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CL spec. in Psicologia Corso di ERGONOMIA (cp) DOTT.SSA EDDA ...

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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA<br />

FACOLTA‟ DI LETTERE E FILOSOFIA<br />

<strong>CL</strong> <strong>spec</strong>. <strong>in</strong> <strong>Psicologia</strong><br />

<strong>Corso</strong> <strong>di</strong> <strong>ERGONOMIA</strong> (c.p.)<br />

<strong>DOTT</strong>.<strong>SSA</strong> <strong>EDDA</strong> CAPODAGLIO<br />

Anno Accademico 2006/2007


INDICE<br />

Ergonomia: la storia Pag 3<br />

Applicazioni ergonomiche: gli ambienti <strong>di</strong> riferimento 4<br />

Decreto Legislativo 626/94: salute e sicurezza sul lavoro 5<br />

Prescrizioni m<strong>in</strong>ime per Attrezzature e Ambiente, <strong>in</strong>terfacce elaboratore/uomo 6<br />

Posizione <strong>di</strong> lavoro 9<br />

Movimentazione <strong>di</strong> gravi 12<br />

Attività ripetitive degli arti superiori 13<br />

Unità <strong>di</strong> misura <strong>in</strong> Ergonomia 15<br />

Dati fisiologici relativi al corpo umano 16<br />

Impegno energetico <strong>di</strong> un‟attività 17<br />

Operatore umano 20<br />

In<strong>di</strong>catori utilizzati <strong>in</strong> Ergonomia 21<br />

Applicazioni ergonomiche <strong>in</strong> azienda 22<br />

Antropometria 23<br />

Design e attrezzature 25<br />

Sensazione 32<br />

Scal<strong>in</strong>g psicofisico 34<br />

Neuroergonomia 40<br />

Lavoro al videoterm<strong>in</strong>ale 41<br />

Colore 44<br />

Sistemi 47<br />

Qualità 48<br />

Usabilità 49<br />

Qualità dei siti web 55<br />

Ergonomia e anziano 57<br />

Accessibilità ambientale 62<br />

Universal design 65<br />

Attività; aspetti psicosociali 66<br />

Prevenzione dell‟errore umano 69<br />

Stress 72<br />

Inserimento lavorativo dei <strong>di</strong>sabili 75<br />

Addestramento 78<br />

Orari <strong>di</strong> lavoro 81<br />

Telelavoro 83<br />

Azienda virtuale 84<br />

Mo<strong>di</strong>ficazione del comportamento <strong>in</strong> azienda 85<br />

Tecniche <strong>di</strong> selezione aziendale 90<br />

Tecniche motivazionali <strong>in</strong> azienda 92<br />

2


<strong>ERGONOMIA</strong><br />

La storia<br />

La parola Ergonomia deriva dal greco: Ergo – Nomos, stu<strong>di</strong>o del lavoro. L‟ergonomia non è una scienza autonoma, ma<br />

un <strong>in</strong>sieme <strong>di</strong> tecniche che <strong>in</strong>sieme formano un corpo <strong>di</strong> sapere <strong>in</strong>ter<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>are, volto a rendere sempre più compatibili<br />

le risorse umane con l‟utilizzo <strong>di</strong> ambienti, strumenti, oggetti. E‟ qu<strong>in</strong><strong>di</strong> un <strong>in</strong>sieme <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> per l‟analisi, la<br />

progettazione, la valutazione <strong>di</strong> sistemi semplici o complessi <strong>in</strong> cui l‟uomo rappresenta il fulcro.<br />

I primi accenni ad un sapere ergonomico risalgono al 1700, nel volume <strong>di</strong> Bernardo Ramazz<strong>in</strong>i “De morbis artificum”,<br />

<strong>in</strong> cui gli aspetti del lavoro che <strong>in</strong>cidono sulla salute degli operai vengono messi <strong>in</strong> rilievo; <strong>in</strong> seguito nel 1870 abbiamo<br />

alcuni accenni nel volume “La fatica” <strong>di</strong> Angelo Nosco.<br />

La nascita dell‟ergonomia viene però ufficialmente fatta risalire agli anni 1940, con gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> progettazione <strong>in</strong> campo<br />

militare ed aereonautico, e gli stu<strong>di</strong> sulla fatica da sottostimolazione (con il tipico errore da omissione riscontrato <strong>in</strong><br />

operatori occupati <strong>in</strong> compiti <strong>di</strong> monitoraggio prolungato su <strong>di</strong>splay). E‟ del 1949 il volume <strong>di</strong> Russell “Ergonomia;<br />

l‟uomo ed il lavoro”, e nello stesso anno viene fondata a Oxford la “Ergonomics Research Society”. Nel 1970 <strong>in</strong> Italia<br />

viene fondata la Società Italiana <strong>di</strong> Ergonomia (SIE), affiliata alla International Ergonomics Association (IEA).<br />

L‟ergonomia ha dunque come oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o l‟attività umana, <strong>in</strong> relazione alle con<strong>di</strong>zioni ambientali, strumentali ed<br />

organizzative. Essa ha una <strong>di</strong>mensione progettuale, il cui f<strong>in</strong>e è l‟adattamento delle con<strong>di</strong>zioni alle capacità ed esigenze<br />

umane; è mirata all‟ottimizzazione delle risorse ed al benessere psico-fisico.<br />

Nella sviluppo dell‟ergonomia possono essere <strong>di</strong>st<strong>in</strong>ti tre perio<strong>di</strong> fondamentali. La prima fase, <strong>in</strong><strong>di</strong>viduabile <strong>in</strong>torno agli<br />

anni 1950, vede il primato dell‟approccio tecnologico, con prodotti semplici e meccanicistici, dove l‟aspetto<br />

<strong>in</strong>gegneristico prevale su quello ergonomico. L‟uomo viene visto semplicemente come erogatore <strong>di</strong> prestazioni, che<br />

utilizza i prodotti e gli strumenti secondo un <strong>in</strong>tervento l<strong>in</strong>eare e sequenziale. La seconda fase, sviluppatasi s<strong>in</strong>o a pochi<br />

anni fa, vede il graduale prevalere dell‟aspetto del design che spesso sorpassa il criterio della funzionalità e della facilità<br />

d‟uso; l‟aspetto ergonomico viene applicato solo a posteriori e come optional. La terza fase, che costituisce la tendenza<br />

attuale per il futuro, vede l‟importanza del gruppo <strong>di</strong> lavoro, dove <strong>in</strong>put <strong>di</strong>versi convergono per creare un prodotto<br />

corrispondente al criterio ergonomico.<br />

Attualmente l‟ergonomia si occupa prevalentemente delle conoscenze organizzative e della progettazione <strong>di</strong> ambienti <strong>di</strong><br />

lavoro (non solo ambienti <strong>in</strong>dustriali, ma anche scuole, università, negozi, ecc.). L‟analisi ergonomica coglie anche gli<br />

aspetti relazionali e comunicativi legati all‟organizzazione del lavoro, <strong>in</strong> vista della riduzione delle fonti <strong>di</strong> rischio.<br />

Ergonomia psicologica – Ergonomia cognitiva<br />

Si può parlare <strong>di</strong> ergonomia psicologica (o ergonomia cognitiva) a partire dagli anni Sessanta circa. La nascita <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a è<br />

legata a due serie <strong>di</strong> fattori: l'evoluzione del mondo del lavoro e quella della psicologia scientifica.<br />

Da una parte, il mondo del lavoro (nei Paesi <strong>in</strong>dustrializzati) si è evoluto <strong>in</strong> modo tale che il lavoratore ha visto progressivamente<br />

spostare il fulcro delle proprie attività dagli aspetti “hard” (fisici), sempre più verso quelli “soft” (cognitivi, concettuali e relazionali).<br />

Una prima l<strong>in</strong>ea <strong>di</strong> tendenza, <strong>in</strong><strong>di</strong>cativa <strong>in</strong> proposito, è quella del sostanziale mutamento <strong>di</strong> ruolo del lavoratore, compreso l‟addetto<br />

al settore <strong>in</strong>dustriale e produttivo <strong>in</strong> genere: dall‟esecuzione <strong>di</strong><br />

operazioni materiali al prevalente controllo <strong>di</strong> sistemi complessi e automatizzati. Una seconda l<strong>in</strong>ea <strong>di</strong> tendenza, collegata alla prima,<br />

è la crescente esigenza <strong>di</strong> “trasparenza dello strumento <strong>di</strong> lavoro”: il me<strong>di</strong>um tra utente e compito deve sempre più ammorbi<strong>di</strong>rsi e<br />

restare sullo sfondo, perdendo la propria <strong>in</strong>iziale opacità (<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> resistenza all‟uso, v<strong>in</strong>coli operativi, tempi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento<br />

eccetera).<br />

Entrambe queste tendenze sono ovviamente <strong>in</strong>trecciate con lo sviluppo e la crescente <strong>di</strong>ffusione dei sistemi <strong>in</strong>formatici: il baricentro<br />

del lavoro si è via via spostato dalla coppia [uomo-ambiente fisico] alla coppia [uomo-macch<strong>in</strong>a] e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e [uomo-computer]. Una<br />

terza l<strong>in</strong>ea <strong>di</strong> tendenza può essere riscontrata nell‟<strong>in</strong>sieme <strong>di</strong> compiti, occasioni e domande <strong>di</strong> negoziazione che sempre più pervade<br />

ogni settore lavorativo, a tutti i livelli: sia all‟<strong>in</strong>terno dell‟organizzazione (tra le varie componenti gerarchiche: non a caso, superati i<br />

modelli organizzativi rigidamente verticali, si vanno affermando modelli basati su flessibilità, circolarità, qualità/partecipazione),<br />

sia tra l‟organizzazione e l‟esterno, ossia tra produttore e cliente (ogni prodotto o servizio è ormai avviluppato <strong>in</strong> una rete <strong>di</strong><br />

“plusvalore comunicativo” che è parte <strong>in</strong>tegrante <strong>di</strong> qualsiasi contrattazione).<br />

Nel contempo, all‟<strong>in</strong>terno della comunità scientifica (psicologia) si vanno affermando para<strong>di</strong>gmi e teorie che <strong>in</strong> qualche modo<br />

possono proficuamente <strong>in</strong>terfacciarsi con le esigenze appena citate. Proprio a partire dagli anni C<strong>in</strong>quanta, al para<strong>di</strong>gma <strong>di</strong><br />

riferimento rappresentato dal comportamentismo <strong>in</strong>iziano a subentrare nuove teorie sempre più ispirate a una causalità circolare<br />

anziché l<strong>in</strong>eare, alla centralità del soggetto-attore, alla complessità dei contesti sociali: dal cognitivismo alla teoria dei sistemi, dalla<br />

pragmatica al costruttivismo e via <strong>di</strong>cendo.<br />

L'ergonomo-psicologo <strong>in</strong>contra oggi una sfida particolarmente stimolante: il settore dell'<strong>in</strong>terazione uomo-computer (HCI, Human-<br />

Computer Interaction). Il design <strong>in</strong>terfacce, la valutazione della "usabilità", lo stu<strong>di</strong>o dei tempi e dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento da parte<br />

degli utenti sono alcuni dei temi trattati.<br />

(Fonte: A. Re, Ergonomia per psicologi, Cort<strong>in</strong>a, 1995)<br />

Ergonomo – def<strong>in</strong>izione della figura professionale<br />

Atto Senato 4068: Discipl<strong>in</strong>a <strong>di</strong> alcune figure professionali della sicurezza del lavoro (Sen. Carlo Smuraglia - 1/06/1999)<br />

1. L'ergonomo é la persona competente a progettare e valutare i requisiti ergonomici <strong>di</strong> ambienti, strumenti, apparecchiature, posti <strong>di</strong> lavoro, prodotti,<br />

servizi e attività.<br />

2. .. si <strong>in</strong>tende per progettazione e valutazione ergonomica l'azione volta sia alla concezione <strong>di</strong> nuovi ambienti, strumenti, apparecchiature, posti <strong>di</strong><br />

lavoro, prodotti, servizi, attività, nonchè alla def<strong>in</strong>izione <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> lavoro e produzione, sia all'<strong>in</strong>tervento su sistemi esistenti, allo scopo <strong>di</strong><br />

ottenere l'adattamento <strong>di</strong> tali sistemi alle esigenze dell'uomo oltre ad un miglioramento dell'efficienza dell'attività lavorativa complessiva, <strong>in</strong><br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza e <strong>di</strong> tutela della personalità dei s<strong>in</strong>goli.<br />

3


APPLICAZIONI ERGONOMICHE: GLI AMBIENTI DI RIFERIMENTO<br />

Ambiente<br />

fisiologico<br />

Ambiente<br />

fisico<br />

Ambiente fisiologico (Fisiologia/Posture)<br />

- ergonomia della postazione<br />

- stu<strong>di</strong>o della d<strong>in</strong>amica delle posture<br />

- stu<strong>di</strong>o dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale<br />

Ambiente<br />

psicologico<br />

Ambiente fisico (Ufficio/Fabbrica)<br />

- stu<strong>di</strong>o del microclima globale<br />

- stu<strong>di</strong>o dei materiali eco-compatibili<br />

- stu<strong>di</strong>o dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a ambientale<br />

- stu<strong>di</strong>o dei requisiti <strong>di</strong> sicurezza<br />

Ambiente psicologico (Salute Psicologica)<br />

- analisi delle esigenze dell‟utente<br />

- analisi <strong>di</strong> usabilità dei prodotti<br />

- customer satisfaction<br />

- organisation analysis<br />

- job analysis<br />

- task analysis<br />

Ambiente relazionale (Sviluppo delle relazioni)<br />

- stu<strong>di</strong>o dei layout relazionali<br />

- analisi dei processi <strong>di</strong> comunicazione <strong>in</strong>terna<br />

- stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ambienti che stimolano la creatività<br />

- formazione cont<strong>in</strong>ua<br />

- formazione outdoor<br />

- selezione partecipata<br />

Ambiente<br />

relazionale<br />

Ambiente socio-culturale (Integrazione con l‟ambiente socio-culturale)<br />

- analisi dei significati sociali del prodotto/ambiente (status, colore, ecc.)<br />

- <strong>in</strong>tegrazione con la strategia <strong>di</strong> comunicazione aziendale esterna<br />

Trend tecnologico (Vision sulle nuove tecnologie)<br />

- analisi dei trend tecnologici<br />

- riflessi sul lavoro (facility, usability, adjustability, ecc.)<br />

Ambiente<br />

socioculturale<br />

Trend<br />

tecnologico<br />

4


Decreto Legislativo 626/94: salute e sicurezza sul lavoro<br />

Art. 52. - Obblighi del datore <strong>di</strong> lavoro.<br />

1. Il datore <strong>di</strong> lavoro, all'atto della valutazione del rischio <strong>di</strong> cui all'art. 4, comma 1, analizza i posti <strong>di</strong> lavoro con<br />

particolare riguardo:<br />

a) ai rischi per la vista e per gli occhi;<br />

b) ai problemi legati alla postura ed all'affaticamento fisico o mentale;<br />

c) alle con<strong>di</strong>zioni ergonomiche e <strong>di</strong> igiene ambientale.<br />

2. Il datore <strong>di</strong> lavoro adotta le misure appropriate per ovviare ai rischi riscontrati <strong>in</strong> base alle valutazioni <strong>di</strong> cui al<br />

comma 1, tenendo conto della somma ovvero della comb<strong>in</strong>azione della <strong>in</strong>cidenza dei rischi riscontrati.<br />

Art. 53. - Organizzazione del lavoro.<br />

1. Il datore <strong>di</strong> lavoro assegna le mansioni e i compiti lavorativi comportanti l'uso dei videoterm<strong>in</strong>ali anche secondo una<br />

<strong>di</strong>stribuzione del lavoro che consente <strong>di</strong> evitare il più possibile la ripetitività e la monotonia delle operazioni.<br />

Art. 54. - Svolgimento quoti<strong>di</strong>ano del lavoro.<br />

1. Il lavoratore, qualora svolga la sua attività per almeno quattro ore consecutive, ha <strong>di</strong>ritto ad una<br />

<strong>in</strong>terruzione della sua attività me<strong>di</strong>ante pause ovvero cambiamento <strong>di</strong> attività.<br />

2. Le modalità <strong>di</strong> tali <strong>in</strong>terruzioni sono stabilite dalla contrattazione collettiva anche aziendale.<br />

3. In assenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sposizione contrattuale riguardante l'<strong>in</strong>terruzione <strong>di</strong> cui al comma 1, il lavoratore comunque ha<br />

<strong>di</strong>ritto ad una pausa <strong>di</strong> qu<strong>in</strong><strong>di</strong>ci m<strong>in</strong>uti ogni centoventi m<strong>in</strong>uti <strong>di</strong> applicazione cont<strong>in</strong>uativa al videoterm<strong>in</strong>ale.<br />

4. Le modalità e la durata delle <strong>in</strong>terruzioni possono essere stabilite temporaneamente a livello <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale ove il<br />

me<strong>di</strong>co competente ne evidenzi la necessità.<br />

5. È comunque esclusa la cumulabilità delle <strong>in</strong>terruzioni all'<strong>in</strong>izio ed al term<strong>in</strong>e dell'orario <strong>di</strong> lavoro.<br />

6. Nel computo dei tempi <strong>di</strong> <strong>in</strong>terruzione non sono compresi i tempi <strong>di</strong> attesa della risposta da parte del sistema<br />

elettronico, che sono considerati, a tutti gli effetti, tempo <strong>di</strong> lavoro, ove il lavoratore non possa abbandonare il posto <strong>di</strong><br />

lavoro.<br />

7. La pausa è considerata a tutti gli effetti parte <strong>in</strong>tegrante dell'orario <strong>di</strong> lavoro e, come tale, non è<br />

riassorbibile all'<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> che prevedono la riduzione dell'orario complessivo <strong>di</strong> lavoro.<br />

Art. 55. - Sorveglianza sanitaria.<br />

1. I lavoratori [....], prima <strong>di</strong> essere addetti alle attività <strong>di</strong> cui al presente titolo, sono sottoposti ad una visita me<strong>di</strong>ca per<br />

evidenziare eventuali malformazioni strutturali e ad un esame degli occhi e della vista effettuati dal me<strong>di</strong>co competente.<br />

Qualora l'esito della visita me<strong>di</strong>ca ne evidenzi la necessità, il lavoratore è sottoposto ad esami <strong>spec</strong>ialistici.<br />

2. In base alle risultanze degli accertamenti <strong>di</strong> cui al comma 1 i lavoratori vengono classificati <strong>in</strong>:<br />

a) idonei, con o senza prescrizioni;<br />

b) non idonei.<br />

3. I lavoratori classificati come idonei con prescrizioni ed i lavoratori che abbiano compiuto il<br />

quarantac<strong>in</strong>quesimo anno <strong>di</strong> età sono sottoposti a visita <strong>di</strong> controllo con perio<strong>di</strong>cità almeno biennale.<br />

4. Il lavoratore è sottoposto a controllo oftalmologico a sua richiesta, ogni qualvolta sospetta una<br />

sopravvenuta alterazione della funzione visiva, confermata dal me<strong>di</strong>co competente.<br />

5. La spesa relativa alla dotazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi <strong>spec</strong>iali <strong>di</strong> correzione <strong>in</strong> funzione dell'attività svolta è a carico del<br />

datore <strong>di</strong> lavoro.<br />

Art. 56. - Informazione e formazione.<br />

1. Il datore <strong>di</strong> lavoro fornisce ai lavoratori <strong>in</strong>formazioni, <strong>in</strong> particolare per quanto riguarda:<br />

a) le misure applicabili al posto <strong>di</strong> lavoro, <strong>in</strong> base all'analisi dello stesso <strong>di</strong> cui all'art. 52;<br />

b) le modalità <strong>di</strong> svolgimento dell'attività;<br />

c) la protezione degli occhi e della vista.<br />

2. Il datore <strong>di</strong> lavoro assicura ai lavoratori una formazione adeguata <strong>in</strong> particolare <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e a quanto<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>cato al comma 1.<br />

3. Il M<strong>in</strong>istro del lavoro e della previdenza sociale, <strong>di</strong> concerto con il M<strong>in</strong>istro della sanità, stabilisce con decreto una<br />

guida d'uso dei videoterm<strong>in</strong>ali.<br />

5


D. Lgs. 626/94: ALLEGATO VII - Prescrizioni m<strong>in</strong>ime per Attrezzature e Ambiente, <strong>in</strong>terfacce<br />

elaboratore/uomo<br />

1. ATTREZZATURE<br />

a) Osservazione generale<br />

L'utilizzazione <strong>in</strong> sé dell'attrezzatura non deve essere fonte <strong>di</strong> rischio per i lavoratori.<br />

b) Schermo<br />

I caratteri sullo schermo devono avere una buona def<strong>in</strong>izione e una forma chiara, una grandezza sufficiente e vi deve<br />

essere uno spazio adeguato tra i caratteri e le l<strong>in</strong>ee. L'immag<strong>in</strong>e sullo schermo deve essere stabile, esente da<br />

sfarfallamento o da altre forme d'<strong>in</strong>stabilità. La brillanza e/o il contrasto tra i caratteri e lo sfondo dello schermo devono<br />

essere facilmente regolabili da<br />

parte dell'utilizzatore del videoterm<strong>in</strong>ale e facilmente adattabili alle con<strong>di</strong>zioni ambientali.<br />

Lo schermo dev'essere orientabile ed <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>abile liberamente e facilmente per adeguarsi alle esigenze dell'utilizzatore. È<br />

possibile utilizzare un sostegno separato per lo schermo o un piano regolabile. Lo schermo non deve avere riflessi e<br />

riverberi che possano causare molestia all'utilizzatore.<br />

c) Tastiera<br />

La tastiera dev'essere <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>abile e <strong>di</strong>ssociata dallo schermo per consentire al lavoratore <strong>di</strong> assumere una posizione<br />

confortevole e tale da non provocare l'affaticamento delle braccia o delle mani.<br />

Lo spazio davanti alla tastiera dev'essere sufficiente onde consentire un appoggio per le mani e le braccia<br />

dell'utilizzatore La tastiera deve avere una superficie opaca onde evitare i riflessi.<br />

La <strong>di</strong>sposizione della tastiera e le caratteristiche dei tasti devono tendere ad agevolare l'uso della tastiera stessa. I<br />

simboli dei tasti devono presentare sufficiente contrasto ed essere leggibili dalla normale posizione <strong>di</strong> lavoro.<br />

d) Piano <strong>di</strong> lavoro<br />

Il piano <strong>di</strong> lavoro deve avere una superficie poco riflettente, essere <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni sufficienti e permettere una<br />

<strong>di</strong>sposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale accessorio. Il supporto per i<br />

documenti deve essere stabile e regolabile e deve essere collocato <strong>in</strong> modo tale da ridurre al massimo i movimenti<br />

fasti<strong>di</strong>osi della testa e degli occhi. È necessario uno spazio sufficiente che permetta ai lavoratori una posizione comoda.<br />

e) Se<strong>di</strong>le <strong>di</strong> lavoro<br />

Il se<strong>di</strong>le <strong>di</strong> lavoro dev'essere stabile, permettere all'utilizzatore una certa libertà <strong>di</strong> movimento ed una posizione comoda.<br />

I se<strong>di</strong>li debbono avere altezza regolabile. Il loro schienale deve essere regolabile <strong>in</strong> altezza e <strong>in</strong> <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione. Un<br />

poggiapie<strong>di</strong> sarà messo a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> coloro che lo desider<strong>in</strong>o.<br />

2. AMBIENTE<br />

a) Spazio<br />

Il posto <strong>di</strong> lavoro deve essere ben <strong>di</strong>mensionato e allestito <strong>in</strong> modo che vi sia spazio sufficiente per<br />

permettere cambiamenti <strong>di</strong> posizione e <strong>di</strong> movimenti operativi.<br />

b) Illum<strong>in</strong>azione<br />

L'illum<strong>in</strong>azione generale ovvero l'illum<strong>in</strong>azione <strong>spec</strong>ifica (lampade <strong>di</strong> lavoro) devono garantire<br />

un'illum<strong>in</strong>azione sufficiente e un contrasto appropriato tra lo schermo e l'ambiente, tenuto conto delle caratteristiche del<br />

lavoro e delle esigenze visive dell'utilizzatore.<br />

Fasti<strong>di</strong>osi abbagliamenti e riflessi sullo schermo o su altre attrezzature devono essere evitati strutturando l'arredamento<br />

del locale e del posto <strong>di</strong> lavoro <strong>in</strong> funzione dell'ubicazione delle fonti <strong>di</strong> luce artificiale e delle loro caratteristiche<br />

tecniche.<br />

c) Riflessi e abbagliamenti<br />

I posti <strong>di</strong> lavoro devono essere sistemati <strong>in</strong> modo che le fonti lum<strong>in</strong>ose quali le f<strong>in</strong>estre e le altre aperture, le pareti<br />

trasparenti o traslucide, nonchè le attrezzature e le pareti <strong>di</strong> colore chiaro non producano riflessi sullo schermo. Le<br />

f<strong>in</strong>estre devono essere munite <strong>di</strong> un opportuno <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> copertura regolabile per attenuare la luce <strong>di</strong>urna che<br />

illum<strong>in</strong>a il posto <strong>di</strong> lavoro.<br />

d) Rumore<br />

Il rumore emesso dalle attrezzature appartenenti al/ai posto/i <strong>di</strong> lavoro deve essere preso <strong>in</strong> considerazione al momento<br />

della sistemazione del posto <strong>di</strong> lavoro, <strong>in</strong> particolare al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> non perturbare l'attenzione e la comunicazione verbale.<br />

e) Calore<br />

Le attrezzature appartenenti al/ai posto/i <strong>di</strong> lavoro non devono produrre un eccesso <strong>di</strong> calore che possa essere fonte <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sturbo per i lavoratori.<br />

6


f) Ra<strong>di</strong>azioni<br />

Tutte le ra<strong>di</strong>azioni, eccezion fatta per la parte visibile dello spettro elettromagnetico, devono essere ridotte a livelli<br />

trascurabili dal punto <strong>di</strong> vista della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori.<br />

g) Umi<strong>di</strong>tà<br />

Si deve fare <strong>in</strong> modo <strong>di</strong> ottenere e mantenere un'umi<strong>di</strong>tà sod<strong>di</strong>sfacente.<br />

3. INTERFACCIA ELABORATORE/UOMO<br />

All'atto dell'elaborazione, della scelta, dell'acquisto del software, o allorchè questo viene mo<strong>di</strong>ficato, come anche nel<br />

def<strong>in</strong>ire le mansioni che implicano l'utilizzazione <strong>di</strong> unità videoterm<strong>in</strong>ali, il datore <strong>di</strong> lavoro terrà conto dei seguenti<br />

fattori:<br />

a) il software deve essere adeguato alla mansione da svolgere;<br />

b) il software deve essere <strong>di</strong> facile uso e, se del caso, adattabile a livello <strong>di</strong> conoscenza e <strong>di</strong> esperienza dell'utilizzatore;<br />

nessun <strong>di</strong>spositivo o controllo quantitativo o qualitativo può essere utilizzato all'<strong>in</strong>saputa dei lavoratori;<br />

c) i sistemi debbono fornire ai lavoratori delle <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni sul loro svolgimento;<br />

d) i sistemi devono fornire l'<strong>in</strong>formazione <strong>di</strong> un formato e a un ritmo adeguato agli operatori;<br />

e) i pr<strong>in</strong>cipi dell'ergonomia devono essere applicati <strong>in</strong> particolare all'elaborazione dell'<strong>in</strong>formazione da parte dell'uomo.<br />

Alcuni <strong>di</strong>sturbi ai tessuti corporei quali muscoli, tend<strong>in</strong>i e nervi delle mani e delle braccia, come tend<strong>in</strong>iti, tenos<strong>in</strong>oviti e<br />

S<strong>in</strong>drome da Tunnel Carpale, anche noti come RSI (Repetitive Stra<strong>in</strong> Injuries) o CTD (Cumulative Trauma Disorders),<br />

affliggono <strong>in</strong> particolare persone come imballatori, addetti a catene <strong>di</strong> montaggio, musicisti, tennisti ecc... che sforzano<br />

a lungo sempre gli stessi muscoli. Oggi, con l'uso sempre più <strong>di</strong>ffuso ed <strong>in</strong>tenso del computer per lavorare,<br />

apprendere, comunicare e giocare, questi <strong>di</strong>sturbi, assieme a quelli oculo-visivi ed a dolori a collo, spalle e schiena, si<br />

stanno <strong>di</strong>ffondendo velocemente anche tra gli utenti <strong>di</strong> computer.<br />

I pr<strong>in</strong>cipali fattori <strong>di</strong> rischio vanno ricercati <strong>in</strong> :<br />

1.una scarsa conoscenza ed applicazione dei pr<strong>in</strong>cipi ergonomici<br />

2.una mancanza <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazione e <strong>di</strong> consapevolezza dei pericoli<br />

3.un'errata scelta o una cattiva <strong>di</strong>sposizione delle attrezzature<br />

4.posture da seduti errate o mantenute troppo a lungo<br />

5.movimenti rapi<strong>di</strong> e ripetitivi delle braccia e delle <strong>di</strong>ta per tempi <strong>di</strong> lavoro prolungati<br />

6.assenza <strong>di</strong> pause nel lavoro.<br />

Per prevenire i <strong>di</strong>sturbi muscoloscheletrici, <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tesi :<br />

Impara a conoscere le cause che contribuiscono ai <strong>di</strong>sturbi muscoloscheletrici<br />

Scegli attrezzature ergonomiche e regolale con molta attenzione<br />

Allenta le tensioni muscolari con frequenti micropause ed esercizi fisici<br />

Cambia spesso posizione da seduto, alzati spesso e varia il tipo <strong>di</strong> attività<br />

Quali sono i <strong>di</strong>sturbi muscoloscheletrici più frequenti?:<br />

I <strong>di</strong>sturbi fisici da computer più <strong>di</strong>ffusi non sono quelli muscolo-scheletrici. Secondo il NIOSH (Istituto Nazionale della<br />

Sicurezza e della Salute sul Lavoro) la pr<strong>in</strong>cipale causa <strong>di</strong> elevati livelli <strong>di</strong> stanchezza, <strong>di</strong> errori nel lavoro e <strong>di</strong> giorni <strong>di</strong><br />

lavoro perduti è l'affaticamento visivo. Gli stu<strong>di</strong> del NIOSH rilevano che se lavori al computer più <strong>di</strong> 3 ore al giorno, tu<br />

puoi essere tra l'88 percento <strong>di</strong> coloro che soffrono <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi visivi.<br />

In s<strong>in</strong>tesi i problemi che affligono generalmente i lavoratori d‟ufficio sono i seguenti:<br />

Disturbi oculo-visivi<br />

Disturbi a mani, braccia e polsi<br />

Disturbi a collo e spalle<br />

Mal <strong>di</strong> schiena<br />

Stress psico-fisico<br />

7


I REQUISITI STANDARD DEL D.LGS. 626/94<br />

L'ambiente - L'illum<strong>in</strong>azione - Il tavolo - Il se<strong>di</strong>le - Il monitor - La tastiera - Gli accessori<br />

L'AMBIENTE<br />

1.Spazio <strong>di</strong> lavoro sufficiente per cambiamenti <strong>di</strong> posizione<br />

2.Pareti <strong>di</strong> colore chiaro non riflettente<br />

3.Temperature ed umi<strong>di</strong>tà confortevoli<br />

4.Ricambi d'aria adeguati<br />

5.Rumore ambientale contenuto e tale da non <strong>di</strong>sturbare l'attenzione e la comunicazione verbale<br />

L'ILLUMINAZIONE<br />

1.Evitare abbagliamenti e riflessi su schermo e su altre attrezzature<br />

2.Illum<strong>in</strong>azione sufficiente ma contenuta<br />

3.Contrasto appropriato tra schermo ed ambiente<br />

4.Fonti lum<strong>in</strong>ose perpen<strong>di</strong>colari allo schermo (né <strong>di</strong> fronte, né alle spalle dell'operatore)<br />

5.Postazione <strong>di</strong>stante almeno 1 metro dalle f<strong>in</strong>estre<br />

6.F<strong>in</strong>estre schermate con tende regolabili<br />

7.Luci artificiali schermate<br />

IL TAVOLO<br />

1.Superficie chiara e non riflettente<br />

2.Altezza del piano regolabile, se fissa <strong>di</strong> circa 72 cm<br />

3.Dimensione del piano idonea a sistemazione corretta e flessibile <strong>di</strong> monitor, tastiera e documenti <strong>di</strong> lavoro<br />

4.La profon<strong>di</strong>tà sotto il piano deve permettere le gambe semi<strong>di</strong>stese<br />

5.Stabile e non vibrare all'uso<br />

IL SEDILE<br />

1.Basamento stabile e antirabaltamento a 5 razze<br />

2.Piano del se<strong>di</strong>le regolabile <strong>in</strong> altezza<br />

3.Schienale regolabile <strong>in</strong> altezza ed <strong>in</strong> <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione<br />

4.Coman<strong>di</strong> maneggevoli ed accessibili <strong>in</strong> posizione seduta<br />

5.Per garantire il comfort<br />

5.1 Piano del se<strong>di</strong>le e schienale ben profilati<br />

5.2 Imbottitura spessa e semirigida<br />

5.3 Rivestimento traspirante<br />

IL MONITOR<br />

1.Contrasto e lum<strong>in</strong>osità regolabili<br />

2.Immag<strong>in</strong>i stabili<br />

3.Caratteri def<strong>in</strong>iti e leggibili<br />

4.Facilmente orientabile<br />

LA TASTIERA<br />

1.Autonoma e mobile, <strong>di</strong> basso spessore<br />

2.Incl<strong>in</strong>abile<br />

3.Superficie opaca<br />

4.Caratteri e simboli leggibili<br />

5.Lo spazio sul tavolo davanti ad essa deve consentire un comodo appoggio per le mani e gli<br />

avambracci<br />

8


POSIZIONE DI LAVORO<br />

Influenza <strong>di</strong>rettamente la qualità del lavoro; deve essere funzionale al tipo <strong>di</strong> attività, evitando contemporaneamente un<br />

sovraffaticamento <strong>di</strong> taluni gruppi muscolari. Uno degli strumenti per l‟adeguamento degli arre<strong>di</strong> all‟uomo è<br />

l‟antropometria.<br />

Posizione seduta:<br />

- con appoggio per la schiena (schienale) : il carico lombare ammonta a circa kg 60 sui <strong>di</strong>schi <strong>in</strong>tervertebrali<br />

- senza appoggio, schiena eretta; il carico è <strong>di</strong> 120 kg circa<br />

- senza appoggio, con schiena curva; il carico è <strong>di</strong> 140 kg circa<br />

- senza appoggio, schiena protratta: carico <strong>di</strong> 115 kg circa.<br />

Il se<strong>di</strong>le ergonomico deve essere sicuro (a 5 razze, ampio basamento), pratico (maneggevole, igienico), adattabile<br />

(regolabilità), confortevole (adatto alla conformazione delle curve dorsali), adeguato al lavoro e all‟uomo, solido<br />

(resistente all‟usura). Le regolazioni dovrebbero essere almeno 3: piano del se<strong>di</strong>le <strong>in</strong> altezza, schienale <strong>in</strong> altezza e<br />

schienale <strong>in</strong> <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione; eventualmente una quarta regolabilità <strong>in</strong> <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione del piano del se<strong>di</strong>le, per lavori<br />

particolari al tavolo da <strong>di</strong>segno. Materiale traspirante ed imbottitura semirigida.<br />

Per lavori statici cont<strong>in</strong>uati a lungo sono sconigliati: schienale alto (appoggio <strong>di</strong> 2/3 della schiena), imbottitura<br />

semirigida, rivestimento traspirante, supporto lombare. Per lavoro tipo offic<strong>in</strong>a: materiale lavabile, appoggio rigido<br />

sagomato ma con possibilità <strong>di</strong> variare la posizione.<br />

Il piano <strong>di</strong> lavoro deve essere possibilmente opaco, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni sufficienti per l‟appoggio <strong>di</strong> gomiti, avambracci, e<br />

degli oggetti utilizzati (larghezza m<strong>in</strong>ima cm 150), con felssibilità nella sistemazione. Gli oggetti utilizzati<br />

frequentemente devono essere sul piano <strong>di</strong> lavoro ad una <strong>di</strong>stanza orizzontale compresa tra 15 e 36 cm, <strong>in</strong> fronte<br />

all‟operatore. Solitamente il piano <strong>di</strong> lavoro deve essere all‟altezza del gomito; se è richiesta la percezione <strong>di</strong> dettagli<br />

f<strong>in</strong>i, può essere necessario <strong>in</strong>nalzare il piano per averlo più vic<strong>in</strong>o agli occhi.<br />

Altezza piano <strong>di</strong> lavoro per computer: regolabilità <strong>in</strong> altezza tra cm 6 e cm 85; è comunque più importante la<br />

regolabilità del se<strong>di</strong>le piuttosto che del piano <strong>di</strong> lavoro. Bisgna considerare che vi sia abbastanza spazio per gli arti<br />

<strong>in</strong>feriori (almeno cm 50 <strong>in</strong> profon<strong>di</strong>tà a livello delle g<strong>in</strong>occhia e cm 80 a livello dei pie<strong>di</strong>).<br />

Per lavori compiuti <strong>in</strong> stazione eretta è bene fornire un appoggio per i pie<strong>di</strong> alternativamente, o un supporto ischiatico<br />

(tipo sgabello) facilmente rimovibile. Gli oggetti devono essere posizionati <strong>in</strong> modo da non richiedere movimenti<br />

eccessivi <strong>di</strong> estensione, flessione o rotazione. La posizione del capo dovrebbe rimanere naturale; l‟altezza del piano <strong>di</strong><br />

lavoro ottimale è a cm 110; se sono richieste forze considerevoli, l‟altezza ottimale è a cm 80-90.<br />

La postura <strong>in</strong>fluenza <strong>in</strong><strong>di</strong>rettamente la qualità e la prestazione <strong>di</strong> un‟attività. Essa deve essere funzionale al tipo <strong>di</strong><br />

attività svolta, evitando il sovraffaticamento <strong>di</strong> alcuni settori muscolari o articolari.<br />

Per l‟analisi della postura <strong>in</strong> ergonomia possono essere utilizzati strumenti sofisticati <strong>in</strong> laboratorio (sistemi<br />

computerizzati <strong>di</strong> acquisizione dati, es Elite), sistemi <strong>di</strong> misura portatili (es. elettrogoniometro, sistemi videgrafici basati<br />

su immag<strong>in</strong>i acquisite) oppure sistemi <strong>di</strong> tipo osservativo (es. checklist).<br />

Sebbene vi siano variazioni ampie tra gli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui nella forma che il rachide assume durante il mantenimento della<br />

postura eretta o seduta, alcune caratteristiche fondamentali possono essere rilevate.<br />

Postura seduta<br />

Nella postura seduta il peso del corpo è supportato prevalentemente dalla zona delle tuberosità ischiatiche e dei tessuti<br />

molli circostanti; <strong>in</strong> funzione del tipo <strong>di</strong> seduta e della postura particolare, parte del peso del corpo può essere trasferito<br />

anche al pavimento, alla superficie <strong>di</strong> lavoro, allo schienale ed ai braccioli della se<strong>di</strong>a.<br />

Vantaggi della posizione seduta: stabilità ottimale soprattutto per compiti con alto impegno visivo e/o controllo<br />

motorio; consumo energetico ridotto; m<strong>in</strong>ore carico sulle articolazioni degli arti <strong>in</strong>feriori; m<strong>in</strong>ore pressione idrostatica<br />

sulla circolazione delle estremità <strong>in</strong>feriori.<br />

Il design e l‟adeguatezza ergonomica della seduta rispetto all‟attività svolta ed alle caratteristiche ambientali determ<strong>in</strong>a<br />

il livello <strong>di</strong> stress eventualmente gravante sul rachide e sulle articolazioni degli arti <strong>in</strong>feriori e superiori.<br />

Nella posizione seduta il carico sulla colonna lombosacrale, <strong>di</strong>versamente da quanto si crede normalmente, è maggiore<br />

(circa kg 110) rispetto a quello che si ha <strong>in</strong> stazione eretta (circa 70 kg). Questo avviene perché durante il passaggio da<br />

stazione eretta a stazione seduta la retroversione del bac<strong>in</strong>o (circa 28°) provoca l‟appiattimento della curvatura lordotica<br />

(circa 38°), mo<strong>di</strong>ficando il modo <strong>in</strong> cui i <strong>di</strong>schi sono caricati ed aumentandone la pressione anteriormente. I muscoli<br />

ischiocrurali, che decorrono dell‟arto <strong>in</strong>feriore al bac<strong>in</strong>o, possono anch‟essi <strong>in</strong>fluenzare la configurazione della colonna:<br />

l‟estensione del g<strong>in</strong>occhio provoca una rotazione ulteriore del bac<strong>in</strong>o e l‟appiattimento ulteriore della colonna lombare.<br />

La presenza <strong>di</strong> uno schienale nella seduta agisce aumentando la curvatura lombare, e riducendo qu<strong>in</strong><strong>di</strong> il carico<br />

lombsacrale. Per rendere più ergonomica una seduta (per <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire il carico sul rachide lombosacrale) si può<br />

<strong>in</strong>tervenire <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>ando maggiormente lo schienale, <strong>in</strong>serendo un cusc<strong>in</strong>o nello schienale, o regolando l‟altezza dei<br />

braccioli.<br />

Anche il settore cervicale della colonna viene <strong>in</strong>fluenzato dall‟attività svolta; ad es durante la scrittura il campo visivo<br />

costr<strong>in</strong>ge il capo ad una certa posizione fissa.<br />

9


In genere qu<strong>in</strong><strong>di</strong> la postura <strong>di</strong> un soggetto seduto <strong>di</strong>pende non solo dal tipo <strong>di</strong> seduta utilizzata ma anche dal compito<br />

svolto. Solitamente per il lavoro <strong>di</strong> precisione al banco è preferibile adottare una seduta <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>ata anteriormente, mentre<br />

la seduta <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>ata posteriormente è più adatta per il riposo. L‟altezza e l‟<strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione del se<strong>di</strong>le, <strong>in</strong>sieme alla posizione,<br />

forma e <strong>in</strong>lc<strong>in</strong>azione dello schienale, ed alla presenza eventuale <strong>di</strong> altri supporti, come anche alla <strong>di</strong>sposizione e alla<br />

pendenza dell‟area <strong>di</strong> lavoro, <strong>in</strong>fluenzano la postura seduta. Non esiste qu<strong>in</strong><strong>di</strong> una posizione seduta ideale, ma posizioni<br />

sedute adeguate o ottimali <strong>in</strong> relazione al tipo <strong>di</strong> attività svolta. Una certa alternanza nella postura dovrebbe comunque<br />

sempre essere consentita per alternare il carico e per evitare l‟affaticamento.<br />

Postura eretta<br />

In stazione eretta, il rachide assume la particolare conformazione con tre curvature fondamentali. Il settore lombare<br />

risulta lordotico perché qui le vertebre ed i <strong>di</strong>schi sono più spessi anteriormente che posteriormente, ma anche perché la<br />

superfice superiore del sacro è <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>ata rispetto al piano orizzontale. Sul rachide lombosacrale grava <strong>in</strong> posizione eretta<br />

normale un carico <strong>di</strong>scale <strong>di</strong> circa 70 kg (per un uomo <strong>di</strong> corporatura normale).<br />

Altri aspetti che possono <strong>in</strong>fluire sulla postura assunta o mantenuta sono gli aspetti ambientali (illum<strong>in</strong>azione,<br />

<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> spazio, accessibilità, congestione), gli aspetti organizzativi (ritmo <strong>di</strong> lavoro, pause) e quelli operativi<br />

(<strong>in</strong>dossare <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale, uso <strong>di</strong> strumenti, ecc..).<br />

Ilum<strong>in</strong>azione<br />

Con<strong>di</strong>zioni sfavorevoli sono: eccesso / <strong>in</strong>sufficienza <strong>di</strong> illum<strong>in</strong>azione, riverberi, riflessi. Se l‟impegno visivo è statico,<br />

ravvic<strong>in</strong>ato e protratto c‟è sovraffaticamento. Le f<strong>in</strong>estre dovrebbero essere su un solo lato, oscurabili; la <strong>di</strong>stanza<br />

scrivania - f<strong>in</strong>estra almeno <strong>di</strong> m 1.<br />

Rumore<br />

Costitisce una <strong>in</strong>terferenza con la comunicazione verbale, una <strong>di</strong>strazione nelle attività mentali. Limite <strong>di</strong> 5 dB per<br />

lavori che richiedono alta concentrazione/alta velocità <strong>di</strong> esecuzione; 65 dB per lavori a bassa concentraz<strong>in</strong>e richiesta e<br />

bassa velocità <strong>di</strong> esecuzione; il livello <strong>di</strong> rumore <strong>di</strong> una s<strong>in</strong>gola postazione non deve superare <strong>di</strong> più <strong>di</strong> dB il livello<br />

generale.<br />

Microclima<br />

Umi<strong>di</strong>tà relativa dovrebbe essere tra 40 e 60%; la velocità dell‟aria per ambienti con<strong>di</strong>zionati non deve superare i 0,2<br />

m/sec; d‟estate la <strong>di</strong>fferenza <strong>in</strong>terno/esterno non dovrebbe superare i 5 gra<strong>di</strong> C. Inverno: temperatura tra 22 e 23°; estate<br />

tra 25 e 26° .<br />

Lavoro d<strong>in</strong>amico<br />

E‟ caratterizzato dalla contrazione muscolare alternata al rilassamento, ed ha come risultato il movimento <strong>di</strong> segmenti<br />

corporei. Ogni contrazione richiede energia, e questa è fornita dall‟ossidazione <strong>di</strong> sostanze come il glucosio. L‟ossigeno<br />

deve essere portato ai muscoli che lavorano attraverso il sangue, e per questo il cuore deve <strong>in</strong>crementare il flusso<br />

sanguigno durante il lavoro (aumenta la frequenza car<strong>di</strong>aca e la gettata car<strong>di</strong>aca). Durante lavoro aumenta anche la<br />

frequenza respiratoria e il volume <strong>di</strong> aria respirata. Maggiori sono il numero e le <strong>di</strong>mensioni delle masse muscolari<br />

co<strong>in</strong>volte nel lavoro, maggiore sarà il consumo <strong>di</strong> ossigeno.<br />

L‟<strong>in</strong>tensità tollerabile <strong>di</strong> un lavoro d<strong>in</strong>amico varia con la durata del lavoro; un lavoro che deve essere sostenuto per 8<br />

ore dovrebbe ad esempio corrispondere a non più del 33 % della capacità massima del lavoratore; per 1 ora <strong>di</strong> lavoro<br />

l‟<strong>in</strong>tensità può essere anche del 50% rispetto al massimo; per 20 m<strong>in</strong>uti <strong>di</strong> lavoro il 70%; per 10 m<strong>in</strong>uti l‟<strong>in</strong>tensità può<br />

raggiungere l‟85% rispetto al massimo.<br />

Una stima del consumo <strong>di</strong> ossigeno <strong>di</strong> un certo lavoro può essere ottenuta dalla misura della frequenza car<strong>di</strong>aca<br />

(<strong>in</strong>nalzamento rispetto al basale e percentuale rispetto alla massima teorica). Questo sistema è adatto però solo per<br />

lavori che implicano grosse masse muscolari e che sono svolti <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni ambientali temperate, <strong>in</strong> assenza <strong>di</strong> stress<br />

psichici. La frequenza car<strong>di</strong>aca è <strong>in</strong>fluenzata <strong>in</strong>fatti dalla temperatura, dall‟umi<strong>di</strong>tà, da stress psichici ed emozionali. La<br />

frequenza car<strong>di</strong>aca massima viene stimata con la formula “220 - età”.<br />

Lavoro statico<br />

Mentre il lavoro può <strong>in</strong>durre fatica, <strong>spec</strong>ialmente se le pause <strong>di</strong> lavoro non sono gestibili <strong>di</strong>rettamente dalll‟operatore, il<br />

lavoro statico <strong>in</strong>duce frequentemente fatica muscolare localizzata, anche se le attività sono <strong>di</strong> breve durata. Qu<strong>in</strong><strong>di</strong> lo<br />

sforzo andrebbe <strong>di</strong>stribuito <strong>in</strong> perio<strong>di</strong> brevi, <strong>in</strong>termittenti e co<strong>in</strong>volgenti <strong>di</strong>versi gruppi muscolari, alternativamente. Per<br />

ridurre lo sforzo statico:<br />

- evitare <strong>di</strong> posizionare gli oggetti da monitorare <strong>in</strong> modo che la testa e gli occhi siano costretti ad una posizione<br />

rigida<br />

- evitare le altezze <strong>di</strong> presa al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> cm 127<br />

- evitare le <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> presa > cm 50 (posizione eretta) o > cm 38 (posizione seduta)<br />

- i posti dove è richiesta la stazione eretta non dovrebbero richiedere movimenti ulteriori <strong>in</strong> estensione (allungarsi) o<br />

