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Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci

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<strong>Medioevo</strong>: <strong>un</strong> <strong>pregiudizio</strong> <strong>secolare</strong><br />

no? forse an<strong>che</strong> qual<strong>che</strong> adulto…) potrebbero ricavarne qual<strong>che</strong><br />

sp<strong>un</strong>to per elaborare <strong>un</strong>a sintesi (perché pur sempre di questo<br />

si tratta) autonoma sull’“Età di Mezzo”, <strong>un</strong>a sintesi forse<br />

meno inficiata da eti<strong>che</strong>tte categoriali, 28 <strong>che</strong> credo non soddisfino<br />

adeguatamente le loro esigenze di comprensione 29 di quest’epoca<br />

storica.<br />

All’interno di questa trattazione riserverei ancora qual<strong>che</strong><br />

sp<strong>un</strong>to all’intento di sensibilizzare i colleghi di storia o, chissà,<br />

forse an<strong>che</strong> qual<strong>che</strong> storico 30 circa l’opport<strong>un</strong>ità di <strong>un</strong> ulteriore<br />

approfondimento del dialogo metodologico fra l’antropologia<br />

e la storia. È possibile <strong>che</strong>, in <strong>un</strong> futuro lavoro, <strong>un</strong>a sorta di<br />

complemento di queste riflessioni, io tenti di cercare <strong>un</strong>a risposta<br />

a determinate aporie del discorso storiografico medievistico<br />

operando <strong>un</strong>a serie di confronti con i Subaltern Studies, i Postcolonial<br />

Studies e con la corrente dell’antropologia critica. 31 Non è impossibile<br />

<strong>che</strong> da ciò possa scaturire qual<strong>che</strong> suggestione valida<br />

per affinare le metodi<strong>che</strong> scientifi<strong>che</strong> 32 di approccio allo specifico<br />

medievale. Sotto questo profilo, del resto, non faccio <strong>che</strong><br />

28 Le eti<strong>che</strong>tte categoriali o eti<strong>che</strong>ttazioni sono espressioni <strong>che</strong> diventano «<strong>un</strong><br />

p<strong>un</strong>to di ancoraggio per l’interpretazione di tratti di personalità e descrizioni<br />

comportamentali ad essa associate» [ARCURI L., Percezione e cognizione sociale, in<br />

ID. (a cura di), Manuale di psicologia sociale, Il Mulino, Bologna 1996, pp. 128-<br />

129]; mediante le eti<strong>che</strong>ttazioni viene poi attivata la memoria semantica del<br />

soggetto, <strong>nel</strong>la quale viene così innescata <strong>un</strong>a serie di associazioni di tali<br />

espressioni con altre <strong>che</strong> a esse si collegano. Cfr. infra nt. 65.<br />

29 Cfr. infra paragrafo 3.<br />

30 PERNOUD R., op. cit., p. 165, nt. 3 non sottace la differenza di formazione fra<br />

gli storici, avvezzi al trattamento dei dati documentali, e gli insegnanti di<br />

storia, <strong>che</strong> non sempre fanno esperienza in tal senso.<br />

31 Per <strong>un</strong>a prima introduzione vd. CHAMBERS I. (a cura di), Esercizi di potere.<br />

Gramsci, Said e il postcoloniale, Meltemi, Roma 2006, passim; PASQUINELLI C. (a<br />

cura di), Occidentalismi, Carocci, Roma 2005, passim; vd. an<strong>che</strong> infra nt. 171.<br />

32 Cfr. MARROU H.-I., op. cit., p. 5, <strong>che</strong> scrive di <strong>un</strong>a «filosofia critica della storia».<br />

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