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Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci

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<strong>Medioevo</strong>: <strong>un</strong> <strong>pregiudizio</strong> <strong>secolare</strong><br />

l’istruzione, fino ad allora «proclamato da <strong>un</strong>o sparuto gruppo<br />

di clerici illuminati, divenne <strong>un</strong>’idea corrente» 263 , della quale<br />

le istituzioni religiose continuarono a farsi promotrici investendo<br />

gran parte delle risorse disponibili 264 e con <strong>un</strong>a speciale<br />

attenzione alle classi sociali svantaggiate. 265 Se è vero, d<strong>un</strong>que,<br />

<strong>che</strong> nei secoli X-XIII «senza la chiesa l’offerta d’istruzione e<br />

alfabetizzazione in Occidente sarebbe stata incredibilmente limitata»<br />

266 e se è parimenti vero <strong>che</strong> fosse quello del clero il<br />

gruppo sociale più colto, 267 sembra tuttavia di poter dire con<br />

<strong>un</strong>a certa sicurezza <strong>che</strong> il basso <strong>Medioevo</strong> vide in svariate zone<br />

d’Europa 268 <strong>un</strong> laicato autonomo e critico, 269 capace di produrre<br />

iniziative culturali significative sia all’interno <strong>che</strong> all’esterno<br />

dell’istituzione ecclesiale.<br />

In effetti, soprattutto dopo l’opera fondamentale di<br />

Gr<strong>un</strong>dmann, 270 gli studi eresiologici di quasi tutte le impostazioni<br />

sottolineano gli aspetti di omogeneità fra le esperienze carismati<strong>che</strong><br />

ortodosse (come – ad esempio – il francescanesimo) ed<br />

263 CIPOLLA C.M., Istruzione, cit., p. 50.<br />

264 GRAFF H.J., op. cit., pp. 113-115.<br />

265 CIPOLLA C.M., Istruzione, cit., p. 50; GRAFF H.J., op. cit., p. 117.<br />

266 Ivi, p. 113.<br />

267 Per la situazione dell’Inghilterra dei secoli XIV e XV, <strong>che</strong> è fra quelle più<br />

accuratamente studiate, vd. ivi, p. 205. È probabile <strong>che</strong> l’osservazione possa<br />

venire estesa an<strong>che</strong> ad altre parti dell’Europa. È opport<strong>un</strong>o, tuttavia, non<br />

omologare il clero in <strong>un</strong>’<strong>un</strong>ica categoria socio-culturale: vi è, ad es., chi lo<br />

divide in due (per l’alto <strong>Medioevo</strong> vd. MANSELLI R., op. cit., pp. 12-13) o quattro<br />

gruppi (BURKE P., op. cit., pp. 265-268). Vd. an<strong>che</strong> supra nt. 98.<br />

268 Probabilmente soprattutto <strong>nel</strong>le zone più urbanizzate d’Europa, <strong>che</strong> – <strong>nel</strong><br />

periodo dal 1440 al 1492 – erano i Paesi Bassi e l’Italia (BURKE P., op. cit., p. 56).<br />

269 Ad es. MANSELLI R., op. cit., pp. 80-85 scrive di «anticlericalismo» già nei<br />

secoli XI-XIII.<br />

270 GRUNDMANN H., Movimenti religiosi <strong>nel</strong> medioevo, Il Mulino, Bologna 1980<br />

(1935), passim.<br />

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