<strong>in</strong> flessione (ch<strong>in</strong>arsi)<br />

- fornire supporti o se<strong>di</strong>li per lavori <strong>in</strong> stazione eretta e poggiapie<strong>di</strong> per lavori da seduto<br />

10


- ridurre il più possibile la forza richiesta per operare tasti, manovelle, leve utilizzati frequentemente<br />

- permettere pause durante lavori molto ripetitivi<br />

Lavoro leggero e percettivo<br />

Lavori che implicano prevalentemente lo scrivere, analizzare, monitorare, ispezionare, controllare sono ad elevata<br />

richiesta percettiva. La fatica percepita varia molto da <strong>in</strong><strong>di</strong>viduo a <strong>in</strong><strong>di</strong>viduo e <strong>di</strong>pende <strong>in</strong>oltre dalle circostante<br />

psicosociali e dal tipo <strong>di</strong> compito. La performance <strong>in</strong> questi tipi <strong>di</strong> compiti può migliorare o subire un calo con l‟andare<br />

del tempo; migliora solitamente nel corso della prima ora <strong>di</strong> lavoro (effetto “riscaldamento”). Il decremento può<br />

co<strong>in</strong>volgere uno o più livelli della performance: può <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire il ritmo <strong>di</strong> lavoro, l‟accuratezza, il tempo speso <strong>in</strong> attività<br />

extra, oppure l‟esecuzione può <strong>di</strong>ventare <strong>di</strong>sorganizzata. In questi tipi <strong>di</strong> compiti à importante considerare i fattori che<br />

potenzialmente contribuiscono ad un decremento nella performance:<br />

- le caratteristiche visive dell‟operatore<br />

- la postura <strong>di</strong> lavoro<br />

- l‟illum<strong>in</strong>azione ambientale<br />

- la <strong>di</strong>mensione dei pezzi lavorati.<br />

L‟arricchimento del tipo <strong>di</strong> attività svolta con altri compiti che impegnano <strong>in</strong> modo <strong>di</strong>verso e alternativo l‟operatore,<br />

l‟alternanza con brevi pause sono le soluzioni più adatte a risolvere il problema dell‟affaticamento percettivo.<br />

In generale per un lavoro valgono le seguenti <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni:<br />

- alternare compiti mentali-percettivi con compiti fisici<br />

- alternare compiti a richiesta elevata con altri a bassa richiesta<br />

- alternare cicli lunghi a cicli brevi<br />

- permettere frequenti cambi posturali, almeno per 1 ora<br />

- permettere pochi m<strong>in</strong>uti <strong>di</strong> pausa per ogni mezz‟ora <strong>di</strong> lavoro cont<strong>in</strong>uo percettivo.<br />

MMH (Manual material handl<strong>in</strong>g): comprende le attività <strong>di</strong> sostegno, trasporto, sollevamento, sp<strong>in</strong>ta, trazione,<br />

spostamento <strong>di</strong> gravi (materiali <strong>in</strong>animati). Costituisce oggetto della legge (D. Lgs. 626/94, titolo V):<br />

-evitare per quanto possibile la movimentazione manuale dei carichi, sostituendola (<strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e <strong>di</strong> priorità) con<br />

automazione, ausili, uso con<strong>di</strong>zionato della forza manuale. Occorre <strong>in</strong>tervenire con <strong>in</strong>formazione e tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g,<br />

sorveglianza sanitaria, riferimento a <strong>spec</strong>ifiche tecniche <strong>di</strong> movimentazione.<br />

I fattori <strong>di</strong> rischio pr<strong>in</strong>cipali sono costituiti da: oggetti del peso > 30 kg, <strong>in</strong>gombranti o <strong>di</strong>fficili da afferrare, con<br />

equilibrio <strong>in</strong>stabile, movimentati con torsioni, <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azioni del tronco e a <strong>di</strong>stanza orizzontale considerevole. I fattori<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>viduali da considerare sono: l‟idoneità fisica, il tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g, l‟abbigliamento, le conoscenze e l‟esperienza. Il Niosh<br />

(National Institute of Occupational Health and Safety) (1981, 1993) <strong>in</strong><strong>di</strong>ca come peso limite kg 23 per la popolazione<br />

lavorativa adulta; il D. Lgs. 626/94 <strong>in</strong><strong>di</strong>ca <strong>in</strong>vece come peso limite kg 30, mo<strong>di</strong>ficato poi nel 2005 dalla SIMLII<br />

(Società Italiana <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>c<strong>in</strong>a del Lavoro ed Igiene Industriale) a kg 25.<br />

11


D. Lgs. 626/94: Movimentazione <strong>di</strong> gravi<br />

La movimentazione <strong>di</strong> oggetti che siano:<br />

molto pesanti (> 30 kg)<br />

<strong>in</strong>gombranti o <strong>di</strong>fficili da afferrare<br />

<strong>in</strong> equilibrio <strong>in</strong>stabile o con contenuto che rischia <strong>di</strong> spostarsi (liquido)<br />

collocati <strong>in</strong> modo da dover essere tenuti o maneggiati ad una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> presa rilevante<br />

(> 25 cm) ed <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>ando molto il dorso è da ritenersi rischiosa.<br />

Per i compiti che sono stati def<strong>in</strong>iti a rischio sono <strong>in</strong><strong>di</strong>cati gli <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e prioritario:<br />

1 elim<strong>in</strong>are la manovra manuale (meccanizzazione del processo)<br />

2 aiutare la manovra manuale (ausiliazione o adozione <strong>di</strong> misure organizzative)<br />

3 fare uso della forza manuale, <strong>in</strong> modo con<strong>di</strong>zionato.<br />

Il datore <strong>di</strong> lavoro ha l‟obbligo <strong>di</strong>:<br />

fornire, dove possibile, adeguate attrezzature meccaniche agli addetti alla movimentazione<br />

organizzare il lavoro <strong>in</strong> modo che lo sforzo sia <strong>di</strong>stribuito (ad esempio su 2 operatori anziché su 1)<br />

adattare l‟ambiente <strong>di</strong> lavoro <strong>in</strong> modo da elim<strong>in</strong>are gli ostacoli alla movimentazione<br />

sottoporre gli addetti a controlli sanitari perio<strong>di</strong>ci.<br />

Il lavoratore deve:<br />

saper riconoscere le azioni e le circostanze a rischio<br />

utilizzare le attrezzature meccaniche messe a <strong>di</strong>sposizione<br />

assicurarsi che l‟ambiente sia privo <strong>di</strong> <strong>in</strong>tralci e/o pericoli<br />

evitare <strong>di</strong> svolgere azioni <strong>di</strong> sollevamento <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> equilibrio precario.<br />

La legge <strong>in</strong><strong>di</strong>ca come peso-limite per le azioni <strong>di</strong> sollevamento 30 kg per i maschi adulti; 20 kg per<br />

le femm<strong>in</strong>e adulte e per i maschi adolescenti; 15 kg per le femm<strong>in</strong>e adolescenti. Tali valori non<br />

devono tuttavia essere considerati <strong>di</strong>scrim<strong>in</strong>ativi, <strong>in</strong> quanto il rischio deriva anche da:<br />

la postura adottata durante il sollevamento, la tecnica <strong>di</strong> sollevamento<br />

il tipo <strong>di</strong> presa, la <strong>di</strong>stanza orizzontale , lo spostamento <strong>in</strong> verticale, la frequenza degli atti.<br />

Perché il sollevamento risulti meno gravoso sul rachide :<br />

mantenere il carico il più possibile vic<strong>in</strong>o al baricentro <strong>di</strong> chi compie l‟azione<br />

avere una buona presa (possibilmente tramite maniglie)<br />

mantenere il tronco il più possibile eretto (preferibilmente piegare le g<strong>in</strong>occhia ed evitare la<br />

flessione del tronco) e non ruotarlo (eventuali spostamenti con il carico sollevato vanno effettuati<br />

spostando i pie<strong>di</strong>)<br />

eseguire il sollevamento tra l‟altezza delle g<strong>in</strong>occhia e quella delle spalle (evitare <strong>di</strong> movimentare<br />

ad altezze superiori ai 160 cm ed <strong>in</strong>feriori ai 40 cm).<br />

Lesioni legate alla movimentazione <strong>di</strong> gravi:<br />

lesioni ai tend<strong>in</strong>i<br />

strappi muscolari<br />

dolori ad un arto <strong>in</strong>feriore <strong>di</strong> tipo sciatico.<br />

Altri rischi legati alla movimentazione manuale e dovute ad un comportamento scorretto sono:<br />

ferite agli arti <strong>in</strong>feriori (mancanza <strong>di</strong> utilizzo delle scarpe ant<strong>in</strong>fortunistiche)<br />

ferite alle mani (mancanza <strong>di</strong> uso <strong>di</strong> guanti, movimentazione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> pericolosi senza adottare le<br />

opportune misure <strong>di</strong> sicurezza).<br />

12


ATTIVITA’ RIPETITIVE DEGLI ARTI SUPERIORI<br />

Questi <strong>di</strong>turbi sono denom<strong>in</strong>ati: “Work-related”, cioè i fattori <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e lavorativa<br />

giocano un ruolo causale parziale (WHO, 1985). Gli acronimi usati per def<strong>in</strong>ire questo tipo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sturbi sono vari:<br />

DMS (Disturbi muscolo scheletrici)<br />

UE WMDs (Upper Extremity Work-related Muscoloskeletal Disorders)<br />

RSI (Repetitive Stra<strong>in</strong> Injuries)<br />

CTD (Cumulative Trauma Disorders)<br />

OOS (Occupational Overuse Syndromes)<br />

OCD (Occupational Cervico-brachial Diseases)<br />

I <strong>di</strong>sturbi possono <strong>in</strong>teressare prevalentemente gli arti superiori (mano, polso, gomito, spalla), nei<br />

sistemi ed apparati osteoarticolari, muscolotend<strong>in</strong>ei, nervoso e vascolare. L‟orig<strong>in</strong>e è multifattoriale,<br />

causata e/o aggravata da sovraccarico biomeccanico lavorativo. Si manifestano con dolore ra<strong>di</strong>ato,<br />

malessere, per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> forze.<br />

Nei Paesi UE hanno un costo sociale pari allo 0.5-2% del PIL; le donne risultano più colpite degli<br />

uom<strong>in</strong>i .<br />

Il rischio è riducibile (del 30-90%) da <strong>in</strong>terventi ergonomici mirati; il fenomeno è <strong>in</strong> decisa crescita<br />

nei Paesi Europei. E‟ colpita anche la pop. generale, oltre a quella lavorativa (i fattori <strong>di</strong> rischio<br />

sono anche extra lavorativi: sesso, età, stile <strong>di</strong> vita, alimentazione, hobby).<br />

Fattri <strong>di</strong> rischio<br />

Fattori biomeccanici (forza, vibrazioni, compressioni)<br />

Fisici (postura,movimento)<br />

Organizzativi (ripetitività, durata)<br />

Psicosociali (cap. decisionale, pressione, attenzione,rapp.<strong>in</strong>terpers.)<br />

Fattori <strong>di</strong> rischio non lavorativo (sesso, età, struttura, traumi pregressi, patologie metabol., stato<br />

ormonale, hobby)<br />

Fattori <strong>di</strong> rischio pr<strong>in</strong>cipali:<br />

- forza applicata con le mani<br />

- frequenza degli atti<br />

- posture <strong>in</strong>congrue, mantenute a lungo <strong>in</strong> posizioni estreme<br />

Fattori complementari <strong>di</strong> rischio:<br />

MECCANICI<br />

vibrazioni della mano-braccio<br />

compressione localizzata su strutture della mano-braccio<br />

utilizzo <strong>di</strong> guanti<br />

movimenti rapi<strong>di</strong> o improvvisi <strong>di</strong> torsione delle braccia<br />

AMBIENTALI<br />

esposizione a freddo<br />

ORGANIZZATIVI<br />

effettuazione frequente <strong>di</strong> straord<strong>in</strong>ari<br />

mancanza <strong>di</strong> addestramento<br />

lavoro svolto sotto pressione temporale<br />

Interventi preventivi o correttivi:<br />

Mo<strong>di</strong>fiche strutturali al posto <strong>di</strong> lavoro (<strong>in</strong>gegneria - ergonomia)<br />

Mo<strong>di</strong>fiche nell’organizzazione del lavoro (pause, rotazione, raddoppio degli operai)<br />

Addestramento del personale (<strong>in</strong>formazione, formazione)<br />

13


Posture estreme, che provocano fatica o <strong>di</strong>sturbi<br />

CAVIGLIA estrema dorsiflessione (<strong>di</strong>ta <strong>in</strong> su)<br />

estrema flessione plantare (<strong>di</strong>ta <strong>in</strong> giù)<br />

GINOCCHIO <strong>di</strong>steso o flesso, con angolo < 90°<br />

ANCA (seduto) angolo > 110° o < 80°<br />

SCHIENA flessa, piegata lateralmente, o estesa > 20°<br />

COLLO ruotato, piegato lateralmente, <strong>in</strong><strong>di</strong>etro o avanti > 20°<br />

SPALLE elevate, flesse o abdotte, con gomiti abdotti > 150°<br />

braccia estese <strong>di</strong>etro al corpo<br />

GOMITI flessi, con angolo < 80° o estesi, con angolo > 120°<br />

AVAMBRACCIA ruotate, con palme <strong>in</strong> su o <strong>in</strong> giù, durante applicazione <strong>di</strong> forza<br />

POLSO deviazione ulnare > 45°, deviazione ra<strong>di</strong>ale, flessione > 30°, estensione > 15°<br />

DITA presa ampia (<strong>di</strong>ta allargate > 2,5 cm tra loro), presa a p<strong>in</strong>za<br />

D. Lgs. 626/94<br />

Art. 3 - (Pr<strong>in</strong>cipi ergonomici nel lavoro)<br />

..rispetto dei pr<strong>in</strong>cipi ergonomici nella concezione dei posti <strong>di</strong> lavoro, nella scelta delle attrezzature<br />

e nella def<strong>in</strong>izione dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavoro ...<br />

14


UNITA’ DI MISURA IN <strong>ERGONOMIA</strong><br />

FORZA = massa * accelerazione (F = m * a)<br />

Si misura <strong>in</strong> Newton o Kilopond.<br />

1 N (Newton) Forza che agendo su una massa <strong>di</strong> 1 kg provoca un‟accelerazione <strong>di</strong> 1m/sec 2<br />

1 K (Kilopond) Unità <strong>di</strong> forza gravitazionale che agisce su una massa stazionaria <strong>di</strong> 1 kg; è pari a 9.8 N<br />

LAVORO = forza * spostamento (L = F * s)<br />

Si misura <strong>in</strong> Joule o Kilopondmetro.<br />

1 J (Joule) Forza <strong>di</strong> 1 N che agisce per 1 m (1Nm)<br />

1 Kpm Lavoro per <strong>in</strong>nalzare <strong>di</strong> 1 m la massa <strong>di</strong> 1 kg; è pari a 9.8 J<br />

I Joule possono essere trasformati <strong>in</strong> Calorie:<br />

1 KJ = 1000 J = 0.239 kCal<br />

1 kCal = 4.186 KJ<br />

POTENZA = lavoro / tempo (P = L / t) = forza * velocità (F * v)<br />

Si misura <strong>in</strong> Watt o Calorie/m<strong>in</strong><br />

1 W (Watt) = 1 J / secondo<br />

1 Kcal/m<strong>in</strong> = 69.8 W<br />

Costo energetico <strong>di</strong> un’attività<br />

Il <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o energetico si misura <strong>in</strong> pratica come consumo <strong>di</strong> ossigeno (O 2 )<br />

1 litro O 2 = 5 kCal = 20 KJ<br />

1 litro O 2 /m<strong>in</strong> = 350 W<br />

Una misura convenzionale è il MET, che esprime il <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o come multiplo del <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o basale per unità <strong>di</strong> peso<br />

corporeo. Per convenzione 1 MET = 3.5 ml O 2 / kg <strong>di</strong> peso corporeo<br />

15


ALCUNI DATI FISIOLOGICI RELATIVI AL CORPO UMANO E ALL’ATTIVITA’ SVOLTA<br />

Ventilazione<br />

Capacità vitale (massima quantità <strong>di</strong> aria contenibile nei polmoni) = 4 - 5 litri<br />

Volume corrente (quantità <strong>di</strong> aria che entra o esce ad ogni atto respiratorio)= 0,5 litri<br />

Frequenza respiratoria basale (a riposo) = 12 atti/m<strong>in</strong><br />

Ventilazione basale (quantità <strong>di</strong> aria che passa nei polmoni complessivamente <strong>in</strong> stato <strong>di</strong> riposo)= 6-7 litri/m<strong>in</strong><br />

Ventilazione massima (raggiungibile durante svolgimento <strong>di</strong> attività fisica) = 140 litri/m<strong>in</strong><br />

In una giornata si consumano circa 15 – 20 m 3 <strong>di</strong> aria (poco meno <strong>di</strong> 1m 3 /ora)<br />

Circolazione sanguigna<br />

Gettata car<strong>di</strong>aca (quantità <strong>di</strong> sangue mandata <strong>in</strong> circolo dal cuore): 5 litri/m<strong>in</strong> aumenta f<strong>in</strong>o a 25 litri/m<strong>in</strong> durante<br />

attività fisica<br />

Frequenza car<strong>di</strong>aca basale: 60-80 battiti/m<strong>in</strong><br />

Frequenza car<strong>di</strong>aca massima sotto sforzo: si calcola dalla formula “220-età” (es. per giovane <strong>di</strong> 28 anni la frequenza<br />

massima è <strong>di</strong> 192 battitti/m<strong>in</strong>); il valore <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uisce con l‟età<br />

Caratteristiche del corpo umano<br />

Peso corporeo costituito da: 65% acqua , 14% prote<strong>in</strong>e, 0.6% carboidrati , 20% grassi<br />

Depositi calorici: 76% grassi , 23% prote<strong>in</strong>e , 1 % carboidrati<br />

Produzione <strong>di</strong> calore: 2500 kCal/giorno , 1.7 kCal/m<strong>in</strong> , 5 ml O 2 /kg . m<strong>in</strong> , 120 W<br />

Metabolismo basale: 1.1 – 1.2 kCal/m<strong>in</strong> (<strong>di</strong>pende da rapporto superficie corporea/volume)<br />

Lavoro massimo: nel soggetto normale è 35 ml O 2 /kg . m<strong>in</strong> = 840 W<br />

nell‟atleta top è 80 ml O 2 /kg . m<strong>in</strong> = 1900 W<br />

Energia metabolica = lavoro meccanico x 2.5<br />

(cioè per fare un lavoro pari a 10 devo spendere 25; la “macch<strong>in</strong>a” umana ha un ren<strong>di</strong>mento meccanico del 20 – 25%)<br />

Consumo energetico<br />

Uomo: 39 kCal/kg per giorno Uomo <strong>di</strong> 70 kg: circa 2700 kCal/giorno<br />

Donna: 34 kCal/kg per giorno Donna <strong>di</strong> 55 kg : circa 1900 kCal/giorno<br />

Topo: 650 kCal/kg per giorno (cioè più l‟animale è piccolo, più consuma proporzionatamente alla sua<br />

massa)<br />

Il metabolismo (cioè l‟<strong>in</strong>sieme delle reazioni che impiegano l‟energia per mantenere le funzioni corporee) durante lo<br />

svolgimento <strong>di</strong> lavori pesanti può comportare un aumento <strong>di</strong> spesa energetica f<strong>in</strong>o a 10 volte rispetto a quello basale.<br />

Costo della corsa (> 8 km/h) <strong>in</strong> piano : 1 kCal / kg . m<strong>in</strong> ; 200 ml O 2 /kg . m<strong>in</strong><br />

Costo del camm<strong>in</strong>o <strong>in</strong> piano (3 km/h) : 0.005 kCal / kg . m<strong>in</strong> ; 5 ml O 2 /kg . m<strong>in</strong><br />

Costo del camm<strong>in</strong>o <strong>in</strong> piano (5 km/h) : 0.01 kCal / kg . m<strong>in</strong> ; 11 ml O 2 /kg . m<strong>in</strong><br />

<strong>CL</strong>ASSIFICAZIONE DI GRAVOSITA’ DEL LAVORO FISICO<br />

Watt litri O 2 / m<strong>in</strong> MET<br />

Leggero F<strong>in</strong>o a 230 0.65 F<strong>in</strong>o a 3.5<br />

Moderato f<strong>in</strong>o a 410 1.13 F<strong>in</strong>o a 6.3<br />

Pesante F<strong>in</strong>o a 580 1.65 Anche oltre 8<br />

16


IMPEGNO ENERGETICO DI UN’ATTIVITÀ<br />

Il costo energetico globale <strong>di</strong> una attività <strong>in</strong>clude sia la somma dell'energia che si trasforma <strong>in</strong><br />

lavoro meccanico che <strong>di</strong> quella che viene <strong>di</strong>spersa sotto forma <strong>di</strong> calore (impegno<br />

termoregolatorio). Il rapporto tra energia meccanica prodotta e costo totale è il ren<strong>di</strong>mento del<br />

lavoro (solitamente per il lavoro muscolare pari al 25%).<br />

Dal momento che risulta spesso improponibile effettuare la misura <strong>in</strong> campo del consumo <strong>di</strong> O 2 , si<br />

utilizzano stime energetiche <strong>di</strong>sponibili <strong>in</strong> letteratura, relative ad attività e lavorazioni <strong>di</strong>verse (ve<strong>di</strong><br />

tabella allegata). La stima può essere espressa per como<strong>di</strong>tà <strong>in</strong> unità convenzionali <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong><br />

O2 al m<strong>in</strong>uto per Kg <strong>di</strong> peso corporeo (MET).<br />

VO2 = MET x Kg x 3.5<br />

E‟ possibile anche stimare anche il Massimo MET <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale (corrispondente al Massimo<br />

consumo <strong>di</strong> O2 ), che decresce con la età:<br />

Uom<strong>in</strong>i : 60 - 0.55 x età Donne: 48 - 0.37 x età<br />

3.5 3.5<br />

Una regola generica <strong>di</strong> sicurezza per impegni energetici è che questi non super<strong>in</strong>o il 50% del valore<br />

MET Massimo (e del Massimo Consumo <strong>di</strong> O2).<br />

Particolarmente importante è conisderare l‟impegno energetico richiesto dalle attività svolte da<br />

soggetti con limitazioni car<strong>di</strong>orespiratorie. In questo caso si procederà anche ad una valutazione<br />

della <strong>di</strong>sponibilità energetica del soggetto tramite test all‟ergometro.<br />

<strong>CL</strong>ASSIFICAZIONE DEI LIVELLI DI IMPEGNO ENERGETICO DI UN’ATTIVITÀ<br />

- Sedentario 1.5 - 2.1 MET<br />

- Leggero 2.2 - 3.5 MET<br />

- Me<strong>di</strong>o 3.6 - 6.3 MET<br />

- Pesante 6.4 - 7.5 MET<br />

- Molto pesante > 7.5 MET<br />

Per MET si <strong>in</strong>tende l‟unità standar<strong>di</strong>zzata riferita al metabolismo basale: 1 MET corrisponde<br />

all‟energia spesa a riposo, e cioè a 3.5 ml <strong>di</strong> ossigeno (O 2 ) consumati per kilogrammo <strong>di</strong> peso<br />

corporeo ad ogni m<strong>in</strong>uto.<br />

17


TABELLA DI RIFERIMENTO<br />

POTENZE ENERGETICHE (WATT e MET) <strong>di</strong> ATTIVITA' GIORNALIERE<br />

(per avere il riferimento al consumo <strong>di</strong> O2/m' <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale: MET x 3,5 x Kg peso corporeo)<br />

MASCHI FEMMINE<br />

ATTIVITA' WATT MET ATTIVITA' WATT MET<br />

A) A RIPOSO<br />

1 a letto,sveglio 77.0 0.96 63.0 0.79<br />

2 seduto,comodo 97.5 1.22 77.0 0.96<br />

3 <strong>in</strong> pie<strong>di</strong>,comodo 118.4 1.50 97.5 1.22<br />

B) ATTIVITA' LAVORATIVA<br />

1 lavoro d'ufficio 125.4 1.57 1 lavoro d'ufficio 111.0 1.39<br />

2 lavoro domestico 209.0 2.61 2 lavoro domestico 167.0 2.09<br />

leggero 181.0 2.26 leggero 139.0 1.74<br />

me<strong>di</strong>o 320.0 4.00 me<strong>di</strong>o 237.0 2.96<br />

pesante 348.0 4.35 pesante 278.0 3.48<br />

3 lavoro <strong>in</strong> ospedale 3 pett<strong>in</strong>atrice 139.0 1.74<br />

me<strong>di</strong>co 167.0 2.10<br />

<strong>in</strong>fermiere 244.0 3.04<br />

4 trasporti 4 <strong>in</strong>fermiera 230.0 2.87<br />

guidatori <strong>di</strong> TIR 111.0 1.39<br />

macch<strong>in</strong>ista ferrovie 265.0 3.31<br />

5 <strong>in</strong>dustria leggera 5 <strong>in</strong>dustria leggera 195.0 2.44<br />

orologiaio 111.0 1.39 rilegatura libri 174.0 2.18<br />

<strong>di</strong>segnatore 132.0 1.65 ostessa 237.0 2.96<br />

stampatrice 160.0 2.00 panettiera 160.0 2.00<br />

attività <strong>di</strong> laboratorio 160.0 2.00 lavoro <strong>in</strong> birreria 188.0 2.35<br />

lavoro <strong>di</strong> sartoria 202.0 2.52 <strong>in</strong>dustria chimica 188.0 2.35<br />

calzolaio 209.0 2.61 <strong>in</strong>dustria elettrica 132.0 1.65<br />

fabbro 244.0 3.04 <strong>in</strong>dustria mobiliera 230.0 2.87<br />

elettricista 251.0 3.13 lavanderia 237.0 2.96<br />

meccanico 251.0 3.13<br />

<strong>in</strong>d. Chimica 278.0 3.48<br />

garagista 285.0 3.57<br />

carpentiere 285.0 3.57<br />

6 lavoro e<strong>di</strong>lizio 6 attivita' agricole (tra<strong>di</strong>z.) 334.0 4.18<br />

operai 418.0 5.22<br />

altri 299.0 3.74<br />

7 agricoltura<br />

azienda meccanizzata 348.0 4.35<br />

azienda tra<strong>di</strong>zionale 453.0 5.66<br />

8 post<strong>in</strong>i 418.0 5.22<br />

9 foreste 46.0 5.57<br />

guar<strong>di</strong>aboschi 285.0 3.57<br />

tagl.alberi sega elettrica 334.0 4.18<br />

tagl.alberi sega manuale 599.0 7.49<br />

abbattitore alberi 683.0 8.53<br />

10 <strong>in</strong>dustria pesante 564.0 7.05<br />

forgitore 453.0 5.66<br />

addetto sega a mano 453.0 5.66<br />

addetto fornaci 571.0 7.14<br />

18


imozione scorie 808.0 10.10<br />

11 m<strong>in</strong>atore 474.0 5.92<br />

C) ATTIVITA' SPORTIVE E<br />

RICREATIVE<br />

1 sedentarie (gioco carte) 174.0 2.18 1 sedentarie (gioco carte) 139.0 1.74<br />

2 ciclismo turistico 410.0 5.14 2 ciclismo turistico 348.0 4.35<br />

3 biliardo 181.0 2.26 3 canottaggio (ricreativo) 501.0 6.27<br />

4 danza lenta 299.0 3.74 4 danza lenta 251.0 3.13<br />

5 danza veloce 787.0 9.54 5 danza veloce 669.0 8.36<br />

6 pesca 272.0 3.39 6 golf 306.0 3.83<br />

7 golf 362.0 4.53 7 g<strong>in</strong>nastica 348.0 4.35<br />

8 cavalcare al passo 230.0 2.87 8 cavalcare al passo 195.0 2.44<br />

9 vogare ricreativo 634.0 7.92 9 alp<strong>in</strong>ismo 578.0 7.23<br />

10 alp<strong>in</strong>ismo 683.0 8.53 10 vogare (ricreativo) 536.0 6.70<br />

11 corsa ricreativa (foot<strong>in</strong>g) 724.0 9.05 11 corsa ricreativa<br />

(foot<strong>in</strong>g)<br />

613.0 7.66<br />

12 patt<strong>in</strong>aggio ricreativo 362.0 4.53 12 patt<strong>in</strong>aggio ricreativo 306.0 3.83<br />

13 sci <strong>di</strong> fondo 13 sci <strong>di</strong> fondo<br />

ricreativo 836.0 10.45 ricreativo 766.0 9.58<br />

14 sci <strong>di</strong>scesa 14 sci <strong>di</strong>scesa<br />

ricreativo 836.0 10.45 ricreativo 766.0 9.58<br />

15 nuoto 15 nuoto<br />

ricreativo 634.0 7.92 ricreativo 536.0 6.70<br />

16 tennis 16 tennis<br />

s<strong>in</strong>golo 773.0 9.66 s<strong>in</strong>golo 655.0 8.18<br />

doppio 634.0 7.92 doppio 536.0 6.70<br />

17 tennis da tavolo 362.0 4.53 17 tennis da tavolo 306.0 3.83<br />

19


L’ OPERATORE UMANO<br />

L‟operatore umano ha senso <strong>di</strong> responsabilità (processi razionali) che la macch<strong>in</strong>a non ha.<br />

La possibilità <strong>di</strong> variazione della strategia operativa e decisionale è tipica dell‟uomo (motivazione, caratteristiche<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>viduali), che ha flessibilità operativa. La prestazione umana è anche per questo motivo <strong>in</strong>costante.<br />

Le capacità manipolatorie dell‟operatore umano risultano molto più estese rispetto a quelle della macch<strong>in</strong>a. La sua<br />

forza meccanica è però limitata: al massimo 1500 Watt (durata 10 secon<strong>di</strong>), altrimenti 150 Watt sostenibili per una<br />

<strong>in</strong>tera giornata lavorativa<br />

La velocità <strong>di</strong> esecuzione è anch‟essa limitata: deve solitamente esistere un <strong>in</strong>tervallo <strong>di</strong> almeno 1 sec tra l‟esecuzione<br />

<strong>di</strong> un gesto ed il successivo.<br />

Nelle attività complesse l‟uomo ha un limitata capacità <strong>di</strong> elaborazione del segnale (teoria dell‟unicità del canale, dello<br />

svolgimento <strong>in</strong> serie <strong>di</strong> una sequenza <strong>di</strong> azioni mentali).<br />

La qualità degli stimoli elaborabili costituisce un limite; ad esempio ogni stimolo deve possedere una sufficiente<br />

<strong>in</strong>tensità per essere percepito dai nostri sensi; d‟altra parte l‟uomo può elaborare una grande varietà <strong>di</strong> stimoli (capacità<br />

<strong>di</strong> s<strong>in</strong>tesi, <strong>di</strong> percezione unitaria, “Gestalt”) presentati contemporaneamente, <strong>in</strong> <strong>di</strong>verse modalità, anche <strong>in</strong> presenza <strong>di</strong><br />

un elevato livello <strong>di</strong> rumore.<br />

L’affidabilità è relativa al carico operativo; il degrado avviene <strong>in</strong> modo graduale.<br />

L‟uomo può <strong>in</strong>oltre monitorare eventi a bassa probabilità <strong>di</strong> occorrenza (che risulterebbe troppo costoso <strong>in</strong>serire <strong>in</strong><br />

un programma <strong>in</strong>formatizzato).<br />

Le attività umane hanno un carattere propositivo (scopi) che attiva le operazioni e ne imposta le modalità (strategie);<br />

esse sono regolate dal pr<strong>in</strong>cipio dell‟omeostasi (mantenimento dell‟equilibrio), cioè <strong>di</strong> fronte a cambiamenti delle<br />

situazioni si cerca <strong>di</strong> ristabilire un nuovo equilibrio<br />

Progettazione dell‟<strong>in</strong>terfaccia<br />

Le fattezze dell‟<strong>in</strong>terfaccia possono rendere più facile o più <strong>di</strong>fficoltosa la fruizione da parte dell‟uomo.<br />

Dimensioni – devono tenere conto dell‟ <strong>in</strong>gombro del corpo, dei movimenti richiesti , della modalità percettiva attiva<br />

durante il lavoro, della vic<strong>in</strong>anza con altri soggetti (prossemica). La soggettività <strong>in</strong>fluenza la percezione delle misure<br />

oggettive.<br />

Forme, struttura – risultano importanti per l‟applicazione vantaggiosa della forza (biomeccanica), e dei rapporti tra<br />

segmenti corporei. La forma trasmette anche un messaggio sulla sfera percettiva e conoscitiva.<br />

Presentazione e contenuto <strong>in</strong>formativo degli stimoli – <strong>in</strong> relazione al contesto culturale<br />

Percezione Decisione Azione motoria (azionamento dei coman<strong>di</strong>)<br />

Es: <strong>in</strong><strong>di</strong>catore stradale<br />

Variabili del soggetto – percezione visiva, abilità mentali, comprensione, memoria<br />

Variabili del manufatto – <strong>di</strong>mensione, forma, simboli, colore, materiali, uso <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ci, quantità <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazione da<br />

trasmettere<br />

Compatibilità e <strong>in</strong>terfaccia tra le due componenti – rapporti <strong>di</strong> movimento e <strong>di</strong> posizione; rapporto <strong>in</strong><strong>di</strong>catore/sfondo,<br />

chiarezza-ambiguità del messaggio, eventuale richiesta <strong>di</strong> azioni aggiuntive per captare il messaggio.<br />

20


INDICATORI UTILIZZATI IN <strong>ERGONOMIA</strong><br />

Biologici / fisiologici : frequenza car<strong>di</strong>aca (Fc), pressione arteriosa (Pa), temperatura corporea, acido lattico,<br />

ventilazione, consumo <strong>di</strong> ossigeno<br />

Soggettivi : raccolti tramite questionari, <strong>in</strong>terviste, scale psicofisiche su aspetti <strong>di</strong> fatica, <strong>di</strong>fficoltà, comfort,<br />

preferenza<br />

Osservazionali : tramite osservatore esterno esperto, su aspetti <strong>di</strong> tempo (durata, frequenza), postura, tecnica<br />

adottata<br />

Misure strumentali : forza (d<strong>in</strong>amometro), attività elettrica muscolare (EMG), aspetti ambientali (temperatura e<br />

umi<strong>di</strong>tà, rumore, …).<br />

Questi <strong>in</strong><strong>di</strong>catori devono essere utilizzati <strong>in</strong> concomitanza, ad esempio il dato oggettivo (fisiologico) dovrebbe essere<br />

considerato <strong>in</strong>sieme a quello soggettivo e ambientale.<br />

Tenere conto anche, durante la raccolta dei dati e nella loro elaborazione, della possibile alterazione dei risultati dovuta<br />

a situazioni particolari. I meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> raccolta ed elaborazione devono essere standar<strong>di</strong>zzati (e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> confrontabili), cioè<br />

uguali nell‟applicazione durante le varie situazioni e già validati.<br />

INDAGINI SUL CAMPO<br />

L‟<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sul campo costituisce la fase <strong>di</strong> analisi della situazione reale; essa può essere completata da una fase<br />

sperimentale <strong>in</strong> laboratorio, durante la quale alcuni aspetti particolari osservati sul campo possono essere riprodotti e<br />

simulati, per essere meglio stu<strong>di</strong>ati.<br />

INDAGINE INDIVIDUAZIONE DEGLI ELEMENTI DI ANALISI DELLE<br />

COSTRITTIVITA’<br />

ALTERNATIVE<br />

1) Scelta dell‟oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o (ambito, fase, mansione) Serve per <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare i fattori <strong>di</strong> rischio<br />

2) Descrizione delle - Azioni tecniche (compiti) - V<strong>in</strong>coli presenti nel processo lavorativo Valutare i rischi rilevati<br />

azioni<br />

- Struttura dei compiti - Variabilità delle operazioni e delle secondo i criteri della<br />

(semplice/complessa;<br />

situazioni<br />

prevenzione; effettuare<br />

stabile/mutevole;<br />

- Incongruenza nell‟organizzazione dei l‟analisi costo/benefici;<br />

v<strong>in</strong>colata/variabile)<br />

percorsi e delle sequenze<br />

valutare le possibili alternative<br />

- Successione dei compiti Valutare secondo entità:<br />

- Struttura sociale<br />

- L‟entità del rischio<br />

- Conoscenze tecniche richieste per - Il numero <strong>di</strong> soggetti esposti al rischio<br />

completare i processi lavorativi<br />

3) Registrazione secondo criteri analitici (schede, checklist,<br />

questionari, misurazioni strumentali, ..)<br />

4) Analisi dei risultati<br />

- L‟addensamento<br />

costrittività<br />

degli elementi <strong>di</strong><br />

Ricor<strong>di</strong>amo che il D.Lgs 626/94 fa esplicito riferimento alla collaborazione tra professionisti <strong>di</strong>versi (Art 4-<br />

Relazione per la valutazione dei rischi occupazionali).<br />

La prevenzione primaria è centrata sull‟ambiente e sulle macch<strong>in</strong>e, ed è rivolta <strong>in</strong> modo prevalente alla collettività; la<br />

prevenzione secondaria si focalizza sui mezzi protettivi <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali (alcuni dei quali, ricor<strong>di</strong>amo, hanno degli<br />

svantaggi; ad es. i guanti oltre a proteggere la mano riducono la sensibilità tattile).<br />

21


APPLICAZIONI ERGONOMICHE IN AZIENDA<br />

Progettazione del posto <strong>di</strong> lavoro<br />

Gli <strong>in</strong>terventi possono essere concettuali (applicati al momento della progettazione, tenendo conto delle attività e degli<br />

utenti; sono gli <strong>in</strong>terventi più efficaci, a patto che si bas<strong>in</strong>o sulla progettazione partecipata) o correttivi (applicati a<br />

posteriori, per <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire o elim<strong>in</strong>are il problema riscontrato; sono più costosi economicamente e <strong>di</strong>fficili da <strong>in</strong>serire<br />

senza provocare agitazioni, reclami o <strong>di</strong>sfunzioni). La progettazione può essere globale (es. su un <strong>in</strong>tero stabile), o<br />

parziale (su una porzione <strong>di</strong> un ambiente già esistente e def<strong>in</strong>ito). L‟applicazione dei pr<strong>in</strong>cipi ergonomici avviene<br />

attraverso una prospettiva <strong>in</strong>novativa (si cercano nuove soluzioni, fuori dagli schemi che risultano <strong>in</strong> uso) e <strong>di</strong> ricerca (ci<br />

si basa sui dati effettivi; ad esempio necessità organizzative, gestionali). E‟ importante il co<strong>in</strong>volgimento degli utenti<br />

<strong>in</strong>teressati, altrimenti le soluzioni non risultano efficaci ed accettate; gli utenti sono coloro che forniscono le<br />

<strong>in</strong>formazioni basilari circa la progettazione, che ne determ<strong>in</strong>eranno l‟adeguatezza. Avere sempre chiaro il budget che si<br />

ha a <strong>di</strong>sposizione; programmare con chiarezza i tempi <strong>di</strong> esecuzione; verificare gli esiti della progettazione.<br />

FASI:<br />

1) analisi delle esigenze aziendali e degli operatori<br />

2) esame dell‟attuale postazione <strong>di</strong> lavoro<br />

3) def<strong>in</strong>izione <strong>di</strong> <strong>spec</strong>ifiche ergonomiche (scelta <strong>di</strong> arre<strong>di</strong> / attrezzature)<br />

4) test <strong>di</strong> prodotti presenti sul mercato<br />

5) stesura della relazione tecnica<br />

6) supervisione per l‟attuazione della mo<strong>di</strong>fica nel posto analizzato<br />

7) formazione degli operatori<br />

Strumenti utilizzati<br />

Questionari<br />

Per rilevare: problematiche comuni, necessità <strong>di</strong> spazi extra a <strong>di</strong>sposizione, necessità relazionali (es. <strong>di</strong>alogo con<br />

colleghi)<br />

Focus Group<br />

Per confermare i dati raccolti con il questionario e <strong>spec</strong>ificare eventuali altre esigenze<br />

Colloqui con gli operatori<br />

Valutazioni soggettive dei vari aspetti , comprensione delle cause degli aspetti critici<br />

Strumentazione per esame obiettivo della postazione (supporti video, misure strumentali)<br />

- verificare la rispondenza alle norme vigenti<br />

- verificare l‟adeguatezza rispetto al tipo <strong>di</strong> attività svolte<br />

Analisi <strong>di</strong>:<br />

- posture<br />

- eventuali compiti sovraccaricanti<br />

- strumentazioni <strong>di</strong> lavoro (monitor, tastiere, mouse, attrezzi)<br />

- caratteristiche ambientali (illum<strong>in</strong>azione, clima, rumore)<br />

- tipo <strong>di</strong> attività svolta (ritmi/pause, spostamenti, <strong>in</strong>terazioni, gestione ed organizzazione)<br />

- caratteristiche antropometriche degli operatori<br />

Ipotesi per eventuale rischio <strong>di</strong> <strong>in</strong>sorgenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici, problemi circolatori, processi <strong>in</strong>fiammatori<br />

Risultato della valutazione: <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni progettuali <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche e/o <strong>di</strong> <strong>in</strong>terfaccia<br />

Caratteristiche ergonomiche attese:<br />

- versatilità e flessibilità (adattabilità alle <strong>di</strong>verse caratteristiche antropometriche degli operatori ed alle attività<br />

primarie come a quelle secondarie)<br />

- d<strong>in</strong>amica della postura (favorire posture corrette e alternabili)<br />

- facilità <strong>di</strong> manutenzione ed accesso - anche per gli utenti secondari (addetti pulizie, tecnici, ecc.)<br />

Valutazione delle caratteristiche ergonomiche <strong>di</strong> un prodotto:<br />

- def<strong>in</strong>izione delle caratteristiche che il prodotto dovrebbe avere <strong>in</strong> base alla normativa, ai pr<strong>in</strong>cipi ergonomici ed<br />

alle esigenze dettate dall‟attività ed espresse dagli operatori<br />

- azioni d‟uso – le caratteristiche ergonomiche dell‟oggetto vengono <strong>spec</strong>ificate nell‟<strong>in</strong>terazione con l‟operatore<br />

- requisiti – l‟azione d‟uso riconduce a <strong>spec</strong>ifici requisiti dell‟oggetto<br />

- parametri da misurare – ogni requisito prevede la misurazione <strong>di</strong> uno <strong>spec</strong>ifico parametro<br />

- valori accettabili – ogni parametro deve rientrare <strong>in</strong> un range <strong>di</strong> valori accettabili (secondo normative, dati<br />

antropometrici o ricerche <strong>spec</strong>ifiche)<br />

- Procedure: prova pratica con utenti / prova pratica con esperti<br />

22


Antropometria<br />

Misura dell‟uomo. Valutazione degli aspetti quantitativi.<br />

Metodo metrologico : utilizzato per la misura dei caratteri fisici<br />

Metodo biometrico / statistico : utilizzato per la elaborazione dati<br />

Marco Polo (f<strong>in</strong>e 12° secolo) descrive le popolazioni viste durante i viaggi, è già una descrizione antropometrica.<br />

“Trattato <strong>di</strong> Blumenback” (1800); trattato <strong>di</strong> biomeccanica, descrive i punti <strong>di</strong> repere sul corpo umano.<br />

Mart<strong>in</strong> Herzberg (1960) “Lehrbuck der Antropologie” (ripreso nelle norme UNI, stessi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> misura)<br />

Posture utilizzate per la misura devono essere relative alle posture utilizzate durante il lavoro<br />

Alcune misure sono prese su parti ossee, altre su parti molli.<br />

ISO (descrive la tecnica <strong>di</strong> misura), CEN, NASA<br />

Con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> misura: tengono conto anche <strong>di</strong> abbigliamento, lateralità del soggetto.<br />

Misure fondamentali :<br />

Taglia - semiperimetro toracico<br />

Altezza - da 3 a 5 fondamentali (es. altezza degli occhi da terra, altezza delle spalle, altezza dei gomiti)<br />

Drop - perimetro toracico / perimetro del bac<strong>in</strong>o<br />

Ci sono <strong>di</strong>fferenze <strong>in</strong>terculturali nelle proporzioni <strong>di</strong> queste misure.<br />

Ambiente freddo: maggiore massa, arti più corti.<br />

Amb. Caldo: molta superficie, poco volume<br />

Specie: homo (genere) sapiens (<strong>spec</strong>ie)<br />

La <strong>spec</strong>ie umana si sta amalgamando (unioni <strong>in</strong>terculturali) ma anche <strong>di</strong>fferenziando (tra uomo e donna, tra <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui);<br />

c‟è anche un adattamento all‟ambiente (per i caratteri ecosensibili: statura, lunghezza arti).<br />

Molti dati antropometrici derivano da stu<strong>di</strong> su atleti, da visite <strong>di</strong> leva, stu<strong>di</strong> auxologici, antropometria forense<br />

(identifcazione degli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui)<br />

Valori me<strong>di</strong> scarsamente significativi per la progettazione ergonomica: grandezze corporee non uniformi all‟<strong>in</strong>terno<br />

dello stesso <strong>in</strong><strong>di</strong>viduo (nessuno ha più <strong>di</strong> 4-5 grandezze che sono <strong>in</strong> me<strong>di</strong>a).<br />

variazioni dovute all‟età<br />

variabilità <strong>in</strong>tra-<strong>in</strong><strong>di</strong>viduale<br />

Campione rappresentativo <strong>di</strong>pende dagli obiettivi applicativi. Attualmente si mira a produrre oggetti con poche<br />

funzioni, ma veloci ed adattabili.<br />

Si considerano i percentili:<br />

1° percentile-il 99% ha <strong>di</strong>mensioni maggiori<br />

95° percentile - il 5% ha <strong>di</strong>mensioni maggiori<br />

Progettare al 95° percentile: 95 persone<br />

su 100 sono al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> quel valore (va<br />

bene per se<strong>di</strong>li, porte, ambienti, corsie)<br />

Progettare al 5° percentile:<br />

il 95% delle persone ha <strong>di</strong>mensioni<br />

maggiori (va bene per capacità <strong>di</strong> presa,<br />

altezza da raggiungere, posizione <strong>di</strong><br />

coman<strong>di</strong>, maniglie, altezza del se<strong>di</strong>le da<br />

terra, …)<br />

23


Piano della visione: formato dal Piano <strong>di</strong> Francoforte e dal Piano Vestibolare, è <strong>di</strong> 20-0° (orientamento rispetto alla<br />

macch<strong>in</strong>a da scrivere è corretta)<br />

UNI 10120 : Def<strong>in</strong>izione e metodologia standard <strong>di</strong> rilevazione delle variabili antropometriche essenziali per la<br />

progettazione ergonomica<br />

Variabilità delle misure umane:<br />

<strong>in</strong>tra<strong>in</strong><strong>di</strong>viduale (posizione, atto respiratorio, momento della giornata)<br />

<strong>in</strong>ter<strong>in</strong><strong>di</strong>viduali (m/f, professione, lateralità, nazionalità)<br />

variazioni secolari (<strong>in</strong>cremento statura, <strong>in</strong>terazioni fattori genetici e ambientali)<br />

Uso delle misure antropometriche da parte <strong>di</strong>:<br />

artigiani, dentisti, carpentieri, sarti, istituti ortope<strong>di</strong>ci, assicurazioni, ufficio assunzione personale<br />

In Ergonomia utilizzate per: posti <strong>di</strong> lavoro, attrezzature, vestiario, mezzi <strong>di</strong> protezione <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali (CEN / TC 122<br />

N279, 1996)<br />

Tecniche <strong>di</strong> rilievo dei dati stereometrici (tri<strong>di</strong>mensionali):<br />

sistemi con tastatori meccanici (es. per autovetture)<br />

apparecchiature optoelettroniche (telemetria laser, sistemi a scansione)<br />

tecniche fotogrammetriche (telecamere)<br />

Progettazione <strong>in</strong>terfaccia corpo/se<strong>di</strong>le Verifica Realizzazione manich<strong>in</strong>o<br />

Posto <strong>di</strong> lavoro seduto<br />

Altezza poplitea altezza del piano del se<strong>di</strong>le<br />

Distanza gluteo-poplitea larghezza del piano del se<strong>di</strong>le<br />

Larghezza bi-trocanterica <strong>in</strong> posizione seduta <br />

larghezza del piano de se<strong>di</strong>le<br />

Seduta ergonomica:<br />

sicura (5 razze), ampio basamento<br />

pratica (maneggevole, igienica)<br />

adattabile (regolabile)<br />

confortevole, adeguata al tipo <strong>di</strong> lavoro<br />

solida (resistente all‟usura)<br />

Altre caratteristiche della seduta ergonomica<br />

Conduzione a terra delle scariche elettriche<br />

Poggiapie<strong>di</strong> eventuale<br />

Rotelle adatte al pavimento<br />

Valvole e manopole omologate per regolabilità<br />

Forma dei braccioli smussata, altezza relativa ad altezza scrivania<br />

3 regolazioni: altezza del piano del se<strong>di</strong>le; altezza ed <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione dello schienale (eventualmente 4° regolazione del<br />

piano del se<strong>di</strong>le <strong>in</strong> <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione per lavori al banco da <strong>di</strong>segno)<br />

materiale <strong>di</strong> rivestimento traspirante, lavabile, semirigido<br />

