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POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D. L. 353/2003 (CONV. IN LEGGE 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 2, DCB - NA - TASSA PAGATA TAXE PERÇUE<br />
Il Rosario<br />
e la Nuova Pompei<br />
Anno 125 - N. 2 - <strong>Febbraio</strong> 2009 www.santuario.it<br />
Pellegrini a Pompei<br />
“nel più importante Santuario dedicato<br />
alla Beata Vergine del Santo Rosario”<br />
(Benedetto XVI)
Sommario<br />
3 - Valori veri e i piccoli gesti di ogni giorno<br />
per costruire una pace duratura<br />
di Angelo Scelzo<br />
4 - La Vergine Maria: icona dell’amore di Dio<br />
per l’umanità di ogni tempo<br />
di ✠ Carlo Liberati<br />
6 - Per raggiungere la pace<br />
occorre il coraggio di idee nuove<br />
di Guido Bossa<br />
8 - Comunicare l’amicizia. Il tema della Giornata Mondiale<br />
delle Comunicazioni Sociali<br />
di Dario Busolini<br />
10 - Con Maria e il Beato Bartolo Longo<br />
servi e testimoni del Vangelo della speranza<br />
di Francesco Paolo Soprano<br />
12 - Grazie Pompei!<br />
di Franca e Carlo Travaglino<br />
13 -La Solidarietà illumina il Natale a Pompei<br />
di Daria Gentile<br />
14 - Gesù, “dopo aver amato i suoi...<br />
li amò sino alla fine”<br />
di Settimio Cipriani<br />
20 - Pompei: il punto sulle strutture educative<br />
di Marida D’Amora<br />
22 - A Nisida, dove la speranza<br />
si fa progetto<br />
di Isa Di Domenico<br />
Fondata nel 1884 dal Beato Bartolo Longo<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Piazza Bartolo Longo, 1 - 80045 Pompei (NA) Tel. +39 081 8577321 - Fax +39 081 8503357<br />
rnp@santuariodipompei.it www.santuario.it Anno 125 - N. 2 - <strong>Febbraio</strong> 2009<br />
Direttore Responsabile: Angelo Scelzo<br />
Vice direttore: Pasquale Mocerino<br />
Redazione: C. Cozzolino, M. D’Amora,<br />
A. Marrese, F. P. Soprano, G. Striano<br />
Hanno Collaborato: G. Bossa, D. Busolini, A. Caforio,<br />
G. Cento, S. Cipriani, I. Di Domenico, A. Di Vittorio,<br />
O. Esposito, C. Fabbricatore, P. Frisullo, D. Gentile,<br />
L. Giacco, C. Liberati, C. Palomba, P. Patti, G. Russo,<br />
E. Secchiaroli, F. e C. Travaglino<br />
Grafica: Ettore Palermo<br />
Impaginazione: Mario Curtis, Emanuele Valvini<br />
Fotografie: G. Angellotto, I. Assalto, A. Di Stefano,<br />
Interfoto/Archivi Alinari, T. Lepera, F. Rizzo, P. Rubino<br />
Stampa: Arti Grafiche Boccia S.p.A.<br />
Gennaio 2009<br />
Di questa Rivista esistono anche le edizioni inglese e spagnola.<br />
Possono essere richieste alla Segreteria Generale - Ufficio Estero<br />
Tel. +39 081 081 8577328 - Fax +39 081 8573357<br />
foreignoffice@santuariodipompei.it<br />
33 - Dai vita al talento che è in te!<br />
Il Concorso Canoro del Meeting dei Giovani<br />
di Giovanni Russo<br />
46 - Una suora “dietro le quinte”. Suor Maria Eugenia Rosa<br />
di Concetta Fabbricatore<br />
Rubriche<br />
24 - Maria... questi ragazzi sono i tuoi figli<br />
a cura di Giosy Cento<br />
26 - Rosario News<br />
a cura di Giuseppina Striano<br />
28 - In cammino con la Madonna Pellegrina<br />
a cura di Antonio Marrese<br />
34 - Pellegrini del Rosario<br />
di Marida D’Amora<br />
38 - In libreria<br />
a cura di Lucio Giacco<br />
42 - Grati alla Madonna e al Beato<br />
a cura di Ciro Cozzolino<br />
44 - I nostri lettori ci scrivono<br />
a cura di Augusto Di Vittorio<br />
Spedizione: Poste Italiane S.p.A.<br />
Spedizione in abbonamento postale<br />
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />
Art. 1, comma 2 DCB - NA<br />
Tassa Pagata / Taxè Parçue<br />
Di questo numero sono state stampate<br />
255.000 copie<br />
Associato all’USPI<br />
(Unione Stampa Periodica Italiana)<br />
ISNN 0035 - 8282<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
2<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [50]
E d i t o r i a l e<br />
di Angelo Scelzo<br />
Valori veri e i piccoli gesti di ogni giorno<br />
per costruire una pace duratura<br />
Il nuovo anno non ha perso tempo a chiarire che<br />
non basta un semplice cambio di calendario per<br />
sperare che tutto, o almeno qualcosa, vada a posto<br />
come d’incanto. Le eredità che si disperdono<br />
per strada sono poche e, tra queste, non figurano<br />
le tante tragedie di cui il mondo continua ad essere<br />
pieno. Il 2009 ha subito fatto in modo che i<br />
riflettori fossero puntati sulla striscia di Gaza, la<br />
parte più martoriata di un medio-oriente dove la<br />
pace non riesce mai a piazzare una sua stabile<br />
tenda. Non è una terra come un’altra, anche se i<br />
conflitti - e i morti - sono tutti uguali. Alla pace viene<br />
a mancare il respiro proprio nei luoghi in cui essa<br />
ha manifestato e reso concreto il suo significato<br />
più alto, che non riguarda solo il silenzio delle<br />
armi. I raid aerei, come i razzi che puntano sulle<br />
città, esprimono, da un lato e dall’altro, la tragica<br />
eloquenza dell’ennesimo conflitto e, dunque, le<br />
armi sono all’opera. Il loro silenzio è un prezzo<br />
che ancora nessuno riesce a pagare. Tra i deficit<br />
che assillano oggi l’umanità - spaventata dalla<br />
recessione economica - la penuria di valori non<br />
quotabili in borsa, non è certo il più trascurabile dei<br />
problemi. Siamo di fronte alla radice del dramma,<br />
e al punto in cui s’infrangono tutti i processi e i piani<br />
di pace. Se il valore della pace finisce per oscillare<br />
allo stesso modo di quello dei mercati, molte aree<br />
del mondo continueranno ad essere destabilizzate<br />
e a sperimentare i rischi di un equilibrio sempre più<br />
precario.<br />
Arabi e israeliani si fronteggiano in un conflitto che<br />
ha alle spalle molta più storia che anni: le tensioni<br />
e gli odi messi in campo superano largamente i<br />
confini dell’area, e la striscia di Gaza ritorna, oggi,<br />
ad essere l’emblema di una contrapposizione tra<br />
mondi. Pur invocato da più parti, il dialogo sembra<br />
ormai un filo consumato, incapace di tessere rapporti<br />
che non siano affidati alla legge delle armi.<br />
Dove essa conduca è tragicamente sotto gli occhi<br />
di tutti, eppure non viene messa da parte e arriva<br />
ad essere negato perfino il tempo di una tregua.<br />
Cominciare l’anno sotto il segno della violenza non<br />
è solo un cattivo auspicio, ma il modo peggiore per<br />
affrontare le tante sfide che un mondo sempre più<br />
globalizzato pone sul cammino di tutti.<br />
Nell’udienza al Corpo diplomatico accreditato<br />
presso la Santa Sede, Benedetto XVI ha tracciato<br />
le linee essenziali di un tale percorso, ponendo in<br />
primo piano proprio l’esigenza di liberare il cammino<br />
dal più inutile e nefando degli ostacoli, il<br />
ricorso alle armi, vale a dire a ciò che “non può<br />
mai essere una soluzione”.<br />
Il Papa aveva di fronte proprio il tragico scenario<br />
di Gaza e, quindi, della Terra Santa, ma ai rappresentanti<br />
dei popoli ha ribadito il concetto - anzi:<br />
la verità cristiana - che la “violenza va sempre<br />
condannata”. In Medio Oriente, come in ogni altra<br />
parte del mondo, dove i venti di guerra non si sono<br />
ancora placati.<br />
Se più che del silenzio delle armi, la pace ha bisogno<br />
di valori che la sostengono, la parola non può<br />
che passare dal torvo anonimato degli eserciti, al<br />
ravvedimento e alla coscienza di ogni singola persona,<br />
anche quella apparentemente più estranea<br />
e lontana dal campo delle operazioni militari. La<br />
pace si costruisce anche - e forse soprattutto - dai<br />
piccoli gesti, da ciò che ordinariamente passa inosservato<br />
ma che, invece, arriva a incidere come mai<br />
si sarebbe immaginato. Ed è vero anche il contrario.<br />
Anche la guerra - o la violenza - si alimenta nel<br />
quotidiano e nell’ordinario.<br />
Quale nesso può avere, un conflitto internazionale,<br />
con quello che noi definiremmo un semplice fatto di<br />
cronaca? Apparentemente nessuno, ma come sarà<br />
mai possibile sradicare la logica della violenza se<br />
essa - orrendamente - s’impone anche nel normale<br />
corso della vita quotidiana?<br />
È solo un fatto di cronaca - o il sintomo di una<br />
malattia sempre più diffusa, che chiama in causa<br />
disprezzo e violenza - la mortale aggressione, a<br />
Casandrino, di una donna disabile, che si spostava<br />
su una carrozzella?<br />
Anche le forme di malavita organizzata, che<br />
prosperano in almeno tre regioni del meridione,<br />
rientrano nella stessa aberrante logica.<br />
Di fronte a tale efferatezza, può apparire umanamente<br />
ingenuo - o, perfino, banale - parlare di conversione<br />
dei cuori. Ma il tempo che si avvicina - la<br />
Quaresima - è innanzitutto tempo di Dio, e allora<br />
tutto può essere possibile.<br />
Ritornando allo scenario internazionale, non può<br />
passare inosservato il passaggio da Bush a Obama<br />
alla presidenza degli Stati Uniti d’America. Al di là<br />
di ogni enfatizzazione, si può legittimamente parlare<br />
dell’apertura di una fase nuova negli equilibri<br />
mondiali. Staremo a vedere, e a sperare.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
3<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [51]
La Vergine Maria: icona dell’amore<br />
di Dio per l’umanità di ogni tempo<br />
Madonna Litta, di Leonardo da Vinci. Museo dell’Hermitage, San Pietroburgo<br />
Agli inizi di questo 2009 e dopo l’esaltante esperienza di fede per la Visita<br />
Pastorale del Santo Padre Benedetto XVI al nostro Santuario avvenuta il 19<br />
ottobre 2008, desidero riprendere le mie riflessioni sul ruolo della Vergine<br />
SS.ma nel nostro cammino di fede quotidiano.<br />
Vorrei sottolineare che Maria SS.ma è l’esemplare più alto, dopo il Figlio<br />
Gesù, della gioia di Dio dentro di noi.<br />
Eugenio d’Ors nel suo libro “La valle di Giosafat” (cfr. S. Palumbieri, Un<br />
Magnificat per il Terzo Millennio, Ed. Paoline 1998, p. 126) immagina<br />
di ✠ Carlo Liberati<br />
di entrare nella “valle di Giosafat”,<br />
quella del Giudizio Universale.<br />
Appena giunto si vede circondato<br />
da personaggi illustri: Shakespeare,<br />
Michelangelo, Beethoven.<br />
Ad un tratto si leva una voce che ripete<br />
le parole di Pascal: “L’uomo non è<br />
che una canna pensante” (B. Pascal,<br />
Pensées, 347) e conclude: “Tutti gli<br />
uomini nella valle di Giosafat non<br />
sono che canne: un grande canneto<br />
al lume della luna”.<br />
Attorno, un profondo silenzio lunare.<br />
Ed ecco, d’improvviso, quel<br />
silenzio si popola di armonie. È<br />
la vallata che canta. Ogni canna -<br />
figura di ogni uomo - è un flauto<br />
silenzioso che un vento, il vento del<br />
prodigio ha riattivato. Chi soffia? Si<br />
domanda il poeta. Il vento risponde:<br />
Maria!<br />
Dio certamente, da solo non vuole<br />
compiere tutto (cfr. S. Palumbieri,<br />
ibidem, pp. 127 e segg.). L’uomo da<br />
solo può realizzare ben poco. Dio<br />
e l’uomo, insieme, costruiscono il<br />
“novum”. E ciò è stabilito nel mistero<br />
della natura creata da Dio e poi<br />
della grazia che ci è data dopo la colpa<br />
originale dallo stesso amore di<br />
Dio che non può veder naufragare il<br />
Suo progetto di santità. La risposta<br />
a Dio che chiama a partecipare attivamente<br />
alla “ricostruzione” dell’umanità,<br />
è il “Fiat”, il “Sì” di Maria<br />
nell’Annunciazione, testimoniato nel<br />
“Magnificat” della Visitazione.<br />
Maria è la persona che ci rivela la<br />
pienezza della bellezza, della gioia,<br />
dell’amore di Dio per l’uomo e la<br />
donna di tutti i tempi.<br />
Nel “Magnificat” di Maria c’è dentro<br />
lo stupore per la gioia di Dio che<br />
ha invaso la personalità integrale di<br />
Maria che lo ha accolto in pienezza.<br />
In Maria ci viene rivelato lo splendore<br />
della gioia di Dio immenso nei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
4<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [52]
confini del nostro cuore limitato,<br />
ma occupato dalla pace divina. Celebrare<br />
l’uomo si può fare o con<br />
Dio o senza Dio. Tuttavia, senza<br />
Dio la celebrazione dell’uomo può<br />
manifestarsi anche contro l’uomo.<br />
Un umanesimo senza Dio è un<br />
umanesimo non umano (Marx, Nietzsche!).<br />
Invece è un umanesimo costruttivo,<br />
pacifico e plenario quello<br />
che bisogna promuovere.<br />
Già Paolo VI nella “Populorum<br />
progressio” (n. 42) avvertiva: “Un<br />
umanesimo chiuso, insensibile ai<br />
valori dello spirito e a Dio che ne è<br />
la fonte, potrebbe apparentemente<br />
avere maggiori possibilità di trionfare.<br />
Senza dubbio l’uomo può organizzare<br />
la terra senza Dio, ma<br />
senza Dio egli non può alla fine che<br />
organizzarla contro l’uomo. L’umanesimo<br />
esclusivo è un umanesimo<br />
inumano”.<br />
Non vi è pertanto umanesimo vero se<br />
non è aperto ai valori dell’Assoluto.<br />
La vita di tutti i Santi della Chiesa<br />
Distintosi per il suo impegno caritatevole verso i bambini<br />
abbandonati, l’educazione degli adolescenti, per le sue<br />
doti di amministratore e per l’impegno di accoglienza dei<br />
quattro milioni di pellegrini che annualmente visitano<br />
il Santuario di Pompei, Mons. Carlo Liberati è stato insignito,<br />
nell’ottobre 2008, del “Federichino d’oro”.<br />
L’ambito riconoscimento, promosso dalla Fondazione<br />
“Federico II Hohenstaufen” di Jesi - Onlus (gemellata con<br />
l’omonima Istituzione di Palermo e con quella tedesca<br />
di Gesù Signore, crocifisso e risorto,<br />
ne è la più convincente prova e lo<br />
sarà fino alla fine del mondo.<br />
Questa ispirazione divina sta tutta<br />
nel Cantico del Magnificat che ci<br />
comunica tutta la gioia di Dio per<br />
noi attraverso “il giardino fiorito” di<br />
Maria SS.ma.<br />
L’umanesimo che discende dall’ispirazione<br />
biblica “è dato dall’infinito<br />
rispetto da parte di Dio verso<br />
l’uomo. Per salvare l’uomo, Dio ha<br />
voluto chiedere aiuto a lui. Dio ha<br />
bussato alla sua porta nel punto più<br />
immacolato della realtà umana”.<br />
E la porta si chiama: Maria “Ianua<br />
coeli”, ma anche “ianua mundi”.<br />
E il progetto di Dio si è fermato a<br />
questa soglia di libertà (cfr. S. Palumbieri,<br />
ibidem).<br />
San Bernardo di Chiaravalle, uno<br />
dei più grandi cantori del mistero<br />
della predilezione di Dio per Maria<br />
SS.ma in una nota e splendida pagina,<br />
carica di umanità (Bernardo di<br />
Chiaravalle, Opere Mariane. Le Lodi<br />
della Vergine Madre. Quarta omelia<br />
- in Oeuvres mystiques, pp. 952-<br />
953), in dialogo con Maria dice:<br />
“Dalla tua breve risposta dipende<br />
che noi siamo chiamati alla vita…<br />
Pronuncia una parola e riceverai<br />
la Parola. Proferisci la tua parola e<br />
concepirai la Parola divina. Emetti<br />
una parola che passa, e possederai<br />
la Parola eterna. Umile, sappi essere<br />
audace, riservata, non avere paura…”.<br />
La risposta di Maria alla chiamata di<br />
Dio nella esperienza del suo fidarsi di<br />
Dio e nell’affidarsi totalmente a Lui,<br />
Le comporta una incontenibile gioia<br />
dell’anima e di tutta la persona.<br />
La sua fede non consiste soltanto nel<br />
credere in Dio ma nell’essere convinta<br />
che Dio crede per sempre in<br />
Lei. Di lì nasce la gioia della sua<br />
realtà consacrata. Come dev’essere<br />
per noi cristiani.<br />
Sì, si può esperimentare la gioia di<br />
sentirci prediletti da Dio, come Maria<br />
SS.ma, nostra Madre nella fede.<br />
Il “Federichino d’oro” all’Arcivescovo di Pompei<br />
di Goppingen), viene conferito a<br />
personaggi che si siano distinti<br />
nella cultura, nelle istituzioni, nell’economia,<br />
nello spettacolo e nello<br />
sport, e a personalità italiane e<br />
straniere che abbiano operato<br />
nello spirito del messaggio culturale<br />
e sociale del grande imperatore<br />
jesino.<br />
L’edizione 2008 del premio, condotta<br />
da Rosanna Vaudetti, si è<br />
svolta presso il Salone dei Piceni<br />
del Complesso Monumentale di<br />
San Salvatore in Lauro, in Roma. La cerimonia è stata<br />
presieduta da Vittorio Borgiani e Mario Vinicio Biondi,<br />
rispettivamente, Presidente della Fondazione “Federico<br />
II” e del suo comitato scientifico, Giorgio Bizzarri, Presidente<br />
del Pio Sodalizio, e Arnold Esch, già Direttore dell’Istituto<br />
Germanico di Roma.<br />
Tra i premiati delle passate edizioni figurano il giornalista<br />
Indro Montanelli, i campioni dello sport Valentino Rossi,<br />
Filippo Magnini e Roberto Mancini, il pianista e compositore<br />
italiano Giovanni Allevi.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
5<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [53]
Per raggiungere la pace occo<br />
Il discorso del Santo Padre Benedetto XVI al Corpo<br />
Diplomatico accreditato presso la Santa Sede.<br />
Mai come in questo inizio del 2009 siamo tutti chiamati a fare<br />
un bilancio del tempo trascorso fin qui. E non è, a dir la verità,<br />
un bilancio consolante. Lo spazio per la speranza è limitato.<br />
Nel discorso rivolto al Corpo Diplomatico accreditato presso<br />
la Santa Sede - che già di per sé, per l’elevatissimo numero<br />
di Ambasciatori presenti, dimostra l’attenzione con cui i Governi<br />
seguono l’attività del Santo Padre - Benedetto XVI ha<br />
ricordato il suo dolente saluto all’anno appena trascorso; un<br />
saluto caratterizzato dal forte appello a lenire la povertà sempre<br />
presente nel mondo, un richiamo ai “troppo numerosi<br />
poveri del nostro pianeta” ricordati nel Messaggio per la<br />
Giornata Mondiale della Pace. L’alba del nuovo anno ha illuminato<br />
un’altra tragedia dell’umanità, quella della guerra, che<br />
insanguina ancora una volta il vicino Oriente, la terra dove<br />
Gesù ha scelto di nascere.<br />
Si dirà: niente di nuovo, purtroppo. La Palestina è da decenni<br />
ostaggio di lotte fratricide fra popoli che la geografia e la storia<br />
vorrebbero fratelli, o almeno vicini rispettosi l’uno dell’altro<br />
visto che pregano l’unico Dio, e che invece la politica vuole<br />
e rende divisi e in lotta. E allora, perché meravigliarsi, o protestare,<br />
se il Papa richiama entrambi al coraggio di cambiare<br />
il corso della storia? E invece è proprio ciò che è successo.<br />
