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01.06.2013 Views

Figlio, dei pastori e dei magi in adorazione, alle tenebre di Gerusalemme dove bestemmie e sberleffi accompagnano la morte del Cristo e la nascita della Donna. Sotto la croce l’evangelista non presenta una madre schiacciata dal dolore, che comunque sta vicina al figlio anche se questo è un criminale, ma la coraggiosa discepola che ha scelto di seguire il maestro a rischio della propria vita, mentre gli apostoli, che avevano giurato di esser pronti a morire per lui, sono vigliaccamente fuggiti. Sul Gòlgota, più che una madre che soffre per il figlio, Giovanni mostra infatti la discepola che soffre con il suo Maestro, la Donna che condivide la pena dell' “Uomo dei dolori”. Maria ha preso la sua croce, e si è posta a fianco del giustiziato contro chi lo ha crocifisso, schierandosi per sempre a favore degli oppressi e dei disprezzati. Non è stato facile per Maria. Per schierarsi col crocifisso si è messa contro la propria famiglia e ha dovuto rompere con la religione che nella persona del suo rappresentante più alto, il Sommo sacerdote, aveva scomunicato Gesù. Infine, scegliendo il condannato, ha osato pure mettersi contro il potere civile che giustiziava quel Galileo come pericoloso rivoluzionario. Maria presso il patibolo aderisce attivamente a Colui che “rovescia i potenti dai troni”: sta dalla parte delle vittime di questi potenti e fa sua la croce, cioè accetta, come Gesù, di essere considerata un rifiuto della società pur di non venire meno all'impegno di essere presenza dell'amore di Dio in mezzo al mondo. Santa Maria donna del primo passo, ministra dolcissima della grazia preveniente di Dio, “alzati” ancora una volta in tutta fretta e vieni ad aiutarci prima che siatroppo tardi. Abbiamo bisogno di te. Non attendere la nostra implorazione. Anticipa ogni nostro gemito di pietà. Prenditi il diritto di precedenza su tutte le nostre iniziative.... Previeni il nostro grido di aiuto e corri subito accanto a noi. Organizza la speranza intorno alle nostre disfatte. Se non ci brucerai sul tempo saremo incapaci persino di rimorso. Se non sarai tu a muoverti per prima, noi rimarremo nel fango. Se non sarai tu a scavarci nel cuore cisterne di nostalgia, non sentiremo più neppure il bisogno di Dio …. Santa Maria donna del primo passo chissà quante volte nella tua vita terrena avrai stupito la gente per avere sempre anticipato tutti gli altri agli appuntamenti del perdono. Chissà con quale sollecitudine dopo aver ricevuto un torto dall'inquilina di fronte, ti sei alzata per prima e hai bussato alla sua porta e l'hai liberata dal disagio e non hai disdegnato il suo abbraccio. Aiutaci ad essere così.... Donaci di partire per primi ogni volta che c'è da dare il perdono, rendici come te, esperti del primo passo.... Non farci rimandare a domani un incontro di pace che possiamo concludere oggi, brucia le nostre indecisioni... Distoglici dalle nostre calcolate perplessità e dal nostro estenuante attendismo, pensando sempre che tocchi al nostro fratello muoversi per primo.... Santa 22 vedere il cielo, lui stesso, che rimane sempre l'infinitamente più grande. Noi abbiamo bisogno del silenzio di Dio per sperimentare nuovamente l'abisso della sua grandezza e l'abisso del nostro nulla che verrebbe a spalancarsi se non ci fosse lui. C'è una scena nel Vangelo che anticipa in maniera straordinaria il silenzio del Sabato Santo e appare quindi ancora una volta come il ritratto del nostro momento storico. Cristo dorme in una barca che, sbattuta dalla tempesta, sta per affondare. Il profeta Elia aveva una volta irriso i preti di Baal, che inutilmente invocavano a gran voce il loro dio perché volesse far discendere il fuoco sul sacrificio, esortandoli a gridare più forte, caso mai il loro dio stesse a dormire. Ma Dio non dorme realmente? Lo scherno del profeta non tocca alla fin fine anche i credenti del Dio di Israele che viaggiano con lui in una barca che sta per affondare? Dio sta a dormire mentre le sue cose stanno per affondare, non è questa l'esperienza della nostra vita? La Chiesa, la fede, non assomigliano ad una piccola barca che sta per affondare, che lotta inutilmente contro le onde e il vento, mentre Dio è assente? I discepoli gridano nella disperazione estrema e scuotono il Signore per svegliarlo, ma egli si mostra meravigliato e rimprovera la loro poca fede. Ma è diversamente per noi? Quando la tempesta sarà passata ci accorgeremo di quanto la nostra poca fede fosse carica di stoltezza. E tuttavia, o Signore, non possiamo fare a meno di scuotere te, Dio che stai in silenzio e dormi e gridarti: svegliati, non vedi che affondiamo? Destati, non lasciar durare in eterno l'oscurità del Sabato Santo, lascia cadere un raggio di Pasqua anche sui nostri giorni, accompagnati a noi quando ci avviamo disperati verso Emmaus perché il nostro cuore possa accendersi alla tua vicinanza. Tu che hai guidato in maniera nascosta le vie di Israele per essere finalmente uomo con gli uomini, non ci lasciare nel buio, non permettere che la tua parola si perda nel gran sciupio di parole di questi tempi. Signore dacci il tuo aiuto, perché senza di te affonderemo. Il nascondimento di Dio, dunque, in questo mondo costituisce il vero mistero del Sabato santo, mistero accennato già nelle parole enigmatiche secondo cui Gesù è «disceso all'inferno». Nello stesso tempo l'esperienza del nostro tempo ci ha offerto un approccio completamente nuovo al Sabato santo, giacché il nascondimento di Dio nel mondo che gli appartiene e che dovrebbe con mille lingue annunciare il suo nome, l'esperienza dell'impotenza di Dio che è tuttavia l'onnipotente - questa è l'esperienza e 75