Schienale. Altezza m<strong>in</strong>ima cm 20, larghezza cm 28<br />

Se<strong>di</strong>le: larghezza cm 44 (braccioli cm 50), regolabilità <strong>in</strong> altezza da cm 34 a cm 49 da terra<br />

Piano <strong>di</strong> lavoro: non bianco, non scuro, non riflettente, opaco, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni sufficienti, flessibilità <strong>di</strong> sistemazione,<br />

leggìo eventuale, spazio antistante alla tastiera <strong>di</strong> cm 10-15 per appoggio dei gomiti, non ribassato; possibilmente piano<br />

unico, <strong>di</strong> altezza compresa tra cm 65 e cm 85 (è meglio tavolo ad altezza fissa e se<strong>di</strong>le regolabile); larghezza m<strong>in</strong>ima cm<br />

150 (apertura gomiti). Tastiera autonoma ed <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>abile<br />

Spazio sottostante per collocamento arti <strong>in</strong>feriori (almeno cm 50 <strong>in</strong> profon<strong>di</strong>tà per le g<strong>in</strong>occhia e cm 80 per il<br />

movimento dei pie<strong>di</strong> ). Distanza occhi-monitor cm 50-70, angolo <strong>di</strong> circa 15°<br />

I dati sulle caratteristiche ergonomiche de posto <strong>di</strong> lavoro si raccolgono tramite: checklist, <strong>in</strong>terviste, valutazioni<br />

soggettive.<br />

24


DESIGN E ATTREZZATURE<br />

Il design delle attrezzature può avere notevole <strong>in</strong>fluenza sulla sicurezza e sulla performance del<br />

lavoratore.<br />

Sistemi complessi eventuale errore ha conseguenze maggiori e più gravi<br />

Per operare con successo una macch<strong>in</strong>a non deve solo efficiente, ma deve anche attirare una<br />

sufficiente attenzione<br />

- Pr<strong>in</strong>cipi generali (<strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> reach<strong>in</strong>g, spazio, manutenzione, sicurezza)<br />

- Display (regolatori e monitor)<br />

- Dispositivi <strong>di</strong> controllo e tastiere<br />

- Strumenti manuali<br />

Pr<strong>in</strong>cipi generali<br />

Distanze <strong>di</strong> reach<strong>in</strong>g mantenute entro i 46 cm <strong>di</strong> fronte al corpo<br />

Oggetti del peso > 10 kg dovrebbero essere movimentati ad una altezza compresa tra i 25 cm e i<br />

100 cm verticalmente<br />

Più alto è il sollevamento, e più <strong>in</strong> avanti è rispetto al corpo, m<strong>in</strong>ore è il peso che può essere<br />

movimentato; fornire ausili elettrici per movimentazioni <strong>di</strong> questo tipo e che richiedono <strong>di</strong><br />

mantenere il peso ad una <strong>di</strong>stanza > <strong>di</strong> 36 cm dal corpo<br />

Uno spazio <strong>di</strong> almeno 120 cm dovrebbe essere <strong>di</strong>sponibile <strong>in</strong>torno ad ogni postazione per<br />

permettere movimenti alternativi del corpo e cambi <strong>di</strong> postura<br />

Per posti <strong>di</strong> lavoro seduto uno spazio frontale <strong>di</strong> almeno 100 cm è richiesto per la collocazione delle<br />

gambe; l‟altezza del piano <strong>di</strong> lavoro dovrebbe essere almeno <strong>di</strong> 65 cm da terra; la se<strong>di</strong>a dovrebbe<br />

essere regolabile <strong>in</strong> altezza. Le <strong>di</strong>stanze richieste verticalmente non dovrebbero superare i 60 cm<br />

oltre il livello del se<strong>di</strong>le.<br />

25


Manutenzione: dovrebbe essere prevista già f<strong>in</strong> dalla progettazione, <strong>in</strong> modo da rendere le<br />

operazioni facilmente eseguibili. Considerare da chi viene fatta, con che frequenza, su che parti<br />

della macch<strong>in</strong>a, se è richiesto un addestramento <strong>spec</strong>ifico.<br />

Ambiente e sicurezza.<br />

Disporre maniglie su contenitori con parti che pesano più <strong>di</strong> 4.5 kg.<br />

Prevedere una protezione contro l‟attivazione <strong>in</strong>cidentale <strong>di</strong> <strong>in</strong>terruttori, per lo spegnimento sicuro<br />

delle macch<strong>in</strong>e durante le operazioni <strong>di</strong> manutenzione e pulizia (lock-out), così come per il<br />

mantenimento <strong>in</strong> apertura <strong>di</strong> scale, cavalletti durante il loro uso (lock-<strong>in</strong>).<br />

Pre<strong>di</strong>sporre le parti term<strong>in</strong>ali degli arre<strong>di</strong> <strong>di</strong> forma arrotondata e non a spigolo, per evitare impatti<br />

corporei; pre<strong>di</strong>sporre parapetti per piattaforme usate per lavoro <strong>in</strong> altezza; evitare la collocazione <strong>di</strong><br />

parti <strong>di</strong> macch<strong>in</strong>e nei luoghi <strong>di</strong> passaggio e nei corridoi.<br />

Prevedere una facile identificazione visiva per percorsi ed attrezzature <strong>di</strong> emergenza.<br />

Display<br />

Per aumentare la probabilità <strong>di</strong> detenzione del segnale:<br />

Presentare il segnale <strong>in</strong> modo sia visivo che u<strong>di</strong>tivo<br />

Porre due operatori per il monitoraggio e permettere una libera comunicazione fra <strong>di</strong> essi<br />

Permettere 10 m<strong>in</strong> <strong>di</strong> pausa o alternare altre attività ogni 30 m<strong>in</strong> <strong>di</strong> monitoraggio<br />

Introdurre segnali artificiali (simili a quelli reali) ai quali bisogna comunque rispondere; questo<br />

mantiene alto il livello <strong>di</strong> attenzione. Il feedback fornito all‟operatore <strong>in</strong> queste occasioni gli<br />

permetterà poi <strong>di</strong> <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guere il segnale artificiale da quello vero.<br />

Fattori che <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uiscono la probabilità <strong>di</strong> detenzione del segnale:<br />

Troppi o troppo pochi segnali da detenere e a cui rispondere<br />

Introduzione <strong>di</strong> un monitor secondario<br />

Introduzione <strong>di</strong> segnali artificiali che non richiedono una risposta<br />

Richiesta <strong>di</strong> rispondere solo ai segnali <strong>di</strong> cui si è completamente sicuri<br />

Presentazione visiva. E’ <strong>in</strong><strong>di</strong>cata quando:<br />

Il lavoratore può rimanere fermo; Non è richiesta una azione imme<strong>di</strong>ata; Il messaggio è complesso,<br />

lungo, può essere <strong>di</strong>fferito, o ha a che fare con una localizzazione spaziale; L‟ambiente acustico è<br />

<strong>di</strong>sturbato<br />

Presentazione u<strong>di</strong>tiva. E’ <strong>in</strong><strong>di</strong>cata quando:<br />

Il lavoratore deve spostarsi cont<strong>in</strong>uamente; E‟ richiesta una azione immme<strong>di</strong>ata; Il messaggio è<br />

semplice, breve, trasmesso <strong>in</strong> tempo reale, o ha a che fare con un evento temporale; Il sistema<br />

visivo è già occupato o <strong>di</strong>sturbato<br />

Segnali <strong>di</strong> allarme (presentazione u<strong>di</strong>tiva <strong>in</strong> aggiunta a quella visiva)<br />

Il segnale deve essere u<strong>di</strong>bile e <strong>di</strong>scrim<strong>in</strong>abile, almeno 10 dB oltre il livello del rumore <strong>di</strong> fondo<br />

dell‟ambiente. Diversi segnali devono essere <strong>di</strong>scrim<strong>in</strong>abili uno dall‟altro, almeno a 1-2 ottave <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stanza o 2-4 volte la frequenza. Le caratteristiche dovrebbero essere tali da attirare l‟attenzione,<br />

senza causare un sovraccarico sensoriale<br />

Segnali <strong>di</strong> allarme (presentazione visiva <strong>in</strong> aggiunta a quella u<strong>di</strong>tiva)<br />

Attraggono l‟attenzione su un determ<strong>in</strong>ato luogo<br />

Sufficiente contrasto <strong>in</strong> lum<strong>in</strong>osità rispetto all‟ambiente circostante<br />

Non essere soggetto a possibilità <strong>di</strong> confusione nella detezione del colore<br />

Schermato o fuori dall‟abbagliamento <strong>di</strong>retto della luce solare<br />

Lampeggiante, 3-10 volte /secondo, con durata della fase <strong>di</strong> accensione non m<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> 0.05 secon<strong>di</strong><br />

Essere <strong>di</strong>sposta entro la normale area visiva <strong>di</strong> lavoro<br />

26


Display per la trasmissione <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni<br />

Tipo <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazione Display consigliato Commenti Esempi<br />

Lettura quantitativa Contatore <strong>di</strong>gitale Tempo <strong>di</strong> lettura molto<br />

breve; errore potenziale<br />

m<strong>in</strong>imo<br />

Lettura qualitativa In<strong>di</strong>ce mobile o grafico Facile detezione della<br />

posizione; imme<strong>di</strong>ata<br />

percezione della tendenza<br />

Controllo In<strong>di</strong>ce mobile Relazione <strong>di</strong>retta tra<br />

movimento dell‟<strong>in</strong><strong>di</strong>catore<br />

e <strong>di</strong>rezione del movimento,<br />

accuratezza<br />

Lettura dello stato Luce Co<strong>di</strong>ce colore, <strong>in</strong><strong>di</strong>cazione<br />

dello stato (es. verde=”on”)<br />

Istruzioni operative Luci Cont<strong>in</strong>ue o lampeggianti,<br />

secondo “azione <strong>in</strong> corso” o<br />

“attenzione”<br />

Vari tipi <strong>di</strong> <strong>di</strong>splay<br />

a) Lettura qualitativa; controllo; regolazione<br />

b) Lettura quantitiva<br />

c) Lettura della tendenza e qualitativa<br />

d) Fornire istruzioni; annunci <strong>di</strong> urgenza; su pannello <strong>di</strong> controllo multi-funzione<br />

Numero <strong>di</strong> unità<br />

prodotte su una<br />

macch<strong>in</strong>a<br />

Mo<strong>di</strong>ficazioni nella<br />

temperatura <strong>in</strong> un‟area<br />

<strong>di</strong> lavoro<br />

Strumenti per la<br />

calibrazione e test<br />

Consolle su l<strong>in</strong>ee <strong>di</strong><br />

produzione<br />

L<strong>in</strong>ee <strong>di</strong> produzione<br />

Display visivi per trasferimento <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni<br />

L‟<strong>in</strong>formazione dal <strong>di</strong>splay deve essere leggibile e comprensibile <strong>in</strong> modo che l‟operatore possa<br />

<strong>in</strong>traprendere la corretta azione. La progettazione e la <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>splay visivo <strong>in</strong>fluisce<br />

sulla performance dell‟operatore <strong>in</strong> un sistema produttivo. Fattori come la <strong>di</strong>stanza dell‟operatore<br />

dal <strong>di</strong>splay, i numeri presentati su un s<strong>in</strong>golo schermo, la leggibilità delle cifre, l‟llum<strong>in</strong>azione<br />

ambientale devono essere attentamente considerati.<br />

27


Design relativo alle cifre poste su quadranti<br />

- evitare all‟operatore <strong>di</strong> dover <strong>in</strong>terpolare per la lettura quantitativa; cioè scegliere <strong>in</strong><strong>di</strong>catori con<br />

un numero <strong>di</strong> cifre <strong>di</strong> gradazione <strong>in</strong> relazione alla precisione richiesta; un massimo <strong>di</strong> 9 segni <strong>di</strong><br />

gradazione è permesso tra due numeri<br />

- segnare i numeri progressivamente ad <strong>in</strong>tervalli <strong>di</strong> 1, 2 o 5; evitare <strong>in</strong>tervalli a step <strong>di</strong> 3 o <strong>di</strong> 4.<br />

- Porre lo 0 nella posizione delle “9” o delle “12” dell‟orologio su un quadrante rotondo con una<br />

scala cont<strong>in</strong>ua; se la scala non esaurisce il perimetro del quadrante, posizionare i numeri <strong>in</strong><br />

modo che lo spazio libero sia nella parte <strong>in</strong>feriore del quadrante; oppure porre lo 0 nella<br />

posizione delle “6” o delle “12” dell‟orologio<br />

- Orientare i numeri <strong>in</strong> posizione verticale, non ra<strong>di</strong>almente<br />

- Scegliere il <strong>di</strong>ametro del quadrante (<strong>in</strong>ternamente rispetto alle cifre) <strong>in</strong> relazione al numero <strong>di</strong><br />

gradazioni ed alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> visione; un quadrante con 50-60 segni <strong>di</strong> gradazione (come un<br />

orologio da parete) che deve essere letto da 3-6 metri deve avere un <strong>di</strong>ametro almeno <strong>di</strong> 15 cm.<br />

Quadranti usati per la lettura <strong>di</strong> parametri relativi ai processi produttivi che spesso hanno da 5 a<br />

50 segni <strong>di</strong> gradazione e sono letti a meno <strong>di</strong> 1 metro <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza possono avere un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong><br />

2.5-3.8 cm. In parecchie situazioni i <strong>di</strong>splay <strong>di</strong>gitali sono preferibili.<br />

- Scegliere quadranti con “zone target” (zone marcate vic<strong>in</strong>o al perimetro o <strong>in</strong>teri settori) per<br />

permettere tempi <strong>di</strong> lettura più rapi<strong>di</strong><br />

- Utilizzare cifre bianche su sfondo scuro per lettura <strong>in</strong> ambienti poco illum<strong>in</strong>ati<br />

- Utilizzare caratteri semplici e facilmente leggibili<br />

28


Dispositivi <strong>di</strong> controllo<br />

La risposta dell‟operatore all‟<strong>in</strong>formazione viene comunicata tramite <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> controllo<br />

(pedale, levetta, <strong>in</strong>terruttore, pulsante, tasti, tastiere). La prestazione può essere migliorata se i<br />

<strong>di</strong>spositivi seguono nel loro comportamento alcuni stereotipi, se si adattano bene alle <strong>di</strong>mensioni<br />

antropometriche, se richiedono azioni che rientrano nei limiti <strong>di</strong> capacità forza e <strong>di</strong> precisione della<br />

maggior parte della popolazione. Alcuni degli stereotipi da considerare sono:<br />

- suoni molto <strong>in</strong>tensi o ripetuti <strong>in</strong> rapida successione, e <strong>di</strong>splay che si accendono ad <strong>in</strong>termittenza<br />

o sono molto lum<strong>in</strong>osi <strong>in</strong><strong>di</strong>cano “urgenza” o “attivazione”<br />

- suoni vocali dovrebbero essere collocati approssimativamente all‟altezza del capo e <strong>di</strong> fronte<br />

alla persona<br />

- oggetti colorati <strong>di</strong> scuro o molto larghi implicano il concetto <strong>di</strong> pesantezza e dovrebbero essere<br />

collocati <strong>in</strong> basso; oggetti piccoli o colorati <strong>di</strong> chiaro implicano la leggerezza e dovrebbero<br />

essere collocati più <strong>in</strong> alto<br />

- Il rosso significa “stop” o “pericolo”; il giallo <strong>in</strong><strong>di</strong>ca “attenzione”, il verde “via” o “va bene”; un<br />

blu lampeggiante <strong>in</strong><strong>di</strong>ca la vic<strong>in</strong>anza <strong>di</strong> un veicolo <strong>di</strong> emergenza (autoambulanza, polizia, ..)<br />

- Il freddo è associato ai colori blu e verde; il caldo con il giallo e il rosso.<br />

Gli stereotipi che riguardano il controllo rotatorio seguono il pr<strong>in</strong>cipio secondo il quale l‟operatore<br />

muove il <strong>di</strong>spositivo <strong>in</strong> modo che la parte più vic<strong>in</strong>a al <strong>di</strong>splay vada nella <strong>di</strong>rezione nella quale si sta<br />

cercando <strong>di</strong> spostare l‟<strong>in</strong><strong>di</strong>catore del <strong>di</strong>splay<br />

- Le manopole <strong>di</strong> attrezzature elettriche vengono ruotate <strong>in</strong> senso orario per determ<strong>in</strong>are l‟ “on” e<br />

aumentare la corrente, <strong>in</strong> senso antiorario per “off” e <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire la corrente<br />

- Volanti o manovelle per il controllo della <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> un veicolo vengono ruotate <strong>in</strong> senso<br />

orario per rotazione verso destra e <strong>in</strong> senso antiorario per rotazione verso s<strong>in</strong>istra<br />

- Per le leve poste verticalmente e che si muovono sul piano orizzontale (es. guida della gru o del<br />

trattore) il movimento <strong>di</strong> alllontanamento dal corpo significa <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione (decelerazione)<br />

mentre il movimento <strong>in</strong> avvic<strong>in</strong>amento al corpo significa aumento (accelerazione)<br />

- Per controlli montati su una superficie sopra il livello della testa (es. sul tetto <strong>di</strong> una cab<strong>in</strong>a <strong>di</strong><br />

una motonave), la sp<strong>in</strong>ta <strong>in</strong> avanti significa aumento (on) e la trazione verso il <strong>di</strong>etro significa<br />

<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione (off).<br />

Contrariamente a quanto avviene per i <strong>di</strong>spositivi elettrici, per le manopole e le valvole che<br />

controllano liqui<strong>di</strong>, la manovra <strong>in</strong> senso orario significa “chiuso” ed <strong>in</strong> senso antiorario significa<br />

“aperto”. I <strong>di</strong>spositivi relativi ad azioni <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> emergenza dovrebbero essere semplici e<br />

richiedere una presa <strong>di</strong> decisione m<strong>in</strong>ima da parte della persona. Gli stereotipi possono <strong>di</strong>fferire da<br />

cultura a cultura; ad esempio, mentre negli USA ed <strong>in</strong> Germania le posizioni <strong>di</strong> “alto” e “basso”<br />

sono associate a “on” e “off” rispettivamente, <strong>in</strong> Inghilterra la relazione è <strong>in</strong>versa. Se<br />

un‟attrezzatura vìola gli stereotipi <strong>in</strong> uso, dovrebbe essere <strong>in</strong><strong>di</strong>cata chiaramente la funzione attivata<br />

tramite l‟apposizione <strong>di</strong> etichette verbali.<br />

Progettazione, scelta e collocazione dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> controllo<br />

29


Anche il <strong>di</strong>spositivo più semplice ha caratteristiche che <strong>in</strong>fluiscono sulla facilità, la velocità,<br />

l‟accuratezza nell‟uso. Le caratteristiche più importanti sono:<br />

- la collocazione<br />

- la forza per operare<br />

- la frizione, <strong>in</strong>erzia<br />

- il numero <strong>di</strong> posizioni possibili<br />

- la <strong>di</strong>rezione del movimento<br />

- le graduazioni o gli stop<br />

- l‟identificazione appropriata<br />

- la compatibilità col <strong>di</strong>splay<br />

- la <strong>di</strong>mensione<br />

Collocazione<br />

- Mantenere il numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi al m<strong>in</strong>imo, i movimenti richiesti dovrebbero essere il più<br />

semplici possibili, tranne quando una resistenza deve essere prevista per evitare l‟attivazione<br />

accidentale<br />

- Disporre i <strong>di</strong>spositivi <strong>in</strong> modo che l‟operatore possa adattare frequentemente la postura,<br />

<strong>spec</strong>ialmente se sono richieste molte ore <strong>di</strong> monitoraggio<br />

- Se una mano o un piede deve attivare molti coman<strong>di</strong> <strong>in</strong> sequenza, <strong>di</strong>sporre i <strong>di</strong>spositivi <strong>in</strong> modo<br />

da consentire un movimento cont<strong>in</strong>uo lungo una traiettoria ad arco<br />

- Assegnare alle mani controlli che richiedono precisione o operazioni ad alta velocità; quando<br />

c‟è un unico controllo da attivare aon 1 o con 2 mani, porlo <strong>in</strong> fronte all‟operatore<br />

- La lateralità è importante solo se il compito richiede abilità o destrezza; se è richiesta precisione<br />

nel movimento, porlo a destra, poichè il 90% delle persone sono destrimani<br />

- Assegnare ai pie<strong>di</strong> controlli che richiedono applicazione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> forze; altrimenti, provvedere<br />

a controlli elettrici e servoassistiti<br />

- Dist<strong>in</strong>guere tra <strong>di</strong>splay e controlli utilizzati <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> emergenza e <strong>di</strong> normalità (tramite<br />

separazione, co<strong>di</strong>ce colore, etichette); quelli <strong>di</strong> emergenza deveono essere accessibili facilmente<br />

ed entro un raggio <strong>di</strong> 30° nel campo visivo dell‟operatore<br />

La forza per operare<br />

Una certa forza deve essere impiegata per operare un <strong>di</strong>spositivo. La resistenza nei <strong>di</strong>spositivi (<strong>di</strong><br />

tipo elastico o viscosa) <strong>in</strong>fluisce sulla precisione e sulla velocità del movimento.<br />

- Il movimento applicato sui <strong>di</strong>spositivi deve essere il più breve possibile<br />

- Occorre fornire una <strong>in</strong><strong>di</strong>cazione positiva dell‟attivazione del <strong>di</strong>spositivo (feedback), <strong>in</strong> modo<br />

che eventuali malfunzionamenti siano visibili tempestivamente<br />

- Prevenire scivolamenti delle mani, delle <strong>di</strong>ta durante l‟attivazione<br />

- Fornire un supporto per braccia o pie<strong>di</strong> se è richiesta una posizione statica mantenuta a lungo<br />

- La forza richiesta per l‟attivazione può essere maggiore se il <strong>di</strong>spositivo viene utilizzato<br />

occasionalmente o per brevi perio<strong>di</strong><br />

- Fornire un supporto per la schiena se la forza richiesta è maggiore <strong>di</strong> 2 kg per mano<br />

- Progettare il posto <strong>di</strong> lavoro <strong>in</strong> modo che l‟operatore possa muovere il tronco e l‟<strong>in</strong>tero corpo se<br />

entrambe le mani devono esercitare forze maggiori <strong>di</strong> 13 kg<br />

30


FACILITA’ DI LETTURA DI TESTI SCRITTI<br />

Spessore (lettere e numeri): 1/6 dell‟altezza. Larghezza (lettere): 3/5 dell‟altezza (tranne per la I -<br />

larghezza = spessore- , la M e la W - larghezza = 4/5 dell‟altezza). Larghezza (numeri): 3/5<br />

dell‟altezza, tranne per 1 (larghezza = spessore). Altezza (lettere e numeri): <strong>di</strong>pende da <strong>di</strong>stanza<br />

della visione e da importanza della scritta.<br />

31


LA SENSAZIONE<br />

Il compito fondamentale <strong>di</strong> ogni sistema sensitivo è la determ<strong>in</strong>azione della presenza <strong>di</strong> variazioni<br />

<strong>di</strong> energia nell‟ambiente, che possono essere <strong>di</strong> tipo elettromagnetico (luce), meccaniche (suono,<br />

movimento, tensione muscolare, tatto), chimiche (sapore, odore), termiche, ecc. Il sistema nervoso<br />

umano reagisce a variazioni energetiche che hanno orig<strong>in</strong>e sia nell‟ambiente esterno<br />

(esterocettività) che <strong>in</strong> quello <strong>in</strong>terno (propriocettività). Gli stimoli ambientali sono raccolti tramite<br />

tessuti <strong>spec</strong>ializzati, che si strutturano <strong>in</strong> organi <strong>di</strong> senso. Questi organi agiscono come dei canali<br />

privilegiati rispetto alla traduzione dello stimolo <strong>in</strong> una <strong>spec</strong>ifica qualità sensoriale, mentre<br />

l‟<strong>in</strong>tensità della sensazione è legata all‟<strong>in</strong>tensità dello stimolo. Dal punto <strong>di</strong> vista fisiologico la<br />

sensazione è il correlato psichico primario <strong>di</strong> una eccitazione recettoriale e contiene <strong>in</strong>formazione<br />

sia sulla quantità che sulla qualità dello stimolo. L‟<strong>in</strong>formazione sulla quantità (<strong>in</strong>tensità soggettiva)<br />

deriva dal profilo <strong>di</strong> frequenza dell‟eccitazione nervosa, mentre l‟<strong>in</strong>formazione sulla qualità deriva<br />

dalla via <strong>di</strong> trasmissione nervosa attivata. La sensazione si realizza quando l‟eccitazione nervosa<br />

raggiunge precise aree del cervello, dette aree percettive primarie, nelle quali evoca dei potenziali<br />

elettrici. Le ampiezze <strong>di</strong> questi sono correlate al profilo del potenziale elettrico del recettore, ma<br />

non ne costituiscono un semplice riflesso. Qu<strong>in</strong><strong>di</strong> la sensazione non corrisponde <strong>in</strong> modo esatto allo<br />

stimolo. Lo stu<strong>di</strong>o dei processi sensoriali <strong>in</strong> quanto modalità primaria dell‟organismo <strong>di</strong> cogliere<br />

l‟ambiente, stu<strong>di</strong>o fondato su fenomeni misurabili e raffrontabili tra loro <strong>in</strong> modo sistematico ed<br />

esatto, ha costituito la prima area <strong>di</strong> ricerca scientifica della psicologia nel 1800, <strong>in</strong> particolare con<br />

Fechner e Wundt, e rimane il primo e prelim<strong>in</strong>are campo <strong>di</strong> <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e nell‟affrontare lo stu<strong>di</strong>o del<br />

comportamento umano. Il nostro sistema sensoriale non è perfetto; oltre ad essere limitato<br />

qualitativamente nella ricezione dei segnali, una delle carenze più evidenti è legata alle<br />

caratteristiche che lo stimolo deve avere per produrre una sensazione. Per evocare una esperienza<br />

sensoriale è necessaria una certa quantità <strong>di</strong> stimolazione. Il problema delle soglie e della loro<br />

determ<strong>in</strong>azione è uno degli argomenti pr<strong>in</strong>cipali della psicofisica. Due sono i tipi <strong>di</strong> soglia<br />

misurabile: la soglia assoluta e quella <strong>di</strong>fferenziale. Un altro tipo <strong>di</strong> limitazione è quella<br />

dell‟adattamento: se applichiamo cont<strong>in</strong>uamente uno stimolo <strong>di</strong> grandezza costante ad un recettore,<br />

la sensibilità <strong>di</strong> questo varierà <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uendo sempre più. Qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, i cambiamenti percettivi non<br />

riflettono parallelamente i cambiamenti nell‟energia fisica secondo un rapporto 1:1.<br />

Soglia assoluta<br />

Il problema della detezione del segnale <strong>di</strong>pende dalla quantità <strong>di</strong> energia necessaria perché uno<br />

stimolo sia u<strong>di</strong>to, sentito o percepito <strong>in</strong> altro modo. Fechner def<strong>in</strong>ì la soglia assoluta come il punto<br />

<strong>in</strong> cui l‟esperienza sensitiva <strong>di</strong>venta cosciente. Comunemente viene def<strong>in</strong>ita come la più piccola<br />

quantità <strong>di</strong> stimolazione <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> essere percepita nel 50% dei casi. Si misura solitamente<br />

attraverso questo metodo:<br />

Proporzione <strong>di</strong><br />

risposte "sì"<br />

1<br />

0.5<br />

0<br />

Soglia<br />

0 2 4 6<br />

Intensità dello stimolo<br />

si presenta un determ<strong>in</strong>ato set <strong>di</strong> stimoli al soggetto, da uno chiaramente percettibile ad uno<br />

assolutamente non percettibile; lo sperimentatore li presenta al soggetto uno alla volta <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e<br />

irregolare; il soggetto deve solo <strong>di</strong>re “sì” o “no” quando sente o non sente lo stimolo. Dai dati<br />

otteniamo un grafico come quello riportato; il punto <strong>di</strong> soglia è dato dal punto <strong>in</strong> cui la probabilità è<br />

uguale per il “sì” e per il “no”, cioè corrisponde allo stimolo percepito nel 50% dei casi.<br />

32


Soglia <strong>di</strong>fferenziale<br />

E‟ la più piccola <strong>di</strong>fferenza d‟<strong>in</strong>tensità percepibile tra due stimoli. Per la sua misurazione viene<br />

solitamente impiegato sia uno stimolo standard che uno stimolo variabile, manipolato dal soggetto o<br />

dallo sperimentatore. Il valore della soglia <strong>di</strong>fferenziale può comparire <strong>di</strong>rettamente dal<br />

comportamento del soggetto, oppure può essere calcolato dopo un trattamento statistico dei dati.<br />

Già Weber all‟<strong>in</strong>izio dell‟800 aveva formulato la legge sul rapporto costante delle soglie<br />

<strong>di</strong>fferenziali: I = k I, dove<br />

I = cambiamento richiesto nelle <strong>in</strong>tensità dello stimolo<br />

k = costante<br />

I = <strong>in</strong>tensità dello stimolo.<br />

Cioè la variazione <strong>di</strong> <strong>in</strong>tensità che devo applicare allo stimolo per avere una <strong>di</strong>fferenza percepibile<br />

cresce <strong>in</strong> maniera proporzionale al crescere dell‟<strong>in</strong>tensità <strong>in</strong>iziale dello stimolo.<br />

Nello stu<strong>di</strong>o dell’attività umana, è importante considerare sempre i tre cont<strong>in</strong>uum: quello percettivo,<br />

quello fisiologico e quello della prestazione.<br />

La percezione soggettiva <strong>in</strong> Ergonomia<br />

I meto<strong>di</strong> psicofisici sono usati sia per valutare i compiti lavorativi che per determ<strong>in</strong>are i carichi<br />

accettabili.<br />

Nei compiti lavorativi: lo sforzo, la <strong>di</strong>fficoltà, la fatica <strong>in</strong><strong>di</strong>cano la gravosità del carico oggettivo<br />

(fisico) e sono correlabili con parametri oggettivi (fisiologici, <strong>di</strong> performance); possono anche<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>care situazioni particolari dell‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo (malattia, <strong>di</strong>sabilità). Anche lo sforzo mentale è un<br />

aspetto importante che può aiutare a progettare meglio il compito lavorativo dal punto <strong>di</strong> vista<br />

organizzativo e dei supporti tecnologici.<br />

Nella determ<strong>in</strong>azione del carico accettabile: al lavoratore viene chiesto <strong>di</strong> compiere il lavoro <strong>in</strong><br />

modo da tollerare bene lo sforzo durante l‟<strong>in</strong>tero turno senza che vi sia un <strong>in</strong>sorgenza precoce <strong>di</strong><br />

fatica o un brusco decremento nella prestazione. L‟ISO nel 1981: “l‟ambiente <strong>di</strong> lavoro deve essere<br />

progettato e mantenuto <strong>in</strong> modo che le con<strong>di</strong>zioni non nuocciano all‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo e alla sua capacità <strong>di</strong><br />

svolgere il lavoro; i fenomeni soggettivi devono essere considerati <strong>in</strong>sieme ai dati oggettivi”.<br />

La funzione esponenziale (o funzione potenza)<br />

In Psicofisica si stu<strong>di</strong>a il rapporto tra stimolo esterno (S) e risposta soggettiva (R). Tale rapporto<br />

viene def<strong>in</strong>ito attraverso una funzione potenza del tipo R = c S n (dove R=<strong>in</strong>tensità percepita, c =<br />

costante, S = <strong>in</strong>tensità fisica, n= esponenziale). Nella figura notiamo come la percezione (R) della<br />

velocità cresce con l‟effettiva velocità dell‟automobile (miglia/ora); così, mentre si sta guidando a<br />

50 mph e si rallenta f<strong>in</strong>o ad una <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione percepita (R) del 50%, l‟effettiva <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione ottenuta<br />

della velocità sarà solo del 30% (35 mph). Viceversa, se stiamo guidando ad una velocità <strong>di</strong> 50 mph<br />

e rallentiamo f<strong>in</strong>o ad arrivare a 25 mph, la percezione sarà <strong>di</strong> aver rallentato molto <strong>di</strong> più (f<strong>in</strong>o a<br />

circa 1/4) rispetto alla velocità <strong>in</strong>iziale.<br />

33


LO SCALING PSICOFISICO<br />

L‟attività dell‟uomo è il risultato <strong>di</strong> <strong>in</strong>terazioni tra vari meccanismi fisici e psichici; <strong>in</strong> essa sono<br />

importanti non solo fattori fisiologici e biologici, ma anche motivazionali, tratti <strong>di</strong> personalità,<br />

processi percettivi ed <strong>in</strong>formazionali. Lo stu<strong>di</strong>o comb<strong>in</strong>ato <strong>di</strong> questi meccanismi con quelli <strong>di</strong> tipo<br />

ergonomico, concernenti le variabili biomeccaniche e gli aspetti organizzativi dell‟attività, rientra<br />

nella branca della Psicofisica, che stu<strong>di</strong>a le relazioni tra fenomeni psicologici e fenomeni fisici <strong>in</strong><br />

ambito occupazionale, sportivo, del tempo libero, ecc. La Psicofisica stu<strong>di</strong>a i fenomeni percettivi<br />

(identificazione, detezione, <strong>di</strong>scrim<strong>in</strong>azione e misurazione degli stimoli) tramite alcuni meto<strong>di</strong> che<br />

permettono <strong>di</strong> misurare <strong>in</strong> modo oggettivo le risposte dell‟organismo all‟ambiente.<br />

Lo scal<strong>in</strong>g psicofisico <strong>in</strong> ambito occupazionale<br />

La maggior fonte <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni sugli impegni lavorativi è l‟uomo stesso con il suo corpo. La<br />

persona può <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong>tegrare <strong>in</strong> un tutt‟uno aspettative, personalità, capacità fisica. Quello che<br />

risulta molto stressante per un soggetto può non esserlo affatto per l‟altro. Lo scal<strong>in</strong>g psicofisico<br />

può essere utilizzato per raccogliere le op<strong>in</strong>ioni circa le richieste lavorative <strong>in</strong> un modo<br />

quantitativamente e statisticamente controllato. I risultati sono soggettivi e devono essere trattati<br />

con cura, <strong>spec</strong>ialmente nella estrapolazione dal piccolo al grande gruppo. 3 tipi <strong>di</strong> scale vengono<br />

pr<strong>in</strong>cipalmente usate nello scal<strong>in</strong>g psicofisico: ord<strong>in</strong>ali, ad <strong>in</strong>tervalli ed a rapporti.<br />

I TIPI DI SCALE SECONDO STEVENS (1950)<br />

Scala Operazione empirica<br />

fondamentale<br />

Nom<strong>in</strong>ale Valutazione dell‟ =<br />

Identificazione<br />

Classificazione<br />

Ord<strong>in</strong>ale Valutazione <strong>di</strong> > o <strong>di</strong> <<br />

Ord<strong>in</strong>azione a ranghi<br />

Intervalli Valutazione <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervalli<br />

o <strong>di</strong>stanze uguali<br />

Rapporti Valutazione <strong>di</strong> i rapporti<br />

(frazioni o multipli)<br />

uguali<br />

Trasformazione<br />

matematica<br />

x‟ = f (x)<br />

con f(x) = qualunque<br />

sostituzione 1:1<br />

x‟ = f (x)<br />

con f(x) = qualunque<br />

funzione monotona<br />

crescente<br />

x‟ = ax + b<br />

moltiplicazione o<br />

ad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> una<br />

costante<br />

x‟ = ax<br />

moltiplicazione per<br />

una costante<br />

Operazioni statistiche Esempi<br />

Numero <strong>di</strong> casi<br />

Moda<br />

Correl. <strong>di</strong> cont<strong>in</strong>genza<br />

Me<strong>di</strong>ana<br />

Percentile<br />

Corr. Rank order<br />

Me<strong>di</strong>a<br />

Deviazione standard<br />

Corr. Rank order<br />

Corr. Prodotto-Momento<br />

Me<strong>di</strong>a geometrica<br />

Variabilità %<br />

Tutte le operazioni<br />

statistiche<br />

Numerazione dei<br />

giocatori <strong>di</strong> football<br />

Durezza dei m<strong>in</strong>erali<br />

Temperatura <strong>in</strong> scala<br />

centrigada o<br />

Fahrenheit<br />

Lunghezza<br />

Peso<br />

Durata<br />

Temperatura <strong>in</strong> gra<strong>di</strong><br />

Kelv<strong>in</strong><br />

Altre scale usate <strong>in</strong><br />

Fisica<br />

Scala nom<strong>in</strong>ale – E‟la meno complicata. Si dà una valutazione numerica, dove i numeri sono usati<br />

solo come etichette allo scopo dell‟identificazione. Ad es. i numeri assegnati ai membri delle<br />

squadre sportive, le targhe <strong>di</strong> automobili. Non si possono fare <strong>di</strong>st<strong>in</strong>zioni qualitative tra i numeri<br />

asssgentai. Le operazioni statistiche sono limitate al semplice calcolo del numero dei casi, alla<br />

determ<strong>in</strong>azione della moda.<br />

Scala ord<strong>in</strong>ale – Assegna i numeri secondo un processo ord<strong>in</strong>ato a ranghi. Possono essere valutate<br />

qualità soggettive nel senso <strong>di</strong> “più grande” o “più piccolo”, ma con <strong>in</strong>tervalli che non sono <strong>di</strong><br />

uguale ampiezza. Le operazioni statistiche sono limitate alla me<strong>di</strong>ana ed al percentile. Un esempio è<br />

la scala dei Best Seller, o l‟ord<strong>in</strong>e <strong>di</strong> durezza dei m<strong>in</strong>erali.<br />

34


Scala <strong>in</strong>tervalli – Permete una maggiore <strong>in</strong>terpretazione quantitativa dei risultati, utilizzando anche<br />

<strong>in</strong>tervalli uguali tra le unità a<strong>di</strong>acenti della scala. Ad es. la scala centigra<strong>di</strong> o Fahrenheit.<br />

Scala rapporti – Possiede un‟ord<strong>in</strong>azione a ranghi, uguali <strong>in</strong>tervalli tra le unità a<strong>di</strong>acenti della<br />

scala, uguali rapporti ed anche un vero punto 0. Sono la maggior parte delle scale usate <strong>in</strong> Fisica<br />

(lunghezza, peso, densità, forza) o anche la scala dei numeri card<strong>in</strong>ali. Per sviluppare scale a<br />

rapporti vengono usate tecniche psicofisiche e le trasformazioni logaritmiche associate. L‟uso della<br />

scala a rapporti ci consente <strong>di</strong> <strong>di</strong>re se una sensazione è il doppio <strong>di</strong> un‟altra.<br />

Nella misurazione a rapporti lo scopo è quello <strong>di</strong> usare meto<strong>di</strong> che abbiano le stesse qualità<br />

metriche <strong>di</strong> queli utilizzati <strong>in</strong> Fisica o <strong>in</strong> Fisiologia, cioè scale con uno 0 assoluto e con la stessa<br />

<strong>di</strong>stanza tra un valore e el‟altro.<br />

TECNICHE DI MISURAZIONE SECONDO LE SCALE RAPPORTI<br />

MAGNITUDE MEASURE<br />

La misurazione <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> grandezze soggettive è una tecnica importante alla base delle scale<br />

rapporto; essa fa appello alla capacità dell‟uomo <strong>di</strong> proporzionare una cosa all‟altra (ad esempio<br />

numeri a suoni). Le procedure <strong>di</strong> misurazione <strong>di</strong>retta basate su un proporzionamento libero <strong>di</strong> un<br />

cont<strong>in</strong>uum all‟altro hanno mostrato che la grandezza <strong>di</strong> una sensazione cresce come funzione<br />

esponenziale (o funzione potenza) dello stimolo. Il proporzionamento è l‟operazione fondamentale<br />

<strong>di</strong> tutta la Psicofisica. Si <strong>di</strong>st<strong>in</strong>gue <strong>in</strong> due tecniche: Stima (Magniude Estimation) e Produzione<br />

(Magnitude Production).<br />

MAGNITUDE ESTIMATION<br />

E‟ un metodo molto semplice e <strong>di</strong>retto: il soggetto deve semplicemente assegnare un numero sulla<br />

base <strong>di</strong> quanto <strong>in</strong>tenso gli appare uno stimolo. L‟unica limitazione è che possono essere usati solo<br />

numeri > 0. Le valutazioni vengono fatte una alla volta, eventualmente fornendo prima uno stimolo<br />

standard <strong>di</strong> riferimento, al quale il soggetto deve confrontare i successivi stimoli per assegnare i<br />

rispettivi numeri secondo l‟<strong>in</strong>tensità percepita. La scala risultante è a rapporti.<br />

La tecnica della ME è soggetta ad alcune <strong>di</strong>storsioni, dovute ai fattori: stimolo usato come standard<br />

(modulo), range <strong>di</strong> stimoli presentato, chiarezza degli stimoli, modo del soggetto <strong>di</strong> usare i numeri,<br />

precedenti esperienze con la ME.<br />

MAGNITUDE PRODUCTION<br />

E‟ il metodo che funziona <strong>in</strong>versamente rispetto alla Magnitude Estimation: lo sperimentatore<br />

presenta al soggetto una serie <strong>di</strong> numeri <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e irregolare, e per ognuno <strong>di</strong> questi il soggetto deve<br />

<strong>di</strong> volta <strong>in</strong> volta proporzionare lo stimolo <strong>in</strong> modo da produrre la corrispondente sensazione.<br />

CROSS MODALITY MATCHING<br />

Consiste nel proporzionare un cont<strong>in</strong>uum all‟altro; il soggetto non deve usare dei numeri, ma solo<br />

aggiustare l‟<strong>in</strong>tensità <strong>di</strong> uno stimolo <strong>in</strong> una data modalità (ad es. luce) f<strong>in</strong>chè non gli sembri<br />

paragonabile ad un altro stimolo su un <strong>di</strong>verso cont<strong>in</strong>uum (ad es. str<strong>in</strong>gere la mano su una<br />

manopola).<br />

L‟esponente della funzione potenza<br />

L‟equazione più adatta a rappresentare la relazione tra la stima <strong>di</strong> grandezze e l‟<strong>in</strong>tensità dello<br />

stimolo è: S = a I n , dove n è l‟esponente caratteristico per ogni cont<strong>in</strong>uum sensorio. Questa si<br />

chiama funzione esponenziale o legge <strong>di</strong> Stevens. In genere l‟esponente è relativamente stabile per<br />

uno stesso cont<strong>in</strong>uum. Curve con esponenti <strong>di</strong>versi hanno forme molto <strong>di</strong>verse; se l‟esponente è > 1,<br />

la curva è concava verso il basso (ve<strong>di</strong> curva E nella figura, dove E=exertion), cioè più lo stimolo<br />

35


<strong>di</strong>venta grande, maggiori sono le variazioni necessarie per avere lo stesso cambiamento nella<br />

sensazione. Se l‟esponente è < 1 le curve sono concave verso l‟alto (ve<strong>di</strong> curva L nella figura, dove<br />

L=Loudness), cioè più lo stimolo <strong>di</strong>venta grande, maggiore è il cambiamento provocato nella<br />

sensazione da un uguale <strong>in</strong>cremento dell‟<strong>in</strong>tensità dello stimolo.<br />

Due funzioni con esponente rispettivamente maggiore<br />

e m<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> 1 (E e L).<br />

Nella figura, lo stimolo (S) e la risposta (R) per i due<br />

cont<strong>in</strong>uum E (exertion=sforzo) e L (loudness=suono).<br />

(Seguendo la l<strong>in</strong>ea tratteggiata): quando l‟<strong>in</strong>tensità<br />

dello stimolo è <strong>di</strong>mezzata (1/2 <strong>in</strong> ascissa), la<br />

percezione del suono risulta maggiore rispetto a ½ (<strong>in</strong><br />

ord<strong>in</strong>ata), mentra quella dello sforzo risulta m<strong>in</strong>ore<br />

rispetto a ½.<br />

Un‟importante caratteristica della funzione esponenziale è che se la poniamo <strong>in</strong> coord<strong>in</strong>ate<br />

logaritmiche, la curva <strong>di</strong>venta una retta e la pendenza della retta corrisponde all‟esponente della<br />

curva, come si vede nel passaggio dalla figura sopra a quella sotto, per tre <strong>di</strong>verse modalità<br />

percettive.<br />

36


La percezione dello sforzo<br />

Riguardo alla relazione tra attività fisica e percezione soggettiva, possiamo immag<strong>in</strong>are che la<br />

produzione <strong>di</strong> un lavoro fisico rappresenti lo stimolo (stress) nei confronti della percezione<br />

soggettiva dello sforzo, la quale rappresenta <strong>in</strong>vece la risposta (stra<strong>in</strong>). Lo sforzo percepito non va<br />

confuso con la fatica: questa è uno stato dell‟organismo che comporta una riduzione della<br />

performance, mentre la percezione dello sforzo, pur essendo un”avviso” della fatica ad alti livelli <strong>di</strong><br />

spesa energetica, può avere a livelli moderati effetti positivi sulla performance. Ciò ha implicazioni<br />

sociali, culturali e pedagogiche. La nostra civiltà tende ad elim<strong>in</strong>are qualsiasi impegno <strong>di</strong> tipo fisico<br />

nel lavoro, nella vita quoti<strong>di</strong>ana, nel tempo libero; viceversa vengono valorizzate a volte imprese<br />

che implicano un superamento dei propri limiti fisiologici, stravolgendo gli equilibri metabolici<br />

dell‟organismo. Sarebbe <strong>in</strong>vece molto importante fornire ed acquisire una corretta educazione<br />

all‟attività fisica, regolata dalla percezione soggettiva, sia nell‟età scolare che nell‟età adulta, sia <strong>in</strong><br />

campo sportivo che occupazionale o lu<strong>di</strong>co.<br />

L‟utilizzazione del metodo psicofisico per la valutazione della percezione soggettiva dell‟esercizio<br />

(scala RPE e CR10 <strong>di</strong> Borg) si basa sull‟assunto che il sistema nervoso centrale possa monitorare e<br />

pesare, <strong>in</strong> maniera confrontabile con il rilievo <strong>di</strong> fenomeni fisici misurabili, le sensazioni soggettive<br />

provocate dallo stimolo “lavoro”.<br />

LA SCALA RPE DI BORG LA SCALA CR10 DI BORG<br />

E‟ una scala semplice a categorie (o <strong>in</strong>tervalli)<br />

costruita <strong>in</strong> modo che la sensazione soggettiva<br />

cresca proporzionalmente e l<strong>in</strong>earmente rispetto al<br />

carico oggettivo. I valori vanno da 6 a 20,<br />

ri<strong>spec</strong>chiando un aumento della Fc rispettivamente<br />

da 60 (basale, nessuno sforzo) a 200 (massimo<br />

sforzo) Fornisce una semplice e <strong>di</strong>retta valutazione<br />

dell‟<strong>in</strong>tensità soggettiva.<br />

La <strong>di</strong>stanza tra valori a<strong>di</strong>acenti della scala è uguale<br />

(ad es. <strong>in</strong> unità RPE 17 - 15 = 13 - 11)<br />

E‟ una scala che comprende le caratteristiche sia<br />

delle scale Categorie che <strong>di</strong> quelle Rapporti;<br />

consente un uso <strong>di</strong>fferenziale (paragoni<br />

<strong>in</strong>ter<strong>in</strong><strong>di</strong>viduali e misurazione <strong>di</strong> più modalità<br />

percettive); è più atten<strong>di</strong>bile per monitorare<br />

livelli più elevati dello sforzo rispetto all RPE;<br />

risulta ben correlabile a vari parametri fisiologici<br />

(lattato, EMG), oltre alla Fc; si può utilizzare<br />

anche per la valutazione <strong>di</strong> altre sensazioni come<br />

il dolore, la <strong>di</strong>fficoltà, la pesantezza.<br />

37


Il poter misurare gli aspetti soggettivi dello stress fisico e della percezione <strong>di</strong> sforzo è importante<br />

non solo per un <strong>in</strong>teresse scientifico, ma anche per il fatto che la percezione consente <strong>di</strong> rilevare<br />

fattori ambientali <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo che non sono così facili da misurare fisicamente. La scala a categorie<br />

<strong>di</strong> Borg ha raggiunto una ampia accettazione e una varietà <strong>di</strong> utilizzi <strong>in</strong> relativamente poco tempo,<br />

ed è stata tradotta <strong>in</strong> molte l<strong>in</strong>gue.<br />

Sebbene <strong>in</strong>put fisiologici contribuiscano alla determ<strong>in</strong>azione della percezione dello sforzo, la<br />

performance <strong>di</strong> un esercizio fisico <strong>di</strong>pende per certa parte da fattori psicologici come l‟<strong>in</strong>formation<br />

process<strong>in</strong>g, l‟appren<strong>di</strong>mento, la motivazione, stati e tratti psicologici. Inoltre, la percezione dello<br />

sforzo durante l‟esercizio fisico è stata alterata sperimentalmente tramite la suggestione ipnotica e la<br />

me<strong>di</strong>tazione. Le risposte fisiologiche rendono qu<strong>in</strong><strong>di</strong> conto <strong>di</strong> circa i 2/3 della varianza dell‟RPE; il<br />

resto potrebbe essere dovuto a fattori <strong>di</strong> natura psicologica. Le situazioni “<strong>in</strong> campo” presentano<br />

una notevole varietà <strong>di</strong> fattori psicosociali che <strong>in</strong>fluenzano la performance, per cui <strong>in</strong> questi casi<br />

l‟impatto delle variabili psicologiche può essere ancora più elevato.<br />

Le valutazioni dello sforzo sono state correlate con i fattori Estroversione / Introversione ,<br />