Da una parte il messaggio di pace è stato ignorato; dall’altra<br />
è stato contestato, quasi accusato di indebita ingerenza.<br />
Eppure, anche alla luce di una storia che tende a ripetersi<br />
di tragedia in tragedia, l’appello del Papa appare di una<br />
chiarezza cristallina, e tutti gli uomini di buona volontà dovrebbero<br />
comprenderne agevolmente le implicazioni, anche<br />
geopolitiche. Il nuovo anno si apre su un tornante della<br />
storia nel quale i protagonisti del dramma umano che si sta<br />
svolgendo da decenni in Medio Oriente sono chiamati a riflettere<br />
sulle proprie responsabilità. Gli appuntamenti già<br />
segnati sul calendario li interpellano direttamente. Tutte le<br />
ricette finora applicate in quella martoriata area del mondo<br />
hanno fallito, proprio perché basate sulla violenza e miranti<br />
alla sopraffazione. Negli ultimi anni, due guerre non hanno<br />
risolto alcuna crisi, anzi hanno aggravato i problemi, recando<br />
con sé una scia di lutti, di ostilità e di recriminazioni che non<br />
ha fine. Non sarà facile cicatrizzare tutte le ferite. Il nuovo<br />
conflitto armato esploso in un’area - la striscia di Gaza - già di<br />
per sé sottoposta a condizioni di vita pressoché inumane, rischia<br />
di travolgere quel poco di speranza di pace che uomini<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
6<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [54]
e il coraggio di idee nuove<br />
coraggiosi (uno per tutti, il Presidente israeliano Rabin) avevano<br />
costruito. Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che la<br />
guerra non porta alla pace, anche se lascia tante, troppe vittime<br />
sul campo. In questo quadro drammatico, il Papa ha<br />
parlato con chiarezza: “L’opzione militare, ha detto, non è<br />
una soluzione, la violenza, da qualunque parte essa provenga<br />
e qualunque forma assuma, va condannata fermamente”. Il<br />
giudizio non potrebbe essere più limpido e radicale, né meno<br />
sospetto di simpatie partigiane. Basta ascoltarlo con animo<br />
sgombro da preconcetti.<br />
Quello che Benedetto XVI indica, come unica, stabile soluzione<br />
al conflitto, è un cambio di passo radicale della politica<br />
e della diplomazia internazionali, che si devono dotare<br />
di strumenti nuovi, visto che quelli usati finora si sono rivelati<br />
inadeguati a raggiungere l’obiettivo da tutti desiderato: la<br />
pace. Inadeguati e controproducenti.<br />
Di fronte ad un dramma che si ripete con straziante continuità,<br />
e in cui i fatti nuovi sono solo gli ordigni bellici sempre<br />
più sofisticati e micidiali che vengono lanciati da una parte<br />
e dall’altra contro popolazioni inermi, occorre il coraggio di<br />
uscire dai vecchi schemi di una politica logora e inefficace,<br />
occorre l’iniziativa di nuovi protagonisti, di nuove guide dei<br />
popoli finora in lotta, che sappiano aprire nuove strade,<br />
uscendo dal vincolo della coazione a ripetere gli errori del<br />
passato, riuscendo a coniugare il realismo della politica con la<br />
di Guido Bossa<br />
speranza dell’utopia.Il mondo intero dovrebbe accompagnare<br />
le parti in conflitto lungo questa strada finora inesplorata.<br />
All’alba del nuovo anno, la diplomazia è chiamata al coraggio<br />
di una iniziativa di pace inedita, che metta in primo piano il<br />
rispetto, ovunque, della dignità della persona. Le condizioni<br />
ci sono, perché gli attori principali sul campo stanno per<br />
cambiare. A loro, ai nuovi protagonisti della storia, il Papa si<br />
rivolge con coraggio e con fiducia.<br />
I NUOVI DIRIGENTI POLITICI<br />
SIANO CAPACI DI GUIDARE I LORO POPOLI<br />
VERSO LA RICONCILIAZIONE<br />
“La nascita di Cristo nella povera grotta di Betlemme ci conduce<br />
naturalmente ad evocare la situazione nel Medio-Oriente e, in<br />
primo luogo, in Terra Santa, dove, in questi giorni, assistiamo<br />
ad una recrudescenza di violenza che provoca danni e immense<br />
sofferenze alle popolazioni civili. Questa situazione complica<br />
ancora la ricerca di una via d’uscita dal conflitto tra Israeliani e<br />
Palestinesi, vivamente desiderata da molti di essi e dal mondo<br />
intero. Una volta di più, vorrei ripetere che l’opzione militare<br />
non è una soluzione e che la violenza, da qualunque parte essa<br />
provenga e qualsiasi forma assuma, va condannata fermamente.<br />
Auspico che, con l’impegno determinante della comunità internazionale,<br />
la tregua nella striscia di Gaza sia rimessa in vigore<br />
- ciò che è indispensabile per ridare condizioni di vita accettabili<br />
alla popolazione - e che siano rilanciati i negoziati di pace rinunciando<br />
all’odio, alle provocazioni e all’uso delle armi. È molto importante<br />
che, in occasione delle scadenze elettorali cruciali che<br />
interesseranno molti abitanti della regione nei prossimi mesi,<br />
emergano dirigenti capaci di far avanzare con determinazione<br />
questo processo e di guidare i loro popoli verso la difficile ma<br />
indispensabile riconciliazione. A questa non si potrà giungere<br />
senza adottare un approccio globale ai problemi di quei Paesi,<br />
nel rispetto delle aspirazioni e degli interessi legittimi di tutte le<br />
popolazioni coinvolte. Oltre agli sforzi rinnovati per la soluzione<br />
del conflitto israelo-palestinese, che ho appena menzionato, occorre<br />
dare un sostegno convinto al dialogo tra Israele e la Siria e,<br />
per il Libano, appoggiare il consolidarsi in atto delle istituzioni,<br />
che sarà tanto più efficace quanto più si compirà in uno spirito<br />
di unità. Agli Iracheni, che si preparano a riprendere pienamente<br />
in mano il proprio destino, rivolgo un incoraggiamento particolare<br />
a voltare pagina per guardare al futuro, per costruirlo senza<br />
discriminazioni di razza, di etnia o di religione. Per quanto riguarda<br />
l’Iran, non bisogna rinunciare a ricercare una soluzione negoziata<br />
alla controversia sul programma nucleare, attraverso un<br />
dispositivo che permetta di soddisfare le legittime esigenze del<br />
Paese e della comunità internazionale. Un simile risultato favorirebbe<br />
grandemente la distensione regionale e mondiale”.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
7<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [55]
di Dario Busolini<br />
Comunicare l’amicizia<br />
“Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere<br />
una cultura di rispetto, di dialogo,<br />
di amicizia”: il tema della Giornata mondiale<br />
delle comunicazioni sociali.<br />
Intorno alla metà di gennaio, tra il quotidiano dilagare delle notizie che esaltano<br />
le possibilità di “fare amicizie” e vivere vite diverse da quella reale grazie ai nuovi<br />
mezzi di comunicazione, specialmente attraverso i siti internet di relazioni sociali<br />
(“social network”), ha destato curiosità un fatto di segno apparentemente<br />
contrario: una nota multinazionale di hamburger ha deciso di pubblicizzare un<br />
nuovo panino, proprio su internet, offrendolo gratis a quanti cancelleranno dieci<br />
nominativi dall’elenco delle loro amicizie virtuali registrato sul più diffuso sito di<br />
relazioni. Viene da chiedersi: se dieci “amici” valgono solo il prezzo di un panino,<br />
quanto contano veramente tutti questi rapporti che si rincorrono su internet (ma<br />
anche in televisione nei vari programmi tipo “reality”, “Grande Fratello” etc.) mentre<br />
sembrano sempre più perdersi nella vita reale? E poi si cercano veramente nuove<br />
forme di dialogo e di relazione con gli altri o piuttosto una semplice autogratificazione<br />
frutto dell’illusione di credersi sempre “in rete” con il mondo quando invece si è<br />
solo e soli davanti a uno schermo? I nuovi mass media migliorano veramente la comunicazione<br />
o moltiplicano illusioni?<br />
Sono domande d’attualità che Benedetto<br />
XVI ha certo tenuto presente nel<br />
proporre il tema della 43ª Giornata<br />
mondiale delle comunicazioni sociali:<br />
“Nuove tecnologie, nuove relazioni.<br />
Promuovere una cultura di rispetto, di<br />
dialogo, di amicizia”.<br />
Questa suggestiva traccia di riflessione<br />
scelta dal Papa delinea il contenuto del<br />
suo messaggio per la stessa ricorrenza,<br />
diffuso tradizionalmente il 24 gennaio,<br />
festa di San Francesco di Sales, patrono<br />
dei giornalisti. Non a caso, il Presidente<br />
del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni<br />
Sociali, l’Arcivescovo Claudio<br />
Maria Celli, ha definito tale tema, in occasione<br />
della sua presentazione nella sala<br />
stampa vaticana, «un vero e proprio<br />
programma di lavoro, un compendio<br />
degli impegni e delle responsabilità che<br />
la comunicazione e gli uomini della comunicazione<br />
sono chiamati ad assumersi<br />
in prima persona in un tempo così<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
8<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [56]
fortemente segnato dallo sviluppo delle<br />
nuove tecnologie mediatiche che, di<br />
fatto, creano un nuovo ambiente, una<br />
nuova cultura. In un certo senso si potrebbe<br />
dire che il Papa chiede oggi agli<br />
operatori della comunicazione quanto<br />
ha chiesto durante l’incontro con il<br />
mondo della cultura a Parigi, quello, cioè,<br />
di assumere un atteggiamento veramente<br />
filosofico: guardare oltre le cose penultime<br />
e mettersi in ricerca di quelle<br />
ultime, vere».<br />
Mons. Celli ha sottolineato che Benedetto<br />
XVI ha fiducia nelle possibilità dei<br />
media perché possono «dare un grande<br />
aiuto nel favorire un clima di dialogo e<br />
di fiducia. Porre l’accento sul fatto che ai<br />
nuovi mezzi devono corrispondere nuove<br />
relazioni, significa toccare nel profondo<br />
il rapporto sul quale la comunicazione<br />
vive e si sviluppa; l’aggiornamento degli<br />
strumenti non segna semplicemente un<br />
passo avanti in senso tecnico, ma crea<br />
sempre nuove condizioni e possibilità<br />
perché l’uomo utilizzi e investa queste<br />
risorse per il bene comune e le ponga<br />
alla base di una crescita culturale ampia<br />
e diffusa». Il Presidente del Pontificio<br />
Consiglio delle Comunicazioni Sociali<br />
ha poi aggiunto, parlando alla Radio Vaticana,<br />
che «le nuove tecnologie sono<br />
sostanzialmente utili per instaurare, per<br />
aumentare le nostre relazioni sociali.<br />
Qui, però, c’è un fenomeno che emerge<br />
ugualmente con una certa chiarezza: da<br />
un lato questi mezzi portano ad allentare<br />
i tradizionali confini geografici e<br />
culturali, dall’altro c’è il fatto che questi<br />
mezzi fanno perdere ai soggetti il<br />
senso del territorio in cui abitano o del<br />
gruppo sociale in cui operano. Si pensi,<br />
ad esempio, al cellulare: il cellulare è diventato<br />
veramente una condizione quasi<br />
imprescindibile del nostro vivere. C’è la<br />
frenesia di essere connesso. Allo stesso<br />
tempo, però, siamo più preoccupati della<br />
connessione che non dei contenuti<br />
che possiamo dare attraverso queste<br />
relazioni che si instaurano. Ecco, allora,<br />
che il Papa, senza parlare di rischi o<br />
di limiti, propone questo problema in<br />
tono positivo e ci dice che proprio in<br />
queste relazioni, offerteci ampiamente<br />
dai nuovi mezzi di comunicazione, bisogna<br />
promuovere una cultura di dialogo,<br />
di rispetto, di amicizia».<br />
Una prova evidente dell’apertura del<br />
Papa e della Chiesa alle possibilità di<br />
autentica comunicazione offerte dai nuovi mezzi di comunicazione sociale riguarda<br />
proprio il cellulare: tutti ricordano i sintetici ed incisivi sms inviati a firma di Benedetto<br />
XVI ai partecipanti all’ultima Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney!<br />
Ancora una volta, l’uso o l’abuso dei media dipende dalla buona formazione di<br />
quanti vi operano e da una sempre più necessaria educazione alla multimedialità<br />
del pubblico che ne fa uso. Una formazione che deve essere continua, perché<br />
continui sono i cambiamenti del mondo delle comunicazioni sociali: mutano rapidissimamente<br />
le tecnologie, si differenziano di conseguenza i modi di comunicare<br />
e aumentano ancor più velocemente le cose comunicate. Non più solo<br />
notizie e pubblicità, ma anche idee e, appunto, sentimenti. E mai come in questo<br />
caso il moltiplicarsi della quantità può andare a discapito della qualità.<br />
La Chiesa italiana, e in essa anche il nostro Santuario, ha fatto suo il “programma<br />
di lavoro” delineato da Benedetto XVI. Per Don Domenico Pompili, Direttore<br />
dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale<br />
Italiana, «vivere è comunicare e per la Chiesa comunicare è addirittura una missione».<br />
In un intervento a Forlì sul tema del messaggio per la Giornata mondiale<br />
delle comunicazioni sociali, il sacerdote ha esortato i comunicatori cattolici a non<br />
preoccuparsi tanto di rincorrere mezzi sempre più potenti, ma di «puntare all’inculturazione<br />
del Vangelo in un ambiente ormai plasmato dai media laici» dove<br />
cambia il mondo delle relazioni. «I nostri giovani sono totalmente immersi in questa<br />
nuova socialità di contenuti ed emozioni, da relazionarsi fra loro solo grazie ai<br />
nuovi ritrovati, come “sms”, “Skype”, “e-mail” e “chat”. A noi educatori spetta il<br />
compito di apprendere il più possibile i nuovi strumenti di comunicazione e, senza<br />
demonizzarli, cercare di orientarli all’uso corretto», cioè verso un dialogo e una<br />
comunicazione autentici.<br />
Non bisogna farsi ingannare dalla diminuzione delle parole a fronte dell’esplosione<br />
di suoni e immagini tipica dei nuovi media. Le questioni esistenziali non cambiano e<br />
le domande vere, quale che sia il mezzo usato per farle, non si accontentano di una<br />
frase di circostanza dietro un “nickname” più o meno anonimo. Cercano sempre,<br />
a volte inconsapevolmente, una risposta profonda, una proposta di valori. Allora,<br />
se è ancora vero che l’uomo non vive di solo pane e quindi un’amicizia vale più di<br />
un panino, la Chiesa conserva, anche nei nuovi mezzi di comunicazione, il compito<br />
di ricordare quali sono le domande che contano. Solo così potrà continuare a comunicare<br />
la “buona notizia” annunciata da Gesù e, come indica il tema scelto dal<br />
Papa, “promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia”.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
9<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [57]
Con Maria e B<br />
testimoni del V<br />
Francesco Paolo Soprano<br />
Promosso dall’Ufficio del Rettorato del<br />
Santuario di Pompei, in collaborazione<br />
con gli Uffici della Missione Mariana del<br />
Rosario, della Pastorale Familiare, della<br />
Pastorale Giovanile, delle Comunicazioni<br />
Sociali, dello Sport, Turismo e Tempo libero<br />
e della Redazione de “Il Rosario e<br />
la Nuova Pompei”, si è tenuto nella città<br />
mariana, dal 15 al 17 dicembre 2008, il<br />
secondo convegno dei direttori dei pellegrinaggi<br />
e dei parroci della missione mariana<br />
del Rosario sul tema “Con Maria e<br />
Bartolo Longo servi e testimoni del Vangelo<br />
della speranza”.<br />
Rivolto ai Direttori degli Uffici Diocesani<br />
Pellegrinaggi, Tour Operator, Agenzie di<br />
Viaggio, Dirigenti Scolastici e Capigruppo<br />
(sacerdoti o laici), il convegno è stato un<br />
invito per tutti a riscoprire le vere ragioni<br />
della speranza, che secondo il Vangelo è<br />
donata da Gesù. Anzi, lui stesso è la Speranza!<br />
L’obiettivo dichiarato del meeting pompeiano<br />
è stato quello di ripensare a possibili<br />
sinergie per costruire insieme il<br />
pellegrinaggio, attraverso un’azione congiunta<br />
tra chi lo ospita e chi lo promuove<br />
e organizza.<br />
Apprezzato e illuminante è stato l’intervento<br />
di Mons. Luciano Mainini, Segretario<br />
Generale del Segretariato Pellegrinaggi<br />
Italiani, che si è soffermato sulla<br />
dimensione spirituale e pastorale del pellegrinaggio<br />
al Santuario.<br />
Da questo punto di vista, Pompei rappresenta<br />
un’esperienza fondamentale. Chi<br />
viene a Pompei, come tornando alla casa<br />
materna, sa che qui trova, innanzitutto,<br />
l’annuncio della Parola di Dio. Parola<br />
che in questa meravigliosa oasi mariana<br />
diventa motivo di speranza, di carità e di<br />
esercizio spirituale.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
10<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [58]
artolo Longo servi e<br />
angelo della speranza<br />
Nella linea dell’imperativo mariano<br />
alle nozze di Cana “Fate quello<br />
che Egli vi dirà”, Pompei ha il<br />
dovere di far riecheggiare questa<br />
parola di Maria per gli innumerevoli<br />
pellegrini che giungono ai piedi<br />
del suo trono, perché tutti possano<br />
sperimentare la gioia di quel primo<br />
miracolo di Cristo, portando qui<br />
l’acqua della loro umanità spesso<br />
dolente, perché sia cambiata nel vino<br />
della vita nuova in Cristo.<br />
Qui a Pompei, la Parola ascoltata<br />
si fa naturalmente preghiera. Nella<br />
stupenda immagine del quadro<br />
della Madonna di Pompei la Madre<br />
e il Figlio invitano a pregare<br />
consegnando a ognuno la corona<br />
del Rosario.<br />
Durante il Convegno è stato presentato<br />
il “Dossier dei Pellegrini a<br />
Pompei - 2009”. Il sussidio è nato<br />
per offrire agli organizzatori dei<br />
pellegrinaggi, e non solo, utili indicazioni<br />
concernenti le modalità<br />
della visita al Santuario mariano<br />
noto in tutto il mondo, per poterne<br />
conoscere la storia, la spiritualità e<br />
il servizio di carità.<br />
Tutti i convegnisti hanno sostenuto<br />
la necessità di una collaborazione<br />
sempre più intensa tra i direttori e<br />
gli organizzatori dei pellegrinaggi<br />
per favorire nuovi sviluppi e nuove<br />
acquisizioni nella preparazione e<br />
realizzazione dei pellegrinaggi.<br />
L’esigenza di una pastorale integrata,<br />
che caratterizza l’impegno della<br />
Chiesa in questo primo decennio del<br />
terzo millennio, richiede una particolare<br />
attenzione anche in questo<br />
settore.<br />
Il secondo convegno dei<br />
direttori dei pellegrinaggi<br />
e dei parroci della missione<br />
mariana del Rosario<br />