Il Venerdì santo potevamo ancora guardare il trafitto. Il Sabato santo è vuoto, la pesante pietra del sepolcro nuovo copre il defunto, tutto è passato, la fede sembra essere definitivamente smascherata come fanatismo. Nessun Dio ha salvato questo Gesù che si atteggiava a Figlio suo. Si può essere tranquilli: i prudenti che prima avevano un po' titubato nel loro intimo se forse potesse essere diverso, hanno avuto invece ragione. Sabato santo: giorno della sepoltura di Dio; non è questo in maniera impressionante il nostro giorno? Non comincia il nostro tempo ad essere un grande Sabato santo, giorno dell’assenza di Dio, nel quale anche i discepoli hanno un vuoto agghiacciante nel cuore che si allarga sempre di più, e per questo motivo si preparano pieni di vergogna ed angoscia al ritorno a casa e si avviano cupi e distrutti nella loro disperazione verso Emmaus, non accorgendosi affatto che colui che era creduto morto è in mezzo a loro? Dio è morto e noi lo abbiamo ucciso: ci siamo propriamente accorti che questa frase è presa quasi alla lettera dalla tradizione cristiana e che noi spesso nelle nostre viae crucis abbiamo ripetuto qualcosa di simile senza accorgerci della gravità tremenda di quanto dicevamo? Noi lo abbiamo ucciso, rinchiudendolo nel guscio stantio dei pensieri abitudinari, esiliandolo in una forma di pietà senza contenuto di realtà e perduta nel giro delle frasi devozionali o delle preziosità archeologiche; noi lo abbiamo ucciso attraverso l'ambiguità della nostra vita che ha steso un velo di oscurità anche su di lui: infatti che cosa avrebbe potuto rendere più problematico in questo mondo Dio se non la problematicità della fede e dell'amore dei suoi credenti? L'oscurità divina di questo giorno, di questo secolo che diventa in misura sempre maggiore un Sabato santo, parla alla nostra coscienza. Anche noi abbiamo a che fare con essa. Ma nonostante tutto essa ha in sé qualcosa di consolante. La morte di Dio in Gesù Cristo è nello stesso tempo espressione della sua radicale solidarietà con noi. Il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più chiaro di una speranza che non ha confini. Ed ancora una cosa: solo attraverso il fallimento del Venerdì santo, solo attraverso il silenzio di morte del Sabato santo, i discepoli poterono essere portati alla comprensione di ciò che era veramente Gesù e di ciò che il suo messaggio stava a significare in realtà. Dio doveva morire per essi perché potesse realmente vivere in essi. L'immagine che si erano formata di Dio, nella quale avevano tentato di costringerlo, doveva essere distrutta perché essi attraverso le macerie della casa diroccata potessero 74 Maria gioca d'anticipo anche sul cuore di Dio, quando busseremo alla porta del cielo, “alzati” e vieni incontro a noi, prendici per mano e coprici con il tuo mantello, perché la