO<br />

l’espulsione dalla scuola nella quale lavorava,<br />

con la pretestuosa accusa <strong>di</strong> insegnare dottrine<br />

dannose alla morale pubblica. Solo dopo il<br />

1949 cominciò ad avere un giusto riconoscimento<br />

con il Premio Nobel per la letteratura e<br />

l’attribuzione della più alta onorificenza inglese<br />

l’Order of Merit. Ancora alla fine degli anni<br />

sessanta ormai quasi centenario, alla testa dei<br />

giovani contestatori del sessantotto guidava<br />

le marce della pace che protestavano per la<br />

guerra degli Stati Uniti nel Vietnam ed a lui si<br />

deve l’istituzione del Tribunale, che prese il<br />

suo nome, per giu<strong>di</strong>care i crimini <strong>di</strong> guerra.<br />

Non è nostra intenzione esporre l’assai complesso<br />

pensiero <strong>di</strong> questo filosofo, ci preme<br />

soltanto trarre lo spunto per alcune considerazioni<br />

a partire da una sua raccolta <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorsi<br />

pubblici relativi al valore <strong>di</strong> una vita che sia<br />

imperniata sulla consapevolezza e sulla presenza<br />

a se stessi, cioè “sull’esserci”.<br />

Questa raccolta s’intitola “Elogio dell’ozio,<br />

che viene visto non come un momento <strong>di</strong><br />

completo deca<strong>di</strong>mento ed abbandono agli<br />

impulsi più negativi e tamasici della persona,<br />

ma una fase <strong>di</strong> arresto <strong>di</strong> quell’eccessivo zelo<br />

all’azione che l’organizzazione moderna della<br />

vita impone in funzione <strong>di</strong> un sapere volto<br />

esclusivamente al profitto, questa alienazione<br />

dal proprio vero essere sarà sostituita nel momento<br />

del riposo da un abito profondamente<br />

contemplativo della mente, dal quale nasce-<br />

7


8<br />

rà una pacata osservazione della vita priva<br />

<strong>di</strong> dogmi ed a-priori irrazionali. L’intolleranza<br />

ed il bigottismo sono una delle gran<strong>di</strong> cause<br />

dell’umana sofferenza e la società nella quale<br />

viviamo, con il suo frenetico stimolo al produrre<br />

ed al correre, nutrono ampiamente ambedue.<br />

La nevrosi e lo stress nei quali siamo<br />

immersi nascono proprio da questa spinta<br />

continua che le forze economiche, per ragioni<br />

<strong>di</strong> insaziabile profitto, tengono elevata.<br />

Russell arriva ad affermare, quasi paradossalmente,<br />

che il concetto del dovere sia stato un<br />

mezzo escogitato dalle classi al potere per indurre<br />

altri uomini a vivere per il loro interesse<br />

anziché per il proprio. Tutto ciò poi è stato abbondantemente<br />

camuffato con morali fasulle<br />

alle quali le varie chiese hanno portato grande<br />

contributo.<br />

“L’idea che il povero possa oziare ha sempre<br />

urtato i ricchi“ osserva con ironica arguzia il<br />

filosofo.<br />

I mezzi della tecnica moderna oggi potrebbero<br />

assicurare a tutta l’umanità un ampio<br />

sostentamento senza che la fatica per realizzarlo<br />

debba essere così coinvolgente e<br />

<strong>di</strong>struttiva. Che ci sia tanta <strong>di</strong>soccupazione a<br />

fronte <strong>di</strong> un lavoro faticoso per molti è spiegabile<br />

solamente con la grande ingiustizia<br />

economica che regna, per la quale solo una<br />

ristretta minoranza della popolazione, che<br />

spesso non lavora affatto, assorbe la grande<br />

parte della produzione totale.<br />

Un’umanità formata da persone che abbiano<br />

la loro giusta dose <strong>di</strong> tempo libero sarebbe<br />

certamente più serena e felice, tutti <strong>di</strong>verrebbero<br />

meno esigenti e tolleranti verso il prossimo,<br />

forse anche le guerre potrebbero perdere<br />

la loro ragione <strong>di</strong> essere, ma soprattutto<br />

una rinata forma <strong>di</strong> autoconsapevolezza porterebbe<br />

gli uomini a vivere sapendo <strong>di</strong> come<br />

vivere e dove andare, non ad essere come foglie<br />

trascinate dal vento dell’irrazionale. Proprio<br />

da lì, cioè da uno stato <strong>di</strong> serena osservazione<br />

e piacevole go<strong>di</strong>mento della vita può<br />

nascere la vera innocuità che certamente non<br />

può trovare alimento da ideologie ipocrite e<br />

falsamente sentimentali o da pseudoreligioni<br />

che hanno come vera motivazione il sostenere<br />

strutture economiche e <strong>di</strong> potere che non<br />

vogliono mollare i loro privilegi.<br />

Russell afferma però anche la necessità <strong>di</strong><br />

un’educazione non avulsa dal vero senso della<br />

vita, che stimolando alla gioia <strong>di</strong> vivere le<br />

persone risvegli l’interesse per tutto ciò che<br />

la vita stessa nelle sue infinite possibilità continuamente<br />

ripropone, abbandonando invece<br />

le pastoie dei vari fasulli idealismi.<br />

Questo può essere lo stimolo e l’ausilio che<br />

può venire da chi abbia in qualche modo realizzato<br />

la giusta capacità <strong>di</strong> valutazione della<br />

realtà onde poter evitare che l’uso del tempo<br />

libero non si trasformi in un inerte abbandono<br />

quale illusoria fuga dalla fatica che la natura<br />

con le sue leggi impone.<br />

In conclusione possiamo <strong>di</strong>re che un moderato<br />

tempo <strong>di</strong> lavoro permette quel sano approccio<br />

alla vita quale quello <strong>di</strong> commensali<br />

equilibrati, che si siedono con appetito ad un<br />

banchetto, vi si immergono con piacere, e si<br />

fermano quando hanno raggiunto la sazietà,<br />

questa è la vera gioia <strong>di</strong> vivere che nel “Qui<br />

ed ora” permette <strong>di</strong> realizzare la possibile<br />

umana felicità.<br />

Come ultima osservazione trovo giusto precisare<br />

che il senso dell’articolo non è assolutamente<br />

l’invito al non agire, perché l’evoluzione<br />

della coscienza non può che passare<br />

dall’esperienza, quin<strong>di</strong> dall’immersione nella<br />

vita che solo il fare realizza concretamente.<br />

Andrea Innocenti


Esistono dei principi fondamentali dell’educazione<br />

universale, che sono uguali per ogni<br />

Paese. Questi principi base dell’educazione<br />

devono venire espressi in maniera, per<br />

quanto possibile, semplice e or<strong>di</strong>nata. Sicuramente<br />

posso affermare che più s’impara<br />

più si aggiunge e si mo<strong>di</strong>fica materiale: io<br />

ad esempio posso <strong>di</strong>re <strong>di</strong> non avere ancora<br />

raggiunto il mio pensiero definitivo sui principi<br />

fondamentali educativi, i quali crescono<br />

e si ampliano ad ogni esperienza che compio.<br />

Mi sento molto sperimentatrice, perciò<br />

è mio desiderio che questi articoli possano<br />

forgiare, fare riflettere e fare sperimentare<br />

coloro che li leggono. Sicuramente in seguito<br />

a quanto stu<strong>di</strong>ato e sperimentato in tutti questi<br />

anni, mi sento <strong>di</strong> affermare che i principi<br />

che presento possano essere d’applicazione<br />

universale.<br />

<strong>Il</strong> significato dell’educazione può essere il<br />

conseguimento <strong>di</strong> un vivere completo, che<br />

significa il pieno adempimento, nell’interezza<br />

del tempo. Noi possiamo comprendere<br />

in modo molto più ampio per mezzo delle<br />

nostre percezioni, che sono sempre più in<br />

via d’evoluzione. Mi piace in modo particolare<br />

ripetere spesso che l’educazione è vita<br />

e che la vita è educazione. La vita altro non<br />

è che il pulsare della qualità dell’Anima che<br />

sperimenta: il pulsare è la conoscenza che<br />

tiene viva la Vita. <strong>Il</strong> vivere completo significa<br />

Educare per la consapevolezza<br />

Curatore: Anna Grazia Fiorani<br />

I CAPISALDI DELL’EDUCAZIONE<br />

il sod<strong>di</strong>sfacimento completo del Dharma, termine<br />

sanscrito che significa perfetta reazione<br />

dell’uomo al suo ambiente: la vita consiste<br />

nel reagire adeguatamente in modo logico,<br />

cioè delicato e creativo, alle complessità varie<br />

che troviamo nelle situazioni che viviamo.<br />

Lo stesso Einstein affermava che la funzione<br />

dell’educazione è quella <strong>di</strong> aiutare il bambino<br />

a reagire delicatamente alla vita.<br />

Per capire la natura del vivere integro o completo<br />

per noi esseri umani si deve conoscere<br />

la natura, che porta al significato del vivere integro,<br />

e che ritroviamo come manifestazione<br />

evidente nei vari regni <strong>di</strong> natura. L’educazione<br />

avviene in ogni tempo e luogo nei vari regni<br />

<strong>di</strong> natura minerale, vegetale, animale, umano<br />

e per ultimo, ma non meno importante, nel<br />

regno dell’anima. L’evoluzione è una scala,<br />

ogni regno <strong>di</strong> natura è un gra<strong>di</strong>no <strong>di</strong> questa<br />

scala, e l’educazione è un mezzo attraverso<br />

il quale si procede da un gra<strong>di</strong>no all’altro: noi<br />

impariamo a porre i pie<strong>di</strong> fermamente su ciascun<br />

piolo.<br />

Allora si può <strong>di</strong>re con metafore esoteriche che<br />

l’educazione nel regno minerale è il preparare<br />

la coscienza assopita a sognare la Vita <strong>di</strong> Dio,<br />

l’educazione nel regno vegetale è preparare<br />

la coscienza sognante a sentire la Vita <strong>di</strong> Dio,<br />

l’educazione nel regno animale è preparare la<br />

coscienza senziente a conoscere la Vita <strong>di</strong> Dio,<br />

l’educazione nel regno umano è il preparare la<br />

9


10<br />

coscienza “conoscente” a identificarsi con la<br />

Vita <strong>di</strong> Dio.<br />

Siamo degli Dei in evoluzione, il fuoco <strong>di</strong> Dio<br />

ha emanato delle scintille che devono attraversare<br />

un processo <strong>di</strong> conoscenza affinché<br />

possano <strong>di</strong>vampare in fiamma, a somiglianza<br />

dell’eterna Fiamma da cui sono state generate.<br />

Alla base dei fini educativi troviamo tre<br />

principi fondamentali dell’essere: AMORE,<br />

SAGGEZZA, VOLONTÀ. Da questi vengono<br />

emanati i principi base dell’educazione in tutti<br />

i regni <strong>di</strong> natura. Questi principi li possiamo applicare<br />

all’educazione come educazione del regno<br />

umano, e alle nostre istituzioni educative.<br />

Possiamo quin<strong>di</strong> affermare che l’educazione<br />

è Saggezza, Amore e Volontà, e che questi<br />

non sono altro che attributi espressi da Dio.<br />

Voglio portarvi alla scoperta della parola Amore;<br />

significa ban<strong>di</strong>re la paura e con essa i timori<br />

inerenti come <strong>di</strong>sperazione, depressione, dubbio,<br />

o<strong>di</strong>o, sospetto, sfiducia. Dobbiamo ban<strong>di</strong>re<br />

ogni senso contrario alla fratellanza e ogni<br />

senso <strong>di</strong> separatività. Si deve stimolare la crescita<br />

dello sviluppo della comprensione verso<br />

gli altri, della simpatia, del rispetto reciproco,<br />

della reverenza verso i superiori, che non sono<br />

altro che coloro che hanno un’esperienza maggiore<br />

<strong>di</strong> noi attraverso la quale possiamo crescere.<br />

Dobbiamo stimolare la buona volontà<br />

che si espande in affezione vera verso i propri<br />

simili, la tenerezza, la compassione verso chi<br />

è più giovane, dal punto <strong>di</strong> vista della conoscenza,<br />

degli anni o dell’evoluzione. Si passa<br />

in questo modo dall’egoismo all’altruismo: in<br />

altri termini, cresce in intensità il bisogno <strong>di</strong><br />

essere felici con gli altri e l’impossibilità <strong>di</strong> essere<br />

felici a spese altrui.<br />

Scopriamo insieme il significato della parola<br />

Saggezza; significa invece ban<strong>di</strong>re l’ignoranza<br />

e il dubbio: man mano che si acquista la<br />

conoscenza intima del vero proposito della<br />

saggezza si è in grado <strong>di</strong> abbandonare quel<br />

senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>samore fraterno. L’uso crescente<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>scernere tra il bene e il male, fra ciò che è<br />

più importante e ciò che è meno importante,<br />

porta allo sviluppo della coscienza, alla comprensione<br />

crescente del piano <strong>di</strong>vino in rapporto<br />

all’in<strong>di</strong>viduo e all’ambiente in cui si vive.<br />

I fatti della conoscenza per come si presentano<br />

a noi attraverso l’istruzione o<strong>di</strong>erna che si<br />

impartisce nelle scuole e nelle Università sono<br />

da considerarsi più come mezzi per guadagnare<br />

vantaggio sopra agli altri che come prova<br />

del compiersi graduale del Piano <strong>di</strong> Dio per il<br />

suo Mondo, quin<strong>di</strong> come mezzo per servire gli<br />

altri.<br />

Come ultima scoperta vi voglio portare alla conoscenza<br />

del significato della parola Verità; significa<br />

infine ban<strong>di</strong>re l’in<strong>di</strong>fferenza che ci libera<br />

dal senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>samore fraterno man mano<br />

che si acquista la coscienza intima della vera<br />

facoltà del potere, me<strong>di</strong>ante l’uso e l’abuso<br />

dello stesso. Lo sviluppo avviene con propositi<br />

eccelsi, affinché Amore e Saggezza possano<br />

operare per i loro fini perfetti: fermezza d’intenti,<br />

determinazione, coraggio, inflessibilità,<br />

unità <strong>di</strong> propositi, con<strong>di</strong>scendenza sono attività<br />

sostenute da Amore e Saggezza perché<br />

basate sopra <strong>di</strong> esse.<br />

Questi principi sostengono la parola Educazione,<br />

un’Educazione per il presente e per<br />

il futuro. Certo nell’educazione ora il posto<br />

dell’Amore è invaso dal timore; il posto della<br />

Saggezza è retto dal sapere che cerca per il<br />

proprio profitto; il posto della Volontà è preceduto<br />

dall’orgoglio che si esprime in termini<br />

<strong>di</strong> competizione e <strong>di</strong> aggressività. Penso che<br />

per uscire da un simile stato <strong>di</strong> cose si debba<br />

esprimere attraverso l’attività un valore <strong>di</strong> servizio,<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> semplicità e <strong>di</strong> dominio <strong>di</strong> sé


<strong>di</strong>verso da come l’umanità lo esprime ora.<br />

<strong>Il</strong> Servizio è preparazione all’educazione, il suo<br />

obiettivo è rappresentato nell’aspetto Attività<br />

che sfocia nell’Amore; si deve esprimere con<br />

buona volontà e compassione. L’Amore rappresenta<br />

il cuore e l’Anima del Servizio. Lo<br />

Stu<strong>di</strong>o rappresenta l’aspetto <strong>di</strong> Saggezza. La<br />

Semplicità e il Controllo rappresentano il potere<br />

del Servizio, l’aspetto del potere <strong>di</strong> Dio:<br />

senza <strong>di</strong> essi regna solo anarchia.<br />

Come semplicità della vita, che non deve<br />

essere intesa come superficialità, si possono<br />

intendere i mo<strong>di</strong>, le abitu<strong>di</strong>ni che abbiamo,<br />

per esempio, nel mangiare, nel vestirci,<br />

nell’assunzione regolare del cibo e delle giuste<br />

ore <strong>di</strong> sonno. Questo ci porta alla mente<br />

la semplicità iniziale della vita del bambino,<br />

all’importanza che ricopre per una buona crescita<br />

l’acquisizione <strong>di</strong> un ritmo che governi<br />

tutte le sue attività. Questa semplicità permette<br />

alle energie entrostanti <strong>di</strong> essere incanalate<br />

e utilizzate al meglio.<br />

Tra il conoscere e il <strong>di</strong>venire esiste la necessità<br />

<strong>di</strong> sperimentare, paragonabile allo sbocciare<br />

<strong>di</strong> un fiore, opportunamente seminato con<br />

tempi e mo<strong>di</strong> adeguati. Attraverso l’educazione,<br />

l’anima sperimenta e si espande, acquisendo<br />

la capacità <strong>di</strong> vivere determinati sta<strong>di</strong>,<br />

come la scoperta <strong>di</strong> se stessi, l’asserzione<br />

<strong>di</strong> sé, l’autosacrificio, l’abbandono <strong>di</strong> sé e la<br />

realizzazione <strong>di</strong> sé. Noi viviamo soli, mentre<br />

potremmo vivere come una famiglia felice,<br />

anche se allargata. Lo spirito della Fratellanza<br />

è parte dell’evoluzione della crescita umana:<br />

si pensi al periodo dell’adolescenza, quando il<br />

ragazzo dalla famiglia ristretta, che gli ha dato<br />

i natali, sperimenta, come normale tappa evolutiva,<br />

il gruppo, il quale rappresenta la possibilità<br />

<strong>di</strong> fare esperienze e con<strong>di</strong>videre spazi;<br />

quanta potenza positiva esiste in latenza, che<br />

deve essere necessariamente espressa in<br />

questo periodo naturale della vita.<br />

Oggigiorno gli avvenimenti si susseguono<br />

molto velocemente e sembrano prevalere<br />

concetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione, ed il potenziale è apparentemente<br />

espresso in negativo; ma se<br />

sapremo osservare con intelligenza, comprenderemo<br />

che ciò che è in latenza troverà il<br />

modo <strong>di</strong> sbocciare, potendo così raccogliere<br />

la nostra vera natura, che è Amore.<br />

Anna Grazia Fiorani<br />

11


12<br />

In una società come l’attuale in cui la coscienza<br />

collettiva è esposta costantemente a o<strong>di</strong>o,<br />

violenza, avi<strong>di</strong>tà e paura, sembra un paradosso<br />

parlare della possibilità che abbiamo <strong>di</strong> realizzare<br />

e sperimentare la gioia nella nostra vita.<br />

Dove tutto sembra esprimere esclusivamente<br />

sofferenza, conflitti e lacerazione appare <strong>di</strong>fficilmente<br />

cre<strong>di</strong>bile tale affermazione.<br />

Tutti abbiamo sperimentato e sperimentiamo<br />

che il dolore fa parte della vita. D’altronde lo<br />

stesso Buddha ha sostenuto la verità della<br />

sofferenza. Egli però ha anche affermato che<br />

la sofferenza ha una causa, che è possibile<br />

smettere <strong>di</strong> soffrire ed ha in<strong>di</strong>cato la via da<br />

percorrere per superare la propria sofferenza.<br />

Dietro queste affermazioni si cela la concezione<br />

che sta a noi, alla nostra volontà e <strong>di</strong>sponibilità,<br />

ma anche capacità (perché bisogna<br />

<strong>di</strong>ventare abili in tal senso) sintonizzarci<br />

con una percezione <strong>di</strong>versa, più positiva e,<br />

allo stesso tempo, più lieve e più profonda,<br />

che ci avvicina alla vera natura della vita. É<br />

la nostra visione limitata, la nostra ignoranza<br />

a farci percepire la densità della materia e la<br />

sgradevolezza ad essa collegata, anziché la<br />

leggerezza della luce spirituale e l’armonia ad<br />

essa collegata.<br />

L’origine spirituale della gioia deriva dal fatto<br />

che uno degli attributi fondamentali dello<br />

Spirito, che tutto adombra, è la beatitu<strong>di</strong>ne,<br />

come già altrove abbiamo ricordato.<br />

Letteratura e spiritualità<br />

Curatore: Anna To<strong>di</strong>sco<br />

LA GIOIA: UNA SAGGEZZA<br />

SPECIALE<br />

Questa <strong>di</strong>vina beatitu<strong>di</strong>ne, manifestandosi<br />

nella nostra in<strong>di</strong>vidualità spirituale, nel nostro<br />

Io superiore, assume un carattere <strong>di</strong> pura letizia,<br />

poi, scendendo via via ai vari livelli della<br />

personalità, si attenua, si rifrange, si mescola<br />

con altri elementi. Si hanno così le gioie e<br />

sod<strong>di</strong>sfazioni umane <strong>di</strong> vario genere, grado e<br />

valore […]<br />

Purtroppo l’uomo con il suo egoismo, con la<br />

sua avi<strong>di</strong>tà, col suo senso <strong>di</strong> attaccamento,<br />

ha contaminato la purezza e la naturalezza<br />

originaria della gioia e del piacere e ha creato<br />

una quantità <strong>di</strong> eccessi, <strong>di</strong> perversioni e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sarmonie,<br />

che sono fonti <strong>di</strong> male e <strong>di</strong> dolore.<br />

[…]<br />

La natura superiore reale dell’uomo può venire<br />

momentaneamente addormentata e paralizzata,<br />

ma non può venire <strong>di</strong>strutta; […] Essa<br />

dà, a chi la <strong>di</strong>mentica o rinnega, un senso <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sagio, <strong>di</strong> irrequietezza, […] che l’uomo tenta<br />

