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Sulle tracce di Entimo ed Antifemo: le polis di Gela, Akragas e ...

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PERCORSO TURISTICO " <strong>Sul<strong>le</strong></strong> <strong>tracce</strong> <strong>di</strong> <strong>Entimo</strong> <strong>ed</strong> <strong>Antifemo</strong>: <strong>le</strong> <strong>polis</strong> <strong>di</strong> <strong>Gela</strong>, <strong>Akragas</strong> e Finziade"<br />

“I COLONI GRECI DELLA SICILIA CENTRO-MERIDIONALE”<br />

1° giorno pomeriggio: arrivo a LICATA: presentazione dei gruppi archeologici e tesseramento per i simpatizzanti; cena e pernottamento in hotel **** stel<strong>le</strong>;<br />

2° giorno mattina: escursione a LICATA (antica Finziade): area archeologica, castel Sant'Angelo, chiesa rupestre <strong>di</strong> San Calogero, tempio ipogeico dello Stagnone<br />

Pontillo, centro storico; pranzo in ristorante;<br />

pomeriggio: trasferimento a GELA: museo, parco archeologico e mura timo<strong>le</strong>ontee; trasferimento a Licata: cena e pernottamento in hotel **** stel<strong>le</strong>;<br />

3° giorno mattina: trasferimento ad AGRIGENTO (antica <strong>Akragas</strong>): Val<strong>le</strong> dei Templi e Necropoli Pa<strong>le</strong>ocristiana; pranzo in ristorante;<br />

pomeriggio: museo archeologico, ekk<strong>le</strong>siasterion e oratorio <strong>di</strong> Falaride; trasferimento a Licata: cena e pernottamento in hotel **** stel<strong>le</strong>;<br />

4° giorno colazione in hotel e partenza per aeroporto Catania<br />

Quota <strong>di</strong> partecipazione eur 260 a persona in camera doppia per gruppi minimi <strong>di</strong> 4 persone<br />

la quota comprende: tutto quanto espressamente in<strong>di</strong>cato nel programma<br />

la quota non comprende : extra in genere , tasse <strong>di</strong> soggiorno (dove dovute), gli ingressi (tranne che per la settimana della cultura) e tutto quanto non spressamente in<strong>di</strong>cato nella voce “La quota comprende<br />

Un tour turistico-cultura<strong>le</strong> incentrato sulla conoscenza <strong>di</strong> tre principali po<strong>le</strong>is fondate oltre duemila anni<br />

fa dagli antichi coloni greci. Lo realizziamo seguendo un filo conduttore che unisce la visita al<strong>le</strong> antiche<br />

rovine ai reperti in esse rinvenuti durante gli scavi e custo<strong>di</strong>ti presso i locali musei. Un mix <strong>di</strong> Storia,<br />

Mitologia, Paesaggio, Territorio che mette in luce l’ere<strong>di</strong>tà del patrimonio cultura<strong>le</strong> appartenente a<br />

questa parte <strong>di</strong> Sicilia “centro-meri<strong>di</strong>ona<strong>le</strong>” e arrivata fino a noi per mezzo del<strong>le</strong> élite culturali<br />

dell’Europa settecentesca.<br />

Le fonti storiche ci raccontano che, nel 688 a.C., popolazioni giunti dal<strong>le</strong> iso<strong>le</strong> <strong>di</strong> Ro<strong>di</strong> e <strong>di</strong> Creta, guidati<br />

da due gloriosi condottieri <strong>di</strong> nome <strong>Entimo</strong> <strong>ed</strong> <strong>Antifemo</strong>, fondarono sulla riva <strong>di</strong> un fiume la città <strong>di</strong> <strong>Gela</strong>. I<br />

primi a c<strong>ed</strong>ere al<strong>le</strong> sue mire espansionistiche furono <strong>le</strong> popolazioni in<strong>di</strong>gene che vivevano raccolte in piccoli centri e che in poco tempo<br />

assorbirono della cultura greca, usi, costumi e religione. Questa politica conquistatrice permise a <strong>Gela</strong> <strong>di</strong> arrivare fino al territorio dell’attua<strong>le</strong>


Agrigento, dove nel 580 a.C. gli stessi ge<strong>le</strong>si fondano una nuova sub-colonia che prese il<br />

nome <strong>di</strong> <strong>Akragas</strong>.<br />

Questa città subito dopo la nascita si sviluppa notevolmente e sotto la guida del feroce<br />

tiranno “Falaride”, riuscì a preva<strong>le</strong>re sulla madrepatria <strong>Gela</strong>.<br />