felicità più grande di Dio è ratificare ciò che hai deciso tu.... Maria portaci alla sorgente del tuo canto, alla bella notizia di un Dio che compie meraviglie... ti preghiamo ... Maria insegnaci la possibilità di una religione felice, dove la riserva di gioia viene dalla meraviglia per ciò che la mano di Dio compie nelle nostre vite …. Maria ricordaci che il Magnificat è il Vangelo che pone al centro della religione non quello che io faccio per Dio, ma quello che Dio fa per me.... Maria grazie per questa lieta notizia di un Dio innamorato e appassionato che considera l'uomo e la donna, l'oggetto del Suo amore, più importante della sua stessa vita.... Maria aiutaci a tener presente che chi fa la storia non sono i potenti per denaro , ma gli umili e Dio scommette su di loro sui quali la storia non scommette... Maria grazie per i verbi al passato dell'agire di Dio. Lo so i poveri sono ancora poveri, i potenti sono ancora sui troni, ma aiutaci a capire che tu indichi il tempo nuovo che inizia, il futuro di Dio, dove l'esito dell'azione di Dio è sicuro….. Maria aiutaci a capire che la visita di Dio porta gioia e canto anche dentro la povertà, perché tu sei rimasta nella tua povertà concreta, nel tuo ruolo sociale, marginale, oscuro, anzi una spada in più ti ha attraversato l'anima, eppure canti la gioia.... Maria tu eri donna quando i diritti delle donne erano inesistenti, giovane ragazza quando il potere è quasi incorporato dagli anziani, analfabeta in una religione della parola scritta. Aiutaci a riconoscerci in te, perché nessuno ha meno di te e quello che è stato possibile per te nella fede può esserlo anche per me... Maria insegnaci che non viviamo da soli chiusi dentro un cerchio tragico, ma che c'é un amore che percuote i confini della nostra storia e viene creando sorprese.... Grazie Maria perché quando nella nostra vita terrena la Croce diventa più pesante, abbiamo bisogno di incontrarti affinchè Tu ci dia un sostegno maggiore. Ecco allora che Tu, Gesù, ci doni la Tua Madre, quella stessa Madre che Ti ha accompagnato sulla via del Calvario e che è rimasta ai piedi della Croce, sostenendoTi col Suo Amore. Grazie, Gesù, per averci donato Maria! Lei stessa ci viene in soccorso appena ci vede tribolati; ci assiste con tutte le premure di una Mamma; ci terge il volto che gronda sudore; ci infonde nuova forza per proseguire il difficile cammino e non ci abbandona mai. Che dolce esperienza incontrare Maria ed averLa sempre vicina, in particolare nel momento della prova! Tu stesso, Gesù, ci hai affidati a Lei dall'alto della Croce, quando Le hai affidato l'apostolo Giovanni! E anche noi, come Giovanni, vogliamo prenderLa nella nostra casa, cioè nel nostro cuore, e non lasciarLa mai. Maria sarà la nostra dolcezza. Maria sarà il nostro sorriso. Maria sarà la nostra gioia. Alle Sue mani 23

