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sangue ed acqua. Ed è una cont<strong>in</strong>uazione della scena precedente dove si dice che Gesù<br />

ci dà lo Spirito e Gesù aveva predetto proprio nel tempio. Chi ha sete venga a me; dal<br />

suo <strong>in</strong>timo scaturiranno fiumi di acqua viva. Questo è <strong>il</strong> momento <strong>in</strong> cui scaturisce <strong>il</strong><br />

fiume di acqua viva che rigenera la terra e l’universo.<br />

Ecco allora che la visione è molto chiara, essendo la vig<strong>il</strong>ia della pasqua vogliono<br />

togliere i corpi dalla Croce e poiché devi toglierli da morti, basta spezzare le gambe ai<br />

crocifissi così muoiono subito asfissiati; quando arrivano da Gesù vedono che è già<br />

spirato, qu<strong>in</strong>di non gli rompono le gambe, <strong>in</strong>vece con una lancia gli aprono <strong>il</strong> costato. E<br />

Giovanni dà una spiegazione del perché non gli rompono le gambe e dà una spiegazione<br />

del perché gli aprono <strong>il</strong> costato.<br />

Però <strong>il</strong> centro non è né <strong>il</strong> fatto che gli rompano le gambe, né <strong>il</strong> fatto che gli aprano<br />

<strong>il</strong> costato; <strong>il</strong> centro è ciò che esce da lì; e l’oggetto della testimonianza di Giovanni è <strong>il</strong><br />

sangue e l’acqua. E mentre normalmente Giovanni <strong>in</strong>terpreta ogni cosa che dice,<br />

parlando di “questo” come segno di “qualcos’altro”, a questo punto del sangue e<br />

dell’acqua non dice niente; vuol dire che tutto <strong>il</strong> resto del Vangelo spiega questo sangue<br />

e questa acqua.<br />

Si parla della preparazione della Pasqua, è la vig<strong>il</strong>ia ed è <strong>il</strong> momento <strong>in</strong> cui si immola<br />

l’agnello pasquale e al quale non si rompono le ossa. Nella morte di Gesù si realizza la<br />

Pasqua, la nostra liberazione. Si dice che è anche sabato. Il sabato richiama <strong>il</strong><br />

compimento della creazione. Nella morte di Gesù si realizza la creazione, lì è tutto<br />

compiuto, e si realizza la Pasqua, la liberazione.<br />

C’è poi l’ultima sovrapposizione quando gli bucano <strong>il</strong> fianco ed esce acqua:<br />

richiama la Pentecoste, <strong>il</strong> dono dell’acqua e dello Spirito. Qu<strong>in</strong>di per sovrimpressione<br />

c’è, nel corpo di Gesù, sia <strong>il</strong> sabato, <strong>il</strong> culm<strong>in</strong>e della creazione, sia la Pasqua, <strong>in</strong> cui si<br />

compie la liberazione dell’uomo, sia la Pentecoste, lì c’è <strong>il</strong> dono dello Spirito.<br />

In questo f<strong>in</strong>ale del Vangelo convergono tutti i temi di Giovanni che si concentrano<br />

sulla Pasqua, sulla creazione, sulla Pentecoste. E poi si dice che non devono restare <strong>in</strong><br />

croce i corpi, perché? Perché <strong>il</strong> corpo di un condannato contam<strong>in</strong>a la terra. Maledetto<br />

chi pende dal patibolo! Siccome la terra è benedizione di Dio, se tu lo lasci appeso,<br />

maledici la terra. Qu<strong>in</strong>di volevano i capi che fossero tolti i corpi prima della festa, se no<br />

avrebbero profanato la festa. In realtà la morte di Gesù non profana la festa, ma è la<br />

sorgente di vita per tutti. E da lì esce <strong>il</strong> fiume che purifica l’universo.<br />

Aff<strong>in</strong>ché non rimanessero sulla Croce i corpi. Non si dice “Gesù”, ma “i corpi”:<br />

vuol dire Gesù, gli altri due del<strong>in</strong>quenti, qualunque corpo che alla f<strong>in</strong>e è corpo. E <strong>in</strong> questa<br />

semplice espressione, si esprime la solidarietà assoluta di Dio con l’uomo: Il Verbo si è<br />

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Sesta Stazione<br />

Una donna asciuga <strong>il</strong> volto di Gesù<br />

Presidente Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.<br />

Tutti Perché con la tua santa croce hai redento <strong>il</strong> mondo.<br />

Tutti Onore e gloria al Salvatore <strong>in</strong>nocente immolato sulla croce.<br />

Lettura<br />

Dalla seconda lettera di San Paolo ai Cor<strong>in</strong>zi (4, 5-6)<br />

E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere<br />

la conoscenza della gloria div<strong>in</strong>a che rifulge sul volto di Cristo.<br />

Riflessione<br />

“Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi <strong>il</strong> tuo volto” (Sal 27, 8-9).<br />

Veronica – Berenice, secondo la tradizione greca – <strong>in</strong>carna questo anelito che accomuna<br />

tutti gli uom<strong>in</strong>i pii dell’Antico Testamento, l’anelito di tutti gli uom<strong>in</strong>i credenti a vedere<br />

<strong>il</strong> volto di Dio. Sulla Via crucis di Gesù, comunque, ella, all’<strong>in</strong>izio, non rende altro che un<br />

servizio di bontà femm<strong>in</strong><strong>il</strong>e: offre un sudario a Gesù. Non si fa né contagiare dalla<br />

brutalità dei soldati, né immob<strong>il</strong>izzare dalla paura dei discepoli. È l’immag<strong>in</strong>e della donna<br />

buona, che, nel turbamento e nell’oscurità dei cuori, mantiene <strong>il</strong> coraggio della bontà,<br />

non permette che <strong>il</strong> suo cuore si ottenebri. “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”<br />

(Mt 5, 8). All’<strong>in</strong>izio Veronica vede soltanto un volto maltrattato e segnato dal dolore.<br />

Ma l’atto d’amore imprime nel suo cuore la vera immag<strong>in</strong>e di Gesù: nel Volto umano,<br />

pieno di sangue e di ferite, ella vede <strong>il</strong> Volto di Dio e della sua bontà, che ci segue anche<br />

nel più profondo dolore. Soltanto con <strong>il</strong> cuore possiamo vedere Gesù. Soltanto l’amore<br />

ci rende capaci di vedere e ci rende puri. Soltanto l’amore ci fa riconoscere Dio che è<br />

l’amore stesso.<br />

Colui che è la “Bellezza <strong>in</strong> sé” si è lasciato percuotere sul volto, coprire di sputi,<br />

<strong>in</strong>coronare di sp<strong>in</strong>e: la Sacra S<strong>in</strong>done di Tor<strong>in</strong>o ci racconta tutto ciò <strong>in</strong> maniera toccante.<br />

Ma proprio <strong>in</strong> quel volto sfigurato appare l’autentica, estrema Bellezza dell’Amore che<br />

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