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Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci

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62<br />

Franz Brandmayr<br />

menti pacifisti del secolo XX. 120 È possibile, però, <strong>che</strong> qual<strong>che</strong><br />

insegnante e, più ancora, gli studenti risultino particolarmente<br />

esposti a questa ingenuità metodologica.<br />

Va detto <strong>che</strong> il meccanismo proiettivo di difesa sussiste an<strong>che</strong><br />

<strong>nel</strong> primo tipo di anacronismo, quando – cioè – il soggetto<br />

si addentra a esplorare <strong>un</strong>’epoca, <strong>un</strong> personaggio, <strong>un</strong>a cultura<br />

<strong>che</strong> portano valori dissonanti rispetto ai propri s<strong>che</strong>mi culturali<br />

e tende a plasmare a propria immagine e somiglianza l’oggetto<br />

della propria ricerca per renderlo meno <strong>un</strong>heimlich 121 e, in qual<strong>che</strong><br />

modo, più domestico e utilizzabile. 122 Una dinamica di questo<br />

genere si ripropone an<strong>che</strong> quando, con rialzismo cronologico<br />

123 patente, si cercano antenati illustri, <strong>che</strong> solitamente conferiscono<br />

prestigio e avvalorano la posizione culturale propria di<br />

chi effettua l’indagine, come probabilmente è accaduto <strong>nel</strong> caso<br />

della vulgata costruita intorno ad Abelardo e den<strong>un</strong>ciata dalla<br />

Pernoud. È verosimile, inoltre, <strong>che</strong> <strong>un</strong> simile atteggiamento di<br />

riplasmazione della storia a immagine e somiglianza della memoria<br />

storica del proprio gruppo di appartenenza possa produrre<br />

più facilmente esiti configurabili come œpoj (= epos) collettivo<br />

piuttosto <strong>che</strong> come vera e propria storiografia. 124<br />

120 Per <strong>un</strong>’introduzione al tema vd. GIACOMINI M.R., Antimilitarismo e pacifismo<br />

<strong>nel</strong> primo Novecento. Ezio Bartalini e “La Pace”. 1903-1915, Franco Angeli, Milano<br />

1990, passim con le relative indicazioni bibliografi<strong>che</strong>.<br />

121 Tengo presente il concetto di Unheimlichkeit = «spaesamento» (HEIDEGGER<br />

M., Essere e tempo, Longanesi & C., Milano 1976 (1927), p. 548), cui ricollego<br />

l’aggettivo <strong>un</strong>heimlich, <strong>che</strong> significa: «sospetto», «poco rassicurante» (s.v. in<br />

MACCHI V., op. cit.).<br />

122 TULLIO-ALTAN C., Soggetto simbolo valore. Per <strong>un</strong>’ermeneutica antropologica,<br />

Feltri<strong>nel</strong>li, Milano 1992, pp. 26-32.<br />

123 CIRESE A.M., Cultura, cit., pp. 110-114.<br />

124 Lo spazio non consente di trattare l’importante argomento [per <strong>un</strong> primo<br />

approccio vd. ad es. PIVATO S., op. cit., p. 47-49; RICOEUR P., La memoria, la<br />

storia, l’oblio, Cortina, Milano 2003 (2000), passim; TRAVERSO E., Il passato: istru-

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