Il Venerdì santo potevamo ancora guardare <strong>il</strong> trafitto. Il Sabato santo è vuoto, la<br />

pesante pietra del sepolcro nuovo copre <strong>il</strong> defunto, tutto è passato, la fede sembra<br />

essere def<strong>in</strong>itivamente smascherata come fanatismo. Nessun Dio ha salvato questo<br />

Gesù che si atteggiava a Figlio suo. Si può essere tranqu<strong>il</strong>li: i prudenti che prima avevano<br />

un po' titubato nel loro <strong>in</strong>timo se forse potesse essere diverso, hanno avuto <strong>in</strong>vece<br />

ragione.<br />

Sabato santo: giorno della sepoltura di Dio; non è questo <strong>in</strong> maniera<br />

impressionante <strong>il</strong> nostro giorno?<br />

Non com<strong>in</strong>cia <strong>il</strong> nostro tempo ad essere un grande Sabato santo, giorno<br />

dell’assenza di Dio, nel quale anche i discepoli hanno un vuoto agghiacciante nel cuore<br />

che si allarga sempre di più, e per questo motivo si preparano pieni di vergogna ed<br />

angoscia al ritorno a casa e si avviano cupi e distrutti nella loro disperazione verso<br />

Emmaus, non accorgendosi affatto che colui che era creduto morto è <strong>in</strong> mezzo a loro?<br />

Dio è morto e noi lo abbiamo ucciso: ci siamo propriamente accorti che questa frase è<br />

presa quasi alla lettera dalla tradizione cristiana e che noi spesso nelle nostre viae crucis<br />

abbiamo ripetuto qualcosa di sim<strong>il</strong>e senza accorgerci della gravità tremenda di quanto<br />

dicevamo?<br />

Noi lo abbiamo ucciso, r<strong>in</strong>chiudendolo nel guscio stantio dei pensieri abitud<strong>in</strong>ari,<br />

es<strong>il</strong>iandolo <strong>in</strong> una forma di pietà senza contenuto di realtà e perduta nel giro delle frasi<br />

devozionali o delle preziosità archeologiche; noi lo abbiamo ucciso attraverso l'ambiguità<br />

della nostra vita che ha steso un velo di oscurità anche su di lui: <strong>in</strong>fatti che cosa avrebbe<br />

potuto rendere più problematico <strong>in</strong> questo mondo Dio se non la problematicità della<br />

fede e dell'amore dei suoi credenti?<br />

L'oscurità div<strong>in</strong>a di questo giorno, di questo secolo che diventa <strong>in</strong> misura sempre<br />

maggiore un Sabato santo, parla alla nostra coscienza. Anche noi abbiamo a che fare<br />

con essa. Ma nonostante tutto essa ha <strong>in</strong> sé qualcosa di consolante. La morte di Dio <strong>in</strong><br />

Gesù Cristo è nello stesso tempo espressione della sua radicale solidarietà con noi. Il<br />

mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo <strong>il</strong> segno più chiaro di una speranza<br />

che non ha conf<strong>in</strong>i.<br />

Ed ancora una cosa: solo attraverso <strong>il</strong> fallimento del Venerdì santo, solo attraverso<br />

<strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio di morte del Sabato santo, i discepoli poterono essere portati alla<br />

comprensione di ciò che era veramente Gesù e di ciò che <strong>il</strong> suo messaggio stava a<br />

significare <strong>in</strong> realtà. Dio doveva morire per essi perché potesse realmente vivere <strong>in</strong> essi.<br />

L'immag<strong>in</strong>e che si erano formata di Dio, nella quale avevano tentato di costr<strong>in</strong>gerlo,<br />

doveva essere distrutta perché essi attraverso le macerie della casa diroccata potessero<br />

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Maria gioca d'anticipo anche sul cuore di Dio, quando busseremo alla porta del cielo,<br />

“alzati” e vieni <strong>in</strong>contro a noi, prendici per mano e coprici con <strong>il</strong> tuo mantello, perché la<br />

felicità più grande di Dio è ratificare ciò che hai deciso tu.... Maria portaci alla sorgente<br />

del tuo canto, alla bella notizia di un Dio che compie meraviglie... ti preghiamo ... Maria<br />

