Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci
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Franz Brandmayr<br />
mento all’epoca in questione. All’inevitabile semplificazione del<br />
discorso storiografico congenito alla manualistica e alla sproporzione<br />
esistente fra la l<strong>un</strong>ghezza dell’arco temporale considerato<br />
nei programmi e le scarse risorse (misurate in <strong>un</strong>ità orarie scolasti<strong>che</strong>,<br />
in pagine di libri di testo e altro ancora) disponibili per lo<br />
studio del <strong>Medioevo</strong>, 23 vengono spesso ad aggi<strong>un</strong>gersi ancora tante<br />
difficoltà: tra le altre quelle determinate dalla diffusa svalutazione<br />
della storia, 24 ma an<strong>che</strong> quelle originate da <strong>un</strong>a cultura dominante<br />
(non solo didattica) ossessionata dal problem solving, 25 oramai incline<br />
a formare l’allievo al “saper fare” senza indurlo a concentrare<br />
l’attenzione sul “perché fare”, cultura inoltre sempre meno propensa<br />
a cogliere le sfumature – di cui la narrazione storica è invece<br />
solitamente ricca. Nel nome di <strong>un</strong>a sorta di pragmatismo cognitivo<br />
– infine – si spaccia talvolta per <strong>un</strong> attardamento passatistico 26 la<br />
presa in esame di temati<strong>che</strong> <strong>che</strong> si presumono antiquate.<br />
Su queste premesse della questione articolerei il mio discorso<br />
focalizzando l’attenzione su <strong>un</strong> secondo obiettivo, in qual<strong>che</strong> modo<br />
conseguente e f<strong>un</strong>zionale al primo: ritengo <strong>che</strong>, per allentare la<br />
presa del <strong>pregiudizio</strong> antimedievale, ci possa provenire <strong>un</strong> supporto<br />
epistemologico importante dalla strumentazione concettuale<br />
più “classica” delle scienze sociali. 27 Gli allievi (ma, perché<br />
23 Ivi, p. 153.<br />
24 PIVATO S., op. cit., pp. 37-46.<br />
25 Vd. ad es. CICATELLI S., Conoscere la scuola. Ordinamento didattica legislazione, La<br />
Scuola, Brescia 2004, p. 117.<br />
26 A questo proposito PERNOUD R., op. cit., p. 177 scriveva negli anni Settanta<br />
<strong>che</strong> la scuola francese produceva soggetti «amnesiaci», <strong>che</strong> rischiavano di<br />
diventare inabili all’esercizio della responsabilità e della libertà.<br />
27 Per <strong>un</strong>’introduzione all’utilizzo delle prospettive concettuali antropologi<strong>che</strong><br />
<strong>nel</strong>la storiografia vd. LE GOFF J., Prefazione, cit., p. VIII; LE GOFF J.-NORA<br />
P. (a cura di), Fare storia. Temi e metodi della nuova storiografia, Einaudi, Torino<br />
1981 (1974), passim; BOGLIONI P., Introduzione, in MANSELLI R., Il soprannaturale<br />
e la religione popolare <strong>nel</strong> Medio Evo, Studium, Roma 1985, p. XVI.