Durante lo svolgimento dei lavori<br />
sono state fornite preziose e utili<br />
indicazioni per il turismo religioso<br />
e scolastico, la “Giornata delle Donne”<br />
(8 marzo), la “Giornata del<br />
Turista” (15 agosto) la “Giornata<br />
Mondiale del Turismo” (27 settembre).<br />
L’intero convegno è stato una preziosa<br />
esperienza per offrire risposte<br />
concrete alle diverse esigenze dei<br />
Parroci, Tour Operator, agenzie di<br />
viaggio e dei dirigenti scolastici.<br />
Durante i lavori, i convegnisti hanno<br />
incontrato l’ADAP (Associazione<br />
degli Albergatori Pompeiani)<br />
e il Sindaco della città, che ha<br />
donato a tutti il crest commemorativo<br />
dell’ottantesimo di fondazione<br />
del Comune e l’agenda di<br />
Pompei 2009.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
11<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [59]
Grazie Pompei!<br />
La gratitudine degli abitanti di Garbò-Wolisso,<br />
un piccolo villaggio nel Sud-Est dell’Etiopia<br />
e la generosa testimonianza dei nostri amici<br />
Franca e Carlo Travaglino.<br />
Saper ringraziare è un dono del Signore e un dovere dell’uomo.<br />
Noi non possiamo e non vogliamo ignorare questo dovere e questo dono<br />
ricevuto da Dio-Padre, insieme con tanti altri. Pertanto, prima di ogni cosa,<br />
ringraziamo la Prelatura del Santuario di Pompei e i fedeli devoti della<br />
Vergine SS. del Rosario che, con edificante fedeltà, con semplicità e con<br />
amore evangelico, sostengono il cammino di liberazione dalla miseria sociale<br />
e di crescita globale dei bambini accolti nel “Centro P. Ludovico da<br />
Casoria” dell’H.E.W.O. (Hansenians’ Ethiopian Welfare Organizzation) del<br />
villaggio di Garbò-Wolisso nel Sud-Est dell’Etiopia.<br />
Bambini e famiglie insieme<br />
Con i bambini il cammino di liberazione e di crescita coinvolge anche le<br />
famiglie. Il Signore ha mandato il suo Spirito su di noi e ci ha scelti per portare<br />
il lieto messaggio ai poveri e per liberare gli oppressi”<br />
(cfr Is 61,1; Lc 4,18-19) anche nel villaggio di<br />
Garbò. Una prospettiva impegnativa, come<br />
sempre lo sono quelle che fanno parte del<br />
“piano di Dio”! Con l’aiuto della Grazia,<br />
con la protezione della Madonna e<br />
con l’intercessione dei Beati Padre Ludovico<br />
da Casoria e Bartolo Longo,<br />
ci siamo calati in questo impegno,<br />
nonostante le prime reazioni di perplessità<br />
della popolazione locale per<br />
troppi lunghi anni tenuta lontana<br />
e fuori da ogni espressione di vita<br />
sociale e di sviluppo. Oggi, grazie<br />
alla convergenza della condivisione<br />
di tanti fratelli, a Garbò, l’intuizione<br />
lungimirante di Padre Ludovico da Casoria<br />
“L’Africa convertirà l’Africa” non è<br />
più un evento possibile in futuro, ma è una<br />
realtà in atto dal di dentro della società, non<br />
imposta dall’esterno e non stravolgente la cultura<br />
e le tradizioni locali. Le famiglie, prima disperse in<br />
un’area indefinita e quasi smarrite, oggi sono confluite nel villaggio, lavorano<br />
insieme, cominciano a progettare insieme, pregano insieme pur nella<br />
diversità delle espressioni confessionali, sperano insieme.<br />
Un laboratorio di umanesimo integrato<br />
Il “Centro P. Ludovico da Casoria”, per la popolazione, non è la sede di<br />
un’organizzazione assistenziale, ma un sicuro punto di riferimento di Spe-<br />
di Franca e Carlo Travaglino<br />
ranza. È il luogo della Fraternità e<br />
dell’Amore condiviso; il luogo dove<br />
insieme con il corpo vengono nutriti<br />
anche la mente, il cuore e lo spirito;<br />
il luogo dove si è aiutati a scoprire<br />
la propria identità di bambini, di<br />
adulti, di popolo; dove si impara ad<br />
assumere nuove responsabilità e ad<br />
aprirsi agli altri.<br />
I tre percorsi seguiti: quello educativo,<br />
quello sanitario e quello dello<br />
sviluppo agro-alimentare, già ben<br />
definiti con la partecipazione di<br />
tutti, vengono man mano sempre<br />
meglio orientati alla crescita umana<br />
della persona creatura di Dio.<br />
Nell’ambito sanitario, oltre ai servizi<br />
ambulatoriali di medicina comunitaria<br />
da tempo avviati, è in fase di<br />
attuazione il progetto di assistenza<br />
materno-infantile, di ricovero d’emergenza<br />
con 10-15 posti letto e di servizio<br />
di ambulanza per il trasporto<br />
di pazienti a rischio dal villaggio<br />
all’ospedale cattolico della piccola<br />
cittadina di Wolisso a circa 30 Km<br />
di distanza.<br />
Lo sviluppo agro-alimentare ha<br />
come obiettivo a breve termine<br />
la realizzazione di<br />
una “fattoria didattica”<br />
per la formazione<br />
dei “coltivatori della<br />
terra” e per la<br />
produzione e la<br />
conservazione,<br />
con un apposito<br />
laboratorio, dei<br />
prodotti agricoli<br />
necessari al miglioramento<br />
della<br />
nutrizione: cereali,<br />
verdure, ortaggi e<br />
frutta.<br />
Sono stati, poi, realizzati<br />
due pozzi che permettono<br />
l’irrigazione dei campi per coltivazioni<br />
permanenti e non solo<br />
stagionali e l’approvvigionamento<br />
dell’acqua potabile. Una stalla con<br />
le mucche garantisce la fornitura di<br />
latte per i bambini e per i malati.<br />
Nel settore educativo, oltre alla lotta<br />
contro l’analfabetismo dei giovani e<br />
degli adulti, una particolare atten-<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
12<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [60]
zione è riservata ai bambini di età<br />
prescolare che sono i più esposti ad<br />
ogni tipo di minaccia per la loro vita.<br />
Per questi bambini, con il sostegno<br />
generoso del Santuario di Pompei,<br />
è in pieno svolgimento un mirato<br />
programma educativo integrato con<br />
servizi di medicina preventiva e curativa<br />
e di nutrizione equilibrata.<br />
Ora è stata completata l’annunciata<br />
costruzione della “Casa dei diritti<br />
dei bambini“. Si sta provvedendo<br />
all’arredamento essenziale. Il programma<br />
prevede non solo l’affermazione<br />
e la tutela dei diritti fondamentali<br />
dei bambini, ma pure<br />
la difesa dei valori morali e sociali<br />
delle famiglie.<br />
Un progetto in fase di potenziamento<br />
sono le attività di scolarizzazione<br />
per la crescita culturale e sociale<br />
delle donne, fino a poco tempo fa,<br />
escluse dai progetti formativi. La<br />
donna, nella cultura del villaggio,<br />
praticamente non esisteva come<br />
soggetto di diritti, non aveva voce.<br />
Ora le donne sono parte viva e<br />
attiva della comunità, lavorano, partecipano<br />
alle assemblee, prendono<br />
la parola, cominciano ad esercitare<br />
il diritto alle decisioni, assumono<br />
ruoli di responsabilità nella vita comunitaria.<br />
Garbò sta diventando un<br />
laboratorio di umanesimo integrale<br />
e di fratellanza, nonostante una nuova<br />
ondata di crisi economica, di fa-<br />
me, di carestia che sta investendo<br />
tutta l’Etiopia.<br />
Fede, fiducia e lavoro<br />
La pressione del caro-vita sta diventando<br />
insostenibile con un aumento<br />
dei prezzi dei generi di prima necessità<br />
che, in poco tempo, ha raggiunto<br />
addirittura il 400%.<br />
Siamo dentro ad una situazione<br />
estremamente difficile e complicata.<br />
Sia nella Comunità H.E.W.O. di<br />
Quihà-Mekelè in Tigray nel Nord-<br />
Etiopia, sia nella Comunità di Garbò-Wolisso<br />
in Oromia nel Sud-Est<br />
viviamo tra persone la cui esperienza<br />
di vita sembra essere solo quella<br />
della fame, del disagio sociale, della<br />
lotta per la sopravvivenza.<br />
Il mondo occidentale e quello del<br />
cosiddetto benessere finge di non<br />
sapere; guarda altrove per non vedere.<br />
Ma noi sappiamo, vediamo e<br />
soffriamo. Non possiamo scappare<br />
tradendo la fiducia dei fratelli che<br />
puntano gli occhi su di noi con<br />
speranza.<br />
E allora? Combattiamo!<br />
Abbiamo fede nella paterna provvidenza<br />
di Dio che, negli ormai circa<br />
quarant’anni di vita africana con i<br />
“minores” e i diseredati della società,<br />
mai ci ha lasciati. E preghiamo!<br />
Abbiamo fiducia nei fratelli capaci<br />
di testimoniare l’«Amore condiviso»<br />
con generosità e fedeltà senza cedere<br />
alla tentazione del buonismo,<br />
della compassione distante, della<br />
benevolenza transitoria.<br />
Abbiamo l’attenzione a rinnovare<br />
ogni giorno l’impegno di un lavoro<br />
comunitario più intenso e costruttivo.<br />
Queste sono le nostre forze e le nostre<br />
armi.<br />
Non riceviamo e non vogliamo aiuti<br />
dei poteri forti istituzionali perché<br />
freddi e condizionanti.<br />
Abbiamo sempre lottato con lo<br />
spirito della libertà di figli di Dio.<br />
Vogliamo continuare così per trasfondere<br />
amore gratuito in chi è<br />
defraudato dei diritti umani fondamentali,<br />
in chi si vede negata la condizione<br />
di figlio di Dio e, quindi, di<br />
fratello.<br />
Siamo certi che, sulla nostra strada,<br />
continueremo ad incontrare amici e<br />
compagni di lotta che ci aiuteranno<br />
a restare fedeli a questa scelta e a<br />
non soccombere nella battaglia con<br />
gli oppressi, con gli ultimi, con i<br />
dimenticati, sul fronte caldo della<br />
fraternità.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
13<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [61]
La solidarietà illumina<br />
il Natale a Pompei<br />
Nell’Enciclica “Sollicitudo rei socialis”, Papa Giovanni Paolo II scrive: «la solidarietà,<br />
più che un sentimento di vaga compassione, è la determinazione<br />
ferma e perseverante ad impegnarsi per il bene comune. Tutti siamo veramente<br />
responsabili di tutti (SRS 38)». A Pompei la solidarietà non si ferma mai,<br />
nemmeno per un momento. Anche in tempi in cui non si parla d’altro che di crisi<br />
economica e di impoverimento della società, c’è chi non si scoraggia e pensa che il<br />
Natale possa essere davvero un momento di condivisione e di amore, anche senza<br />
inutili e dispendiosi regali. Donare si può, anche in tempo di crisi. Sì perché l’amore<br />
è fatto di gesti compiuti in silenzio, basta una carezza, un sorriso, un abbraccio affettuoso<br />
a rendere il Natale “ricco”. Perché solidarietà è anche dividere quel poco<br />
che si ha, perché se sul calendario il giorno di Natale è segnato in rosso, simbolo<br />
di giorno di festa, la povertà, la solitudine, il bisogno, non conoscono “vacanza”.<br />
Ed è qui che entra in campo lei. A Natale la solidarietà ha fatto viaggiare su vie di<br />
amore e di pace i giorni di festa dei nostri ragazzi. Avvolti dalla luce della speranza<br />
di un Dio che è nato per gli uomini e che con le Sue sofferenze e quelle della sua<br />
famiglia ha manifestato la volontà di condividere il cammino di ognuno di noi, i nostri<br />
ragazzi hanno trascorso il Natale con fiducia e con la consapevolezza che Lui<br />
ci ascolta e infonde nei nostri cuori la grazia e la serenità. Dunque, giorni freddi e<br />
piovosi quelli di questo dicembre 2008, ma caldissimi nel clima e nell’animo e scanditi<br />
da un unico leit-motiv: l’amore. E proprio l’amore è stato il filo conduttore<br />
del primo degli appuntamenti del Natale dei ragazzi dei Centri Educativi e delle<br />
scuole del Santuario: uno spettacolo in cui, la mattina dell’11 dicembre, sul palco<br />
del Teatro “Di Costanzo-Mattiello”, si sono fuse le note calde e avvolgenti delle<br />
musiche natalizie con i ritmi e le coreografie delle tradizioni di diversi Paesi del<br />
mondo, come il flamenco spagnolo o brani tratti dai musical tipici della tradizione<br />
statunitense. E l’amore, ancora, è stato il tema di versi poetici, canti e balli la cui<br />
di Daria Gentile<br />
allegria si è trasformata in entusiasmo<br />
generale e, in platea, tutti i presenti<br />
hanno portato il ritmo con le mani, che<br />
si è sciolto, poi, in un fortissimo applauso.<br />
Ad ammirare i ragazzi, oltre alle famiglie,<br />
agli educatori e agli insegnanti,<br />
Mons. Carlo Liberati, Arcivescovo di<br />
Pompei, al quale i ragazzi, in segno di<br />
affetto, hanno donato un lavoro da loro<br />
realizzato, che raffigura l’Ultima Cena.<br />
«A Natale si può fare di più, questo è<br />
vero - ha detto Mons. Liberati, sottolineando<br />
le parole di uno dei canti intonati<br />
dai ragazzi - ma non solo a Natale. Si<br />
può fare di più sempre, ogni giorno, e<br />
voi giovani, in ogni cosa che fate, dovete<br />
aspirare a fare sempre di più e a puntare<br />
sempre più in alto! Vivere vuol dire<br />
amare e amare costa sacrificio, ma da<br />
esso nasce la vita! Dobbiamo, dunque,<br />
mettere in moto “il comandamento<br />
dell’amore” perché il Signore ci invita a<br />
salire a Lui attraverso di esso e le opere<br />
di bene». Grande la soddisfazione e la<br />
gioia del Coordinatore delle attività del<br />
Centro Educativo “Bartolo Longo”,<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
14<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [62]
Fratel Filippo Rizzo, e degli educatori che, ogni giorno, guidano il percorso di<br />
formazione culturale, sociale e cristiana dei ragazzi affidati alle opere pompeiane,<br />
percorrendo assieme a loro la lunga corsa attraverso le vie difficili della vita.<br />
Nel pomeriggio, poi, ancora un momento di spettacolo con il musical “Natale<br />
moderno”, messo in scena dai ragazzi del Centro, con coreografie, scenografie<br />
e costumi realizzati dagli educatori. Una favola-racconto<br />
che, all’episodio evangelico della nascita di Gesù e alle<br />
figure di Maria e Giuseppe, ha intrecciato la storia<br />
di una famiglia “moderna” in cui una mammamanager<br />
e un papà-idraulico riscoprono il vero<br />
valore del Natale attraverso l’accorato<br />
appello che i loro figli fanno a Gesù bambino<br />
nella letterina di Natale, in cui, al posto<br />
dei classici doni, chiedono l’affetto e le<br />
attenzioni di genitori troppo impegnati e<br />
assorbiti dal lavoro. Ma anche i manager<br />
più impegnati, a differenza di quanto si<br />
possa immaginare, hanno il tempo e la<br />
sensibilità per donare qualcosa a chi ne ha<br />
più bisogno, così come è accaduto mercoledì<br />
17 dicembre, a Cava de’ Tirreni, dove, grazie<br />
alla generosità di alcuni imprenditori della zona,<br />
è stata organizzata una cena di beneficenza presso<br />
il Ristorante “Arcara”, il cui ricavato è stato devoluto<br />
a favore dell’Associazione onlus “La carità genera carità”<br />
del Santuario di Pompei, il cui progetto è la costruzione di una<br />
scuola materna nella Diocesi di Kannur, nella regione del Kerala, in India. Come<br />
l’anno scorso, a scaldare le fredde serate di questo Natale 2008, anche la Rassegna<br />
“Gospel on the Road”, che, giovedì 18 dicembre, ha visto esibirsi, sul sagrato della<br />
Basilica, ben 4 corali. Ad aprire la kermesse, la corale polifonica “Pompei Gospel”,<br />
diretta dal M° Pino Russo, seguita dal repertorio dei cori “Blue Gospel Singers<br />
Choir”, diretto da Mario Paduano, “D’altrocanto”, diretto da Patrizia Bruno e<br />
“Peter’s Gospel Choir”, diretto da Giorgio Molfini. Altra giornata all’insegna della<br />
magia del Natale, il 19 dicembre, quando alle porte del Centro Educativo “Beata<br />
Vergine” ha bussato l’Associazione “Sportello Popolare onlus”, nata nel 2006 dalla<br />
volontà di alcuni professionisti napoletani, per aiutare i minori disagiati con diverse<br />
forme di sostegno economico. Ai bambini del Centro, l’Associazione, guidata<br />
dal Presidente, Giuseppe Aiello, ha donato una bicicletta, alcuni giochi, materiale<br />
di cancelleria e una cucina per le mamme di “Casa Emanuel”! Nello stesso pome-<br />
riggio, anche la Prof.ssa Marianeve Neri<br />
e i ragazzi del “Rotary Pompei Oplonti<br />
Vesuvio Est”, come da tradizione, hanno<br />
portato, ai bambini del Centro Diurno<br />
Polifunzionale “Crescere Insieme” tantissimi<br />
giochi per trascorre, poi, con loro<br />
alcune ore in allegria. Intanto, al<br />
Centro Educativo “Bartolo Longo”<br />
i ragazzi si divertivano<br />
in una allegra tombolata<br />
con in palio tanti ricchi<br />
premi! In serata, nella<br />
suggestiva cornice del<br />
Santuario mariano, si<br />
è svolto, poi, il tradizionale<br />
“Concerto di<br />
Natale”, eseguito dal<br />
Complesso Bandistico<br />
“Bartolo Longo-Città<br />
di Pompei”, che, diretto<br />
dal Maestro Francesco<br />
Federico, sulle note delle<br />
più classiche melodie natalizie,<br />
ha avvolto i presenti in una<br />
calda e magica atmosfera. Domenica<br />
21, invece, grazie ad un benefattore<br />
e alla sinergia creatasi tra la Pastorale<br />
Giovanile e la Caritas diocesana e alla<br />
collaborazione con le Misericordie di<br />
Pompei, è stato organizzato, presso la<br />
Sala “Marianna De Fusco”, un pranzo di<br />
beneficenza per 400 persone al quale ha<br />
preso parte anche l’Arcivescovo, Mons.<br />
Carlo Liberati.<br />
In serata, poi, per i ragazzi del Centro<br />
Educativo “Bartolo Longo”, è stato realizzato<br />
uno spettacolo di magia, grazie<br />
alla generosità di una locale casa produttrice<br />
di abiti da sposa.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
15<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [63]
Uomini e Donne nella Bibbia<br />
Gesù, “dopo aver amato i s<br />
di Settimio Cipriani<br />
In un antico inno cristiano, riportatoci da San Paolo, si confessa<br />
che Gesù, “pur essendo di natura divina, / non considerò<br />
un tesoro geloso / la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se<br />
stesso, / assumendo la condizione di servo / e divenendo simile<br />
agli uomini; / apparso in forma umana, / umiliò se stesso / facendosi<br />
obbediente fino alla morte / e alla morte di croce” (Fil.<br />
2, 6-8).<br />
Non soltanto Gesù si è incarnato per essere in tutto “simile<br />
agli uomini”, ma ha fatto qualcosa di più: si è “umiliato” fino<br />
ad accettare la “morte di croce”, in espiazione dei nostri<br />
peccati.<br />
Perciò vorremmo qui di seguito concentrare la nostra attenzione<br />
sulla fase “ultima” della vita di Gesù, seguendo il racconto<br />
che ne fa il Vangelo di Giovanni, che quasi certamente è da<br />
identificare con il “discepolo che Gesù amava” e che troviamo,<br />
insieme a Maria, ai piedi della croce (Gv 19, 25-27).<br />