<strong>in</strong>segnaci la possib<strong>il</strong>ità di una religione felice, dove la riserva di gioia viene dalla meraviglia<br />

per ciò che la mano di Dio compie nelle nostre vite …. Maria ricordaci che <strong>il</strong> Magnificat<br />

è <strong>il</strong> Vangelo che pone al centro della religione non quello che io faccio per Dio, ma quello<br />

che Dio fa per me.... Maria grazie per questa lieta notizia di un Dio <strong>in</strong>namorato e<br />

appassionato che considera l'uomo e la donna, l'oggetto del Suo amore, più importante<br />

della sua stessa vita.... Maria aiutaci a tener presente che chi fa la storia non sono i<br />

potenti per denaro , ma gli um<strong>il</strong>i e Dio scommette su di loro sui quali la storia non<br />

scommette... Maria grazie per i verbi al passato dell'agire di Dio. Lo so i poveri sono<br />

ancora poveri, i potenti sono ancora sui troni, ma aiutaci a capire che tu <strong>in</strong>dichi <strong>il</strong> tempo<br />

nuovo che <strong>in</strong>izia, <strong>il</strong> futuro di Dio, dove l'esito dell'azione di Dio è sicuro….. Maria aiutaci<br />

a capire che la visita di Dio porta gioia e canto anche dentro la povertà, perché tu sei<br />

rimasta nella tua povertà concreta, nel tuo ruolo sociale, marg<strong>in</strong>ale, oscuro, anzi una<br />

spada <strong>in</strong> più ti ha attraversato l'anima, eppure canti la gioia....<br />

Maria tu eri donna quando i diritti delle donne erano <strong>in</strong>esistenti, giovane ragazza<br />

quando <strong>il</strong> potere è quasi <strong>in</strong>corporato dagli anziani, analfabeta <strong>in</strong> una religione della parola<br />

scritta. Aiutaci a riconoscerci <strong>in</strong> te, perché nessuno ha meno di te e quello che è stato<br />

possib<strong>il</strong>e per te nella fede può esserlo anche per me... Maria <strong>in</strong>segnaci che non viviamo<br />

da soli chiusi dentro un cerchio tragico, ma che c'é un amore che percuote i conf<strong>in</strong>i della<br />

nostra storia e viene creando sorprese....<br />

Grazie Maria perché quando nella nostra vita terrena la Croce diventa più pesante,<br />

abbiamo bisogno di <strong>in</strong>contrarti aff<strong>in</strong>chè Tu ci dia un sostegno maggiore. Ecco allora che<br />

Tu, Gesù, ci doni la Tua Madre, quella stessa Madre che Ti ha accompagnato sulla via del<br />

Calvario e che è rimasta ai piedi della Croce, sostenendoTi col Suo Amore.<br />

Grazie, Gesù, per averci donato Maria! Lei stessa ci viene <strong>in</strong> soccorso appena ci<br />

vede tribolati; ci assiste con tutte le premure di una Mamma; ci terge <strong>il</strong> volto che gronda<br />

sudore; ci <strong>in</strong>fonde nuova forza per proseguire <strong>il</strong> diffic<strong>il</strong>e camm<strong>in</strong>o e non ci abbandona<br />

mai. Che dolce esperienza <strong>in</strong>contrare Maria ed averLa sempre vic<strong>in</strong>a, <strong>in</strong> particolare nel<br />

momento della prova! Tu stesso, Gesù, ci hai affidati a Lei dall'alto della Croce, quando<br />

Le hai affidato l'apostolo Giovanni! E anche noi, come Giovanni, vogliamo prenderLa<br />

nella nostra casa, cioè nel nostro cuore, e non lasciarLa mai. Maria sarà la nostra<br />

dolcezza. Maria sarà <strong>il</strong> nostro sorriso. Maria sarà la nostra gioia. Alle Sue mani<br />

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