<strong>di</strong> far tacere gettandosi all’esterno, nella ridda<br />

dell’attività frenetica… ma invano. […]<br />

La letizia spirituale ha caratteri suoi propri<br />

che la <strong>di</strong>stinguono nettamente dalle altre gioie.<br />

Essa è permeata <strong>di</strong> pace, <strong>di</strong> sicurezza, <strong>di</strong><br />

appagamento completo che manca ai piaceri<br />

tumultuosi, alle ebbrezze violente <strong>di</strong> altra<br />

specie. […]<br />

Infine, mentre i piaceri egoistici tendono a<br />

separarci dagli altri, a farci <strong>di</strong>menticare tutto,<br />

chiusi e assorti ad assaporare le nostre piccole


sod<strong>di</strong>sfazioni personali, […] la vera letizia è per<br />

natura espansiva, rende più buoni e compassionevoli,<br />

ispira l’ardente desiderio <strong>di</strong> far partecipare<br />

anche gli altri alla propria gioia. […]<br />

Ma la letizia spirituale non è soltanto buona, lecita,<br />

elevata; è anche un vero e preciso dovere.<br />

[… ] L’umanità, tormentata da mille paure,<br />

da continui dubbi, cerca la gioia ed è attirata<br />

irresistibilmente verso chi con la propria vita,<br />

con la propria irra<strong>di</strong>azione mostri <strong>di</strong> aver raggiunto<br />

un centro <strong>di</strong> calma, <strong>di</strong> armonia, <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione.<br />

[...] Quin<strong>di</strong> la gioia è un dovere1 .<br />

Tuttavia non è facile essere gioiosi. Molti<br />

sono gli ostacoli da cui ci facciamo con<strong>di</strong>zionare.<br />

Primo fra tutti è il nostro atteggiamento<br />

<strong>di</strong> fronte agli eventi della vita che noi sentiamo<br />

come avversi: la ribellione che acuisce il<br />

dolore. Anche un certo attaccamento alla <strong>di</strong>struttività<br />

ci fa preferire talvolta il permanere<br />

in uno stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, irritante e insano.<br />

Altro ostacolo alla gioia è l’essere esigenti,<br />

l’avere pretese nei confronti degli altri e della<br />

vita, atteggiamento che si trasforma automaticamente<br />

in lamento e recriminazione perché<br />

noi subiamo gli errori degli altri e le ingiustizie<br />

della vita. Guariremo da questa modalità nel<br />

momento in cui riusciremo ad assumerci la<br />

responsabilità delle cause della nostra infelicità:<br />

allora la consapevolezza che noi agiamo<br />

sempre e comunque avrà sostituito l’illusione<br />

che subiamo gli eventi che ci fanno soffrire.<br />

Inoltre, il prendersi troppo sul serio, il soffermarsi<br />

sull’aspetto tragico della vita impe<strong>di</strong>scono<br />

<strong>di</strong> sdrammatizzare e ri<strong>di</strong>mensionare la<br />

gravità degli eventi e ci tolgono il gusto <strong>di</strong> una<br />

visione umoristica delle circostanze.<br />

In effetti <strong>di</strong>etro tutti questi ostacoli se ne nasconde<br />

uno in particolare: l’egoismo. Questo<br />

è una malattia generata dalla paura dell’apparente<br />

minaccia del mondo e dalla sfiducia in<br />

se stessi. Ma, come abbiamo già affermato,<br />

il mondo è fondamentalmente buono e bello<br />

e l’esistenza preziosa, ed il contattare tale<br />

bontà basilare ci dà il coraggio <strong>di</strong> uscire dal<br />

bozzolo e aprirci agli altri, godendo delle cose<br />

migliori che la vita ci offre.<br />

Può darsi che non si sia in grado <strong>di</strong> donare molto,<br />

però possiamo sempre donare la gioia<br />

Un cuore gioioso è il normale risultato<br />

<strong>di</strong> un cuore che arde d’amore.<br />

La gioia non è semplicemente una questione<br />

<strong>di</strong> temperamento,<br />

è sempre <strong>di</strong>fficile mantenersi gioiosi:<br />

una ragione <strong>di</strong> più per dover cercare <strong>di</strong> attingere<br />

alla gioia e farla crescere nei nostri cuori.<br />

La gioia è preghiera; la gioia è forza; la gioia<br />

è amore.<br />

E più dona chi dona con gioia.<br />

Ai bimbi e ai poveri, a tutti coloro che soffrono<br />

e sono soli,<br />

donate loro sempre un gaio sorriso;<br />

donate loro non solo le vostre premure, ma<br />

anche il vostro cuore.<br />

che scaturisce da un cuore colmo d’amore.<br />

Se nel vostro lavoro incontrate <strong>di</strong>fficoltà e le<br />

accettate con gioia,<br />

con un largo sorriso, in ciò, al pari <strong>di</strong> molte<br />

altre cose,<br />

vedrete le vostre opere buone.<br />

E il modo migliore per <strong>di</strong>mostrare la vostra<br />

gratitu<strong>di</strong>ne<br />

consiste nell’accettare ogni cosa con gioia.<br />

Se sarete colmi <strong>di</strong> gioia, la gioia risplenderà<br />

nei vostri occhi<br />

e nel vostro aspetto, nella vostra conversazione<br />

e nel vostro appagamento.<br />

Non sarete in grado <strong>di</strong> nasconderla poiché la<br />

gioia trabocca.<br />

La gioia è assai contagiosa.<br />

Cercate, perciò, <strong>di</strong> essere sempre<br />

13


14<br />

traboccanti <strong>di</strong> gioia dovunque an<strong>di</strong>ate.<br />

La gioia dev’essere uno dei car<strong>di</strong>ni della nostra<br />

vita.<br />

È il pegno <strong>di</strong> una personalità generosa.<br />

A volte è altresì un manto che avvolge<br />

una vita <strong>di</strong> sacrificio e <strong>di</strong> donazione <strong>di</strong> sé.<br />

Una persona che possiede questa dote spesso<br />

raggiunge alti vertici.<br />

Splende come un sole in seno a una comunità.<br />

Che Dio vi renda in amore tutto l’amore che<br />

avete donato<br />

o tutta la gioia e la pace che avete seminato<br />

attorno a voi,<br />

da un capo all’altro del mondo2 .<br />

Se noi impariamo a rispettare la <strong>di</strong>gnità e la<br />

sacralità della vita e improntiamo la nostra<br />

alla saggezza e al coraggio, che è l’esatto<br />

contrario dell’egoismo, creiamo le con<strong>di</strong>zioni<br />

per una esistenza sana, in cui la gioia è una<br />

naturale conseguenza, nonostante gli alti e<br />

bassi della vita personale.<br />

I raggi <strong>di</strong> luce vengono verso <strong>di</strong> voi e sembrano<br />

<strong>di</strong> creare una sorta <strong>di</strong> sentiero su cui camminare<br />

[…]<br />

un’atmosfera in cui potete continuamente<br />

andare avanti, ricaricarvi <strong>di</strong> energia in ogni<br />

momento. La vostra intera vita sta continuamente<br />

avanzando anche se state facendo,<br />

qualcosa <strong>di</strong> molto ripetitivo come lavorare in<br />

una fabbrica o in un bar. Qualsiasi cosa stiate<br />

facendo, ogni attimo <strong>di</strong> ogni ora è un capitolo<br />

nuovo […]<br />

<strong>Il</strong> mondo che ruota attorno al guerriero è<br />

quello che è, […]. [Questo approccio - NdA]<br />

fornisce i mezzi per usufruire nel modo più<br />

pieno possibile della vostra vita 3 .<br />

Sintonizzarsi con l’or<strong>di</strong>ne spontaneo che esiste<br />

nel mondo non può che restituire senso<br />

e compiutezza a noi stessi, al mondo, all’esi-<br />

stenza.<br />

Quin<strong>di</strong> la Gioia è una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> libertà e<br />

leggerezza. La Gioia è uno stato d’animo “positivo”<br />

che genera ottimismo e attrae forze<br />

benefiche.<br />

La Gioia non è esaltazione emotiva perché<br />

questa <strong>di</strong>pende dagli eventi, anche se è una<br />

sua sottonota. La Gioia è come il Sole che<br />

rotea su se stesso e genera calore, perché<br />

un cuore gioioso riscalda e aiuta a rischiarare<br />

il grigiore della sofferenza. Un ente che vibra<br />

Gioia è una bene<strong>di</strong>zione per il creato che risponde<br />

con le sue note; si viene così a generare<br />

un’ Armonia della quale beneficiano tutti<br />

coloro che si accostano alla sfera <strong>di</strong> azione <strong>di</strong><br />

questo ente. .[…]<br />

Se un <strong>di</strong>scepolo sa gioire saprà essere leggero<br />

e potrà volare e in tal modo la Via sarà<br />

meno accidentata e meno ardua.<br />

La Gioia è la Forza che ci sospinge e ci fa “incedere<br />

con soavità” 4 .<br />

Anna To<strong>di</strong>sco<br />

1<br />

R. ASSAGGIOLI, Lo sviluppo transpersonale,<br />

Ubali<strong>di</strong>ni, Roma, 1988<br />

2<br />

TERESA DI CALCUTTA, Nel cuore del mondo,<br />

Rizzoli, Milano,1991<br />

3 C. TRUNGPA, Shambhala, la via sacra del<br />

guerriero, Ubali<strong>di</strong>ni, Roma, 1984<br />

4 «Vidya», settembre 2000, pp. 13-14


Ci sono, all’interno del mondo fitoterapico,<br />

principi attivi che generano sull’organismo effetti<br />

pressoché identici per forza e intensità:<br />

tra questi troviamo gli alcaloi<strong>di</strong> e i glicosi<strong>di</strong>, e<br />

non a caso, nonostante i siti d’azione siano<br />

molto <strong>di</strong>versi, troviamo spesso complessi<br />

composti dai due principi attivi che si trovano<br />

legati tra <strong>di</strong> loro e tali da creare un terzo e<br />

nuovo composto dal nome <strong>di</strong> glucoalcaloide,<br />

con attività specifica e caratteristica. Degli alcaloi<strong>di</strong><br />

si è già parlato nel precedente articolo,<br />

mentre nel mondo dei glicosi<strong>di</strong> ci addentreremo<br />

ora, per scoprire cosa ci può essere<br />

tra le pieghe della forma <strong>di</strong> questa classe <strong>di</strong><br />

principi attivi. I glicosi<strong>di</strong>, per <strong>di</strong>rla semplicemente,<br />

sono sostanze composte da un carboidrato<br />

(denominato chimicamente glicone)<br />

ed una molecola a lui legata, che prende il<br />

nome generico <strong>di</strong> aglicone (possono trattarsi<br />

davvero <strong>di</strong> tante strutture <strong>di</strong>verse tra loro, ma<br />

li vedremo per gra<strong>di</strong>). I glicosi<strong>di</strong> o glucosi<strong>di</strong><br />

(se lo zucchero è il glucosio) sono molecole<br />

biologicamente molto attive; si trovano<br />

anch’essi come metaboliti secondari, e non<br />

è chiaro quale sia il ruolo che ricoprono nella<br />

pianta stessa dal punto <strong>di</strong> vista prettamente<br />

botanico. Sono tante, all’interno della struttura<br />

vegetale, le “mansioni” da esplicare, e<br />

i glucosi<strong>di</strong> per questo si danno parecchio da<br />

fare! In primis c’è la famiglia dei glicosi<strong>di</strong> iridoi<strong>di</strong>:<br />

sono principi attivi che, oltre alla parte<br />

Fitoterapia energetica<br />

Curatore: Donatella Donati<br />

LA FAMIGLIA DEI GLICOSIDI:<br />

UNA VISIONE NUOVA DELLA<br />

LORO ATTIVITÀ BIOCHIMICA<br />

zuccherina, hanno un nucleo definito iridoide,<br />

il cui nome deriva dalle formiche australiane<br />

nelle quali per primi sono stati trovati questi<br />

glicosi<strong>di</strong>. Essi si trovano in piante delle famiglie<br />

Gentianacee, Scrophulariaceae e Rubiaceae.<br />

Sono tra i principi attivi più amari che<br />

la pianta produca, ed è strano pensare che<br />

ciò che potenzialmente potrebbe essere dolce<br />

<strong>di</strong>venti amaro... ma lo zucchero viene a<br />

tal punto alterato e stravolto che genera un<br />

rifiuto in chi lo avvicina e lo assaggia, tale da<br />

<strong>di</strong>ventare un’ottima arma <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa per i predatori<br />

della pianta in questione.<br />

I glicosi<strong>di</strong> iridoi<strong>di</strong> hanno attività eupeptica (<strong>di</strong>gestiva)<br />

e febbrifuga, oltre a potenti caratteristiche<br />

antinfiammatorie e antireumatiche.<br />

Tra i potenti <strong>di</strong>gestivi ed aperitivi troviamo la<br />

Genziana (Gentiana Lutea) che richiama per<br />

analogia (ha fiori gialli) le attività <strong>di</strong>gestive ed<br />

epatiche per cui effettivamente viene usata:<br />

anche nella me<strong>di</strong>cina cinese si usa per curare<br />

i sintomi legati alle <strong>di</strong>sfunzioni del fegato e<br />

della vescicola biliare. Un’altra famosissima<br />

pianta contenente glicosi<strong>di</strong> iridoi<strong>di</strong> è l’Artiglio<br />

del <strong>di</strong>avolo (Harpagophytum procumbens),<br />

che prende questo terrificante nome dal<br />

fatto che gli animali che ingeriscono questa<br />

ra<strong>di</strong>ce muoiono tra atroci convulsioni. Viene,<br />

nell’uomo, usata abitualmente per tutti i dolori<br />

reumatici, per le forme infiammatorie, soprattutto<br />

croniche e degenerative del sistema<br />

15


16<br />

locomotore <strong>di</strong> cui riduce anche il dolore con<br />

attività analgesica. Che la pianta li sintetizzi<br />

proprio per alleviare il suo <strong>di</strong> dolore? La sua <strong>di</strong><br />

infiammazione? E per <strong>di</strong>gerire meglio i propri<br />

prodotti <strong>di</strong> scarto? Sembra un’assur<strong>di</strong>tà pensare<br />

che le piante soffrano e provino dolore,<br />

ma a noi chi dà la certezza che loro nella loro<br />

gamma percettiva non sentano dolore proprio<br />

quanto noi? Dobbiamo essere sempre e<br />

solo gli unici in tutto, nel bene e nel male? Se<br />

per ogni veleno esiste il proprio antidoto, se<br />

tutto deve avere un equilibrio e niente davvero<br />

succede a caso, possiamo anche non<br />

escludere un modo specifico <strong>di</strong> autoguarigione<br />

delle piante.<br />

Altri glicosi<strong>di</strong> <strong>di</strong> importanza me<strong>di</strong>ca sono quelli<br />

car<strong>di</strong>aci, usati esclusivamente dai sanitari perché<br />

tossici a bassissime concentrazioni; essi<br />

derivano da piante come la Digitale (Digitalis<br />

purpurea) e il Mughetto (Convallaria maialis);<br />

la loro attività consiste nel rinforzare la forza<br />

contrattile del cuore, e infatti vengono usati<br />

nell’insufficienza car<strong>di</strong>aca sistolica.<br />

In una ricerca <strong>di</strong> pochi decenni fa si è vista la<br />

presenza, in alcuni <strong>di</strong>stretti del nostro organismo,<br />

<strong>di</strong> molecole endogene che funzionano<br />

allo stesso modo dei glicosi<strong>di</strong> <strong>di</strong>gitatici, occupando<br />

gli stessi siti recettoriali. Che la pianta<br />

anche in questo caso produca, oltre che<br />

per <strong>di</strong>fesa, una sostanza che la sostiene e le<br />

rende possibile il controllo <strong>di</strong> alcuni scambi<br />

mineralici? Che il nostro fisico sia, in potenza,<br />

capace <strong>di</strong> produrre dei glicosi<strong>di</strong>, come<br />

sostanze a lui necessarie? Se quella è la via<br />

preferenziale e la necessità del momento,<br />

perché no...!<br />

Altri esempi <strong>di</strong> glicosi<strong>di</strong> sono le cumarine:<br />

composti costituiti dalla cumarina e dal famoso<br />

zucchero; sono sostanze che troviamo<br />

nella Pilosella (Hieracium pilosella), in cui<br />

esplicano azione antibiotica, e nel gettonato<br />

Ippocastano (Asculusus ippocastanum), in cui<br />

trasmettono l’attività protettiva nei confronti<br />

delle pareti vasali venose. Infine, queste cumarine<br />

si trovano anche nelle comunissime<br />

lavanda (Lavandula Angustifoglia) e camomilla<br />

(Camomilla Matricaria), in cui hanno,<br />

nell’organismo umano, attività spasmolitica<br />

e riducono i dolori addominali. E se la “famiglia”<br />

dei glicosi<strong>di</strong> stesse proprio a capo <strong>di</strong><br />

quelle attività <strong>di</strong> controllo ed inibizione dei <strong>di</strong>versi<br />

composti enzimatici anche a livello della<br />

cellula vegetale? Sembra banale, ma tutto<br />

prende il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> una grande e complessa<br />

vita, rappresentata da movimento ed elasticità,<br />

specificità e finalità precise, come una<br />

grande rete <strong>di</strong> legami che danza a ritmo del<br />

pulsare vitale, dove le molecole aggiungono<br />

una nota e la tolgono in ogni reazione, così da<br />

creare ritmi <strong>di</strong>versi che noi, molto semplicemente,<br />

chiamiamo vita.<br />

Donatella Donati


“Raccogli ciò che è sparso<br />

in quel luogo senza gioia<br />

Rettifica il guasto interiore<br />

E vola verso il Fuoco della Pienezza”<br />

In questa affermazione alchemica è sintetizzato<br />

il frutto <strong>di</strong> un percorso interiore che la<br />

Scuola Energheia intende proporre ai propri<br />

can<strong>di</strong>dati. La realtà umana è certamente largamente<br />

permeata dalla sofferenza e questo<br />

lo si può osservare ovunque intorno a<br />

noi. Distruzione e contrapposizione <strong>di</strong>laganti<br />

sono il frutto della drammatica <strong>di</strong>visione delle<br />

coscienze che, se da una parte sono imprigionate<br />

in circoli viziosi ed in giochi nevrotici,<br />

dall’altra aspirano all’unità, a modelli più innocui<br />

e luminosi ed in armonia con ciò che le<br />

circonda.<br />

Da questo atavico conflitto scaturisce la sofferenza<br />

<strong>di</strong> chi, da una parte aspira ad un nuovo<br />

che vagamente percepisce, ma dall’altra,<br />

all’atto pratico, non ha gli strumenti a <strong>di</strong>sposizione<br />

per poter effettivamente mo<strong>di</strong>ficare<br />

quello stato <strong>di</strong> cose: “come posso conoscere<br />

le forze che mi con<strong>di</strong>zionano?” “come posso<br />

cambiare le <strong>di</strong>namiche nelle quali sono imprigionato?”<br />

“come posso affermare quella<br />

luce che vagamente percepisco ed alla quale<br />

aspiro?”.<br />

La scuola nasce essenzialmente come risposta<br />

a questo tipo <strong>di</strong> domande; sono le doman-<br />

Nuovo insegnamento esoterico<br />

Curatore: Fabio Ricchetti<br />

ENERGHEIA: ALCHIMIA<br />

INTERIORE E GIOIA DEL FARE<br />

de <strong>di</strong> una umanità che cerca affannosamente<br />

strumenti scientifici che le permettano <strong>di</strong><br />

conoscere se stessa. Sono domande che<br />

evidenziano il bisogno <strong>di</strong> un nuovo tipo <strong>di</strong> spiritualità<br />

che deve necessariamente trovare la<br />

propria attuazione nella vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />

