Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci
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Franz Brandmayr<br />
Il senso com<strong>un</strong>e non è ciò <strong>che</strong> la mente comprende spontaneamente,<br />
(<strong>un</strong>a volta) liberata dal ciarpame; è quello <strong>che</strong> la mente<br />
riempita di presupposti [(socio-culturali) …] conclude […] Come<br />
struttura del pensiero e suo esemplare il senso com<strong>un</strong>e è totalizzante<br />
come ogni altro: ness<strong>un</strong>a religione è più dogmatica, ness<strong>un</strong>a<br />
scienza più ambiziosa, ness<strong>un</strong>a filosofia più generale [… (esso)]<br />
pretende di raggi<strong>un</strong>gere la realtà oltre l’illusione, le cose come<br />
sono [… (ciò <strong>che</strong> è)] “realmente reale”. 167<br />
Il senso com<strong>un</strong>e si esprime e si nutre mediante il discorso<br />
com<strong>un</strong>e, tutto strutturato attorno agli s<strong>che</strong>mi <strong>che</strong> fondano e<br />
danno consistenza alla cultura del gruppo o di <strong>un</strong>a società. Esso<br />
si sviluppa dalla bottega alla piazza, passa attraverso l’aula scolastica,<br />
ma – come abbiamo già costatato – arriva nondimeno<br />
nei salotti <strong>che</strong> si presumono “buoni” 168 , informa gran parte dei<br />
media e, conseguentemente, viene rilanciato nuovamente ai<br />
fruitori degli stessi mezzi di com<strong>un</strong>icazione, in <strong>un</strong>o scambio<br />
quotidiano continuo. 169 Le sue «semiqualità» sarebbero, secondo<br />
Geertz, la «naturalezza», la «praticità», la «leggerezza», la<br />
«mancanza di metodo», <strong>un</strong>a facile «accessibilità» 170 per chi<strong>un</strong>que:<br />
in buona sostanza, in questa quasi-filosofia (o filosofia spicciola)<br />
i contenuti sembrerebbero presentare i caratteri di <strong>un</strong>’ovvietà<br />
priva di ogni senso di meraviglia 171 e di scoperta. All’interno<br />
di questo complesso di narrazioni il <strong>Medioevo</strong> potrebbe ri-<br />
167 GEERTZ C., Antropologia, cit., pp. 105-106; parentesi rotonde mie.<br />
168 Cfr. supra nt. 9.<br />
169 Vd. ad es. GOFFMAN E., La vita quotidiana come rappresentazione, Il Mulino,<br />
Bologna 1969 (1959), passim.<br />
170 GEERTZ C., Antropologia, cit., p. 107.<br />
171 Geertz (ivi, p. 104) mi induce a richiamare il di¦ g¦r tÕ qaum£zein oƒ<br />
¥nqropoi [...] ½rxanto filosofe‹n [gli uomini hanno incominciato a<br />
filosofare a causa della (capacità di provare) meraviglia (ARISTOTELE, Metafisica,<br />
2, 12-13); trad. di Giovanni Reale; parentesi rotonda mia].