Gesù “lava” i piedi ai discepoli<br />
E di Giovanni segnaleremo soprattutto le cose che egli ha in<br />
proprio, in rapporto agli altri Evangelisti, e rendono perciò<br />
anche più singolare il suo racconto.<br />
Così, ad esempio, è “singolare” il racconto della “lavanda<br />
dei piedi”, del tutto ignorata dai Sinottici e che, in un certo<br />
senso, prefigura ed anticipa l’umiliazione estrema della sua<br />
morte di croce: “Mentre cenavano, … Gesù sapendo che il<br />
Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio<br />
e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un<br />
asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua<br />
nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli<br />
con l’asciugatoio di cui si era cinto” (Gv 13, 2-5).<br />
Davanti alla reazione negativa di Pietro per questo gesto di<br />
“umiliazione”, Gesù gli risponde piuttosto minacciosamente:<br />
“Se non ti laverò, non avrai parte con me”. Se nonché Pietro,<br />
dal carattere impulsivo, replica immediatamente: “Signore,<br />
non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!” (Gv 13, 8-9).<br />
Durante la cena, con grande preveggenza Gesù annuncia il<br />
tradimento di Giuda: “In verità, in verità vi dico: uno di voi<br />
mi tradirà” (Gv 13, 21). Davanti al disorientamento dei discepoli<br />
e alla loro affannosa ricerca di chi potesse essere il<br />
“traditore”, Gesù dà un segnale: «“È colui per il quale intingerò<br />
un boccone e glielo darò”. E intinto il boccone, lo prese e<br />
lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. Il quale, “preso il<br />
boccone, subito uscì. Ed era notte”» (Gv 13, 26.30).<br />
Ed era veramente la “notte” del tradimento: non solo di Giuda,<br />
ma anche degli altri Apostoli che, davanti al distaccamento dei<br />
soldati e delle guardie che vengono ad arrestare Gesù, si daranno<br />
alla fuga, salvo un temerario gesto di inutile coraggio<br />
di Pietro che, però, finirà anche lui per rinnegarlo (Gv 18,<br />
25-27).<br />
“Io sono la vera vite”<br />
Però, per Giovanni, la notte del tradimento è anche la notte<br />
delle ultime manifestazioni di “amore” di Gesù verso i suoi<br />
discepoli di allora, che pur lo tradiranno, e verso tutti i futuri<br />
discepoli di tutti i tempi, che lo tradiranno anche loro.<br />
E questo amore Gesù lo mostra nelle ultime “conversazioni”<br />
con gli Apostoli, che solo Giovanni ci riporta.<br />
Qui faremo riferimento soltanto ad alcuni passaggi più significativi<br />
di questi “discorsi di addio”. Si pensi semplicemente alla<br />
mirabile “allegoria” della vite e dei tralci: “Io sono la vera vite<br />
e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta<br />
frutto, lo pota perché porti più frutto… Rimanete in me ed io<br />
in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso, se non<br />
rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io<br />
sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto<br />
frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15, 1-5).<br />
L’allegoria della “vigna” era già stata adoperata dal Profeta<br />
Isaia (5, 1-7), per designare Israele che non ha corrisposto<br />
all’amore di Dio. Però Gesù la rielabora completamente e<br />
presenta se stesso non tanto come il “vignaiolo” premuroso,<br />
quanto come la stessa “vite vera” che dà sostentamento ai<br />
“tralci”, che ovviamente rappresentano i suoi discepoli.<br />
Questi però non debbono staccarsi da lui, per non inaridirsi<br />
ed essere bruciati nel fuoco, come si dice subito dopo: “Chi<br />
non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca,<br />
e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano” (Gv<br />
15, 6).<br />
Un destino molto duro dunque per i “tralci”, che si staccano<br />
dal flusso vitale della vite!<br />
“Quando verrà lo Spirito di verità…”<br />
In ogni modo, per garantire al massimo la “fedeltà” dei suoi<br />
discepoli, Gesù promette l’invio dello Spirito Santo che li illuminerà,<br />
anche più profondamente, sul suo mistero: “Molte<br />
cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci<br />
di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi<br />
guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma<br />
dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.<br />
Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà.<br />
Tutto quello che il Padre possiede è mio: per questo ho detto<br />
che prenderà del mio e ve l’annunzierà” (Gv 16, 12-15).<br />
La preghiera “sacerdotale”<br />
Il passo più alto del Vangelo di Giovanni, dopo il “prologo” (Gv<br />
1, 1-18), è la “preghiera” così detta “sacerdotale”, perché in<br />
essa Gesù “si offre” alla volontà del Padre, e al Padre affida<br />
anche i suoi discepoli e tutti quelli che “crederanno” in lui per<br />
i secoli a venire. Ne presentiamo soltanto qualche squarcio<br />
per farne sentire la intensità e anche la “commozione” che<br />
tutta la pervade.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
16<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [64]
uoi... li amò sino alla fine”<br />
Prima di tutto, la richiesta al Padre perché “glorifichi” il suo<br />
proprio “Figlio”: “Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo, perché<br />
il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni<br />
essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che<br />
gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico<br />
vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17, 1-3).<br />
Non è una preghiera egoistica quella di Gesù riguardo alla sua<br />
“glorificazione”, proprio perché nella conoscenza e “glorificazione”<br />
del Figlio c’è la “salvezza” del mondo intero.<br />
In secondo luogo, Gesù prega per i suoi discepoli, raccomandandoli<br />
al Padre: “Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini<br />
che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi<br />
hanno osservato la tua parola… Non chiedo che tu li tolga<br />
dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno. Essi non sono<br />
del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella<br />
verità…; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi<br />
consacrati nella verità” (Gv 17, 6.15-17.19).<br />
È da sottolineare l’insistenza con cui Gesù prega il Padre<br />
perché non solo “custodisca”, ma addirittura “consacri nella<br />
“Il tradimento di Giuda. Scene della vita di Cristo”, di Giotto. Padova, Cappella degli Scrovegni.<br />
verità” i suoi Apostoli. A loro, infatti, spetta il compito di “annunziare”<br />
il Cristo al mondo intero.<br />
“Non prego solo per questi…”<br />
Infine, Gesù prega per tutti i “futuri” credenti nel suo nome,<br />
perché siano “uniti” nell’unica fede: solo “uniti” fra di loro,<br />
essi potranno rendere testimonianza al mistero del Dio trinitario.<br />
Ecco il testo che impegna tutti i cristiani a rendere testimonianza<br />
di “unità nella fede” davanti al mondo: “Non prego solo<br />
per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno<br />
in me; perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre,<br />
sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché<br />
il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17, 20-21).<br />
È una preghiera stupenda, questa, che di fatto ci prepara al<br />
racconto immediatamente successivo della storia della “passione”,<br />
che in Giovanni ha alcuni “particolari” che vogliamo<br />
qui segnalare, senza dover raccontare tutta la trama della<br />
medesima.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
17<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [65]
“La Crocifissione” di Pieter Paul Rubens (1577-1640).<br />
Anversa, Musée Royaux des Beaux Arts.<br />
“Liberamente” Gesù si consegna alla morte<br />
E prima di tutto, Giovanni vuol mettere in evidenza la piena<br />
“libertà”, con cui Gesù affronta il dramma della sua passione<br />
e morte. Ai soldati, che erano venuti ad arrestarlo nell’orto<br />
del Getsemani, Gesù si fa avanti e domanda loro: «“Chi<br />
cercate?”. Gli risposero: “Gesù il Nazareno”. Disse loro Gesù:<br />
“Sono io!”… Appena disse “Sono io”, indietreggiarono e<br />
caddero a terra» (Gv 18, 4-6).<br />
È piuttosto sorprendente quel “cadere” dei soldati a terra,<br />
appena Gesù dichiara “Sono io”. Più di un esegeta interpreta<br />
quella espressione non in senso ovvio e banale, ma come l’equivalente<br />
dell’“Io sono”, ricorrente già altre quattro volte nel<br />
quarto Vangelo (8, 24.28.58; 13, 19). Con tale espressione<br />
si intenderebbe caratterizzare la “trascendenza” divina di<br />
Gesù, che pur si lascia arrestare in piena libertà di spirito.<br />
Dopo di che, Gesù viene condotto prima da Anna, “suocero<br />
di Caifa”, che era sommo sacerdote in quell’anno. Caifa poi<br />
era quello che aveva consigliato ai Giudei: “È meglio che un<br />
uomo solo muoia per il popolo” (Gv 18, 13-14).<br />
Questo riferimento a una sentenza di morte, già decretata in<br />
anticipo, spiega la rapidità con cui si svolse il processo davanti<br />
al Sinedrio, per rimettere poi nelle mani di Ponzio Pilato la<br />
condanna a morte di Gesù.<br />
Giustamente perciò annota un autorevole esegeta: “L’evangelista<br />
non dice altro sul processo giudaico, perché questo<br />
processo riempie di fatto tutto il suo Vangelo: dall’inchiesta<br />
intorno a Giovanni (1, 19) alla decisione di uccidere Gesù<br />
(11, 49-53), il racconto si svolge come un lungo dibattito processuale”<br />
(D. Mollat).<br />
“Patì sotto Ponzio Pilato”<br />
Ponzio Pilato, in fin dei conti, si dimostra più onesto dei capi<br />
dei Giudei e fa di tutto per liberare Gesù, magari prendendolo<br />
per un megalomane: “Tu sei il re dei Giudei? La tua gente e<br />
i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai<br />
fatto?” (Gv 18, 33.35).<br />
E Gesù risponde affermativamente, cercando però di far capire<br />
la natura del tutto particolare della sua “regalità”: “Tu lo<br />
dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono<br />
venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità.<br />
Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce” (Gv 18, 37).<br />
Questo riferimento alla “verità” incuriosisce Pilato, il quale<br />
pone a Gesù una ulteriore domanda, che alcuni ritengono<br />
come irridente, ma che io penso sia sincera: “Che cos’è la<br />
verità?” (Gv 18, 38). Ma tutto indaffarato come era, il procuratore<br />
romano torna a interloquire con la folla, senza attendere<br />
la risposta, che sarebbe stata quasi certamente quella<br />
che, già a suo tempo, Gesù aveva dato presentando “se stesso”<br />
come “via, verità e vita” (Gv 14, 6).<br />
Nonostante i tentativi per salvarlo, alla fine Pilato cede alla<br />
folla che reclama la crocifissione per Gesù. All’ultima sua<br />
provocazione, che ora sa di irrisione e di cinismo: “Metterò in<br />
croce il vostro re?”, la folla inferocita risponde: “Non abbiamo<br />
altro re all’infuori di Cesare” (Gv 19, 15). Pur di far fuori Gesù<br />
si proclamano “sudditi” devoti dell’imperatore di Roma, che<br />
invece detestavano cordialmente!<br />
A questo punto la partita era già chiusa: “Allora (Pilato) lo<br />
consegnò loro perché fosse crocifisso” (Gv 19, 16).<br />
Comunque, una specie di rivincita Pilato se la prese con la<br />
iscrizione da porre sulla croce, per individuare il condannato<br />
a morte: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”, nonostante le<br />
proteste dei “sommi sacerdoti” (Gv 19, 19-22).<br />
Maria ai piedi della croce<br />
Commovente è la presenza di Maria ai piedi della croce. Dopo<br />
l’episodio delle nozze di Cana (Gv 2, 1-11), dove era stata<br />
la protagonista di quel primo miracolo operato da Gesù,<br />
Maria era scomparsa dalla scena. Ricompare solo adesso<br />
per assistere alla morte del Figlio, condannato come un volgare<br />
assassino: «Stavano presso la croce di Gesù sua madre,<br />
la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala.<br />
Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo<br />
che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi<br />
disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento, il<br />
discepolo la prese nella sua casa» (Gv 19, 25-27).<br />
Quindi, dopo aver chiesto qualcosa da bere, Gesù esclamò:<br />
«“Tutto è compiuto!”. E chinato il capo, spirò» (Gv 19, 30).<br />
A questo punto il Vangelo di Giovanni aggiunge un’altra notizia<br />
del tutto particolare: perché i cadaveri non rimanessero<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
18<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [66]
Uomini e Donne nella Bibbia<br />
esposti durante il sabato, ormai imminente, i soldati spezzarono<br />
le gambe ai due ladroni, ordinando di portarli via.<br />
Venuti però da Gesù “e vedendo che era già morto, non gli<br />
spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con<br />
la lancia, e subito ne uscì sangue ed acqua” (Gv 19, 33-34).<br />
Certamente per l’Evangelista questo fenomeno ha un profondo<br />
significato “simbolico”: il “sangue” dovrebbe attestare la<br />
realtà del sacrificio di Cristo, vero “agnello pasquale per la<br />
salvezza del mondo”; “l’acqua”, poi, dovrebbe significare<br />
la “fecondità” spirituale della sua morte di croce, che<br />
apparentemente poteva sembrare invece un radicale fallimento.<br />
Nella gloria della “risurrezione”<br />
E anche Maria di Magdala era convinta che tutto ormai fosse<br />
finito, quando, “il giorno dopo il sabato”, va a visitare il<br />
sepolcro.<br />
Non piccola, però, fu la sorpresa quando si accorse che la<br />
pietra tombale era stata “rovesciata”. Pensando che qualcuno<br />
avesse trafugato la salma, corse ad annunciare il fatto a Pietro<br />
e al “discepolo che Gesù amava”, i quali accorsero subito a<br />
verificare l’accaduto. Vedendo però che nella tomba tutto<br />
era in ordine, alla fine credettero: “Non avevano infatti ancora<br />
compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti”<br />
(Gv 20, 9).<br />
Gesù stesso “confermò”, la sera stessa di quel giorno, il gesto<br />
di fede di quei due discepoli apparendo al gruppo degli<br />
Apostoli, riuniti nel cenacolo.<br />
Dopo aver offerto per due volte l’augurio della “pace”, Gesù<br />
disse loro: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”.<br />
Quindi, dopo aver “alitato” su di loro, quasi che volesse trasmettere<br />
loro qualcosa di se stesso, Gesù aggiunse: “Ricevete<br />
lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a<br />
chi non li rimetterete, non saranno rimessi” (Gv 20, 19-23).<br />
Sono, queste, parole solenni, e al limite quasi dell’incredibile:<br />
“Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?”, affermano gli<br />
scribi scandalizzati perché Gesù così aveva detto al paralitico<br />
prima di guarirlo (Mc 2, 6). Quel “potere”, che è di Dio solamente,<br />
Gesù lo trasmette ora ai suoi Apostoli, perché a tutti<br />
sia facilitato il ritorno al Padre.<br />
Segue per ultima la scena di Tommaso, assente per questo<br />
primo incontro col Risorto e “incredulo” alla testimonianza<br />
degli altri Apostoli.<br />
Dopo di che, l’Autore conclude il suo Vangelo, dicendo che<br />
“molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma<br />
non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti,<br />
perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché,<br />
credendo, abbiate la vita nel suo nome” (Gv 20, 30-31).<br />
La “fede”, dunque, secondo il Vangelo di Giovanni, ha “occhi”<br />
che sanno vedere ben oltre quello che possono vedere anche<br />
i più acuti occhi della carne!<br />
“Risurrezione”, di El Greco. (1541-1614).<br />
Madrid, Museo del Prado<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
19<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [67]
Pompei: il punto sulle<br />
strutture educative<br />
Nella città mariana, una tavola rotonda<br />
sull’emergenza educativa e sui servizi di<br />
accoglienza in favore del disagio sociale.<br />
di Marida D’Amora<br />
Presentare le nuove tipologie di accoglienza del Santuario di Pompei, illustrarne attività<br />
e obiettivi, far conoscere chi vi profonde impegno ed amore, ed invitare ad<br />
operare una strenua difesa della vita in tutte le sue forme. Questi gli obiettivi della<br />
tavola rotonda “Pompei: Una vita per la vita”, tenutasi nella città mariana, il 10 gennaio<br />
scorso, presso il Centro Educativo “Beata Vergine del Rosario”, e organizzata<br />
dal Movimento per la Vita di Pompei, in occasione del quinto anniversario della sua<br />
presenza nella città vesuviana.<br />
A fare gli onori di casa, Suor Maria Neve Cuomo, Responsabile del Centro Educativo,<br />
e la Dott.ssa Maria del Rosario Steardo, Responsabile del Movimento per la Vita<br />
e Centro di Aiuto alla Vita e dell’Associazione “San Giuseppe Moscati”, formata<br />
da medici e operatori sanitari che<br />
prestano il loro servizio di volontariato<br />
nell’assistenza medico-sanitaria dei pellegrini<br />
e presso le strutture di accoglienza<br />
di Pompei.<br />
Il dibattito, durante il quale si sono<br />
confrontati l’Arcivescovo di Pompei,<br />
Mons. Carlo Liberati, il Procuratore<br />
della Repubblica presso il Tribunale per<br />
i Minorenni di Napoli, Dott.ssa Luciana<br />
Izzo, il Presidente Nazionale del<br />
Movimento per la Vita, On. Carlo Casini,<br />
e il moderatore, Prof. Dott. Luca<br />
Steardo, oltre ad illustrare problematiche<br />
e soluzioni innovative per far fronte<br />
all’emergenza educativa e alla difesa<br />
della vita, ha messo in luce gli ottimi<br />
risultati che Pompei ha raggiunto in<br />
questi ambiti, negli ultimi cinque anni,<br />
grazie al lavoro di specialisti del campo<br />
e volontari che, senza sosta, hanno accolto<br />
con amore la sfida a favore di chi<br />
vive nel disagio economico e sociale,<br />
non scoraggiandosi mai, nemmeno di<br />
fronte a casi che inizialmente potevano<br />
sembrare senza alcuna soluzione. Dopo<br />
una breve panoramica sulle linee<br />
guida, sugli obiettivi e sulle attività delle<br />
comunità residenziali e semiresidenziali<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
20<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [68]
sorte nella città mariana nel 2003, a<br />
seguito dell’entrata in vigore della legge<br />
149/01 che, a partire dal gennaio<br />
