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Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci

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70<br />

Franz Brandmayr<br />

informato dal consueto <strong>pregiudizio</strong>, al quale – a livello di<br />

manualistica – vengono portate appena in questi anni le prime<br />

criti<strong>che</strong> serie e argomentate.<br />

A questo p<strong>un</strong>to, va messo ancora in evidenza <strong>un</strong> altro aspetto<br />

della questione del <strong>pregiudizio</strong> antimedievale; finora ho creduto<br />

opport<strong>un</strong>o rimarcare soprattutto gli aspetti individuali e<br />

psicologici del rapporto <strong>che</strong> lo storico, il docente e lo studente<br />

potrebbero intessere con la materia medievalistica in cui si dovessero<br />

imbattere; va tuttavia ribadita an<strong>che</strong> la componente sociale<br />

dei loro eventuali comportamenti valutativi, stigmatizzanti<br />

e anacronistici. Questi comportamenti, <strong>che</strong> scaturiscono da sentimenti<br />

e valutazioni personali, 158 si inseriscono – infatti – in <strong>un</strong><br />

contesto collettivo e condiviso, da questa cornice olistica ricevono<br />

<strong>un</strong> rinforzo ed essi stessi, a loro volta, la corroborano,<br />

instaurando con essa <strong>un</strong>a prassi reciproca. 159<br />

Ciò accade, va detto, nonostante il soggetto, si tratti di <strong>un</strong>o<br />

storico, di <strong>un</strong> docente o di <strong>un</strong>o studente, non sia sempre avvertito<br />

delle dinami<strong>che</strong> psico-sociali, discorsive e interetni<strong>che</strong>, <strong>che</strong><br />

rendono attivi i suoi criteri valutativi e di quanto il proprio ethos<br />

sia condizionato dall’ambiente sociale. 160<br />

In realtà non esiste solo <strong>un</strong> etnocentrismo legato ai grandi<br />

insiemi sociali, alle grandi civiltà e alle entità nazionali; questo<br />

concetto, se preso <strong>nel</strong> suo significato tecnico di erezione degli<br />

s<strong>che</strong>mi culturali di <strong>un</strong>a «collettività» a criterio assoluto di valuta-<br />

158 Sentimenti, valutazioni e comportamenti degli informatori costituiscono,<br />

in buona sintesi, l’oggetto della ricerca etnoantropologica [BIANCO C.,<br />

op. cit., pp. 162-163; cfr. TURNER V., Dal rito al teatro, Il Mulino, Bologna<br />

1986 (1982), p. 120].<br />

159 Mi rifaccio al concetto marxiano di umwälzende Praxis (condizionamento<br />

vicendevole).<br />

160 Per <strong>un</strong>’introduzione a queste dinami<strong>che</strong> vd. DUBAR C., La socializzazione.<br />

Come si costruisce l’identità sociale, Il Mulino, Bologna 2004 (2000), passim.

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