Ed il lavoro nella scuola, come qualsiasi serio<br />

lavoro esoterico, inizia proprio dal riconoscimento<br />

<strong>di</strong> quelle <strong>di</strong>namiche negative che<br />

con<strong>di</strong>zionano i nostri rapporti e determinano<br />

pertanto la nostra posizione nella vita. Questo<br />

“lavoro in negativo” - la nigredo alchemica<br />

- è <strong>di</strong> fatto insostituibile e prezioso; è la<br />

katabasis, la “<strong>di</strong>scesa agli inferi”, il percorso<br />

che qualunque aspirante deve percorrere per<br />

conoscere tutto ciò che alberga all’interno del<br />

campo <strong>di</strong> coscienza, <strong>di</strong>etro l’apparenza delle<br />

maschere… nessuno infatti può crescere spiritualmente<br />

se non affronta i lati nascosti <strong>di</strong><br />

sé; proprio in quelle parti, in quei nuclei energetici<br />

<strong>di</strong>storti, sono imprigionate le nostre<br />

qualità <strong>di</strong>vine latenti, tutta la nostra creatività<br />

non manifesta… in altre parole: le qualità della<br />

nostra Anima.<br />

Questa parte del lavoro esoterico è quella<br />

che troppo spesso viene evitata da un certo<br />

tipo <strong>di</strong> spiritualità oggi molto <strong>di</strong>ffusa. In questo<br />

caso il risultato è una crescita illusoria che<br />

porta a indossare sempre nuove maschere<br />

sui no<strong>di</strong> della personalità in realtà non affrontati<br />

e <strong>di</strong> fatto irrisolti. Ma tale atteggiamento<br />

17


18<br />

esteriore non può reggere e prima o poi viene<br />

smascherato dagli acca<strong>di</strong>menti della vita perché<br />

irreale e non fondato sulla realtà sostanziale<br />

dei fatti.<br />

Come si attua quin<strong>di</strong> la <strong>di</strong>scesa nei meandri<br />

del nostro essere?<br />

Lo strumento principale è sicuramente quello<br />

della Me<strong>di</strong>tazione. Questa, non essendo<br />

intesa come un qualcosa <strong>di</strong> meramente devozionale,<br />

<strong>di</strong>venta un potente mezzo <strong>di</strong> conoscenza<br />

e trasformazione; è il mezzo per<br />

potersi incamminare dentro se stessi iniziando<br />

a <strong>di</strong>stinguere le <strong>di</strong>fferenti voci della personalità,<br />

base in<strong>di</strong>spensabile per poterle poi<br />

trasformare ed affermare gli aspetti superiori<br />

provenienti dall’Anima.<br />

L’intera opera <strong>di</strong> trasmutazione della coscienza<br />

poggia quin<strong>di</strong> sull’assunto che le <strong>di</strong>storsioni<br />

della coscienza hanno una natura energetica<br />

e che la nostra mente può, quando adeguatamente<br />

formata, sintonizzarsi sulle <strong>di</strong>verse<br />

frequenze dell’essere, percepirle e mo<strong>di</strong>ficarne<br />

i contenuti. In questo modo i circoli viziosi<br />

vengono sostituiti da circoli virtuosi che progressivamente<br />

si ra<strong>di</strong>cano come nuove modalità<br />

<strong>di</strong> essere e fare.<br />

<strong>Il</strong> lavoro <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione è quin<strong>di</strong> compiuto<br />

in due <strong>di</strong>rezioni: la prima va nella <strong>di</strong>rezione<br />

<strong>di</strong> ascolto e riconoscimento delle <strong>di</strong>namiche<br />

che ci governano, la seconda tende invece,<br />

attraverso tecniche specifiche, ad attrarre le<br />

forze del nostro Sé Superiore, in modo da poter<br />

imprimere qualità nuove e rompere progressivamente<br />

le catene della personalità. <strong>Il</strong><br />

tutto è sostenuto dall’acquisizione <strong>di</strong> una progressiva<br />

base teorica che permette la conoscenza<br />

dei modelli e delle strutture sottili che<br />

vengono poi sperimentati nella pratica. Contemporaneamente<br />

l’acquisizione <strong>di</strong> particolari<br />

tecniche <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione favoriscono la veloce<br />

trasformazione del campo <strong>di</strong> coscienza.<br />

L’intera opera si basa quin<strong>di</strong> sull’importante<br />

riconoscimento del duplice aspetto energetico/psicologico<br />

della materia e sulla possibilità<br />

della mente <strong>di</strong> intervenire attivamente nella<br />

trasformazione della coscienza secondo gli<br />

antichi assunti esoterici: “L’energia segue<br />

il pensiero” e “Come un uomo pensa nel<br />

proprio cuore, tale egli è”. Queste sono dapprima<br />

un ipotesi <strong>di</strong> lavoro od una intuizione<br />

mentre in seguito sono verificate inevitabilmente<br />

nella efficacia del lavoro me<strong>di</strong>tativo.<br />

La pratica scientifica e mirata sulle <strong>di</strong>storsioni<br />

della coscienza consente una graduale risoluzione<br />

dei no<strong>di</strong> della personalità. <strong>Il</strong> processo <strong>di</strong><br />

solve et coagula, risoluzione ed integrazione,<br />

consente all’in<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong> riconoscere le proprie<br />

maschere, risolvere progressivamente le<br />

dualità e tendere verso l’unione della propria<br />

coscienza. Tutto questo, come già detto, trova<br />

la propria attuazione nella vita quoti<strong>di</strong>ana,<br />

luogo primo dove la spiritualità deve essere<br />

manifestata.<br />

Con il passare del tempo e con lo sforzo reiterato<br />

gli spazi negativi <strong>di</strong>minuiscono venendo<br />

meno il combustibile e si inizia ad alimentare<br />

qualità <strong>di</strong>verse. Sempre <strong>di</strong> più si gode <strong>di</strong> una<br />

maggior libertà interiore; sempre <strong>di</strong> più si realizza<br />

la bellezza e la pienezza <strong>di</strong> ciò che ci<br />

circonda e si scopre il significato <strong>di</strong> ciò che è<br />

il fine ultimo <strong>di</strong> questo processo: il <strong>di</strong>spiegarsi<br />

delle qualità dell’Anima che non può che<br />

manifestarsi come vera Innocuità; lo stato<br />

d’essere <strong>di</strong> colui che ha realizzato lo stato <strong>di</strong><br />

unità interiore.<br />

Risolvere i no<strong>di</strong> della personalità è possibile;<br />

affermare la Luce dell’Anima è possibile<br />

e oggi è quanto mai necessario. Una volta<br />

compreso questo, una volta compreso come<br />

questo processo sia scientifico e da un cer-


to punto inevitabile, il Sentiero non può che<br />

essere affrontato con fiducia, con la certezza<br />

che, al <strong>di</strong> là del tempo necessario, è possibile<br />

cambiare realmente. Naturalmente tutto<br />

ciò richiede fatica e de<strong>di</strong>zione dal momento<br />

che le resistenze al cambiamento sono molto<br />

forti; per questo l’unico prerequisito richiesto<br />

alla partecipazione alla scuola è una forte determinazione<br />

ed una scelta <strong>di</strong> fondo che deve<br />

essere chiara e consapevole. La spinta deve<br />

essere quella <strong>di</strong> chi decide <strong>di</strong> riorientare le<br />

proprie energie verso il cambiamento e verso<br />

il servizio, vero scopo del terapeuta esoterico.<br />

Che cos’è infatti un terapeuta esoterico se<br />

non un in<strong>di</strong>viduo che, affrontata e compresa<br />

la sofferenza in sé, trasmette le conoscenze<br />

acquisite al prossimo secondo i dettami e le<br />

inclinazioni della propria Anima resa manifesta?<br />

E la formazione del terapeuta esoterico<br />

è proprio lo scopo ultimo <strong>di</strong> Energheia.<br />

Da ex allievo della prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Energheia<br />

del 1996 ed attuale insegnante, concluderei<br />

<strong>di</strong>cendo che la cosa che si è impressa<br />

maggiormente in me attraverso Energheia e<br />

l’insegnamento del suo fondatore <strong>Massimo</strong><br />

<strong>Rodolfi</strong>, è sicuramente la certezza che è possibile<br />

manifestare qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso nella<br />

vita, è possibile non con<strong>di</strong>videre oltre i modelli<br />

<strong>di</strong>storti basati su sofferenza e <strong>di</strong>struttività<br />

che ci vengono generalmente propinati e<br />

secondo i quali l’umanità vive abitualmente.<br />

È possibile invece costruire modelli nuovi basati<br />

su una attività creativa non dannosa per<br />

noi, per gli altri e per la Vita nella quale “viviamo,<br />

ci muoviamo e siamo”. Credo davvero<br />

che la cosa più bella <strong>di</strong> questo percorso sia<br />

la possibilità <strong>di</strong> vivere la spiritualità non come<br />

fuga ascetica dalla vita, ma immergendosi<br />

e ra<strong>di</strong>candosi sempre <strong>di</strong> più nella realtà del<br />

quoti<strong>di</strong>ano, plasmando la nostra vita secondo<br />

le nostre vere aspirazioni e non arrendendoci<br />

alle routine dei nostri circoli viziosi. Infatti, solo<br />

in questo modo, immergendoci nella Vita ed<br />

entrando in armonia con i suoi ritmi profon<strong>di</strong><br />

potremo trovare la vera gioia e sperimentare<br />

che la Vita è realmente Pienezza e non mancanza<br />

e miseria come attualmente la nostre<br />

voci interiori ci sussurrano all’orecchio.<br />

Se dovessi quin<strong>di</strong> definire la nota caratteristica<br />

<strong>di</strong> Energheia la esprimerei con l’espressione<br />

“gioia del fare”. La gioia <strong>di</strong> colui che,<br />

superando ogni resistenza allo “stare bene”,<br />

impara a manifestare la propria attività secondo<br />

le inclinazioni del proprio Sé Superiore.<br />

La gioia <strong>di</strong> prendere in mano la nostra vita e<br />

plasmare nel nostro piccolo un mondo in cui<br />

regnano Bene, Bellezza e Verità.<br />

Allora la vita assume davvero un tono sacrale<br />

e magico. Perché così già è nella Realtà.<br />

Hari Om Tat Sat<br />

Fabio Ricchetti<br />

19


20<br />

C’era una volta un mondo piatto, piatto come<br />

un tavolo. E anche i suoi abitanti erano piatti,<br />

piatti come francobolli. Non esistevano montagne,<br />

né abissi. Non c’erano grattacieli, né<br />

metropolitane. Le strade non avevano i dossi,<br />

né le cunette. Spostandosi, gli abitanti potevano<br />

andare solo a sinistra o a destra, oppure<br />

avanti o in<strong>di</strong>etro, ma non in alto e in basso. I<br />

bambini non giocavano a pallone, né gli adulti<br />

giocavano a golf: lo sport praticato era soltanto<br />

l’hockey. Si nasceva piatti, si viveva piatti<br />

e si moriva piatti. Insomma, era una vita…<br />

un po’ piatta! Un giorno, però, un bravo giovane,<br />

laureato in archeologia, scoprì un’antichissima<br />

iscrizione. L’iscrizione parlava <strong>di</strong> due<br />

splen<strong>di</strong>de città che in un passato lontanissimo<br />

erano sorte in due punti geografici particolari<br />

<strong>di</strong> quel mondo: i suoi antipo<strong>di</strong>. Nella parte più<br />

oscura, l’iscrizione alludeva a un collegamento<br />

costruito per unire segretamente quelle<br />

due lontanissime città, un collegamento che,<br />

a chi lo avesse trovato, avrebbe svelato un<br />

nuovo mondo. <strong>Il</strong> giovane ricercatore decise<br />

<strong>di</strong> mettersi subito al lavoro. Prese una carta<br />

aggiornata e localizzò quei due punti geografici:<br />

erano i siti <strong>di</strong> due citta<strong>di</strong>ne praticamente<br />

sconosciute ai più, nulla a che vedere con le<br />

splen<strong>di</strong>de città che erano esistite un tempo.<br />

Quin<strong>di</strong> partì alla volta della prima delle due.<br />

Arrivato, si chiuse nella biblioteca per consultarne<br />

i volumi alla ricerca <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>zio. E<br />

Antica saggezza e scienza moderna<br />

Curatore: Gianluca Fontana<br />

QUATTRO PASSI…<br />

NELL’ALTRA DIMENSIONE<br />

dopo giorni <strong>di</strong> ricerca un in<strong>di</strong>zio arrivò: un’antica<br />

leggenda confermava quanto contenuto<br />

nell’iscrizione, aggiungendovi che l’ingresso<br />

al nuovo mondo era custo<strong>di</strong>to da un saggio.<br />

<strong>Il</strong> giovane archeologo decise allora <strong>di</strong> parlare<br />

con gli anziani <strong>di</strong> quella località, e da costoro<br />

venne a sapere che fuori dalla città viveva un<br />

eremita. <strong>Il</strong> giorno seguente, <strong>di</strong> buon’ora, il ricercatore<br />

partì alla volta dell’eremo. Arrivato,<br />

trovò il saggio sulla porta che, sorridendo, gli<br />

<strong>di</strong>sse: “Ti aspettavo”. “Mi aspettavi?!”, ribatté,<br />

incredulo il giovane. “Sì. Vieni, entriamo<br />

in casa.” <strong>Il</strong> vecchio si fece raccontare dal giovane<br />

la sua storia e nel frattempo gli preparò<br />

una tazza <strong>di</strong> tè caldo. Quando ebbero finito, il<br />

saggio, serio, <strong>di</strong>sse: “Ciò che tu cerchi è sotto<br />

i tuoi occhi, e sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti, ma non<br />

puoi ancora vederlo, né le persone lo possono<br />

vedere. E ciò è bene”. “Perché è bene?”,<br />

domandò incuriosito l’archeologo. “Perché<br />

quella porta conduce, sì, a un mondo nuovo,<br />

meraviglioso, ma da quel mondo una persona<br />

ancora malvagia potrebbe <strong>di</strong>struggere il mondo<br />

piatto che conosciamo; come invece una<br />

persona buona potrebbe renderlo migliore.”<br />

“E tu come giu<strong>di</strong>chi me?”, chiese il giovane,<br />

impaziente. “Tu sei un bravo ragazzo. Quin<strong>di</strong><br />

varcherai tra non molto quella porta per<br />

ammirare la bellezza del nuovo mondo e per<br />

aiutare gli abitanti del mondo che già conosci.<br />

Ma quel momento non è ancora arrivato.


Prima, devi superare una prova”. “Dimmi ciò<br />

che devo fare e lo farò”, <strong>di</strong>sse l’archeologo<br />

risoluto. “Bene, allora ascolta: trasforma il<br />

tuo lavoro in servizio, pensando ogni giorno,<br />

ogni ora, ogni istante che il tuo operato è il<br />

contributo che tu dai al mondo. Dimentica te<br />

stesso quando lavori e fatica così, lietamente,<br />

per sette anni. Poi ritorna da me. A quel<br />

punto i tuoi occhi potranno vedere…”. Data<br />

questa in<strong>di</strong>cazione, il saggio non rispose ad<br />

ulteriori domande e con cortesia congedò<br />

l’archeologo. Durante il viaggio <strong>di</strong> ritorno, il<br />

giovane, ripercorrendo la sua ancor breve carriera,<br />

si rese conto che, fino ad allora, aveva<br />

lavorato principalmente per la gloria, piccola<br />

o grande, che ogni scoperta procura. D’ora in<br />

avanti non avrebbe più potuto essere così, se<br />

davvero voleva conoscere il nuovo mondo. E<br />

così fu. A mano a mano che gli anni passavano,<br />

il desiderio <strong>di</strong> successo veniva affiancato<br />

e superato da un crescente desiderio <strong>di</strong> poter<br />

raccontare agli uomini, attraverso i reperti archeologici,<br />

la vera storia del nostro mondo;<br />

una storia della quale l’uomo moderno potesse<br />

apprezzare gli aspetti migliori e trarre<br />

insegnamenti da quelli peggiori. Mentre in lui<br />

avveniva questo cambiamento, anche la capacità<br />

visiva si mo<strong>di</strong>ficava. Oltre che vedere a<br />

destra e a sinistra, in avanti e in<strong>di</strong>etro, cominciò<br />

a che a poter vedere un po’ verso l’alto<br />

e il basso, iniziando così a scoprire la terza<br />

<strong>di</strong>mensione, totalmente sconosciuta agli abitanti<br />

<strong>di</strong> quel mondo piatto. La pre<strong>di</strong>zione del<br />

saggio si stava avverando. I sette anni passarono<br />

più in fretta del previsto, e, quando<br />

fu il momento, il giovane si recò <strong>di</strong> nuovo a<br />

casa dell’eremita. “Bentornato”, gli <strong>di</strong>sse il<br />

saggio abbracciandolo. “Vieni, entriamo.” <strong>Il</strong><br />

vecchio si fece raccontare come era andata la<br />

prova e intanto gli preparò una tazza <strong>di</strong> tè cal-<br />

do. Quando ebbero finito, il saggio <strong>di</strong>sse: “<strong>Il</strong><br />

tuo animo è pronto. I tuoi occhi quasi. Chiu<strong>di</strong>li.”<br />

<strong>Il</strong> giovane, appena li ebbe chiusi, sentì le<br />

mani dell’eremita che glieli sfioravano, mentre<br />

un brivido caldo saliva lungo la schiena.<br />

“Ora anche i tuoi occhi sono pronti. Aprili”.<br />

Quando l’archeologo li aprì, la sua capacità<br />

<strong>di</strong> vedere in alto e in basso, cioè nella terza<br />

<strong>di</strong>mensione, era pari a quella usuale <strong>di</strong> vedere<br />

nel mondo piatto. “Ora, usciremo <strong>di</strong> casa.<br />

Appena fuori, voltati e alza gli occhi, come hai<br />

imparato”, <strong>di</strong>sse il vecchio. <strong>Il</strong> giovane seguì<br />

le in<strong>di</strong>cazioni e, con sua grande sorpresa,<br />

vide davanti a sé il collegamento <strong>di</strong> cui parlava<br />

l’antica iscrizione. Si <strong>di</strong>partiva dalla casa<br />

del saggio, sviluppandosi però nella terza <strong>di</strong>mensione,<br />

verso l’alto. “Un giorno gli uomini<br />

lo chiameranno ponte”, commentò il saggio.<br />

“Esso unisce questa città a quell’altra citata<br />

dell’iscrizione, attraversando tutto il nostro<br />

mondo piatto, da un capo all’altro. Vieni, saliamoci<br />

e percorriamone un tratto insieme.” “È<br />

stupendo il panorama che si può ammirare<br />

da quassù”, <strong>di</strong>sse l’archeologo. “E inoltre si<br />

può controllare tutto il nostro mondo, da un<br />

estremo all’altro.” “Certo”, rispose il saggio.<br />

E proprio questo è il problema… Da tempo<br />

immemorabile esiste questo ponte. E <strong>di</strong> epoca<br />

in epoca la sua esistenza è stata rivelata a<br />

quegli uomini che, come te, si sono preparati<br />

a dovere, <strong>di</strong>venendo perfettamente innocui.<br />

Ma, ahimè, esistono anche altre modalità per<br />

sviluppare la vista nella terza <strong>di</strong>mensione, e<br />

quin<strong>di</strong> scoprire questo ponte. Modalità che<br />

nulla hanno a che vedere con il presupposto<br />

dell’innocuità, che noi saggi insegniamo. <strong>Il</strong><br />

risultato è che dalla notte dei tempi a questo<br />

ponte hanno accesso, oltre che uomini<br />

saggi, anche uomini molto malvagi, ai quali<br />

non sta a cuore lo sviluppo del nostro mon-<br />

21


22<br />

do, ma solo i loro interessi personali. E quin<strong>di</strong><br />

da sempre su questo ponte il bene e il male<br />

si affrontano.” “E io adesso che cosa dovrei<br />

fare?”, chiese confuso il giovane. “Serba il<br />

segreto e lavora per il mondo, venendo quassù<br />

ogni volta riterrai che il tuo servizio possa<br />

avvantaggiarsene.” <strong>Il</strong> giovane annuì e prestò<br />

giuramento. Dopo<strong>di</strong>ché, insieme, percorsero<br />

ancora un tratto del ponte, ammirando la bellezza<br />

<strong>di</strong> quel mondo. Da quel giorno, la vita<br />

dell’archeologo non fu più la stessa <strong>di</strong> prima.<br />

Pur non ricercando il successo, <strong>di</strong>venne sempre<br />

più famoso per l’utilità delle sue scoperte.<br />

Alla fine della carriera, si ritirò a vivere nella<br />

casa del saggio, che nel frattempo era andato<br />

a prestare servizio in un’altra <strong>di</strong>mensione…<br />

E, manco a <strong>di</strong>rlo, un giorno, un bravo giovane<br />

si presentò da lui, desideroso <strong>di</strong> conoscere il<br />

nuovo mondo…<br />

Questa la vicenda che forse accadde in quel<br />

mondo, a due <strong>di</strong>mensioni. E se una vicenda<br />

simile potesse accadere nel nostro mondo,<br />

a tre <strong>di</strong>mensioni? Beh, in tal caso, vorrebbe<br />

<strong>di</strong>re che esiste una quarta <strong>di</strong>mensione della<br />