2001, ha previsto la chiusura degli<br />
orfanotrofi, il dibattito è entrato nel<br />
vivo. «La legge permette l’aborto - ha<br />
esclamato l’Arcivescovo Liberati - ma<br />
noi ci ribelliamo, noi “siamo nati per<br />
educare”, la nostra missione è quella<br />
di accogliere la vita nel suo momento<br />
nascente per portarla avanti fino e oltre<br />
il 18° anno d’età». E poi, ancora, il<br />
Presule pompeiano ha sottolineato come<br />
la Chiesa di Pompei, adeguandosi<br />
alle normative vigenti in materia di accoglienza,<br />
abbia creato strutture ‘ad<br />
hoc’ che potessero offrire sostegno<br />
e un valido aiuto alle categorie più indifese,<br />
come donne e bambini, non<br />
dimenticando però anche immigrati ed<br />
anziani, spesso vittime di isolamento ed<br />
emarginazione.<br />
Durante il confronto, inoltre, sono stati<br />
esaminati anche gli allarmanti dati<br />
statistici sull’enorme numero di minori<br />
abbandonati e sulla drammatica<br />
cifra di aborti praticati in Europa. Da<br />
qui, l’accorato appello ad una tenace<br />
difesa dei bambini, anche di “quelli<br />
non nati”, dell’On. Carlo Casini. «Se si<br />
parla di accoglienza - ha esclamato il<br />
Presidente Nazionale del Movimento<br />
per la Vita - bisogna farlo in tutte le sue<br />
forme, perché la forma più terribile<br />
di abbandono è l’uccisione, l’aborto!<br />
Per questo bisogna in primo luogo<br />
accogliere la madre e la famiglia, perché<br />
è la mamma abbandonata che abbandona!».<br />
Dunque, un invito a far sì<br />
che venga rimosso il principale fattore<br />
di abbandono: la solitudine.<br />
Importante, però, come ha sottolineato<br />
la Dott.ssa Luciana Izzo, è anche accogliere<br />
i minori in strutture che sappiano<br />
adeguarsi alle mutate esigenze sociali,<br />
alle nuove povertà, senza correre il<br />
rischio di isolarli in strutture chiuse e<br />
prive di qualsiasi rapporto con le istituzioni<br />
o le famiglie stesse. «Ciascun minore<br />
- ha ribadito più volte la Izzo - ha<br />
innanzitutto diritto alla sua famiglia e le<br />
strutture di accoglienza non devono<br />
sostituirsi agli affetti familiari, anzi devono<br />
essere il tramite attraverso cui il<br />
minore abbandonato o allontanato dalla<br />
sua famiglia, riprenda contatto con i<br />
suoi genitori, che, in tal modo, vengono<br />
anche responsabilizzati».<br />
Con tale considerazione, il Procuratore<br />
della Repubblica presso il Tribunale per<br />
i Minorenni di Napoli, ha inteso chiaramente<br />
lodare Pompei che, con le sue<br />
“comunità”, sta assolvendo in maniera<br />
ottimale agli obiettivi che la legge<br />
149/01 si è prefissata, con particolare<br />
riguardo al reinserimento dei minori nel<br />
tessuto sociale.<br />
Oggi, infatti, nella città mariana, sono<br />
attive numerose comunità a carattere<br />
residenziale e semiresidenziale che,<br />
pur col mutare delle formule di accoglienza,<br />
continuano l’opera cominciata<br />
alla fine dell’Ottocento dal Beato<br />
Bartolo Longo. Strutture come “Casa<br />
Emanuel”, per gestanti, madri e bam-<br />
Pompei, una Vita per la Vita<br />
bini, la Casa Famiglia “Giardino del<br />
Sorriso”, che ospita bambini dai 4 ai 10<br />
anni, i Centri Diurni Polifunzionali “Crescere<br />
Insieme” e “Bartolo Longo”, il<br />
“Gruppo Appartamento”, per l’accoglienza<br />
residenziale delle giovani prossime<br />
ai 18 anni o già maggiorenni in<br />
attesa di completare gli studi universitari,<br />
le sedi del “Centro di Aiuto alla<br />
Vita” e del “Centro di Ascolto Myriam”,<br />
aperto all’accoglienza, all’informazione,<br />
all’orientamento e all’accompagnamento<br />
di persone afflitte da varie<br />
emergenze sociali, con particolare<br />
attenzione alle necessità delle donne<br />
immigrate. Ad esse, il merito di aver<br />
operato affinché non si venisse a creare<br />
un distacco dalla tradizionale opera di<br />
accoglienza.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
21<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [69]
A Nisida, dove la s<br />
si fa progetto<br />
Una vista panoramica da far invidia alle più belle<br />
scenografie cinematografiche, un mare limpido e<br />
calmo e una rara quiete fanno da cornice all’Istituto<br />
Penitenziario Minorile di Nisida (NA). È qui che,<br />
da alcuni anni, i ragazzi del Centro Diurno “Bartolo<br />
Longo” e quelli del Complesso Bandistico “Bartolo<br />
Longo-Città di Pompei” si recano per incontrare i<br />
giovani detenuti, ragazzi che come loro hanno storie<br />
complicate, provengono da situazioni familiari<br />
disagiate e hanno difficoltà a reinserirsi nel tessuto<br />
sociale.<br />
Ai ragazzi di Nisida, i “nostri” desiderano regalare<br />
qualche ora di serenità, di allegria e di amicizia. Co-<br />
me lo scorso anno, dunque, il 15 gennaio i ragazzi<br />
del “Bartolo Longo” hanno raggiunto il penitenziario<br />
minorile guidati dall’Arcivescovo di Pompei, Mons.<br />
Carlo Liberati, dal Direttore del Centro, Fratel Giovanni<br />
Decina, e dal coordinatore delle attività del<br />
Centro, Fratel Filippo Rizzo. Con la loro musica, i<br />
ragazzi hanno voluto dare, ai giovani detenuti, un<br />
messaggio di speranza.<br />
Accolti dal Direttore dell’Istituto Penale, Dott. Gianluca<br />
Guida, i giovani musicisti hanno raggiunto il<br />
piccolo laboratorio teatrale del penitenziario, dove,<br />
nell’attesa dei loro coetanei ospiti del Penitenziario,<br />
hanno cominciato a scaldare gli strumenti. Poi, final-<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
22<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [70]
peranza<br />
di Isa Di Domenico<br />
mente l’incontro. Le luci si sono accese sul piccolo<br />
palco e, in un’atmosfera calda e familiare, i nostri<br />
ragazzi hanno eseguito melodie natalizie e musiche<br />
della tradizione napoletana.<br />
Tra una melodia e l’altra, messaggi di speranza per un<br />
futuro migliore sono giunti ai ragazzi detenuti anche<br />
dall’Arcivescovo di Pompei che, paragonandoli ai<br />
gabbiani, ha ribadito loro come “riconquistare la<br />
libertà si può”.<br />
«La libertà - ha esclamato Mons. Liberati - è importante,<br />
ma va riguadagnata. Dunque, dovete essere<br />
contenti che c’è qualcuno che vi ama e che si occupa<br />
di voi e che vi insegnerà a volare di nuovo!». Poi, l’in-<br />
vito ad avere fiducia in se stessi: «Voi credete in voi<br />
stessi? Credete che un giorno sarete di nuovo liberi?<br />
Noi sì. Noi crediamo in voi e siamo qui per dirvi che<br />
vi amiamo e non vi giudichiamo!».<br />
A fargli eco, il Dott. Gianluca Guida che, come un<br />
padre affettuoso, in questi ragazzi ha fiducia e sa che<br />
“non deluderanno chi si occupa di loro”.<br />
Presenti all’incontro tra i ragazzi di Pompei e di<br />
Nisida, anche il Presidente del Tribunale di Torre<br />
Annunziata, Dott. Antonio Greco, l’Assessore alla<br />
Cultura del Comune di Pompei, il Dott. Antonio Ebreo<br />
l’Assessore alle Politiche Sociali e Solidarietà Sociale<br />
del Comune di Torre Annunziata, Dott. Ciro Alfieri,<br />
l’Assessore alla Cultura del Comune di Lettere,<br />
Dott. Angelo La Marca, e il Dirigente Scolastico del<br />
II Circolo di Scafati, Dott. Vincenzo Giannone. Al<br />
termine dell’incontro, come da tradizione, i ragazzi<br />
di Nisida hanno ricevuto alcuni doni dai loro coetanei<br />
di Pompei.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
23<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [71]
Il mio bambino<br />
è altissimo: 7 millimetri!<br />
... ma suo padre…<br />
C’è un grido silenzioso che sale dalla terra: è quello dei milioni di bambini uccisi<br />
nel grembo materno. È l’urlo più forte di dolore che esiste in natura e sul nostro<br />
pianeta, è l’invocazione dell’infante (colui che non parla!) al padre e alla madre, al<br />
medico o a chi lo condanna a non esistere, spesso per situazioni difficili, sempre<br />
più spesso egoistiche e irresponsabili. Se ci sono milioni di aborti, ci sono, anche<br />
di più, milioni di mamme e papà feriti che non riescono ad addormentarsi o a<br />
risvegliarsi senza pensare: “… oggi avrebbe un anno e ...giorni; oggi sarebbe<br />
andato a scuola; lui avrebbe avuto l’età di Francesco, di Gloria…”.<br />
E Francesco e Gloria sono bellissimi, intelligenti, ma soprattutto sono vivi, ti<br />
abbracciano, ti baciano… . “Chi ci perdonerà per questo?”. “Nessuno può<br />
perdonarmi l’aborto di mio figlio!”.<br />
“Tu non te lo perdoni, Dio solo può cancellare questo errore o orrore, solo<br />
Dio!”. Per rivivere bisogna andare da Dio. “Ma sono i discorsi dei preti!...”,<br />
- dirà qualcuno. Io sono felice che la mia e la tua Chiesa sia sempre rimasta<br />
su questa frontiera della vita, a difenderla, a incoraggiare, ad aprire case per<br />
ragazze in difficoltà. La Chiesa crede che in ogni bambino salvato dall’aborto<br />
c’è la grande vittoria della vita sulla morte e che così si realizza il mistero della<br />
vittoria di Cristo sulla morte. Che felicità guardare negli occhi un bambino o<br />
una bambina che… non doveva esserci!<br />
La nascita di un bambino avviene attraverso il cosiddetto travaglio.<br />
Ma quale travaglio sta dietro un aborto e quali dolori umani enormi ci sono nel<br />
vissuto soprattutto di una donna in quei momenti.<br />
Provo a trascrivere un colloquio di alcuni giorni con una ragazza vittima<br />
di uno pseudo amore e di un uomo poco responsabile delle sue azioni. Sono<br />
solo gli SMS serrati di una settimana, una piccola parte di dialogo, insieme a<br />
lunghi colloqui telefonici con i due responsabili del concepimento.<br />
“Don Giosy, Aspetto un bambino. R. diceva che eravamo felici, che trovavamo una<br />
casa, che avrebbe comprato una culla. Oggi mi ha liquidata: dice che ha sbagliato.<br />
Dio mio”.<br />
Il giorno dopo: “Mi sono umiliata, l’ho chiamato, pregato, supplicato. Ha scritto<br />
NON LO VOGLIO + QUESTO FIGLIO. Spero solo di farcela, se ce la farò lo chiamerò<br />
Gesù”.<br />
“Grazie don Giosy. Sono sola e disperata. R. mi ha abbandonata in tronco…tu sei<br />
l’unico raggio di sole in questo buio, mi basta che mi pensi e preghi x me…”.<br />
“Sono al lavoro, sto male, mi viene da rimettere, sono tanto triste. Finirà che lo<br />
uccido questo bambino che nessuno vuole o mi uccido io. Ti chiamo appena vado<br />
a casa”.<br />
Oggi finalmente R. si è convinto a portarla a fare l’ecografia: una luce di speranza.<br />
“Don Giosy sono a tavola con i miei genitori. Mangio e ti chiamo. Madonna mia<br />
come è bellissimo il mio bambino! È altissimo! È 7 millimetri!”<br />
“Vado a dormire io e il piccolo Gesù. Siamo stanchi. Ti voglio bene. Scaccia il diavolo<br />
con il tuo amore don Giosy, scaccia il diavolo da noi. A domani, grazie”.<br />
a cura di Giosy Cento<br />
“Don Giosy, ho pregato Dio fino all’alba<br />
che distogliesse R. da quell’intenzione di<br />
morte e stamani mi ha chiamato dicendo<br />
IO NON LO AMMAZZO QUESTO<br />
BAMBINO”.<br />
“Non so se la paura avrà di nuovo il sopravvento<br />
su di lui, ma il tuo amore x<br />
noi ha ucciso il diavolo. Grazie …non<br />
abbandonarmi ora!”.<br />
“Mamma e piccolo Gesù vanno a letto.<br />
Vediamo come va questi primi mesi, poi<br />
lo dico a casa. Speriamo tutto bene,<br />
don Giosy. L’importante è aver sconfitto<br />
il male. tvb”. Poi all’improvviso: “Don<br />
Giosy non ho più niente da farmi sentire.<br />
R. è già sceso dall’altalena. Sono di<br />
nuovo sola. Parla solo dei suoi interessi e<br />
mio figlio deve pagare con la vita x tutti”.<br />
“L’ha voluto, l’ha concepito, non è capitato<br />
x caso, ora pensa solo a salvare la<br />
faccia …ma la vita del mio piccolo Gesù<br />
non conta niente. Altro che paura,<br />
questa è…”. “Non volevo, non voglio<br />
ucciderlo, ma ora sono stanca di tutto e<br />
di tutti. Non credo più a niente e a nessuno.<br />
Mi ha distrutto tutto: l’amore, i<br />
sogni, la vita. A presto”.<br />
Bastano poche ore e…: “Non ho più il<br />
coraggio di risponderti, don Giosy”.<br />
Gli rispondo: “Perché? Ma che cosa è<br />
successo?”. “È successo che non nascerà<br />
più questo bambino e che la voce<br />
del diavolo ha vinto. Tra poco il piccolo<br />
Gesù non ci sarà più. Il tempo che R. si<br />
organizza.”<br />
Le chiedo di chiamarmi in qualunque<br />
momento.<br />
“Don Giosy, ti chiamo questa sera. Ora<br />
sto all’inferno, non riesco più neanche a<br />
parlare. Ti voglio bene”.<br />
Ma, nonostante tutto, lei stasera ha<br />
deciso: il piccolo nascerà. Questo l’ultimo<br />
messaggio: “R. è disperato per la<br />
mia decisione. Sarebbe stato più felice<br />
se gli avessi detto io lo uccido, ma non<br />
gli ho chiesto niente. Gli ho persino detto:<br />
se vuoi dico pure che non è tuo”<br />
Sono senza parole. Mi resta solo il<br />
Grande Gesù da pregare per il piccolo<br />
Gesù e la sua mamma e per R.<br />
Don Giosy<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
24<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [72]
Caro Don Giosy, sono una donna<br />
molto anziana. Ho 85 anni. Il suo<br />
sorriso sulla Rivista mi spinge a<br />
scriverle con fiducia. Ho molti figli.<br />
Le scrivo però per confidare i<br />
miei rimorsi circa la vita passata.<br />
Premetto che non ho mai tradito<br />
mio marito: è stato l’unico uomo<br />
della mia vita. Però per il resto mi<br />
sento la più grande peccatrice del<br />
mondo. Ho trasgredito tutti i comandamenti<br />
(come tutti noi!...).<br />
In gioventù ho scritto qualche lettera<br />
anonima, per fortuna senza<br />
conseguenze.<br />
Nel Matrimonio ho avuto parecchi<br />
figli, sempre ben accetti. Quando<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il pensiero, il dolore di ogni giorno<br />
MARIA, L’ELEGANZA DEL VIVERE<br />
E DELL’ESSERE<br />
Noi, eterni insoddisfatti, guardando Maria,<br />
contempliamo la misura piena della vita.<br />
Lei è il “di più”, l’oltre, quello che ci manca, che<br />
desideriamo, che sognamo.<br />
Sì, proprio Lei è il nostro sogno: “ecco ciò che ho<br />
sognato!”.<br />
Ecco il progetto definitivo, completo, totale della<br />
mia vita. Ecco la mèta, il programma, il tutto.<br />
Ecco ciò che cercavo. Ecco ciò che mi basta. Ecco<br />
l’eleganza di tutti gli aspetti della vita. Non<br />
l’arrangiamento o l’accomodamento, una misura<br />
approssimativa… in Lei c’è il tutto, la pienezza,<br />
la misura traboccante! Non c’è il risparmio sulla<br />
virtù o sui valori, la qualità inferiore o una<br />
mistificazione delle virtù.<br />
ho aspettato un figlio, dopo altri,<br />
i nostri più cari amici, ci hanno<br />
consigliato e convinto ad abortire,<br />
dicendo che eravamo troppo sacrificati,<br />
che eravamo schiavi della<br />
famiglia. Il mio utero è diventato la<br />
tomba del mio bambino… Poi, per<br />
il lavoro di mio marito, abbiamo<br />
cambiato città e Regione e qui è<br />
arrivato il nostro ultimo figlio. È stato<br />
accettato e Deo gratias!<br />
Lo scopo del mio scritto è il mio<br />
grido di dolore e dire il mio rimorso<br />
che, a distanza di 50 anni, sembra<br />
rodermi come un tarlo. Un<br />
qualcosa che mi attanaglia, senza<br />
pace.<br />
25<br />
Piango sempre. Chiedo perdono al<br />
Signore e al mio piccolo che oggi<br />
sarebbe un uomo di mezza età.<br />
Con la fantasia cerco il suo volto,<br />
come sarebbe oggi?...<br />
Vorrei dire alle donne in attesa di<br />
non farlo mai, perché poi la vita<br />
diventa un inferno, senza pace,<br />
come me. Qualunque sia la loro<br />
condizione, accettino il loro angelo.<br />
È il dono più bello.<br />
Legga come può, Padre. Ho più<br />
di 85 anni e la vista e la scrittura è<br />
quella che è. Le auguro lunga vita<br />
e fecondo apostolato.<br />
Una …vecchia mamma<br />
Lei non ha bisogno di apparire, perché è. Non<br />
inganna, perché ha verità da vendere. Non<br />
ha nulla da nascondere perché, in Lei, tutto è<br />
trasparenza e luce.<br />
L’eleganza in Lei è al sommo grado e rapportata<br />
nelle fibre più intime del vivere.<br />
Tutto è splendore, tutto è bello, tutto è sorriso e<br />
gioia, perché tutto ha senso.<br />
Meravigliose le statue che la raffigurano, perché<br />
vi troviamo l’effervescenza della vita,<br />
l’abbondanza della realizzazione interiore, l’esplodere<br />
della felicità, il traboccare del senso del<br />
vivere.<br />
Lo splendore della vita casta, l’illimitatezza<br />
della gioia, la smisuratezza della fedeltà, la luminosità<br />
della purezza.<br />
Tutto, in Maria, è vissuto al sommo grado dell’eleganza.<br />
In fondo Lei non è altro che il “già” del nostro<br />
“non ancora”.<br />
Basta guardare a Lei per trovare un cammino e<br />
un futuro.<br />
Don Carmelo La Rosa<br />
Anno 125 - N. 2- 2009 [73]<br />
www.giosycento.it
Il lavoro non sporca! Un libro in onore<br />
di San Giuseppe e dei lavoratori<br />
Dopo aver dedicato “O rusario” alla<br />
madre, nel 2006 (cfr. “Il Rosario e la<br />
Nuova Pompei”, n. 5 – 2006, p. 25),<br />
l’Autore pubblica un nuovo testo in<br />
vernacolo napoletano “ʹO Rusario é<br />
San Giuseppe. Al Patriarca falegname<br />
da Salvatore Avellino”. La dedica,<br />
questa volta, è al padre, falegname<br />
come il padre di Gesù.<br />
Nativo di Vico Equense (NA), ma<br />
cresciuto a Pompei, Avellino vive a<br />
Foligno (PG). Poeta, saggista e favolista<br />
ha ottenuto numerosi attestati,<br />
ambiti premi e riconoscimenti di critica,<br />
partecipando a concorsi nazionali<br />
e internazionali.<br />
La memoria di Filippo Avellino, suo<br />
padre, illumina e ispira il volume, densa<br />
pagina autobiografica pervasa da<br />
un clima familiare intimo e caldo, fatto<br />
di valori e sane convinzioni, dove il<br />
lavoro del capofamiglia Filippo, insieme<br />
alla fede della mamma Raffaella,<br />
sono stati il collante naturale e sicuro<br />
del successo coniugale dei genitori.<br />
Ma lasciamo che sia l’Autore stesso ad<br />
immergerci in questo clima: «Quando<br />
ti ricordo, sempre cioè, ti vedo - caro<br />
papà - lavorando; tu amavi il tuo lavoro<br />
e per questo non diventava mai<br />
“fatica”, sì, perché quando il lavoro<br />
è “fatica” significa che è diventato<br />
schiavitù. Sin da bambino, e fino agli<br />
anni di questa maturità, ricordo che<br />
nella bottega, e da ultimo, per diletto,<br />
quando lavoravi in cucina, lo facevi<br />
