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Medioevo: un pregiudizio secolare che perdura nel ... - Carducci

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38<br />

Franz Brandmayr<br />

quanto <strong>nel</strong>l’attività di insegnamento della Religione cattolica, 3 <strong>nel</strong>la<br />

quale è noto <strong>che</strong> essa debba intessere <strong>un</strong> confronto serrato con<br />

altre discipline diacroni<strong>che</strong> (soprattutto con la Storia delle Religioni<br />

e con la Storia della Chiesa), oltre <strong>che</strong>, più in generale, con<br />

tutte le Scienze delle Religioni. 4<br />

Ciò nonostante – come esplicito fin dal titolo – non vorrebbe<br />

essere quello prettamente storiografico l’angolo visuale di<br />

questo contributo. Il mio vorrebbe configurarsi come <strong>un</strong> approccio<br />

antropologico-culturale alla “narrazione” 5 del <strong>Medioevo</strong><br />

<strong>nel</strong> discorso com<strong>un</strong>e. Data la vastità del campo considerato,<br />

proverei a sperimentare qual<strong>che</strong> forma di esercizio critico avvalendomi<br />

soprattutto di po<strong>che</strong> pubblicazioni (qual<strong>che</strong> manuale<br />

scolastico e <strong>un</strong>a sintesi divulgativa), prese quasi a caso dalla pletora<br />

di produzioni di qualità assai diversificata, <strong>che</strong> hanno per oggetto<br />

l’epoca medievale o qual<strong>che</strong> suo aspetto specifico.<br />

egemonica e culture subalterne. Rassegna degli studi sul mondo popolare tradizionale,<br />

Palumbo, Palermo 1973 2 (1971), pp. 24-39; RIVIERE C., Introduzione all’antropologia,<br />

Il Mulino, Bologna 1995, pp. 18-19; TULLIO-ALTAN C., Antropologia.<br />

Storia e problemi, Feltri<strong>nel</strong>li, Milano 1985 2 (1983), pp. 267-304.<br />

3 Dalle mie matrici culturali non ho ricavato <strong>un</strong>a grande propensione a<br />

soffermarmi sul dato autobiografico; tuttavia <strong>nel</strong>l’ambito antropologico-culturale<br />

è divenuto ormai costume consolidato il farlo, allo scopo di esplicitare<br />

al lettore, almeno indicativamente, le premesse teori<strong>che</strong> di partenza e i possibili<br />

condizionamenti <strong>che</strong> vi sono connessi [cfr. GEERTZ C., Opere e vite. L’antropologo<br />

come autore, Il Mulino, Bologna 1995 (1992), pp. 85-86].<br />

4 Cfr. BUCARO G., Filosofia della religione. La riflessione sul “senso” del fatto religioso<br />

da Spinoza a Nietzs<strong>che</strong>, da Bloch a Eliade, Città Nuova, Roma 1986, pp. 13-15;<br />

FILORAMO G.-PRANDI C., Scienze delle Religioni, Morcelliana, Brescia 1997 3 (1987),<br />

passim; RAGOZZINO G., Il fatto religioso. Introduzione allo studio della religione, Edizioni<br />

Messaggero, Padova 1990, pp. 50-75; TERRIN A.N., Introduzione allo studio<br />

comparato delle religioni, Morcelliana, Brescia 1991, pp. 13-29.<br />

5 Conferisco al termine tutta la pregnanza storiografica <strong>che</strong> gli deriva dalla riflessione<br />

dei Post-colonial Studies [cfr. ad es. CHAKRABARTY D., Storia delle minoranze, passati<br />

subalterni, in ID., Provincializzare l’Europa, Meltemi, Roma 2004 (2000), pp. 135-155].

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