Nevroticismo / Stabilità (scala personologica <strong>di</strong> Eysenck), Ansietà (Spielberger), Percezione<br />

somatica, Depressione (Lub<strong>in</strong>). La suggestione postipnotica ha un effetto potente sulla percezione<br />

dello sforzo, ma ha poco effetto sulla Fc durante l‟esercizio; qu<strong>in</strong><strong>di</strong> la percezione dello sforzo<br />

sembra co<strong>in</strong>volgere un processo cognitivo-percettivo anziché solo percettivo. Altri fattori<br />

psicologici che <strong>in</strong>fluiscono sulla percezione dello sforzo sono:<br />

Le strategie cognitive<br />

Associazione: è caratteristica degli atleti più abili e dei campioni, poiché permette loro <strong>di</strong> prestare<br />

attenzione ai segnali corporei durante la performance, controllando accuratamente il ritmo e la<br />

strategia <strong>di</strong> gara, lo stato <strong>di</strong> idratazione e <strong>di</strong> rilassamento dei muscoli<br />

Dissociazione : è propria degli atleti meno vali<strong>di</strong>. Implica la <strong>di</strong>strazione e l‟allontanamento dalla<br />

coscienza delle sensazioni <strong>di</strong> dolore e fatica.<br />

L‟esperienza precedente<br />

La RPE è anche funzione della passata esperienza; le donne tendono a dare valutazioni più basse<br />

perché meno abituate a valutare lo sforzo fisico. In lavoratori addetti a compiti pesanti spesso le<br />

valutazioni risultano basse rispetto all‟effettivo impegno perché vengono adottate strategie <strong>di</strong> lavoro<br />

che risultano <strong>in</strong> un aumento dell‟efficienza.<br />

La motivazione /avversione la compito<br />

L‟avversione si riflette sul livello generale <strong>di</strong> fatica e si manifesta <strong>in</strong> una “non voglia” <strong>di</strong> fare<br />

l‟attività. Può essere <strong>in</strong>fluenzata da fattori ambientali e relazionali.<br />

RPE <strong>di</strong>fferenziata<br />

La percezione dello sforzo rappresenta un complesso psicofisiologico basato sull‟<strong>in</strong>tegrazione <strong>di</strong><br />

molte percezioni e sensazioni separate; essa può essere valutata sulla base <strong>di</strong> fattori locali,<br />

<strong>in</strong>cludenti sensazioni <strong>di</strong> fatica nei muscoli <strong>in</strong> attività, e <strong>di</strong> fattori centrali, <strong>in</strong>cludenti sensazioni <strong>di</strong><br />

tachicar<strong>di</strong>a e <strong>di</strong>spnea. I fattori locali procurano i segnali sensitivi primari; i fattori centrali<br />

funzionano da amplificatore per i fattori locali, proporzionalmente alla richiesta metabolica, e<br />

com<strong>in</strong>ciano ad attivarsi 30-180 secon<strong>di</strong> dopo l‟<strong>in</strong>izio dell‟attività (il tempo richiesto per<br />

l‟adattamento car<strong>di</strong>ovascolare e respiratorio). Il controllo sensoriale <strong>di</strong> entrambi i fattori avviene a<br />

livello sia conscio che <strong>in</strong>conscio. Ad esempio, la sensazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio respiratorio è percepita<br />

consciamente, mentre i segnali associati con la Fc sono controllati a livello <strong>in</strong>conscio.<br />

In pratica durante un esercizio possiamo chiedere al soggetto <strong>di</strong> valutare <strong>di</strong>st<strong>in</strong>tamente sulla stessa<br />

scala una percezione localizzata (es. fatica muscolare nelle gambe) ed una centrale (es. <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />

respiro) per identificare il fattore limitante nella prestazione (es. il paziente ha cessato l‟esercizio a<br />

causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> respiro) e per caratterizzare alcuni tipi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi (es. <strong>in</strong> pazienti pneumologici<br />

la <strong>di</strong>spnea – mancanza <strong>di</strong> respiro - è caratterizzante, mentre <strong>in</strong> pazienti car<strong>di</strong>ologici lo è l‟ang<strong>in</strong>a<br />

pectoris – dolore localizzato al petto -).<br />

38


Esempi applicativi della CR10<br />

- Blackness test (verificare che l‟uso della scala da parte del soggetto sia corretta): è un test che<br />

viene fatto utilizzando una serie <strong>di</strong> fogli bianchi sui quali è riportato un riquadro colorato <strong>in</strong> una<br />

tonalità <strong>di</strong> grigio (ogni riquadro contiene una quantità che varia dal 10% <strong>di</strong> nero al 90% <strong>di</strong><br />

nero); il soggetto è tenuto a fornire una valutazione della quantità <strong>di</strong> nero che vede <strong>in</strong> ogni<br />

riquadro, sulla base della CR10. Ad esempio, il riquadro più chiaro (10% <strong>di</strong> nero) dovrebbe<br />

essere valutato con circa 1 sulla CR10; il riquadro contenente l‟80% <strong>di</strong> nero con circa 8, ecc.<br />

- Diario giornaliero sulle attività fisiche. Serve come complemento per pazienti che devono<br />

svolgere al domicilio un certo allenamento; si fornisce qu<strong>in</strong><strong>di</strong> una scheda dove accanto ad ogni<br />

attività svolta segnano il livello <strong>di</strong> percezione dello sforzo raggiunto. Questo livello dovrebbe<br />

essere correlato con l‟<strong>in</strong>tensità dell‟attività (ad es. con la velocità del camm<strong>in</strong>o).<br />

- Indag<strong>in</strong>i ergonomiche sui posti <strong>di</strong> lavoro. La valutazione della pesantezza del compito<br />

lavorativo (<strong>in</strong>tesa come gravosità dei gesti richiesti o delle posture mantenute durante il lavoro),<br />

dei <strong>di</strong>sturbi fisici avvertiti a f<strong>in</strong>e turno <strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ati settori corporei (es. collo, braccia, gambe,<br />

schiena) o della forza richiesta <strong>in</strong> <strong>spec</strong>ifici gesti sono altri esempi <strong>di</strong> applicazione della CR10<br />

secondo <strong>di</strong>verse modalità percettive (pesantezza, <strong>di</strong>fficoltà, <strong>in</strong>tensità, <strong>di</strong>scomfort). Possono<br />

essere chieste valutazioni <strong>di</strong> picco (le massime avvertite) o me<strong>di</strong>e. E‟ possibile anche calcolare<br />

una me<strong>di</strong>a ponderata durante il turno relativamente ai valori dei s<strong>in</strong>goli gesti, secondo la durata<br />

<strong>di</strong> ciascuno.Le valutazioni fornite possono aiutare nell‟identificazione <strong>di</strong> aspetti critici della<br />

progettazione e dell‟organizzazione del lavoro.<br />

39


Neuroergonomia<br />

(stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Parasuraman, 2003)<br />

Riguarda l‟<strong>in</strong>terazione uomo-macch<strong>in</strong>a; legata ai progressi nelle neuroscienze<br />

Stu<strong>di</strong>a il design e la progettazione che si adatt<strong>in</strong>o non solo <strong>in</strong> generale alle caratteristiche umane, ma<br />

anche a quelle <strong>di</strong> un <strong>in</strong><strong>di</strong>viduo <strong>in</strong> particolare.<br />

Per la neuroergonomia è fondamentale cercare <strong>di</strong> comprendere come i processi cognitivi funzionano<br />

nella prestazione umana <strong>in</strong> <strong>in</strong>terazione con la tecnologia. Percezione, cognizione, emozione,<br />

motivazione sono tutti aspetti co<strong>in</strong>volti nella produzione <strong>di</strong> un comportamento La neuroergonomia<br />

si occupa ad esempio della progettazione <strong>di</strong> <strong>in</strong>terfacce adattive che possano migliorare l‟<strong>in</strong>terazione<br />

uomo-macch<strong>in</strong>a; ad esempio, un‟<strong>in</strong>terfaccia <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> rilevare, tramite la registrazione <strong>di</strong><br />

un‟alterazione nell‟attivazione cerebrale, un calo <strong>di</strong> attenzione nell‟operatore addetto al<br />

monitoraggio <strong>di</strong> variabili, emette un segnale <strong>di</strong> allarme. Altre <strong>in</strong>terfacce adattive sono applicate a<br />

soggetti fisicamente <strong>di</strong>sabili, o nella prevenzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi muscoloscheletrici (Karwoswki et al,<br />

2003). In pratica soggetti che non abbiano possibilità motorie, possono comunque agire<br />

sull‟ambiente circostante <strong>in</strong><strong>di</strong>rettamente tramite comando cerebrale captato e trasformato<br />

dall‟<strong>in</strong>terfaccia che provoca a sua volta il compito fisico.<br />

L‟evidenza fisiologica <strong>di</strong>mostra che la prestazione non migliora quando l‟operatore viene lasciato<br />

<strong>in</strong>attivo e viene <strong>in</strong>nescata l‟automazione. In pratica, l‟alleviamento dal carico <strong>di</strong> lavoro può dare<br />

luogo alla noia e alla monotonia, che costituiscono fattori <strong>di</strong> decremento della prestazione.<br />

“Hedonomics”, def<strong>in</strong>ita da Hanckock come quella branca scientifica che mira a rendere piacevoli<br />

gli aspetti dell‟<strong>in</strong>terazione uomo-tecnologia. L‟edonomia contrasta con gli scopi tra<strong>di</strong>zionali<br />

dell‟ergonomia (riduzione del rischio, ottimizzazione del rapporto uomo-ambiente), mirando<br />

soprattutto al design piacevole; la neuroergonomia viene <strong>in</strong> aiuto all‟edonomia <strong>in</strong><strong>di</strong>viduando<br />

l‟adattamento nel design delle <strong>in</strong>terfacce secondo lo stato emozionale e secondo le caratteristiche<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>viduali.<br />

Altre prospettive <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento per la neurergonomia sono nella progettazione <strong>di</strong> coman<strong>di</strong> e <strong>di</strong>splay,<br />

f<strong>in</strong>ora sottostati ai pr<strong>in</strong>cipi del funzionamento senso-motorio; <strong>in</strong> futuro gli aspetti cognitivi e fisici<br />

potranno essere molto meglio <strong>in</strong>tegrati, migliorando l‟<strong>in</strong>terazione uomo-tecnologia e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> anche<br />

la qualità <strong>di</strong> vita (Hancock, 1997). Aspetti negativi che potrebbero <strong>in</strong>sorgere sono quelli della<br />

libertà, privacy e per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> proprietà delle decisioni mentali.<br />

Ad esempio, un problema sarà quello <strong>di</strong> stabilire chi ha accesso alle <strong>in</strong>formazioni cerebrali e che<br />

uso ne fa nei confronti della libertà e privacy <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale. Il pr<strong>in</strong>cipale aspetto negativo sarà qu<strong>in</strong><strong>di</strong><br />

che l‟implementazione dei sistemi neuroergonomici avverrà più rapidamente rispetto ai processi <strong>di</strong><br />

adattamento e <strong>di</strong> organizzazione sociale necessari per l‟adattamento ad essi.<br />

Temporal design – ad esempio nella situazione <strong>di</strong> guida dell‟autoveicolo, il guidatore anziano ha dei<br />

tempi <strong>di</strong> svolgimento e <strong>di</strong> decisione maggiori che non un guidatore giovane, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> anche le<br />

<strong>in</strong>terfacce legate alla guida supporteranno un comportamento <strong>di</strong> sicurezza fornendo segnali <strong>di</strong><br />

avviso nel caso alcuni parametri <strong>di</strong> sicurezza vengano superati (Hancock e Parasuraman 1992,<br />

1995).<br />

40


LAVORO AL VIDEOTERMINALE (VDT)<br />

Caratteristiche del lavoro:<br />

- caricamento dati<br />

- acquisizione dati<br />

- <strong>di</strong>alogo<br />

- videoscrittura<br />

- programmazione CAD- CAM (computer aided design/manifactur<strong>in</strong>g)<br />

Posture <strong>di</strong> lavoro - Ripartizione dei tempi <strong>di</strong> attenzione visiva:<br />

Caricamento: 80% sul documento, 20% sul monitor, 3% sulla tastiera<br />

Dialogo: 46% tastiera, 35% documento, 30% monitor<br />

Si def<strong>in</strong>isce ad “Alto uso” quando costituisce il lavoro prevalente; a “Basso uso” quando è<br />

un‟operazione secondaria<br />

Videoterm<strong>in</strong>alista - colui che per il suo compito pr<strong>in</strong>cipale deve utilizzare il computer (almeno 4<br />

ore al giorno consecutive al Vdt)<br />

Aspetti sanitari del lavoro al Vdt (OMS, 1989)<br />

Rapporto<br />

causa - effetto<br />

Cause<br />

hardware<br />

Ambiente /<br />

lay-out<br />

Organizzazione<br />

del lavoro<br />

Disturbi visivi Sì xxx xx xx<br />

Patologia oculare No - - -<br />

Disturbi muscolo-scheletrici Sì x xxx xxx<br />

Reazioni da stress Sì – No xx - xxx<br />

Problemi cutanei Sì ? ? x ? x ?<br />

Effetti sulla riproduzione No - - ?<br />

La patologia oculare non è <strong>in</strong>dotta da Vdt<br />

Se i <strong>di</strong>fetti visivi sono manifesti e ben corretti (es. con lenti), non c‟è contro<strong>in</strong><strong>di</strong>cazione al lavoro al<br />

Vdt. Viceversa, si possono verificare <strong>di</strong>sturbi (es. ipermetropia e strabismo latente).<br />

Disturbi oculo-visivi: bruciore, lacrimazione, secchezza, ammiccamenti frequenti, fotofobia,<br />

visione annebbiata, sdoppiata, stanchezza, mal <strong>di</strong> testa.<br />

Tra le possibili cause troviamo le con<strong>di</strong>zioni sfavorevoli <strong>di</strong> illum<strong>in</strong>azione (eccesso/<strong>in</strong>sufficienza <strong>di</strong><br />

illum<strong>in</strong>azione, riflessi, riverberi), l‟impegno visivo statico, protratto, ravvic<strong>in</strong>ato (affaticamento).<br />

Con<strong>di</strong>zioni ambientali sfavorevoli sono pure costituite da <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento, con<strong>di</strong>zionamento non<br />

adeguato, affollamento, fumo.<br />

I s<strong>in</strong>tomi della fatica sono correlati con il numero <strong>di</strong> ore/giorno <strong>di</strong> lavoro, con la presenza <strong>di</strong> riflessi<br />

sullo schermo, con i <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> convergenza.<br />

Disturbi muscolo-scheletrici<br />

Cause: postura <strong>in</strong>congrua o fissa, svolgimento <strong>di</strong> movimenti ripetitivi con le braccia, gli<br />

avambracci, le <strong>di</strong>ta.<br />

41


Carico gravante sulla schiena <strong>in</strong> posizione seduta<br />

con appoggio adeguato a livello lombare (schienale) c‟è carico <strong>di</strong> 60 kg circa<br />

senza appoggio, a schiena eretta :123 kg<br />

senza appoggio, a schiena curva :143 kg<br />

senza appoggio, a schiena protratta avanti : 113 kg<br />

Disturbi muscolo-scheletrici<br />

Compaiono soprattutto a livello <strong>di</strong> mano-avambraccio: i nervi ed i tend<strong>in</strong>i risultano <strong>in</strong>fiammati da<br />

movimenti ripetitivi; provocano sensazione <strong>di</strong> dolore, impaccio, formicolìo, dolori muscolari per<br />

contrazioni statiche protratte (es. lavoro con braccia non supportate).<br />

Il D.Lgs 626/94 prevede una pausa <strong>di</strong> 15 m<strong>in</strong> ogni 2 ore <strong>di</strong> lavoro al Vdt<br />

FATTORI AMBIENTALI RELATIVI A LAVORO AL VDT<br />

Ra<strong>di</strong>azioni: ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti vic<strong>in</strong>o al Vdt sono allo stesso livello che nell‟ambiente generale;<br />

anche le ra<strong>di</strong>azioni non ionizzanti (campi elettromagnetici) si mantengono al <strong>di</strong> sotto dei limiti<br />

raccomandati, per chi si trova <strong>in</strong> prossimità <strong>di</strong> un Vdt.<br />

Illum<strong>in</strong>azione è il problema più rilevante per chi lavora al Vdt; gli abbagliamenti <strong>di</strong>retti o <strong>in</strong><strong>di</strong>retti<br />

(riflessi) sono causa <strong>di</strong> notevole <strong>di</strong>sturbo.<br />

Il contrasto zona centrale / marg<strong>in</strong>ale dello schermo non deve superare il rapporto 10:1<br />

Il contrasto tra sorgente lum<strong>in</strong>osa (monitor) e sfondo (ambiente retrostante) non deve superare il<br />

rapporto 20:1<br />

L’ambiente adeguato per chi lavora al Vdt (D.Lgs.626/94, all. VII, art. VI) viene così def<strong>in</strong>ito:<br />

- f<strong>in</strong>estre su un solo lato, oscurabili<br />

- <strong>di</strong>stanza scrivania - f<strong>in</strong>estra 1 metro<br />

- schermo collocato <strong>in</strong> <strong>di</strong>rezione perpen<strong>di</strong>colare alla f<strong>in</strong>estra<br />

- striscia <strong>di</strong> luce artificiale <strong>di</strong> fianco, trasversalmente<br />

- pareti t<strong>in</strong>teggiate <strong>di</strong> colore chiaro, non bianco e non rilflettente<br />

Illum<strong>in</strong>azione: Ottenimento <strong>di</strong> una visibilità; il lumen è l‟unità del flusso lum<strong>in</strong>oso<br />

Illum<strong>in</strong>amento : rapporto tra flusso lum<strong>in</strong>oso e area <strong>di</strong> una superficie su cui il flusso arriva, si<br />

misura <strong>in</strong> Lux (lumen/m 2 ) con il Luxometro<br />

Lum<strong>in</strong>anza (brillanza): rapporto tra <strong>in</strong>tensità lum<strong>in</strong>osa emessa da una sorgente o da una superficie<br />

e l‟area della proiezione <strong>in</strong> senso perpenicolare (candele / m 2 )<br />

Riflettanza : quantità <strong>di</strong> luce riflessa da una data superficie (proprietà del materiale); va da 0 (viene<br />

completamente assorbita) a 1 (viene completamente riflessa)<br />

Livelli raccomandati <strong>di</strong> illum<strong>in</strong>amento <strong>in</strong> lux<br />

- per compiti <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo (con documenti ben stampati): 300 Lux<br />

- per compiti <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo (con documenti poco leggibili) : 400 - 500 Lux<br />

- per compiti <strong>di</strong> caricamento dati : 500 - 700 Lux<br />

Riflettanze raccomandate<br />

- su Documento : 70-80%<br />

- su Schermo video : 5-8%<br />

- su Contorno video : 20-30%<br />

- su Tastiera : 30 - 40 %<br />

- su Sfondo : 40 - 50 %<br />

42


Rumore<br />

Fonte <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi: <strong>in</strong>terferenza con comunicazione verbale, <strong>di</strong>strazione nelle attività mentali, senso<br />

<strong>di</strong> fasti<strong>di</strong>o.<br />

Norme ISO : rumore <strong>di</strong> fondo <strong>di</strong> 55 dBA al massimo per lavori che richiedono alta concentrazione<br />

e velocità <strong>di</strong> esecuzione; 65 dBA per lavori a bassa concentrazione e bassa velocità; il livello <strong>di</strong><br />

rumore <strong>di</strong> una s<strong>in</strong>gola postazione non deve superare <strong>di</strong> 5 dBA il livello generale.<br />

Microclima<br />

Inverno: 22 - 23° C - Estate : 25 - 26 ° C (con<strong>di</strong>zionamento dell‟aria non deve far superare oltre i 5°<br />

C la <strong>di</strong>fferenza con la temp. esterna)<br />

Umi<strong>di</strong>tà relativa: 40 - 60 %<br />

Velocità dell‟aria : < 0,15 - 0,2 m/sec<br />

Qualità dell’aria<br />

materiali <strong>di</strong> costruzione, fotocopiatrici, <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amenti locali, riciclo dell‟aria, umi<strong>di</strong>ficazione (a 55%<br />

c‟è produzione <strong>di</strong> muffe)<br />

Ambiente termico<br />

Una persona che svolge lavoro leggero cede <strong>in</strong> me<strong>di</strong>a all‟ambiente 100 Watt <strong>di</strong> calore<br />

Traspirazione: la resistenza termica dell‟abbigliamento si misura <strong>in</strong> Clo (da “clothe”) : nudo = 0 Clo<br />

; Vestiti estivi = 0.1-0.5 Clo - Vestiti da ufficio = 1.5 Clo (Norme ISO); l‟abbigliamento deve essere<br />

adeguato anche relativamente all‟attività svolta<br />

Gli impianti <strong>di</strong> climatizzazione controllano: la temperatura, l‟umi<strong>di</strong>tà (misurata con lo psicrometro),<br />

la velocità dell‟aria (misurata con l‟anemometro), la temperatura ra<strong>di</strong>ante (misurata con il<br />

globotermometro). L‟umi<strong>di</strong>tà relativa ha un impatto notevole sulla qualità dell‟aria e sulla salute.<br />

Livelli raccomandati per il comfort termico<br />

Temperatura Umi<strong>di</strong>tà<br />

dell’aria dell’aria<br />

Inverno 20 ° C 35 – 45 %<br />

Estate 26 ° C 50 – 60 %<br />

COMFORT TERMICO<br />

Misurato tramite l‟<strong>in</strong><strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sensazione termica PMV <strong>di</strong> Fanger (Norme ISO, UNI, CEN), da +3 a –<br />

3<br />

+3 Molto caldo<br />

+2 Caldo<br />

+1 Leggermente caldo<br />

0 Neutrale<br />

-1 Leggermente freddo<br />

-2 Freddo<br />

-3 Molto freddo<br />

Il comfort termico (misura soggettiva) varia notevolmente da persona a persona, e per lievi<br />

variazioni dell‟<strong>in</strong><strong>di</strong>ce si ha un‟alta percentuale <strong>di</strong> <strong>in</strong>sod<strong>di</strong>sfatti. In ambiente neutro c‟è sempre il 5<br />

% <strong>di</strong> <strong>in</strong>sod<strong>di</strong>sfatti. Norma UNI: PMV compreso tra + 0.8 e - 0.8.<br />

Fattori <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali che <strong>in</strong>fluiscono sul comfort termico: metabolismo, lavoro meccanico,<br />

abbigliamento<br />

Fattori ambientali: temperatura, velocità dell‟aria, contenuto <strong>di</strong> ossigeno nell‟aria<br />

43


COLORE<br />

E‟ l‟impressione prodotta sulla ret<strong>in</strong>a per effetto della luce. Un oggetto ci appare rosso perchè la<br />

struttura molecolare e atomica del suo colorante ha il potere <strong>di</strong> assorbire determ<strong>in</strong>ate ra<strong>di</strong>azioni e <strong>di</strong><br />

rifletterne altre <strong>in</strong> modo da produrre nel nostro cervello la sensazione lum<strong>in</strong>osa che chiamiamo<br />

rosso. La luce emette le ra<strong>di</strong>azioni elettromagnetiche necessarie alla visione dei colori.<br />

Colori- non colori:<br />

Nero: assorbe <strong>in</strong>tegralmente le ra<strong>di</strong>azioni lum<strong>in</strong>ose senza rifletterle<br />

Bianco: <strong>di</strong>ffonde quasi tutte le ra<strong>di</strong>azioni che riceve<br />

Grigio e colori neutri: assorbono e trasmettono <strong>in</strong> egual misura le ra<strong>di</strong>azioni che li colpiscono<br />

La luce<br />

Luce naturale (bianca) che ci appare <strong>di</strong> giorno; varia con le stagioni e con l‟ora;<br />

Luce <strong>in</strong>candescente: risulta nettamente più gialla <strong>di</strong> quella <strong>di</strong>urna naturale; ha una buona resa dei<br />

contrasti su quasi tutti i colori;<br />

Luce alogena: è anch‟essa <strong>in</strong>candescente ma ha una resa cromatica molto più simile a quella<br />

naturale; corredata da <strong>di</strong>mmer (regolatore <strong>di</strong> <strong>in</strong>tensità lum<strong>in</strong>osa);<br />

Luce a fluorescenza: sfuma e rende meno vitali i rossi, arancioni, gialli.<br />

In una stanza, buona parte della luce proviene dalla riflessione operata dal soffitto, dai muri, dal<br />

pavimento; la quantità della riflessione <strong>di</strong>pende dai loro colori, che tendono ad assorbirla e<br />

rimandarla <strong>in</strong> grado <strong>di</strong>verso; t<strong>in</strong>te chiare riflettono meglio delle scure. Non solo la superficie<br />

colorata riflette la luce, ma le dà anche una colorazione; si possono creare qu<strong>in</strong><strong>di</strong> effetti piacevoli o<br />

spiacevoli mo<strong>di</strong>ficando il colore e la tonalità degli ambienti.<br />

Colore nella sicurezza<br />

Co<strong>di</strong>ci colore previsti dalla normativa UNI 5643 per identificare le varie sostanze chimiche<br />

contenute nei sistemi <strong>di</strong> tubazione (colore su tutta la tubazione o applicato a bande)<br />

Segnali <strong>di</strong> sicurezza: norma UNI 7543, <strong>in</strong> relazione ai comportamenti <strong>di</strong> sicurezza attesi da parte<br />

degli operatori<br />

Per il lavoratore il colore contribuisce a :<br />

- Focalizzazione dei problemi <strong>di</strong> sicurezza<br />

- Localizzazione imme<strong>di</strong>ata delle aree pericolose<br />

- Gradevolezza dell‟ambiente<br />

- Limitazione dell‟affaticamento visivo<br />

Significati attribuiti ai colori <strong>in</strong> sicurezza<br />

ROSSO = Attrezzature ant<strong>in</strong>cen<strong>di</strong>o<br />

[GIALLO alternato al NERO] o [ROSSO alternato al BIANCO] (bande con <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione a 45°) =<br />

rischio <strong>di</strong> urto contro ostacoli, pericolo <strong>di</strong> caduta oggetti o <strong>di</strong> persone<br />

Strisce Bianche o Gialle a terra = vie <strong>di</strong> circolazione dei veicoli<br />

Giallo ad altezza uomo per segnalare parti sporgenti, spigoli, parapetti = “pericolo <strong>in</strong> posizione<br />

fissa”<br />

Arancio per spigoli <strong>di</strong> macch<strong>in</strong>ari, carri, gru, parti <strong>in</strong>terne <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> sicurezza quando siano <strong>in</strong><br />

posizione irregolare = “pericolo <strong>in</strong> movimento”<br />

Rosso: materiale <strong>in</strong>fiammabile<br />

Verde: sicurezza, apparecchiature <strong>di</strong> pronto soccorso, maschere antigas.<br />

44


Colori convenzionali<br />

BLU - apparecchiature ed impianti elettrici<br />

VERDE - apparecchiature ed impianti dell‟acqua<br />

AZZURRO - apparecchiature ed impianti ad aria compressa<br />

ROSSO, ARANCIONE, GIALLO - Colori <strong>di</strong> allarme per il vapore<br />

ALLUMINIO - per parti ad alta temperatura<br />

BIANCO - colore <strong>di</strong> fondo per cartelli <strong>in</strong>formativi (con scritta <strong>in</strong> nero)<br />

Tenere conto che il 15% delle persone non percepisce correttamente i colori. In alcuni casi <strong>in</strong>oltre le<br />

norme non tengono conto <strong>di</strong> particolari situazioni (es. attrezzi ant<strong>in</strong>cen<strong>di</strong>o rossi non facilmente<br />

identificabili <strong>in</strong> acciaieria, per le colate anch‟esse rosse)<br />

Accorgimenti d’uso con i colori<br />

Pareti e soffitti (comprese nel campo visivo degli operatori) devono creare un debole contrasto<br />

lum<strong>in</strong>oso con l‟occhio per non affaticarlo. L‟ambiente può essere illusoriamente ampliato o ristretto<br />

con colori sfuggenti (turchese pallido, acquamar<strong>in</strong>a, verde foglia) o avanzati (arancione bruciato).<br />

Sensazione <strong>di</strong> freddo: colori dal verde all‟azzurro (allontanamento, chiusura)<br />

Sensazione <strong>di</strong> caldo: colori tra giallo-verde e rosso (avvic<strong>in</strong>amento, raggiante)<br />

Variazioni <strong>in</strong>terculturali: bianco per noi= purezza; <strong>in</strong> C<strong>in</strong>a bianco=colore del lutto<br />

Colore e forme: triangoli e forme spigolose si abb<strong>in</strong>ano con t<strong>in</strong>te forti; forme rotonde con colori<br />

profon<strong>di</strong> (azzurro, verde, nero)<br />

Accostamento <strong>di</strong> colori: i complementari si esaltano al massimo; nero e grigio fanno splendere i<br />

colori, ma riducono i volumi apparenti.<br />

Reazioni dell’organismo ai fattori ambientali<br />

Di tipo: comportamentale, neuropsicologico, neuroendocr<strong>in</strong>o<br />

Un ambiente per essere piacevole deve avere un certo grado <strong>di</strong> complessità: dapprima viene<br />

percepito come un tutto, ma poi viene soggettivamente sud<strong>di</strong>viso <strong>in</strong> gruppi <strong>di</strong> stimoli ambientali:<br />

fattori ambientali semplici (luce, colore, suoni) correlati con i 5 sensi;<br />

fattori ambientali compositi (controllo dell‟<strong>in</strong>torno e privacy): <strong>in</strong>fluenzano livelli <strong>di</strong> stress e<br />

benessere, pressione sanguigna, sistema immunitario: territorialità, sensazione <strong>di</strong> libertà, <strong>in</strong>timità,<br />

autonomia. Possono essere modulati da arre<strong>di</strong>, illum<strong>in</strong>azione <strong>di</strong>fferenziata, sistemi <strong>in</strong>formatici <strong>di</strong><br />

comunicazione e controllo, colori.<br />

Lum<strong>in</strong>osità: valorizzare la luce naturale, <strong>di</strong>versificare la luce artificiale, utilizzare sistemi<br />

segnaletici <strong>in</strong>terattivi (<strong>in</strong><strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> percorsi)<br />

Colori: riconoscibilità delle s<strong>in</strong>gole zone, orientamento dei percorsi, caratterizzazione cromatica,<br />

riconoscibilità <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> supporto (corrimano, maniglie, <strong>in</strong>terruttori), sicurezza (evidenziazione<br />

<strong>di</strong> ostacoli, <strong>di</strong>slivelli, <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> allarme)<br />

Influenze degli aspetti progettuali dell’ambiente sullo svolgimento ergonomico delle attività<br />

(esempio della struttura ospedaliera)<br />

- per gli operatori della manutenzione e pulizia degli ambienti gli arre<strong>di</strong> privi <strong>di</strong> gambe, <strong>di</strong><br />

sporti, <strong>di</strong> rilievi facilitano le operazioni<br />

- per gli operatori addetti alla movimentazione dei pazienti gli arre<strong>di</strong> adeguati (letti con ruote,<br />

regolabili <strong>in</strong> altezza), gli spazi sufficientemente ampi, le porte a scomparsa consentono <strong>di</strong> svolgere<br />

<strong>in</strong> modo adeguato le manovre<br />

- per l‟autonomia dei pazienti: presenza <strong>di</strong> supporti, corrimano, punti <strong>di</strong> sosta e <strong>di</strong> chiamata<br />

- per il benessere dei pazienti : collocazione della camera <strong>di</strong> degenza e dei luoghi <strong>di</strong> ritrovo<br />

- per i visitatori: presenza ed <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni relative a sala aspetto, corridoi, entrata, reparti<br />

45


Colore effetti Uso consigliato Complentare effetti Uso consigliato<br />

ROSSO Motivazione,<br />

stimolo,<br />

<strong>in</strong>iziativa<br />

ARANCIO Creatività,<br />

gioia,<br />

coraggio,<br />

spontaneità,<br />

forza<br />

GIALLO Speranza,.<br />

Ottimismo,<br />

saggezza,<br />

ragionevolez<br />

za<br />

VERDE Tranquillità,<br />

sicurezza,<br />

protezione,<br />

equilibrio<br />

Attività fisica TURCHESE Sicurezza,<br />

vivacità<br />

Parete e arre<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

cuc<strong>in</strong>e. Sale giochi,<br />

e pranzo, corridoi<br />

Cuc<strong>in</strong>e, corridoi,<br />

percepito con<br />

notevole prontezza<br />

Corsie d‟ospedale,<br />

sale operatorie<br />

BLU Devozion<br />

e, fiducia,<br />

dovere<br />

VIOLA Me<strong>di</strong>tazio<br />

ne,<br />

<strong>in</strong>trospezi<br />

one,<br />

consapevo<br />

lezza<br />

<strong>in</strong>teriore<br />

MAGENTA Autostima<br />

,<br />

stabilizzat<br />

ore<br />

Camere <strong>di</strong> degenza,<br />

luoghi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o,<br />

terapie, bagni<br />

Preghiera e<br />

me<strong>di</strong>tazione,<br />

segnaletica<br />

In tonalità chiare per<br />

terapie, camere da<br />

letto, stu<strong>di</strong>, sale<br />

attesa<br />

Tonalità chiare per<br />

camere da letto<br />

46


SISTEMI<br />

Attualmente gli ambienti <strong>di</strong> lavoro sono caratterizzati da un elevato grado <strong>di</strong> complessità, def<strong>in</strong>ibili<br />

come Sistemi.<br />

SISTEMA - <strong>in</strong>sieme <strong>di</strong> parti connesse tra loro <strong>in</strong> modo organizzato (es. sistema Solare, sistema <strong>di</strong><br />

trasporti, sistema familiare, ...), <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> produrre comportamenti attivi che si <strong>in</strong>fluenzano a<br />

vicenda. Ogni sistema ha un limite (conf<strong>in</strong>e) e si trova <strong>in</strong> un determ<strong>in</strong>ato stato, che può cambiare <strong>in</strong><br />

modo <strong>di</strong>screto (assumendo solo determ<strong>in</strong>ati e def<strong>in</strong>iti valori) o <strong>in</strong> modo cont<strong>in</strong>uo (assumendo<br />

gradualmente valori <strong>di</strong>versi lungo un‟<strong>in</strong>tensità cont<strong>in</strong>ua <strong>di</strong> valori).<br />

I sistemi possono essere configurati con controllo a circuito aperto o a circuito chiuso.<br />

Nel sistema con controllo a circuito aperto: agisco sui controlli per regolare alcune funzioni, le quali<br />

variano secondo rapporti stabili ed <strong>in</strong>variabili (es. scrivere a macch<strong>in</strong>a, colpo <strong>di</strong> golf), dove il<br />

rapporto tra comando ed uscita è stabile, e l‟<strong>in</strong>tervento all‟<strong>in</strong>gresso def<strong>in</strong>isce a priori quella che sarà<br />

la risposta del sistema. Ad esempio, battendo il colpo a golf la traiettoria della pall<strong>in</strong>a è già<br />

determ<strong>in</strong>ata nel momento <strong>di</strong> impatto della mazza sulla palla; <strong>in</strong> seguito non sarà più possibile<br />

mo<strong>di</strong>ficare la traiettoria.<br />

Sistema con controllo a circuito chiuso: applico una regolazione attraverso il comando, e verifico<br />

che l‟effetto ottenuto sia realmente quello voluto; posso applicare un aggiustamento all‟<strong>in</strong>gresso<br />

(controllo a retroazione); es. regolare la temperatura dell‟acqua mentre si fa la doccia, dove l‟uomo<br />

chiude il sistema uscita dell‟acqua-rub<strong>in</strong>etto (circuito completo); un altro esempio è quello della<br />

guida dell‟automobile, dove l‟uomo regola i parametri <strong>di</strong> velocità, accelerazione, traiettoria secondo<br />

determ<strong>in</strong>ati <strong>in</strong>put (vista, u<strong>di</strong>to, sensazioni).<br />

All‟<strong>in</strong>terno dei sistemi, è possibile identificare alcuni elementi che caratterizzano l‟operatore umano<br />

e la macch<strong>in</strong>a; mentre il primo è soggetto a numerose variabili che possono alterarne la<br />

performance (fatica, ambiente, motivazione, pressione, ansia,…) ed il calo <strong>di</strong> performance risulta<br />

solitamente graduale e cont<strong>in</strong>uo, nella seconda il funzionamento risulta del tipo on-off. Diversi sono<br />

anche i presupposti cognitivi che regolano il comportamento dei due elementi: nel caso dell‟uomo il<br />

ragionamento <strong>in</strong>duttivo, nella macch<strong>in</strong>a il processo deduttivo. Dal momento che queste <strong>di</strong>versità<br />

devono coesistere <strong>in</strong> un sistema efficiente, la progettazione <strong>di</strong> sistemi complessi deve seguire alcune<br />

regole importanti, quali: una chiara def<strong>in</strong>izione degli obiettivi e delle f<strong>in</strong>alità del sistema, la<br />

def<strong>in</strong>izione dei conf<strong>in</strong>i del sistema e <strong>di</strong> eventuali sottosistemi, l‟analisi delle <strong>in</strong>terrelazioni.<br />

La progettazione ergonomica<br />

La progettazione <strong>di</strong> ambienti, attività, strumenti deve essere ergonomica s<strong>in</strong> dall‟<strong>in</strong>izio; essa cioè<br />

deve procedere dall‟analisi delle esigenze, delle <strong>in</strong>terazioni e delle sequenze <strong>di</strong> azioni per<br />

ottimizzare l‟<strong>in</strong>terfacciamento con l‟uomo. La progettazione non ergonomica comporta<br />

l‟<strong>in</strong>efficienza del sistema, che deve essere corretta a posteriori attraverso <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> recupero<br />

costosi e mai completamente def<strong>in</strong>itivi.<br />

Ambiente - è la situazione <strong>in</strong> cui si svolgono le attività (situazione topica, temporale, <strong>di</strong> relazioni,<br />

emotiva, ecc.) Nell‟uso degli ambienti e degli oggetti, occorre def<strong>in</strong>ire alcune def<strong>in</strong>izioni che spesso<br />

vengono confuse:<br />

- operabilità: si opera l‟apparecchio telefonico (è supporto per la mia attività)<br />

- fruibilità: fruisco della f<strong>in</strong>estra (modalità <strong>di</strong> collocarsi nell‟ambiente)<br />

- usabilità: uso la se<strong>di</strong>a (supporto alle esigenze corporee e fisiologiche)<br />

Nella progettazione ergonomica vale il pr<strong>in</strong>cipio della partecipazione, cioè del co<strong>in</strong>volgimento<br />

dell‟utente s<strong>in</strong> dalle prime fasi del progetto; occorre qu<strong>in</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere <strong>in</strong> anteprima con il cliente<br />

obiettivi, aspettative, modo d‟uso, considerando il modello mentale dell‟utente.<br />

47


Progettazione partecipata – modello euristico<br />

Un altro aspetto importante che segue la progettazione è l‟addestramento dell‟utente, fase<br />

solitamente sottovalutata che provoca <strong>in</strong>vece cambiamenti notevoli nell‟esperienza e nel<br />

comportamento dell‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo.<br />

Alcuni <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> condurre l‟addestramento sono tramite manuale <strong>di</strong> istruzioni, sedute<br />

<strong>in</strong>formative, tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g.<br />

QUALITA’<br />

QUALITA’ come attributo ottenuto attraverso un sistema riconoscibile da norme e comportamenti,<br />

verificato e certificato da organismi preposti al controllo del risultato.<br />

Sistema qualità - Metodo che def<strong>in</strong>isce gli elementi necessari per raggiungere un sistema <strong>di</strong><br />

assicurazione della qualità, atto a garantire la sod<strong>di</strong>sfazione dei bisogni dell’utente. Si basa su<br />

norme volontarie, def<strong>in</strong>ite da un organismo <strong>di</strong> normazione (UNI <strong>in</strong> Italia). La Certificazione<br />

costituisce un modo per rendere evidente a tutti la realizzazione <strong>di</strong> questo sistema.<br />

Il Sistema Qualità si realizza tramite una famiglia <strong>di</strong> norme (UNI EN ISO 9000:norme<br />

<strong>in</strong>ternazionali sui sistemi qualità aziendali, adottate nel 1986 dall‟ISO-organizzazione mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong><br />

normazione-e recepite a livello europeo -EN- e nazionale -UNI-), ed <strong>in</strong> particolare con l‟attuazione<br />

<strong>di</strong> 20 punti che prevedono la creazione <strong>di</strong> un Manuale <strong>di</strong> Procedure Gestionali ed Operative<br />

UNI EN ISO 9000<br />

Presupposti:<br />

Volontà della Direzione <strong>di</strong> perseguire la Qualità come Sistema<br />

Co<strong>in</strong>volgimento del personale a tutti i livelli; formazione cont<strong>in</strong>ua<br />

Il “clima” aziendale; sistema <strong>in</strong>formativo <strong>di</strong>ffuso<br />

Non sono norme tecniche tra<strong>di</strong>zionali, <strong>in</strong><strong>di</strong>canti requisiti <strong>di</strong>mensionali o prescrizioni <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong><br />

prestazione e sicurezza <strong>di</strong> un prodotto;<br />

Non sono rivolte <strong>spec</strong>ificamente ad un solo settore, ma sono applicabili <strong>in</strong><strong>di</strong>pendentemente dal<br />

tipo <strong>di</strong> organizzazione, prodotto o servizio e tecnologia impiegata. Possono essere applicate al<br />

settore della <strong>di</strong>stribuzione come a quello del “pubblico”, oltre ad organizzazioni senza scopo <strong>di</strong><br />

lucro.<br />

Le caratteristiche sono: generalità, univocità, universalità (circa 80 Paesi le hanno adottate<br />

volontariamente).<br />

Per il prodotto, Qualità significa capacità <strong>di</strong> rispondere compiutamente alle richieste esplicite ed<br />

implicite dei mercati; per i fabbricanti, significa poter produrre a costi competitivi.<br />

Qualità <strong>di</strong>pende sostanzialmente dalla capacità professionale e dall‟impegno cont<strong>in</strong>uo del personale<br />

a tutti i livelli per assicurare qualità competitiva ai prodotto ed ai servizi offerti.<br />

Capacità professionale, impegno ed <strong>in</strong>ventiva devono però essere supportate da una organizzazione<br />

aziendale adeguata ed ottimizzata.<br />

Da un sondaggio effettuato nel 1994 da SINCERT (organismo nazionale che accre<strong>di</strong>ta), emerge che<br />

il vantaggio pr<strong>in</strong>cipale della certificazione delle aziende è una maggiore fiducia da parte del<br />

mercato e dei clienti; il 93% delle aziende ritiene <strong>di</strong> aver conseguito un miglioramento<br />

relativamente alla propria immag<strong>in</strong>e, il 76% rispetto alle relazioni con i clienti ed il 73% rispetto al<br />

clima aziendale; <strong>in</strong>oltre si è registrato un <strong>in</strong>cremento della produzione aziendale (50% delle<br />

aziende) ed una riduzione degli errori (61%). Il 98% si ritiene qu<strong>in</strong><strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfatto o molto sod<strong>di</strong>sfatto<br />

della scelta strategica.<br />

48


USABILITA’<br />

Usabilità dei prodotti<br />

L‟usabilità è una caratteristica che il prodotto ergonomico deve possedere, <strong>in</strong> quanto ne def<strong>in</strong>isce il<br />

livello <strong>di</strong> adeguatezza all‟utente.<br />

Per essere usabile, un prodotto deve: essere adeguato ai bisogni e alle aspettative degli <strong>spec</strong>ifici<br />

utenti f<strong>in</strong>ali che lo<br />

usano <strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ate con<strong>di</strong>zioni; risultare facile da capire, da imparare, da usare, ed essere<br />

gradevole; consentire <strong>di</strong> eseguire le <strong>spec</strong>ifiche attività lavorative <strong>in</strong> modo corretto, veloce e con<br />

sod<strong>di</strong>sfazione.<br />

ISO/IEC 9126 : 'la capacità del software <strong>di</strong> essere compreso, appreso, usato e gra<strong>di</strong>to dall‟utente<br />

quando usato <strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ate con<strong>di</strong>zioni'.<br />

ISO 9241-11 : 'il grado <strong>in</strong> cui un prodotto può essere usato da <strong>spec</strong>ifici utenti per raggiungere<br />

<strong>spec</strong>ifici obiettivi con efficacia, efficienza e sod<strong>di</strong>sfazione <strong>in</strong> uno <strong>spec</strong>ifico contesto d'uso'.<br />

Jakob Nielsen: la misura della qualità dell'esperienza dell'utente <strong>in</strong> <strong>in</strong>terazione con qualcosa, sia<br />

esso un sito web o un‟ applicazione software tra<strong>di</strong>zionale o qualsiasi altro strumento con il quale<br />

l'utente può operare. Un prodotto è usabile quando è FACILE da apprendere, consente una<br />

EFFICIENZA <strong>di</strong> utilizzo, è facile da ricordare, permette pochi errori <strong>di</strong> <strong>in</strong>terazione e <strong>di</strong> bassa<br />

gravità, è PIACEVOLE da usare.<br />

In s<strong>in</strong>tesi, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, per essere usabile, un prodotto deve: essere adeguato ai bisogni e alle aspettative<br />

degli <strong>spec</strong>ifici utenti f<strong>in</strong>ali che lo usano <strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ate con<strong>di</strong>zioni; risultare facile da capire, da<br />

imparare, da usare, ed essere gradevole; consentire <strong>di</strong> eseguire le <strong>spec</strong>ifiche attività lavorative <strong>in</strong><br />

modo corretto, veloce e con sod<strong>di</strong>sfazione.<br />

Aff<strong>in</strong>ché un prodotto sia adeguato ai bisogni e alle aspettative degli utenti f<strong>in</strong>ali, occorre conoscere<br />

bene le caratteristiche degli utenti, le attività che svolgono e il contesto organizzativo e sociale nel<br />

quale sono <strong>in</strong>seriti e operano. Per quanto attiene <strong>in</strong>vece la facilità <strong>di</strong> comprensione e <strong>di</strong> utilizzo, allo<br />

stato attuale, sono <strong>di</strong>sponibili pr<strong>in</strong>cipi e l<strong>in</strong>ee-guida <strong>di</strong> progettazione consolidati, basati sulle<br />

conoscenze degli aspetti cognitivi e comportamentali dell'<strong>in</strong>terazione uomo-computer, che possono<br />

agevolare la realizzazione <strong>di</strong> un prodotto usabile. Tuttavia, questi aspetti non sono sufficienti. Per<br />

garantire l'usabilità è <strong>di</strong> fondamentale importanza confrontarsi costantemente con gli utenti f<strong>in</strong>ali,<br />

con coloro che saranno <strong>di</strong>rettamente operativi sul prodotto una volta rilasciato, per verificare,<br />

valutare, ed eventualmente, misurare le scelte <strong>di</strong> progettazione <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> reale sod<strong>di</strong>sfacimento<br />

dei requisiti utente.<br />

La considerazione dell‟usabilità nella progettazione è sottovalutata perchè si ritiene comporti dei<br />

costi <strong>di</strong> progettazione troppo elevati e si pensa <strong>di</strong> poter sopperire con l‟<strong>in</strong>stallazione <strong>di</strong> call center o<br />

centri assistenza. Ma se un prodotto è <strong>in</strong>usabile, è quasi del tutto <strong>in</strong>utile (ve<strong>di</strong> schede elettorali del<br />

2000 negli Stati Uniti); qu<strong>in</strong><strong>di</strong> una progettazione non orientata all‟usabilità, e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> alla qualità del<br />

prodotto, non fa altro che spostare <strong>in</strong> avanti, nel ciclo <strong>di</strong> vita dei prodotti, i costi <strong>di</strong> produzione,<br />

spesso maggiorandoli e facendoli pesare sull‟utente f<strong>in</strong>ale.<br />

Per l‟azienda i vantaggi dell‟applicazione dell‟usabilità sono:<br />

INCREMENTO <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te, qualità dei prodotti, produttività;<br />

RIDUZIONE <strong>di</strong> costi <strong>di</strong> manutenzione, <strong>di</strong> assistenza, tempi per la formazione e documentazione<br />

dell‟utente f<strong>in</strong>ale.<br />

Per l‟utente f<strong>in</strong>ale i vantaggi si traducono <strong>in</strong>:<br />