sotto lo sguardo di un “San Giuseppe<br />
con Bambino”, una antica icona che<br />
era testimone del tuo sudore ma anche<br />
dell’amore che nel lavoro mettevi<br />
e della gioia che da esso traevi. Lasciami<br />
ricordare un episodio che fu fon-<br />
damentale per me per quanto attenne<br />
l’approccio col lavoro, qualunque esso<br />
sia stato. Mi volevi vicino nei tuoi lavori<br />
straordinari ed io ero contento di<br />
stare con te, apprendevo e, per quanto<br />
potessi, cercavo di esserti utile, di<br />
aiutarti; ebbene una volta, nella casa<br />
di Via Lepanto a Pompei, in un caldo<br />
pomeriggio, si doveva “incollare”,<br />
operazione che richiede destrezza e<br />
velocità; io ero esitante nell’accostare<br />
due assi in quanto intrisi di colla. Tu,<br />
pur nella delicatezza del momento,<br />
mi apostrofasti: “Stringi bene, non<br />
preoccuparti che il lavoro non sporca!”<br />
Ecco, penso oggi, dove era la<br />
tua grandezza: il lavoro non sporca!<br />
Non sporca le mani, ma più di tutto<br />
non sporca il cuore, la mente, l’intimo;<br />
perché è il lavoro ciò che eleva<br />
l’uomo, che lo esalta, che lo fa sentire<br />
costruttore, che dà la possibilità di<br />
amare l’atto di lavorare. Ben altro insozza<br />
le mani e contamina il cuore!».<br />
Dopo il primo mistero, Un Giusto per<br />
Maria, - scritto con piglio originale<br />
e in tono scherzoso - sull’evento di<br />
un “Concorso” per scegliere il Padre<br />
putativo di Cristo, “ ʹO Rusario é San<br />
Giuseppe” si snoda per altre nove tappe<br />
(misteri) in cui è ripercorsa la vita<br />
del santo Patriarca, protettore dei lavoratori.<br />
Un percorso intriso di valori, sorretto<br />
e illuminato dalla fede, raccontato con<br />
arte, con musicalità e vivacità, con i<br />
colori e il calore di una lirica che trova<br />
nel vernacolo napoletano una via sicura<br />
e brillante d’espressione.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
26<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [74]
Gli “amici segreti”<br />
di Ingrid Betancourt<br />
Per sei lunghi anni la recita del Rosario<br />
le ha dato conforto e speranza.<br />
Ogni giorno, costantemente. Sua compagna,<br />
in tutto questo tempo, è stata la<br />
fede, quella fede che l’ha salvata dalla<br />
disperazione e ha asciugato le sue lacrime.<br />
Questa stessa fede le ha donato<br />
la libertà. Ingrid Betancourt, l’ex candidata<br />
presidenziale colombiana, rapita<br />
nel febbraio 2002 dalle Forze Armate<br />
Rivoluzionarie della Colombia,<br />
è stata liberata nel luglio 2008 dopo<br />
sei lunghissimi anni di prigionia, durante<br />
i quali ha ripetuto senza sosta le<br />
Ave Maria del Rosario. La Vergine ha<br />
ascoltato le sue preghiere e ha trasformato<br />
la sua disperazione e la sua angoscia<br />
in gioia. Durante tutto il tempo<br />
in cui è stata tenuta come ostaggio, Ingrid<br />
ha, dunque, avuto fede, ha messo<br />
Dio e la Vergine al primo posto, ed è<br />
proprio loro che ha ringraziato non<br />
appena è stata liberata. «Voglio dire<br />
grazie a Dio e alla Vergine. Stamattina,<br />
quando mi sono svegliata, ho preso<br />
il Rosario e mi sono raccomandata<br />
a Dio e speravo che sarebbe arrivato<br />
presto questo momento». Nelle foto<br />
scattate durante la segregazione, Ingrid,<br />
magrissima, quasi scheletrica,<br />
con lo sguardo rivolto verso il basso<br />
e i capelli lunghissimi raccolti in una<br />
coda, aveva al polso una corda, che a<br />
molti è sembrato il segno inequivocabile<br />
dal fatto che i rapitori la tenessero<br />
legata. Invece, quella corda, fatta di<br />
spago e bottoni e dalla quale pendeva<br />
un piccolo crocifisso, era un Rosario,<br />
compagno fedele nelle interminabili<br />
giornate di prigionia. Quel Rosario<br />
l’ha strappata alla disperazione e ha<br />
dato un senso a quell’assurdo calvario.<br />
Lo recitava ogni giorno Ingrid,<br />
all’alba o alla stessa ora in cui sapeva<br />
che anche la madre lo avrebbe fatto.<br />
Quella “catena dolce” è stato il suo<br />
legame con la vita e, come ha scritto<br />
Davide Rondoni, giornalista di Avvenire, nei giorni in cui la Betancourt è stata<br />
liberata, “chi l’ha rapita non ha potuto imprigionarla del tutto, non ha potuto<br />
rubarle l’anima e il pensiero... Il Rosario era la sconfitta dei suoi rapitori, era<br />
il segno che lei era di un Altro”. Appena scesa dall’aereo, che da Bogotà l’ha<br />
condotta a Parigi, Ingrid ha mostrato alla madre e ai suoi figli quel rudimentale<br />
Rosario che pregava quotidianamente e, subito dopo, si è inginocchiata sulla<br />
pista dell’aeroporto, insieme alla mamma Jolanda, per rivolgere l’ennesimo<br />
grazie a Maria. La sua tragica esperienza ci lascia un profondo insegnamento,<br />
quello di una donna dall’animo forte e dalla fede semplice, realista, la fede di<br />
chi nella preghiera ha trovato una fonte di speranza per non lasciarsi andare.<br />
Ingrid è stata esaudita. La Vergine ci ha mostrato, ancora una volta, che ci ama<br />
e che non lascia mai soli i Suoi figli.<br />
Alla Vergine di Pompei<br />
Arrivasti un giorno sopra un carrettino<br />
in questa valle castigata dal fuoco e dai lapilli.<br />
Ti portò un uomo colto e piccolino,<br />
di questa valle fosti la Regina.<br />
Ululava il vento nella “Villa dei Misteri”<br />
accarezzando quei corpi un dì gioiosi,<br />
rimasti nei secoli pietre da raccontare.<br />
E Tu tenevi in braccio il Tuo Bambino<br />
con in mano, cadenti, tanti granellini<br />
che donavi con amore a due Santi imploratori.<br />
E così Ti impossessasti di questa valle tanto infausta.<br />
Hai aperto la Tua casa togliendo bimbi dalla strada,<br />
bambine hai cresciuto per farne donne forti e sicure.<br />
Ancora oggi a Te accorriamo<br />
ferventi d’amore e col cuore in mano,<br />
a supplicarti e a ringraziarti delle Tue tante<br />
Grazie che mai hai rifiutato ma bensì incoraggiato.<br />
Accetta la preghiera di questa mano<br />
che meglio non sa dirti quanto t’ama.<br />
Giulia Liccardo<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
27<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [75]
Taranto<br />
di Antonio Caforio<br />
Dopo nove anni (gennaio 2000), la comunità<br />
parrocchiale di Santa Lucia di<br />
Taranto ha avuto il privilegio di accogliere,<br />
dal 26 al 29 ottobre 2008, l’Icona<br />
pellegrina della Vergine del Rosario di<br />
Pompei, nel contesto più ampio della<br />
missione al popolo della Vicaria Orientale<br />
I del capoluogo pugliese.<br />
Il Quadro della Madonna è arrivato da<br />
Latiano, città natale del Beato Bartolo<br />
a cura di Antonio Marrese<br />
In cammino con la<br />
Madonna Pellegrina<br />
Longo, nel pomeriggio di domenica 26<br />
ottobre, accolto dal Parroco, Don Antonio<br />
Caforio, da una marea di gente,<br />
dalla Congrega del Rosario di Taranto<br />
e da una delegazione dei Cavalieri e<br />
delle Dame dell’Ordine Equestre del<br />
Santo Sepolcro di Gerusalemme, del<br />
quale anche il Beato Bartolo era stato<br />
membro. Dopo la processione verso<br />
la chiesa parrocchiale, l’Arcivescovo di<br />
Taranto, Mons. Benigno Luigi Papa, ha<br />
presieduto la concelebrazione eucaristica.<br />
Al termine, tra lo stupore e la sorpresa<br />
di tutti, Don Antonio Marrese,<br />
In cammino con la Madonna Pellegrina<br />
responsabile della Missione Mariana del<br />
Rosario, ha donato al Pastore tarantino<br />
una preziosa croce pettorale con<br />
l’effigie della Madonna.<br />
Dono prezioso della missione è stata<br />
anche la presenza di Don Giosy Cento,<br />
con la sua catechesi su “Maria, Vergine<br />
e Madre” e il concerto dedicato a tre<br />
straordinari testimoni della fede: Madre<br />
Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo II e<br />
Don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta.<br />
È stata davvero una grazia speciale per<br />
la comunità parrocchiale sperimentare<br />
tutto ciò che la presenza di Maria ha<br />
operato nel cuore di tanti: quelli che da<br />
tutta Taranto sono venuti a venerarla,<br />
oppure quelli toccati nei cuori e consolati<br />
dalla Grazia e dal perdono di Dio,<br />
oppure negli ammalati visitati in casa<br />
dall’équipe missionaria, nei bambini<br />
e nei ragazzi delle scuole che hanno<br />
manifestato il loro amore con canti,<br />
preghiere e inni mariani. È stato un<br />
grande evento, con una straordinaria<br />
conclusione: la processione cittadina<br />
con il Quadro della Vergine, che dalla<br />
Parrocchia di Santa Lucia è stato portato<br />
alla Concattedrale, con la partecipazione<br />
dei Parroci e di tutti i Sacerdoti<br />
della Vicaria, di migliaia di fedeli e dei<br />
membri della Congrega del Rosario che<br />
hanno portato “a spalla” l’Icona.<br />
Al termine, è seguita la santa Messa,<br />
presieduta da Mons. Michele Castoro,<br />
Vescovo di Oria, concelebrata dal clero<br />
locale e da Don Franco Castellana, Vicario<br />
Generale dell’Arcidiocesi. L’esperienza<br />
e il dono della Missione con l’Icona<br />
di Pompei devono diventare, ora,<br />
un impegno da custodire e da promuovere.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
28<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [76]
In cammino con la Madonna Pellegrina<br />
La parrocchia San Giovanni Apostolo<br />
di Marotta di Fano (Pesaro) ha vissuto,<br />
dal 6 al 9 novembre 2008, un’intensa<br />
esperienza di fede e di comunione alla<br />
presenza dall’immagine della Madonna<br />
di Pompei e dei missionari (preti, suore<br />
e laici) che hanno animato la Missione<br />
Mariana del Rosario promossa dal Santuario<br />
di Pompei.<br />
A spiegare il senso dell’evento è stato<br />
il Vescovo diocesano, Mons. Armando<br />
Trasarti, che nell’accogliere l’Immagine<br />
nella chiesa parrocchiale, dopo una<br />
breve processione, ha rilevato come i<br />
giorni della missione potessero essere<br />
una grande opportunità di fede e di<br />
crescita per l’intera comunità. Infatti,<br />
Maria mostra, dona e propone Gesù,<br />
lo fa conoscere, lo offre a ciascuno con<br />
l’invito a fare ciò che “Egli vi dirà”.<br />
E le giornate della missione sono state<br />
vissute proprio come un’occasione di<br />
preghiera, di conoscenza, d’incontro<br />
per tutti. Giornate intense vissute con<br />
entusiasmo: la preghiera del mattino e la<br />
celebrazione eucaristica, la celebrazione<br />
del sacramento della riconciliazione,<br />
la visita agli anziani e ai malati, gli incontri<br />
pomeridiani con bambini e ragazzi,<br />
la recita del rosario animato dai giovani<br />
missionari laici. È stato un modo nuovo<br />
di conoscere e accostarsi a Maria e<br />
alla preghiera. E, poi, il concerto di Don<br />
Giosy Cento: dalla storica “Acqua siamo<br />
noi”, alle nuove e suggestive canzoni<br />
ispirate ai testi di Don Tonino Bello,<br />
che hanno “scaldato” il teatro della<br />
parrocchia e, soprattutto, il cuore dei<br />
presenti. E, ancora, la veglia di preghiera<br />
per le famiglie: il rinnovamento delle<br />
promesse matrimoniali, offrendo al Signore<br />
la propria famiglia e il proprio<br />
amore. Ogni sera, infine, la preghiera<br />
mariana della “Buona notte, Maria”, finiva<br />
davvero l’intensa giornata.<br />
Tutti gli appuntamenti della missione,<br />
che si è rivelata come un vero impegno<br />
di vita spirituale, sono stati coordinati e<br />
organizzati da Don Enrico Secchiaroli, e<br />
accompagnati e sostenuti dall’impegno<br />
di molti che si sono adoperati nell’ospitalità<br />
e nell’accoglienza.<br />
A suggellare il particolare legame di<br />
amicizia, che si è creato tra la nostra<br />
comunità e i missionari di Pompei, la<br />
solenne eucaristia di domenica 9 no-<br />
Marotta di Fano<br />
vembre, presieduta dall’Arcivescovo di<br />
Pompei, Mons. Carlo Liberati, marchigiano<br />
di Matelica e compagno di studi<br />
del Parroco, Mons. Mario Giulietti, proprio<br />
nel seminario di Fano.<br />
È finita così, la missione: un vero momento<br />
di grazia, di intensa preghiera, di<br />
di Enrico Secchiaroli<br />
fraternità che sotto la protezione della<br />
Vergine Maria porterà sicuramente frutti<br />
spirituali abbondanti per tutti.<br />
I primi novant’anni della fondazione della<br />
parrocchia - celebrati proprio nel<br />
2008 - guardano con grande speranza<br />
agli anni a venire.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
29<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [77]
San Giovanni a Teduccio<br />
di Orlando Esposito<br />
Il 170° anniversario della consacrazione<br />
dell’altare maggiore della Parrocchia<br />
S. Maria del Soccorso in S. Giovanni a<br />
Teduccio (NA), è stata l’occasione per<br />
invitare l’icona pellegrina della Madonna<br />
del Rosario di Pompei e vivere due<br />
giorni di spiritualità mariana il 19 e il 20<br />
novembre 2008.<br />
La sosta è stata breve, ma è stata intensa<br />
la partecipazione caratterizzata da incontri<br />
particolari con ammalati, ragazzi,<br />
donne in dolce attesa e uomini. Tanta<br />
gente ha partecipato e ognuno ha ricevuto<br />
dalla Madonna e dalle catechesi<br />
che si sono susseguite forza, sostegno<br />
e fede. Sono stati molto bravi i sacerdoti<br />
della missione mariana parchè con<br />
linguaggio semplice e attuale hanno saputo<br />
cogliere tutti i problemi, gli affanni<br />
e le speranze della nostra gente. Hanno<br />
confessato tanta gente e, soprattutto,<br />
sono stati capaci di entrare nel cuore di<br />
tutti. Anche le suore e i missionari laici<br />
di Pompei, con bravura e generosità,<br />
In cammino con la Madonna Pellegrina<br />
hanno dato testimonianza di vera fede<br />
e devozione alla Madonna.<br />
Non dimenticheremo questi giorni pieni<br />
di grazia e soprattutto all’arrivo dell’Icona<br />
l’incontro con i soldati della Caserma<br />
“Cavalleri” dove ha sede il 2° Comando<br />
delle Forze di Difesa, che comanda<br />
tutto il Sud d’Italia. È stato bello vedere<br />
tanti soldati che difendono la pace<br />
e la legalità, in tante delicate missioni<br />
all’estero, pregare e sostare commossi<br />
dinanzi all’immagine della Vergine Maria.<br />
Anche l’incontro con gli alunni della<br />
Scuola Media “Giotto-Monti” e dell’Istituto<br />
Tecnico “Petriccione” è stato curato<br />
bene e ha incuriosito e entusiasmato<br />
tutti.<br />
La messa celebrata dall’Arcivescovo di<br />
Pompei, Mons. Carlo Liberati, ha dato<br />
un particolare tocco alla celebrazione<br />
con la sua brillante omelia sulla devozione<br />
mariana e sulla dignità della donna<br />
che ha dato a tutti il coraggio di saper<br />
affrontare con forza le tante sfide del<br />
nostro tempo.<br />
Al momento del saluto, tantissima gente<br />
alla luce delle fiaccole e con una breve<br />
processione, ha salutato la Madonna,<br />
con la promessa di ricambiare la visita.<br />
Grazie, Maria, per quanto hai seminato<br />
nella nostra comunità, con la speranza<br />
che ciascuno di noi possa sperimentare<br />
la gioia di vedere in futuro frutti copiosi<br />
di bene.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
30<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [78]
In cammino con la Madonna Pellegrina<br />
San Vito dei Normanni<br />
di Costantino Palomba<br />
Inserita a pieno titolo nell’Anno Giubilare<br />
Mariano per celebrare il centocinquantesimo<br />
anniversario delle apparizioni<br />
di Lourdes, si è tenuta, dal 23<br />
al 26 novembre 2008, presso la Parrocchia<br />
dell’Immacolata di San Vito dei<br />
Normanni (BR), la Missione Mariana<br />
del Rosario promossa dal Santuario di<br />
Pompei.<br />
Domenica 23 novembre, in serata, il<br />
venerato Quadro della Madonna del<br />
Santo Rosario di Pompei, accompagnato<br />
dai missionari, ha fatto il suo ingresso<br />
nella chiesa parrocchiale tra le acclamazioni<br />
festose e commosse dei fedeli presenti,<br />
tutti rapiti dalla sua accattivante<br />
bellezza, ed è stato intronizzato su di<br />
uno speciale altarino, adornato di fiori e<br />
luci, costruito da alcuni generosi devoti<br />
parrocchiani. La comunità era stata in<br />
pellegrinaggio a Pompei poco tempo<br />
prima, il 15 ottobre, ma non tutti avevano<br />
potuto parteciparvi. Ora era Lei, la<br />
Vergine del Rosario, che, come per un<br />
provvidenziale dono, ci faceva visita!<br />
Una solenne concelebrazione, presieduta<br />
dal nostro Pastore, Mons. Rocco<br />
Talucci Arcivescovo di Brindisi-Ostuni,<br />
ha dato il via alla missione, durante la<br />
quale, la nostra piccola ma accogliente<br />
chiesa parrocchiale si è trasformata in<br />
una “piccola Pompei”, sotto la guida<br />
sapiente dei missionari che hanno presieduto<br />
le celebrazioni, animato le catechesi<br />
e gli incontri, ricreando il clima<br />
di quanto avviene a Pompei durante le<br />
stesse attività pastorali e spirituali.<br />
Al di là degli impegni di ogni giorno (preghiera<br />
di lode, celebrazioni eucaristiche,<br />
incontri e catechesi varie, recita<br />
meditata del Rosario intero), un momento<br />
molto bello e significativo è stato<br />
l’incontro con i giovani di tutte le parrocchie<br />
di San Vito, con l’animazione<br />
musicale e canora curata dai giovani<br />
laici missionari, che hanno offerto le<br />
loro testimonianze personali. Da essi<br />
abbiamo capito che ogni giovane di<br />
buona volontà, nonostante i propri limiti,<br />
può, se vuole, scoprire o riscoprire<br />
la bellezza della fede che vince ogni<br />
paura e dona la vera gioia.<br />
Durante la missione l’équipe pompeiana<br />
ha sottolineato più volte il significato<br />
del culto mariano e l’importanza della<br />
recita del Santo Rosario, come strumento<br />
di spiritualità e santità. In modo<br />
particolare, han fatto riferimento alla storia<br />
del Santuario di Pompei, con frequenti<br />
richiami alla biografia del fondatore,<br />
il Beato Bartolo Longo, originario della<br />
vicinissima Latiano.<br />
Ricca di stimoli spirituali è stata anche<br />
la narrazione degli eventi prodigiosi, miracoli<br />
e conversioni operati dalla Madonna<br />
di Pompei nel corso degli anni,<br />
delle visite pastorali di Giovanni Paolo<br />
II e di Benedetto XVI, dei milioni di<br />
pellegrini che annualmente visitano il<br />
Santuario e del più bel miracolo che<br />
