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Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci

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94<br />

Franz Brandmayr<br />

za religiosa del pensatore. A ciò si aggi<strong>un</strong>ge <strong>un</strong> ulteriore elemento<br />

destabilizzante: pare <strong>che</strong> a evidenziare «i gravi errori scientifici<br />

contenuti <strong>nel</strong>le Sacre Scritture» sia proprio <strong>un</strong> soggetto<br />

ben inserito <strong>nel</strong>la Chiesa; in questo modo la compagine ecclesiale<br />

sembrerebbe essere composta an<strong>che</strong> da soggetti capaci non<br />

solo di prescindere dalle auctoritates, 278 ma inoltre di innovare, di<br />

pensare criticamente 279 (persino sulla Sacra Scrittura!) e di anticipare<br />

i tempi proprio sotto il profilo della riflessione intorno<br />

all’ambito scientifico-sperimentale, “notoriamente” appannaggio<br />

del “pensiero laico”. 280 Offrire an<strong>che</strong> questa immagine della società<br />

ecclesiale, pertanto, risulta troppo dissonante rispetto a <strong>un</strong><br />

copione <strong>che</strong> pare venga rispettato fedelmente attraverso la semplice<br />

omissione di qual<strong>che</strong> termine identificativo (il “teologo”?<br />

il “filosofo francescano”?). Sottacendo qual<strong>che</strong> particolare, pertanto,<br />

l’Autore ottiene l’effetto di riordinare la trama della propria<br />

narrazione secondo <strong>un</strong>o s<strong>che</strong>ma selettivo e consonante 281<br />

con la propria pregiudiziale di fondo, ancorata all’idea di <strong>un</strong>a<br />

Chiesa retriva e chiusa al novum. 282<br />

278 Cfr. infra nt. 313.<br />

279 Cfr. supra nt. 261.<br />

280 Uso l’espressione fra virgolette, in quanto topos «della quantità», <strong>che</strong> richiederebbe<br />

<strong>un</strong>’analisi molto approfondita, per il suo radicamento <strong>nel</strong> discorso<br />

com<strong>un</strong>e (cfr. supra nt. 151). In mancanza di spazio, invito il lettore alla lettura di<br />

EINSTEIN A., Idee e opinioni. Come io vedo il mondo, Fabbri, Milano 1996 (1957), pp.<br />

187-193. Intorno alle stereotipie connesse al termine “laico” vd. POSSENTI V.,<br />

Le ragioni della laicità, Rubbettino, Soveria Man<strong>nel</strong>li (CT) 2007, pp. 14-15, <strong>che</strong><br />

sottolinea il riduzionismo dell’odierna interpretazione dominante del concetto<br />

a fronte delle sue possibili cinque accezioni. Per rinvenire ancora alc<strong>un</strong>e indicazioni<br />

circa questo specifico anacronismo cfr. supra le nt. 204-207.<br />

281 Cfr. supra nt. 174.<br />

282 Se esco dall’ambito medievistico rilevo la menzione selettiva del fisico<br />

belga Georges-Henri Lemaitre, <strong>che</strong> negli anni Venti del Novecento elabora<br />

per primo l’ipotesi del Big Bang e del quale il Caprara omette di indicare la<br />

confessione cattolica e lo stato di vita sacerdotale (ID., op. cit., p. 247).

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