RIDUZIONE dei tempi <strong>di</strong> esecuzione delle attività, <strong>di</strong> richiesta <strong>di</strong> assistenza e <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento,<br />

riduzione del numero <strong>di</strong> errori<br />

AUMENTO della sod<strong>di</strong>sfazione e della qualità del lavoro<br />

49


Evoluzione del calcolatore<br />

rilevanza dell'<strong>in</strong>formatica<br />

100<br />

General<br />

Problem<br />

Solv<strong>in</strong>g<br />

Sistemi<br />

Esperti<br />

Mezzo <strong>di</strong><br />

comunicazion<br />

50<br />

Gestore <strong>di</strong><br />

e<br />

Macch<strong>in</strong>a<br />

0<br />

calcolatrice<br />

50 60<br />

<strong>in</strong>formazioni<br />

70 80 90<br />

Anni<br />

L’usabilità nella progettazione del computer<br />

F<strong>in</strong>o agli anni „80: il software veniva prodotto e utilizzato prevalentemente dai progettisti ed è<br />

ovvio che, se l'utente <strong>di</strong> un prodotto è la stessa persona che lo ha costruito, l'usabilità è garantita e il<br />

problema non si pone.<br />

Nel 1983, presso la Apple, viene realizzato il primo computer con <strong>in</strong>terfaccia grafica e mouse,<br />

dest<strong>in</strong>ato alla <strong>di</strong>ffusione su larga scala. Da questo momento <strong>in</strong>izia l'<strong>in</strong>troduzione sempre crescente<br />

del computer (con <strong>in</strong>terfaccia grafica o a carattere) nel mondo del lavoro, negli uffici e,<br />

progressivamente, nelle nostre case. Il problema dell‟usabilità è affrontato <strong>in</strong>izialmente con la<br />

tecnologia a <strong>di</strong>sposizione e con il supporto <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> formazione. I costi della formazione, il<br />

verificarsi <strong>di</strong> numerosi errori <strong>di</strong> <strong>in</strong>terazione uomo-computer, l'evoluzione e la <strong>di</strong>ffusione degli stu<strong>di</strong><br />

sul fattore umano condotti da psicologi ed ergonomi portano ben presto ad una riflessione<br />

sull'importanza dell'utenza f<strong>in</strong>ale. Si tenta <strong>di</strong> <strong>in</strong>trodurre nei processi <strong>di</strong> produzione le l<strong>in</strong>ee-guida sul<br />

fattore umano (le prime l<strong>in</strong>ee-guida per le <strong>in</strong>terfacce grafiche furono scritte dalla Apple, nel 1978).<br />

Sorgono qu<strong>in</strong><strong>di</strong> i primi modelli formali dell'utente, basati sulle ricerche <strong>di</strong> psicologia cognitiva, che<br />

evidenziano i limiti umani <strong>di</strong> elaborazione dell'<strong>in</strong>formazione e stabiliscono i requisiti m<strong>in</strong>imi che un<br />

prodotto software dovrebbe avere<br />

Primi laboratori <strong>di</strong> usabilità, nei quali lavorano esperti <strong>di</strong> usabilità ed ergonomi, con il compito sia<br />

<strong>di</strong> sviluppare l<strong>in</strong>ee-guida e modelli <strong>di</strong> utenza sia, soprattutto, <strong>di</strong> valutare l'usabilità dei prodotti<br />

Si sviluppa l'ergonomia cognitiva, come campo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> applicazione delle conoscenze della<br />

psicologia cognitiva alla progettazione delle <strong>in</strong>terfacce e del <strong>di</strong>alogo uomo-computer.<br />

Solo più tar<strong>di</strong> si capisce la necessità <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervenire <strong>di</strong>rettamente sui processi <strong>di</strong> produzione; si<br />

<strong>in</strong>tegra la fase <strong>di</strong> analisi dei requisiti con meto<strong>di</strong>che volte a migliorare l'<strong>in</strong><strong>di</strong>viduazione dei bisogni<br />

degli utenti sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> funzionalità effettivamente necessarie che <strong>di</strong> usabilità; <strong>in</strong>troduzione<br />

della prototipazione rapida; vengono condotti sempre più frequentemente test <strong>di</strong> usabilità.<br />

(1985) <strong>in</strong> Scand<strong>in</strong>avia <strong>di</strong> afferma il 'modello partecipativo' che sostiene la necessità del<br />

co<strong>in</strong>volgimento, f<strong>in</strong> dalle prime fasi della progettazione del lavoro, <strong>di</strong> coloro che quel lavoro fanno<br />

e faranno.<br />

(1986) pubblicazione del libro <strong>di</strong> D. Norman e S. Draper 'User centered system design: New<br />

per<strong>spec</strong>tive on human-computer <strong>in</strong>teraction' (Erlbaum Associates).<br />

Nuovo modo <strong>di</strong> vedere l'utente f<strong>in</strong>ale e la progettazione dei sistemi software; l'utente va visto come<br />

soggetto che appartiene ad una cultura e ad una organizzazione. Nessuno meglio degli utenti stessi<br />

possiede quella "conoscenze situata" che consente <strong>di</strong> decretare l'adeguatezza o l'<strong>in</strong>adeguatezza <strong>di</strong><br />

un prodotto rispetto agli scopi per cui è stato costruito. Con il modello 'user centered‟ (che si <strong>in</strong>izia<br />

ad affermare alla f<strong>in</strong>e degli anni „80) si riconosce l'importanza non solo delle capacità e dei v<strong>in</strong>coli<br />

fisici e cognitivi dei s<strong>in</strong>goli utenti, ma anche delle relazioni culturali, sociali e organizzative, nonché<br />

degli artefatti cognitivi <strong>di</strong>stribuiti nell'ambiente che <strong>in</strong>fluenzano il modo <strong>di</strong> lavorare dell'uomo.<br />

50


Il processo <strong>di</strong> produzione noto come 'user centered design'. descritto da D. Norman e S. Draper nel<br />

1986 e oggi 'normato' anche nello standard ISO 13407 si caratterizza per tre aspetti fondamentali:<br />

- co<strong>in</strong>volgimento <strong>di</strong>retto dell'utente f<strong>in</strong>ale <strong>in</strong> tutte le fasi del processo <strong>di</strong> produzione, dall'analisi dei<br />

requisiti alla valutazione f<strong>in</strong>ale: l'utente f<strong>in</strong>ale assume il ruolo <strong>di</strong> corresponsabile, assieme al<br />

progettista, del prodotto che si sta realizzando;<br />

- iteratività del processo: il processo si articola <strong>in</strong> cicli <strong>di</strong> prototipazione-valutazione-mo<strong>di</strong>fica del<br />

prototipo e si perviene al prodotto f<strong>in</strong>ale attraverso aggiustamenti successivi guidati dalla cont<strong>in</strong>ua<br />

verifica delle esigenze e delle effettive necessità dell'utente;<br />

- multi<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>arietà del team <strong>di</strong> realizzazione: <strong>di</strong>verse figure professionali (progettista, esperto <strong>di</strong><br />

usabilità, sistemista, esperto del dom<strong>in</strong>io, grafico, tester, technical writer, etc...) collaborano al<br />

progetto <strong>di</strong> realizzazione del prodotto.<br />

Nella progettazione <strong>di</strong> un prodotto software e nell‟<strong>in</strong>terazione con esso entrano <strong>in</strong> gioco almeno tre<br />

elementi: il modello del progettista, l‟immag<strong>in</strong>e del prodotto, e il modello dell‟utente.<br />

• Il modello del progettista è la concettualizzazione che si crea il progettista <strong>di</strong> come l‟attività,<br />

per la quale il prodotto viene realizzato, dovrebbe essere svolta.<br />

• L’immag<strong>in</strong>e del prodotto è quello che il prodotto comunica all‟utente relativamente al proprio<br />

modo <strong>di</strong> funzionare.<br />

• Il modello dell’utente è la concettualizzazione che ha l‟utente dell‟attività che dovrebbe essere<br />

supportata dal prodotto software. Quando l‟utente <strong>in</strong>teragisce con un prodotto software si<br />

aspetta <strong>di</strong> ritrovare il proprio modello concettuale dell‟attività, derivato da anni <strong>di</strong> pratica e <strong>di</strong><br />

esperienza, nonché da proprie conoscenze e preferenze personali, e comunque raff<strong>in</strong>a il proprio<br />

modello sulla base <strong>di</strong> quello che <strong>in</strong>tuisce circa il funzionamento del prodotto.<br />

I problemi <strong>di</strong> usabilità e le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> <strong>in</strong>terazione nascono quando il progettista non tiene conto del<br />

modello dell‟utente e/o quando non riesce a trasmettere all‟utente, attraverso l‟immag<strong>in</strong>e del<br />

prodotto, il proprio modello. In questi casi, l‟utente non riesce ad <strong>in</strong>tuire le modalità <strong>di</strong><br />

funzionamento del prodotto e deve sforzarsi <strong>di</strong> eseguire azioni che non risultano completamente<br />

rispondenti con le sue naturali modalità <strong>di</strong> esecuzione dell‟attività e con le sue aspettative.<br />

Le verifiche dell‟usabilità vanno effettuate il prima possibile: <strong>in</strong> molte società <strong>di</strong> software<br />

americane, tutte le attività <strong>di</strong> verifica dell'adeguatezza dell'<strong>in</strong>terfaccia vengono fatte sull'<strong>in</strong>terfaccia<br />

cartacea. Man mano che il prodotto evolve, i controlli si fanno più comprensivi ed <strong>in</strong>tegrati, f<strong>in</strong>o ad<br />

arrivare, sul prodotto quasi f<strong>in</strong>ito, alle verifiche metriche.<br />

La valutazione euristica (descritta da Nielsen <strong>in</strong> 'Usability In<strong>spec</strong>tion Methods', 1994) è un metodo<br />

ispettivo che non prevede il co<strong>in</strong>volgimento degli utenti f<strong>in</strong>ali del prodotto, ma si basa sul giu<strong>di</strong>zio<br />

<strong>di</strong> più esperti <strong>di</strong> usabilità; consiste <strong>in</strong> una serie <strong>di</strong> navigazioni, effettuate separatamente da ciascun<br />

esperto sul prodotto software, durante le quali vengono valutati sia gli aspetti statici dell‟<strong>in</strong>terfaccia<br />

(layout delle f<strong>in</strong>estre, etichette, pulsanti, etc.) che <strong>di</strong> comportamento (logica d‟<strong>in</strong>terazione,<br />

<strong>di</strong>agnostici, etc.) rispetto alle l<strong>in</strong>ee guida <strong>di</strong> riferimento; al term<strong>in</strong>e <strong>di</strong> queste operazioni vengono<br />

<strong>di</strong>scussi congiuntamente i risultati ottenuti al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> s<strong>in</strong>tetizzare i pr<strong>in</strong>cipali problemi <strong>di</strong> usabilità del<br />

prodotto e concordare relativamente ad eventuali <strong>di</strong>screpanze del giu<strong>di</strong>zio. Nielsen raccomanda <strong>di</strong><br />

impiegare non meno <strong>di</strong> tre esperti <strong>di</strong> usabilità (1 esperto riesce a identificare il 50% dei punti critici,<br />

mentre 3 esperti ne identificano il 75%).<br />

51


Tuttavia, questi aspetti non sono sufficienti. Per garantire l'usabilità è <strong>di</strong> fondamentale importanza<br />

confrontarsi costantemente con gli utenti f<strong>in</strong>ali, con coloro che saranno <strong>di</strong>rettamente operativi sul<br />

prodotto una volta rilasciato, per verificare, valutare e, eventualmente, misurare le scelte <strong>di</strong><br />

progettazione <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> reale sod<strong>di</strong>sfacimento dei requisiti utente. I vantaggi <strong>di</strong> una<br />

progettazione orientata all‟usabilità sono evidenti non solo per gli utenti, ma anche per le <strong>di</strong>tte <strong>in</strong><br />

term<strong>in</strong>i <strong>di</strong>:<br />

Per gli Utenti<br />

riduzione dei tempi <strong>di</strong> esecuzione delle attività,<br />

riduzione degli errori e dei tempi <strong>di</strong> recupero degli errori,<br />

riduzione dei tempi per richiedere supporto e assistenza,<br />

riduzione dei tempi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento (formazione,<br />

consultazione dei manuali);<br />

<strong>in</strong>cremento della sod<strong>di</strong>sfazione;<br />

<strong>in</strong>cremento della qualità del lavoro, anche attraverso la<br />

riduzione della fatica e dello stress.<br />

Per le Ditte<br />

<strong>in</strong>cremento delle ven<strong>di</strong>te;<br />

<strong>in</strong>cremento della qualità dei prodotti;<br />

<strong>in</strong>cremento della produttività attraverso:<br />

riduzione dei tempi <strong>di</strong> sviluppo,<br />

riduzione degli <strong>in</strong>terventi e dei costi <strong>di</strong> manutenzione,<br />

riduzione degli <strong>in</strong>terventi e dei costi <strong>di</strong> assistenza (ad<br />

esempio, dei call center),<br />

riduzione dei costi della formazione per gli utenti f<strong>in</strong>ali,<br />

riduzione della documentazione utente (manuali e guide<br />

operative) e dei tempi per la sua realizzazione.<br />

Jakob Nielsen, il 'guru' dell'usabilità del web, def<strong>in</strong>isce l'usabilità come la misura della<br />

qualità dell'esperienza dell'utente <strong>in</strong> <strong>in</strong>terazione con qualcosa, sia esso un sito web o<br />

un‟ applicazione software tra<strong>di</strong>zionale o qualsiasi altro strumento con il quale l'utente<br />

può operare. Secondo Nielsen, un prodotto è usabile quando è facile da apprendere,<br />

consente una efficienza <strong>di</strong> utilizzo, è facile da ricordare, permette pochi errori <strong>di</strong><br />

<strong>in</strong>terazione e <strong>di</strong> bassa gravità, è piacevole da usare.<br />

In s<strong>in</strong>tesi, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, per essere usabile, un prodotto deve:<br />

essere adeguato ai bisogni e alle aspettative degli <strong>spec</strong>ifici utenti f<strong>in</strong>ali che lo<br />

usano <strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ate con<strong>di</strong>zioni;<br />

risultare facile da capire, da imparare, da usare, ed essere gradevole;<br />

consentire <strong>di</strong> eseguire le <strong>spec</strong>ifiche attività lavorative <strong>in</strong> modo corretto, veloce e<br />

con sod<strong>di</strong>sfazione.<br />

Questi tre punti, oltre che s<strong>in</strong>tetizzare i vari aspetti che le <strong>di</strong>verse def<strong>in</strong>izioni <strong>di</strong> usabilità<br />

evidenziano, pongono l'accento su alcuni passi e attività da compiere durante il ciclo <strong>di</strong><br />

produzione al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> garantire l'usabilità del prodotto.<br />

Infatti, aff<strong>in</strong>ché un prodotto sia adeguato ai bisogni e alle aspettative degli utenti f<strong>in</strong>ali,<br />

occorre conoscere bene le caratteristiche degli utenti, le attività che svolgono e il<br />

contesto organizzativo e sociale nel quale sono <strong>in</strong>seriti e operano.<br />

Per quanto attiene <strong>in</strong>vece la facilità <strong>di</strong> comprensione e <strong>di</strong> utilizzo, allo stato attuale, sono<br />

<strong>di</strong>sponibili pr<strong>in</strong>cipi e l<strong>in</strong>ee-guida <strong>di</strong> progettazione consolidati, basati sulle<br />

conoscenze degli aspetti cognitivi e comportamentali dell'<strong>in</strong>terazione uomo-computer,<br />

che possono agevolare la realizzazione <strong>di</strong> un prodotto usabile.<br />

Tuttavia, questi aspetti non sono sufficienti. Per garantire l'usabilità è <strong>di</strong> fondamentale<br />

importanza confrontarsi costantemente con gli utenti f<strong>in</strong>ali, con coloro che saranno<br />

<strong>di</strong>rettamente operativi sul prodotto una volta rilasciato, per verificare, valutare e,<br />

eventualmente, misurare le scelte <strong>di</strong> progettazione <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> reale sod<strong>di</strong>sfacimento<br />

dei requisiti utente.<br />

52


Il processo 'user-centered'<br />

Alla base della realizzazione <strong>di</strong> prodotti usabili c'è un processo <strong>di</strong> produzione noto come<br />

'user centered design'. Descritto da D. Norman e S. Draper nel 1986 nel libro 'User centered system<br />

design: New per<strong>spec</strong>tive on human-computer <strong>in</strong>teraction' (Erlbaum Associates) e oggi 'normato'<br />

anche nello standard ISO 13407, questo processo si caratterizza per tre aspetti fondamentali:<br />

co<strong>in</strong>volgimento <strong>di</strong>retto dell'utente f<strong>in</strong>ale <strong>in</strong> tutte le fasi del processo <strong>di</strong> produzione, dall'analisi<br />

dei requisiti alla valutazione f<strong>in</strong>ale: l'utente f<strong>in</strong>ale assume il ruolo <strong>di</strong> corresponsabile, assieme al<br />

progettista, del prodotto che si sta realizzando;<br />

iteratività del processo: il processo si articola <strong>in</strong> cicli <strong>di</strong> prototipazione-valutazione-mo<strong>di</strong>fica del<br />

prototipo e si perviene al prodotto f<strong>in</strong>ale attraverso aggiustamenti successivi guidati dalla cont<strong>in</strong>ua<br />

verifica delle esigenze e delle effettive necessità dell'utente;<br />

multi<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>arietà del team <strong>di</strong> realizzazione: <strong>di</strong>verse figure professionali (progettista, esperto <strong>di</strong><br />

usabilità, sistemista, esperto del dom<strong>in</strong>io, grafico, tester, technical writer, etc...) collaborano al<br />

progetto <strong>di</strong> realizzazione del prodotto.<br />

Le ragioni e la necessità <strong>di</strong> un tale approccio si basano sul fatto che nella progettazione <strong>di</strong> un<br />

prodotto software e nell‟<strong>in</strong>terazione con esso entrano <strong>in</strong> gioco almeno tre elementi:<br />

il modello del progettista, l‟immag<strong>in</strong>e del prodotto, e il modello dell‟utente.<br />

Il modello del progettista è la concettualizzazione che si crea il progettista <strong>di</strong> come l‟attività, per la<br />

quale il prodotto viene realizzato, dovrebbe essere svolta. Sulla base del proprio modello, il<br />

progettista realizza una <strong>in</strong>terfaccia del prodotto sforzandosi immag<strong>in</strong>are e implementare delle<br />

soluzioni che permettano all'utente <strong>di</strong> <strong>in</strong>teragire con il prodotto nel modo più efficace.<br />

L‟immag<strong>in</strong>e del prodotto è quello che il prodotto comunica all‟utente relativamente al proprio modo<br />

<strong>di</strong> funzionare.<br />

Il modello dell‟utente è la concettualizzazione che ha l‟utente dell‟attività che dovrebbe essere<br />

supportata dal prodotto software. Quando l‟utente <strong>in</strong>teragisce con un prodotto software si aspetta <strong>di</strong><br />

ritrovare il proprio modello concettuale dell‟attività, derivato da anni <strong>di</strong> pratica e <strong>di</strong> esperienza,<br />

nonché da proprie conoscenze e preferenze personali, e comunque raff<strong>in</strong>a il proprio modello sulla<br />

base <strong>di</strong> quello che <strong>in</strong>tuisce circa il funzionamento del prodotto.<br />

I problemi <strong>di</strong> usabilità e le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> <strong>in</strong>terazione nascono quando il progettista non tiene<br />

conto del modello dell‟utente e/o quando non riesce a trasmettere all‟utente, attraverso<br />

l‟immag<strong>in</strong>e del prodotto, il proprio modello. In questi casi, l‟utente non riesce ad <strong>in</strong>tuire le<br />

modalità <strong>di</strong> funzionamento del prodotto e deve sforzarsi <strong>di</strong> eseguire azioni che non risultano<br />

completamente rispondenti con le sue naturali modalità <strong>di</strong> esecuzione dell‟attività e con le sue<br />

aspettative. Solo il cont<strong>in</strong>uo confronto con l'utente f<strong>in</strong>ale permette <strong>di</strong> comprendere e <strong>spec</strong>ificare<br />

quelle caratteristiche del prodotto che poi consentiranno all'utente stesso <strong>di</strong> <strong>in</strong>travedere e valicare<br />

quel ponte che porta dal "golfo dell'esecuzione" al "golfo della valutazione", per <strong>di</strong>rla con le parole<br />

<strong>di</strong> Donald Norman.<br />

Quando vanno effettuati i controlli dell'usabilità?<br />

Risposta nota: prima possibile!!! Non appena sono <strong>di</strong>sponibili le prime bozze <strong>di</strong> <strong>in</strong>terfaccia è il<br />

momento <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervenire con i primi controlli. Spesso si ritiene che i prodotti delle fasi alte del ciclo<br />

<strong>di</strong> produzione, come i prototipi <strong>di</strong> bassa fedeltà o i prototipi cartacei, non siano adeguati per la<br />

valutazione che co<strong>in</strong>volge gli utenti, <strong>in</strong> quanto non si riesce a riprodurre una situazione quasi-reale<br />

<strong>di</strong> utilizzo. Si aspetta, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, <strong>di</strong> avere prototipi funzionanti prima <strong>di</strong> sottoporli alla giu<strong>di</strong>zio degli<br />

utenti. A questo punto, però, può essere troppo tar<strong>di</strong>. In molte società <strong>di</strong> software americane, tutte le<br />

attività <strong>di</strong> verifica dell'adeguatezza dell'<strong>in</strong>terfaccia vengono fatte sull'<strong>in</strong>terfaccia cartacea (non è che<br />

gli americani siano più bravi degli altri, ma spesso ci mostrano la strada giusta <strong>in</strong> anticipo :)).<br />

C'è un tempo per tutte le cose! I controlli effettuati nelle fasi alte del ciclo <strong>di</strong> produzione mirano alla<br />

verifica della logica <strong>di</strong> <strong>in</strong>terazione, della strutturazione dei compiti, dell'organizzazione dei<br />

53


contenuti o della classificazione delle voci <strong>di</strong> menu. Man mano che il prodotto evolve, i controlli si<br />

fanno più comprensivi ed <strong>in</strong>tegrati, f<strong>in</strong>o ad arrivare, sul prodotto quasi f<strong>in</strong>ito, alle verifiche<br />

metriche.<br />

La valutazione euristica<br />

E' uno dei pr<strong>in</strong>cipali meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> 'usability <strong>di</strong>scount' def<strong>in</strong>iti da Jakob Nielsen per rendere<br />

maggiormente snelle e veloci le attività <strong>di</strong> verifica dell'usabilità. Lo scopo della valutazione<br />

euristica è quello <strong>di</strong> verificare se l'<strong>in</strong>terfaccia del prodotto rispetta i pr<strong>in</strong>cipi fondamentali<br />

dell‟usabilità. Può essere effettuata non appena sono <strong>di</strong>sponibili le prime bozze <strong>di</strong> <strong>in</strong>terfaccia,<br />

anche <strong>di</strong> tipo cartaceo. Si tratta <strong>di</strong> un metodo ispettivo che non prevede il co<strong>in</strong>volgimento degli<br />

utenti f<strong>in</strong>ali del prodotto, ma si basa sul giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> più esperti <strong>di</strong> usabilità.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista pratico, la valutazione euristica consiste <strong>in</strong> una serie <strong>di</strong> navigazioni, effettuate<br />

separatamente da ciascun esperto sul prodotto software, durante le quali vengono valutati sia gli<br />

aspetti statici dell‟<strong>in</strong>terfaccia (layout delle f<strong>in</strong>estre, etichette, pulsanti, etc.) che <strong>di</strong> comportamento<br />

(logica d‟<strong>in</strong>terazione, <strong>di</strong>agnostici, etc.) rispetto alle l<strong>in</strong>ee guida <strong>di</strong> riferimento. Al term<strong>in</strong>e delle<br />

s<strong>in</strong>gole sessioni, gli esperti <strong>di</strong>scutono congiuntamente i risultati ai quali sono pervenuti al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong><br />

s<strong>in</strong>tetizzare i pr<strong>in</strong>cipali problemi <strong>di</strong> usabilità del prodotto valutato e concordare relativamente ad<br />

eventuali <strong>di</strong>screpanze del giu<strong>di</strong>zio. Nielsen raccomanda <strong>di</strong> effettuare la valutazione euristica<br />

impiegando non meno <strong>di</strong> tre esperti <strong>di</strong> usabilità, <strong>in</strong> riferimento ad un numero ottimale che va fa tre a<br />

c<strong>in</strong>que esperti. Da stu<strong>di</strong> da lui effettuati, <strong>in</strong>fatti, si rileva che un solo esperto <strong>di</strong> usabilità <strong>di</strong>agnostica<br />

circa il 35% dei problemi <strong>di</strong> usabilità, mentre 5 esperti <strong>di</strong>agnosticano circa il 75% dei problemi.<br />

Per chi vuole saperne <strong>di</strong> più<br />

La valutazione euristica, assieme ad altri meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> ispezione delle <strong>in</strong>terfaccia, è descritta nel<br />

dettaglio nel libro <strong>di</strong> Nielsen J., Mack R. L. (eds.) (1994), 'Usability In<strong>spec</strong>tion Methods', John<br />

Wiley & Sons.<br />

54


QUALITA’ DEI SITI WEB<br />

La qualità dei siti web è <strong>in</strong> stretta relazione con la loro usabilità e accessibilità. La valutazione della<br />

qualità riguarda <strong>di</strong>versi aspetti, come:<br />

- architettura<br />

- accessibilità<br />

- comunicazione<br />

- funzionalità<br />

- contenuto<br />

- gestione<br />

tutti messi <strong>in</strong> relazione con l‟usabilità.<br />

Alcune domande fondamentali riguardano l‟accessibilità:<br />

La struttura del sito è adeguata? (3-5 livelli, struttura ad albero, menu pr<strong>in</strong>cipale e secondari)<br />

Esiste una mappa chiara del sito? (strumento <strong>di</strong> accesso, funzione <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>ce e riorientamento; grafica<br />

semplice, leggibile, compatta)<br />

La navigazione del sito è adeguata? (globale, locale, contestuale; struttura a schedario)<br />

ESEMPI da visionare: Esselunga, Levi‟s, Benetton, Bancagenerali<br />

Altre domande fondamentali riguardano la comunicazione:<br />

La home page comunica chiaramente gli obiettivi del sito? (home page è fondamentale, determ<strong>in</strong>a<br />

la cont<strong>in</strong>uazione o meno della visitazione del sito, tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> visione 3 secon<strong>di</strong>; marchio +<br />

slogan; home page “muta”)<br />

Il sito è coerente con la brand image? (immag<strong>in</strong>ario collettivo, associazione con colore,<br />

personaggio)<br />

La grafica del sito è adeguata? (layout delle pag<strong>in</strong>e, colore, caratteri, attrazione, Gestalt)<br />

ESEMPI: Coca-Cola, Ferrari, Britishairways, Quattroruote.<br />

I criteri per una buona leggibilità sono:<br />

Evitare caratteri con “grazie”, corsivo, tutto maiuscolo <strong>in</strong> frasci lunghe<br />

Ottimizzare i colori <strong>di</strong> testo e sfondo, evitando colori troppo saturi, non mischiare colori lontani<br />

sullo spettro (es. rosso e blu)<br />

Per quanto riguarda la funzionalità:<br />

Le funzioni del sito sono adeguate? (nella transazione funziona tutto bene? le <strong>in</strong>formazioni rilevanti<br />

sono presentate chiaramente prima; è agevole collegarsi, trovare, <strong>spec</strong>ificare, confermare?)<br />

Come sono gestiti gli errori dell‟utente?<br />

Ci sono caselle <strong>di</strong> ricerca?<br />

Le funzioni del sito sono corrette? (possibilità <strong>di</strong> tenere traccia dei malfunzionamenti)<br />

Struttura dei contenuti:<br />

Classificazione dell‟<strong>in</strong>formazione basata su:<br />

Contenuti (es. : “Antipasti”, “Primi”, “Secon<strong>di</strong>”)<br />

Utenti (es. : “per pr<strong>in</strong>cipianti”, “per esperti”)<br />

Compiti (es: “alla griglia”, “alla brace”, “<strong>in</strong> umido”)<br />

Informazione adeguata, pert<strong>in</strong>ente, affidabile, aggiornata<br />

Diversità culturali (stile <strong>di</strong> comunicazione, moneta, ora, colori, sistemi <strong>di</strong> misura, simbologie,<br />

modalità <strong>di</strong> scrittura dei dati) “siti centralizzati - localizzati”<br />

Pr<strong>in</strong>cipi <strong>di</strong> buona lettura:<br />

Labell<strong>in</strong>g<br />

Concisione<br />

Pag<strong>in</strong>e brevi, paragrafi brevi<br />

Parole chiave, artifici tipografici<br />

Impostazione top-down, ipertesto<br />

55


LEGGEREZZA , RAPIDITA‟, ESATTEZZA, VISIBILITA‟, MOLTEPLICITA‟, COERENZA<br />

Accessibilità<br />

Il sito è <strong>di</strong> facile accesso per tutti? (tempi <strong>di</strong> accesso, sito facile da trovare, accessibile con ogni<br />

browser, utilizzabile da utenti <strong>di</strong>sabili)<br />

World Wide Web Consortium: Web Accessibility Initiative (WAI), documento “Web Content<br />

Accessibility Guidel<strong>in</strong>es, ver 1.0” adottato come raccomandazione del W3C (1999)<br />

Per quanto riguarda le tecnologie assistive<br />

Possibilità <strong>di</strong> variare la comb<strong>in</strong>azione dei colori (daltonismo)<br />

Browser vocali (per utenti non vedenti); presenza <strong>di</strong> alternative testuali al posto delle immag<strong>in</strong>i<br />

Impostazione dell‟accessibilità f<strong>in</strong> dall‟<strong>in</strong>izio della progettazione<br />

Non è detto che un sito accessibile risulti usabile: bisogna comunque sottoporlo a test <strong>di</strong> usabilità<br />

Legge Stanca 2003: <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> accesso ai servizi <strong>in</strong>formatici e telematici della pubblica amm<strong>in</strong>istr. e<br />

a quelli <strong>di</strong> pubblica utilità (art 3 Costituzione)<br />

Valutazione <strong>di</strong> usabilità:<br />

Efficacia : tasso <strong>di</strong> successo<br />

Efficienza: tempo me<strong>di</strong>o impiegato per portare a term<strong>in</strong>e i compiti assegnati<br />

Sod<strong>di</strong>sfazione : gra<strong>di</strong>mento me<strong>di</strong>o espresso (voto)<br />

Valutazione euristica con campioni rappresentativi <strong>di</strong> utenti (n. 5-max 20, sufficienti per scoprire<br />

circa l‟85% dei problemi)<br />

56


<strong>ERGONOMIA</strong> E ANZIANO<br />

Def<strong>in</strong>izioni dell’età anziana<br />

Età me<strong>di</strong>a - identifica la seconda metà della vita attiva <strong>di</strong> una persona ; il sistema biologico mostra<br />

una per<strong>di</strong>ta dal 10 al 30% nelle funzioni rispetto ad un giovane adulto. Tipicamente si riferisce al<br />

periodo tra i 40 ed i 65 anni.<br />

Età anziana. Si riferisce al periodo imme<strong>di</strong>atamente seguente il pensionamento; si verifica <strong>di</strong> nuovo<br />

una per<strong>di</strong>ta funzionale, ma non gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi dell‟omeostasi. Si estende dai 65 ai 75 anni, e viene<br />

anche def<strong>in</strong>ita come la giovane vecchia età.<br />

Età molto anziana. Si nota una sostanziale per<strong>di</strong>ta funzionale nell‟esecuzione delle normali attività<br />

quoti<strong>di</strong>ane; tuttavia è possibile ancora mantenere una vita autonoma. Va dai 75 agli 85 anni, e viene<br />

anche def<strong>in</strong>ita come me<strong>di</strong>a vecchia età.<br />

Età anziana estrema. Solitamente è necessaria <strong>in</strong> questa fase un‟assistenza istituzionale o<br />

domiciliare.Gli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui sono ultra 85enni.<br />

• L‟anziano è una persona fragile fisiologicamente ed economicamente<br />

• L‟Italia è fra i paesi con la più alta vita me<strong>di</strong>a<br />

• Nel 2020 la percentuale <strong>di</strong> anziani (attualmente 17%) salirà al 23%<br />

• durata <strong>di</strong> vita me<strong>di</strong>a: 80% degli uom<strong>in</strong>i e 90% delle donne superano i 65 anni.<br />

• 52% degli uom<strong>in</strong>i e 66% delle donne > 65 anni hanno almeno 2 malattie croniche <strong>in</strong> atto<br />

• 45% dei soggetti tra 65 e 75 anni <strong>di</strong>chiarano uno stato <strong>di</strong> salute buono o molto buono.<br />

Previsioni:<br />

• Il numero <strong>di</strong> persone tra i 30 e i 64 anni con limitazioni significative della capacità <strong>di</strong> lavoro<br />

aumenterà <strong>di</strong> circa il 40% entro il 2010<br />

Percezione dell’anziano<br />

Cambia, <strong>in</strong> seguito a:<br />

- <strong>di</strong>versa rappresentazione <strong>di</strong> sè e delle proprie relazioni sociali<br />

- normative vigenti su vecchiaia o <strong>in</strong>abilità (<strong>in</strong>centivazioni al pre-pensionamento o viceversa al<br />

mantenimento del lavoro)<br />

- clima <strong>di</strong> apprezzamento o svalutazione <strong>in</strong>torno al proprio lavoro<br />

- conquista o meno <strong>di</strong> > autonomia e ruoli lav. meno usuranti<br />

Aspetti psicologici e cognitivi<br />

Deca<strong>di</strong>mento degli aspetti flui<strong>di</strong> dell‟<strong>in</strong>telligenza<br />

Conservazione <strong>di</strong> abilità verbale e conoscenza cristallizzata<br />

Diff. a elaborare stimoli ambigui<br />

Bisogno <strong>di</strong> > tempo per attivare la memoria a BT<br />

Produzione migliore al matt<strong>in</strong>o piuttosto che alla sera<br />

L‟importanza della percezione della propria capacità <strong>di</strong> lavoro è notevole; questo <strong>in</strong><strong>di</strong>ce pre<strong>di</strong>ce<br />

il rischio <strong>di</strong> <strong>in</strong>abilità lavorativa ed il modo <strong>di</strong> affrontare il lavoro da parte dei lavoratori anziani<br />

Azioni volte a mantenere la capacità <strong>di</strong> lavoro <strong>in</strong> lavoratori anziani<br />

Azioni verso il lavoro, rivolte a: contenuti, ambiente fisico, comunità <strong>di</strong> lavoro<br />

Azioni verso l‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo, mirate a: rafforzamento con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute e risorse funzionali, sviluppo<br />

<strong>di</strong> abilità e competenze professionali.<br />

Favorevoli effetti a lungo term<strong>in</strong>e <strong>di</strong> questi <strong>in</strong>terventi si ripercuotono anche sul periodo del<br />

pensionamento.<br />

L‟<strong>in</strong><strong>di</strong>pendenza e la partecipazione sociale <strong>in</strong> attività produttive costituiscono ruoli sociali attivi,<br />

che richiedono livelli <strong>di</strong> funzionamento dell‟<strong>in</strong>tera persona (<strong>spec</strong>ifiche funzioni, attitud<strong>in</strong>i, abilità).<br />

57


L‟attività (le operazioni), il comportamento e le decisioni f<strong>in</strong>alizzate alla conquista del ruolo,<br />

rappresentano la proiezione <strong>di</strong> un particolare aspetto della salute dell‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo.<br />

Abilità e <strong>di</strong>sabilità costituiscono gli aspetti opposti <strong>di</strong> una situazione complessa, che vede<br />

l‟<strong>in</strong>terazione tra l‟uomo e il suo ambiente.<br />

Salute = “con<strong>di</strong>zione umana con <strong>di</strong>mensioni fisiche, sociali, psicologiche, ognuna caratterizzata da<br />

un cont<strong>in</strong>uum con un polo positivo ed uno negativo; non è solo l‟assenza <strong>di</strong> malattia “ (Shepard e<br />

Bouchard, 1988)<br />

Misure dello stato <strong>di</strong> salute nell’anziano<br />

La <strong>di</strong>sabilità nell‟anziano è frequentemente associata a percezione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà nello svolgimento<br />

delle attività quoti<strong>di</strong>ane (ADL - Activities of Daily Liv<strong>in</strong>g)<br />

Generalmente le misure dello stato <strong>di</strong> salute comb<strong>in</strong>ano <strong>in</strong>sieme misure del funzionamento fisico e<br />

aspetti emozionali <strong>in</strong> uno stesso strumento (SIP - Sickness Impact Profile; Quality of Well-Be<strong>in</strong>g<br />

Scale; 36 Short Form Healh Survey..)<br />

Le misure <strong>di</strong> performance fisica forniscono una valutazione obiettiva <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi aspetti del<br />

funzionamento, basandosi su protocolli standar<strong>di</strong>zzati.<br />

Anziano e lavoro<br />

L‟evoluzione tecnologica ed organizzativa penalizza i lavori manuali e quelli <strong>di</strong> expertise semplice<br />

Gli anziani non possono sempre essere mantenuti addestrati ed aggiornati (maggior costo e più<br />

tempo necessario; situazioni <strong>di</strong> ansietà e senso <strong>di</strong> <strong>in</strong>feriorità; senso <strong>di</strong> <strong>in</strong>utilizzabilità della<br />

esperienza precedente). Importanza <strong>di</strong> attrezzature dal design adeguato, soprattutto per quanto<br />

riguarda la modalità <strong>di</strong> presentazione visiva, la flessibilità delle procedure.<br />

Importante l‟organizzazione del lavoro (lavoro a turni, pause, monotonia e ripetitività); come pure il<br />

co<strong>in</strong>volgimento, partecipazione e comprensione dei lavoratori verso le <strong>in</strong>novazioni.<br />

Anziano e prodotti<br />

Mercato attuale molto segmentato: molta importanza agli aspetti qualitativi del prodotto;<br />

sod<strong>di</strong>sfazione delle esigenze reali e sottese degli utenti; livelli <strong>di</strong> progettazione molto raff<strong>in</strong>ata;<br />

customizzazione dell‟offerta. Il prodotto deve generalmente possedere poche e semplici funzioni,<br />

facili da usare e <strong>spec</strong>ificamente stu<strong>di</strong>ate per l‟uso che se ne vuole fare. Non si mira più al prodotto<br />

ipersofisticato con mille funzioni, delle quali poi solo le solite 3 o 4 vengono effettivamente<br />

utilizzate. Le istruzioni per l‟uso devono richiedere un impegno m<strong>in</strong>imo <strong>di</strong> comprensione da parte<br />

dell‟utente e devono essere quasi <strong>in</strong>tuitivamente accessibili.<br />

Il mercato dei prodotti <strong>spec</strong>ificatamente <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzati alla popolazione anziana è un settore <strong>in</strong> costante<br />

crescita nei paesi <strong>in</strong>dustrializzati (denatalità, allungamento della vita).<br />

Mo<strong>di</strong>ficazioni nell’anziano<br />

Le <strong>di</strong>versità fondamentali tra anziani e giovani sono:<br />

- caratteristiche antropometriche e biomeccaniche<br />

- aspetti legati alla performance psicomotoria<br />

- aspetti sensoriali e percettivi<br />

- aspetti cognitivi<br />

In base agli obiettivi <strong>di</strong> progetto queste conoscenze andranno adattate per ottimizzare la fruibilità<br />

del prodotto da parte della categoria def<strong>in</strong>ita.<br />

Le mo<strong>di</strong>ficazioni antropometriche nell‟anziano <strong>in</strong>teressano:<br />

- il peso, che tende ad aumentare f<strong>in</strong>o ai 50 anni, si stabilizza poi f<strong>in</strong>o ai 60 ed <strong>in</strong> seguito anche si<br />

riduce<br />

- le misure dei fianchi e del capo tendono ad aumentare con l‟età<br />

- la statura tende a <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire<br />

- la circonferenza del braccio e del polpaccio e le misure dell‟addome tendono a <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire<br />

Le mo<strong>di</strong>ficazioni nella biomeccanica:<br />

58


- <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione nella mobilità degli arti superiori e nei gesti <strong>di</strong> “reach<strong>in</strong>g”<br />

- per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> potenza e mobilità non omogenea tra i due lati (asimmetria) nello stesso <strong>in</strong><strong>di</strong>viduo e<br />

<strong>di</strong>versa tra i soggetti, fortemente <strong>di</strong>pendente dallo stile <strong>di</strong> vita (attivo/sedentario) dell‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo<br />

- mo<strong>di</strong>ficazioni nella funzionalità della mano (ve<strong>di</strong> prodotti per ambiente cuc<strong>in</strong>a e per<br />

autosufficienza: impugnare, afferrare, utilizzare attrezzi)<br />

Le mo<strong>di</strong>ficazioni fisiologiche:<br />

- <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uisce la resistenza allo sforzo<br />

- <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uisce la destrezza e la precisione nell‟esecuzione dei movimenti<br />

- “ la coord<strong>in</strong>azione dei movimenti<br />

- “ la mobilità articolare<br />

- “ la sensibilità<br />

- c‟è un rallentamento psicomotorio (tempi <strong>di</strong> reazione rallentati <strong>di</strong> circa il 20% nei 60enni<br />

rispetto ai 20enni, soprattutto <strong>in</strong> relazione a: <strong>di</strong>scordanza tra aspettativa e segnale attuale;<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> <strong>di</strong>scrim<strong>in</strong>azione del segnale; situazione <strong>di</strong> stress o pressione temporale)<br />

Aspetti sensoriali e percettivi (visione e u<strong>di</strong>to sono gli aspetti più stu<strong>di</strong>ati) :<br />

- Acuità visiva statica <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uisce ma può essere migliorata con il grado <strong>di</strong> illum<strong>in</strong>azione;<br />

me<strong>di</strong>amente una persona <strong>di</strong> 60 anni necessita del triplo <strong>di</strong> luce rispetto ad una persona <strong>di</strong> 20 anni<br />

per vedere lo stesso oggetto<br />

- Oltre i 60 anni l‟adattamento all‟oscurità peggiora sensibilmente<br />

- Gli effetti dell‟abbagliamento <strong>di</strong>ventano notevoli oltre i 75 anni<br />

- Il campo visivo si riduce dai 75 anni <strong>in</strong> poi<br />

- La visione dei colori si riduce a 70 anni circa e peggiora notevolmente <strong>in</strong>torno ai 90<br />

In particolare, la per<strong>di</strong>ta progressiva della visibilità del verde-blu <strong>in</strong>izia già a 30 anni, mentre quella<br />

del rosso-verde <strong>in</strong>izia <strong>in</strong>torni ai 44-60 anni, a causa dell‟<strong>in</strong>giallimento delle cornee e della ret<strong>in</strong>a nel<br />

punto <strong>in</strong> cui si focalizza la luce.<br />

Diverse azioni possono essere messe <strong>in</strong> atto per contrastare e gestire questi deficit; ad esempio:<br />

- utilizzare un corretto posizionamento delle strumentazioni <strong>di</strong> comando e regolazione rispettando<br />

le gerarchie <strong>di</strong> importanza delle operazioni<br />

- garantire sempre adeguati livelli d‟illum<strong>in</strong>amento<br />

- elim<strong>in</strong>are le <strong>in</strong>formazioni (e decorazioni) irrilevanti; il design deve essere il più semplice<br />

possibile<br />

- rispettare i livelli <strong>di</strong> contrasto tra scritte e sfondo (negli anziani oltre i 60 anni aumentare i livelli<br />

<strong>di</strong> contrasto)<br />

- usare la comb<strong>in</strong>azione Maiuscole/m<strong>in</strong>uscole per aumentare la leggibilità<br />

- usare superfici non riflettenti<br />

- rispettare le regole del contrasto cromatico, ed <strong>in</strong> particolare usare con prudenza le<br />

comb<strong>in</strong>azioni blu-viola-verde.<br />

Gli aspetti u<strong>di</strong>tivi costituiscono il problema più rilevante per l‟utenza anziana; <strong>in</strong> particolare le<br />

donne hanno per<strong>di</strong>te u<strong>di</strong>tive più significative a 500 e 1000 Hz , mentre gli uom<strong>in</strong>i a 3000, 4000,<br />

6000 Hz. Inoltre gli uom<strong>in</strong>i denunciano per<strong>di</strong>te u<strong>di</strong>tive alle alte frequenze me<strong>di</strong>amente 6 anni prima<br />

delle donne. Con l‟età <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uisce la capacità <strong>di</strong> comprendere le parole e l‟abilità <strong>di</strong> <strong>in</strong>terpretare e <strong>di</strong><br />

rispondere a <strong>in</strong>formazioni acustiche complesse o plurime. Alcune azioni progettuali che rispondono<br />

a queste mo<strong>di</strong>ficate esigenze sono:<br />

- sistemi per la regolazione del volume sonoro <strong>in</strong> base alle <strong>spec</strong>ifiche esigenze dell‟utente (questo<br />

anche per segnali sonori emessi da elettrodomestici)<br />

- possibilità <strong>di</strong> m<strong>in</strong>imizzare il rumore ambientale e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo<br />

- segnali <strong>di</strong> allarme e <strong>di</strong> avviso <strong>di</strong>versi da quelli già presenti nell‟ambiente per evitare<br />

sovrapposizioni; utilizzare <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni vocali <strong>in</strong> ambienti non vocali e viceversa<br />

- usare le frequenze più basse per i segnali <strong>di</strong> allarme e i messaggi urgenti o importanti.<br />

59


Relativamente agli aspetti cognitivi gli anziani non <strong>di</strong>fferiscono molto dai più giovani: essi possono<br />

apprendere molto bene, contrariamente a quanto si crede. L‟elemento che li <strong>di</strong>fferenzia è solo la<br />

velocità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, che comunque non è molto più bassa rispetto ad un giovane e <strong>di</strong>pende<br />

<strong>in</strong>oltre dal grado <strong>di</strong> familiarità che si ha con ciò che deve essere ricordato. Per le operazioni<br />

complesse gli anziani tendono a mantenere una velocità <strong>di</strong> esecuzione m<strong>in</strong>ore rispetto ai giovani,<br />

ma commettono meno errori.<br />

L’anziano e la guida <strong>di</strong> autoveicoli<br />

L‟automobile è utilizzata dai soggetti over 65 per circa l‟80% dei viaggi (percentuale <strong>in</strong> crescita)<br />

Circa il 90% dei soggetti tra 60 e 69 anni posseggono la patente <strong>di</strong> guida <strong>in</strong> Europa<br />

Il numero <strong>di</strong> <strong>in</strong>cidenti è m<strong>in</strong>ore tra gli anziani che tra i giovani < 25 anni (comunque con grande<br />

variabilità tra soggetti). L‟educazione stradale è migliorata nelle generazioni <strong>di</strong> anziani (ad es. gli<br />

anziani <strong>di</strong> adesso non guidano solitamente con il buio). Rallentamento dei processi <strong>di</strong> elaborazione<br />

dell‟<strong>in</strong>formazione. Prevalenza dell‟<strong>in</strong>put visivo; esplorazione visiva, visione periferica, impatto dei<br />

riflessi, m<strong>in</strong>ore efficienza <strong>di</strong> analisi della posizione spaziale degli oggetti<br />

Capacità u<strong>di</strong>tiva <strong>in</strong> decl<strong>in</strong>o, <strong>spec</strong>ialmente nelle frequenze alte (presbiacusia); <strong>di</strong>fficoltà<br />

nell‟identificare segnali <strong>di</strong> allarme. Le nuove tecnologie aiutano lo svolgimento del compito (scelta<br />

del miglior tragitto, avvisi <strong>di</strong> emergenza sugli <strong>in</strong>cidenti avvenuti o su <strong>in</strong>gorghi, miglioramento della<br />

visibilità nella nebbia, strumentazioni radar, <strong>in</strong>frarossi)<br />

ma richiedono anche un ulteriore processamento dell‟<strong>in</strong>formazione (percezione e comprensione del<br />

messaggio, gestione simultanea delle <strong>in</strong>formazioni dentro al veicolo con il compito <strong>di</strong> guida,<br />

attenzione <strong>di</strong>visa, azionamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> controllo)<br />

Livello operativo - controllo del veicolo, manovre automatizzate, imparate dall‟esperienza<br />

precedente, con circuiti retroattivi molto brevi<br />

Livello tattico - azioni <strong>in</strong> risposta alle con<strong>di</strong>zioni della strada e del traffico, percezione e<br />

valutazione<br />

Livello strategico - Processi consci e lenti che richiedono grande attenzione; l‟attenzione deve<br />

essere focalizzata ma anche ri-<strong>di</strong>rezionata.<br />

Il “campo visivo utile” (misura dell‟attenzione visiva) è correlato alla probabilità <strong>di</strong> avere un<br />

<strong>in</strong>cidente negli anziani.<br />

L‟efficienza dell‟attenzione <strong>di</strong>visa è correlata alla complessità della situazione (traffico, <strong>in</strong>croci,<br />