ogni giorno avviene nella cappella delle<br />
confessioni, ove l’umanità peccatrice<br />
è sanata dalla misericordia del Padre.<br />
L’ultima sera è stata caratterizzata dalla<br />
presenza dell’Arcivescovo di Pompei,<br />
Mons. Liberati, che ha terminato la missione<br />
mariana.<br />
A San Vito, rimane forte il ricordo di<br />
questi bei giorni, alla presenza dell’icona<br />
pellegrina della Madonna di Pompei.<br />
La missione mariana non è finita, ma<br />
continua nella vita di ogni giorno, attraverso<br />
la preghiera e, soprattutto, con<br />
una testimonianza cristiana sincera, generosa,<br />
consapevole di portatore nel<br />
mondo d’oggi un forte messaggio di speranza<br />
e di salvezza.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
31<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [79]
Statte<br />
di Pompilio Patti<br />
Nei giorni dal 27 al 30 dello scorso mese di novembre, abbiamo<br />
avuto la gioia e l’onore di ospitare, presso la nostra<br />
Parrocchia “Madonna SS. del Rosario” di Statte, in provincia di<br />
Taranto, la Missione mariana del Rosario con l’icona pellegrina<br />
della Vergine di Pompei. Da allora sono trascorsi alcuni giorni<br />
e si è naturalmente affievolito l’effetto emotivo dell’evento,<br />
che ha visto una massiccia partecipazione di fedeli, ma ci sof-<br />
BISCEGLIE (BA)<br />
26 FEBBRAIO/01 MARZO 2009:<br />
Basilica Concattedrale San Pietro<br />
Parrocchia “Ss. Matteo e Nicolò”<br />
Parroco Don Mauro Cannero<br />
Tel. 080 3969767 Cell. 335 6761298<br />
GROTTOLE (MT)<br />
05/08 MARZO 2009: Parrocchia “Ss. Luca e Giuliano”<br />
Parroco Don Michele Francabandiera<br />
Tel. 0835 758853<br />
RINELLA – LENI (ME)<br />
28/30 MARZO 2009: Parrocchia “S. Gaetano Thiene”<br />
Parroco Don Giuseppe Mirabito<br />
Tel. 090 9809011 - 9809024 Cell. 333 7761639<br />
Le prossime Missioni Mariane<br />
fermiamo su quanto di più profondo ha lasciato nei nostri<br />
cuori la preziosa e santa visita. Vana e inutile sarebbe stata<br />
la nostra partecipazione se non avessimo saputo, durante<br />
la missione, scandagliare e analizzare il nostro vissuto quotidiano,<br />
per stigmatizzare ciò che ci impediva di vivere pienamente<br />
la nostra fede. Nella meditazione continua del Santo<br />
Rosario abbiamo trovato la strada e la guida più completa<br />
per compiere il nostro personale discernimento. Nell’icona<br />
pompeiana, la Madonna ci invita alla pratica della recita del<br />
Rosario: preghiera vocale e mentale, semplice e popolare,<br />
strumento di meditazione e contemplazione dei misteri della<br />
vita di Gesù, con la guida sapiente di Maria, impareggiabile<br />
maestra di vita spirituale. Così facendo il Rosario diventa<br />
scuola di spiritualità e di santità e aver la corona tra le mani<br />
diventa segno della nostra personale adesione all’azione salvifica<br />
di Cristo.<br />
Questa consapevolezza resta il frutto migliore del cammino<br />
missionario dell’Immagine di Maria, pellegrina presso la nostra<br />
comunità. Saremo felici, quando, potremo ricambiare<br />
umilmente la visita a Pompei, con il pellegrinaggio già programmato<br />
per il 14 maggio 2009, e deporre ai piedi della<br />
Madonna il nostro impegno per un’esistenza migliore, oggi<br />
rinnovato con l’aiuto della sua misericordiosa benevolenza.<br />
CASERTA<br />
23/26 APRILE 2009: Parrocchia “SS. Nome di Maria”<br />
Parroco Don Antonello Giannotti<br />
Tel. Fax 0823 361682 Cell. 338 4850962<br />
AVERSA (CE)<br />
02/05 MAGGIO 2009:<br />
Parrocchia “Ss. Filippo e Giacomo”<br />
Santuario “Maria Regina della Famiglia”<br />
Parroco Mons. Giuseppe Criscuolo<br />
Tel. e Fax 081 5032736<br />
ISCHIA (NA)<br />
14/17 MAGGIO 2009: Parrocchia “S. Antonio Abate”<br />
Parroco Don Carlo Candido<br />
Tel. 081 902753 - Cell. 329 3523355<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
32<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [80]
Dai vita al talento che è in te<br />
La GMG di Sydney,<br />
svoltasi nello scorso mese di luglio,<br />
ha reso ancora più visibile il<br />
dialogo privilegiato tra il Santo Padre<br />
Benedetto XVI e i giovani.<br />
Anche durante la sua visita pastorale<br />
a Pompei, il Pontefice ha mostrato<br />
particolare attenzione alle<br />
nuove generazioni, a coloro che,<br />
all’interno della Chiesa, incarnano e<br />
testimoniano la speranza: «Questa<br />
città - ha detto - da lui fondata,<br />
(n.d.r. Beato Bartolo Longo) è dunque<br />
una dimostrazione storica di<br />
come Dio trasforma il mondo: ricolmando<br />
di carità il cuore di un<br />
uomo e facendone un “motore” di<br />
rinnovamento religioso e sociale.<br />
Pompei è un esempio di come la<br />
fede può operare nella città dell’uomo,<br />
suscitando apostoli di carità<br />
che si pongono al servizio dei<br />
piccoli e dei poveri, ed agiscono<br />
perché anche gli ultimi siano rispettati<br />
nella loro dignità e trovino accoglienza<br />
e promozione.<br />
Qui a Pompei si capisce che l’amore<br />
per Dio e l’amore per il prossimo<br />
sono inseparabili.<br />
Qui il genuino popolo cristiano, la<br />
gente che affronta la vita con sacrificio,<br />
ogni giorno, trova la forza<br />
di perseverare nel bene senza<br />
scendere a compromessi».<br />
Manteniamo viva la “speranza”,<br />
PER INFORMAZIONI<br />
Tel. (+39) 081 8577457<br />
335 6882837<br />
Fax (+39) 081 8577483<br />
www.santuario.it<br />
giovani@santuariodipompei.it<br />
difendiamo i nostri “sogni” dalle<br />
false illusioni, dalle ingiustizie, dai soprusi,<br />
dalla violenza, diffondiamo<br />
la cultura della “legalità”. Ne discuteremo<br />
al prossimo Meeting dei<br />
Giovani, giunto ormai alla sua XXIII<br />
edizione, l’appuntamento annuale<br />
che la Chiesa di Pompei propone,<br />
inserendosi nel quadro più ampio<br />
del cammino di formazione, promosso<br />
dalla Pastorale Giovanile<br />
Nazionale.<br />
di Giovanni Russo<br />
Sarà un’edizione ricca di iniziative.<br />
In modo particolare, desideriamo<br />
ricordare la seconda edizione del<br />
Concorso Canoro: “Dai vita al talento<br />
che è in te!”.<br />
Si tratta di una vera e propria rassegna<br />
di canzoni inedite sul tema<br />
della legalità, che avrà come protagonisti<br />
cantautori di tutta Italia.<br />
Quest’anno la canzone vincitrice<br />
diventerà il nuovo inno del “Meeting<br />
dei Giovani”.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
33<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [81]
Pellegrini<br />
del Rosario<br />
Pellegrina al santuario mariano, il 12<br />
dicembre scorso, Suor Isabel Mondrayon<br />
Bocaneyra, di Tlalnepantla, in<br />
Messico. È un avvenimento davvero<br />
singolare ad aver condotto la religiosa<br />
messicana qui a Pompei, assieme a tutta<br />
la sua famiglia (foto in basso). L’episodio<br />
risale a circa due anni fa, quando Suor<br />
Isabel si è vista recapitare, presso la sua<br />
casa, una tela raffigurante la Vergine<br />
di Marida D’Amora<br />
del Rosario di Pompei. Ignara dell’identità<br />
di chi gliene faceva dono e del<br />
luogo di provenienza dell’Icona, Suor<br />
Isabel raccontò l’accaduto a Suor Auxiliadora<br />
Fernandez Hernandez, sua<br />
consorella, che conoscendo la storia<br />
della città mariana e del suo santuario,<br />
le donò una copia della nostra rivista,<br />
per mostrarle il luogo in cui è custodita<br />
la sacra Icona, di cui ella aveva ricevuto<br />
una copia. Tra le pagine de “Il Rosario<br />
e la Nuova Pompei”, Suor Isabel, oltre<br />
ad apprendere notizie e avvenimenti<br />
della vita della città mariana, del santuario<br />
e delle opere di carità, venne a conoscenza<br />
del fatto che la Basilica mariana<br />
necessitava, in quel periodo, di fondi per<br />
l’avvio di lavori di restauro e per l’acquisto<br />
di banchi nuovi. A quel punto, decise<br />
di adoperarsi per cercare benefattori<br />
che potessero contribuire ad aiutare<br />
la Chiesa di Pompei. E vi riuscì!<br />
Da quel momento, Suor Isabel si sentì<br />
profondamente e intimamente legata a<br />
Pompei, dove, in occasione del suo 25°<br />
anniversario di Professione Religiosa,<br />
ha deciso di recarvisi per rendere grazie<br />
alla Vergine del Rosario. Con lei,<br />
anche il fratello Alejandro, sacerdote,<br />
che quest’anno celebra, invece, il 5°<br />
anniversario di sacerdozio, i genitori,<br />
Guadalupe e Manuel, che festeggiano<br />
il 50° anniversario di matrimonio, e la<br />
sorella Laura, che non poteva non essere<br />
presente in questo giorno così<br />
importante per tutta la famiglia.<br />
Sono tornati a far visita al Santuario<br />
di Pompei, il 23 dicembre, gli amici<br />
dell’Associazione “Apurimac onlus”,<br />
guidati dal Presidente del Comitato regionale<br />
per la Campania, Nunzio Ciriello,<br />
organizzatore e promotore del<br />
pellegrinaggio. Per la seconda volta a<br />
Pompei, i fedeli di Pomigliano d’Arco<br />
(foto in alto), dove è situata la sede<br />
campana dell’Associazione, si sono proposti<br />
di rendere, quello con la Vergine<br />
del Rosario, un appuntamento fisso.<br />
L’impegno è quello di recarsi in visita<br />
al santuario mariano almeno due volte<br />
l’anno, nei periodi di Quaresima e Avvento.<br />
Durante il viaggio in pulmann, i<br />
fedeli hanno recitato il Rosario, preparandosi<br />
all’incontro con Maria, Madre<br />
premurosa alla quale affidare angosce,<br />
dolori e speranze. I membri di questa<br />
Associazione, che dal 1992 offre sostegno<br />
ai missionari agostiniani in Perù, e<br />
tutti coloro che offrono un valido aiuto<br />
all’Apurimac, con adozioni a distanza,<br />
contributi economici e altre forme di<br />
collaborazione, sono venuti qui per chiederLe<br />
aiuto affinché li prenda per mano<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
34<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [82]
e li guidi in questa loro “missione” a favore<br />
dei più deboli e dei più disagiati.<br />
Da San Fele (PZ), piccolo comune della<br />
Basilicata, è giunto in pellegrinaggio, il 5<br />
gennaio, un gruppo di fedeli della parrocchia<br />
“Santa Maria della Quercia”. I<br />
pellegrini (foto a destra), accompagnati<br />
dal parroco, Don Francesco Consiglio,<br />
hanno visitato il santuario mariano per la<br />
prima volta. Nonostante i disagi causati<br />
dal maltempo e dal manto stradale ricoperto<br />
di neve, i fedeli non hanno voluto<br />
mancare all’appuntamento con la<br />
Vergine, alla quale hanno affidato i propri<br />
familiari e tutta la comunità parrocchiale.<br />
Durante la giornata trascorsa a Pompei,<br />
hanno condiviso momenti di riflessione<br />
e preghiera e partecipato, poi, alla<br />
santa Messa celebrata da Don Consiglio<br />
nella Cappella “Beato Bartolo Longo”.<br />
«Far conoscere agli uomini l’amore<br />
che Dio porta loro, affinché tutti lo<br />
amino e nessuno l’offenda». Questo<br />
il grande desiderio di Don Eustachio<br />
Montemurro, medico dotato di grande<br />
senso di responsabilità e carità cristiana,<br />
politico impegnato nella strenua<br />
difesa dei più umili, docente amorevole<br />
verso i giovani che gli erano affidati e,<br />
infine, sacerdote umile e obbediente.<br />
Questo il messaggio che ha lasciato<br />
ai suoi figli e figlie spirituali che, dal 2<br />
gennaio 1923, giorno in cui ha lasciato<br />
la vita terrena, diffondono in tutto<br />
il mondo. Sono i Piccoli Fratelli del<br />
SS.mo Sacramento e le Figlie del Sacro<br />
Costato, presenti oggi nella Chiesa in<br />
due distinte Congregazione di diritto<br />
pontificio, Suore Missionarie Catechiste<br />
del Sacro Cuore e Suore Missionarie<br />
del Sacro Costato e di Maria SS.ma<br />
Addolorata. Proprio queste ultime, il 2<br />
gennaio scorso, hanno celebrato il loro<br />
centenario al Santuario di Pompei, con<br />
un pellegrinaggio che ha visto coinvolti<br />
sacerdoti, religiosi, associati e laici della<br />
Congregazione, provenienti da numerose<br />
regioni d’Italia come Campania, Puglia,<br />
Pellegrini del Rosario<br />
Lazio, Sardegna, Veneto, Toscana, Molise<br />
e Basilicata. Pompei, dove il Servo<br />
di Dio Eustachio Montemurro si trasferì<br />
nel 1914, fu teatro, fino alla fine dei suoi<br />
giorni, del suo instancabile e zelante<br />
apostolato, durante il quale insegnò il catechismo<br />
a ragazzi e adulti, si occupò<br />
della cura spirituale dei figli e delle figlie<br />
dei carcerati, trascorse lunghe ore nel<br />
confessionale della Basilica, visitava le<br />
famiglie sparse per i casolari di Valle di<br />
Pompei, si occupò della cura pastorale<br />
e fisica degli ammalati e moribondi,<br />
in particolare al dilagare della famosa<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
35<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [83]
Pellegrini del Rosario<br />
epidemia della febbre “spagnola”, che<br />
in quegli anni fece molte vittime, e seguì<br />
con paterna sollecitudine le sorti<br />
delle Figlie del Sacro Costato le quali,<br />
dal 1918, correvano il pericolo di una<br />
scissione. Dunque, il pellegrinaggio ha<br />
avuto una triplice motivazione. Primo<br />
fra tutti, i festeggiamenti in onore del 1°<br />
centenario della Congregazione. Grande<br />
desiderio era, infatti, proprio quello<br />
di partecipare a una Celebrazione Eucaristica<br />
che fosse un ringraziamento<br />
per tutti i doni celesti ricevuti lungo<br />
questo arco di tempo: l’umile servizio<br />
Nello stesso periodo abbiamo registrato<br />
i seguenti pellegrinaggi:<br />
Nazioni Estere: Germania, Irlanda, Polonia, Stati Uniti d’America,<br />
Ungheria.<br />
Paesi e Province: Afragola, Andria, Ariano Irpino, Avellino,<br />
Aversa, Bagnara Calabra, Bagnoli, Bellizzi, Calvi, Calvizzano,<br />
Campagna, Carbonara, Casal di Principe, Caserta, Casoria, Cassino,<br />
Castellammare di Stabia, Castrocielo, Cerignola, Crispiano,<br />
Crotone, Giffoni Valle Piana, Gravina in Puglia, Isernia, Lavello,<br />
Marcianise, Mercato San Severino, Mesagne, Modica,<br />
Molfetta, Montecorvino Rovella, Monte di Procida, Montella,<br />
Mottola, Napoli, Oristano, Penta, Petina, Poggiomarino, Pomigliano<br />
d’Arco, Pontecagnano, Potenza, Pozzuoli, Procida,<br />
Rionero Sannitico, Roccamonfina, Roccaraso, Roma, Ruvo di<br />
Puglia, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, San<br />
Severo, Santa Maria Capua Vetere, Santi Cosma e Damiano,<br />
Soccavo, Taranto, Termoli, Terracina, Torremaggiore, Torre Orsaia,<br />
Toro, Trani, Trebisacce, Trecchina, Trinitapoli, Villaricca.<br />
Gruppi, Movimenti e Associazioni: Apostolato della Preghiera<br />
di Agropoli (SA); Associazione “AMASI” di Salerno, “A.M.I.” di<br />
alla Chiesa attraverso le varie opere<br />
apostoliche nello spirito del Carisma<br />
che caratterizza la Congregazione, vocazioni<br />
ed espansione missionaria in<br />
tanti Paesi del Mondo. Poi, il ricordo di<br />
quello che avvenne 86 anni fa: il 2 gennaio<br />
1923, in un’umile casetta situata alle<br />
spalle del Santuario, Don Eustachio<br />
Montemurro tornava alla casa del Padre.<br />
La sua vita, completamente donata<br />
a Dio e al prossimo, in cui la sua<br />
missione fu quella di far conoscere al<br />
mondo quanto è grande l’amore di<br />
Dio, ha ispirato tanti ragazzi e ragazze<br />
che, come lui, hanno lasciato tutto per<br />
seguire Gesù sulle orme della povertà,<br />
dell’obbedienza e della castità. Infine,<br />
in questo stesso giorno, Suor Filomena<br />
Valentino, originaria di Marcianise, in<br />
provincia di Caserta, ha professato i<br />
voti perpetui. Presenti alla Celebrazione<br />
Eucaristica, presieduta da Mons. Pasquale<br />
Mocerino, Vicario Generale della<br />
Chiesa di Pompei, anche la Madre<br />
Generale, Madre Fides Sebis, le Provinciali,<br />
Suor Maria Pina Curreli e Suor<br />
Amerilde Di Pierro, e le consorelle di<br />
Pompei.<br />
Avellino, “Anni D’Argento” di Nocera Inferiore (SA), “AUSER” di<br />
Lamezia Terme (CZ), “Il Girasole” di San Nicola la Strada (CE) e<br />
“U.N.S.I.” di Napoli; Centro Sociale Anziani di Colleferro (RM),<br />
“Don Onorio Rocca” di Sant’Agnello (NA) e “Nuova Solidarietà”<br />
di Cardito (NA); Confraternita “Madonna del Rosario” di Belvedere<br />
Marittimo (CS); Congrega “SS.mo Corpo di Cristo” di<br />
Giugliano in Campania (NA); Corale “Santa Maria del Lauro” di<br />
Meta (NA); Gruppo “Amici di Padre Pio” di Foggia; Gruppo di<br />
Preghiera Mariano di Lucera (FG); Gruppo di Preghiera “Padre<br />
Pio” di San Giovanni Rotondo (FG); Istituto Comprensivo “B.<br />
Croce” di Lauro (AV); Unione Sportiva “Fortitudo” di Moliterno<br />
(PZ); Unitalsi Lucana sezione di Potenza; 2° Circolo Didattico “F.<br />
Giampaglia” di Ercolano (NA);<br />
Comunità Religiose: Convento di “San Francesco” di Fiesole<br />
(FI) e di “Sant’Antonio” di Torre del Greco (NA);<br />
Prenota in tempo il tuo pellegrinaggio a Pompei<br />
Tel. +39 081 8507000 +39 081 8577379<br />
Fax +39 1782238781 +39 081 8577482<br />
rettorato@santuariodipompei.it<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
36<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [84]
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
37<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [85]
in libreria a cura di Lucio Giacco<br />
Per felice e provvidenziale coincidenza,<br />
il volume di Antonio Illibato<br />
è uscito a pochi giorni dalla firma<br />
- il 6 dicembre 2009 - del decreto di<br />
approvazione del miracolo avvenuto<br />
per intercessione di Caterina Volpicelli<br />
da parte di Benedetto XVI,<br />
che permetterà alla fondatrice delle<br />
Ancelle del Sacro Cuore di essere<br />
presto canonizzata insieme ad<br />
altri cinque Beati.<br />
Pompei, ricordando la santa amicizia<br />
che legò il Beato Bartolo Longo<br />
alla nobildonna napoletana - di<br />
cui il volume tratta ampiamente -<br />
esulta dal profondo del cuore per<br />
questo evento, ormai prossimo, con<br />
cui il magistero ecclesiastico riconosce<br />
e consacra, a livello più alto<br />
e solenne, la testimonianza di fede<br />
e di opere di Caterina Volpicelli,<br />
additandola come modello esemplare<br />
di santità per tutta la Chiesa<br />
universale.<br />
La sua parabola esistenziale si consumò<br />
nell’arco di cinquantacinque<br />
anni (Napoli 1839-1894), in un<br />
tempo particolarmente complesso<br />