vita, tanto nuova per un abitante del nostro<br />

mondo quanto nuova lo è la terza per un abitante<br />

<strong>di</strong> un mondo piatto.<br />

<strong>Il</strong> tutto con non poche conseguenze. Per<br />

esempio: chi, come <strong>di</strong>ciamo noi, muore, forse<br />

non muore davvero, ma trapassa soltanto,<br />

ovvero passa in un’altra <strong>di</strong>mensione e, sebbene<br />

i suoi cari ne perdano il contatto, lui continua<br />

a vederli; chi al mattino, risvegliandosi,<br />

<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> aver visitato nottetempo persone o<br />

luoghi lontani, forse ci è stato davvero <strong>di</strong> persona,<br />

e non ha sognato o, meglio, il sogno è<br />

stato un viaggio vero e proprio; chi, entrato in<br />

coma, al risveglio racconta <strong>di</strong> essersi visto nel<br />

letto <strong>di</strong> ospedale, insieme a chi si prendeva<br />

cura <strong>di</strong> lui, forse ha visto davvero; chi ha scritto<br />

dell’esistenza degli aiutatori invisibili e dei<br />

maghi bianchi, nonché <strong>di</strong> quella delle streghe<br />

e dei maghi neri, forse ha scritto il vero.<br />

Insomma, se una vicenda simile potesse accadere<br />

nel nostro mondo, vorrebbe <strong>di</strong>re che<br />

l’al<strong>di</strong>là esiste davvero, con tutto quello che<br />

ne consegue, e che quando il nostro cuore si<br />

sarà aperto abbastanza, i nostri occhi saranno<br />

aperti a sufficienza per vederlo senza pericolo,<br />

per noi e per gli altri… Allora, il bene che<br />

potremo fare per il nostro mondo sarà moltiplicato<br />

e la bellezza che potremo ammirare<br />

inimmaginabile.<br />

Detto questo, però, rimane una domanda:<br />

“Ma sarà vero?”. Per scoprirlo, non ci resta<br />

che fare come fece il giovane archeologo.<br />

Gianluca Fontana


<strong>Il</strong> presente fluisce in quell’ampia, vorticosa<br />

corrente che proviene dal passato, e così<br />

antichi legami riprendono forma: un uomo e<br />

una donna si incontrano, intuiscono <strong>di</strong> essere<br />

fatti l’uno per l’altra (ed è proprio così), profondamente<br />

convinti che sia amore eterno,<br />

assoluto, perfetto, totalizzante. Ma <strong>di</strong> fatto<br />

quell’amore non è solo Amore. <strong>Il</strong> terreno<br />

inizia presto a franare, e ciò che si rivela unire<br />

ogni giorno <strong>di</strong> più passato in comunione, è<br />

qualcosa d’altro. Le crepe si aprono a vista<br />

d’occhio e il nido d’amore si trasforma progressivamente<br />

in prigione, uno spazio angusto,<br />

teatro <strong>di</strong> comportamenti subdoli tesi<br />

all’affermazione <strong>di</strong> sé, del proprio potere e<br />

quin<strong>di</strong> all’inibizione e all’annientamento reciproci.<br />

Nel ripetersi dei giorni, intrappolati<br />

dalla routine, preda dei propri automatismi,<br />

ci si <strong>di</strong>mentica della scintilla, quella che aveva<br />

acceso i cuori e infiammato l’animo. La<br />

gioia si spegne, subentra la noia rafforzata<br />

dal calo del desiderio sessuale. Ci si deprime<br />

e si soffoca l’altro, oppure si cerca altrove…<br />

l’importante è sporgersi dalla finestra per non<br />

guardare in casa...<br />

Del resto, come si riconferma il karma in<br />

questa vita? Si nasce con delle con<strong>di</strong>zioni<br />

che richiamano ciò che è allo stato latente, e<br />

quin<strong>di</strong> non risolto. <strong>Il</strong> subire come effetto, per<br />

esempio, trova la sua causa nell’agito. Poi, è<br />

chiaro, si accetta solo dopo aver compreso,<br />

La Coppia sul Sentiero<br />

Curatore: Giorgio Ricci Garotti in collaborazione con Monica Giovannini<br />

L’ALTRO… É IL NEMICO!<br />

ma questo avviene superando la sensazione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio che deriva dal vivere consapevolmente<br />

quel tipo <strong>di</strong> emozione. L’essere<br />

proiettati, come avviene, nel mondo della forma,<br />

fa sì che percepire il solo subìto porti inevitabilmente<br />

a una idealizzazione fuorviante.<br />

Porsi nell’ottica <strong>di</strong> spostare la visione dal subìto<br />

all’agìto fa crollare il velo illusorio. Cade<br />

l’identificazione nei ruoli, non esistono più vittima<br />

e carnefice (l’uomo bastardo e la donna<br />

succube, tanto per usare luoghi comuni…).<br />

Emerge la possibilità concreta <strong>di</strong> risanare le<br />

passate ferite attraverso l’assumersi, in primo<br />

luogo, la responsabilità delle proprie azioni, e<br />

l’accettare ciò che siamo, anche quella rabbia<br />

che teniamo spesso debitamente celata.<br />

Riconciliarsi e includere, dunque, a partire da<br />

noi stessi. Perché in fondo tutto il percorso<br />

<strong>di</strong> autoconoscenza e purificazione si traduce<br />

nell’“ama il prossimo tuo come te stesso”<br />

mirabilmente sintetizzato dal Maestro Gesù.<br />

D’altra parte: “Se c’è una guerra in noi stessi,<br />

come possiamo avere un buon rapporto con<br />

qualcun altro?” 1 .<br />

Arriviamo in questa vita incontrando vari personaggi,<br />

papà e mamma per primi; questo<br />

determina l’estroflessione dei vari aspetti del<br />

maschile e del femminile che compongono<br />

la nostra coscienza e che andranno a costituire<br />

il tessuto sul quale verranno intrecciati<br />

i fili della nostra vita. <strong>Il</strong> partner <strong>di</strong>venta la<br />

23


24<br />

proiezione della figura dei genitori e le modalità<br />

comportamentali riprendono quell’imprinting<br />

preciso che deriva dell’infanzia. Tuttavia<br />

ora non è allora; stiamo attualizzando quin<strong>di</strong><br />

qualcosa che non è più. E se l’infanzia ci mostra<br />

i nostri elementi costituenti, come giochiamo<br />

ora che siamo adulti? Perché, volendo,<br />

sarebbe opportuno lavorare sugli aspetti<br />

ancora immaturi, tanto per crescere… Le<br />

<strong>di</strong>namiche dell’infanzia con<strong>di</strong>zionano quelle<br />

attuali. Abituiamoci a prendere in considerazione<br />

come agiamo certi meccanismi ‘interni’<br />

mentre ci relazioniamo e come ci rapportiamo,<br />

ad esempio, nel volere avere ragione a<br />

tutti i costi, partendo dal presupposto che il<br />

male non ha mai ragione… L’avere ragione è<br />

sempre un’imposizione <strong>di</strong> potere legata a una<br />

<strong>di</strong>storsione. Se cominciamo a minare, riconoscendole,<br />

le motivazioni <strong>di</strong> quella <strong>di</strong>storsione<br />

che comprende una serie <strong>di</strong> bisogni (attirare<br />

attenzione, essere amato come <strong>di</strong>co io etc.),<br />

la roccaforte comincia a sgretolarsi, ma non<br />

senza pene, anche se in realtà ciò determina<br />

un nuovo ra<strong>di</strong>oso inizio, una rinascita gioiosa…<br />

<strong>Il</strong> processo <strong>di</strong> presa <strong>di</strong> coscienza rappresenta<br />

infatti il principio della fine per questi<br />

spazi <strong>di</strong> coscienza ancora ciechi e avi<strong>di</strong> che<br />

riven<strong>di</strong>cano il <strong>di</strong>ritto alla vita e per questo vogliono<br />

continuare a nutrirsi <strong>di</strong> quelle qualità<br />

che manifestiamo proprio attraverso o<strong>di</strong>o,<br />

recriminazione, prevaricazione. Nel momento<br />

in cui proviamo ad andare oltre, nella <strong>di</strong>rezione<br />

dell’innocuità e dell’equanimità, scatta<br />

la minaccia e si sfoderano le spade. Minaccia<br />

e ingiustizia, del resto, viaggiano insieme<br />

come causa ed effetto (dell’ignoranza, però),<br />

il cui prodotto si concretizza nell’ “io ho ragione”.<br />

Dall’avere ragione al proclamare la<br />

(propria) giustizia, generata da un subìto ritenuto<br />

ingiusto, il meccanismo è sempre quello<br />

dell’emersione <strong>di</strong> quella parte <strong>di</strong>storta in noi<br />

che viene da un passato più o meno antico e<br />

che vuole affermare la propria ‘spontaneità’<br />

<strong>di</strong>struttiva, concretizzandosi in forme pensiero<br />

imperniate su punti <strong>di</strong> fissità ossessivi.<br />

D’altra parte, lo sviluppo della potenza creativa<br />

insita in ognuno sta proprio in quest’opera<br />

<strong>di</strong> trasformazione della coscienza, attraverso<br />

la capacità <strong>di</strong> reazione e intervento nelle <strong>di</strong>namiche<br />

della vita, che si realizza in unità. Nel<br />

guardare ad esempio, in relazione alle nostre<br />

pretese e aspettative, si scopre che c’è tutto<br />

un mondo <strong>di</strong>etro. Minaccia <strong>di</strong> abbandono, tra<strong>di</strong>mento,<br />

rifiuto: così scatta la repulsione, in<br />

particolare per l’altro, perché poi questi aspetti<br />

si scaricano perlopiù nel rapporto <strong>di</strong> coppia e<br />

ci accompagneranno, bontà loro, fino alla 4a<br />

Iniziazione, sì, proprio quella dell’Arhat, il Liberato…<br />

Effettivamente sai che liberazione…<br />

Alla luce <strong>di</strong> tutto ciò, perché non considerare<br />

l’estrema utilità della specularità insita nel<br />

rapporto <strong>di</strong> coppia, per coltivare la propria innocuità,<br />

vero obiettivo dell’uomo cui spetta<br />

il grande privilegio, la splen<strong>di</strong>da opportunità,<br />

<strong>di</strong> passare dal quarto Regno (umano) al quinto<br />

(Regno dei Cieli), invece <strong>di</strong> riconoscere<br />

nell’altro un aggressore? Siamo ancora agli<br />

antipo<strong>di</strong> della comprensione, della consapevolezza,<br />

impaludati e affezionati all’ignoranza,<br />

immersi in quella nebbia che non ci consente<br />

<strong>di</strong> scorgere al <strong>di</strong> là del nostro naso.<br />

Ma in realtà cos’è che si ribella? Non certo la<br />

nostra anima, che rema lungo la corrente della<br />

vita, ma la nostra personalità, che invece<br />

nuota controcorrente, con le sue necessità<br />

<strong>di</strong> affermazione e prevaricazione, impiantate<br />

su basi egoistiche e pronte a lottare per la<br />

sopravvivenza in caso <strong>di</strong> attacco. Tutto questo<br />

comporta una gran fatica e il risultato è…<br />

stare male! Che bello!


Perché poi, così è: il sentiero implica la trasformazione<br />

<strong>di</strong> tutto ciò che non è in linea con<br />

la vita e il suo fluire. E anche se nulla si crea,<br />

nulla si <strong>di</strong>strugge, tutto si trasforma, il passaggio<br />

è ra<strong>di</strong>cale: ogni atomo non conforme<br />

alle frequenze progressivamente più elevate<br />

cui viene sottoposto, oppone resistenza, ma<br />

è una partita senza storia (per fortuna…). E su<br />

questa parentesi sia consentita una piacevole<br />

<strong>di</strong>gressione: sì, è vero, affermiamo che la<br />

vita è una e desideriamo riconoscerci sempre<br />

più e sempre meglio in essa con un accresciuto<br />

senso <strong>di</strong> unità… a parole! Ma, a fatti,<br />

quanto siamo recalcitranti, quanto remiamo<br />

controcorrente? E, proprio per questo, se non<br />

ci fosse la vita, una, a sospingerci in avanti<br />

attraverso le esperienze, a correggere le traiettorie,<br />

a gettare sassi nella giusta <strong>di</strong>rezione,<br />

che evoluzione sarebbe, se <strong>di</strong>pendesse solo<br />

e soltanto da ognuno <strong>di</strong> noi? Da un lato possiamo<br />

vedere quanta poca cosa siamo (ego)<br />

<strong>di</strong>sallineati dalla vita, dall’altro quanta potenza<br />

possiamo esprimere (Ego) in seno ad essa,<br />

sostenendola e affidandoci, riscoprendo la<br />

bellezza nel fare e favorendo al contempo la<br />

<strong>di</strong>scesa dell’Anima sui piani della personalità.<br />

La passività rispetto al mondo, rispetto all’altro,<br />

consente <strong>di</strong> incolpare sempre qualcosa<br />

o qualcuno e <strong>di</strong> garantire belli sal<strong>di</strong> i nostri limiti,<br />

ignari del fatto che altro non sono che la<br />

causa <strong>di</strong> tutte le nostre sofferenze. L’in<strong>di</strong>fferenza<br />

è la ra<strong>di</strong>ce del male, la crudeltà il suo<br />

sviluppo. La nota battuta “Continuiamo pure<br />

così, facciamoci del male...” trova riscontro<br />

pratico sia nel rapporto con noi stessi sia in<br />

quello con l’altro, e quin<strong>di</strong> col mondo intero.<br />

Nel tempo l’altro <strong>di</strong>viene in qualche modo<br />

scomodo, o <strong>di</strong> comodo per trincerarci ancor<br />

<strong>di</strong> più nelle nostre posizioni, e non ha importanza<br />

il grado <strong>di</strong> ragione al quale ci appellia-<br />

mo, anzi spesso ci si attacca alle banalità, tanto<br />

più infime, quanto più martellanti: da lì si<br />

evolve nella <strong>di</strong>struttività reciproca che allontana,<br />

separa, <strong>di</strong>vide. E poi? E poi capita che<br />

ci si lascia e il bello è che ci rapportiamo poi<br />

a un altro che inevitabilmente ci riporta esattamente<br />

lì dove eravamo rimasti nella relazione<br />

precedente. “Ma è ri<strong>di</strong>colo!”, viene da<br />

pensare come reazione spontanea. E invece<br />

è perfetto, perché bisogna entrare nella comprensione<br />

del rapporto fra passato e futuro.<br />

E finché non an<strong>di</strong>amo a considerare l’o<strong>di</strong>o<br />

e la repulsione che sono in noi, reali cause<br />

propulsive <strong>di</strong> specifici effetti, non cambierà<br />

nulla, veramente, nel nostro mondo <strong>di</strong> relazione,<br />

nella qualità dei nostri rapporti, nella<br />

nostra vita. Ciò che è insopportabile nell’altro<br />

è ciò che non vogliamo vedere e riconoscere<br />

in noi, questo è il punto. Infatti parliamo <strong>di</strong> recriminazione,<br />

cioè rivolgiamo le accuse all’altro<br />

<strong>di</strong> ciò che invece è nostro, non vogliamo<br />

che l’altro ci faccia ciò che invece noi (spesso<br />

inconsapevolmente) facciamo. C’è molta<br />

<strong>di</strong>fferenza tra la recriminazione e la sana<br />

in<strong>di</strong>gnazione; la prima produce e alimenta la<br />

<strong>di</strong>struttività, la seconda la blocca. “Al cospetto<br />

<strong>di</strong> chi è innocuo cessa ogni ostilità” 2 e, <strong>di</strong><br />

contro, al cospetto <strong>di</strong> chi è ostile cessa ogni<br />

innocuità: a noi la scelta…<br />

Giorgio Ricci Garotti<br />

in collaborazione<br />

con Monica Giovannini<br />

1 E. PIERRAKOS, Unione Creativa, a cura <strong>di</strong><br />

J.Saly, Crisalide, Spigno Saturnia 1995.<br />

2 PATANJALI, Yogasutra, libro II n. 35.<br />

25


26<br />

Ercole deve affrontare la sua terza fatica, la<br />

quale si svolge nel segno dei Gemelli, un segno<br />

duale nel quale il bisogno <strong>di</strong> unità <strong>di</strong>viene<br />

più pressante, portando il nostro Eroe alla<br />

ricerca <strong>di</strong> un maggior contatto con la propria<br />

anima. Dopo le prove precedenti l’anima è<br />

più prossima alla verità, ma contrariamente<br />

a ciò che si potrebbe pensare, viene esaltata<br />

la dualità presente nell’aspirante, il quale<br />

sente tendersi allo spasimo, in uno sforzo<br />

che può far cadere nelle vie <strong>di</strong> minore resistenza.<br />

È facile cadere preda delle proprie<br />

illusioni, se si rimane isolati nel regno delle<br />

idee, che devono essere concretizzate e rese<br />

manifeste: l’albero infatti si vede dai frutti.<br />

Si giunge a questa prova dopo un periodo <strong>di</strong><br />

notevole riflessione interiore, che conduce al<br />

ra<strong>di</strong>camento <strong>di</strong> un’aspirazione che sempre<br />

meno può essere intaccata. Ciò che precede<br />

il vero sforzo, che conduce ad identificarsi<br />

con il servizio, è rappresentato dalla volontà<br />

<strong>di</strong> accertarsi <strong>di</strong> persona della presenza dello<br />

Spirito in ogni cosa, attraverso l’auto<strong>di</strong>sciplina<br />

necessaria.<br />

Gemelli è un segno <strong>di</strong> aria, la quale rappresenta<br />

l’elemento del regno della mente,<br />

da sempre ponte <strong>di</strong> passaggio per il regno<br />

dell’intuizione; a questo punto, l’aspirante<br />

può esplorare uno spazio più ampio della<br />

propria coscienza, tale da includere anche<br />

il corpo mentale. Nell’unità egli può trovare<br />

Mitologia e Sentiero Iniziatico<br />

Curatore: Graziano Fornaciari<br />

ERCOLE E LA RICERCA<br />

DEI POMI D’ORO<br />

DELLE ESPERIDI<br />

la risposta alle sue ricerche, una ricerca che<br />

sarà più produttiva nel momento in cui saprà<br />

abbandonare le impellenti necessità, in luogo<br />

<strong>di</strong> un bisogno vero, che vada nella <strong>di</strong>rezione<br />

del servizio verso i propri simili. Gemelli è legato<br />

all’aspetto intelligenza, e rappresenta i<br />

rapporti, governa il linguaggio, le comunicazioni<br />

ed il commercio.<br />

<strong>Il</strong> reggente essoterico del segno dei Gemelli<br />

è Mercurio, che permette la comunicazione<br />

fra anima e personalità. Mercurio è figlio <strong>di</strong><br />

Zeus e <strong>di</strong> Maia, figlia <strong>di</strong> Atlante, è il messaggero<br />

<strong>di</strong> Zeus, la guida delle ombre alla <strong>di</strong>mora<br />

