Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci
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Franz Brandmayr<br />
Fibonacci (1170-1240?) […] proponeva miglioramenti alle dimostrazioni<br />
ottenute dai grandi classici come Archimede. E an<strong>che</strong><br />
questo era <strong>un</strong> segno del nuovo spirito innovatore <strong>che</strong> stava<br />
portando ormai il <strong>Medioevo</strong> verso il tramonto. 286<br />
Il concetto di <strong>Medioevo</strong> sembra oramai reificato 287 e lo stigma<br />
dell’ignoranza oscurantista lo penetra e lo pervade fino alla saturazione.<br />
Il fatto di reperirvi qual<strong>che</strong> prodotto culturale innovativo<br />
non induce l’Autore a porre in dubbio le sue sicurezze o ad attenuarne<br />
e sfumarne i toni: tale progresso, infatti, non può (“per<br />
definizione”…) essere <strong>un</strong> frutto della civiltà medievale e rappresenta<br />
con ogni certezza, perciò, <strong>un</strong> anticipo della fervida e feconda<br />
età rinascimentale… Abbiamo qui <strong>un</strong> esempio di pseudo-eziologia,<br />
<strong>un</strong>a proposizione di chiara natura tautologica, 288 <strong>nel</strong>la quale,<br />
per giustificare il verificarsi di <strong>un</strong> progresso matematico <strong>nel</strong><br />
<strong>Medioevo</strong> si ribadisce il Leitmotiv dell’opera in questione: evidentemente<br />
non si tratta più di <strong>Medioevo</strong>…<br />
L’ultimo concetto <strong>che</strong> mi propongo di richiamare in questo<br />
paragrafo porta il discorso a stretto contatto con <strong>un</strong>o dei fattori<br />
causali nodali del <strong>pregiudizio</strong> antimedievale, fattore <strong>che</strong>, a mio<br />
avviso, potrebbe rivelarsi forse il più importante: si tratta del processo<br />
dell’“etnicità”. Attraverso questo complesso di dinami<strong>che</strong><br />
interculturali trovano espressione la «classificazione, l’organizzazione<br />
e la com<strong>un</strong>icazione della differenza culturale tra i gruppi»,<br />
<strong>che</strong> polarizza le relazioni diadi<strong>che</strong> noi/loro in <strong>un</strong>a dialettica di<br />
contatto-somiglianza e, al contrario, di differenziazione. 289<br />
286 CAPRARA G., op. cit., p. 53.<br />
287 ABBAGNANO N., s.v. Reificazione, in ID., op. cit., p. 738.<br />
288 Cioè <strong>un</strong> «discorso […] ripetente <strong>nel</strong>la conseguenza, o <strong>nel</strong> predicato […] il<br />
concetto già contenuto <strong>nel</strong> primo membro» (ABBAGNANO N., s.v. Tautologia,<br />
in ID., op. cit., p. 857).<br />
289 SACCHI P., s.v. Etnicità, in FABIETTI U.-REMOTTI F. (a cura di), op. cit., p. 271.