Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci
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Franz Brandmayr<br />
gna le narrazioni sul <strong>Medioevo</strong>: si tratta dell’«esposizione<br />
selettiva» 217 . Essa consiste <strong>nel</strong>la<br />
tendenza delle persone a cercare informazioni congruenti con i<br />
loro sentimenti, credenze e comportamenti passati e ad evitare<br />
attivamente quelle incoerenti o dissonanti. 218<br />
Alla reticenza ad ascoltare ciò <strong>che</strong> non collima con le proprie<br />
idee si associa, in maniera complementare, l’«aspettativa<br />
stereotipica» 219 , <strong>che</strong> induce il soggetto a rilevare <strong>nel</strong>l’oggetto del<br />
suo studio solo ed esclusivamente i tratti culturali, <strong>che</strong> sarebbe<br />
stato disposto a reperire fin dal principio.<br />
Vediamo ancora qual<strong>che</strong> esempio.<br />
Caprara scrive ancora del “triste panorama” offerto dalle<br />
scienze astronomi<strong>che</strong> di allora. «Ne era responsabile la diffusione<br />
del cristianesimo <strong>che</strong> […] imponeva la descrizione (sic)<br />
della Bibbia e del capitolo (sic) della Genesi» 220 . A prescindere<br />
dall’incompetenza circa gli aspetti esegetico-biblici e dal grave<br />
errore cronologico dell’attribuzione di <strong>un</strong> potere impositivo<br />
alla Chiesa del Terzo secolo (notoriamente oppressa dalle au-<br />
217 GILI G., op. cit., pp. 42 ss. ne scrive collegando l’esposizione con gli altri<br />
due meccanismi selettivi della percezione e della memorizzazione.<br />
218 TRENTIN R., Gli atteggiamenti sociali, in ARCURI L. (a cura di), op. cit., p. 276.<br />
219 ID., Percezione e cognizione sociale, in ID. (a cura di), Manuale, cit., p. 127.<br />
220 CAPRARA G., op. cit., p. 42. Non è qui possibile esplicitare nei dettagli<br />
l’erroneità del linguaggio del Caprara: basti ricordare <strong>che</strong>, in <strong>un</strong>’opera di divulgazione<br />
scientifica, risulta quantomeno equivoco riferirsi a <strong>un</strong>a narrazione<br />
cosmogonica con il termine di «descrizione» (cfr. ABBAGNANO N., s.v. Descrittivo,<br />
in ID., op. cit., p. 218), <strong>che</strong> risulta certamente inadeguato per esprimere<br />
il significato [BONORA A., s.v. Cosmo, in ROSSANO P.-RAVASI G.-GIRLANDA<br />
A. (a cura di), Nuovo dizionario di teologia biblica, San Paolo, Cinisello Balsamo<br />
(MI) 2001 7 (1988), pp. 327-328] dei due “racconti della creazione” compresi<br />
nei primi tre capitoli della Bibbia.