<strong>di</strong> Ade, <strong>di</strong>o dei morti e signore del regno<br />

dell’oltretomba; esso viene descritto con<br />

elmo e sandali alati, mentre impugna un caduceo<br />

con due serpenti. <strong>Il</strong> reggente esoterico<br />

è Venere, la quale unifica e sotto il cui influsso<br />

agisce la Legge <strong>di</strong> Attrazione: il pianeta<br />

Venere rappresenta nei confronti della Terra<br />

l’aspetto animico e fonte <strong>di</strong> attrazione per il<br />

nostro pianeta, che al momento non è sacro,<br />

ma che lo <strong>di</strong>verrà quando saprà unire ciò che<br />

ora è separato.<br />

Nella costellazione dei Gemelli abbiamo la<br />

storia della crescita dell’uomo verso la maturità,<br />

attraverso il graduale dominio della personalità,<br />

la quale deve farsi da parte affinché<br />

l’anima possa sedere sul suo trono. Se vogliamo<br />

che qualcosa cresca nelle nostre vite,<br />

dobbiamo necessariamente far decrescere


quegli aspetti che tolgono nutrimento al nostro<br />

vero sé; dobbiamo imparare ad abbandonare<br />

tutto ciò che <strong>di</strong>viene un peso per ulteriori<br />

conseguimenti. <strong>Il</strong> tutto è ben rappresentato<br />

da due stelle presenti nella costellazione dei<br />

Gemelli, chiamate dai greci Castore e Polluce:<br />

il primo rappresenta l’anima, mentre il secondo<br />

la personalità. Nel volgere il capo verso<br />

la volta celeste possiamo osservare che<br />

Polluce sta perdendo d’intensità a favore <strong>di</strong><br />

Castore che rappresenta lo Spirito presente<br />

nell’uomo.<br />

In questa prova ad Ercole fu detto <strong>di</strong> cercare<br />

l’albero sacro, l’albero della sapienza, sul quale<br />

maturavano le mele d’oro delle Esperi<strong>di</strong>. La<br />

mela è un simbolo mitologico che ritroviamo<br />

nel giar<strong>di</strong>no dell’Eden: allora si parlava <strong>di</strong> una<br />

sola mela, responsabile dell’immersione nella<br />

materia e della possibilità della conoscenza<br />

del bene e del male, una conoscenza riconducibile<br />

alla mente e alla inevitabile sofferenza<br />

che produce, ora, invece, possiamo accedere<br />

alla pluralità della vita e alla possibilità <strong>di</strong> percepirla<br />

unita e non separata. Le Esperi<strong>di</strong> erano<br />

ninfe, vivevano in un giar<strong>di</strong>no, e con l’aiuto<br />

del serpente Ladone proteggevano l’albero<br />

sacro con le mele d’oro; la parola ninfa deriva<br />

dal greco nymphe, che significa “giovane<br />

donna”; esse erano figlie <strong>di</strong> Zeus e simboli<br />

delle forze elementari della natura.<br />

Ercole nulla sapeva e vagava senza riconoscere<br />

i segni che la vita gli mandava. A questo<br />

sta<strong>di</strong>o del Sentiero l’illusione possiede ancora<br />

una notevole presa e l’anima, per quanto si<br />

manifesti con modalità <strong>di</strong>fferenti, non viene<br />

riconosciuta. L’anima in questa prova è simboleggiata<br />

da Nereo, figlio <strong>di</strong> Ponto (il mare)<br />

e Gea (la terra). Nereo, come altre <strong>di</strong>vinità del<br />

mare, possedeva il dono <strong>di</strong> vaticinare il futuro<br />

e quin<strong>di</strong> si mascherava per non essere con-<br />

tinuamente importunato. L’anima a questo<br />

punto è <strong>di</strong>fficilmente percepibile, l’aspirante<br />

è preda delle proprie illusioni e utilizzerebbe<br />

contatti superiori per conoscere il proprio futuro,<br />

una conoscenza che lo allontanerebbe<br />

dalle sue reali necessità, rappresentate dal<br />

qui ed ora ove seminare quanto necessario<br />

per raccogliere adeguatamente. I poteri<br />

dell’anima verranno riconosciuti nel momento<br />

in cui potranno essere utilizzati con intelligenza.<br />

Non possedendo sufficiente tenacia per proseguire<br />

il suo viaggio verso nord, e quin<strong>di</strong><br />

verso lo Spirito, Ercole s’incamminò verso<br />

sud, verso le tenebre, incontrando Anteo, il<br />

serpente figlio <strong>di</strong> Poseidone (<strong>di</strong>o dei mari) e<br />

Gea (la terra): nella sua ignoranza riconobbe<br />

in Anteo colui che gli impe<strong>di</strong>va <strong>di</strong> giungere<br />

all’albero sacro. A questo punto del Sentiero<br />

è facile percepire chi ci limita come possessore<br />

<strong>di</strong> ciò che ci necessita. L’uso della forza<br />

fisica prevale sull’intelligenza. Ercole combattè<br />

infatti più volte con il serpente vincendolo,<br />

ma mai completamente, fino a quando egli<br />

non comprese che doveva sollevarlo in aria,<br />

nell’aspetto mente, dove la materia perde <strong>di</strong><br />

potenza.<br />

<strong>Il</strong> percorso verso l’albero sacro è ancora lungo,<br />

ed Ercole non può evitare d’essere ancora<br />

intrappolato dalla sua scarsa intuizione, che lo<br />

porta ad illudersi nuovamente nel momento<br />

in cui incontra Busiride, figlio delle acque, della<br />

stirpe <strong>di</strong> Poseidone. Le acque rappresentano<br />

l’elemento del desiderio: Ercole riconosce<br />

in esse l’apparente saggezza, e si mette a seguire<br />

questo falso maestro, la cui caratteristica<br />

è <strong>di</strong> togliere responsabilità per accrescere<br />

l’aspetto egoistico della personalità.<br />

Questo tratto del percorso è riconoscibile in<br />

ognuno <strong>di</strong> noi, nel momento in cui rinuncia-<br />

27


28<br />

mo alla nostra ricerca ascoltando i falsi maestri<br />

che provengono dalla personalità e che<br />

minano la nostra vera forza. <strong>Il</strong> percorso verso<br />

nord è duro, pieno <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà, l’anima calamita<br />

la nostra attenzione e produce la tensione<br />

necessaria ponendo l’accento sulla dualità<br />

per riconoscerne l’unità. Sappiamo quanta<br />

fatica costi forgiare la via verso l’armonia, ed<br />

è facile cadere nelle mani <strong>di</strong> chi alita <strong>di</strong>etro<br />

le spalle asserendo l’inutilità della ricerca e<br />

proponendosi <strong>di</strong> colmare ogni lacuna al nostro<br />

posto. Questo vale per le persone e per<br />

tutto ciò che emerge <strong>di</strong> separativo dalla nostra<br />

coscienza, possa essere un pensiero,<br />

un’emozione o un’azione sancita nel fisico. <strong>Il</strong><br />

dubbio insorge in modo subdolo e come un<br />

pitone ci stringe sempre più nel momento in<br />

cui desideriamo essere sgravati dalle responsabilità.<br />

Ercole riuscì a liberarsi nel momento<br />

in cui risuonarono le parole <strong>di</strong> Anteo, le quali<br />

asserivano che la verità è dentro ognuno <strong>di</strong><br />

noi, luogo ove evocare la forza necessaria per<br />

potersi liberare.<br />

Nel frattempo Ercole si era notevolmente purificato<br />

ed aveva tratto notevole esperienza<br />

da ciò che gli era accaduto, ed incontrò sulla<br />

sua strada Prometeo, famoso per aver donato<br />

al genere umano il fuoco, che egli nascose<br />

all’interno <strong>di</strong> una pianta <strong>di</strong> finocchio, all’oscuro<br />

<strong>di</strong> Zeus, con il quale giunse a <strong>di</strong>verbio a<br />

causa <strong>di</strong> pareri contrastanti sul genere umano;<br />

durante la notte Zeus vide la terra ricoperta<br />

<strong>di</strong> luci ed a<strong>di</strong>rato incatenò Prometeo ad<br />

una roccia.<br />

Ercole vide Prometeo incatenato ed emerse<br />

la dualità: egli era infatti <strong>di</strong>viso tra il continuare<br />

la ricerca o il fermarsi ad aiutarlo correndo<br />

il rischio <strong>di</strong> ritardare la sua prova. Questo momento<br />

è <strong>di</strong>laniante nella vita dell’aspirante,<br />

ma è quanto serve per riconoscere l’unica <strong>di</strong>-<br />

rezione che conta, rappresentata dalla capacità<br />

<strong>di</strong> servire, eclissandosi dalla personalità<br />

che richiede una indebita attenzione. L’antico<br />

motto recita che “è cedendo che si riceve”,<br />

ed Ercole si sofferma ad aiutare Prometeo, il<br />

quale è attaccato da avvoltoi che gli lacerano il<br />

fegato, simbolo del desiderio. Ercole, liberando<br />

Prometeo, libera se stesso dal desiderio<br />

che da troppo tempo lo lacerava, rinunciando<br />

ad essere egoista e a sod<strong>di</strong>sfare se stesso.<br />

<strong>Il</strong> sacrificio lacerò i veli dell’illusione e per<br />

la prima volta udì da un pellegrino (simbolo<br />

dell’anima) che passava che l’albero sacro si<br />

trovava poco <strong>di</strong>stante. A questo punto era<br />

certo del suo successo, certo che si sarebbe<br />

impadronito delle mele d’oro, uccidendo<br />

il drago che le proteggeva. Ma, ancora una<br />

volta, egli dovette arrestarsi, davanti a lui sostava<br />

Atlante che vacillava sotto il peso del<br />

mondo. La sua ricerca svanì e senza indugio<br />

corse ad aiutare il gigante prendendo su <strong>di</strong> sé<br />

il pesante fardello. Improvvisamente il peso<br />

svanì, come sempre sparisce nel momento<br />

in cui l’aiuto viene donato senza riserve, incuranti<br />

<strong>di</strong> ciò che si può perdere. <strong>Il</strong> sacrificio<br />

svela i doni e le mele d’oro appaiono come<br />

d’incanto nelle mani <strong>di</strong> Atlante: la ricerca è<br />

finita.<br />

Atlante mise in contatto Ercole con i tre<br />

aspetti dell’anima, le tre sorelle delle Esperi<strong>di</strong>,<br />

le quali possedevano le altre mele d’oro<br />

recanti la necessità <strong>di</strong> servire per giungere ad<br />

esse, ricordando ad Ercole l’importanza degli<br />

atti d’amore per contattare l’anima.<br />

Graziano Fornaciari


Lo stu<strong>di</strong>o della Scienza dei Sette Raggi ci<br />

apre spazi sull’infinito talmente vasti che si<br />

fa fatica anche solo ad immaginarli, comunque<br />

finchè non la sperimenteremo la dovremo<br />

continuare a considerare una ipotesi. La<br />

scienza, la religione, la filosofia e l’arte esprimono<br />

<strong>di</strong>verse prospettive sulla realtà formale,<br />

e fintanto si rimane nel mondo della forma<br />

l’adesione ad una specifica visione può contribuire<br />

ad alimentare le contrapposizioni nel<br />

seno del genere umano, invece la <strong>di</strong>versità<br />

genera vitalità quando ci si chiarisce che tutto<br />

quello che l’umanità produce si innesta in un<br />

processo più grande che possiamo comprendere<br />

intuitivamente con l’affermazione esoterica<br />

che tutto è Uno. L’unica Vita si riconosce<br />

in tre aspetti: vita, qualità, apparenza( forma),<br />

ossia spirito, anima, corpo. Essa si esprime<br />

anche tramite sette qualità che generano le<br />

miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> forme esistenti. Nel molteplice si<br />

è completata la <strong>di</strong>fferenziazione, il mondo<br />

manifesto è prodotto continuamente dalle<br />

sette Vite, le quali infondono Vita alle forme<br />

costituendone lo scopo, le leggi e l’impulso<br />

ad evolvere. <strong>Il</strong> pensiero umano da sempre<br />

specula e <strong>di</strong>scute sulla triplice natura della<br />

<strong>di</strong>vinità, ad esempio nel cristianesimo soltanto<br />

con il concilio <strong>di</strong> Nicea nel 325 d.C. viene<br />

affermato per dogma che il Padre, il Figlio e<br />

lo Spirito Santo sono tre Persone o Ipostasi,<br />

uguali (consustanziali) e <strong>di</strong>stinte dell’Uni-<br />

<strong>Il</strong> Raja Yoga e l’esoterismo<br />

Curatore: Luca Tomberli<br />

I SETTE RAGGI<br />

co Dio. Nell’induismo i tre aspetti del <strong>di</strong>vino<br />

vengono riassunti nella Trimurti dove Brama<br />

è il creatore, Visnù il conservatore e Shiva il<br />

<strong>di</strong>struttore. Anche nei culti egizi, celti, germanici<br />

e romani possiamo in<strong>di</strong>viduare una trinità<br />

<strong>di</strong>vina alla base della manifestazione. Anche<br />

la filosofia utilizza il modello della triplicità, infatti<br />

in In<strong>di</strong>a per spiegare le qualità della materia<br />

(prakriti) si utilizzano i tre guna (attributi)<br />

e cioè: tamas (staticità), rajas (eccitazione),<br />

sattwa (ritmo), mentre in occidente Hegel,<br />

nella Fenomelogia dello spirito, introduce la<br />

<strong>di</strong>alettica come strumento per conoscere la<br />

realtà. In effetti qualsiasi evento è una sintesi<br />

che risolve l’incontro <strong>di</strong> una tesi con il suo opposto,<br />

cioè l’antitesi.<br />

Adesso ve<strong>di</strong>amo praticamente la connessione<br />

che esiste tra il tre e il sette. Almeno<br />

chi si <strong>di</strong>letta con la pittura sa che vi sono tre<br />

colori fondamentali (blu, rosso e giallo) che,<br />

mescolati in modo appropriato, generano altri<br />

quattro colori. Quin<strong>di</strong> siamo arrivati a <strong>di</strong>mostrare<br />

empiricamente che sette elementi<br />

derivano dalla combinazione <strong>di</strong> tre elementi.<br />

<strong>Il</strong> numero sette ritorna continuamente in ogni<br />

ambito della vita, ad esempio i sette giorni<br />

della settimana, le sette note musicali, i sette<br />

colori dell’arcobaleno, i sette vizi capitali,<br />

le sette virtù car<strong>di</strong>nali, i sette Arcangeli, le<br />

sette stelle dell’Orsa Maggiore, ecc. Inoltre<br />

la Scienza della Vita ci insegna che esistono<br />

29


30<br />

sette piani della creazione, sette principi vitali,<br />

sette chakra, sette pianeti sacri, ecc. Nelle<br />

righe precedenti ho elencato alcuni aspetti<br />

del patrimonio della conoscenza del genere<br />

umano che sembrano così <strong>di</strong>stanti uno<br />

dall’altro, ma che possono essere or<strong>di</strong>nati ed<br />

uniti, oltre che spiegati, dallo stu<strong>di</strong>o sui Sette<br />

Raggi. Infatti la scienza dei Sette Raggi rappresenta<br />

lo scopo e l’approdo ultimo dell’attività<br />

umana. Non siete almeno incuriositi da<br />

questa possibilità, anche seppur teorica al<br />

momento, che esiste un maggiore sintetico<br />

che comprende il minore, tanto che gli sbagli<br />

e le conquiste dell’umanità - se collocati in un<br />

progetto in <strong>di</strong>venire - assumono altri connotati,<br />

perdendo quella qualità <strong>di</strong> drammaticità<br />

che ce li fa riconsiderare nella giusta misura?<br />

Invece <strong>di</strong> alimentare la <strong>di</strong>visione, come usa<br />

fare il genere umano, lo stu<strong>di</strong>o dei raggi ci<br />

farà avanzare lungo il sentiero che procede<br />

dal molteplice all’uno, cioè fino a comprendere<br />

che proveniamo dalla Casa del padre e vi<br />

stiamo facendo ritorno. I Sette Raggi possiamo<br />

considerarli come sette vite coscienti che<br />

portano in essere le leggi per attuare il piano<br />

<strong>di</strong>vino che passa anche attraverso loro: essi<br />

sono il tramite più <strong>di</strong>retto tra il mondo e Dio.<br />

Nell’Apocalisse vengono descritte sette lampade<br />

ardenti, che sono i sette Spiriti <strong>di</strong> Dio<br />

che stanno <strong>di</strong> fronte al Trono <strong>di</strong> Dio stesso.<br />

Ogni Vita <strong>di</strong> raggio viene espressa da un pianeta<br />

sacro, anche se poi tutti e sette i raggi<br />

alimentano ogni pianeta. Questa modalità ripropone<br />

e si conforma al proposito <strong>di</strong>vino, ed<br />

è riscontrabile in ogni piano della creazione e<br />

in ogni regno. Infatti anche l’uomo, in quanto<br />

espressione del volere <strong>di</strong> Dio, porta in sé ed<br />

esprime qualità <strong>di</strong> alcuni raggi, pur avendo la<br />

possibilità <strong>di</strong> essere in contatto con tutti i raggi<br />

attraverso i sette chakra pricipali, che sono<br />

i punti <strong>di</strong> ingresso dell’energie <strong>di</strong> raggio.<br />

I Sette Raggi vengono definiti:<br />

Primo Raggio: Volontà e Potere; Secondo<br />

Raggio: Amore e Saggezza; Terzo Raggio:<br />

Intelligenza Attiva; Quarto Raggio: Armonia<br />

tramite conflitto; Quinto Raggio: Conoscenza<br />

concreta; Sesto Raggio: Devozione e Idealismo;<br />

Settimo Raggio: Or<strong>di</strong>ne e Cerimoniale.<br />

Le sette energie <strong>di</strong> raggio influenzano continuamente<br />

il regno umano, promuovendone<br />

l’evoluzione, pur non intaccando il libero arbitrio<br />

in<strong>di</strong>viduale che contribuisce a determinare<br />

la risposta <strong>di</strong> quanto messo in moto dall’alto.<br />

Infatti in ogni essere umano la reazione all’impulso<br />

vitale è <strong>di</strong>fferente, e ciò si palesa nella<br />

modalità e nella tempistica <strong>di</strong> espressione <strong>di</strong><br />

quanto viene percepito. Lo stu<strong>di</strong>o dei Sette<br />

Raggi è necessario se vogliamo conoscere<br />

la complessità della natura umana, perché la<br />

monade, l’anima ed ogni corpo <strong>di</strong> manifestazione<br />

esprimono qualità <strong>di</strong> uno dei raggi <strong>di</strong> cui<br />

sono espressione. Alla luce <strong>di</strong> questa conoscenza<br />

il Maestro Tibetano ci insegna che è<br />

arrivato il momento in cui è possibile e necessario<br />

fondare una nuova psicologia che tenga<br />

conto della vita oltre la forma rappresentata<br />

dal mondo dell’anima. Infatti le problematiche<br />

che affliggono il corpo fisico, emotivo e<br />

mentale rimarranno tali fino a quando la luce<br />

dell’anima non potrà manifestarsi nei suoi<br />

corpi <strong>di</strong> espressione. Inoltre, considerando<br />

gli afflussi delle energie <strong>di</strong> raggio nel pianeta,<br />

con lo stu<strong>di</strong>o dei Sette Raggi si può rileggere<br />

la storia facendo una maggior chiarezza sul<br />

corso degli avvenimenti.<br />

Luca Tomberli


L’uomo, dopo essersi immerso in Maja e<br />

dopo avere lacerato il velo dell’illusione, scende<br />

dalla Croce mobile, dove ha compiuto il<br />

Sentiero del dolore; esso da uomo comune è<br />

<strong>di</strong>venuto <strong>di</strong>scepolo, e ora si appresta a salire<br />

sulla Croce fissa per compiere il Sentiero della<br />

prova; la sua personalità purificata e integrata<br />

è ora pronta ad incontrarsi con l’anima<br />

per sottomettersi ad essa. Sulla Croce mobile<br />

l’uomo si è addentrato nei misteri dello<br />

Spirito Santo, e ora è pronto per conoscere<br />

il Figlio, la cui energia pervade la croce fissa.<br />

La Croce fissa è infatti correlata all’energia<br />

<strong>di</strong> 2° raggio, <strong>di</strong> amore e saggezza, che rivela<br />

l’aspetto coscienza della vita, ed è connessa<br />

al centro chiamato Gerarchia, riguarda quin<strong>di</strong><br />

l’anima ed opera a livello sistemico, attraverso<br />

Taurus, Leo, Scorpio ed Aquarius.<br />

La Croce fissa, o croce del Cristo in croce,<br />

governa la vita dell’uomo da <strong>di</strong>scepolo in prova<br />

a <strong>di</strong>scepolo accettato, influendo sull’uomo<br />

durante le prime tre iniziazioni. <strong>Il</strong> principio<br />

cristico si <strong>di</strong>ffonde sull’umanità attraverso<br />

questa croce, tramite l’opera della Gerarchia;<br />

infatti l’energia <strong>di</strong> Sirio è connessa alla costellazione<br />

<strong>di</strong> Scorpio, la quale ne emana la<br />

luce e la <strong>di</strong>ffonde a tutta la croce. Non a caso<br />

Scorpio è la costellazione che determina con<br />

il suo influsso l’inversione sulla ruota facendo<br />

penetrare nel sistema solare l’energia <strong>di</strong> Sirio<br />

che evoca con le sue vibrazioni una rispon-<br />

Astrologia esoterica<br />

Curatore: Maria Grazia Barbieri<br />

LA CROCE FISSA,<br />

CROCE DEL CRISTO IN CROCE<br />

denza a cui l’anima, pronta, risponde.<br />

Da qui si evince il fatto che la coscienza è il<br />

tema centrale <strong>di</strong> questa croce, che, attraverso<br />

i suoi quattro rami, <strong>di</strong>ffonde energie che concernono<br />

in modo particolare lo sviluppo della<br />

coscienza, e l’uomo, rispondendo alle qualità<br />

dei raggi che emanano dai pianeti esoterici<br />

<strong>di</strong> questa croce, dalla mutevolezza passa alla<br />

ferma <strong>di</strong>rezione e segue l’intento irremovibile<br />

della sua anima.<br />

Inoltre i pianeti che formano la croce fissa<br />

portano in manifestazione tutti i raggi, tranne<br />

il 3°, e questa è una ulteriore conferma che<br />

questa croce si occupa principalmente degli<br />

aspetti della coscienza, infatti il 3° raggio è<br />

legato alla manifestazione e alla materia, che<br />

qui non è prevalente, perché prevale l’aspetto<br />

coscienza. <strong>Il</strong> 3° raggio quin<strong>di</strong> non appare,<br />

anche se è sempre presente perché emanato<br />

dalla Terra stessa e anche perché attivato<br />

dal 7° raggio tramite Urano.<br />

La coscienza, da coscienza <strong>di</strong> massa, tipica<br />

<strong>di</strong> Cancer, <strong>di</strong>viene coscienza <strong>di</strong> sé attraverso<br />

le energie <strong>di</strong> Leo, per <strong>di</strong>venire poi, tramite<br />

