Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci
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<strong>Medioevo</strong>: <strong>un</strong> <strong>pregiudizio</strong> <strong>secolare</strong><br />
del mistico, può essere incoraggiata e nutrita da quell’autentico<br />
spirito di venerazione <strong>nel</strong> quale il misticismo vive e opera. 108<br />
P<strong>un</strong>to di vista dell’osservatore, da <strong>un</strong>a parte, e società, cultura,<br />
civiltà osservata, dall’altra: come stabilire <strong>un</strong> rapporto corretto<br />
con l’oggetto dello studio storiografico? Credo non vi sia<br />
indagine seria, non c’è scienza storica senza <strong>un</strong>a sospensione<br />
del giudizio, 109 cioè senza la messa tra parentesi dei propri s<strong>che</strong>mi<br />
culturali da parte del ricercatore. È umano, umanissimo provare<br />
sentimenti di ripulsa o assumere atteggiamenti irridenti di<br />
fronte a palesi manifestazioni di differenza culturale, ma essi<br />
vanno considerati per quello <strong>che</strong> sono: mere reazioni emotive,<br />
oltre <strong>che</strong> difensive. Nella migliore delle ipotesi, se vengono inserite<br />
in <strong>un</strong> quadro filosofico coerente, potrà trattarsi di riflessioni<br />
eti<strong>che</strong>, ma quando i piani filosofico-morale e storiografico<br />
vengono sovrapposti fino a confondersi, difficilmente il discorso<br />
eviterà <strong>un</strong>o slittamento su di <strong>un</strong> piano puramente moraleggiante<br />
e – con ciò – antiscientifico. 110<br />
108 RUSSELL B., Misticismo e logica, in ID., Misticismo e logica e altri saggi, Longanesi,<br />
Milano 1970 (1914), p. 12; cfr., da <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to di vista antropologico-culturale,<br />
BASTIDE R., Un misticismo senza dei, in ID., Il sacro selvaggio, Jaca Book, Milano<br />
1979 (1931), p. 22. Sul rapporto fra mistica e spirito innovativo possono<br />
risultare interessanti an<strong>che</strong> le riflessioni riportate nei paragrafi 2.3. e 2.4.<br />
109 Si tratta, come è noto, dell’poc» = epoché; vd. ABBAGNANO N., s.v. Epoché,<br />
in ID., op. cit., pp. 309-310. Nella traduzione tedesca il lemma presenta sfumature<br />
quasi asceti<strong>che</strong>: Ausschalt<strong>un</strong>g signifi<strong>che</strong>rebbe, quindi, «esclusione»<br />
ed «eliminazione» (MACCHI V., s.v., in ID., Dizionario Sansoni. Tedesco-Italiano.<br />
Italiano-Tedesco, Sansoni, Firenze-Roma 1977) del proprio Io, delle proprie<br />
preoccupazioni di studioso (cfr. MARROU H.-I., op. cit., p. 78); la forma verbale<br />
ausschalten, inoltre, si adopera per indicare lo «spegnere» (ad es. di fonti<br />
di energia elettrica).<br />
110 WEBER M., La scienza come professione, in ID., Il lavoro intellettuale come professione,<br />
Einaudi, Torino 1966 (1919), pp. 18 e 26-27.<br />
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