<strong>in</strong>nesti,..)<br />

L‟anziano necessita <strong>di</strong> ><strong>in</strong>formazioni e > tempo per prendere decisioni; il tempo <strong>di</strong> reazione > è<br />

causa <strong>di</strong> <strong>in</strong>cidenti caratteristici per questa età (<strong>in</strong>crocio con svolta a s<strong>in</strong>; presa <strong>di</strong> decisione sotto<br />

pressione temporale)<br />

Presentazione visiva delle <strong>in</strong>formazioni durante la guida<br />

Distanza occhi-cruscotto circa 70 cm (critica per presbiopia).<br />

Uso <strong>di</strong> lenti bifocali ; compito <strong>di</strong> accomodazione cont<strong>in</strong>ua tra cruscotto ed esterno.<br />

Dimensioni e contrasto (almeno 2.3 volte maggiore rispetto ai giovani) delle lettere presentate.<br />

Opacizzazione della lente del cristall<strong>in</strong>o causa <strong>in</strong>giallimento della visione dell‟ambiente; il colore<br />

più facilmente letto è il giallo, arancione, mentre il blu-verde e rosso risulta <strong>di</strong>fficoltoso.<br />

Presentazione <strong>di</strong> simboli e segni consente veloce <strong>di</strong>scrim<strong>in</strong>azione, lettura a > <strong>di</strong>stanza, doppia<br />

co<strong>di</strong>ficazione verbale/visuo-spaziale, migliore ricordo.<br />

Dim<strong>in</strong>uita capacità <strong>di</strong> adattarsi a rapide fluttuazioni della luce; zone <strong>di</strong> transizione buio-luce<br />

(entrata/uscita gallerie).<br />

L‟anziano ha <strong>di</strong>fficoltà a <strong>in</strong>tegrare risposte <strong>di</strong> tipo cognitivo con quelle <strong>di</strong> tipo motorio<br />

o quando la risposta è <strong>in</strong> conflitto con le risposte acquisite e automatizzate precedentemente<br />

Necessari tempi più <strong>di</strong>latati (stimolo osservato per più tempo e più frequentemente).<br />

60


Quale design per l’anziano?<br />

Evitare <strong>di</strong>splay <strong>di</strong> cattiva qualità (contrasto)<br />

Maggiori livelli <strong>di</strong> illum<strong>in</strong>azione e regolazione dell‟illum<strong>in</strong>azione per evitare i riflessi (uso <strong>di</strong> lenti<br />

oscurate)<br />

Segnali stradali (grandezza delle lettere, colori)<br />

Elim<strong>in</strong>are materiali con riflettanza <strong>spec</strong>ulare e utilizzare quelli con riflettanza <strong>di</strong>ffusa<br />

Evitare la presentazione visiva nel campo periferico<br />

Organizzazione del lavoro e anziano<br />

“Organizzazione atipica”- organizzazione del lavoro dove un sistema <strong>di</strong> alternanza tra i lavoratori<br />

viene usato per estendere il periodo <strong>di</strong> produzione oltre il normale 1/3 <strong>di</strong> 24 ore<br />

turni fissi(sempre matt<strong>in</strong>o, sempre notte)<br />

turni alternati (3 matt<strong>in</strong>e, 1 notte, 1 matt<strong>in</strong>a)<br />

turni flessibili (<strong>di</strong>sponibilità su chiamata)<br />

Questi ritmi <strong>in</strong>fluiscono grandemente sui processi biologici (mangiare, dormire, ..) e su quelli<br />

sociali (attività personali e familiari); <strong>in</strong>fluiscono sulla qualità <strong>di</strong> vita e a lungo andare possono<br />

causare alterazioni irreversibili nella salute e nella vita familiare.<br />

Il lavoro a turni può essere visto come un‟accelerazione o accentuazione <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong><br />

esaurimento che ha luogo durante l‟<strong>in</strong>vecchiamento.<br />

Raccomandazioni ILO per i lavoratori anziani (1980):<br />

Lavoratore anziano = chiunque <strong>in</strong>contri <strong>di</strong>fficoltà nell‟impiego e nell‟attività <strong>di</strong> lavoro a causa<br />

dell‟età<br />

Lavori usuranti (M<strong>in</strong>istero del Lavoro, 1992) = lavoro per cui è richiesto un impiego psicofisico<br />

particolarmente <strong>in</strong>tenso, cont<strong>in</strong>uativo e protratto, con<strong>di</strong>zionato da fattori che non possono essere<br />

prevenuti con misure idonee; determ<strong>in</strong>a negli esposti un deterioramento più precoce e più grave<br />

rispetto a quello causato dal solo <strong>in</strong>vecchiamento<br />

(lavoro notturno cont<strong>in</strong>uativo, lavoro alle l<strong>in</strong>ee <strong>di</strong> montaggio con ritmi v<strong>in</strong>colati, lavoro <strong>in</strong> galleria<br />

cava o m<strong>in</strong>iera, lavori <strong>in</strong> spazi ristretti-condotti, cunicoli, pozzi, fognature-, lavori <strong>in</strong> cassoni ad aria<br />

compressa, <strong>in</strong> celle frigorifere, autisti <strong>di</strong> mezzi rotabili <strong>di</strong> superficie, trattoristi, asportazione<br />

dell‟amianto, addetti alle serre e fungaie<br />

Salute mentale<br />

Mentre nel campo della salute fisica si sono ottenuti e si stanno ottenendo buoni risultati, nel campo<br />

della salute mentale la situazione è peggiorata. L‟OMS raccomanda <strong>di</strong> vigilare sulle situazioni a<br />

rischio, tra le quali <strong>in</strong>vecchiamento e luogo <strong>di</strong> lavoro<br />

Emarg<strong>in</strong>azione sociale e <strong>di</strong>scrim<strong>in</strong>azione nei confronti degli anziani, mobb<strong>in</strong>g (terrore psicologico)<br />

61


1. OSTACOLI<br />

CRITERI DI ACCESSIBILITA’ AMBIENTALE PER DISABILI - CHECKLIST<br />

Problema Soluzione<br />

Possono tutti gli oggetti protrundenti nel corso <strong>di</strong> un<br />

tragitto pedestre essere <strong>in</strong><strong>di</strong>viduati da un soggetto privo<br />

della vista che camm<strong>in</strong>a col bastone?<br />

Sono tutti gli ostacoli pendenti montati ad un‟altezza<br />

m<strong>in</strong>ima <strong>di</strong> 1.95-2 m?<br />

Possono tutti gli ostacoli posti lungo un tragitto pedestre<br />

essere <strong>in</strong><strong>di</strong>viduati da una persona con vista parziale?<br />

2. SEGNALI<br />

Sono gli spazi accessibili identificati dalla simbologia<br />

<strong>in</strong>terazionale <strong>di</strong> accessibilità ?<br />

Ci sono segnali <strong>di</strong>rezionali <strong>in</strong><strong>di</strong>canti le zone <strong>di</strong><br />

accessibilità?<br />

Sono le mappe, pannelli <strong>in</strong>formativi e segnali posti a muro<br />

montati ad un‟altezza tra 0.9 e 1.8 m?<br />

Sono i segnali chiari, semplici e facili da leggere?<br />

E‟ il colore dei segnali facile da <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guere?<br />

E‟ la superficie del segnale tale da prevenire i riflessi?<br />

E‟ il segnale supportato da una scritta <strong>in</strong> rilievo o da un<br />

testo Braille attiguo?<br />

E‟ la grandezza delle lettere adeguata alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />

lettura?<br />

Rimuovere tutti gli oggetti protrundenti.<br />

Porre segnali tattili <strong>in</strong> un‟area estesa almeno 0.6 m oltre<br />

l‟area <strong>di</strong> proiezione dell‟oggetto protrundente.<br />

Costruzione <strong>di</strong> una piattaforma rialzata <strong>di</strong> 0.1 m attorno<br />

all‟ostacolo. Porre un oggetto, facilmente <strong>in</strong><strong>di</strong>viduabili con<br />

un bastone, sulla pavimentazione sottostante l‟ostacolo<br />

pendente.<br />

Segnalare gli ostacoli all‟altezza degli occhi con striscie <strong>di</strong><br />

colori contrastanti, <strong>di</strong> lunghezza m<strong>in</strong>ima 0.3 m<br />

Segnalare gli spazi accessibili con i simboli <strong>in</strong>ternazionali<br />

<strong>di</strong> accessibilità<br />

Fornire i segnali <strong>di</strong>rezionali.<br />

Mo<strong>di</strong>ficare le altezze dei segnali posti troppo <strong>in</strong> alto o<br />

troppo <strong>in</strong> basso<br />

Colorare i testi; riposizionare i segnali.<br />

Uso <strong>di</strong> colori contrastanti<br />

Fornire una superficie anti-riflessi<br />

Aggiungere un testo <strong>in</strong> rilievo o <strong>in</strong> Braille.<br />

Mo<strong>di</strong>ficare la <strong>di</strong>mensione delle lettere.<br />

3. ARREDO STRADALE<br />

Il posizionamento dell‟arredo stradale ostruisce il libero Mo<strong>di</strong>ficare il posizionamento dell‟arredo stradale. Segnare<br />

passaggio dei pedoni?<br />

il posizionamento dell‟arredo stradale con segnali tattili.<br />

Possibilità <strong>di</strong> riposo. Esistono supporti per il riposo Fornire supporti per seduta ad <strong>in</strong>tervalli regolari tra i 100 e<br />

posizionati ad <strong>in</strong>tervalli regolari?<br />

200 m <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza.<br />

Esiste uno spazio aggiuntivo per una carrozz<strong>in</strong>a attiguo Riarrangiamento del posizionamento dei se<strong>di</strong>li<br />

alle panch<strong>in</strong>e e ai se<strong>di</strong>li pubblici?<br />

consentendo uno spazio attiguo aggiuntivo <strong>di</strong> almeno 1.2<br />

m.<br />

Sono i se<strong>di</strong>li pubblici ad un‟altezza <strong>di</strong> almeno 0.45-0.50<br />

m?<br />

Sono le superfici dei tavoli ad almeno 0.75-0.90 m <strong>di</strong><br />

altezza?<br />

Mo<strong>di</strong>fica delle altezze <strong>in</strong>adeguate<br />

Ci sono spazi per le g<strong>in</strong>occhia sotto i tavoli (altezza Mo<strong>di</strong>fica o sostituzione dei se<strong>di</strong>li e dei tavoli che sono<br />

m<strong>in</strong>ima 0.7 m, larghezza 0.8 m, profon<strong>di</strong>tà 0.6 m)? troppo bassi o troppo alti.<br />

Telefoni pubblici. C‟è almeno un telefono accessibile per Aggiustare una postazione telefonica per utenti <strong>in</strong><br />

un utente <strong>in</strong> carrozz<strong>in</strong>a?<br />

carrozz<strong>in</strong>a.<br />

C‟è almeno un telefono equipaggiato con supporto per<br />

l‟u<strong>di</strong>to?<br />

Installare controllo del volume e circuito ad <strong>in</strong>duzione.<br />

Le cifre sui tasti del telefono sono rialzate per consentire<br />

l‟identificazione al tatto?<br />

Installare tasti con numeri <strong>in</strong> rilievo<br />

Le attrezzature per l‟accessibilità sono segnalate? Aggiungere segnalazione<br />

Cassette della posta. Sono montate ad un‟altezza massima<br />

<strong>di</strong> 1.2-1.4 m?<br />

Mo<strong>di</strong>ficare l‟altezza dell‟apertura della cassetta<br />

Fontanelle dell‟acqua Mo<strong>di</strong>ficare le altezze e i controlli<br />

62


Sono montate ad un‟altezza approssimativa <strong>di</strong> 0.9 m?<br />

L‟apertura è controllabile a pugno chiuso?<br />

Macch<strong>in</strong>ette a gettoni. L‟apertura per l‟<strong>in</strong>serimento della<br />

moneta è montata ad un‟altezza massima <strong>di</strong> 1.2-1.4 m?<br />

4. TRAGITTI<br />

I tragitti sono privi <strong>di</strong> ostacoli?<br />

Il tragitto è privo <strong>di</strong> grad<strong>in</strong>i o <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivelli?<br />

Il percorso è facile da <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare?<br />

Il sentiero è largo almeno 0.9 m?<br />

La superficie del sentiero è livellata, omogenea e non<br />

sdrucciolevole? Il sentiero ha colori e tessitura <strong>di</strong>versi da<br />

quelli delle superfici a<strong>di</strong>acenti?<br />

I tomb<strong>in</strong>i sono <strong>di</strong>slocati al <strong>di</strong> fuori del tragitto pedestre? Le<br />

grate sono livellate rispetto alla pavimentazione?<br />

L‟apertura delle grate è ravvic<strong>in</strong>ata, al massimo a 13 mm?<br />

Gli angoli dei percorsi rialzati sono protetti? Ci sono<br />

barriere che separano i percorsi da aree piantumate, vasche<br />

e altri elementi architettonici?<br />

La piantumazione è tale da ostruire il percorso, risultare<br />

pericolosa per gli utenti, o dannosa per la pavimentazione?<br />

5. RAMPE A MARCIAPIEDE<br />

Sono <strong>di</strong>sposte la rampe a marciapiede per elim<strong>in</strong>are le<br />

<strong>di</strong>fferenze <strong>in</strong> livello tra la superficie della strada e i<br />

percorsi nei punti <strong>di</strong> attraversamento pedonale, su<br />

pendenze ripide, negli spazi <strong>di</strong> parcheggio accessibile, alle<br />

entrate dei palazzi?<br />

Le rampe a marciapiede sono <strong>in</strong>stallate ad ogni angolo <strong>di</strong><br />

<strong>in</strong>crocio? Per ogni rampa a marciapiede ce n‟è una sul lato<br />

opposto della strada ?<br />

Le rampe sono facili da identificare?<br />

Mo<strong>di</strong>ficare le altezze per le operazioni<br />

Rimuovere o ricollocare gli ostacoli; segnalarli con segnali<br />

tattili.<br />

Fornire un percorso alternativo accessibile. Costruire una<br />

rampa per superare grad<strong>in</strong>i o <strong>di</strong>slivelli.<br />

L<strong>in</strong>ee guida cont<strong>in</strong>ue naturali (siepi) o <strong>in</strong><strong>di</strong>cate tramite<br />

striscie colorate. Al cambio <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> aree<br />

pavimentate tattili (0.9 x 0.9 m). Fornire segnali tattili per<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>care marciapie<strong>di</strong>, scale, rampe o ostacoli.<br />

Allargare il sentiero. Rimuovere gli ostacoli e gli elementi<br />

architettonici che limitano la larghezza del sentiero.<br />

Sostituire i percorsi con ghiaia con superfici dalla tessitura<br />

uniforme; riparare buche e pavimentazioni slivellate.<br />

Applicare strisce <strong>in</strong> tessitura gommata sulle piastrelle<br />

scivolose.<br />

Riposizionare le grate al <strong>di</strong> fuori dei tragitti pedonali.<br />

Posizionare le grate a livello con la pavimentazione.<br />

Riposizionare le grate con strutture <strong>di</strong>verse.<br />

Costruire protezioni con altezza m<strong>in</strong>ima <strong>di</strong> 0.15 m.<br />

Sostituire i tipi <strong>di</strong> piante; ricollocarle. Pulire i sentieri <strong>in</strong><br />

modo regolare. Fornire segnali verticali <strong>di</strong> attenzione.<br />

Installare rampe a marciapiede; <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>are le pavimentazioni<br />

verso il livello della strada.<br />

Installare le rampe a marciapiede.<br />

Applicare una tessitura colorata alla superficie delle<br />

rampe. Costruire l<strong>in</strong>ee guida per <strong>di</strong>rezionare i pedoni sulle<br />

rampe.<br />

Allargare i percorsi. Aggiungere le rampe.<br />

Le rampe sono collocate fuori dalla usuale <strong>di</strong>rezione del<br />

flusso <strong>di</strong> pedoni?<br />

La massima pendenza della rampa è <strong>di</strong> 1:12 - 1:10 ? Riprogettare o sostituire le rampe ripide o pericolose.<br />

6. ATTRAVERSAMENTI PEDONALI<br />

La superficie della strada nei punti <strong>di</strong> attraversamento<br />

pedonale è livellata e non sdrucciolevole?<br />

La superficie della strada nei punti <strong>di</strong> attraversamento<br />

pedonale è facile da <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare? Sono <strong>in</strong>stallati semafori e<br />

lampioni <strong>in</strong> questi punti?<br />

I semafori hanno sia il segnale acustico che quello visivo?<br />

Il tempo m<strong>in</strong>imo per l‟attraversamento è adattato alla<br />

persona più lenta?<br />

I pulsanti per la prenotazione pedestre del verde sono<br />

posizionati ad un‟altezza <strong>di</strong> 1.2 m?<br />

Nelle zone <strong>di</strong> spartitraffico ci sono percorsi pedestri a<br />

livello, larghi almeno 1.5 m?<br />

Aggiungere una superficie non sdrucciolevole.<br />

Colorare le strisce, <strong>in</strong>stallare illum<strong>in</strong>azione stradale e<br />

semafori.<br />

Fornire sia il segnale acustico che quello visivo ai<br />

semafori.<br />

Ritardare il tempo <strong>di</strong>sponibile per l‟attraversamento<br />

pedestre.<br />

Posizionare i pulsanti ad un‟altezza <strong>di</strong> 1.2 m.<br />

Disporre percorsi pedestri a livello degli spartitraffico,<br />

larghi almeno 1.5 m.<br />

63


Accessibilità<br />

Accessibilità è un term<strong>in</strong>e che si riferisce sia all‟ambiente fisico che ai servizi per l‟<strong>in</strong>formazione e<br />

la comunicazione. Accesso non è un atto o una con<strong>di</strong>zione, ma si riferisce alla libertà <strong>di</strong> scelta<br />

nell‟<strong>in</strong>iziare, approcciare, comunicare con o fare uso <strong>di</strong> una situazione. L‟ambiente costituisce una<br />

larga parte della situazione alla quale si accede. L‟uguaglianza nella partecipazione ha luogo se è<br />

fornita pari opportunità attraverso misure che accrescono l‟accesso. Gli elementi dell‟accessibilità<br />

sono attributi della <strong>di</strong>sponibilità ambientale. Nel campo sanitario ad esempio, accessibilità def<strong>in</strong>isce<br />

un concetto che rappresenta il grado <strong>di</strong> adeguatezza tra l‟utente ed il sistema. Le c<strong>in</strong>que<br />

caratteristiche ambientali per l‟accesso al sistema sanitario delle persone <strong>di</strong>sabili sono:<br />

Accessibilità – Puoi recarti dove desideri?<br />

Accommodazione – Puoi svolgere quello che desideri?<br />

Disponibilità <strong>di</strong> risorse – Sono considerate le tue particolari necessità?<br />

Supporto sociale – Sei accettato dai tuoi vic<strong>in</strong>i?<br />

Uguaglianza – Sei trattato al pari degli altri?<br />

L’Universal design fornisce criteri per valutare l‟accessibilità <strong>in</strong> base alle <strong>in</strong>terazioni tra le persone<br />

e l‟ambiente. Il pr<strong>in</strong>cipio fondamentale è che la progettazione deve produrre oggetti ed ambienti<br />

fruibili da tutte le persone, alla massima estensione possibile, considerando il contesto sociale, la<br />

persona nella sua totalità, considerando l‟età ed i fattori culturali<br />

World Health Organization (2002) def<strong>in</strong>isce l‟accessibilità come segue:<br />

Orientamento- hai accesso alle <strong>in</strong>formazioni <strong>di</strong> cui abbisogni?<br />

In<strong>di</strong>pendenza – hai la possibilità <strong>di</strong> scegliere quello che preferisci?<br />

Mobilità – puoi recarti dove desideri?<br />

Occupazione del Tempo - puoi occuparti <strong>in</strong> quello che più ti piace?<br />

Integrazione sociale – sei accettato dagli altri?<br />

Autonomia Economica – <strong>di</strong>sponi delle risorse <strong>di</strong> cui necessiti?<br />

Cambiamenti, Transizione- sei preparato per i cambiamenti?<br />

L‟Accessibilità non riguarda esclusivamente uno <strong>spec</strong>ifico gruppo sociale, ma è un prerequisito<br />

essenziale per il progresso <strong>di</strong> tutti.<br />

Progresso nelle tecnologie e accessibilità per tutti<br />

L‟accessibilità ambientale ha notevoli <strong>in</strong>fluenze su <strong>di</strong>versi aspetti della vita. La sua crescente<br />

rilevanza come problema <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>scute riflette il cambiamento da un modello me<strong>di</strong>co della<br />

<strong>di</strong>sabilità, facente leva sulla assistenza e protezione delle persone <strong>di</strong>sabili per adattarsi a strutture<br />

sociali “normali”, ad un modello sociale che pone maggiore attenzione alla promozione e<br />

partecipazione dell‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo e alla mo<strong>di</strong>ficazione degli ambienti verso l‟uguaglianza delle<br />

opportunità per tutti. L‟avanzamento tecnologico negli ambienti fisici è riflesso da una notevole<br />

varietà <strong>di</strong> materiali che favoriscono l‟accessibilità <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> uso, durabilità, progettazione<br />

ergometrica. Gran<strong>di</strong> contributi sono <strong>in</strong>oltre rappresentati dalla pubblicazione <strong>di</strong> l<strong>in</strong>ee guida per<br />

l‟ideazione e progettazione <strong>di</strong> ambienti <strong>di</strong> uso comune.<br />

64


UNIVERSAL DESIGN<br />

Il pr<strong>in</strong>cipio dell‟Universal Design consiste nel progettare ambienti, oggetti e servizi utilizzabili dalla<br />

maggior parte delle persone senza dover ricorrere a successive mo<strong>di</strong>ficazioni o ad una progettazione<br />

ad hoc.<br />

PRINCIPI DEL DESIGN UNIVERSALE<br />

Questi pr<strong>in</strong>cipi sono stati elaborati da un gruppo <strong>di</strong> esperti del “Norvegian State Council on <strong>di</strong>sability” (Oslo, 1997) e<br />

servono per tenere conto <strong>di</strong> tutte le possibili esigenze degli utenti (compresi bamb<strong>in</strong>i,anziani, <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui con limitazioni<br />

motorie o sensoriali) nella progettazione, organizzazione, realizzazione <strong>di</strong> un prodotto, ambiente, attività.<br />

I sette pr<strong>in</strong>cipi def<strong>in</strong>iti dall'Universal Design sono:<br />

1. equità d'uso<br />

2. flessibilità <strong>di</strong> uso<br />

3. uso semplice ed <strong>in</strong>tuitivo. L'uso del progetto sia facile da capire, <strong>in</strong><strong>di</strong>pendentemente<br />

dall'esperienza dell'utente, conoscenza, perizia <strong>di</strong> l<strong>in</strong>guaggio, o capacità <strong>di</strong> concentrazione<br />

4. <strong>in</strong>formazione accessibile<br />

5. tolleranza agli errori<br />

6. sforzo fisico m<strong>in</strong>imo<br />

7. <strong>di</strong>mensione e spazio per l'uso adatto a qualsiasi utente, senza limiti per la capacità <strong>di</strong><br />

movimento, la postura e la <strong>di</strong>mensione del corpo.<br />

65


LE ATTIVITA’ DELL’UOMO<br />

Prestazione umana<br />

L‟operatore umano è un‟entità complessa per l‟<strong>in</strong>terazione <strong>di</strong> fattori psicologici (motivazione,<br />

<strong>in</strong>teresse, caratteristiche personali), mentali (razionalità, responsabilità, <strong>in</strong>certezza, strategie), fisici<br />

(tollerabilità, durata). Gli <strong>in</strong><strong>di</strong>catori utilizzati <strong>in</strong> ergonomia sono:<br />

1) psicologici-percettivi (sforzo percepito)<br />

2) fisiologici (frequenza car<strong>di</strong>aca, pressione arteriosa)<br />

3) <strong>di</strong> performance (potenza, durata).<br />

Si procede perciò tramite <strong>in</strong>terviste, questionari (1) rilevazioni strumentali (2) ed osservazione dello<br />

svolgimento delle attività o simulazioni (3).<br />

Analisi delle attività<br />

Processo che serve ad <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare le fasi o i fattori <strong>di</strong> rischio contenuti <strong>in</strong> un lavoro, a def<strong>in</strong>ire i<br />

requisiti essenziali per lo svolgimento <strong>di</strong> un lavoro, e a stu<strong>di</strong>are eventuali mo<strong>di</strong>fiche organizzative,<br />

strutturali o <strong>in</strong>gegneristiche. Sia le richieste fisiche, che quelle mentali e percettive sono <strong>di</strong> <strong>in</strong>teresse<br />

per l‟ergonomia. Il lavoro fisico può essere quantificato misurando ciò che il lavoratore fa, e cioè: i<br />

pesi movimentati, i compiti lavorativi, le <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> presa, le altezze, le ripetizioni, le posture. In<br />

questo caso le risposte fisiologche possono essere monitorate; <strong>in</strong>lcudono la frequenza car<strong>di</strong>aca, la<br />

pressione arteriosa, la respirazione, il metabolismo, la temperatura corporea, l„attività muscolare. Il<br />

lavoro mentale e percettivo <strong>in</strong>clude il prendere decisioni e utilizzare i sensi (vista, u<strong>di</strong>to, tatto).<br />

Questo può essere valutato monitorando la performance, ad esempi: il tempo necessario per<br />

completare un compito, l‟abilità <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare oggetti-target<br />

ASPETTI PSICOSOCIALI NEL LAVORO<br />

SINDROME DI BURNOUT<br />

S<strong>in</strong>drome <strong>di</strong>sfunzionale al carico emotivo derivante dal cont<strong>in</strong>uo confronto con situazioni <strong>di</strong><br />

sofferenza; tipico delle “help<strong>in</strong>g professions”<br />

La s<strong>in</strong>drome <strong>di</strong> burnout associa, alle consuete manifestazioni s<strong>in</strong>tomatologiche <strong>di</strong> stress lavorativo,<br />

l‟aspetto peculiare della depersonalizzazione, conseguente ad esaurimento delle risorse emozionali<br />

e responsabile dell‟atteggiamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco nei confronti degli utenti.<br />

LA COMPONENTE PSICOSOCIALE<br />

Tra gli aspetti caratterizzanti il lavoro e l‟ambiente <strong>di</strong> lavoro vengono <strong>in</strong><strong>di</strong>viduati come potenziali<br />

fattori <strong>di</strong> rischio (Niosh, 1998):<br />

- sod<strong>di</strong>sfazione lavorativa<br />

- carico mentale<br />

- monotonia<br />

- supporto sociale<br />

- carico <strong>di</strong> lavoro<br />

- controllo del lavoro<br />

- <strong>in</strong>sicurezza del lavoro<br />

- carico psicologico.<br />

Nello <strong>spec</strong>ifico dei <strong>di</strong>sturbi a carico del tratto lombosacrale del rachide, vengono <strong>in</strong><strong>di</strong>cate<br />

correlazioni positive tra LBP (Low back Pa<strong>in</strong>) e <strong>in</strong>sod<strong>di</strong>sfazione lavorativa, monotonia dei compiti,<br />

percezione soggettiva <strong>di</strong> un <strong>in</strong>cremento dei carichi e dei ritmi <strong>di</strong> lavoro, limitata <strong>di</strong>screzionalità<br />

nella gestione del lavoro, scarso supporto sociale, percezione <strong>di</strong> essere abile alla ripresa del lavoro.<br />

Tali elementi si configurano come potenziali stressori che richiedono all‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo l‟impegno<br />

cont<strong>in</strong>uo delle proprie risorse adattive e della capacità <strong>di</strong> <strong>in</strong>teragire efficacemente con le mutevoli<br />

con<strong>di</strong>zioni ambientali. La percezione soggettiva <strong>di</strong> una <strong>di</strong>screpanza tra le richieste ambientali e le<br />

66


proprie capacità <strong>di</strong> farvi fronte può generare una risposta a<strong>spec</strong>ifica <strong>di</strong> tensione e apprensione che,<br />

se protratta nel tempo, può avere effetti negativi sulla salute. Recenti ricerche <strong>di</strong>mostrano che<br />

l‟esposizione a stressori può avere un effetto sull‟equilibrio neuroendocr<strong>in</strong>o, <strong>in</strong> particolare per quanto<br />

riguarda sostanze quali catecolam<strong>in</strong>e -ep<strong>in</strong>efr<strong>in</strong>a e norep<strong>in</strong>efr<strong>in</strong>a – i glucocorticoi<strong>di</strong> e l‟ormone<br />

adenocorticotropo.<br />

Nello <strong>spec</strong>ifico dei <strong>di</strong>sturbi da LBP, il meccanismo <strong>di</strong> azione <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> spiegare la correlazione<br />

esistente tra stressori e LBP non è stato ancora <strong>di</strong>mostrato. Alcune ipotesi risultano essere:<br />

- la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale a reagire agli stressori con un <strong>in</strong>cremento della tensione dei<br />

muscoli parasp<strong>in</strong>ali che può portare a spasmo muscolare riflesso, deplezione <strong>di</strong> ossigeno nei<br />

tessuti e rilascio <strong>di</strong> pr<strong>in</strong>cipi attivi che possono <strong>in</strong>durre dolore. L‟<strong>in</strong>cremento della reattività<br />

muscolare può generare un circolo <strong>di</strong> mantenimento del s<strong>in</strong>tomo.<br />

- Alcuni stu<strong>di</strong> sperimentali che utilizzano la registrazione EMG parasp<strong>in</strong>ale <strong>in</strong> risposta a stressori<br />

non correlati al lavoro <strong>di</strong>mostrano che soggetti con LBP cronico hanno una attività mioelettrica<br />

<strong>di</strong> base simile a quella dei soggetti <strong>di</strong> controllo , ma a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> questi ultimi <strong>di</strong>mostrano un<br />

tempo <strong>di</strong> recupero più <strong>di</strong>latato. Ciò pare <strong>in</strong><strong>di</strong>care che il processo <strong>di</strong> recupero possa essere<br />

<strong>in</strong>sufficiente.<br />

- Una recente ricerca osserva che l‟esposizione a stress psicologico durante un compito <strong>di</strong><br />

movimentazione carichi porta ad un maggior co-contrazione dei muscoli sp<strong>in</strong>ali e ad un<br />

significativo <strong>in</strong>cremento della compressione sp<strong>in</strong>ale e della fasce muscolari laterali.<br />

LA COMPONENTE PSICOSOCIALE NELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO<br />

La valutazione dei fattori psicosociali viene generalmente effettuato attraverso la somm<strong>in</strong>istrazione<br />

<strong>di</strong> questionari autocompilati che costituiscono uno strumento adeguato alla raccolta <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni<br />

circa la percezione soggettiva delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro. La compilazione dei questionari avviene <strong>in</strong><br />

forma anonima , per garantire riservatezza al lavoratore e per una raccolta dei dati il più possibile<br />

libera da pressioni e timori. Uno dei questionari maggiormente utilizzati è il Job Content<br />

Questionnaire (JCQ) <strong>di</strong> Karasek e Teorell. La versione standard contempla 49 items e comprende<br />

tre chiavi <strong>di</strong> misura delle caratteristiche del lavoro:<br />

- Autonomia decisionale (Decision latitude): <strong>di</strong>screzionalità e competenze del lavoratore a gestire<br />

il proprio lavoro<br />

- Carico del lavoro (Job demand): valutazione dei ritmi <strong>di</strong> lavoro e della rapi<strong>di</strong>tà con la quale il<br />

lavoratore deve processare l‟<strong>in</strong>formazione e trovarvi adeguata risposta<br />

- Supporto sociale (Social support) : presenza <strong>di</strong> sostegno sociale da parte dei colleghi e dei<br />

superiori.<br />

Attraverso questo strumento è possibile identificare quattro con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro caratterizzate da:<br />

- elevata domanda con bassa <strong>di</strong>screzionalità: lavoro caratterizzato da compiti impegnativi che non<br />

possono essere gestiti <strong>in</strong> autonomia<br />

- bassa domanda con bassa <strong>di</strong>screzionalità: lavoro povero <strong>di</strong> contenuti che <strong>di</strong>s<strong>in</strong>centiva lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> risorse e capacità <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali<br />

- elevata domanda con elevata <strong>di</strong>screzionalità: lavoro ricco <strong>di</strong> contenuti che richiede<br />

appren<strong>di</strong>mento e rapi<strong>di</strong>tà decisionale<br />

- bassa domanda con elevata <strong>di</strong>screzionalità: lavoro che può essere gestito <strong>in</strong> autonomia<br />

dall‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo e senza pressioni.<br />

Tale modello <strong>in</strong><strong>di</strong>ca nella <strong>di</strong>screpanza tra elevata domanda e bassa libertà decisionale una<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> stress lavorativo percepito. E‟ stato ampiamente impiegato <strong>in</strong> stu<strong>di</strong> descrittivi che<br />

<strong>in</strong>dagano la componente psicosociale del rischio con stu<strong>di</strong> epidemiologici su l‟effetto dei fattori<br />

psicosociali sul rischio car<strong>di</strong>ovascolare e muscoloscheletrico.<br />

La Mood Scale <strong>di</strong> Kjellnerg e Iwanowski saggia la percezione soggettiva relativamente allo stato <strong>di</strong><br />

tensione e <strong>di</strong> attivazione (arousal). Tradotto dalla batteria neuromportamentale svedese, è costituito<br />

67


da 12 item: le due <strong>di</strong>mensioni <strong>in</strong>dagate consentono <strong>di</strong> identificare quattro modalità <strong>di</strong> <strong>in</strong>terazione<br />

con l‟ambiente: attiva, passiva, stressata e rilassata. Tale strumento si è <strong>di</strong>mostrato atten<strong>di</strong>bile e<br />

sensibile ai cambiamenti dello stato <strong>di</strong> attivazione e <strong>di</strong> stress.<br />

La versione italiana del Maslach Burnout Inventory (MBI) è il test più utilizzato nelle ricerche<br />

italiane per la valutazione degli stati <strong>di</strong> burnout. E‟ composto da 22 items non consecutivi che<br />

<strong>in</strong>dagano le tre <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> Esaurimento Emotivo (EE), Depersonalizzazione (DP) e<br />

Realizzazione Personale (PA) caratterizzanti la s<strong>in</strong>drome; il burnout è considerato una variabile<br />

cont<strong>in</strong>ua e non <strong>di</strong>cotomica.<br />

E‟ stata <strong>in</strong>oltre evidenziata una corrispondenza significativa tra la <strong>di</strong>mensione del JCG <strong>di</strong> Karasek<br />

“maggior carico lavorativo e m<strong>in</strong>or <strong>di</strong>screzionalità” con livelli elevati <strong>di</strong> esaurimento psicofisico<br />

valutato dalla <strong>di</strong>mensione EE del MBI.<br />

Di recente pubblicazione il questionario OSI (Occupational Stress In<strong>di</strong>cator) <strong>in</strong>daga, <strong>in</strong>sieme alla<br />

presenza <strong>di</strong> potenziali stressori legati al lavoro e all‟ambiente <strong>di</strong> lavoro, le caratteristiche<br />

dell‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo e le modalità con le quali <strong>in</strong>teragiscono con l‟ambiente. Questo strumento qu<strong>in</strong><strong>di</strong><br />

valuta gli elementi caratterizzanti il lavoro e l‟ambiente <strong>di</strong> lavoro, i fattori extra lavorativi e le<br />

caratteristiche psicologiche <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali. E‟ composto da 167 items raggruppati <strong>in</strong> sei sezioni, a<br />

complemento del test una sezione <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong> dati biografici. E‟ stato standar<strong>di</strong>zzato <strong>in</strong> Italia su <strong>di</strong><br />

un campione <strong>di</strong> 534 donne e 319 uom<strong>in</strong>i appartenenti a <strong>di</strong>versi contesti lavorativi.<br />

Un approccio che <strong>di</strong>fferisce dalla somm<strong>in</strong>istrazione <strong>di</strong> test è quello dell‟analisi delle Congruenze<br />

Organizzative (OC) che permette <strong>di</strong> identificare gli elementi <strong>di</strong> costrittività <strong>in</strong>siti nel lavoro<br />

organizzato. Le costrittività organizzative limitano necessariamente l‟autonomia decisionale dei<br />

s<strong>in</strong>goli. In una logica che vede il lavoro organizzato passibile <strong>di</strong> correzioni e mo<strong>di</strong>fiche,<br />

l‟identificazione degli elementi <strong>di</strong> costrittività consente <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare ed attuare strategie<br />

d‟<strong>in</strong>tervento f<strong>in</strong>alizzate alla loro riduzione <strong>in</strong> un‟ottica <strong>di</strong> promozione del benessere dei lavoratori.<br />

Il metodo delle Congruenze Organizzative si fonda su un‟analisi condotta attraverso l‟osservazione<br />

<strong>di</strong>retta e un‟<strong>in</strong>tervista al lavoratore; valutare il processo organizzativo è ricerca dei gra<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

congruenza tra le tre componenti relative a :<br />

- struttura dei compiti : i compiti e le loro relazioni<br />

- svolgimento delle attività: tutto ciò che concerne l‟attività, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> persone, luoghi, mo<strong>di</strong> e tempi<br />

- conoscenze tecniche : le conoscenze necessarie per l‟assolvimento dei compiti.<br />

68


Prevenzione dell’errore umano<br />

Esistono degli schemi tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> causalità che necessitano <strong>di</strong> essere cambiati; occorre<br />

considerare i veri fattori <strong>di</strong> rischio e le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> rischio, che possono derivare anche da scelte<br />

organizzative.<br />

Il processo <strong>di</strong> analisi e ricerca dell‟errore deve servire ad aumentare il livello <strong>di</strong> sicurezza generale,<br />

e non a “trovare il colpevole”.<br />

L‟approccio preventivo si def<strong>in</strong>isce attraverso le seguenti fasi: Analisi degli errori, applicazione <strong>di</strong><br />

nuove procedure, formazione del personale, dotazione <strong>di</strong> attrezzature ed ambienti funzionali.<br />

L‟approccio tra<strong>di</strong>zionale si caratterizzava per la ricerca della responsabilità <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale,<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>viduando come cause possibili dell‟errore la negligenza, la superficialità, la <strong>di</strong>sattenzione,<br />

l‟<strong>in</strong>osservanza <strong>di</strong> regole o protocolli, l‟<strong>in</strong>competenza professionale. E‟ una visione che dà un senso<br />

<strong>di</strong> sicurezza: <strong>in</strong> base a una rigida <strong>di</strong>visione dei ruoli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidua il colpevole e lo punisce. Tuttavia non<br />

risolve il problema alla base, ma solo apparentemente.<br />

L‟approccio sistemico propone <strong>in</strong>vece <strong>di</strong> organizzare l‟attività <strong>in</strong> modo da rendere <strong>di</strong>fficile alle<br />

persone il fare le cose sbagliate. L‟errore non è un problema dell‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo (errore attivo), ma una<br />

caduta delle <strong>di</strong>fese del sistema (errore latente); la responsabilità si sposta notevolmente anche verso<br />

il gestore del sistema che costruisce l‟ambiente operativo (organizzazione <strong>di</strong> orari, procedure).<br />

L’importanza dell’organizzazione<br />

Spostare l‟enfasi sull‟organizzazione anzichè sull‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo non vuole significare una<br />

sottovalutazione dell‟importanza della professionalità <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale; anzi, la pr<strong>in</strong>cipale f<strong>in</strong>alità <strong>di</strong> una<br />

buona organizzazione è quella <strong>di</strong> mettere <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zione i professionisti <strong>di</strong> poter esprimere al meglio<br />

la loro competenza <strong>in</strong> assoluta sicurezza. E‟ evidente che l‟esplicitazione del come si lavora, <strong>di</strong><br />

come vengono prese le decisioni e del coord<strong>in</strong>amento delle competenze sono tutti aspetti che<br />

contribuiscono alla sicurezza <strong>in</strong>tesa come controllo e gestione del rischio (ve<strong>di</strong> anche processo <strong>di</strong><br />

accre<strong>di</strong>tamento), <strong>in</strong>sieme alla formazione orientata ai gruppi <strong>di</strong> lavoro (multiprofessionalità e<br />

collaborazione), alla semplificazione delle procedure e dei percorsi.<br />

Sistema <strong>di</strong> report<strong>in</strong>g: ogni operatore dovrebbe contribuire alla identificazione dei potenziali errori,<br />

al f<strong>in</strong>e della loro graduale elim<strong>in</strong>azione (ve<strong>di</strong> “scatola nera” <strong>in</strong> aereonautica); tuttavia è <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile<br />

realizzazione <strong>in</strong> quanto spesso <strong>in</strong> molte aziende vige ancora un clima ispettivo.<br />

Teoria cognitiva per l’analisi degli errori<br />

Tre tipi <strong>di</strong> azione correlate a <strong>spec</strong>ifici meccanismi cognitivi e tipi <strong>di</strong> errori:<br />

Skill based – si verifica quando è richiesta abilità nell‟eseguire un compito; lo svolgimento avviene<br />

<strong>in</strong> modo automatico (<strong>in</strong>conscio) e semplice; non richiede un‟approfon<strong>di</strong>ta conoscenza dei<br />

meccanismi sottostanti e non necessita <strong>di</strong> istruzioni Errori tipo Slips e Lapsus<br />

Rule based – si verifica quando le azioni vengono svolte seguendo una regola ottenuta<br />

dall‟esperienza o da istruzioni Rule Based Mistakes<br />

Knowledge based (conscio) – quando l‟azione è basata su ragionamento, <strong>in</strong>ferenza e giu<strong>di</strong>zio, o <strong>in</strong><br />

situazioni nuove, può succedere <strong>di</strong> possedere le giuste <strong>in</strong>formazioni, ma <strong>di</strong> non essere <strong>in</strong> grado <strong>di</strong><br />

applicarle <strong>in</strong> relazioni alle circostanze presenti Knowledge Based Mistakes<br />

I tipi <strong>di</strong> errori<br />

Slips - l‟automatismo fallisce, la pianificazione è valida, ma l‟esecuzione è carente (es. la ricetta<br />

me<strong>di</strong>ca illeggibile e dà luogo all‟uso <strong>di</strong> un farmaco sbagliato);<br />

Lapsus – consiste <strong>in</strong> un fallimento della memoria; non si manifesta necessariamente, ma risulta<br />

evidente solo per chi lo esperisce<br />

Mistakes – è un errore nella pianificazione, conseguente da giu<strong>di</strong>zi e valutazione sbagliate<br />

69


Rule base mistakes – si verifica quando viene scelta ed applicata la regola sbagliata (c‟è stata una<br />

percezione errata della situazione); es. prescrivo un farmaco sbagliato rispetto alla patologia da<br />

trattare, oppure prescrivo il farmaco giusto ma <strong>in</strong> dosi sbagliate rispetto alla patologia<br />

Knowledge based mistakes – errore conseguente alla mancanza <strong>di</strong> conoscenze o alla loro scorretta<br />

applicazione (anche violazioni <strong>di</strong> rout<strong>in</strong>e)<br />

Errori attivi - associati alle prestazioni degli operatori <strong>di</strong> prima l<strong>in</strong>ea; gli effetti sono<br />

imme<strong>di</strong>atamente percepiti<br />

Errori latenti - relativi ad attività <strong>di</strong>stanti (nello spazio e nel tempo) e possono restare silenti per<br />

lungo tempo<br />

Metodo <strong>di</strong> analisi degli errori<br />

Metodo che deriva dagli stu<strong>di</strong> sull‟affidabilità meccanica; può essere applicato a <strong>di</strong>versi livelli del<br />

processo <strong>di</strong> lavoro; è un modello flessibile per <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare errori sia attivi che latenti; lo scopo è <strong>di</strong><br />

rendere evidenti gli errori latenti del sistema che altrimenti resterebbero oscuri.<br />

Bisogna farsi le seguenti domande:<br />

- Quali caratteristiche del sistema non sono state <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re che uno slip, un mistake o una<br />

violazione evolvesse <strong>in</strong> un <strong>in</strong>cidente / <strong>in</strong>fortunio? (effettuare una raccolta dei fatti <strong>in</strong> sequenza<br />

temporale ed analizzare i fatti)<br />

- Quali cambiamenti del sistema potrebbero impe<strong>di</strong>re che un errore attivo contribuisca alla<br />

sequenza <strong>di</strong> eventi che culm<strong>in</strong>a <strong>in</strong> un <strong>in</strong>cidente / <strong>in</strong>fortunio? (ipotizzare le misure <strong>di</strong><br />

prevenzione)<br />

FASI:<br />

- Identificare la sequenza dei fatti che contribuisce all‟<strong>in</strong>cidente / <strong>in</strong>fortunio<br />

- Identificare all‟<strong>in</strong>terno della sequenza, gli errori attivi<br />

Identificare all‟<strong>in</strong>terno della sequenza, i punti che rappresentano gli errori latenti<br />

Azioni che<br />

violano la<br />

sicurezza<br />

Azioni non<br />

secondo le<br />

<strong>in</strong>tenzioni<br />

Azioni<br />

secondo le<br />

<strong>in</strong>tenzioni<br />

Slips<br />

Lapsus<br />

Mistakes<br />

Violazioni<br />

Errori <strong>di</strong> attenzione (omissioni,<br />

<strong>in</strong>versioni)<br />

Errori <strong>di</strong> memoria (confusioni,<br />

oblìo)<br />

Rule based (applicazione erronea <strong>di</strong><br />

regole / applicazione <strong>di</strong> regole errate)<br />

Knowledge based (varie forme)<br />

Violazioni <strong>di</strong> rout<strong>in</strong>e, violazioni<br />

eccezionali, atti <strong>di</strong> sabotaggio<br />

70


Sequenza degli eventi Errori Attivi Errori latenti<br />

9. Morte del paziente <strong>in</strong> seguito a trasfusione<br />

8. Coagulazione del sangue del paziente<br />

7. La trasfusione è <strong>in</strong>terrotta<br />

6. E‟ scoperto l‟errore <strong>di</strong> trasfusione<br />

5. Viene praticata la trasfusione<br />

4. L‟anestesista attesta senza verificare che il sangue<br />

selezionato è quello del paziente<br />

3. L‟anestesista ritiene che il sangue selezionato per<br />

il paziente sia quello giusto<br />

2. L‟<strong>in</strong>fermiera della sala operatoria seleziona il<br />

sangue dal frigorifero<br />

1. Il sangue del paziente viene spostato dalla banca<br />

del sangue al frigorifero della sala operatoria<br />

Violazione<br />

Rule based mistake Sistema <strong>di</strong><br />

immagazz<strong>in</strong>are il<br />

sangue <strong>di</strong> pazienti<br />

<strong>di</strong>versi nel frigorifero<br />

della sala operatoria<br />

Rule based mistake “<br />

Metodo impiegato <strong>in</strong> au<strong>di</strong>t cl<strong>in</strong>ici o nello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> eventi sent<strong>in</strong>ella <strong>in</strong> ambito sanitario<br />

71


STRESS<br />

Cos’è: risposte fisiche ed emozionali che si generano quando le richieste lavorative non si appaiano<br />

bene con le capacità, le risorse o i bisogni del lavoratore. Stress <strong>di</strong>verso dalla sfida, dall‟occasione<br />

che ci attiva e ci motiva; questa ci rende rilassati e sod<strong>di</strong>sfatti, ed è un importante <strong>in</strong>gre<strong>di</strong>ente per il<br />

lavoro produttivo e per il benessere.<br />

Quali cause? L‟appaiamento tra caratteristiche del lavoratore e le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro costituisce la<br />

causa pr<strong>in</strong>cipale dello stress. La personalità e la strategia <strong>di</strong> cop<strong>in</strong>g sono elementi importanti;<br />

tuttavia è stato <strong>di</strong>mostrato che certe con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro risultano stressanti per la maggior parte<br />

delle persone.<br />

Con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro (stressori) fattori <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali Rischio <strong>di</strong> <strong>in</strong>cidente e <strong>di</strong> malattia<br />

Alcuni fattori possono aiutare a ridurre gli effetti <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro stressanti:<br />

- equilibrio tra lavoro e famiglia o vita personale<br />

- supporto tra amici e collaboratori<br />

- visione rilassata e positiva nei confronti della vita<br />

Le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro che possono portare a stress:<br />

- Le caratteristiche del compito : pesantezza, mancanza <strong>di</strong> pause, orario <strong>di</strong> lavoro prolungato e<br />

turni, compiti rout<strong>in</strong>ari con scarso significato, che non valorizzano le risorse <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali, scarsa<br />

possibilità <strong>di</strong> controllo e decisione [es. lavoro fisso al computer, poco spazio <strong>di</strong>sponibile per il<br />

riposo o per azioni <strong>di</strong> propria <strong>in</strong>iziativa]<br />

- Lo stile del management: mancanza <strong>di</strong> partecipazione dei lavoratori alla presa <strong>di</strong> decisioni,<br />

scarsa comunicazione all‟<strong>in</strong>terno dell‟azienda [es. necessità <strong>di</strong> ottenere l‟approvazione dl capo<br />

per ogni piccola cosa, <strong>in</strong>sensibilità ai problemi familiari]<br />