Aquarius, opposto polare <strong>di</strong> Leo, coscienza<br />

universale. Su questa croce l’orientamento<br />

spirituale, che è verticale, scorre attraverso<br />

l’asse polare Leo-Aquarius, dove l’uomo<br />

impara a decentrarsi da sé e a <strong>di</strong>venire consapevole<br />

del gruppo, iniziando così a servire<br />

l’umanità; invece l’inclusività orizzontale pas-<br />

31


32<br />

sa sull’asse polare Taurus-Scorpio, dove viene<br />

riconosciuta l’unità <strong>di</strong> spirito e materia e<br />

dove viene trattenuto tutto ciò che attraverso<br />

l’esperienza è stato compreso della forma e<br />

della sostanza.<br />

In ogni croce troviamo sempre tutti e quattro<br />

gli elementi - aria, fuoco, terra, acqua - dove<br />

ognuno, espresso da una <strong>di</strong>versa costellazione,<br />

ha una funzione ben precisa. Due sono<br />

gli elementi purificatori, l’acqua e il fuoco:<br />

il fuoco continua a livello esoterico ciò che<br />

l’acqua ha iniziato a livello ortodosso. L’acqua<br />

lava, purifica, smuove, <strong>di</strong>stacca, compie la<br />

sua opera <strong>di</strong> purificazione attraverso Cancer,<br />

Scorpio e Pisces quando il moto della ruota è<br />

or<strong>di</strong>nario, ma quando il moto si inverte allora<br />

è il fuoco che brucia tutte le scorie, quin<strong>di</strong><br />

l’essere umano purifica la sua natura e <strong>di</strong>viene<br />

sempre più sensibile a vibrazioni più elevate.<br />

Aries irra<strong>di</strong>a fuoco cosmico sulla croce<br />

car<strong>di</strong>nale, Sagittarius irra<strong>di</strong>a fuoco planetario<br />

sulla croce mobile, qui sulla croce fissa Leo<br />

irra<strong>di</strong>a fuoco solare, sistemico, che altro non<br />

è che il fuoco dell’anima.<br />

In specifico su questa croce Taurus e Scorpio<br />

sono la terra e l’acqua, e questo sta a significare<br />

che l’inclusività orizzontale è sempre<br />

consapevolezza <strong>di</strong> espansione della coscienza,<br />

ma più interna alla materia. Taurus ha bisogno<br />

dell’aiuto <strong>di</strong> Scorpio che, attraverso le<br />

sue prove, lo aiuta a purificarsi e a trasmutare<br />

il desiderio in aspirazione; ma poi l’oscurità<br />

<strong>di</strong> Scorpio trova la luce nell’occhio <strong>di</strong> Taurus,<br />

che illuminerà le tenebre. Invece l’asse Leo-<br />

Aquarius sono il fuoco e l’aria, dove il fuoco<br />

purifica, brucia tutte le scorie, e la coscienza<br />

così alleggerita e raffinata si eleva leggera su<br />

livelli più elevati.<br />

Questa croce viene anche chiamata la croce<br />

dell’illuminazione, infatti in essa troviamo<br />

i vari gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> consapevolezza della luce che<br />

deve esprimersi in noi. Tutti e quattro i segni<br />

<strong>di</strong> questa croce esprimono il concetto <strong>di</strong> illuminazione,<br />

e a due a due, come opposti polari,<br />

lavorano insieme per portare a compimento<br />

l’opera della croce fissa, la quale illumina e<br />

libera l’uomo che vi è crocifisso.<br />

In Taurus, segno del desiderio, c’è la luce<br />

dell’aspirazione; in Leo, segno della coscienza<br />

<strong>di</strong> sé, c’è la luce dell’anima; in Scorpio,<br />

segno della prova, c’è la luce che libera dal<br />

giogo della materia; in Aquarius, segno <strong>di</strong> coscienza<br />

universale e <strong>di</strong> servizio, c’è la luce del<br />

mondo; quin<strong>di</strong> la croce fissa è la croce della<br />

luce, emanata continuamente da tutti i segni<br />

che la compongono.<br />

Gli opposti polari devono arrivare ad unirsi,<br />

a fondersi e a completarsi fino a <strong>di</strong>venire un<br />

unico segno: i 12 devono <strong>di</strong>ventare 6, la croce<br />

<strong>di</strong>viene una linea, la quale <strong>di</strong>viene un punto, e<br />

l’uomo è lì al centro, <strong>di</strong>viene un punto ra<strong>di</strong>ante<br />

<strong>di</strong> luce e <strong>di</strong> amore, che ha fuso e integrato<br />

in sé tutte le energie.<br />

Alla luce <strong>di</strong> questo concetto, l’asse Taurus-<br />

Scorpio <strong>di</strong>viene molto importante proprio nel<br />

passaggio dalle tenebre alla luce, e l’aspetto<br />

Taurus viene perfettamente descritto dalle<br />

parole <strong>di</strong> Cristo: “Io sono la luce del Mondo,<br />

se il tuo occhio sarà singolo il tuo corpo sarà<br />

pieno <strong>di</strong> luce”. Significa avere acquisito la visione,<br />

essere posizionati sul piano dell’anima<br />

e avere compreso questa identità fra spirito<br />

e materia. Lo spirito è l’aspetto più sottile<br />

della materia e la materia è l’aspetto più denso<br />

dello spirito: non sono due cose separate.<br />

Questo significa anche avere <strong>di</strong>strutto la<br />

personalità attraverso le prove <strong>di</strong> Scorpio, e<br />

questo aspetto <strong>di</strong> Scorpio è descritto molto<br />

bene dall’episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Gesù che nella culla uccide<br />

i due serpenti, episo<strong>di</strong>o che simboleggia


il fatto che gli opposti non hanno più potere<br />

da cui consegue la morte della personalità e il<br />

trionfo dell’anima.<br />

Taurus è il desiderio che viene trasmutato in<br />

aspirazione, è l’oscurità che cede alla luce.<br />

L’occhio singolo <strong>di</strong> cui parla il Cristo è l’occhio<br />

<strong>di</strong> Taurus, occhio della visione che nel<br />

<strong>di</strong>scepolo va a sostituire i due occhi del sé<br />

personale. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>scepolo è sottoposto alle nove<br />

prove <strong>di</strong> Scorpio, rappresentate nella mitologia<br />

dall’Idra a nove teste; per ottenere la 2°<br />

iniziazione, quin<strong>di</strong>, deve vincere il desiderio<br />

ed innalzare al cielo la sua natura inferiore.<br />

L’uomo, invece, sull’asse Leo-Aquarius, da<br />

egocentrico <strong>di</strong>viene consapevole degli altri<br />

e inizia a servire l’umanità. I continui scambi<br />

Leo-Aquarius approfon<strong>di</strong>scono sempre questo<br />

concetto, della coscienza <strong>di</strong> sé e della<br />

coscienza <strong>di</strong> gruppo: questa polarità continua<br />

sempre a lavorare, finché l’uomo, che in Leo<br />

era unità separata, si immedesima sempre<br />

più nell’umanità, è consapevole dell’universalità,<br />

della fratellanza e del servizio, restando<br />

però consapevole della sua in<strong>di</strong>vidualità<br />

spirituale. Questo concetto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidualità<br />

cosciente viene espresso dalla frase che il<br />

Cristo <strong>di</strong>ce ai <strong>di</strong>scepoli: “Che profitto è per<br />

l’uomo se conquista il mondo intero, ma perde<br />

l’anima?”. Quin<strong>di</strong> è giusto essere consapevoli<br />

del tutto, ma restando consapevoli <strong>di</strong><br />

se stessi, come in<strong>di</strong>vidualità. Questa autocoscienza<br />

va mantenuta, allora progre<strong>di</strong>re sul<br />

sentiero significa espandere l’inclusività della<br />

propria coscienza, ma restando consapevoli<br />

del nostro sé interiore. <strong>Il</strong> viaggio su questa<br />

croce si conclude proprio in Aquarius: l’uomo<br />

qui consegue la 3° iniziazione, poiché è riuscito<br />

a liberarsi completamente dalla personalità,<br />

che ha sconfitto tramite Scorpio. L’uomo<br />

ora ha acquisito la consapevolezza <strong>di</strong> Aquari-<br />

us <strong>di</strong> essere acqua <strong>di</strong> vita per tutta l’umanità.<br />

Consapevolezza che è descritta dall’episo<strong>di</strong>o<br />

del Vangelo dove il Cristo manda i <strong>di</strong>scepoli<br />

in paese a cercare un portatore d’acqua. La<br />

simbologia dell’acqua è chiara: è l’acqua della<br />

vita, e Gesù <strong>di</strong>ce: “Io sono l’acqua della vita<br />

che <strong>di</strong>sseta l’umanità”.<br />

L’uomo su questa croce, consapevole della<br />

sua anima, si trova davanti al Guar<strong>di</strong>ano della<br />

Soglia, e scopre che Esso altro non è che la<br />

parte ancora indomita della sua personalità<br />

che deve essere sconfitta per conseguire poi<br />

l’iniziazione. <strong>Il</strong> Guar<strong>di</strong>ano della Soglia e l’Angelo<br />

della Presenza stanno così uno <strong>di</strong> fronte<br />

all’altro, e il <strong>di</strong>scepolo deve decidere. La luce<br />

dell’anima, sempre più forte, conduce il <strong>di</strong>scepolo<br />

ad affrontare le prove <strong>di</strong> Scorpio e a dare<br />

inizio alla battaglia. La <strong>di</strong>sciplina e il controllo<br />

propri del <strong>di</strong>scepolo, unitamente all’amore, lo<br />

portano a confrontarsi con ciò che ancora ha<br />

in sospeso dal suo passato e a sconfiggerlo<br />

definitivamente. Allora è il trionfo, e l’Angelo<br />

della Presenza finalmente concede all’uomo<br />

il permesso <strong>di</strong> salire sulla croce car<strong>di</strong>nale, la<br />

Croce del Cristo risorto.<br />

Maria Grazia Barbieri<br />

33


34<br />

Me<strong>di</strong>tare significa, come abbiamo visto in precedenza,<br />

praticare quell’attività della mente<br />

che Patanjali chiama la <strong>di</strong>sciplina, samyama.<br />

Ossia dharana, la concentrazione, dhyana, la<br />

me<strong>di</strong>tazione e samadhi, lo stato <strong>di</strong> unione.<br />

Quest’ultima con<strong>di</strong>zione viene definita con<br />

nomi <strong>di</strong>versi nelle varie tra<strong>di</strong>zioni, come ad<br />

esempio nirvana, illuminazione, estasi etc.<br />

Tutte concordano però, nel descriverla come<br />

uno stato <strong>di</strong> completa libertà dall’ignoranza e<br />

dalla sofferenza, nonché <strong>di</strong> piena partecipazione<br />

alla vita, nel suo aspetto celeste, assoluto,<br />

<strong>di</strong>vino etc. Realizzare questo modo <strong>di</strong> essere,<br />

oltre che <strong>di</strong>pendere da quelle che, per ora,<br />

definiremo semplicemente corrette pratiche<br />

<strong>di</strong> vita, è impossibile senza agire ciò che Buddha<br />

definisce retta me<strong>di</strong>tazione, come ottavo<br />

e più importante punto del suo ottuplice sentiero.<br />

Tipicamente la concentrazione viene applicata<br />

ad oggetti particolari, come immagini sacre,<br />

sacri suoni, preghiere etc, tali che possano facilmente<br />

condurre il praticante ad uno stato <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>tazione su qualità elevate della vita. Patanjali<br />

però si riferisce alla <strong>di</strong>sciplina come ad<br />

una semplice funzione della mente che, con<br />

l’esercizio, può anche <strong>di</strong>venire automatica.<br />

Cioè si può instaurare una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> non<br />

perturbazione, nirodha, del nostro processo<br />

senziente, che in pratica corrisponde ad essere<br />

costantemente in me<strong>di</strong>tazione. Questo<br />

<strong>Il</strong> Sentiero Iniziatico<br />

Curatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />

CHE COSA SIGNIFICA<br />

VERAMENTE MEDITARE (parte III)<br />

fatto non è per niente banale, perché significa<br />

che su qualsiasi cosa io <strong>di</strong>riga la mia concentrazione,<br />

la mia mente inizia subito a percepire<br />

gli aspetti qualitativi che stanno al <strong>di</strong> là<br />

<strong>di</strong> quella forma. <strong>Il</strong> perdurare della me<strong>di</strong>tazione<br />

mi fa essere in samadhi, cioè mi fa riconoscere<br />

la sostanziale unità con<strong>di</strong>visa da tutti gli<br />

esseri esistenti. Come vedete, me<strong>di</strong>tare non<br />

significa fare il vuoto mentale, bensì sviluppare<br />

un’attività della mente che la fa aderire agli<br />

aspetti oggettivi ed essenziali <strong>di</strong> tutta la realtà.<br />

Questa con<strong>di</strong>zione è il risultato dello sviluppo<br />

<strong>di</strong> una percezione che va al <strong>di</strong> là della normale<br />

con<strong>di</strong>zione umana e che <strong>di</strong>schiude all’uomo le<br />

cosiddette <strong>di</strong>mensioni occulte della vita, quelle<br />

<strong>di</strong> cui, da sempre, tutte le tra<strong>di</strong>zioni esoteriche<br />

e religiose raccontano all’umanità.<br />

Si apre la possibilità <strong>di</strong> cominciare ad indagare<br />

ciò che sta al <strong>di</strong> là della forma e della materia<br />

fisica, come i corpi sottili, i chakra, le aure etc,<br />

ossia tutti gli aspetti non materiali della coscienza.<br />

<strong>Il</strong> nostro autore poi, nel terzo capitolo<br />

del suo libro, ci parla <strong>di</strong> una infinità <strong>di</strong> siddhi,<br />

o poteri, che si sviluppano con la pratica della<br />

<strong>di</strong>sciplina, specificando molto bene però che,<br />

pur esistendo come funzioni della vita, questi<br />

poteri non sono il fine della ricerca umana,<br />

quanto piuttosto gli effetti <strong>di</strong> un naturale sviluppo.<br />

È meglio riba<strong>di</strong>re chiaramente questo<br />

concetto perché la ricerca del potere, o dei<br />

poteri, è una delle <strong>di</strong>storsioni più pericolose


della nostra natura umana. Coltivare questo<br />

desiderio <strong>di</strong>storce abbondantemente la nostra<br />

percezione del mondo e, non <strong>di</strong> rado, ci<br />

può in<strong>di</strong>rizzare su occulti sentieri del male,<br />

che si costruiscono sull’egoismo, l’ignoranza<br />

e la <strong>di</strong>struttività. Patanjali invece ci ricorda<br />

come la pratica dell’innocuità nei confronti <strong>di</strong><br />

ogni essere vivente debba essere, in verità,<br />

la prima ed assoluta norma della nostra esistenza,<br />

al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> qualsiasi potere. Come del<br />

resto ci ha ricordato anche san Paolo, là dove<br />

afferma che qualsiasi carisma, senza l’amore,<br />

non è niente.<br />

Certo però che, in questo stato <strong>di</strong> perenne<br />

me<strong>di</strong>tazione, <strong>di</strong> unità e continuità con la vita,<br />

la nostra visione del mondo si eleva rispetto a<br />

quella “normalmente” umana, estendendosi<br />

a comprendere la totalità dell’esistenza, comprese<br />

tutte le sue frequenze più sottili.<br />

In Lettere sulla me<strong>di</strong>tazione occulta Alice<br />

Ann Bailey, che riporta gli insegnamenti del<br />

maestro Tibetano, si afferma che in pratica<br />

si può me<strong>di</strong>tare sulla forma, sul colore e sul<br />

suono. Questi tre aspetti comprendono tutte<br />

le possibili modalità <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione, <strong>di</strong> tutte le<br />

tra<strong>di</strong>zioni, comprese le paperelle nel laghetto.<br />

Veramente questo <strong>di</strong>scorso potrebbe <strong>di</strong>ventare<br />

molto complesso e <strong>di</strong> sicuro non è questo<br />

il luogo adatto per svilupparlo, però, anche se<br />

in modo estremamente sintetico, non possiamo<br />

non rilevare che la realtà stessa, anche<br />

nelle sue strutture più dense è costituita essenzialmente<br />

<strong>di</strong> forma, colore e suono. Fra<br />

l’altro l’approfon<strong>di</strong>mento della conoscenza <strong>di</strong><br />

questi aspetti, a partire dal piano fisico, potrà<br />

dare luogo a delle tecnologie impensabili e a<br />

dei meto<strong>di</strong> terapeutici molto interessanti. Giusto<br />

per far viaggiare l’intuizione, è <strong>di</strong> questi<br />

giorni l’annuncio della deco<strong>di</strong>fica del “suono”<br />

del dna umano. Non dobbiamo <strong>di</strong>menticarci<br />

che “all’inizio era il Verbo” e che, anche da un<br />

punto <strong>di</strong> vista scientifico, possiamo affermare<br />

che ogni cosa esistente esprime una sua<br />

vibrazione fondamentale. Ossia il suo nome<br />

segreto, secondo le conoscenze degli antichi<br />

egizi, o il suo mantra, secondo la tra<strong>di</strong>zione in<strong>di</strong>ana.<br />

Da decenni poi, per esempio, si fanno<br />

esperimenti <strong>di</strong> cromoterapia, mentre, fra i vari<br />

stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> laboratorio a cui è stata sottoposta la<br />

me<strong>di</strong>tazione, spiccano anche quelli condotti<br />

per verificare gli effetti prodotti sull’uomo della<br />

concentrazione su forme particolari, come<br />

i mandala tibetani. Quin<strong>di</strong>, sia che manteniamo<br />

fissa la nostra concentrazione sul sacro<br />

cuore <strong>di</strong> Gesù, visualizzato <strong>di</strong> un bel rosso acceso,<br />

recitando una preghiera, o che stiamo<br />

mantenendo l’attenzione su un mandala, coi<br />

suoi bei colori, recitando un mantra, oppure<br />

che stiamo visualizzando le paperelle dentro<br />

il nostro laghetto, raccontandoci una storia,<br />

in realtà stiamo me<strong>di</strong>tando usando forma, colore<br />

e suono. Ovviamente, ognuno può comprenderlo,<br />

da Gesù alle paperelle c’è una bella<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> vibrazione, cioè <strong>di</strong> contenuti qualitativi<br />

oltre che formali, quin<strong>di</strong> anche <strong>di</strong> effetti<br />

prodotti.<br />

Già, quali effetti produce la me<strong>di</strong>tazione?<br />

Sempre secondo A. A. Bailey nel già citato<br />

testo, la me<strong>di</strong>tazione produce quattro effetti<br />

fondamentali: 1. Produce contatto egoico<br />

ed allineamento 2. Origina una con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> equilibrio 3. Rende stabile la vibrazione 4.<br />