Si fortificarono i punti strategici a controllo <strong>di</strong> importanti via <strong>di</strong> comunicazione, furono<br />

bonificate molte aree e proprio Falaride viene ricordato come l’ideatore della crude<strong>le</strong><br />

macchina <strong>di</strong> tortura, il famoso toro <strong>di</strong> bronzo, utilizzata per far bruciare vivi i<br />

condannati a morte.<br />

Nel frattempo i Cartaginesi miravano alla conquista della Sicilia e nel 480 a.C., al tempo in cui era tiranno <strong>di</strong> <strong>Akragas</strong>, Terone, quest’ultimo si al<strong>le</strong>ò con la potente famiglia<br />

dei Dinomeni<strong>di</strong>, che regnava a <strong>Gela</strong> con Gelone e a Siracusa con Ierone: <strong>le</strong> tre città riuscirono con un armata invincibi<strong>le</strong> a sconfiggere i cartaginesi presso la città <strong>di</strong><br />

Himera.<br />

Grazie ai proventi derivati dai bottini <strong>di</strong> guerra e ai traffici commerciali, <strong>Gela</strong> <strong>ed</strong> <strong>Akragas</strong> furono abbellite <strong>di</strong> templi <strong>ed</strong> e<strong>di</strong>fici pubblici, alcuni <strong>di</strong> essi ancora oggi visibili;<br />

altri vennero <strong>di</strong>strutti e mai ricostruiti durante l’asse<strong>di</strong>o cartaginese avvenuto nel 406 a.C., ad <strong>Akragas</strong>, e nel 405 a.C., a <strong>Gela</strong>.<br />

Entrambe <strong>le</strong> battaglie videro preva<strong>le</strong>re i cartaginesi sui greci e da questo momento<br />

furono i primi ad accaparrarsi il controllo sul<strong>le</strong> città siciliane fino al 344 a.C., anno in cui<br />

Timo<strong>le</strong>onte venne inviato da Corinto in Sicilia per restaurare la democrazia.<br />

Nel 310 a.c. fu il territorio <strong>di</strong> Licata a <strong>di</strong>venire teatro <strong>di</strong> battaglia: alla foce del fiume<br />

Himera meri<strong>di</strong>ona<strong>le</strong> (o<strong>di</strong>erno Salso) l’esercito siracusano fu nuovamente sconfitto dai<br />

cartaginersi.<br />

Nel 282 a.C. Finzia, tiranno <strong>di</strong> <strong>Akragas</strong>, servendosi dei mercenari Mamertini, <strong>di</strong>strusse la<br />

città <strong>di</strong> <strong>Gela</strong> e deportò la popolazione superstite in una nuova città e<strong>di</strong>ficata sulla<br />

Montagna <strong>di</strong> Licata, che dal tiranno prese il nome. Si chiamò Finziade e oggi è considerata dagli<br />

archeologi l’ultima fondazione greca <strong>di</strong> Sicilia.<br />

Come narra Diodoro Siculo, la città era munita <strong>di</strong> una cinta muraria, <strong>di</strong> una vasta Agorà e <strong>di</strong> templi<br />

de<strong>di</strong>cati al<strong>le</strong> <strong>di</strong>vinità.<br />

La crescente potenza cartaginese in Sicilia allarmò i romani che nel 264 a.C. inviarono truppe<br />

nell’isola.<br />

Nel 256 a.c. presso il mare <strong>di</strong> Finziade si combatté la battaglia nava<strong>le</strong> tra cartaginesi e romani,<br />

conclusasi con la sconfitta dei cartaginesi: Finziade, che in quest’occasione aveva fornito il proprio<br />

supporto ai romani, permettendo l’installazione del<strong>le</strong> catapulte all’interno della città, ne trasse<br />

grossi benefici. Il fiume Himera meri<strong>di</strong>ona<strong>le</strong> ri<strong>di</strong>venta teatro <strong>di</strong> guerra nel 210 a.C. quando il Conso<strong>le</strong> Marcello sconfigge i cartaginesi. Nello scavo <strong>di</strong> una domus <strong>di</strong> Finziade<br />

sono state rinvenute centinaia <strong>di</strong> monete d’argento e monili in oro provenienti con molta probabilità dal saccheggio <strong>di</strong> Siracusa avvenuto qualche anno prima. Alcuni<br />

soldati cong<strong>ed</strong>ati da Marcello potrebbero essere proprio abitanti <strong>di</strong> Finziade e il tesoretto ritrovato potrebbe essere lo stipen<strong>di</strong>um <strong>di</strong> un soldato romano.<br />

GRUPPO ARCHEOLOGICO D’ITALIA FINZIADE<br />

BIRBA VIAGGI tel. 0922/771583 Licenza autorizzazione Regione Sicilia n=B0948/S2TUR categoria "A" illimitata

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