- Le relazioni <strong>in</strong>terpersonali: ambiente sociale povero e mancanza <strong>di</strong> supporto o aiuto dai<br />

collaboratori e supervisori [es. isolamento fisico che riduce le opportunità <strong>di</strong> <strong>in</strong>terazione con<br />

altri o le possibilità <strong>di</strong> collaborazione e aiuto]<br />

- I ruoli: ruoli conflittuali o ambigui, troppa responsabilità, troppi ruoli da impersonificare. [es.<br />

situazioni <strong>di</strong>fficili da gestire nella quali bisogna accontentare sia il cliente che le attese della<br />

compagnia]<br />

- Preoccupazioni relative alla carriera: <strong>in</strong>sicurezza del lavoro e mancanza <strong>di</strong> opportunità per<br />

crescita, avanzamenti, promozioni; cambiamenti repent<strong>in</strong>i ai quali i lavoratori non sono<br />

preparati. [es. riorganizzazione, <strong>in</strong>certezza sul futuro]<br />

- Con<strong>di</strong>zioni ambientali: con<strong>di</strong>zioni fisiche spiacevoli o pericolose, come affollamento, rumore,<br />

<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento, problemi ergonomici. [es. esposizione a rumore costante]<br />

Stress e salute<br />

In con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stress, il livello <strong>di</strong> ormoni secreti e circolanti varia <strong>in</strong> funzione <strong>di</strong> un maggior stato<br />

<strong>di</strong> allerta dell‟organismo (significato <strong>di</strong> preparazione per azione <strong>di</strong>fensiva): sensi allertati, maggior<br />

stato <strong>di</strong> tensione dei muscoli, accelerazione del battito car<strong>di</strong>aco e della respirazione (def<strong>in</strong>ita anche<br />

“fight or flight response”, cioè “combatti o fuggi”). E‟ <strong>in</strong> pratica un adattamento preprogrammato<br />

biologicamente dell‟organismo che si prepara per far fronte ad una situazione <strong>di</strong> pericolo. Se gli<br />

episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> stress sono <strong>di</strong> breve durata o poco frequenti, rappresentano un basso livello <strong>di</strong> rischio;<br />

quando però la situazione <strong>di</strong> stress è prolungata e permane irrisoluta, l‟organismo si trova <strong>in</strong> uno<br />

stato <strong>di</strong> costante iper-attivazione che <strong>in</strong>debolisce l‟organismo e lo espone ad un maggior rischio <strong>di</strong><br />

<strong>in</strong>cidenti. Ci sono alcuni precoci <strong>di</strong> stress che sono facilmente riconoscibili: alterazioni dell‟umore e<br />

del sonno, mal <strong>di</strong> testa, <strong>di</strong>fficoltà nella concentrazione, morale basso, <strong>in</strong>sod<strong>di</strong>sfazione sul lavoro,<br />

<strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong>gestivi, relazioni alterate con i familiari e gli amici. Gli effetti sul lungo periodo (cronici)<br />

sono più <strong>di</strong>fficili da monitorare, <strong>in</strong> quanto si sviluppano man mano <strong>in</strong> un periodo prolungato e sono<br />

72


soggetti anche ad altri tipi <strong>di</strong> fattori; è comunque provato che lo stress gioca un ruolo determ<strong>in</strong>ante<br />

nello sviluppo <strong>di</strong> malattie car<strong>di</strong>ovascolari, muscoloscheletriche, psicologiche.<br />

Malattie car<strong>di</strong>ovascolari<br />

Lavori psicologicamente impegnativi che consentono un basso livello <strong>di</strong> controllo sul processo<br />

lavorativo da parte dei lavoratori aumentano il rischio <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> malattie.<br />

Disturbi muscoloscheletrici<br />

Lo stress lavorativo aumenta il rischio <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi alla schiena e agli arti superiori.<br />

Disturbi psicologici<br />

L‟<strong>in</strong>cidenza <strong>di</strong> fenomeni come depressione e burnout sono collegati con i livelli <strong>di</strong>stress sul lavoro;<br />

la situazione economica e lo stile <strong>di</strong> vita implicato da certi tipi <strong>di</strong> occupazioni può anche avere un<br />

ruolo nello sviluppo <strong>di</strong> questi problemi.<br />

Incidenti sul lavoro<br />

Con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro stressanti agiscono <strong>in</strong> modo negativo sulla sicurezza del lavoro e pongono le<br />

basi per un aumento del numero <strong>di</strong> <strong>in</strong>cidenti.<br />

Suici<strong>di</strong>o, cancro, ulcere, funzioni immunitarie <strong>in</strong>debolite<br />

Alcuni stu<strong>di</strong> suggeriscono una relazione tra situazioni <strong>di</strong> lavoro stressanti e questi problemi <strong>di</strong><br />

salute; tuttavia, è necessario svolgere stu<strong>di</strong> più approfon<strong>di</strong>ti per poter trarre conclusioni certe.<br />

Stress e produttività<br />

Con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro stressanti sono correlate con assenteismo, ritar<strong>di</strong>, <strong>in</strong>tenzioni del lavoratore <strong>di</strong><br />

cambiare lavoro, comportamenti che hanno tutti effetti negativi sulla produzione.<br />

Un‟organizzazione del lavoro “sana” è quella che mostra bassi livelli <strong>di</strong> malattia, <strong>in</strong>cidenti,<br />

<strong>di</strong>sabilità nella propria forza lavoro, mostrandosi nel contempo competitiva sul mercato. Alcune tra<br />

le caratteristiche <strong>di</strong> un‟organizzazione che tenga conto della salute, <strong>di</strong> livelli bassi <strong>di</strong> stress e <strong>di</strong> alti<br />

livelli <strong>di</strong> produttività sono:<br />

- riconoscimenti ai lavoratori per prestazioni <strong>di</strong> livello buono<br />

- opportunità per sviluppo <strong>di</strong> carriera<br />

- cultura dell‟organizzazione che valorizza l‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo<br />

- azioni gestionali che risultano congrue con i valori dell‟azienda.<br />

Alcuni mo<strong>di</strong> per attuare <strong>in</strong>terventi preventivi dello stress:<br />

Gestione dello stress<br />

- formazione degli operatori per il riconoscimento dei fattori che portano a stress ed<br />

addestramento per lo sviluppo <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> “cop<strong>in</strong>g” <strong>in</strong> situazioni <strong>di</strong>fficili<br />

- mo<strong>di</strong>fiche organizzative al lavoro per ridurre le sorgenti <strong>di</strong> stress<br />

- istituzione <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> assistenza (es. consulenza psicologica, fisiatrica, ecc.).<br />

Riguardo all‟addestramento per lo sviluppo <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> cop<strong>in</strong>g, bisogna però considerare che gli<br />

effetti durano solo un breve periodo dopo il corso, e che spesso <strong>in</strong> questi <strong>in</strong>terventi vengono<br />

ignorate le cause effettivamente provocanti lo stress, sulle quali bisognerebbe <strong>in</strong>vece focalizzare<br />

l‟attenzione e le risorse. Si concentrano <strong>in</strong> pratica sul lavoratore e non sull‟ambiente <strong>di</strong> lavoro.<br />

Mo<strong>di</strong>fiche organizzative<br />

Questo metodo è quello più efficace perché parte dall‟identificazione delle vere cause dello stress, e<br />

dall‟attuazione <strong>di</strong> strategie volte a ridurre o elim<strong>in</strong>are l‟effetto dei fattori stressanti. Questo<br />

approccio potrebbe richiedere al management <strong>di</strong> rivedere completamente il processo <strong>di</strong> lavoro e<br />

l‟organizzazione, e perciò viene spesso evitato.<br />

Il modello organizzativo è qu<strong>in</strong><strong>di</strong> fondamentale per ridurre lo stress; risulta però più efficace se è<br />

anche accompagnato da <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> addestramento.<br />

73


I cambiamenti organizzativi volti a ridurre lo stress:<br />

- Assicurarsi che le richieste <strong>di</strong> lavoro siano congruenti con le capacità e le risorse <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali<br />

- Progettare i posti <strong>di</strong> lavoro <strong>in</strong> modo che forniscano un significato, degli stimoli, delle<br />

opportunità alle azioni dell‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo<br />

- Def<strong>in</strong>ire con chiarezza i ruoli e le responsabilità <strong>di</strong> ogni lavoratore<br />

- Fornire al lavoratore opportunità <strong>di</strong> partecipare alle decisioni che <strong>in</strong>fluiscono sul suo lavoro<br />

- Migliorare la comunicazione, ridurre l‟ambiguità sugli sviluppi <strong>di</strong> carriera e le prospettive future<br />

- Fornire possibilità per l‟<strong>in</strong>terazione sociale tra i lavoratori<br />

- Stabilire turni ed orari <strong>di</strong> lavoro compatibili con le richieste e le responsabilità degli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui al<br />

<strong>di</strong> fuori del lavoro.<br />

Non esiste un approccio standard v<strong>in</strong>cente nella prevenzione e l‟elim<strong>in</strong>azione dello stress, poiché i<br />

fattori che lo determ<strong>in</strong>ano possono essere molto <strong>di</strong>versi da situazione a situazione. Il processo<br />

preventivo deve sempre comunque comprendere le seguenti fasi:<br />

- identificazione del problema: esplorabile tramite <strong>di</strong>scussioni <strong>in</strong> gruppo, percezione soggettiva<br />

dei lavoratori, identificazione delle postazioni a maggior livello <strong>di</strong> stress, misure oggettive<br />

(assenteismo, malattie, ..)<br />

- <strong>in</strong>terventi<br />

- valutazione, sia a breve che a lungo term<strong>in</strong>e: può avvenire tramite gli stessi strumenti usati<br />

durante la fase <strong>in</strong>iziale <strong>di</strong> identificazione del problema.<br />

Il processo non si conclude con la valutazione, ma cont<strong>in</strong>ua con successivi cicli <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi e<br />

valutazione, come processo cont<strong>in</strong>uo per la ridef<strong>in</strong>izione delle strategie <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento.<br />

Il processo richiede che vi sia una base <strong>di</strong> preparazione, che <strong>in</strong>clude:<br />

- consapevolezza dello stress (cause, costi, controllo)<br />

- co<strong>in</strong>volgimento e partecipazione dei lavoratori <strong>in</strong> ogni fase del processo<br />

- stabilire le possibilità tecniche <strong>di</strong> conduzione del programma (es. addestramento tramite<br />

consulente esterno, …)<br />

74


ORIENTAMENTO PROFESSIONALE E INSERIMENTO<br />

LAVORATIVO DELLE PERSONE DISABILI<br />

Att. lavorativa: sono occupati il 46% delle persone con <strong>di</strong>sabilità moderata e il 24% con <strong>di</strong>sabilità<br />

grave; se si considera la fascia 25-59 anni la percentuale <strong>di</strong> occupati sale a più del 50% con <strong>di</strong>s.<br />

moderata e 30% con <strong>di</strong>s. grave<br />

Il <strong>di</strong>sabile presenta <strong>in</strong> generale m<strong>in</strong>ore flessibilità nell‟adattamento al lavoro (problemi <strong>di</strong> trasporto,<br />

<strong>di</strong> orario, terapie)<br />

Legge N. 68/1999, art. 2 (<strong>in</strong>serimento lavorativo dei <strong>di</strong>sabili): collocamento mirato. Il sistema<br />

dell'avviamento numerico (che impone al datore <strong>di</strong> lavoro, soggetto alla legge sul collocamento<br />

obbligatorio, l'assunzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabili <strong>in</strong> base alla graduatoria degli iscritti <strong>in</strong><strong>di</strong>pendentemente dei<br />

fabbisogni professionali della sua impresa) è affiancato da una nuova modalità <strong>di</strong> collocamento che<br />

si pone l'obiettivo <strong>di</strong> realizzare, attraverso lo strumento delle convenzioni (Legge N. 68/1999, art.<br />

11), <strong>in</strong>serimenti professionali non casuali ma sod<strong>di</strong>sfacenti per il soggetto ed economicamente<br />

positivi per l'impresa.<br />

La persona <strong>di</strong>sabile, della quale è necessario conoscere le precedenti esperienze formative e<br />

lavorative, gli <strong>in</strong>teressi, i bisogni e le potenzialità per poter stilare il profilo socio-lavorativo<br />

(Decreto del Presidente del Consiglio dei M<strong>in</strong>istri 13 gennaio 2000, art. 4.) , che <strong>in</strong>tegra la<br />

tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong>agnosi funzionale con l'<strong>in</strong><strong>di</strong>cazione delle capacità residue e potenziali <strong>in</strong> vista <strong>di</strong> una<br />

<strong>spec</strong>ifica occupazione.<br />

Il contesto lavorativo, per proporre possibili soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli<br />

strumenti e le relazioni <strong>in</strong>terpersonali.<br />

Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità (WHO, 1980) <strong>di</strong>st<strong>in</strong>gue tra i concetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità ed<br />

han<strong>di</strong>cap.<br />

Disabilità : "qualsiasi restrizione o carenza, conseguente ad una menomazione, nella capacità <strong>di</strong><br />

svolgere un'attività nel modo e nei limiti ritenuti normali per un essere umano. È caratterizzata da<br />

scostamenti, per eccesso o per <strong>di</strong>fetto, nella realizzazione dei compiti e nell'espressione dei<br />

comportamenti rispetto a ciò che sarebbe normalmente atteso."<br />

Han<strong>di</strong>cap : con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> svantaggio vissuta da una persona <strong>in</strong> conseguenza <strong>di</strong> una menomazione o<br />

<strong>di</strong> una <strong>di</strong>sabilità, che limita o impe<strong>di</strong>sce la possibilità <strong>di</strong> ricoprire il ruolo normalmente proprio a<br />

quella persona. È caratterizzato dalla <strong>di</strong>screpanza tra l'efficienza del soggetto e le aspettative <strong>di</strong><br />

efficienza sia dello stesso soggetto che del particolare gruppo <strong>di</strong> cui egli fa' parte. L'han<strong>di</strong>cap<br />

rappresenta pertanto la socializzazione <strong>di</strong> una menomazione o <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sabilità (…)".<br />

Han<strong>di</strong>cap è qu<strong>in</strong><strong>di</strong> riferito al contesto sociale e lavorativo. Un <strong>di</strong>sabile può superare l‟han<strong>di</strong>cap e<br />

svolgere un'attività lavorativa economicamente sod<strong>di</strong>sfacente sia per sé che per il datore <strong>di</strong> lavoro<br />

se vengono attuati <strong>in</strong>terventi che mirano da un lato al recupero e al potenziamento delle capacità<br />

residue e dall'altro all'abbattimento delle barriere ambientali.<br />

L'ergonomia entra <strong>in</strong> gioco sia nella fase <strong>di</strong> valutazione <strong>in</strong>iziale che <strong>in</strong> quella <strong>di</strong> progettazione degli<br />

<strong>in</strong>terventi f<strong>in</strong>alizzati all'<strong>in</strong>serimento lavorativo. In primo luogo, <strong>in</strong>fatti, è necessario procedere ad<br />

una descrizione puntuale delle abilità residue possedute dal soggetto e ad un'analisi dei compiti<br />

richiesti dalla <strong>spec</strong>ifica mansione lavorativa per determ<strong>in</strong>are ciò che è richiesto all'operatore e il<br />

tipo <strong>di</strong> conoscenze necessarie per far fronte ai possibili problemi.<br />

- organizzare prove professionali con l'obiettivo <strong>di</strong> d<strong>in</strong>amizzare, sensibilizzare, esercitare o<br />

riattivare la persona ai ritmi <strong>di</strong> produzione, confermare le attitud<strong>in</strong>i professionali;<br />

- realizzare uno schedario <strong>di</strong> dati professionali contenente le esigenze del ruolo e le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

esercizio; determ<strong>in</strong>are i livelli <strong>di</strong> competenza;<br />

- proporre la strumentazione più adeguata per l'adattamento del luogo <strong>di</strong> lavoro alle caratteristiche<br />

del <strong>di</strong>sabile.<br />

75


Aspetti psicologici del <strong>di</strong>sabile al lavoro<br />

Sensazioni <strong>di</strong> dolore<br />

Maggiore tendenza all‟affaticamento<br />

Funzionalità fisica limitata<br />

Orizzonte temporale più <strong>in</strong>certo e ridotto<br />

Maggiore vulnerabilità allo stress psicologico<br />

Con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>in</strong>occupazione temporanea o costante<br />

Maggiore tendenza alla depressione e basso livello <strong>di</strong> autostima<br />

Il datore <strong>di</strong> lavoro associa spesso alla <strong>di</strong>sabilità una scarsa aspettativa e una limitata produttività<br />

Sostegno al percorso <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> mantenimento <strong>di</strong> un posto <strong>di</strong> lavoro<br />

Il senso <strong>di</strong> autoefficacia <strong>in</strong>fluenza il corso dell‟azione f<strong>in</strong>alizzata, il grado <strong>di</strong> sforzo profuso, la<br />

perseveranza <strong>di</strong> fronte alle <strong>di</strong>fficoltà, la natura dei processi <strong>di</strong> pensiero che accompagnano<br />

l‟azione (<strong>in</strong>coraggiamento o <strong>di</strong>sprezzo verso sè stessi), il grado <strong>di</strong> stress sperimentato nelle<br />

situazioni <strong>in</strong> cui sono richieste particolari prestazioni<br />

Dipende da:<br />

• esperienze <strong>di</strong> gestione efficace (una eccessiva riduzione delle <strong>di</strong>fficoltà non contribuisce al<br />

senso <strong>di</strong> autoefficacia, ma anzi crea aspettative irrealistiche e aumenta il senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza)<br />

• esperienza vicaria - socializzazione tra persone <strong>di</strong>sabili, confronto<br />

• persuasione, promuove lo sviluppo <strong>di</strong> abilità<br />

• stato emotivo e fisiologico positivo<br />

L'orientamento professionale dei soggetti <strong>di</strong>sabili<br />

"Orientare significa porre l'<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> prendere coscienza <strong>di</strong> sé e <strong>di</strong> progre<strong>di</strong>re, con i<br />

suoi stu<strong>di</strong> e la sua professione, <strong>in</strong> relazione alle mutevoli esigenze della vita, con il duplice scopo <strong>di</strong><br />

contribuire al progresso della società e <strong>di</strong> raggiungere il pieno sviluppo della persona umana”<br />

(Congresso dell'Unesco. Bratislava, 1970)<br />

Le f<strong>in</strong>alità generali del processo orientativo (la consapevolezza dei propri punti <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong><br />

debolezza e l'empowerment personale), valide per tutti i soggetti, si applicano <strong>in</strong> modo <strong>di</strong>fferenziato<br />

agli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui con han<strong>di</strong>cap, <strong>in</strong> modo da evitare <strong>di</strong> accomunare <strong>in</strong>debitamente i s<strong>in</strong>goli portatori <strong>di</strong><br />

han<strong>di</strong>cap fra loro e questi con i normodotati, aiutando il soggetto ad <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare il maggior numero<br />

<strong>di</strong> possibili strategie comportamentali e sviluppando nell'<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo competenze <strong>di</strong> monitoraggio<br />

sull'andamento della nuova esperienza, aiutando l'utente a considerare con sistematicità gli aspetti<br />

positivi e gli elementi critici del proprio <strong>in</strong>serimento lavorativo. Processo <strong>di</strong> autonomizzazione e<br />

responsabilizzazione, acquisizione <strong>di</strong> ruolo.<br />

"La valutazione non consiste più nel porsi <strong>in</strong> una prospettiva mono<strong>di</strong>mensionale, correlando una<br />

percentuale <strong>di</strong> <strong>in</strong>vali<strong>di</strong>tà con una <strong>di</strong>agnosi, ma nel valutare la persona nel suo <strong>in</strong>sieme, partendo<br />

dalle menomazioni che alterano il suo equilibrio psicofisico, per poi evidenziare le capacità positive<br />

sulle quali imperniare il processo <strong>di</strong> <strong>in</strong>serimento e <strong>in</strong><strong>di</strong>viduando le <strong>in</strong>terazioni positive e negative<br />

della persona con l'ambiente <strong>in</strong> cui vive”<br />

[da Morri, S. (1997). La gestione del collocamento mirato. Il modello Lombardo.]<br />

Attività riabilitative f<strong>in</strong>alizzate al re<strong>in</strong>serimento lavorativo<br />

- laboratori esperienziali (attività propedeutiche al lavoro stesso per lo sviluppo delle<br />

competenze sociali, delle capacità <strong>di</strong> problem solv<strong>in</strong>g, <strong>di</strong> <strong>spec</strong>ifiche abilità professionali)<br />

- brevi stage <strong>in</strong> <strong>di</strong>verse realtà organizzative (tiroc<strong>in</strong>i orientativi) per favorire la conoscenza <strong>di</strong>retta<br />

delle situazioni lavorative e osservare il comportamento del <strong>di</strong>sabile <strong>in</strong> basket<br />

76


- consulenza psicologica personale e familiare<br />

- attività <strong>di</strong> gruppo per facilitare l'acquisizione <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>versi dal proprio e socializzare<br />

le proprie esperienze con i pari.<br />

-<br />

Il compito <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione nel processo <strong>di</strong> re<strong>in</strong>serimento del <strong>di</strong>sabile<br />

La f<strong>in</strong>alità della me<strong>di</strong>azione è <strong>di</strong> sostenere il <strong>di</strong>sabile nell'acquisizione <strong>di</strong> un ruolo sociale attivo<br />

attraverso l'addestramento <strong>in</strong> contesti lavorativi reali e non simulati.<br />

L'<strong>in</strong>serimento <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sabile <strong>in</strong> uno <strong>spec</strong>ifico contesto lavorativo deve essere preceduto dal<br />

reperimento delle opportunità lavorative, dall'analisi del clima organizzativo, dall'analisi<br />

ergonomica della mansione e dal counsel<strong>in</strong>g rivolto ai <strong>di</strong>versi livelli organizzativi<br />

L'efficacia degli <strong>in</strong>terventi tecnici <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong>pende, comunque, non tanto (o meglio non solo)<br />

da un'attenta pianificazione delle attività e dalla scelta degli strumenti più rispondenti alle esigenze<br />

<strong>di</strong> imprese e <strong>di</strong>sabili quanto piuttosto da un mandato politico forte che rappresenta l'<strong>in</strong>sieme delle<br />

con<strong>di</strong>zioni non tecniche che, legittimando gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> <strong>in</strong>serimento professionale delle persone<br />

con han<strong>di</strong>cap, ne garantisce il successo.<br />

Il ruolo dell’ergonomia per il <strong>di</strong>sabile al lavoro<br />

Valutazione dei rischi della mansione, con particolare riferimento alle con<strong>di</strong>zioni poste dalla<br />

<strong>spec</strong>ifica <strong>di</strong>sabilità<br />

Ipotesi <strong>di</strong> azioni correttive (strutturali, organizzative, formative), per migliorare il match<strong>in</strong>g tra<br />

requisiti lavorativi e capacità <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali<br />

Attuazione degli <strong>in</strong>terventi e verifica dei risultati<br />

Riprogettazione del posto <strong>di</strong> lavoro <strong>in</strong> modo che il <strong>di</strong>sabile possa padroneggiare la mansione con le<br />

sue capacità residue<br />

Fornitura <strong>di</strong> ausili tecnici adeguati a compensare le <strong>di</strong>fficoltà e a favorire un miglioramento<br />

funzionale<br />

Istruzione ed addestramento<br />

Valutazione degli aspetti della mansione<br />

FORZA<br />

MOBILITA‟<br />

ASPETTI SENSORIALI / PERCETTIVI<br />

AMBIENTE (TERMICO, ACUSTICO, VISIVO)<br />

CONDIZIONI PSICOSOCIALI<br />

ELEMENTI “ESSENZIALI”, cioè :<br />

svolti per una larga percentuale <strong>di</strong> tempo<br />

necessari per l‟espletamento completo<br />

della mansione o richiesti per questioni <strong>di</strong> sicurezza<br />

se rimossi dalla mansione, questa assume connotati significativamente <strong>di</strong>versi.<br />

Scopo della comparazione tra profilo delle abilità e profilo dei requisiti<br />

Fare <strong>in</strong> modo che la produttività sia il più possibile simile a quella <strong>di</strong> un lavoratore sano<br />

Evitare l‟avvio a lavori che comport<strong>in</strong>o richieste troppo elevate o troppo ridotte rispetto alle abilità<br />

residue<br />

In<strong>di</strong>viduare più chiaramente le misure riabilitative e le mo<strong>di</strong>ficazioni delle con<strong>di</strong>zioni lavorative che<br />

possono rendere più compatibili fra loro abilità e requisiti<br />

77


L’ADDESTRAMENTO<br />

Il tempo necessario per term<strong>in</strong>are l‟addestramento <strong>di</strong>pende da:<br />

Compito<br />

- complessità<br />

- <strong>in</strong>tensità<br />

- durata<br />

- ripetitività<br />

Operatore<br />

- fitness fisica<br />

- capacità percettive<br />

- capacità <strong>di</strong> prendere decisioni<br />

Ambiente<br />

- <strong>di</strong>strattori<br />

- comunicazione<br />

- regolarità delle operazioni<br />

Macch<strong>in</strong>a<br />

- design<br />

- richiesta <strong>di</strong> forza<br />

- postura<br />

- impegno visivo<br />

Il tempo richiesto per raggiungere lo standard <strong>di</strong> performance atteso per un compito <strong>di</strong>pende<br />

dall‟acquisizione dell‟abilità<br />

N. <strong>di</strong> ripetizioni necessarie per acquisire lo schema motorio per compiti vari<br />

Compito n. ripetizioni operatore<br />

Lavoro a unc<strong>in</strong>etto 1.5 milioni <strong>di</strong> punti Donne<br />

Lavorazione delle<br />

perle<br />

1.5-3 milioni Donne<br />

Lavorazione dei 1.4 milioni <strong>di</strong> sigari Ragazzi<br />

sigari<br />

marcia 800.000 passi / 6<br />

settimane<br />

uom<strong>in</strong>i<br />

Per altri compiti meno complessi il numero <strong>di</strong> ripetizioni richiesto è m<strong>in</strong>ore. Solitamente l‟attività<br />

viene separata <strong>in</strong> s<strong>in</strong>goli compiti, ciascuno dei quali viene imparato separatamente; una volta<br />

acquisiti, i compiti vengono messi <strong>di</strong> nuovo <strong>in</strong>sieme.<br />

Acquisizione [Compito1] + acquisizione [Compito2] + acquisizione [Compito3] acquisizione<br />

<strong>in</strong>tera attività [compito 1 + 2 + 3]<br />

L‟allenamento fisiologico è pure da tenere presente per lavori <strong>di</strong> moderata <strong>in</strong>tensità; se un<br />

lavoratore sta assente dal lavoro per 3 settimane, l‟abilità motoria sarà solo <strong>in</strong> parte ridotta, mentre<br />

l‟allenamento fisiologico si perde più rapidamente e <strong>in</strong> modo maggiore.<br />

La durata dell‟addestramento può essere lunga (ed i costi correlati alti) <strong>in</strong> queste con<strong>di</strong>zioni:<br />

- grande quantità <strong>di</strong> produzione<br />

- rapido turnover <strong>di</strong> nuovi prodotti<br />

- alto turnover <strong>di</strong> personale<br />

- lavoro su l<strong>in</strong>ea <strong>di</strong> assemblaggio (cicli <strong>di</strong> lunga durata, <strong>spec</strong>ialmente)<br />

- compiti multipli che utilizzano le stesse abilità<br />

78


Le capacità <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali più spesso richieste sono:<br />

- abilità motorie (destrezza, coord<strong>in</strong>azione)<br />

- abilità visive (detezione <strong>di</strong> particolari, colori, irregolarità nella superficie)<br />

- abilità mentali (percezione tri<strong>di</strong>mensionale, percezione spaziale, memoria, adattabilità,<br />

organizzazione del tempo)<br />

Le seguenti <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni servono a ridurre il tempo necessario per l‟addestramento:<br />

- mantenere il ciclo <strong>di</strong> lavoro tra i 30 secon<strong>di</strong> ed i 2 m<strong>in</strong>uti sulle l<strong>in</strong>ee <strong>di</strong> assmblaggio; i compiti<br />

che un <strong>in</strong><strong>di</strong>viduo deve svolgere <strong>di</strong> seguito non dovrebbero essere più <strong>di</strong> 10. Se il ciclo <strong>di</strong> lavoro<br />

è molto breve (< 30 secon<strong>di</strong> <strong>di</strong> durata), <strong>in</strong>serire anche un‟attività con un ciclo più lungo (es.<br />

rifornimento <strong>di</strong> materiale), per qualche m<strong>in</strong>uto ogni ora.<br />

- Fornire feedback visivi al nuovo operatore (es. grafici della prestazione) e feedback sulla<br />

prestazione, <strong>spec</strong>ialmente nei primi giorni <strong>di</strong> lavoro<br />

- Fornire supporti visivi (es. lenti), e attrezzature che riducano al m<strong>in</strong>imo la fatica<br />

- Se il prodotto cambia spesso, fornire manuale <strong>di</strong> riferimento per recuperare rapidamente le<br />

caratteristiche del prodotto e le azioni relative<br />

- Inizialmente il lavoro deve essere provato fuori l<strong>in</strong>ea, poi gradualmente sulla l<strong>in</strong>ea. Solo ad<br />

acquisizione abbastanza solida il lavoratore deve essere <strong>in</strong>trodotto sulla l<strong>in</strong>ea per un turno<br />

completo<br />

- Rivedere le operazioni dopo che il lavoratore è stato sulla l<strong>in</strong>ea per qualche giorno; verificare le<br />

fasi per cui l‟addestramento non è stato sufficiente<br />

- Prevedere una certa varietà nei compiti e cercare <strong>di</strong> rimuovere ogni sforzo non-produttivo, come<br />

il rimaneggiamento <strong>in</strong>utile del prodotto<br />

Curva <strong>di</strong> variazione della performance; gli effetti della pratica senza e con feedback<br />

Performance<br />

Pratica<br />

Senza<br />

Feedback<br />

Con<br />

Feedback<br />

LAVORI FISICAMENTE IMPEGNATIVI<br />

Se un lavoratore è stato assente dal lavoro per qualche settimana, la ripresa del lavoro dovrebbe<br />

essere graduale (non più <strong>di</strong> 2 e poi 4 ore per turno), <strong>spec</strong>ialmente se si tratta <strong>di</strong> attività ripetitive che<br />

occupano piccoli gruppi muscolari (es. <strong>di</strong>ta e mano).<br />

Per attività molto impegnative (movimentazione <strong>di</strong> carichi pesanti), consentire al lavoratore <strong>di</strong><br />

aggiustare il proprio ritmo, evitare lavoro cont<strong>in</strong>uo per più <strong>di</strong> 15 m<strong>in</strong>uti ed <strong>in</strong>serire ampi perio<strong>di</strong> con<br />

attività più leggere.<br />

Per attività che richiedono lavoro <strong>in</strong> ambiente umido e caldo, permettere perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> adattamento<br />

graduali (2-4 ore per turno <strong>in</strong>izialmente) e frequenti pause.<br />

L‟addestramento è molto <strong>spec</strong>ifico per il tipo <strong>di</strong> lavoro, per cui l‟allenamento generale aerobico<br />

(corsa, jogg<strong>in</strong>g, g<strong>in</strong>nastica, ..) può non essere efficace; tuttavia un buon livello <strong>di</strong> fitness fisica<br />

contribuisce a ridurre il tempo necessario per l‟addestramento <strong>spec</strong>ifico. In generale, più basso è il<br />

livello <strong>di</strong> fitness <strong>di</strong> una persona, più lungo sarà il tempo necessario per raggiungere un buon livello<br />

<strong>di</strong> addestramento <strong>spec</strong>ifico.<br />

79


METODI DI ADDESTRAMENTO<br />

Lezioni<br />

Vantaggi: può essere presentata una grande mole <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni; solitamente vale poco ai f<strong>in</strong>i dei<br />

gesti <strong>spec</strong>ifici, mentre è valida come <strong>in</strong>formazione <strong>di</strong> base<br />

Addestramento sul luogo e simulazione<br />

E‟ forse il migliore modo <strong>di</strong> addestramento, tuttavia vi sono alcune situazioni dove l‟addestramento<br />

fuori dal e l‟utilizzo <strong>di</strong> simulazioni è preferibile:<br />

- quando il costo e le conseguenze <strong>di</strong> errori durante l‟addestramento sul posto sarebbero troppo<br />

alti; la simulazione è una sorta <strong>di</strong> ambiente protetto dove c‟è il tempo e l‟occasione per guidare<br />

e fornire più <strong>in</strong>tensi feedback<br />

- possono essere elim<strong>in</strong>ati durante la simulazione alcuni <strong>di</strong>strattori ambientali; ciò potenzia<br />

l‟<strong>in</strong><strong>di</strong>rizzamento dell‟attenzione e degli sforzi del lavoratore sul compito <strong>spec</strong>ifico<br />

- può esserci il bisogno <strong>di</strong> addestrare comunque a compiti che possono succedere<br />

occasionalmente, ma richiedono un <strong>in</strong>tervento preciso da parte dell‟operatore (es. emergenze,<br />

fermare le macch<strong>in</strong>e, ecc.)<br />

- può essere effettuato un extra-addestramento su compiti s<strong>in</strong>goli e più critici<br />

- costi più bassi della simulazione<br />

- possibilità <strong>di</strong> fornire <strong>in</strong>coraggiamento, istruzioni <strong>in</strong><strong>di</strong>vidualizzate, feedback.<br />

Rotazione<br />

L‟obiettivo è quello <strong>di</strong> ampliare le potenzialità <strong>di</strong> azione dell‟operatore e fornire un‟alternativa per<br />

operai <strong>in</strong> vacanza, <strong>in</strong> malattia, o per perio<strong>di</strong> dall‟aumentata produzione (es. alta stagione).<br />

Videoriprese<br />

Possono essere mostrati con chiarezza dettagli relativi a <strong>spec</strong>ifiche funzioni, i risultati <strong>di</strong><br />

determ<strong>in</strong>ate azioni; non può <strong>in</strong>segnare <strong>di</strong>rettamente l‟abilità, tuttavia è efficace nel mostrare<br />

l‟importanza della buona esecuzione. L‟utilità per il passaggio <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni ad una grande platea<br />

e frequentemente è accompagnata sul lungo periodo da un costo complessivamente basso.<br />

Dimostrazioni e altri supporti visivi<br />

Supporti come luci<strong>di</strong>, <strong>di</strong>apositive offrono un‟alternativa anch‟essa a basso costo per la<br />

presentazione <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni <strong>in</strong> modo più versatile rispetto al filmato, poiché l‟ord<strong>in</strong>e e il<br />

contenuto può essere adattato; tuttavia ai f<strong>in</strong>i dell‟addestramento l‟utilità è limitata.<br />

Supporti per l‟addestramento sul posto <strong>di</strong> lavoro<br />

Una volta che l‟operatore è stato addestrato, spesso è necessario verificare il livello <strong>di</strong> esecuzione e<br />

r<strong>in</strong>forzare il tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g, <strong>spec</strong>ialmente <strong>in</strong> compiti complessi o che capitano poco frequentemente. I<br />

mezzi utilizzabili <strong>in</strong> queste occasioni sono: presentazioni annuali brevi, a carattere prevalentemente<br />

visivo; fornire poster o opuscoli con le <strong>in</strong>formazioni rilevanti, posti nelle imme<strong>di</strong>ate vic<strong>in</strong>anze della<br />

postazione. Il feedback sulla prestazione è probabilmente il mezzo più efficace per il r<strong>in</strong>forzo<br />

dell‟addestramento, <strong>in</strong> compiti <strong>di</strong> ispezione , <strong>di</strong> assemblaggio e <strong>di</strong> altro tipo.<br />

80


ORARI DI LAVORO<br />

Esistono <strong>di</strong>verse alternative alla tra<strong>di</strong>zionale settimana <strong>di</strong> 5 giorni lavorativi (40 ore/settimana):<br />

flessibilità, settimana corta, part-time, job shar<strong>in</strong>g.<br />

I fattori associati al crescente uso <strong>di</strong> queste alternative:<br />

- entrata <strong>di</strong> un maggior numero <strong>di</strong> donne, anche con figli piccoli, nel mondo del lavoro<br />

- un aumento <strong>di</strong> lavoratori con doppia occupazione e famiglie con doppia carriera <strong>in</strong> corso<br />

- un aumentato numero <strong>di</strong> famiglie con s<strong>in</strong>golo genitore<br />

- desiderio da parte <strong>di</strong> persone anziane <strong>di</strong> ridurre le ore mantenendo il lavoro<br />

- aumentata preferenza per avere maggior tempo libero a <strong>di</strong>sposizione o per cont<strong>in</strong>uare la propria<br />

istruzione da parte <strong>di</strong> alcuni lavoratori<br />

- un cambiamento nell‟attitud<strong>in</strong>e verso il lavoro e nell‟<strong>in</strong>teresse nell‟aumentare la qualità <strong>di</strong> vita<br />

lavorativa<br />

Nuovi approcci alla organizzazione dell‟orario <strong>di</strong> lavoro aiutano anche per un miglior uso<br />

dell‟energia elettrica, per la crescita produttiva, per evitare perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> stasi durante i tempi <strong>di</strong><br />

recessione.<br />

Flessibilità<br />

E‟ un metodo <strong>di</strong> organizzazione per il quale l‟<strong>in</strong>izio e la f<strong>in</strong>e del lavoro sono stabiliti dal lavoratore<br />

stesso entro i limiti stabiliti dall‟azienda. Fu <strong>in</strong>trodotto <strong>in</strong> Germania nel 1967 e si è <strong>di</strong>ffuso <strong>in</strong> molti<br />

paesi <strong>in</strong>dustrializzati. Vi sono quattro tipi pr<strong>in</strong>cipali:<br />

- Flexitour – il lavoratore può scegliere orario <strong>di</strong> <strong>in</strong>izio e <strong>di</strong> f<strong>in</strong>e del lavoro da mantenere per un<br />

certo periodo, lavorando almeno 8 ore per giornata<br />

- Glid<strong>in</strong>g time - il lavoratore può variare orario <strong>di</strong> <strong>in</strong>izio e <strong>di</strong> f<strong>in</strong>e del lavoro giornalmente, ma<br />

lavorando ogni giorno il numero <strong>di</strong> ore stabilito con l‟azienda (solitamente 4-5 ore nel mezzo<br />

della giornata)<br />

- Giornata variabile – le ore <strong>di</strong> lavoro per giornata possono variare, rispettando comunque il<br />

monte ore stabilito entro la f<strong>in</strong>e della settimana o del mese<br />

- Maxiflex – il lavoratore può variare le ore giornalmente e non ha limiti fissati (solitamente a<br />

livello <strong>di</strong> quadri e <strong>di</strong>rigenti).<br />

I vantaggi derivanti da questi meto<strong>di</strong> sono numerosi sia per il lavoratore che per l‟azienda.<br />

Per il lavoratore: maggiore marg<strong>in</strong>e per m<strong>in</strong>imizzare i conflitti <strong>di</strong> esigenze tra lavoro e famiglia.<br />

Impegni burocratici, me<strong>di</strong>ci, legali possono essere sbrigati al <strong>di</strong> fuori dell‟orario <strong>di</strong> lavoro senza<br />

richiedere <strong>spec</strong>iali permessi. Può <strong>in</strong>oltre servire a ottimizzare le con<strong>di</strong>zioni psicologiche e<br />

fisiologiche del lavoratore. Persone mattut<strong>in</strong>e o vespert<strong>in</strong>e possono aggiustare i loro ritmi <strong>in</strong> modo<br />

preferito ed efficiente, <strong>in</strong>crementando il livello <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> produttività.<br />

Per l‟azienda: elim<strong>in</strong>azione dei ritar<strong>di</strong> e delle assenze contribuiscono ad aumentare il livello<br />

generale <strong>di</strong> produttività; le malattie e le assenze tendono a <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire. I lavoratori <strong>in</strong>oltre riescono ad<br />

aggiustare meglio il proprio impegno sui carichi <strong>di</strong> lavoro variabili secondo il periodo lavorativo; il<br />

tempo <strong>in</strong>utilizzato tende a <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire.Solitamente la flessibilità crea anche un clima <strong>di</strong> responsabilità<br />

e <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione, fattori che contribuiscono ad un miglioramento nella prestazione.<br />

Altri vantaggi non <strong>di</strong>rettamente legati alla produzione: l‟utilizzo su larga scala della flessibilità evita<br />

problemi <strong>di</strong> congestione del traffico cittad<strong>in</strong>o; i servizi ricreativi e sociali possono essere meglio<br />

utilizzati da tutti; le madri lavoratrici possono riuscire meglio ad accu<strong>di</strong>re i figli.<br />

L‟utilizzo della flessibilità può essere limitativo, <strong>spec</strong>ialmente <strong>in</strong> <strong>di</strong>tte manifatturiere: processi<br />

cont<strong>in</strong>ui o determ<strong>in</strong>ati nel ritmo dalle macch<strong>in</strong>e non sono perfettamente compatibili con la<br />

flessibilità. La flessibilità tuttavia non è un appannaggio dei “colletti bianchi”; un requisito<br />

fondamentale però è che il lavoratore possa eseguire le attività <strong>in</strong> modo <strong>in</strong><strong>di</strong>pendente, almeno per<br />

qualche ora al giorno.<br />

81


Settimana corta<br />

Il lavoro viene svolto <strong>in</strong> meno <strong>di</strong> c<strong>in</strong>que giorni. Vari mo<strong>di</strong> sono:<br />

- quattro giorni da 10 ore ciascuno<br />

- tre giorni da 12 ore<br />

- quattro giorni da 9 ore e un giorno da 4 ore<br />

- 5/4 per 9 (alternativamente 5 e 4 giorni da 9 ore)<br />

- il weekend, due giorni da 12 ore pagati come straord<strong>in</strong>ari.<br />

Vantaggi per l‟azienda: maggiore produttività e m<strong>in</strong>ore costo per unità lavorativa; ridotto<br />

assenteismo, ritar<strong>di</strong> e turnover; meno tempo speso <strong>in</strong> pranzi e pause; maggiori possibilità per il<br />

reclutamento del personale; migliore ambiente <strong>di</strong> lavoro, più tranquillità, con meno <strong>di</strong>strattori.<br />

Vantaggi per il lavoratore: maggiore tempo libero, riduzione del tempo de<strong>di</strong>cato ai trasporti e<br />

complessivamente migliore viabilità delle strade. Un argomento contro è il possibile effetto<br />

negativo sulla salute del lavoratore, poichè le giornate lavorative sono più lunghe <strong>di</strong> 8 ore. Per le<br />

madri <strong>di</strong> famiglia una maggiore lunghezza della giornata lavorativa non è vissuta positivamente,<br />

perché i figli risentono dell‟assenza della madre per così lungo tempo. In generale questo metodo<br />

non è appropriato per tutti i servizi aperti ai clienti sui 5 giorni (esercizi commerciali).<br />

Part-time e con<strong>di</strong>visione<br />

La maggior parte delle persone che usufruisce <strong>di</strong> queste possibilità sono madri, anziani, genitori<br />

s<strong>in</strong>goli, giovani professionisti. Alcuni ostacoli al <strong>di</strong>ffondersi i<strong>di</strong> questo metodo è dovuto al costo<br />

fisso dell‟occupazione <strong>di</strong> una persona, <strong>in</strong><strong>di</strong>pendentemente dal numero <strong>di</strong> ore che essa lavora; un<br />

lavoratore part.time perciò costerebbe <strong>di</strong> più all‟azienda proporzionalmente rispetto ad un lavoratore<br />

a tempo pieno. I s<strong>in</strong>dacati a volte ostacolano i lavori part-time per timori legati ad un possibile<br />

impatto sui salari e per l‟uso <strong>di</strong> essi che si potrebbe fare per evitare <strong>di</strong> pagare gli straord<strong>in</strong>ari.<br />

Inoltre altri lavoratori impiegati <strong>in</strong> flessibilità e <strong>in</strong> settimana corta ricercano un lavoro part-time<br />

secondario, aumentando la competitività <strong>in</strong> questo tipo <strong>di</strong> lavori. La con<strong>di</strong>visione comporta che due<br />

persone si compliment<strong>in</strong>o come orario lavorando entrambi sullo stesso posto. Solitamente il lavoro<br />

complessivamente risultante sembra maggiore <strong>in</strong> quantità e qualità rispetto alla semplice somma dei<br />

due componenti.<br />

82


TELELAVORO<br />

“Telelavoro” significa poter lavorare da casa (nel proprio “hoffice”) con un personal computer, un<br />

telefono e un fax. I telelavoratori non hanno l‟obbligo quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> trasferirsi da casa all‟ufficio<br />

ma, <strong>in</strong> cambio, devono a<strong>di</strong>bire una parte della propria casa ad ufficio. Questa tecnologia è impiegata<br />

soprattutto nel settore dei servizi e, <strong>in</strong> particolare, nei servizi amm<strong>in</strong>istrativi, f<strong>in</strong>anziari e <strong>di</strong><br />

segretariato.<br />

Esistono tre tipi <strong>di</strong> telelavoratori:<br />

1. da casa: lavorano per lo più da casa, tecnologicamente autosufficienti, le visite <strong>in</strong> ufficio<br />

possono essere settimanali o ad<strong>di</strong>rittura mensili.<br />

2. “noma<strong>di</strong>”: lavorano “su strada”, <strong>in</strong> macch<strong>in</strong>a, con computer portatili e telefon<strong>in</strong>i.<br />

3. “ad hoc”: lavorano sia a casa che <strong>in</strong> ufficio.<br />

Sulla base <strong>di</strong> ricerche condotte per scoprire la ragione dell‟<strong>in</strong>troduzione del telelavoro nelle aziende,<br />

si sono identificate c<strong>in</strong>que ragioni pr<strong>in</strong>cipali e c<strong>in</strong>que ragioni accessorie.<br />

1. Ragioni pr<strong>in</strong>cipali:<br />

i. Richiesta dell‟impiegato (<strong>in</strong> assoluto il motivo più comune).<br />

ii. Riduzione dei costi.<br />

iii. Maternità.<br />

iv. Riduzione dell‟affollamento <strong>in</strong> ufficio.<br />

v. Impossibilità, per una parte del personale, <strong>di</strong> trasferirsi <strong>in</strong> un altro ufficio.<br />

2. Ragioni accessorie:<br />

i. Malattia.<br />

ii. “Si adatta al tipo <strong>di</strong> lavoro che facciamo”.<br />

iii. Eccessiva <strong>di</strong>stanza dall‟ufficio.<br />

iv. “Permette <strong>di</strong> lavorare con più tranquillità”.<br />

v. “La connessione con il database è più veloce al <strong>di</strong> fuori degli orari d‟ufficio.<br />

Esistono, comunque, alcuni svantaggi del telelavoro:<br />

1. Mancanza <strong>di</strong> <strong>in</strong>terazione sociale e con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> idee.<br />

2. Mancanza <strong>di</strong> spirito <strong>di</strong> squadra.<br />

3. Per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> contatto del personale con la cultura aziendale.<br />

4. Il personale può perdere consapevolezza degli obiettivi dell‟azienda.<br />

5. Il management può non riuscire a sorvegliare e controllare l‟attività del personale.<br />

6. Alcuni clienti potrebbero aspettarsi <strong>di</strong> venire a contatto con un ambiente d‟ufficio<br />

“convenzionale”.<br />

CALL CENTRE<br />

Un Call Centre è un centro <strong>di</strong> smistamento e gestione <strong>di</strong> richieste telefoniche <strong>di</strong><br />

<strong>in</strong>formazione e <strong>di</strong> assistenza. Sono molto comuni nel settore dei servizi f<strong>in</strong>anziari come le banche,<br />

le società immobiliari e le compagnie <strong>di</strong> assicurazione.<br />

Esistono due tipi <strong>di</strong> call centre:<br />

Help desk: fornisce <strong>in</strong>formazioni e consulenza tecnica.<br />

Interactive process<strong>in</strong>g: fornisce un servizio, vende un prodotto, gestisce una transazione.<br />

La persona che risponde al telefono è seduta davanti allo schermo <strong>di</strong> un computer con accesso al<br />

database dell‟azienda. Spesso, gli impiegati del call centre hanno competenze <strong>di</strong>fferenziate. Il<br />

83


cliente che telefona per un problema o una richiesta parla prima con un central<strong>in</strong>ista che smista la<br />

chiamata al personale appropriato.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista del management, il call centre ha tre vantaggi:<br />

1. L‟ubicazione non è importante e i call centre possono operare <strong>in</strong> località <strong>in</strong> cui i costi<br />

degli stipen<strong>di</strong> e degli immobili sono bassi e <strong>in</strong> cui è più facile assumere personale.<br />

2. Molti più clienti possono essere contattati nello stesso tempo.<br />

3. Il lavoro del personale può essere facilmente controllato e sorvegliato. Lo stipen<strong>di</strong>o<br />

può essere facilmente correlato con il numero <strong>di</strong> telefonate ricevute.<br />

Esistono call centre che hanno dei copioni fissi che gli impiegati devono seguire. Per molti versi, i<br />

call centre ricordano le l<strong>in</strong>ee <strong>di</strong> assemblaggio <strong>di</strong> Henry Ford. I call centre, così, tendono ad avere<br />

alti livelli <strong>di</strong> assenteismo e l‟avvicendamento degli impiegati è rapido.<br />

