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Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci

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86<br />

Franz Brandmayr<br />

<strong>un</strong>o slancio così prodigioso, dal seno dei torbidi più gravi? L’homo<br />

europaeus, in altri termini, fu per eccellenza <strong>un</strong> homo faber. 236<br />

Il «gusto dell’esperimento» 237 , la sete di scoperta e di ricerca<br />

<strong>che</strong> porterà gli europei alla conquista del mondo, 238 l’ingegno e<br />

l’abilità meccanica tali da raggi<strong>un</strong>gere «risultati tecnici moderni»<br />

239 non sembrano giustificare l’appellativo di “zotico e incolto”<br />

240 attribuito all’uomo medievale. Si può giustamente porre<br />

l’obiezione <strong>che</strong> i riferimenti dei nostri storici sembrano calcare<br />

l’accento sulla dimensione della tecnica più <strong>che</strong> su quella della<br />

scienza, tuttavia già <strong>nel</strong> 1959 Butterfield osservava <strong>che</strong><br />

si comincia ora a comprendere <strong>che</strong> la storia della tecnica ha, <strong>nel</strong>lo<br />

sviluppo del movimento scientifico, <strong>un</strong>a parte più importante<br />

di quanto si reputasse <strong>un</strong> tempo. 241<br />

Ancora, a <strong>un</strong> uomo medievale esageratamente rappresentato<br />

come alienato e proiettato verso attese ultraterrene, 242 Garin<br />

236 BLOCH M., Le “invenzioni” medievali, in ID., Lavoro, cit., p. 210; parentesi mia.<br />

237 ID., Le “invenzioni”, cit., pp. 204-205.<br />

238 DOLZA L., op. cit., p. 83.<br />

239 BUTTERFIELD H., Le origini della scienza moderna, Il Mulino, Bologna 1998<br />

(1958), p. 110.<br />

240 Cfr. PERNOUD R., op. cit., p. 45.<br />

241 BUTTERFIELD H., op. cit., p. 110.<br />

242 Sul «dualismo tra l’“aldilà” e l’“aldiquà” <strong>che</strong> la maggior parte degli stori-<br />

ci attuali riduce sbrigativamente a evasione dal mondo» (CARMO FELICIANI<br />

S., Introduzione, cit., p. 8) pare concentrarsi con <strong>un</strong>a certa insistenza forse<br />

an<strong>che</strong> Le Goff (cfr., ad es., ID., Lavoro, cit., pp. 75 e 85 e ID., <strong>Medioevo</strong>, cit.,<br />

p. 23), <strong>che</strong> – in quei casi – sembra tenere in scarso conto il giovanneo<br />

Verbum caro factum est e le conseguenze stori<strong>che</strong> <strong>che</strong> ne sono derivate; eppure<br />

sul cattolicesimo inteso come fomite della «religione della tecnologia»<br />

(cfr. NOBLE D.F., op. cit., passim) e «del lavoro» (cfr. infra nt. 354) pare concordare<br />

an<strong>che</strong> lo storico francese.

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