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pagina 12.pdf - Genetica e Immunologia Pediatrica

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che dissociare le fibre muscolari con le pinze. Se il detrusore è spesso, l’angolo<br />

inferiore del neo-iato sarà sezionato per qualche millimetro per evitare ogni<br />

angolazione. A partire da questo punto, in direzione del collo vescicale, si confeziona<br />

un tunnel sottomucoso di 3-4cm (Fig.9-5d). Piuttosto che scollare la mucosa per<br />

creare un tunnel sottomucoso, Hendren preferisce incidere la mucosa vescicale,<br />

scollare da una parte e dall’altra due larghi lembi mucosi, ribaltarli e suturarli l’uno<br />

all’altro al di sopra dell’uretre posizionato “nel suo letto”. La linea di sutura dell’uretere<br />

modellato deve essere applicata contro il muscolo vescicale per evitare il rischio di<br />

fistole uretero-vescicali. Il neo-meato deve essere solidamente ancorato al detrusore.<br />

In caso di tensione dell’anastomosi, la vescica viene ancorata allo psoas. Il drenaggio<br />

vescicale deve essere assicurato da una sonda uretrale, senza palloncino piuttosto<br />

che da un catetere sovrapubico. Una sonda ureterale è lasciata a dimora per 12 giorni<br />

ed una ureteropielografia viene eseguita prima della rimozione per assicurarsi<br />

dell’assenza di filtrazione a livello dell’uretere rimodellato. In caso di megauretere su di<br />

una duplicità, si raccomanda di non reimpiantare i due ureteri insieme a canna di<br />

fucile, poiché i risultati ottenuti sono modesti. Henderen suggerisce di resecare quello<br />

più compromesso, realizzando una pielopielostomia e di reimpiantare solo un uretere.<br />

Questa tecnica di trattamento chirurgico del megauretere è oggi adottata dalla maggior<br />

parte degli urologi pediatrici.<br />

Tecnica di Cohen<br />

Fra le tecniche di ureteroneocistostomia quella che ancora oggi riscuote i più larghi<br />

consensi è quella proposta dallo scozzese John Cohen nel 1975. (Fig 9-6 a-d)<br />

Fig.9-6 a Isolamento intravescicale degli ureteri<br />

Fig 9-6b Preparazione di due tunnel sottomucosi separati, trasversali, transtrigonali.<br />

Fig.9-6c Posizionamento degli ureteri nei rispettivi tunnel sottomucosi<br />

La tecnica di Cohen può essere considerata un’evoluzione della Glenn- Anderson. Il<br />

reimpianto antireflusso con tunnel sottomucoso transtrigonale e trasversale, secondo<br />

Cohen, è la metodica chirurgica attualmente più affidabile in assoluto, con sicurezza di<br />

eccellente e duraturo risultato. Nella Cohen, l’approccio è soltanto intravescicale. La<br />

tecnica permette di non modificare lo iato vescicale e rende molto facile e “naturale” il<br />

reimpianto di entrambi gli ureteri. La tecnica comporta l’isolamento degli ureteri per via<br />

intravescicale (Fig 6-a), la realizzazione di due tunnel trasversali, transtrigonali tra<br />

mucosa e muscolo, l’alloggiamento al suo interno degli ureteri, uno per ciascun tunnel,<br />

la sezione della parte eccedente di uretere distale e l’anastomosi tra uretere e vescica.<br />

In caso di ureteroneocistostomia bilaterale, l’uretere più dilatato, deve essere fatto<br />

passare nel tunnel superiore più lungo.Quando si debba reimpiantare in vescica un<br />

uretere molto dilatato, la tecnica antireflusso di Cohen si realizza dopo aver ridotto il<br />

calibro dell’uretere con un suo rimodellamento longitudinale distale (“tapering”),<br />

secondo tecnica di Hendren. In caso di MP sarebbe più corretto parlare di tecnica “tipo<br />

Cohen”, visto che la caratteristica più significativa della tecnica di Cohen e cioè la non<br />

manipolazione dello iato ureterale, non può essere completamente rispettata a causa<br />

della frequente necessità dell’isolamento extravescicale dell’uretere, che tuttavia viene<br />

poi fatto rientrare in vescica attraverso lo stesso iato. Inoltre, l’orientamento del tunnel<br />

sottomucoso, nel caso di MP monolaterale, è quasi sempre particolarmente craniale<br />

rispetto al trigono, per evitare di interferire con l’uretere controlaterale indenne.<br />

Nel caso di megauretere particolarmente dilatato, dove la barra transtrigonale non è<br />

sufficientemente lunga, Cohen ha proposto di allungare il tunnel facendolo risalire sulla<br />

faccia posteriore della vescica, sopra il trigono. Se il reimpianto è bilaterale, l’altro<br />

uretere viene indovato sotto il precedente, lungo la barra interureterale, ed il suo<br />

meato viene fissato all’ostio iniziale dell’uretere opposto, talvolta al di là, risalendo sulla<br />

faccia laterale allorquando il diametro esige un tragitto di 4-5 cm.<br />

In un recente studio che ha coinvolto molti centri di Chirurgia <strong>Pediatrica</strong> italiani, tra i<br />

quali anche il nostro dell’Università di Messina, tale tecnica è risultata essere quella<br />

preferita fra le varie metodiche di avanzamento sottomucoso, per la sua maggiore<br />

semplicità e rapidità di esecuzione, per la maggiore familiarità acquisita dai chirurghi<br />

delle nuove generazioni, e soprattutto, per il minor tasso di complicanze rispetto alla<br />

tecnica di Politano-Laedbetter.<br />

L’obiezione più frequente a tale scelta chirurgica di reimpianti degli ureteri è la<br />

ventilata possibile comparsa di reflussi post-operatori dovuti ad un insufficiente<br />

rapporto tra la lunghezza del tunnel e diametro dell’uretere modellato.<br />

Le scarse complicanze lamentate dagli AA dello studio multicentrico italiano<br />

comprovano l’efficacia e la validità della tecnica di Cohen anche nel trattamento del<br />

megauretere primitivo.<br />

Tecnica extravescicale per la riparazione del megauretere<br />

L’approccio extravescicale al reimpianto dell’uretere fu descritto per primo da Lich e<br />