AZIENDA VIRTUALE<br />

Il concetto <strong>di</strong> aziende virtuali è stato sperimentato da alcune mult<strong>in</strong>azionali attraverso le “globally<br />

<strong>di</strong>stributed teams” (GDT). Questi gruppi <strong>di</strong> lavoro virtuali consistono <strong>di</strong> lavoratori basati <strong>in</strong><br />

<strong>di</strong>fferenti paesi che con<strong>di</strong>vidono obiettivi <strong>spec</strong>ifici e a breve term<strong>in</strong>e da raggiungere. Questi<br />

lavoratori non devono viaggiare per <strong>in</strong>contrarsi <strong>di</strong> persona, possono lavorare separatamente e<br />

confrontarsi <strong>in</strong> video-conferenza. Miller (1996) ha considerato quattro aspetti relativi al ren<strong>di</strong>mento<br />

<strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> gruppi.<br />

1. Obiettivi: è importante che <strong>in</strong> questo tipo <strong>di</strong> gruppi sia cont<strong>in</strong>uamente monitorata e<br />

consolidata l‟esistenza degli obiettivi comuni che il gruppo <strong>di</strong> lavoro si propone <strong>di</strong> raggiungere.<br />

2. Tecnologia: <strong>in</strong>contrarsi <strong>in</strong> video-conferenza piuttosto che <strong>di</strong> persona cambia il modo <strong>in</strong> cui i<br />

membri del gruppo <strong>in</strong>teragiscono. Le video camere ad attivazione vocale concentrano l‟attenzione<br />

del gruppo sulla persona che alza più il tono <strong>di</strong> voce. Questo causa problemi quando più <strong>di</strong> una<br />

persona sta parlando allo stesso tempo. Interrompere l‟oratore, una azione facile da eseguire<br />

nell‟<strong>in</strong>terazione faccia a faccia, è - <strong>in</strong>sieme alla possibilità <strong>di</strong> passarsi dati, come i luci<strong>di</strong> - un po‟<br />

più complicato.<br />

3. Motivazione e ren<strong>di</strong>mento: i manager hanno <strong>di</strong>fficoltà nel motivare la gente a <strong>di</strong>stanza. E‟<br />

<strong>di</strong>fficile valutare il contributo relativo <strong>di</strong> persone che lavorano <strong>di</strong>stanti tra loro.<br />

4. Potere: la tecnologia ha un importante impatto nell‟esercizio del potere all‟<strong>in</strong>terno della<br />

struttura aziendale. In particolare, rende più <strong>di</strong>fficile assegnare e trasferire i compiti <strong>di</strong> lavoro tra i<br />

membri <strong>di</strong> un gruppo e mantiene <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua <strong>di</strong>scussione la conquista della leadership che può<br />

trasferirsi <strong>di</strong> volta <strong>in</strong> volta a <strong>di</strong>versi membri e trasferirsi <strong>di</strong> paese <strong>in</strong> paese.<br />

A proposito del terzo aspetto è nota la tendenza, negli appartenenti ad un gruppo <strong>di</strong> lavoro, a<br />

<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire il proprio impegno <strong>in</strong> maniera <strong>di</strong>rettamente proporzionale all‟aumentare del numero dei<br />

membri del gruppo. Questo effetto viene def<strong>in</strong>ito “social loaf<strong>in</strong>g” da tre ricercatori della Ohio<br />

University negli anni settanta, che ne descrissero le cause:<br />

a. Equità dell’impegno (“gli altri non si stanno impegnando, perché dovrei farlo io?”);<br />

b. Dispersione delle responsabilità (“sono confuso nella folla, nessuno potrà notarmi”);<br />

c. Effetto negativo delle retribuzioni complessive (“noi tutti otterremo le stesse cose,<br />

perché dovrei lavorare più sodo?”);<br />

d. Problemi <strong>di</strong> coord<strong>in</strong>azione (le persone si <strong>in</strong>tralciano a vicenda).<br />

84


Si scoprì che il social loaf<strong>in</strong>g era frequente quando:<br />

1. Il lavoro viene percepito come non importante, troppo semplice e noioso.<br />

2. I membri del gruppo pensano che il loro contributo <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale non possa essere identificato.<br />

3. Il tipo <strong>di</strong> contributo <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale è simile a quello degli altri.<br />

Le soluzioni del social loaf<strong>in</strong>g furono <strong>in</strong><strong>di</strong>viduate <strong>in</strong> una nuova progettazione dell‟organizzazione<br />

del lavoro che mirava a:<br />

1. Identificare il contributo <strong>di</strong> ciascun membro del gruppo <strong>di</strong> lavoro.<br />

2. Premiare i membri del gruppo non solo rispetto al loro lavoro <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale ma rispetto alla<br />

capacità <strong>di</strong> ciascuno nell‟aiutare gli altri a raggiungere gli obiettivi comuni al gruppo.<br />

3. Penalizzare il gruppo per gli errori o le omissioni dei s<strong>in</strong>goli.<br />

LE TECNICHE DI MODIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO IN AZIENDA.<br />

Il management scientifico <strong>di</strong> Taylor.<br />

Solamente poche teorie possono considerarsi rivoluzionarie e determ<strong>in</strong>anti nel ri<strong>di</strong>segnare <strong>in</strong><br />

maniera duratura e a livello mon<strong>di</strong>ale il modo <strong>di</strong> lavorare nelle società <strong>in</strong>dustriali. La teoria dello<br />

scientific management <strong>di</strong> Frederick W<strong>in</strong>ston Taylor è una <strong>di</strong> queste. Basta guardare all‟attuale<br />

<strong>in</strong>teresse suscitato dalle teorie della qualità totale o dagli standard ISO 9000 per capire che il<br />

taylorismo non è morto.<br />

Taylor nacque nel 1856 <strong>in</strong> una ricca famiglia <strong>di</strong> Filadelfia. Nel ruolo <strong>di</strong> <strong>in</strong>gegnere meccanico <strong>in</strong><br />

un‟azienda siderurgica che costruiva assi e ruote d‟acciaio, Taylor com<strong>in</strong>ciò a sviluppare alcune<br />

idee. Egli aveva osservato che gli operai usavano <strong>di</strong>versi, e spesso <strong>in</strong>efficienti, meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavoro.<br />

Notò che pochi lavoravano al ritmo <strong>di</strong> cui erano effettivamente capaci. Egli etichettò questo<br />

fenomeno systematic sol<strong>di</strong>er<strong>in</strong>g.<br />

Il term<strong>in</strong>e <strong>in</strong>glese ha orig<strong>in</strong>i mar<strong>in</strong>are: si riferisce ai soldati <strong>di</strong> fanteria che, quando trasportati via<br />

mare, erano esentati dai lavori a bordo <strong>in</strong> cui i colleghi mar<strong>in</strong>ai erano <strong>in</strong>vece quoti<strong>di</strong>anamente<br />

impegnati. I soldati si atteggiavano dunque a “passeggeri privilegiati” e questa attitud<strong>in</strong>e fu<br />

chiamata “sol<strong>di</strong>er<strong>in</strong>g” dai mar<strong>in</strong>ai.<br />

Taylor <strong>di</strong>st<strong>in</strong>gueva un “sol<strong>di</strong>er<strong>in</strong>g naturale” – spiacevole ma scusabile - dal “sol<strong>di</strong>er<strong>in</strong>g<br />

sistematico”, che era un comportamento organizzato dei lavoratori che mirava a ridurre la<br />

produzione, ad impe<strong>di</strong>re che i padroni si rendessero conto delle effettive capacità produttive degli<br />

operai, a raggiungere i propri <strong>in</strong>teressi <strong>di</strong> categoria.<br />

Taylor com<strong>in</strong>ciò col ridurre la varietà <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavoro utilizzata dagli operai e stabilì c<strong>in</strong>que<br />

pr<strong>in</strong>cipi:<br />

1. Netta <strong>di</strong>st<strong>in</strong>zione <strong>di</strong> compiti e responsabilità tra management e operai.<br />

2. Uso <strong>di</strong> misurazioni scientifiche per riconoscere il modo migliore <strong>di</strong> compiere un lavoro.<br />

3. Uso <strong>di</strong> selezione scientifica per <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare le persone adatte alla nuova pratica <strong>di</strong> lavoro.<br />

4. Uso <strong>di</strong> <strong>spec</strong>ifici tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g che <strong>in</strong>segnassero i nuovi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavoro.<br />

5. Sorveglianza dei lavoratori attraverso l‟uso <strong>di</strong> gerarchie e stretta supervisione.<br />

L‟affare proposto da Taylor ai lavoratori era “Fate a modo mio, alla velocità che io mi aspetto,<br />

rispettate i miei standard, raggiungete i miei obiettivi e io vi pagherò profumatamente, oltre ogni<br />

vostra immag<strong>in</strong>azione. Tutto quello che dovete fare è prendere ord<strong>in</strong>i e r<strong>in</strong>unciare al modo <strong>in</strong> cui<br />

fate le cose per il mio”.<br />

I lavoratori si preoccuparono che “scientific management” volesse <strong>di</strong>re “accelerare il lavoro”, cioè<br />

lavorare <strong>di</strong> più per essere pagati <strong>di</strong> meno. Taylor fu chiaro sugli aumenti <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o che gli operai<br />

85


avrebbero ricevuto. Gli aumenti ci furono anche se gli operai si lamentavano <strong>di</strong> un aumento <strong>di</strong> paga<br />

del trenta per cento a fronte <strong>di</strong> un aumento <strong>di</strong> produzione del trecento per cento. Taylor rispondeva<br />

che il suo metodo permetteva agli operai <strong>di</strong> produrre <strong>di</strong> più facendo meno fatica grazie alla<br />

maggiore efficienza del movimento fisico “scientificamente gestito”.<br />

I risparmi che il “metodo Taylor” permetteva erano <strong>in</strong>genti ma violente erano le reazioni degli<br />

operai, dei tecnici, dei manager e del governo. La “frammentazione” del lavoro degli operai <strong>in</strong><br />

piccole, misurabili operazioni rendeva la vita <strong>in</strong> fabbrica estremamente noiosa e priva <strong>di</strong> significato.<br />

Il lavoro così come era organizzato da Taylor, <strong>in</strong>oltre, era dequalificante e dequalificato: non<br />

occorreva essere istruiti o qualificati. Questo stesso pericolo <strong>di</strong> squalificare il lavoro è reale anche ai<br />

nostri giorni.<br />

McDonal<strong>di</strong>zzazione: la “deskill<strong>in</strong>g position”.<br />

La tesi sulla qualificazione del lavoro sostiene che i pr<strong>in</strong>cipi e le tecniche del Taylorismo<br />

cont<strong>in</strong>uano ad essere anche più largamente usate <strong>di</strong> allora nelle moderne organizzazioni del lavoro.<br />

Dagli anni novanta questa tesi è stata chiamata “McDonal<strong>di</strong>zzazione” dal titolo del libro pubblicato<br />

nel 1993 da George Ritzer, “The McDonal<strong>di</strong>zation of Society”.<br />

I processi <strong>di</strong> frammentazione dei compiti lavorativi, <strong>di</strong> razionalizzazione e meccanizzazione nel<br />

mondo del lavoro <strong>in</strong>coraggiano la tendenza a squalificare i lavori <strong>in</strong> senso sia assoluto (per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

capacità e abilità tramandate) sia <strong>in</strong> senso relativo (la conoscenza scientifica che progressivamente<br />

si è accumulata nel processo produttivo). Anche se il lavoratore mantenesse certe capacità<br />

tra<strong>di</strong>zionali, il lavoro degradato a lui assegnato non le richiederebbe. Così un lavoratore, a<br />

presc<strong>in</strong>dere dal proprio talento, può essere economicamente e facilmente sostituito nel processo <strong>di</strong><br />

produzione.<br />

Nel suo libro, Ritzer descriveva quattro elementi chiave del processo <strong>di</strong> McDonal<strong>di</strong>zzazione:<br />

Efficienza: velocità nel produrre beni o servire clienti.<br />

Misurabilità: alti profitti e scarti m<strong>in</strong>imi.<br />

Pre<strong>di</strong>cibilità: <strong>di</strong> un prodotto o servizio a presc<strong>in</strong>dere dal tempo e dallo spazio.<br />

Controllo: il personale compie una serie ristretta <strong>di</strong> operazioni secondo una rigida procedura.<br />

Secondo Ritzer, la McDonal<strong>di</strong>zzazione è <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua espansione e, nonostante l‟evidenza dei<br />

profitti, i rischi e i costi connessi, meno imme<strong>di</strong>ati, sono molto alti. In aggiunta al tipo <strong>di</strong> lavoro dei<br />

<strong>di</strong>pendenti McDonald‟s, molto semplificato, la sofisticata tecnologia della preparazione dei “menu”<br />

lascia poca o nessuna <strong>di</strong>screzione, per i lavoratori, nel decidere come preparare il cibo e servire i<br />

clienti.<br />

Sembra appropriato che la McDonald‟s chiami i propri <strong>di</strong>pendenti “Crew members” (membri<br />

dell‟equipaggio). I crew member sono una forma <strong>di</strong> gruppo <strong>di</strong> lavoro fortemente <strong>di</strong>pendente<br />

dall‟equipaggiamento o dalla tecnologia del loro ambiente <strong>di</strong> lavoro: se cambia la tecnologia,<br />

cambia la natura del loro lavoro.<br />

Le regole <strong>di</strong> cottura degli hamburger sono precise e dettagliate, riguardano l‟esatto posizionamento<br />

degli hamburger sulla piastra, i tempi <strong>di</strong> cottura e la sequenza <strong>in</strong> cui gli hamburger devono essere<br />

voltati. I <strong>di</strong>stributori <strong>di</strong> bibite, le friggitrici e i registratori <strong>di</strong> cassa programmati limitano i tempi per<br />

eseguire un compito e lasciano al lavoratore poca o nessuna <strong>di</strong>screzione nel prendere decisioni,<br />

essere creativi o <strong>in</strong>novare.<br />

Pers<strong>in</strong>o il modo <strong>di</strong> accogliere il cliente è dettagliatamente prescritto dalla “McDonald’s Counter<br />

Observation Checklist”:<br />

1 C‟è il sorriso.<br />

2 Il saluto è piacevole, ben u<strong>di</strong>bile e s<strong>in</strong>cero.<br />

3 Guarda il cliente negli occhi.<br />

Simili “checklist” esistono per gli altri processi dell‟azienda.<br />

86


Il comportamentismo aziendale.<br />

Derivata dalle ricerche sulla mo<strong>di</strong>ficazione del comportamento condotte dai behaviouristi, la<br />

tra<strong>di</strong>zione della mo<strong>di</strong>ficazione del comportamento aziendale, sviluppata da Fred Luthans tra gli anni<br />

ottanta e novanta, è una tecnica per promuovere comportamenti desiderati dal management e<br />

scoraggiare i comportamenti non desiderati.<br />

La mo<strong>di</strong>ficazione del comportamento aziendale segue c<strong>in</strong>que fasi:<br />

1. Identificare comportamenti, osservabili e misurabili, ricollegabili al livello della prestazione<br />

lavorativa.<br />

2. Misurare la frequenza attuale <strong>di</strong> tali comportamenti per stabilire un basel<strong>in</strong>e.<br />

3. In<strong>di</strong>viduare gli antecedenti e le conseguenze <strong>di</strong> tali comportamenti.<br />

4. Sviluppare una strategia <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento che r<strong>in</strong>forzi i comportamenti desiderati attraverso l‟uso <strong>di</strong><br />

r<strong>in</strong>forzi positivi e negativi<br />

5. Valutare sistematicamente l‟efficacia dell‟<strong>in</strong>tervento sul cambiamento comportamentale.<br />

Per comportamenti desiderabili sul posto <strong>di</strong> lavoro si può <strong>in</strong>tendere, ad esempio, il lavoro durante i<br />

f<strong>in</strong>e settimana, la frequenza <strong>di</strong> un tiroc<strong>in</strong>io <strong>in</strong> azienda, la con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazione e formazione<br />

tra colleghi.<br />

I comportamenti <strong>in</strong>desiderabili sono, ad esempio, l‟<strong>in</strong>gresso al lavoro <strong>in</strong> ritardo, la confezione <strong>di</strong> un<br />

prodotto imperfetto, la maleducazione con i clienti.<br />

Le caratteristiche tipiche della mo<strong>di</strong>ficazione del comportamento aziendale sono:<br />

1. E‟ applicabile a comportamenti chiaramente identificabili e osservabili come la puntualità,<br />

l‟esecuzione <strong>di</strong> controlli e riparazioni, l‟uso <strong>di</strong> un particolare metodo <strong>di</strong> lavoro.<br />

2. Le ricompense sono chiaramente correlate <strong>in</strong> modo non ambiguo alla prestazione lavorativa<br />

desiderata.<br />

3. Il r<strong>in</strong>forzo positivo può prendere <strong>di</strong>verse forme, dall‟approvazione del superiore al premio <strong>in</strong><br />

denaro o <strong>in</strong> voucher (buoni).<br />

4. La mo<strong>di</strong>ficazione del comportamento e della prestazione può essere istantanea.<br />

5. La mo<strong>di</strong>ficazione comportamentale può essere sostenuta nel tempo se il r<strong>in</strong>forzo positivo è<br />

cont<strong>in</strong>uo (sebbene possa anche essere a <strong>in</strong>tervalli).<br />

Occorre notare che soltanto alcuni dei r<strong>in</strong>forzi offerti dall‟azienda sono materiali, <strong>in</strong> forma <strong>di</strong><br />

denaro o con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro desiderabili (un ufficio e una scrivania più grande, l‟accesso alla<br />

mensa, accesso a palestre o c<strong>in</strong>ema, posto macch<strong>in</strong>a). Molti altri r<strong>in</strong>forzi sono <strong>di</strong> tipo sociale e<br />

simbolico, ad esempio il prestigio, lo status, l‟approvazione e il riconoscimento pubblico. I r<strong>in</strong>forzi<br />

<strong>di</strong> tipo simbolico e sociale, <strong>in</strong>fatti, rispondono, secondo Abraham Maslow, ai nostri bisogno <strong>di</strong> “alto<br />

livello”.<br />

Esistono alcuni limiti alla mo<strong>di</strong>ficazione del comportamento aziendale:<br />

1. Il metodo può essere efficace quando comportamento da mo<strong>di</strong>ficare e r<strong>in</strong>forzo sono chiaramente<br />

identificabili come collegabili tra loro (“Indossa la c<strong>in</strong>tura <strong>di</strong> sicurezza e ti conferiremo un premio<br />

<strong>in</strong> denaro”). Il metodo è meno efficace se questa relazione non è imme<strong>di</strong>ata (“Dimostraci il tuo<br />

impegno e ti can<strong>di</strong>deremo a una promozione”).<br />

2. Il “premio per un buon comportamento” sembra ampiamente applicabile ai valori culturali<br />

americani e occidentali. Il trasferimento <strong>di</strong> questo metodo ad altre culture è problematico.<br />

3. Efficaci r<strong>in</strong>forzi possono essere <strong>in</strong><strong>di</strong>sponibili <strong>in</strong> contesti <strong>di</strong> lavoro noioso e ripetitivo.<br />

4. Le persone non rispon<strong>di</strong>amo ai r<strong>in</strong>forzi nello stesso modo; ciò che è fortemente premiante per<br />

qualcuno può avere scarse conseguenze per qualcun altro.<br />

5. Una volta avviato, un programma <strong>di</strong> r<strong>in</strong>forzo deve essere mantenuto nel tempo e potrebbero non<br />

esserci sufficienti fonti <strong>di</strong> motivazioni estr<strong>in</strong>seche (denaro o buoni pasto, ad esempio).<br />

87


Le gestione della capacità <strong>di</strong> apprendere <strong>in</strong> azienda.<br />

Il concetto <strong>di</strong> organizzazione che apprende - <strong>in</strong>tesa come organizzazione che promuove<br />

l‟acquisizione <strong>di</strong> conoscenze e competenze, da parte dei suoi membri, <strong>in</strong> maniera da raggiungere<br />

risultati considerati socialmente importanti come l‟<strong>in</strong>novazione, l‟efficienza, lo sviluppo sostenibile<br />

e la competitività - è derivato dal lavoro <strong>di</strong> Chris Argyrisi e Donald Schon (Argyris e Schon, 1974;<br />

1978; Argyris, 1982), <strong>di</strong>venuto famoso negli anni novanta. Un numero <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni - come<br />

l‟importanza <strong>di</strong> saperi <strong>spec</strong>ialistici nella produzione <strong>di</strong> beni e servizi o la velocità con cui i saperi<br />

<strong>di</strong>vengono obsoleti a causa della cont<strong>in</strong>ua <strong>in</strong>novazione oppure l‟importanza della creatività e<br />

flessibilità – ha promosso un grande <strong>in</strong>teresse <strong>in</strong>torno al concetto <strong>di</strong> organizzazione che apprende.<br />

Questo concetto <strong>di</strong>venne popolare dopo la pubblicazione <strong>di</strong> The Fifth Discipl<strong>in</strong>e (1990) <strong>di</strong> Peter<br />

Senge. Egli identificò c<strong>in</strong>que “regole <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento” per una organizzazione che apprende:<br />

1. Capacità personale: riguarda gli obiettivi che una persona <strong>in</strong>tende raggiungere.<br />

2. Modelli mentali: riguarda lo sviluppo <strong>di</strong> consapevolezza.<br />

3. Visione con<strong>di</strong>visa: riguarda la con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> e obiettivi per raggiungere risultato<br />

con<strong>di</strong>viso.<br />

4. Appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> squadra: riguarda il pensiero <strong>di</strong> gruppo e l‟azione <strong>di</strong> gruppo per raggiungere<br />

obiettivi comuni.<br />

5. Sistemi <strong>di</strong> pensiero: riguarda i concetti <strong>di</strong> <strong>in</strong>ter<strong>di</strong>pendenza e <strong>di</strong> feedback.<br />

Secondo Senge, la più importante tra queste regole è la qu<strong>in</strong>ta, cioè l‟<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sulla complessità<br />

dell‟organizzazione. Questa complessità è tenuta <strong>in</strong> considerazione nella <strong>di</strong>st<strong>in</strong>zione tra S<strong>in</strong>gle loop<br />

learn<strong>in</strong>g e Double loop learn<strong>in</strong>g e tra conoscenza esplicita e conoscenza implicita.<br />

Il concetto <strong>di</strong> s<strong>in</strong>gle loop è preso a prestito dalla cibernetica, nel cui ambito i sistemi <strong>di</strong> controllo<br />

sono considerati <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> regole, standard, procedure, rout<strong>in</strong>e e feedback. Il classico esempio <strong>di</strong><br />

controllo cibernetico è il termostato: esso misura le variazioni <strong>di</strong> temperatura e corregge le<br />

deviazioni da uno standard prestabilito. Nel s<strong>in</strong>gle loop learn<strong>in</strong>g, il sistema mantiene la prestazione<br />

al livello dello standard ed è <strong>in</strong>capace <strong>di</strong> apprendere che lo standard può essere, <strong>in</strong> certi momenti e<br />

con<strong>di</strong>zioni, troppo basso o troppo alto. In altre parole, è <strong>in</strong>capace <strong>di</strong> “apprendere ad apprendere”, <strong>di</strong><br />

ripensare i propri valori e le proprie ipotesi. Il sistema cont<strong>in</strong>ua semplicemente a fare ciò che gli è<br />

stato chiesto <strong>di</strong> fare. Apprendere ad apprendere implica il double loop learn<strong>in</strong>g. Cioè sfidare le<br />

proprie ipotesi, credenze, regole, rout<strong>in</strong>e e decisioni piuttosto che accettarle e lavorare all‟<strong>in</strong>terno<br />

dei marg<strong>in</strong>i prefissati. Nel s<strong>in</strong>gle loop learn<strong>in</strong>g il problema è “come posso raggiungere al meglio lo<br />

standard prefissato?”. Nel double loop learn<strong>in</strong>g ci si chiede <strong>in</strong>vece <strong>in</strong> ogni momento se lo standard<br />

prefissato è quello adeguato. Il double loop learn<strong>in</strong>g, una volta dom<strong>in</strong>io degli strateghi e dei top<br />

manager aziendali, è ora sempre più usato ogni volta che si assume personale capace <strong>di</strong> promuovere<br />

sempre più ra<strong>di</strong>cali processi <strong>di</strong> cambiamento necessari all‟azienda per sopravvivere.<br />

Ora, quando impariamo, acquisiamo una conoscenza <strong>di</strong> due tipi, esplicita ed implicita.<br />

La conoscenza implicita riguarda gli schemi mentali e le capacità possedute dall‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo che sono<br />

<strong>di</strong>fficili da comunicare e <strong>spec</strong>ifiche <strong>di</strong> un particolare contesto.<br />

La conoscenza esplicita è facilmente co<strong>di</strong>ficabile, comunicabile e resa <strong>di</strong>sponibile a tutti.<br />

Alcuni stu<strong>di</strong>osi, così, <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guono tra l‟appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> cui l‟azienda è capace e la conoscenza del<br />

management che dovrebbe promuovere la capacità aziendale <strong>di</strong> apprendere grazie alla conversione<br />

cont<strong>in</strong>ua della conoscenza implicita <strong>in</strong> esplicita, con<strong>di</strong>visibile. In questo modo la conoscenza<br />

implicita, <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale, può essere con<strong>di</strong>visa f<strong>in</strong>o a <strong>di</strong>ventare conoscenza aziendale.<br />

Am<strong>in</strong> Rajan (1999) descrive come alcune aziende hanno sviluppato dei “motori <strong>di</strong> ricerca<br />

<strong>in</strong>telligenti”. Si tratta <strong>di</strong> sistemi <strong>in</strong>formatici progettati per facilitare l‟accesso alla competenza <strong>di</strong> un<br />

catalogo <strong>di</strong> <strong>spec</strong>ialisti, ciascuno con il proprio sito web <strong>in</strong> <strong>in</strong>tranet, le cui conoscenze possano essere<br />

con<strong>di</strong>vise tramite e-mail o video conferenza. Il numero <strong>di</strong> volte <strong>in</strong> cui la competenza <strong>di</strong> qualcuno<br />

viene usata può essere monitorato e correlato con l‟opportunità <strong>di</strong> aumento <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o o <strong>di</strong><br />

promozione.<br />

88


La gestione dello stress aziendale.<br />

Gli aspetti <strong>di</strong> personalità e le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute sembrano essere strettamente collegati nei contesti<br />

aziendali. Depressione, ostilità e ansia sembrano collegarsi con <strong>di</strong>sturbi car<strong>di</strong>aci, respiratori come<br />

l‟asma, cefalee e ulcere. Diverse cause <strong>di</strong> stress ra<strong>di</strong>cate nelle <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> personalità derivano<br />

dalla <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> affrontare i cambiamenti, dalla mancanza <strong>di</strong> sicurezza <strong>in</strong> se stessi, mancanza <strong>di</strong><br />

assertività nelle relazioni, scarsa capacità <strong>di</strong> gestire il proprio tempo.<br />

I tipici stressors <strong>in</strong> un contesto aziendale sono:<br />

1. L’ambiente <strong>di</strong> lavoro fisicamente <strong>in</strong>adeguato: rumore, cattiva illum<strong>in</strong>azione, mancanza <strong>di</strong><br />

riservatezza, cattiva climatizzazione dell‟ambiente, strumentazioni <strong>di</strong> lavoro vecchie e <strong>in</strong>affidabili.<br />

2. Cattivo “job design”: cattivo coord<strong>in</strong>amento, formazione o <strong>in</strong>formazione <strong>in</strong>adeguata, procedure<br />

rigide, <strong>in</strong>sufficienza <strong>di</strong> personale, eccessivi carichi <strong>di</strong> lavoro, assenza <strong>di</strong> motivazione, <strong>in</strong>sufficiente<br />

impiego <strong>di</strong> competenze, scarsa responsabilità o partecipazione nelle decisioni, scarsa def<strong>in</strong>izione dei<br />

ruoli.<br />

3. Scarse relazioni: con i superiori, con i colleghi, con <strong>spec</strong>ifici <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui, mancanza <strong>di</strong> feedback,<br />

poco contatto sociale.<br />

4. Incertezza sul futuro: <strong>in</strong>certezza nel mantenere il lavoro, paura della <strong>di</strong>soccupazione o<br />

trasferimento, poche opportunità <strong>di</strong> promozione, basso status del lavoro.<br />

5. Incoerenza delle appartenenze: conflitti tra le proprie aspirazioni e le aspettative dell‟azienda,<br />

conflitti tra impegni familiari e sociali.<br />

Lo stress può <strong>in</strong>fluenzare il comportamento <strong>in</strong> molti mo<strong>di</strong>, dalla assunzione <strong>di</strong> alcool, droghe,<br />

eccessivi carichi <strong>di</strong> cibo, alla capacità <strong>di</strong> pensiero, concentrazione, prendere decisioni, attenzione e<br />

reazione alle critiche. A queste mo<strong>di</strong>ficazioni comportamentali si accompagnano risposte<br />

fisiologiche come l‟aumento della frequenza car<strong>di</strong>aca e della pressione sanguigna, la sudorazione,<br />

le vampe <strong>di</strong> calore e il sudore freddo.<br />

Friedman e Rosenman (1974) hanno identificato due opposte “s<strong>in</strong>dromi comportamentali”,<br />

tipo A e tipo B, che spiegano <strong>di</strong>fferenze nei livelli <strong>di</strong> stress.<br />

Le personalità <strong>di</strong> tipo A correvano un rischio tre volte superiore <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi car<strong>di</strong>ocircolatori rispetto<br />

alle personalità <strong>di</strong> tipo B. La tipica personalità A tende ad allungare le proprie giornate <strong>di</strong> lavoro,<br />

assumersi pesanti carichi <strong>di</strong> lavoro e a imporsi brevi scadenze. Queste sono attitud<strong>in</strong>i <strong>in</strong>coraggiate<br />

dal management aziendale perché <strong>in</strong><strong>di</strong>ce <strong>di</strong> competitività e <strong>di</strong> un alto bisogno <strong>di</strong> successo.<br />

Il tipo A, tuttavia, non è quasi mai capace <strong>di</strong> rilassarsi per assumere la giusta prospettiva <strong>di</strong> fronte a<br />

un complesso problema aziendale e condurre una analisi efficace. Queste personalità mancano del<br />

sangue freddo necessario <strong>in</strong> molte posizioni <strong>di</strong>rigenziali. Un ulteriore problema è il fatto che la loro<br />

impazienza può aumentare i livelli <strong>di</strong> stress <strong>di</strong> quelli con cui stanno <strong>in</strong> contatto.<br />

Friedman e Rosenman suggeriscono che il tipo A può cambiare <strong>in</strong> un tipo B se si usa<br />

consapevolezza e una corretta formazione:<br />

1. Diventare consapevoli del fatto che la vita è piena <strong>di</strong> opere <strong>in</strong>compiute.<br />

2. Si “f<strong>in</strong>isce” solo quando si muore.<br />

3. Bisogna imparare a delegare alcuni compiti ad altri.<br />

4. Bisogna limitare le ore <strong>di</strong> lavoro settimanali.<br />

5. Bisogna programmare un tempo per l‟attività fisica e la ricreazione.<br />

6. Bisogna frequentare un corso <strong>di</strong> “time management”.<br />

Il problema è che il tipo A cronico non troverà mai il tempo per seguire questi consigli. Un altro<br />

problema riguarda la questione se si possa cambiare la propria personalità così facilmente.<br />

Sembra che esistano tre con<strong>di</strong>zioni <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> <strong>in</strong>fluenzare la capacità <strong>di</strong> un <strong>in</strong><strong>di</strong>viduo <strong>di</strong> gestire<br />

l‟impatto con gli stressor:<br />

89


1. Con<strong>di</strong>zioni generali: essere <strong>in</strong> buona salute e pieno <strong>di</strong> energie aiuta ad affrontare lo stress.<br />

2. Valutazione cognitiva: credere <strong>di</strong> essere <strong>in</strong>capace <strong>di</strong> affrontare un particolare evento porta<br />

ad una “profezia che si autoavvera”.<br />

3. Soli<strong>di</strong>tà: è una visione della vita orientata alla <strong>di</strong>sponibilità al cambiamento, agli impegni<br />

produttivi e al senso <strong>di</strong> autocontrollo.<br />

Queste con<strong>di</strong>zioni sono fattori <strong>di</strong> protezione nel ridurre lo stress secondo due pr<strong>in</strong>cipali strategie:<br />

1. Strategie centrate sul problema: prevedono un arricchimento dei compiti del lavoratore, lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> squadre <strong>di</strong> lavoro, il miglioramento della comunicazione aziendale, il miglioramento<br />

della formazione.<br />

2. Strategie centrate sulle emozioni: prevedono la promozione dell‟auto-consapevolezza,<br />

programmi <strong>di</strong> esercitazioni <strong>in</strong> palestra, biofeedback, tecniche <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione e rilassamento,<br />

tecniche <strong>di</strong> gestione del tempo, promozione <strong>di</strong> <strong>in</strong>teressi sociali e sul lavoro.<br />

LE TECNICHE DI SELEZIONE IN AZIENDA.<br />

Le decisioni sulla selezione o promozione del personale implicano previsioni sulla capacità<br />

<strong>di</strong> un can<strong>di</strong>dato <strong>di</strong> offrire determ<strong>in</strong>ate prestazioni <strong>di</strong> lavoro. Le previsioni si basano sul tipo <strong>di</strong><br />

richiesta fatta dall‟azienda e sulle <strong>in</strong>formazioni che si acquisiscono sul can<strong>di</strong>dato. Tra<strong>di</strong>zionalmente,<br />

le <strong>in</strong>formazioni sul can<strong>di</strong>dato provengono dal curriculum, dalle referenze e dai colloqui faccia a<br />

faccia. Solitamente, le modalità impiegate per prendere queste decisioni sono <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guibili <strong>in</strong>:<br />

1. Valutazione <strong>di</strong> personalità: I meto<strong>di</strong> psicometrici permettono <strong>di</strong> consolidare l‟obiettività delle<br />

decisioni, sulla selezione o promozione, grazie alla raccolta sistematica <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni che hanno<br />

valore pre<strong>di</strong>ttivo. Quando si sceglie una valutazione psicometrica, per qualsiasi motivo, occorre<br />

considerarne i livelli <strong>di</strong> atten<strong>di</strong>bilità e vali<strong>di</strong>tà pre<strong>di</strong>ttiva:<br />

a. L‟atten<strong>di</strong>bilità riguarda il livello al quale la valutazione produce risultati coerenti quando la<br />

valutazione è ripetuta o quando è condotta secondo due metodologie commensurabili.<br />

b. La vali<strong>di</strong>tà pre<strong>di</strong>ttiva riguarda la misura <strong>in</strong> cui i punteggi al test possono pre<strong>di</strong>re la<br />

prestazione dello stesso soggetto secondo altri meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione.<br />

La domanda chiave è: “Possiamo pre<strong>di</strong>re la prestazione sul lavoro a partire da una valutazione <strong>di</strong><br />

personalità?”. Teoricamente, alla domanda si può facilmente rispondere se:<br />

a. Si somm<strong>in</strong>istra il test a un grande gruppo <strong>di</strong> can<strong>di</strong>dati.<br />

b. Si assumono tutti i can<strong>di</strong>dati senza considerare i punteggi al test.<br />

c. Si aspetta per un certo periodo (ad esempio c<strong>in</strong>que anni).<br />

d. Si valuta la prestazione <strong>di</strong> lavoro durante i c<strong>in</strong>que anni per controllare se quelli con “alti<br />

profili” hanno avuto “buone prestazioni”. Se esiste una corrispondenza, il test è pre<strong>di</strong>ttivo.<br />

I risultati <strong>di</strong> un test <strong>di</strong> personalità non dovrebbero mai essere usati come unica base per decidere <strong>di</strong><br />

assumere o promuovere. Questi test possono essere usati come complemento <strong>di</strong> un lavoro <strong>di</strong><br />

selezione ma non devono mai essere usati da soli. La valutazione <strong>di</strong> personalità è, <strong>in</strong>fatti, un<br />

<strong>in</strong>sufficiente strumento <strong>di</strong> selezione perché mentre il test è una “fotografia” nel qui ed ora, le<br />

persone sono capaci <strong>di</strong> sviluppare nuove capacità e <strong>di</strong> adattarsi a nuove situazioni.<br />

2. Colloqui su situazioni problematiche: si tratta <strong>di</strong> un tipo <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervista strutturata con una<br />

relativamente alta vali<strong>di</strong>tà pre<strong>di</strong>ttiva. I can<strong>di</strong>dati devono <strong>di</strong>mostrare le proprie capacità nel risolvere<br />

problemi collegati al lavoro per il quale si can<strong>di</strong>dano. Esempi <strong>di</strong> domande poste per <strong>in</strong>dagare su<br />

queste capacità sono:<br />

90


a. Immag<strong>in</strong>a <strong>di</strong> aver provato ad aiutare un estraneo che è appena scivolato e <strong>di</strong> essere da lui<br />

rimproverato per essere stato così sfortunato. Quale sarebbe la tua reazione?<br />

b. Immag<strong>in</strong>a che un amico ti chiami e, sconvolto perché il figlio si è fatto male, com<strong>in</strong>ci a<br />

raccontarti istericamente delle sue <strong>di</strong>fficoltà nel trovare una baby-sitter, dei vestiti del suo bamb<strong>in</strong>o,<br />

delle parole che sa già <strong>di</strong>re e così via. Cosa faresti?<br />

c. Come reagiresti se tu fossi un cameriere alle prese con un cliente che ti rimprovera perché non<br />

sei stato abbastanza veloce nel servirlo?<br />

Le risposte dei can<strong>di</strong>dati vengono valutate secondo la capacità <strong>di</strong> comunicazione, il controllo<br />

emotivo e la capacità <strong>di</strong> analisi della situazione e possono essere confrontate con il comportamento<br />

reale <strong>di</strong> persone esperte nel dato lavoro.<br />

I can<strong>di</strong>dati devono dar prova, durante l‟<strong>in</strong>tervista <strong>di</strong> possedere tre tipi pr<strong>in</strong>cipali <strong>di</strong> capacità:<br />

a. Analitiche: analizzare, valutare, esprimere giu<strong>di</strong>zi su dati astratti ricavati dalle<br />

esperienze quoti<strong>di</strong>ane.<br />

b. Creative: <strong>in</strong>ventare storie e soluzioni che vanno oltre i dati forniti e si adeguano ai rapi<strong>di</strong><br />

cambiamenti.<br />

c. Pratiche: risolvere problemi concreti al <strong>di</strong> là della formazione scolastica.<br />

3. Centri <strong>di</strong> selezione: la migliore comb<strong>in</strong>azione <strong>di</strong> tecniche per la valutazione dei <strong>di</strong>pendenti è<br />

stata sviluppata nei centri <strong>di</strong> selezione durante la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale dagli uffici <strong>di</strong><br />

reclutamento dell‟esercito anglo-americano. Gruppi dai sei ai <strong>di</strong>eci can<strong>di</strong>dati erano tenuti a vivere<br />

assieme per uno f<strong>in</strong>o a tre giorni. Essi erano sottoposti, sia <strong>in</strong><strong>di</strong>vidualmente che <strong>in</strong> gruppo, ad una<br />

varietà <strong>di</strong> esercitazioni, test cognitivi, test <strong>di</strong> personalità, colloqui, lavori, problemi da risolvere <strong>in</strong><br />

squadra e compiti scritti. Le loro attività venivano osservate e valutate.<br />

91


LE TECNICHE MOTIVAZIONALI IN AZIENDA<br />

Teoria dell’equità percepita.<br />

Diversi teorici ritengono che le persone considerano i risultati raggiunti giusti o equi <strong>in</strong><br />

accordo con gli sforzi fatti per raggiungerli. Il calcolo dell‟equità dei propri risultati è fatto per<br />

mezzo del confronto con i risultati raggiunti dagli altri.<br />

Questa teoria dell’equità è basata qu<strong>in</strong><strong>di</strong> sulla percezione <strong>di</strong> ciò che è un trattamento equo. Un<br />

trattamento <strong>in</strong>iquo si verifica quando si ottiene più o meno <strong>di</strong> ciò che si pensa <strong>di</strong> poter ottenere.<br />

Secondo la teoria dell‟equità, quanto più chiara è la percezione dell‟<strong>in</strong>iquità, tanto più alta la<br />

tensione e la motivazione ad agire. Se,da una parte, un risultato superiore alle aspettative non<br />

<strong>in</strong>nesca particolari sp<strong>in</strong>te all‟azione e viene considerato una “fortuna”, d‟altra parte un risultato<br />

anche <strong>di</strong> poco <strong>in</strong>feriore alle aspettative viene <strong>di</strong>fficilmente tollerato.<br />

Secondo Stacey Adams (1965), le persone confrontano gli <strong>in</strong>centivi ricevuti (aumenti <strong>di</strong><br />

paga e riconoscimenti) e i contributi offerti (tempo de<strong>di</strong>cato, sforzi, idee) con quelli ricevuti e<br />

offerti dagli altri. Questo confronto è avviene secondo la seguente equazione:<br />

<strong>in</strong>centivi ricevuti da me <strong>in</strong>centivi ricevuti da te<br />

(al netto dei costi da me sostenuti) (al netto dei costi da te sostenuti)<br />

=<br />

i miei contributi i tuoi contributi<br />

C‟è equità quando i valori dei due term<strong>in</strong>i dell‟equazione sono uguali.<br />

Le strategie per ridurre una eventuale <strong>in</strong>iquità percepita sono:<br />

strategie Esempio<br />

Cambiare i miei <strong>in</strong>centivi Conv<strong>in</strong>cerò il mio capo ad aumentarmi lo<br />

stipen<strong>di</strong>o<br />

Cambiare i miei contributi Non lavorerò sodo quanto Anna<br />

Cambiare gli <strong>in</strong>centivi della persona <strong>di</strong> Conv<strong>in</strong>cerò il mio capo a ridurre lo stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

riferimento<br />

Anna<br />

Cambiare i contributi richiesti alla pers. <strong>di</strong> Lascerò ad Anna gli <strong>in</strong>carichi <strong>di</strong>fficili<br />

riferimento<br />

Confrontarsi con qualcun altro Luigi ottiene quello che anch‟io ottengo<br />

Razionalizzare l‟<strong>in</strong>iquità Anna ha lavora qui da più tempo<br />

Fuggire Troverò un altro lavoro<br />

Secondo le ricerche condotte f<strong>in</strong> dagli anni sessanta, le persone che sono pagate <strong>in</strong> misura superiore<br />

alle loro stesse aspettative riducono l‟<strong>in</strong>iquità percepita lavorando <strong>di</strong> più. La percezione <strong>di</strong> equità,<br />

<strong>in</strong>oltre, conduce ad una maggiore sod<strong>di</strong>sfazione lavorativa e a un maggiore impegno <strong>in</strong> azienda<br />

(Sweeney, 1990).<br />

Job enrichment.<br />

Un numero significativo <strong>di</strong> compiti manuali viene ancora organizzato nelle fabbriche secondo i<br />

pr<strong>in</strong>cipi raccomandati dall‟<strong>in</strong>gegnere americano Frederick Taylor:<br />

1. Frammentare un compito complesso <strong>in</strong> compiti semplici.<br />

2. In<strong>di</strong>viduare il miglior modo per eseguire un compito attraverso lo stu<strong>di</strong>o dei tempi <strong>di</strong><br />

esecuzione, dell‟ambiente <strong>di</strong> lavoro e della forma degli strumenti.<br />

3. Premiare il lavoratore quando raggiunge gli obiettivi <strong>di</strong> produzione fissati.<br />

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Gli svantaggi <strong>di</strong> questo metodo sono la noia <strong>di</strong> un lavoro particolarmente ripetitivo, la mancanza <strong>di</strong><br />

significato attribuibile da parte del lavoratore al proprio lavoro, l‟impossibilità per il lavoratore <strong>di</strong><br />

essere promosso <strong>in</strong> base alla propria competenza.<br />

Questi pr<strong>in</strong>cipi, impiegati <strong>in</strong> America, scatenarono violenti scioperi quando si tentò <strong>di</strong> <strong>in</strong>trodurli <strong>in</strong><br />

Francia. Gli stessi <strong>di</strong>rigenti americani si resero conto a partire dagli anni sessanta e settanta che il<br />

Taylorismo, più che <strong>in</strong>coraggiare la motivazione e la flessibilità, causava assenteismo e<br />

<strong>di</strong>saffezione.<br />

La risposta al Taylorismo è stata il job enrichment, un modello basato sulla considerazione<br />

delle <strong>di</strong>fferenze <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali nel desiderare crescita <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale e sviluppo: la cosiddetta “forza del<br />

bisogno <strong>di</strong> crescita”. Negli impiegati il cui bisogno <strong>di</strong> crescita è basso, le c<strong>in</strong>que <strong>di</strong>mensioni del job<br />

enrichment hanno poca efficacia:<br />

1. Varietà delle competenze: il grado <strong>di</strong> varietà delle competenze richieste per un lavoro.<br />

2. Identità del compito: il grado <strong>in</strong> cui ad un lavoro è attribuibile compiutezza e significato.<br />

3. Importanza del compito: la misura <strong>in</strong> cui un lavoro <strong>in</strong>fluisce su quello degli altri.<br />

4. Autonomia: il grado <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>pendenza e <strong>di</strong>screzione su <strong>di</strong> un lavoro.<br />

5. Feedback: il tipo e quantità <strong>di</strong> feedback che ritornano al lavoratore.<br />

Queste c<strong>in</strong>que <strong>di</strong>mensioni, e soprattutto “autonomia” e “feedback”, sono considerate importanti nel<br />

motivare i lavoratori perché con<strong>di</strong>zionano il tipo <strong>di</strong> esperienza lavorativa secondo:<br />

1. Significato: il grado <strong>in</strong> cui l‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo considera il proprio lavoro significativo.<br />

2. Responsabilità: il grado <strong>in</strong> cui l‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo si sente responsabile per i risultati del lavoro.<br />

3. Conoscenza dei risultati: il grado <strong>di</strong> conoscenza che l‟<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo ha degli obiettivi<br />

dell‟azienda <strong>in</strong> cui lavora.<br />

Il modello prevede tre tipi <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento per aumentare la capacità motivante <strong>di</strong> un lavoro:<br />

1. Collegare i compiti: assegnare al lavoratore una sequenza <strong>di</strong> lavoro a cui possa essere<br />

attribuito un significato <strong>di</strong> compiutezza e <strong>di</strong> cui si possa trarre sod<strong>di</strong>sfazione.<br />

2. Stabilire relazioni con i clienti: dare al lavoratore la possibilità <strong>di</strong> confrontarsi <strong>di</strong>rettamente<br />

con i clienti.<br />

3. “Vertical load<strong>in</strong>g”: dare al lavoratore responsabilità normalmente assegnate al caposquadra.<br />

Il concetto <strong>di</strong> job enrichment è stato riproposto alla f<strong>in</strong>e degli anni novanta con il nome <strong>di</strong> job<br />

sculpt<strong>in</strong>g (Butler, T. e Waldroop, J., 1999). Questi autori raccomandano ai manager <strong>di</strong> ascoltare<br />

attentamente i propri <strong>di</strong>pendenti per scoprire cosa li <strong>in</strong>teressa e li motiva. Le conoscenze sugli<br />

<strong>in</strong>teressi consente <strong>di</strong> “scolpire” i compiti <strong>in</strong> azienda sugli <strong>in</strong>teressi del lavoratore e <strong>di</strong> premiarlo<br />

assecondando gli <strong>in</strong>teressi stessi.<br />

Sistemi aziendali ad alto ren<strong>di</strong>mento.<br />

Empowerment è il term<strong>in</strong>e dato agli accor<strong>di</strong> aziendali che permettono più autonomia e più<br />

<strong>di</strong>screzionalità ai lavoratori. L‟empowerment e il job enrichment sono le strategie usate nei sistemi<br />

<strong>di</strong> lavoro ad alto ren<strong>di</strong>mento. Le aziende o i gruppi <strong>di</strong> lavoro che possono qualificarsi ad alto<br />

ren<strong>di</strong>mento hanno le seguenti caratteristiche:<br />

1. Hanno ren<strong>di</strong>menti eccellenti se confrontati ad un parametro esterno.<br />

2. Hanno un ren<strong>di</strong>mento superiore a ciò che è considerato il loro massimo potenziale.<br />

3. Hanno un ren<strong>di</strong>mento superiore a quello ottenuto <strong>in</strong> precedenza.<br />

4. Producono utilizzando un livello m<strong>in</strong>ore delle risorse ritenute necessarie.<br />

5. La supervisione dei lavoratori avviene lavorando all‟<strong>in</strong>terno dei <strong>di</strong>versi ruoli dell‟azienda<br />

per aiutare a superare i problemi e <strong>in</strong>coraggiare l‟<strong>in</strong>novazione.<br />

L‟empowerment implica una <strong>di</strong>versa progettazione dell‟architettura aziendale:<br />

1. Mensa comune.<br />

2. Una gerarchia il più possibile piatta.<br />

3. Tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g aziendale affidato agli stessi <strong>di</strong>pendenti esperti.<br />

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