Aiuta a trasferire la polarizzazione. Che tradotto,<br />

molto semplicemente, vorrebbe <strong>di</strong>re:<br />

1. Fa sì che gli aspetti che compongono la<br />

personalità, fisico, emotivo e mentale entrino<br />

progressivamente in rapporto con quel principio<br />

superiore della coscienza che chiamiamo<br />

anima o Ego. Questo fatto purifica e trasforma<br />

i tre corpi inferiori, fisico, astrale e menta-<br />

35


36<br />

le, “allineandoli”, cioè rendendoli via via più<br />

responsivi alla volontà sintetica ed inclusiva<br />

dell’anima. 2. La me<strong>di</strong>tazione produce relativo<br />

equilibrio nella vita interiore <strong>di</strong> questi corpi,<br />

rendendo possibile una tensione verso l’alto<br />

dei Cieli, cioè sempre l’anima, che <strong>di</strong> fatto<br />

sposterà progressivamente più in alto questo<br />

equilibrio, elevando <strong>di</strong> fatto il livello della coscienza.<br />

3. Lavorando in modo scientifico alla<br />

trasformazione del proprio essere si va sistematicamente<br />

nella <strong>di</strong>rezione della stabilizzazione<br />

dei conseguimenti. Tutti provano gioia e<br />

dolore, in maniera apparentemente casuale,<br />

l’evoluzione, accompagnata dalla pratica della<br />

me<strong>di</strong>tazione, rende più stabili i conseguimenti<br />

armonici della coscienza 4. Normalmente l’essere<br />

umano è polarizzato sulle sue emozioni o<br />

sulla sua mente, il processo <strong>di</strong> assorbimento<br />

della percezione su frequenze elevate, determinato<br />

dalla me<strong>di</strong>tazione, <strong>di</strong> fatto aiuta l’uomo<br />

ad essere centrato in maniera più stabile<br />

sulla vibrazione dell’anima.<br />

Difficilmente però il me<strong>di</strong>tante, mentre vive<br />

questi processi, se ne renderà conto in maniera<br />

così precisa. La percezione, sul versante<br />

dell’aspirante sul sentiero, è piuttosto quella<br />

<strong>di</strong> una caotica ridda <strong>di</strong> avvenimenti dai quali<br />

non può prescindere. La vita è un tumulto<br />

<strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni tra una inspiegabile e, per<br />

lungo tempo, indefinita aspirazione verso la<br />

“spiritualità”, o la “verità”, da una parte, e<br />

il persistere <strong>di</strong> o<strong>di</strong>osi ed indesiderati aspetti<br />

del proprio carattere, che continuano violentemente<br />

a manifestarsi. Ci vuole “molta”<br />

me<strong>di</strong>tazione per cominciare a ra<strong>di</strong>care in sé<br />

una maggiore stabilità e consapevolezza, perlomeno<br />

<strong>di</strong> un sentiero in <strong>di</strong>venire, dal quale,<br />

ad un certo punto, ci si rende conto che non<br />

ci si allontanerà mai più. La chiave interpretativa<br />

della realtà, che pure si è elaborata in<br />

questo subbuglio della coscienza, <strong>di</strong>viene imprescin<strong>di</strong>bile<br />

e si realizza finalmente che, anche<br />

se non si è giunti, ammesso che esista,<br />

all’approdo finale del proprio peregrinare, ora<br />

sappiamo che gli strumenti a nostra <strong>di</strong>sposizione,<br />

come ci hanno portato fin qui, così ci<br />

porteranno a destinazione.<br />

Finalmente si inizia ad apprezzare la semplicità<br />

e l’efficacia della <strong>di</strong>sciplina e non ci si chiede<br />

più se è giusto me<strong>di</strong>tare o cercare <strong>di</strong> vigilare<br />

consapevolmente nei confronti del proprio<br />

comportamento. È normale sedersi, chiudere<br />

gli occhi rivolgere l’attenzione all’oggetto della<br />

propria me<strong>di</strong>tazione, perdere la concentrazione,<br />

riportare l’attenzione là dove vogliamo<br />

che sia, altalenando continuamente tra <strong>di</strong>strazione<br />

ed elevazione, fino a quando l’altalena<br />

si fermerà. Così come è normale portare l’attenzione<br />

ai moventi delle proprie azioni, cercando<br />

<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarli da <strong>di</strong>struttivi a creativi ed<br />

innocui, accettando che, pur riconoscendo la<br />

propria rabbia, a volte non si può fare a meno<br />

<strong>di</strong> lasciarla esplodere, fino alla prossima occasione,<br />

quando, forse, riusciremo a fare meglio...<br />

Credetemi, c’è molto altro da scoprire<br />

oltre le paperelle nel laghetto.<br />

<strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong>


Con il termine amore-saggezza si designa<br />

l’energia <strong>di</strong> secondo raggio, che è il raggio<br />

della <strong>di</strong>vinità. Essendo il raggio principale del<br />

sistema solare influenza profondamente tutta<br />

la vita, in questa parte <strong>di</strong> universo, sospingendo<br />

tramite la Legge <strong>di</strong> Attrazione ad una<br />

sintesi della coscienza. Questo raggio funge<br />

da canale per il volere <strong>di</strong>vino ed è l’aspetto<br />

Cristo. È l’amore che infiamma il cuore e lo<br />

rende capace <strong>di</strong> sacrificio, quel rendere sacro<br />

che comporta la rinuncia agli ostacoli che impe<strong>di</strong>scono<br />

l’integrazione.<br />

Ma l’amore è anche il prodotto dell’interazione<br />

tra il Padre, o spirito, che vuole che il<br />

desiderio sia realizzato e la Madre, o materia,<br />

che sod<strong>di</strong>sfa quel desiderio ed è attratta dal<br />

Padre. Nulla sfugge a questa <strong>di</strong>namica che ha<br />

come risultato la nascita del Figlio, o aspetto<br />

coscienza, che ere<strong>di</strong>ta dal Padre l’impulso a<br />

desiderare e dalla Madre la tendenza a creare<br />

forme. In questo rapporto è celato il segreto<br />

della creazione delle forme.<br />

È ancora l’amore che attira, fonde e produce<br />

coesione: per suo tramite gli opposti sono attratti<br />

l’uno verso l’altro e fusi in un tutto. Questo<br />

è il grande mistero che riguarda la volontà<br />

unificante che opera con l’amore, e l’amore<br />

fra i sessi non è che la sua espressione inferiore.<br />

Fondamentale è la Legge <strong>di</strong> Attrazione<br />

perché tutta l’evoluzione è uno scambio continuo<br />

tra vita e forma ed è grazie all’attrazione<br />

Psicologia esoterica<br />

Curatore: Paola Spada<br />

AMORE E SAGGEZZA<br />

che lo spirito si fonde con la materia purificandola<br />

affinché possa rivelare il <strong>di</strong>vino.<br />

Un altro aspetto dell’amore è il desiderio che<br />

si esprime con l’attrazione, con la facoltà<br />

<strong>di</strong> attrarre a sé ciò che è amato. Si tratta <strong>di</strong><br />

una grande forza <strong>di</strong> coesione magnetica che<br />

sottostà ad ogni opera creativa che porta in<br />

manifestazione le forme attraverso le quali<br />

sod<strong>di</strong>sfare il desiderio. È possibile creare<br />

solo se il pensiero è proteso a realizzare un<br />

desiderio. La natura dei desideri cambierà durante<br />

il processo evolutivo, passando dall’attrazione<br />

per possessi materiali o per i piaceri<br />

che sod<strong>di</strong>sfano i sensi, a desideri più nobili<br />

come quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>venire innocui o <strong>di</strong> fondersi<br />

con Dio. Inoltre ogni pensiero dotato <strong>di</strong> aspirazione<br />

purifica potentemente l’essere. Da<br />

qui l’importanza del desiderio perché, se ben<br />

formulato, dà impulso alle azioni creative rendendoci<br />

co-creatori.<br />

Nel creare le forme presenti nell’universo e<br />

nel provvedere al loro sviluppo sta uno degli<br />

scopi principali dell’amore. Per quanto riguarda<br />

l’umanità, l’interazione fra vita e forma<br />

produce una coscienza che si sforza <strong>di</strong><br />

pervenire al cuore, dapprima della forma poi,<br />

per effetto dell’esperienza nella materia, <strong>di</strong><br />

ciò che non ha forma. L’uomo si ricongiunge<br />

così <strong>di</strong> desiderio in desiderio alla sua natura<br />

<strong>di</strong>vina.<br />

Tornando ad un livello più ampio, tutte le for-<br />

37


38<br />

me che si trovano all’interno del Logos solare,<br />

in virtù del fatto che qui Dio è amore,<br />

saranno sospinte alla ricerca della beatitu<strong>di</strong>ne<br />

attraverso la sod<strong>di</strong>sfazione del desiderio.<br />

La costruzione delle forme avviene seguendo<br />

numeri e sequenze precise: nulla è lasciato<br />

al caso, ma alla conoscenza del Maestro Costruttore<br />

che abilmente provvede alla costruzione<br />

del Tempio. Così l’uomo è creatore, ma<br />

solo se la fiamma del cuore è accesa, perché<br />

permette la visione, l’ardente aspirazione e la<br />

realizzazione. Nel suo aspetto più elevato, per<br />

l’umanità, l’energia <strong>di</strong> amore e saggezza produce<br />

la visione mistica: in questo processo <strong>di</strong><br />

unificazione con Dio si vede e si <strong>di</strong>venta simili<br />

a Lui, e a questo punto si è in grado <strong>di</strong> esprimere<br />

amore e saggezza; agire con saggezza<br />

significa infatti saper tradurre la conoscenza<br />

in un comportamento saggio, che stimoli la<br />

buona volontà. Oggi l’umanità ha molto bisogno<br />

<strong>di</strong> saggezza per uscire dai vicoli ciechi<br />

prodotti dall’ignoranza e dall’egoismo.<br />

Essendo questo raggio il principale nel nostro<br />

sistema solare, non esce mai dalla manifestazione<br />

e riappare in sequenze <strong>di</strong> cinquecento<br />

anni. Ogni volta che declina, dopo aver raggiunto<br />

il culmine della manifestazione, l’umanità,<br />

orfana <strong>di</strong> questo prezioso sostegno, ricade<br />

nella separatività, ed è proprio durante<br />

questi perio<strong>di</strong> che sono più frequenti le guerre<br />

e i <strong>di</strong>sastri, infatti dal 1825 questo raggio<br />

sta ritirandosi dalla manifestazione e l’umanità<br />

ha assistito a varie guerre. Evolvere significa<br />

anche poter incarnare qualsiasi raggio, in<br />

qualsiasi momento, in<strong>di</strong>pendentemente dalla<br />

sua presenza in manifestazione o meno, perché<br />

avendo accesso alle proprie ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> luce<br />

e ai Sette Saggi davanti al trono <strong>di</strong> Dio si può<br />

attingere alla loro natura <strong>di</strong>vina con le relative<br />

qualità.<br />

L’amore dell’uomo, progressivamente, si<br />

unifica all’amore del Logos Solare e <strong>di</strong>viene<br />

strumento per l’espressione <strong>di</strong> quella energia,<br />

contribuendo a sostenere tutte le forme<br />

nel suo ambito <strong>di</strong> influenza. Con quella fiamma<br />

accesa nel cuore si possono nutrire tutti<br />

gli esseri, attrarre quelli maturi per evolvere<br />

e con azione lenta e amorevole istruirli affinché<br />

possano servire. <strong>Il</strong> servizio reso sotto l’influenza<br />

<strong>di</strong> questo raggio riguarda soprattutto<br />

le idee perché, se è vero che l’energia segue<br />

il pensiero, è anche vero che emettere pensieri<br />

puri e d’amore nello spazio purifica l’atmosfera<br />

infetta che avvolge il pianeta.<br />

Ognuno è responsabile <strong>di</strong> quello che immette<br />

nell’atmosfera in cui vive, soprattutto i pensieri,<br />

ma c’è un aiuto molto prezioso al quale<br />

tutti possiamo ricorrere: non <strong>di</strong>mentichiamo,<br />

nell’affanno della vita quoti<strong>di</strong>ana, <strong>di</strong> ringraziare<br />

il Cristo che ci ha mostrato e continua<br />

ad in<strong>di</strong>carci la Via, la Verità e la Vita, perché<br />

anche la devozione può aprire ogni porta e<br />

non c’è ginocchio che non si pieghi nel Suo<br />

nome.<br />

Paola Spada


“<strong>Il</strong> Sud Italia è sotto choc per l’influenza aviaria.<br />

Sono 23 i cigni trovati morti fra sabato e<br />

domenica mattina in Sicilia, Calabria e Puglia.<br />

Sei <strong>di</strong> questi sono certamente deceduti per<br />

il virus H5N1. Presi d’assalto i centralini <strong>di</strong><br />

carabinieri e polizia ma anche il numero verde<br />

1500 attivato dal ministero della salute”;<br />

“Allarme meningite. Centinaia <strong>di</strong> persone<br />

in coda per vaccinarsi nel trevigiano. I me<strong>di</strong>ci:<br />

timori ingiustificati”; “La depressione<br />

si <strong>di</strong>ffonde con facilità attraverso i rapporti<br />

interpersonali; “La bulimia, comportamento<br />

patologico <strong>di</strong> alimentazione incontrollata, si<br />

è <strong>di</strong>mostrato fortemente contagioso”; o ancora…<br />

le mode o gli improvvisi spostamenti<br />

dell’opinione pubblica a favore o contro un<br />

determinato personaggio o partito politico.<br />

Che cos’hanno in comune queste realtà?<br />

Negli articoli precedenti abbiamo visto alcuni<br />

processi <strong>di</strong> influenza attivati da fonti visibili o<br />

comunque in<strong>di</strong>viduabili. Questi sopra elencati<br />

sono processi <strong>di</strong> influenza dei quali è più <strong>di</strong>fficile<br />

in<strong>di</strong>viduare la fonte, ma che sono in grado<br />

<strong>di</strong> sviluppare potenti effetti che possono aumentare<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione e <strong>di</strong> intensità (effetto<br />

palla <strong>di</strong> neve) o coinvolgere un numero <strong>di</strong><br />

persone sempre maggiore (effetto a macchia<br />

d’olio). Gli psicologi <strong>di</strong> fine ‘800 che stu<strong>di</strong>arono<br />

questo fenomeno lo definirono contagio,<br />

usando l’analogia con la modalità <strong>di</strong> trasmissione<br />

delle malattie infettive. Emozioni, idee,<br />

Psicologia sociale e del lavoro<br />

Curatore: Diana Ferrazin<br />

LE INFLUENZE “IN RETE”<br />

pensieri, credenze - scrisse Le Bon - hanno<br />

un potere <strong>di</strong> contagio analogo a quello dei<br />

microbi, e tale fenomeno è fondamentale e<br />

quin<strong>di</strong> anche normale all’interno <strong>di</strong> una società,<br />

comunità o gruppo sociale che sia. Come<br />

accade per tutti i fenomeni vitali, quin<strong>di</strong> duali,<br />

è necessario però <strong>di</strong>stinguere le due facce<br />

della medaglia: quella positiva, che si identifica<br />

nelle qualità e potenzialità positive del<br />

fenomeno, e quella negativa, che ha una tendenza<br />

invece involutiva, <strong>di</strong>struttiva. Nel suo<br />

aspetto fisiologico positivo tale contagio è un<br />

importante fattore <strong>di</strong> integrazione sociale oltre<br />

che <strong>di</strong> innovazione laddove ad esempio si<br />

<strong>di</strong>ffondano informazioni scientifiche, tecnologia,<br />

cultura, valori, norme sociali in<strong>di</strong>spensabili<br />

per il buon funzionamento <strong>di</strong> una comunità.<br />

Nel suo aspetto <strong>di</strong>storto il contagio può<br />

invece produrre conseguenze <strong>di</strong> tutt’altro<br />

genere ed essere responsabile <strong>di</strong> valutazioni<br />

sbagliate, <strong>di</strong> scelte eccessive, della <strong>di</strong>ffusione<br />

<strong>di</strong> malattie fantasiose o <strong>di</strong> gravi sintomi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sagio psicologico. È il caso ad esempio <strong>di</strong><br />

quello che viene definito socialmente rumore<br />

o <strong>di</strong>ceria, un’informazione che si sviluppa e<br />

circola senza essere stata confermata dalle<br />

fonti ufficiali e che permane anche quando è<br />

stata da queste smentita (Kapferer 1987). Inten<strong>di</strong>amoci,<br />

il rumore non è necessariamente<br />

falso o portatore <strong>di</strong> effetti negativi, tuttavia<br />

può deformare la realtà, anche in modo mi-<br />

39


40<br />

naccioso, e nuocere a coloro che ne sono oggetto.<br />

Può creare un clima ostile, portare zizzania,<br />

può veicolare dubbi, pensieri malsani,<br />

può dare un’immagine volutamente <strong>di</strong>storta<br />

relativamente ad argomenti socialmente strategici.<br />

Si parla <strong>di</strong> contagio negativo anche per<br />

le cosiddette malattie psicogene <strong>di</strong> massa; è<br />

ormai noto per esempio che comportamenti<br />

auto<strong>di</strong>struttivi come la depressione, la bulimia<br />

ma anche il suici<strong>di</strong>o possano <strong>di</strong>ffondersi<br />

con facilità, per cui chi vive a lungo con persone<br />

depresse tende ad assumerne i sintomi,<br />

oppure si riscontra una correlazione positiva<br />

tra il comportamento bulimico <strong>di</strong> una persona<br />

ed il comportamento bulimico me<strong>di</strong>o degli<br />

amici più stretti; come è possibile? Come si<br />

spiega questa con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> malattie apparentemente<br />

non virulente e <strong>di</strong>stanti da quanto<br />

comunemente si <strong>di</strong>ffonde per via virale?<br />

Partiamo sempre dal presupposto che per<br />

svilupparsi tale rete <strong>di</strong> influenza deve trovare<br />

un terreno fertile, quin<strong>di</strong> persone influenzabili,<br />

<strong>di</strong>versamente attecchisce poco o niente,<br />

garantito; nei precedenti articoli ho provato<br />

ad insistere sulla necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminare, <strong>di</strong><br />

