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Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci

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<strong>Medioevo</strong>: <strong>un</strong> <strong>pregiudizio</strong> <strong>secolare</strong><br />

l’uso degli esperimenti non venne tuttavia, per così dire, addomesticato<br />

e bardato prima del diciassettesimo secolo, quando gli<br />

si dette <strong>un</strong> ordine interno, così <strong>che</strong> esso divenne come <strong>un</strong>a grande<br />

macchina in movimento. 352<br />

Osserviamo, pertanto, <strong>che</strong> – com’è comprensibile – le differenze<br />

diventano più nette soprattutto mano a mano <strong>che</strong> ci si<br />

addentra <strong>nel</strong>l’Età moderna e si attraversa la stessa età rinascimentale.<br />

In definitiva, mi sembra <strong>che</strong> la posizione teorica più<br />

prossima a <strong>un</strong>a visione d’insieme abbastanza equilibrata è forse<br />

quella <strong>che</strong> proviene dagli studi sull’alfabetizzazione di Graff:<br />

Quando si descrivono circostanze in cui sviluppo e mutamento<br />

tendono ad essere graduali piuttosto <strong>che</strong> rapidi, come <strong>nel</strong> caso<br />

dell’alfabetizzazione del Continente, è più efficace ricorrere ai<br />

concetti di “continuità” e “contraddizione”. 353<br />

Non pare trattarsi più di <strong>un</strong> aut aut, quindi, bensì di <strong>un</strong> et et,<br />

<strong>che</strong> può sinteticamente rendere ragione di <strong>un</strong> polimorfismo di<br />

esperienze e di situazioni particolari assai mutevoli a seconda<br />

delle classi sociali, delle aree geografi<strong>che</strong>, delle subculture e degli<br />

aspetti o tratti culturali considerati.<br />

Ho voluto dare spazio, per quanto possibile in <strong>un</strong> contributo<br />

di queste dimensioni, ad angolature prospetti<strong>che</strong> diversificate per<br />

oggetto di studi e per la sensibilità degli autori rispetto al tema del<br />

rapporto fra il <strong>Medioevo</strong> e il Rinascimento. Non mi sembra inutile,<br />

però, lasciare concludere questa argomentazione a Le Goff,<br />

<strong>che</strong> non mostra reticenze di sorta quando afferma <strong>che</strong><br />

la maggior parte dei segni caratteristici per mezzo dei quali si è<br />

voluto riconoscerlo [il Rinascimento] sono apparsi ben prima del-<br />

352 BUTTERFIELD H., op. cit., p. 110.<br />

353 GRAFF H.J.., op. cit., pp. 19-20.<br />

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