Grégoir e successivamente modificato da Daines e Hodgson. Nel decennio scorso<br />

questa tecnica, che nel frattempo era caduta in disuso, è stata ripresa da molti Autori,<br />

che ne hanno documentato l’efficacia nel trattamento del megauretere sia refluente<br />

che ostruttivo. (Fig 9-7)<br />

Fig. 9-7 Approccio extravescicale: detrusorotomia extramucosa<br />

Il reimpianto ureterale in vescica per via extravescicale per il megauretere<br />

rappresenta una modifica della tecnica precedentemente descritta per la riparazione<br />

extravescicale dei reflussi ureterali primari. La procedura originale è stata modificata al<br />

fine di adattarsi all’aumentato calibro dell’uretere, e nei pazienti con megauretere<br />

ostruttivo, per ottenere l’escissione del segmento adinamico distale.<br />

Dopo l’induzione anestesiologica il paziente viene cateterizzato.<br />

Una sacca di sostanza irrigante viene attaccata ad un lato della Y ed una busta di<br />

drenaggio viene applicata all’altro capo del deflussore. La distensione della vescica<br />

può essere aggiustata per tutta la procedura fino ad ottenere la distensione desiderata<br />

per facilitare la detrusorotomia.<br />

Come via d’accesso allo spazio retroperitoneale si esegue un’incisione sec.<br />

Pfannestiel, la vescica viene mobilizzata al fine di ottenere una lunghezza sufficiente<br />

del tunnel sottomucoso ed una buona direzione dell’uretere. Dopo aver mobilizzato<br />

l’uretere distale, la vescica viene distesa chiudendo il tubo della borsa di drenaggio ed<br />

infondendo liquidi. Sulla parete laterale della vescica, su una linea ideale che va dalla<br />

giunzione uretero-vescicale cranialmente ed il collo vescicale caudalmente il muscolo<br />

destrusore viene inciso in due differenti punti. (Fig. 9-8a).<br />

Fig 9-8a Fra le due incisioni del detrusore viene creato un tunnel sottomucoso<br />

mediante dissezione per via smussa .<br />

La distanza tra essi è determinata dalla lunghezza necessaria per l’esecuzione del<br />

tunnel sottomucoso, che sarà approssimativamente di 30-40 mm. Il detrusore viene<br />

diviso sopra la mucosa che protrude attraverso i due fori precedentemente realizzati.<br />

Una volta che la vescica è stata riempita di liquido, viene creato un tunnel<br />

sottomucoso, fra le due incisioni del detrusore, mediante dissezione per via smussa.<br />

Per evitare la perforazione della mucosa durante la confezione del tunnel sotto<br />

mucoso, questa può essere mobilizzata trazionandola tra due pinze atraumatiche che<br />

la retraggono gentilmente attraverso i fori praticati sul detrusore.<br />

Per i megaureteri ostruttivi, la zona di aperistalsi viene eliminata ed il moncone distale<br />

legato. L’uretere viene raccorciato ma non tanto da creare tensione nel sito del suo<br />

reimpianto. Il tunnel sottomucoso dovrà avere un rapporto con il diametro dell’uretere<br />

di 4:1 . Se non si può ottenere una detrusorotomia di adeguata lunghezza a causa di<br />

un eccessivo diametro dell’uretere questo viene ridotto di calibro. La riduzione del<br />

diametro dell’uretere sarà compiuta o con metodo escissionale o con tecnica del<br />

ripiegamento. L’uretere viene quindi fatto passare nel tunnel sottomucoso e fissato al<br />

neo- iato mediante 2-3 punti staccati in 4/0 riassorbibile. (fig 9-8 b) La parete<br />

posteriore dell’uretere viene anastomizzata con la mucosa vescicale mediante punti<br />

staccati riassorbibili 5/0. Incisa la mucosa vescicale la parete anteriore dell’uretere<br />

viene anastomizzata con la mucosa vescicale.<br />

Fig 9-8b L’uretere viene fatto scorrere nel tunnel sottomucoso e fissato al neo-iato.<br />

L’uretere viene anastomizzato alla mucosa vescicale.<br />

Il detrusore viene chiuso sopra l’uretere con una sutura a punti staccati riassorbibili<br />

4/0. In caso di riduzione del calibro dell’uretere nel lume ureterale viene posizionato<br />

uno stent J (pig tail), e l’uretere suturato come sopra. Il detrusore viene quindi chiuso<br />

sull’uretere per completare la creazione del tunnel ureterale. Gli stent J vengono<br />

rimossi dopo 4-6 settimane. Nei reimpianti in cui non è stata eseguita riduzione del<br />

calibro dell’uretere non viene posizionato alcuno stent. Se è richiesto un tunnel molto<br />

lungo, si ricorre alla formazione di tre occhielli, il che offre meno rischi di danneggiare

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