“ascoltare la vita” per imparare a scegliere<br />

autonomamente, perché comunicare significa<br />

mettere in comune, significa con<strong>di</strong>videre<br />

tutto ciò che noi siamo e che gli altri sono,<br />

nel bene e nel male. Si comunica anche a<br />

<strong>di</strong>stanza, senza telefono, senza internet, anche<br />

nel silenzio più assoluto o dal luogo più<br />

isolato che si possa immaginare. Chi oggi<br />

non ha mai vissuto qualche banale fenomeno<br />

telepatico come il ritrovarsi a pensare ad<br />

una persona che… “magicamente” dopo<br />

qualche secondo vi chiama al telefono? Ciascuno<br />

<strong>di</strong> noi è coscienza nella <strong>di</strong>mensione<br />

fisica, eterica, astrale e mentale, e ciascuno<br />

<strong>di</strong> noi è inserito in una coscienza più grande<br />

che è quella del Pianeta, che è fisica, eterica,<br />

astrale e mentale quin<strong>di</strong> la vita è UNA, e <strong>di</strong><br />

questa unità noi facciamo parte, come cellule<br />

in<strong>di</strong>spensabili. Anche solo limitandosi a questa<br />

visione (ferma al triplice uomo inferiore, al<br />

piano della Personalità), le cose si complicano<br />

un pochino. Allora la comunicazione forse<br />

non è solo verbale e non verbale, comunicare<br />

significa mettere in comune ciò che risiede<br />

sui vari piani della nostra coscienza. La forte<br />

influenza <strong>di</strong> questi fenomeni è legata alla loro<br />

natura energetica, sono flussi <strong>di</strong> coscienza<br />

che attecchiscono dove trovano risonanza,<br />

apertura, compatibilità con la qualità che veicolano.<br />

È ancora una volta un gioco <strong>di</strong> potere<br />

tra la fonte (seppur fisicamente indefinita)<br />

e il/i bersaglio/i, un confronto o meglio uno<br />

scontro dove vince il più forte. <strong>Il</strong> problema<br />

è ahimè sempre… l’ignoranza, nel senso <strong>di</strong><br />

non conoscenza delle <strong>di</strong>namiche della vita,<br />

terreno fertile per eccellenza <strong>di</strong> quanto vuole<br />

agire nell’ombra, e la soluzione è sempre… la<br />

consapevolezza, che si conquista attraverso<br />

una tensione decisa ed instancabile verso la<br />

chiarezza d’intenti, la verità dentro e fuori <strong>di</strong><br />

noi.<br />

Diana Ferrazin<br />

AFFARI ITALIANI – CINQUEALLECINQUE<br />

lunedì 13 febbraio 2006, ANNO II n°54<br />

LA STAMPA.it CRONACHE: “Allarme meningite,<br />

scoppia la psicosi” 22-12-2007 (15:13)<br />

– IL CASO<br />

A. MUCCHI FAINA, L’influenza sociale, <strong>Il</strong> Mulino,<br />

Bologna 1996


Le fiabe della Manu<br />

Curatore: Manuela Baccin<br />

Tanto, tanto tempo fa imperavano due regni,<br />

quello dei Guerrieri dell’Amore e l’impero del<br />

Vento Oscuro.<br />

I Guerrieri dell’Amore erano guidati dalla Regina<br />

Anisha, che <strong>di</strong>scendeva dalla stirpe degli Elfi.<br />

Ella aveva capelli color della terra bagnata,<br />

i suoi occhi vivaci avevano le gradazioni del<br />

cielo d’inverno e il suo viso dalla pelle nivea<br />

assumeva sfumature <strong>di</strong> rosa alla luce del tramonto.<br />

<strong>Il</strong> regno sorgeva in una valle al sole, circondata<br />

da boschi incantati e laghi sacri. <strong>Il</strong> palazzo<br />

si ergeva su una collina e dominava tutta la<br />

vallata. L’armata personale della Regina era<br />

formata da cavalieri che provenivano da luoghi<br />

straor<strong>di</strong>nari e remoti.<br />

Tutti conoscevano la via della spada, ma ognuno<br />

portava con sé i preziosi segreti appresi<br />

dalle innumerevoli battaglie combattute nelle<br />

proprie contrade. Tra questi, cavalieri c’era<br />

l’ultimo <strong>di</strong>scendente <strong>di</strong> un casato <strong>di</strong> condottieri<br />

dalle origini antichissime.<br />

Portava in sè i misteri della conoscenza e<br />

dell’arte della guerra, ed era il confidente della<br />

Regina. <strong>Il</strong> suo nome era Elkan, <strong>di</strong> corporatura<br />

vigorosa, dai capelli scuri e leggermente mossi<br />

che incorniciavano il suo viso accattivante. I<br />

suoi occhi, <strong>di</strong> una tonalità tra il grigio e il verde<br />

incantavano ed esprimevano coraggio.<br />

Una sera <strong>di</strong> luna piena, offuscata da nuvole<br />

cupe, la Regina, fece convocare Elkan nelle<br />

I DUE REGNI (parte I)<br />

sue stanze.<br />

Egli bussò alla porta dell’alloggio della Regina,<br />

ed ella gli <strong>di</strong>sse: “Vieni avanti, chiu<strong>di</strong> la porta<br />

per cortesia”, e facendo un gesto <strong>di</strong> invito con<br />

la mano aggiunse: “Vieni a scaldarti vicino al<br />

fuoco”.<br />

La Regina era in pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> fronte al camino, i<br />

suoi pensieri erano impetuosi come le fiamme<br />

che guardava incantata.<br />

Si voltò verso Elkan con occhi <strong>di</strong> chi già tutto<br />

sapeva e <strong>di</strong>sse: “Or ora mi è giunta notizia,<br />

<strong>di</strong> una cosa che noi tutti temevamo; il Vento<br />

Oscuro si è risvegliato, la valle a nord è stata<br />

ingoiata, <strong>di</strong>strutta dalla sua ferocità. Non esiste<br />

più, non è rimasto più niente e i suoi abitanti<br />

sono stati uccisi o rapiti… ma forse, per<br />

loro era meglio la morte”.<br />

Elkan rimase immobile la sua mente veloce<br />

analizzava tutte le possibilità per organizzare<br />

un’offensiva, ma fu <strong>di</strong>stolto dalle parole della<br />

Regina Anisha.<br />

“Ho deciso! Noi non vinceremo mai, se combatteremo<br />

come loro, l’o<strong>di</strong>o, il rancore e la vendetta<br />

ci porteranno solo all’annullamento <strong>di</strong> noi stessi,<br />

i nostri principi dovranno essere ancor più sal<strong>di</strong>,<br />

l’amore sarà la nostra spada, la pace sarà la nostra<br />

forza e la verità la nostra vita”.<br />

La Regina si avvicinò ad Elkan, pose la mano<br />

sulla sua spalla e con un sorriso sereno, guardandolo<br />

negli occhi aggiunse: “È giunto quel<br />

giorno e sapevamo entrambi che sarebbe<br />

41


42<br />

arrivato; caro Elkan, non posso esimermi dal<br />

compito che mi è stato assegnato…”<br />

Elkan contrariato si scostò da lei e, mentre<br />

con la mano sinistra stringeva l’impugnatura<br />

della spada nel fodero, con tono duro e preoccupato<br />

<strong>di</strong>sse: “Se tu farai questo, morte certa<br />

sarà per te, rammenta cosa pre<strong>di</strong>ssero le tre<br />

sibille al tuo venticinquesimo compleanno Tu<br />

andrai incontro alla morte terrena ma cielo e<br />

stelle saranno la tua nuova casa, solo con il<br />

sacrificio troverai la via. Non puoi ingannare<br />

te stessa! Come se questo non fosse accaduto”.<br />

Anisha per un istante scattò duramente, stava<br />

per reagire da Regina, con autorità e potere,<br />

alla considerazione <strong>di</strong> Elkan, ma poi sopraggiunse<br />

in lei un senso <strong>di</strong> dolore e <strong>di</strong> amore.<br />

Era confusa…<br />

I suoi occhi incontravano solo gli occhi <strong>di</strong> Elkan,<br />

il tempo <strong>di</strong> un battito <strong>di</strong> ciglia che durò<br />

un’eternità, poi Anisha si avvicinò e con la<br />

mano gli fece una carezza e sorridendogli<br />

rimase ferma. A quel punto lui prese la sua<br />

mano e stringendola la tenne lì, sulla sua<br />

guancia… Si erano svelati e così ritrovati,<br />

avevano vissuto assieme molte avventure,<br />

affrontato battaglie, gioie e dolori, cacciato e<br />

danzato… e altro ancora. Ma fu un istante, un<br />

istante <strong>di</strong> libertà e tutto ritornò come prima, la<br />

Regina si spostò e con <strong>di</strong>stacco e freddezza<br />

<strong>di</strong>sse: “Così ho deciso, è un or<strong>di</strong>ne”. Elkan si<br />

inchinò <strong>di</strong> fronte a lei e al suo volere e in<strong>di</strong>etreggiando<br />

si congedò, senza una parola.<br />

All’alba dell’indomani Anisha, con il suo cavallo,<br />

partì alla volta del Regno del Vento Oscuro.<br />

<strong>Il</strong> viaggio durò a lungo, molte notti buie videro<br />

i suoi occhi e si susseguirono giorni grigi.<br />

Oramai solo freddo e acqua la sua pelle conosceva,<br />

e nulla più quando infine una notte, sul<br />

dorso del suo cavallo, giunse <strong>di</strong>nnanzi alla for-<br />

tezza ove viveva il Principe del Regno. C’era<br />

un silenzio inquietante, una calma innaturale,<br />

tutto, intorno a lei, era senza vita, alberi immobili,<br />

non un alito <strong>di</strong> vento, non un cinguettio, il<br />

sottobosco era <strong>di</strong>sabitato, nell’aria si poteva<br />

avvertire in ogni dove la presenza delle tenebre.<br />

A quel punto Anisha si avvolse meglio il<br />

mantello intorno alle spalle, allungò il braccio<br />

destro, tenendolo teso <strong>di</strong> fronte a lei, con la<br />

mano ritta.<br />

Dal palmo sprigionò un fascio potente <strong>di</strong> luce<br />

celeste, dal quale si <strong>di</strong>ffusero mille e più stelle<br />

luminescenti che si sparsero attorno a lei creando<br />

una via <strong>di</strong> luce tra le ombre.<br />

Entrata nel palazzo, fu accolta da soffi d’aria<br />

gelata e voci terrifiche che echeggiavano<br />

ovunque. Avanzò con prudenza, lentamente,<br />

ad un tratto fu pervasa da bisbigliamenti pieni<br />

d’o<strong>di</strong>o, che penetravano, che si addentravano<br />

violentemente nella mente della Regina, suscitandole<br />

pensieri insopportabili.<br />

All’improvviso i suoi pensieri presero vita e<br />

davanti a lei scorrevano scene crudeli, demoni<br />

e spiriti malvagi che originavano il male in<br />

persone care a lei.<br />

Vide anche Elkan sospeso nel vuoto oscuro,<br />

tormentato da esseri che assumevano<br />

l’aspetto delle sue paure,… ma fu per un breve<br />

istante e poi non vide più niente.<br />

Anisha si inginocchiò, poi si accasciò a terra<br />

afflitta ed esausta, ma proprio in quell’istante<br />

<strong>di</strong> maggiore <strong>di</strong>fficoltà e solitu<strong>di</strong>ne fece un grido<br />

<strong>di</strong> libertà e con forza d’animo si rialzò pronunciando:<br />

“Io sconfiggerò l’irreale, la verità<br />

del mio cuore sarà la mia forza!”.<br />

Allora una voce potente tuonò nella sala e con<br />

tono freddo, imperturbabile <strong>di</strong>sse: “Hai Paura!?”.<br />

Continua...<br />

Manuela Baccin


ENERGHEIA<br />

Prima scuola italiana <strong>di</strong> formazione per terapeuti esoterici<br />

Dieci week-end all’anno per tre anni <strong>di</strong> intenso stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> profonda alchimia spirituale.<br />

La scuola intende preparare al <strong>di</strong>scepolato e al cammino iniziatico,<br />

fornendo gli strumenti teorici e pratici per focalizzare stabilmente<br />

la propria coscienza sul piano dell’anima, requisito<br />

fondamentale per poter operare nel campo<br />

della guarigione esoterica. <strong>Il</strong> programma,<br />

estremamente vasto, spazierà dalla<br />

conoscenza dei chakra, dell’aura, dei corpi<br />

sottili, al karma, alla psicologia esoterica,<br />

alla conoscenza e all’uso dell’energie<br />

<strong>di</strong> raggio. Un guaritore esoterico deve<br />

poter aiutare i suoi fratelli a far fluire l’energia<br />

dell’anima, fonte <strong>di</strong> ogni vera guarigione, e deve<br />

sapere come questo può avvenire in pratica.<br />

L’iscrizione alla scuola comporta una decisa scelta<br />

<strong>di</strong> vita nel senso della trasformazione del proprio<br />

sè inferiore e del servizio agli altri. Chi non avesse questi<br />

precisi intenti sappia che non potrà essere accettato nella<br />

scuola, che sarà fra l’altro a numero chiuso.<br />

I corsi si tengono ogni anno da ottobre a giugno.<br />

PROGRAMMA<br />

1°anno: Introduzione “<strong>Il</strong> Sentiero degli Angeli” - La pratica della me<strong>di</strong>tazione - L’integrazione della personalità<br />

- <strong>Il</strong> corpo fisico - <strong>Il</strong> corpo eterico - Pranoterapia e terapia magnetica - I sette raggi - Kundalini, chakra e<br />

l’aura - <strong>Il</strong> Karma - <strong>Il</strong> sentiero iniziatico.<br />

2°anno: I sette tipi psicologici - <strong>Il</strong> corpo astrale - <strong>Il</strong> corpo mentale - La formazione delle immagini karmiche<br />

- La chiaroveggenza, i chakra e l’aura - Alchimia spirituale, dal sé inferiore al sé superiore - L’eteroscopia -<br />

La terapia ra<strong>di</strong>ante - La telepatia - I sogni.<br />

3°anno: <strong>Il</strong> corpo causale - <strong>Il</strong> contatto con l’anima, i maestri, gli angeli e i deva - Alchimia dei chakra e trasmutazione<br />

delle immagini karmiche - La guarigione <strong>di</strong> gruppo - La seduta terapeutica - La tenuta <strong>di</strong> un gruppo<br />

- L’insegnamento della me<strong>di</strong>tazione - Le <strong>di</strong>eci leggi, le sei regole e i sette mo<strong>di</strong> della guarigione esoterica -<br />

Elementi <strong>di</strong> astrologia esoterica - Conclusioni.<br />

PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI ALLE SEGUENTI SEDI:<br />

BERGAMO Graziano Fornaciari tel. 059 900086 - cell. 339 8476285 e-mail: sede.bergamo@scuolaenergheia.it<br />

MILANO Luca Tomberli tel. 055 4215064 - cell. 328 3122520 e-mail: sede.milano@scuolaenergheia.it<br />

TORINO Gianluca Fontana tel. 0123 347070 - cell. 347 1114556 e-mail: sede.torino@scuolaenergheia.it<br />

PADOVA Paola Spada tel. 0542 56071 - cell. 338 6195442 e-mail: sede.padova@scuolaenergheia.it<br />

MODENA Paola Fornaciari tel. 0522 597259 - cell. 349 8646500 e-mail: sede.modena@scuolaenergheia.it<br />

FIRENZE Andrea Innocenti tel. 055 585717 - cell. 368 3486833 e-mail: sede.firenze@scuolaenergheia.it<br />

ROMA Anna Grazia Fiorani tel. 059 900086 - cell. 339 8476284 e-mail: sede.roma@scuolaenergheia.it<br />

TARANTO Giovanna Spinelli tel. 099 9558405 - cell. 328 7734551 e-mail: sede.taranto@scuolaenergheia.it<br />

www.scuolaenergheia.it


ATMAN<br />

Associazione per lo stu<strong>di</strong>o del Raja Yoga<br />

Atman in sanscrito designa il vero sé dell’essere umano, lo spirito assoluto, Brahman, in<strong>di</strong>vidualizzato nell’uomo. <strong>Il</strong> Raja<br />

yoga è la scienza dell’essere che consente <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipare il dolore e l’ignoranza, portando alla conoscenza <strong>di</strong> Atman attraverso<br />

pratiche <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione sperimentate da millenni.<br />

L’Associazione Atman è nata con lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere la conoscenza e la pratica del Raja yoga e <strong>di</strong> tutte quelle tra<strong>di</strong>zioni<br />

esoteriche che hanno come finalità il perfezionamento dell’uomo nel suo complesso.<br />

www.associazioneatman.biz<br />

MASSIMO RODOLFI<br />

Una voce per l’innocuità<br />

Questo sito nasce con alcuni intenti ben precisi. Intanto finché in questo paese ci sarà una parvenza <strong>di</strong> democrazia,<br />

voglio sfogarmi a <strong>di</strong>re quello che penso senza tanti peli sulla lingua. Lo voglio fare mettendoci la faccia a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />

tanti che, avendo grande potere sulla materia preferiscono esporre i loro lacché, rimanendo nell’ombra a tessere le loro<br />

marce ragnatele. Io invece ho un grande potere sullo spirito, su uno spirito, il mio che non ne può più <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre<br />

una vita dove la capacità e la libertà <strong>di</strong> scegliere, che dovrebbero caratterizzare la nostra umanità, sono relegate ad una<br />

timida utopia. Voglio gridare che dobbiamo cercare la pace e l’amore e non l’o<strong>di</strong>o e il profitto, voglio gridare che l’uomo<br />

deve essere al centro, non l’avi<strong>di</strong>tà e l’egoismo. Sia la pace nei vostri cuori soprattutto nei cuori <strong>di</strong> chi o<strong>di</strong>a.<br />

<strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />

www.massimorodolfi.it<br />

DRACO EDIZIONI<br />

www.dracoe<strong>di</strong>zioni.it<br />

La prima rivista esoterica on-line: www.il<strong>di</strong>scepolo.it info@il<strong>di</strong>scepolo.it<br />

All’in<strong>di</strong>rizzo www.dracoe<strong>di</strong>zioni.it potete richiedere la rivista “<strong>Il</strong> <strong>Discepolo</strong>”al solo costo <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione


sabato:<br />

17-18 ottobre 2009<br />

Au<strong>di</strong>torium Ente della Cassa <strong>di</strong> Risparmio via Folco Portinari 5r Firenze<br />

Primo Convegno Nazionale <strong>di</strong><br />

Terapia Esoterica<br />

organizzato da Energheia<br />

prima scuola italiana per terapeuti esoterici<br />

9,30 -10,30 Introduzione - relatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />

10,30 -12,30 Tavola rotonda con presentazione<br />

del progetto “Ripren<strong>di</strong>amoci il pianeta”<br />

relatori: Donatella Donati “Ambiente”,<br />

Maria Luisa Biolcati Rinal<strong>di</strong> “Nitido scambio”,<br />

Fabio Ricchetti “Management, economia e<br />

finanza”, Giorgio Ricci Garotti “Agricoltura”,<br />

Andrea Fusaro “Industria e agricoltura”,<br />

<strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong> “Presentazione<br />

del progetto del ganglio informativo”.<br />

15,00 -16,00 Presentazione Le Do<strong>di</strong>ci Stelle,<br />

“Lo yoga, <strong>di</strong>sciplina che racchiude i valori<br />

per una crescita <strong>di</strong> educazione rivolta alla pace”<br />

relatore: Anna Grazia Fiorani<br />

16,00 -19,00 Spazio <strong>di</strong> informazione sulla nuova educazione<br />

Attività <strong>di</strong> Gioco per Bambini<br />

Letture Fiabe<br />

In collaborazione con:<br />

Atman, associazione per la <strong>di</strong>ffusione del raja yoga e dell’esoterismo<br />

Le Do<strong>di</strong>ci Stelle, associazione per l’educazione all’innocuità<br />

Draco E<strong>di</strong>zioni, casa e<strong>di</strong>trice <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione esoterica<br />

<strong>Il</strong> <strong>Discepolo</strong>, rivista esoterica on line e stampata<br />

Presentazione del libro “La sfiga non esiste” <strong>di</strong> <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />

La Draco E<strong>di</strong>zioni, l’associazione<br />

Atman e la scuola Energheia<br />

sostengono l’opera <strong>di</strong> queste<br />

associazioni <strong>di</strong> solidarietà.<br />

domenica:<br />

Giar<strong>di</strong>ni Naxos (ME) 5 giugno 2009 ore 18.30 Libreria Bucolo<br />

via Umberto I 292 tel. 0942 571316 email: bucololibrerie@jumpy.it<br />

Catania 6 giugno 2009 ore 18.00 Centro MeDea<br />

via Generale Cantore 23 tel. 095 365209 email: info@centromedea.it<br />

Cagliari 11 giugno 2009 ore 20.00 Libreria <strong>Il</strong> Portale<br />

via Regina Margherita 63 tel. 070 682201<br />

email: libreriailportale@gmail.com<br />

OMEO BON BON<br />

www.omeobonbon.it<br />

Attiva in Madagascar<br />

9,30 -10,30 Raja yoga e me<strong>di</strong>tazione<br />

relatori: Anna To<strong>di</strong>sco e Fabio Ricchetti<br />

10,30 -11,00 Me<strong>di</strong>tazione<br />

11,10 -12,30 Terapia ed eteroscopia<br />

relatore: Donatella Baccin<br />

(sono previste prove pratiche)<br />

15,00 -15,30 Presentazione della scuola Energheia<br />

relatore: Donatella Baccin<br />

15,30 -16,00 Terapia <strong>di</strong> gruppo<br />

relatore: Luca Tomberli<br />

16,10 -16,40 <strong>Il</strong> <strong>Discepolo</strong> - la prima rivista esoterica<br />

relatore: Andrea Innocenti<br />

16,40 -17,30 Presentazione della casa e<strong>di</strong>trice<br />

Draco e<strong>di</strong>zioni - relatore: <strong>Massimo</strong> <strong>Rodolfi</strong><br />

17,30 -18,30 Conclusioni<br />

e HEWO<br />

www.hewo-modena.it<br />

Attiva in Etiopia ed Eritrea

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!