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Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci

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96<br />

Franz Brandmayr<br />

Fibonacci (1170-1240?) […] proponeva miglioramenti alle dimostrazioni<br />

ottenute dai grandi classici come Archimede. E an<strong>che</strong><br />

questo era <strong>un</strong> segno del nuovo spirito innovatore <strong>che</strong> stava<br />

portando ormai il <strong>Medioevo</strong> verso il tramonto. 286<br />

Il concetto di <strong>Medioevo</strong> sembra oramai reificato 287 e lo stigma<br />

dell’ignoranza oscurantista lo penetra e lo pervade fino alla saturazione.<br />

Il fatto di reperirvi qual<strong>che</strong> prodotto culturale innovativo<br />

non induce l’Autore a porre in dubbio le sue sicurezze o ad attenuarne<br />

e sfumarne i toni: tale progresso, infatti, non può (“per<br />

definizione”…) essere <strong>un</strong> frutto della civiltà medievale e rappresenta<br />

con ogni certezza, perciò, <strong>un</strong> anticipo della fervida e feconda<br />

età rinascimentale… Abbiamo qui <strong>un</strong> esempio di pseudo-eziologia,<br />

<strong>un</strong>a proposizione di chiara natura tautologica, 288 <strong>nel</strong>la quale,<br />

per giustificare il verificarsi di <strong>un</strong> progresso matematico <strong>nel</strong><br />

<strong>Medioevo</strong> si ribadisce il Leitmotiv dell’opera in questione: evidentemente<br />

non si tratta più di <strong>Medioevo</strong>…<br />

L’ultimo concetto <strong>che</strong> mi propongo di richiamare in questo<br />

paragrafo porta il discorso a stretto contatto con <strong>un</strong>o dei fattori<br />

causali nodali del <strong>pregiudizio</strong> antimedievale, fattore <strong>che</strong>, a mio<br />

avviso, potrebbe rivelarsi forse il più importante: si tratta del processo<br />

dell’“etnicità”. Attraverso questo complesso di dinami<strong>che</strong><br />

interculturali trovano espressione la «classificazione, l’organizzazione<br />

e la com<strong>un</strong>icazione della differenza culturale tra i gruppi»,<br />

<strong>che</strong> polarizza le relazioni diadi<strong>che</strong> noi/loro in <strong>un</strong>a dialettica di<br />

contatto-somiglianza e, al contrario, di differenziazione. 289<br />

286 CAPRARA G., op. cit., p. 53.<br />

287 ABBAGNANO N., s.v. Reificazione, in ID., op. cit., p. 738.<br />

288 Cioè <strong>un</strong> «discorso […] ripetente <strong>nel</strong>la conseguenza, o <strong>nel</strong> predicato […] il<br />

concetto già contenuto <strong>nel</strong> primo membro» (ABBAGNANO N., s.v. Tautologia,<br />

in ID., op. cit., p. 857).<br />

289 SACCHI P., s.v. Etnicità, in FABIETTI U.-REMOTTI F. (a cura di), op. cit., p. 271.

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