Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci
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Franz Brandmayr<br />
quanto <strong>nel</strong>l’attività di insegnamento della Religione cattolica, 3 <strong>nel</strong>la<br />
quale è noto <strong>che</strong> essa debba intessere <strong>un</strong> confronto serrato con<br />
altre discipline diacroni<strong>che</strong> (soprattutto con la Storia delle Religioni<br />
e con la Storia della Chiesa), oltre <strong>che</strong>, più in generale, con<br />
tutte le Scienze delle Religioni. 4<br />
Ciò nonostante – come esplicito fin dal titolo – non vorrebbe<br />
essere quello prettamente storiografico l’angolo visuale di<br />
questo contributo. Il mio vorrebbe configurarsi come <strong>un</strong> approccio<br />
antropologico-culturale alla “narrazione” 5 del <strong>Medioevo</strong><br />
<strong>nel</strong> discorso com<strong>un</strong>e. Data la vastità del campo considerato,<br />
proverei a sperimentare qual<strong>che</strong> forma di esercizio critico avvalendomi<br />
soprattutto di po<strong>che</strong> pubblicazioni (qual<strong>che</strong> manuale<br />
scolastico e <strong>un</strong>a sintesi divulgativa), prese quasi a caso dalla pletora<br />
di produzioni di qualità assai diversificata, <strong>che</strong> hanno per oggetto<br />
l’epoca medievale o qual<strong>che</strong> suo aspetto specifico.<br />
egemonica e culture subalterne. Rassegna degli studi sul mondo popolare tradizionale,<br />
Palumbo, Palermo 1973 2 (1971), pp. 24-39; RIVIERE C., Introduzione all’antropologia,<br />
Il Mulino, Bologna 1995, pp. 18-19; TULLIO-ALTAN C., Antropologia.<br />
Storia e problemi, Feltri<strong>nel</strong>li, Milano 1985 2 (1983), pp. 267-304.<br />
3 Dalle mie matrici culturali non ho ricavato <strong>un</strong>a grande propensione a<br />
soffermarmi sul dato autobiografico; tuttavia <strong>nel</strong>l’ambito antropologico-culturale<br />
è divenuto ormai costume consolidato il farlo, allo scopo di esplicitare<br />
al lettore, almeno indicativamente, le premesse teori<strong>che</strong> di partenza e i possibili<br />
condizionamenti <strong>che</strong> vi sono connessi [cfr. GEERTZ C., Opere e vite. L’antropologo<br />
come autore, Il Mulino, Bologna 1995 (1992), pp. 85-86].<br />
4 Cfr. BUCARO G., Filosofia della religione. La riflessione sul “senso” del fatto religioso<br />
da Spinoza a Nietzs<strong>che</strong>, da Bloch a Eliade, Città Nuova, Roma 1986, pp. 13-15;<br />
FILORAMO G.-PRANDI C., Scienze delle Religioni, Morcelliana, Brescia 1997 3 (1987),<br />
passim; RAGOZZINO G., Il fatto religioso. Introduzione allo studio della religione, Edizioni<br />
Messaggero, Padova 1990, pp. 50-75; TERRIN A.N., Introduzione allo studio<br />
comparato delle religioni, Morcelliana, Brescia 1991, pp. 13-29.<br />
5 Conferisco al termine tutta la pregnanza storiografica <strong>che</strong> gli deriva dalla riflessione<br />
dei Post-colonial Studies [cfr. ad es. CHAKRABARTY D., Storia delle minoranze, passati<br />
subalterni, in ID., Provincializzare l’Europa, Meltemi, Roma 2004 (2000), pp. 135-155].