e difficile della storia civile e religiosa<br />
del sud Italia. La fine del regno<br />
di Napoli non rappresentò solo<br />
la fine di un’epoca ma ebbe conseguenze<br />
imprevedibili fino ad allora<br />
e sul piano religioso e sul piano<br />
socio-economico. Furono anni decisivi<br />
che segnarono il trapasso dal<br />
governo borbonico al nuovo regno<br />
d’Italia e la lacerazione delle coscienze<br />
dei credenti, anche a Napoli,<br />
procurata dalla contrapposizione<br />
tra Stato e Chiesa. A Napoli<br />
furono soppressi conventi, monasteri,<br />
congregazioni religiose e seminari.<br />
In questo contesto attraversato da<br />
profonde lacerazioni, inquietudini<br />
e disagi sociali s’inserisce il cammino<br />
di fede di Caterina Volpicelli e<br />
il suo nuovo modo di vivere i valori<br />
spirituali con un nuovo modello di<br />
vita religiosa. Anziché rinchiudersi<br />
con la sue Ancelle in convento,<br />
Caterina si aprì all’esigenze della<br />
società, attraversandola in lungo e<br />
largo per riguadagnarla agli ideali<br />
cristiani. La sua casa fu un cenacolo<br />
di spiritualità per uomini e donne,<br />
ecclesiastici e laici, straordinari<br />
per santità e impegno apostolico,<br />
che hanno scritto luminose pagine<br />
della storia della spiritualità napoletana<br />
del secondo Ottocento. Anche<br />
il Beato Bartolo Longo fece parte<br />
di questa cerchia di santi amici, come<br />
ricorda Illibato, profondo conoscito-<br />
re del nostro, avendone scritto la poderosa<br />
biografia in tre volumi: “Un<br />
cristiano tra Otto e Novecento”, edita<br />
dal Santuario di Pompei, tra il<br />
1996 e il 2002.<br />
Principio ispiratore e dinamico della<br />
vita spirituale e dell’apostolato della<br />
Volpicelli fu la devozione al Sacro<br />
Cuore, devozione nata in Francia,<br />
di cui divenne ardente promotrice.<br />
Questo particolare impegno le permise<br />
di intrattenere relazioni con<br />
cardinali e vescovi, con famosi ecclesiastici<br />
e personalità napoletane<br />
di alto rango, con fondatori e fondatrici<br />
di congregazioni religiose<br />
e con tanti altri, che come lei, segnarono<br />
in profondità l’Ottocento<br />
meridionale.<br />
Merito di Illibato è l’averci messo<br />
tra le mani una biografia scritta<br />
con metodologia storiografica, che<br />
ci permette di leggere la vicenda<br />
di Caterina Volpicelli nel contesto<br />
più ampio e articolato dei problemi<br />
del suo tempo, offrendoci uno<br />
spaccato attendibile e interessante<br />
della condizione e della spiritualità<br />
femminile dell’Ottocento, insieme<br />
ad un ampio panorama della storia<br />
sociale e religiosa del Mezzogiorno<br />
d’Italia in età contemporanea.<br />
Le “Lodi a Maria”, proposte in italiano,<br />
francese e inglese, sono “il diario spirituale”<br />
dell’incontro che Maria Antonietta<br />
Elia ha avuto con Nostra Signora di<br />
Lourdes, nel cui santuario ha compiuto<br />
un vero pellegrinaggio di fede. Qui,<br />
l’autrice si libera dalle problematiche<br />
personali, per aprirsi alla presenza gloriosa<br />
e celeste dell’Immacolata, donna<br />
da cantare e lodare, da ringraziare per<br />
gli effetti benefici della sua azione materna,<br />
per la sua esemplarità e per il suo<br />
magistero di vita spirituale. Tutto ciò<br />
Maria Antonietta Elia lo narra in versi<br />
e innalzando una preghiera di lode alla<br />
Vergine, una preghiera non solitaria e<br />
individuale, ma comunitaria, aperta a<br />
tutti quelli, come lei, pellegrini alla grotta<br />
di Massabielle.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
38<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [86]
L’anno giubilare di Lourdes, a<br />
centocinquanta anni delle apparizioni<br />
avvenute alla grotta di Massabielle,<br />
allora sconosciuto paese<br />
dei Pirenei, ha prodotto una ricca<br />
letteratura sull’argomento. Anche<br />
noi ce ne siamo interessati proponendo<br />
ai nostri lettori alcune tra le<br />
più significative pubblicazioni.<br />
Sull’argomento presentiamo, ora,<br />
un testo accattivante, scritto con<br />
linguaggio giornalistico, con atteggiamento<br />
neutrale e con solo<br />
intento documentaristico, senza<br />
la pretesa di scrivere un’agenda<br />
o una storia di miracoli, come gli<br />
stessi Autori dichiarano.<br />
È narrata la storia di Bernadette<br />
Soubirous, una giovane semplice<br />
e poverissima alla quale appare<br />
una “Signora vestita di bianco”,<br />
l’Immacolata Concezione. È l’11<br />
febbraio 1858. Proprio in quei gior-<br />
ni uno studioso italiano si imbatte,<br />
nel corso di un viaggio nella zona<br />
dei Pirenei, nella notizia di miracoli<br />
avvenuti a Lourdes. Il suo<br />
in libreria<br />
Tre motivi sono all’origine di questo nuovo testo di Padre<br />
Giuseppe Buono, membro del Pontificio Istituto Missioni<br />
Estere, fondatore del Movimento Giovanile delle Pontificie<br />
Opere Missionarie, docente di Missionologia e di<br />
Bioetica e Religioni: l’Anno Paolino indetto da Benedetto<br />
XVI, la conclusione del Sinodo dei Vescovi, celebrato in<br />
Vaticano dal 5 al 26 ottobre 2008, sul tema “La Parola di<br />
Dio nella vita e nella missione della Chiesa” e il prossimo<br />
cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale (21<br />
giugno 1959). Ma ciò che lo ha convinto a produrre una<br />
sua pubblicazione è stato, soprattutto, il Messaggio finale<br />
del Sinodo dei Vescovi, un’occasione da non perdere per<br />
approfondire l’esperienza apostolica e missionaria di Paolo<br />
per riproporla a tutti, in particolar modo ai missionari:<br />
“… quello che mi ha colpito e l’aver notato come esso è<br />
pervaso dallo spirito missionario, dalla teologia e dalla contemplazione<br />
e dall’amore a Cristo e alla Chiesa di Paolo<br />
di Tarso”. Una rilettura di Paolo proposta con strumenti<br />
nuovi: “… presento l’identità missionaria di Paolo facendo<br />
parlare lui; rileggo il suo pensiero e la sua prassi evangelizzatrice”<br />
per offrire agli apostoli di oggi un quadro con il<br />
quale confrontarsi.<br />
Il testo è presentato da Mons. Robert Sarah, Arcivescovo<br />
emerito di Conakry, Segretario della Congregazione per<br />
l’Evangelizzazione dei Popoli.<br />
animo curioso e i suoi interessi in<br />
campo religioso - improntati a spirito<br />
razionalistico - lo spingono a<br />
cercare Bernadette e la sua famiglia,<br />
a indagare l’ambiente sociale<br />
e culturale nel quale il fenomeno<br />
si è sviluppato, a incontrare i comprimari<br />
e gli spettatori della vicenda:<br />
intellettuali, preti, borghesi<br />
diffidenti, poveri contadini, piccoli<br />
commercianti (tutti realmente esistiti)<br />
di questa zona isolata della<br />
Francia che già dopo qualche anno<br />
si vedrà collegata alla rete ferroviaria<br />
nazionale. Ne esce un racconto<br />
vivido e appassionante che<br />
prosegue nelle memorie del figlio<br />
del protagonista, così che anche<br />
gli accesi dibattiti che si svilupparono<br />
negli anni, la beatificazione<br />
di Bernadette nel 1925 e la sua canonizzazione<br />
nel 1933, trovano un<br />
fedele resoconto.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
39<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [87]
in libreria<br />
Il Beato Bartolo Longo fu scrittore<br />
mariano, erudito e brillante, il più<br />
grande promotore laico, tra XIX e<br />
XX secolo, della devozione mariana.<br />
Preziosa testimonianza delle origini<br />
e dell’impegno che caratterizzò, in<br />
maniera indelebile, la vita del Beato<br />
a Pompei per oltre un cinquantennio,<br />
è l’opuscolo: “Le Ro s e d i Ma R i a.<br />
Ricordo della prima festa del SS. Rosario<br />
nel recinto delle sorgenti mura<br />
del nuovo Tempio in Pompei ai 28 di<br />
ottobre 1877”, pubblicato a soli cinque<br />
anni dal suo arrivo a Valle di<br />
Pompei nel 1872. Gli Autori parlano<br />
di quest’opera come di “Un testo<br />
classico, di pregevole significato, da<br />
molti ignorato. Un libro singolare:<br />
dalla interpretazione della Ro s a, fiore<br />
dal fascino e dalla fragranza sublime,<br />
ad una documentata storia<br />
del Ro s a R i o”. Per questo motivo, ne<br />
hanno ristampato la prima parte,<br />
corredandola di note sui più importanti<br />
personaggi e fatti citati, con<br />
l’aggiunta di notizie, talvolta scarne<br />
e incomplete, sul salterio liturgico,<br />
sull’origine del Rosario, su San Domenico<br />
e Santa Caterina da Siena,<br />
sulla devozione dei Papi al Rosario e<br />
su alcuni aspetti della vita e dell’opera<br />
di Longo a Pompei. Le immagini che<br />
impreziosiscono il testo sono tratte<br />
da opere originali, appositamente<br />
eseguite da Rosa Avellino.<br />
Il volume raccoglie alcune relazioni<br />
sulla pastorale familiare<br />
che l’Autore ha avuto<br />
modo di fare negli ultimi anni<br />
agli operatori pastorali di varie<br />
diocesi della Campania.<br />
Le riflessioni di questo volume<br />
sono state organizzate per<br />
offrire materiale di studio e di<br />
approfondimento a chi opera<br />
con passione in questo ambito<br />
così delicato e decisivo della<br />
pastorale. È un testo che nasce<br />
dal contatto vivo con gli sposi<br />
e i loro problemi; ma riflette<br />
anche l’esperienza pastorale<br />
e cerca di individuare le linee<br />
per un autentico rinnovamento<br />
della pastorale familiare. Don<br />
Silvio è Direttore dell’Ufficio<br />
diocesano della Famiglia e del<br />
Consultorio familiare nella diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. Nel 1993 ha<br />
fondato l’associazione “Progetto Famiglia onlus”, che s’impegna a favore<br />
della famiglia e dei minori, con particolare attenzione alla vita nascente.<br />
Dal 2006 dirige la rivista “Punto Famiglia”- da lui stesso fondata - , che<br />
si occupa di tematiche familiari. Per le EDB ha pubblicato “Sulle orme di<br />
Nazaret”, una riflessione sull’esperienza coniugale di Maria e Giuseppe.<br />
“Lettere e Poesie” è l’ultimo dei cinque<br />
volumi della produzione letteraria e<br />
poetica dell’Autore. La sua prima opera:<br />
“Poesie e canzoni”, risale al 1989. Nella<br />
prefazione, Domenica Rea lo definì<br />
“poeta innamorato di Dio”, esprimendo<br />
un lusinghiero giudizio per la sua arte: “Il<br />
suo è uno scenario luminoso, cristallino,<br />
fatto di paesaggi solari; un mondo che<br />
non ha traccia di anarchia, di fatiscenza<br />
o di spreco, ma che può risolvere i suoi<br />
problemi con il messaggio cristiano di<br />
una fratellanza universale (...). Le poesie<br />
di Gennaro Piccirillo sono efficaci messaggi<br />
edificanti, boccate d’aria pulita e<br />
benefica, propizie in un momento così<br />
critico per la nostra società: è un dovere<br />
farle conoscere!”. Un giudizio che<br />
si attaglia stupendamente a questa<br />
raccolta di lettere, scritte al quotidiano<br />
“Il Mattino”, e per le numerose liriche,<br />
antiche e nuove, che l’accompagnano<br />
presentando uno spaccato di vita illuminato<br />
dalla fede, dall’amore per Dio<br />
e per l’uomo. “Accumular tesori, trascurando<br />
i Valori, è vivere senz’anima.<br />
La vita, senza la poesia dei sentimenti,<br />
è una corsa insensata, protesa verso il<br />
niente!”. Pensa così, Gennaro Piccirillo. E,<br />
noi, con lui!<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
40<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [88]
in libreria<br />
Il volume porta a compimento il progetto<br />
di Mons. Cipriani di presentare<br />
una galleria dei personaggi più<br />
significativi dell’Antico e Nuovo<br />
Testamento. Dopo il Sinodo dei Ve-<br />
scovi di ottobre 2008, sul ruolo della<br />
Parola di Dio nella vita dei fedeli e<br />
della Chiesa, è davvero interessante<br />
conoscere più da vicino e con immediatezza<br />
di linguaggio come personaggi,<br />
quali Giovanni Battista,<br />
Pietro, Paolo, Matteo, Maria di Nazareth,<br />
il suo sposo Giuseppe e tanti<br />
altri, abbiano incontrato la Parola e si<br />
siano nutriti di essa, fino a diventarne<br />
servi. Con maestria, l’Autore ne<br />
offre uno spaccato di vita sobrio ed<br />
essenziale, evidenziando il modo<br />
con cui si sono lasciati “afferrare” da<br />
Dio, attraverso la sequela Christi. Il<br />
grande spessore umano, la fede vera,<br />
e la simpatia che li contraddistingue<br />
consentono al lettore, non solo<br />
credente, di confrontarsi con le<br />
esperienze di “uomini e donne” capaci<br />
di trasmettere un messaggio<br />
altissimo di umanità e di crescita di<br />
fede.<br />
L’acquisto dei due volumi darà luogo a uno sconto del 30%.<br />
Il Santuario di Pompei ha una nuova<br />
“Guida illustrata”, completamente<br />
rivisitata nella grafica e nei contenuti.<br />
Gli Autori hanno voluto offrire a<br />
pellegrini, turisti e visitatori occasionali<br />
uno strumento capace d’introdurli<br />
nell’affascinante e suggestiva<br />
storia di un Tempio che ha dato<br />
origine alla nuova città di Pompei.<br />
La visita inizia da Piazza Bartolo<br />
Longo, cuore della città mariana,<br />
verso il cui centro confluiscono tutte<br />
le strade d’ingresso: da Napoli e da<br />
Salerno, dai Paesi Vesuviani e dalla<br />
Penisola Sorrentina. La Guida è disponibile<br />
anche nelle edizioni in lingua<br />
inglese, francese e spagnola.<br />
Quest’agile sussidio raccoglie alcuni schemi della Via Crucis utilizzati nel<br />
Santuario di Pompei per la preghiera e la devozione dei fedeli, durante il<br />
tempo della Quaresima, in forma sia assembleare, che individuale. La peculiarità<br />
della pubblicazione sta nel fatto che essa attinge a quel grande tesoro<br />
di fede e di amore che sono gli scritti del Beato Bartolo Longo. Molte delle<br />
preghiere utilizzate a conclusione delle singole stazioni appartengono a Lui.<br />
Edizioni<br />
Sa n t ua r i o<br />
d i Po m P E i<br />
Per informazioni:<br />
EDIZIONI SANTUARIO DI POMPEI<br />
Piazza Bartolo Longo, 1<br />
80045 POMPEI (NA)<br />
Tel. (+39) 081 8577492<br />
edizioni@santuario.it<br />
www.santuario.it<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
41<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [89]
Per favore, accendete una candela davanti alla Vergine<br />
di Pompei per una grazia, una grande grazia,<br />
ricevuta da mia figlia, Khwema-Maria che vive<br />
in Oklahoma, USA, per mezzo della devozione potente<br />
dei “Quindici Sabati”. Stavo facendo molte novene per<br />
l’ammissione di mia figlia alla Scuola Medica negli USA<br />
(dove lei già vive). Dopo vari tentativi falliti, ho iniziato la<br />
devozione dei “Quindici Sabati”. Esattamente al 4° sabato,<br />
ho ricevuto tre grandi grazie. Khwema-Maria ha superato<br />
non solo l’esame di ammissione alla Scuola Medica<br />
ma ha ricevuto anche una borsa di studio di 5.800 dollari.<br />
In secondo luogo, ho ricevuto una lettera da mio fratello<br />
Aloyse che da circa otto mesi non si faceva vivo con me.<br />
E molte lettere che gli avevo inviato erano rimaste senza<br />
risposta, con mia forte preoccupazione. Infine, gli abitanti<br />
del villaggio dove sono cresciuta, alle pendici del Kilimagiaro<br />
a Moshi, Tanzania, hanno accolto la mia richiesta di<br />
costruire una chiesa dedicata a S. Teresa di Lisieux, per<br />
favorire la partecipazione dei malati e di coloro che non<br />
possono andare in cattedrale a causa del lungo cammino<br />
da percorrere. Sono fiduciosa che la Provvidenza mi farà<br />
trovare i fondi necessari per portare a termine questo progetto,<br />
che ho avviato in seguito alle grazie che Mamma<br />
Maria ha concesso alla mia famiglia per intercessione di<br />
Bartolo Longo e la devozione dei “Quindici Sabati”.<br />
Theresia A. Missanga - Asmara (Eritrea)<br />
Grati alla M<br />
a cura di Ciro Cozzolino<br />
Ora veramente capisco che la nostra vita è, in ogni<br />
istante, nelle mani di Dio. Una mattina di gennaio<br />
dello scorso anno, mentre percorrevo una strada<br />
presso Roma, una signora che proveniva dall’altra corsia,<br />
per un malessere, ha perso il controllo della propria autovettura<br />
e, invadendo la corsia opposta, è venuta, a piena<br />
velocità, a sbattere lateralmente addosso alla mia auto.<br />
Mentre, in una frazione di secondo, la mia auto andava a<br />
finire contro il tronco di un albero sulla destra della strada,<br />
un grido d’invocazione: Madonna mia! E poi, dopo l’impatto,<br />
ancora: Madonna Santa di Pompei! Un’invocazione<br />
naturale per uno come me legato al mondo pompeiano<br />
ed anche per averla sentita pronunciare per anni da mia<br />
madre, ora scomparsa. E che dire, la seconda invocazione<br />
l’avevo potuta fare per una grazia della Madonna di Pompei,<br />
cioè, ero salvo! Non solo la mia vita era stata salvata,<br />
ma incredibilmente anche quella della signora che aveva<br />
provocato l’incidente. Con l’impatto, infatti, lei era rientrata<br />
nella propria corsia e, riprendendosi, si era fermata ed<br />
era indenne anch’essa. I Vigili del Fuoco hanno riscontrato,<br />
infatti, che se in quel momento non fossi passato io, la<br />
signora non avrebbe potuto salvarsi, perché sarebbe finita<br />
o contro un albero o nel fossato laterale. Proprio così: una<br />
doppia grazia della Madonna del Santo Rosario di Pompei!<br />
Grazie, Madonna mia!<br />
A. L. - Roma<br />
Cara mamma è da tanto che volevo scriverti per ringraziarti<br />
delle infinite grazie offerte dal tuo cuore<br />
alla mia miserabile anima. Ti chiedo perdono per il<br />
mio ritardo e per la mia trascuratezza. In particolar modo,<br />
desideravo dirti con tutto il mio cuore Grazie per aver<br />
esaudito una mia intima preghiera. Da qualche tempo, pur<br />
conoscendo un bravo giovane, che il buon Dio aveva posto<br />
sul cammino della mia vita, non riuscivo a sciogliere<br />
nel mio cuore spazzando via dubbi e paure che bloccavano<br />
impedendomi d’innamorarmi! A Te, mamma cara, mi<br />
sono rivolta, chiedendoti, se fosse volontà di Dio, se fosse<br />
lui la persona che Gesù aveva scelto per costruire con me<br />
una santa famiglia, di aiutarmi ad amarlo, a infiammare il<br />
mio cuore così spento e arido. E Tu, Mamma generosa e<br />
buona, hai accolto la mia preghiera attraverso la Novena a<br />
te dedicata, e pian piano col tempo, hai compiuto un prodigio<br />
in me; mi hai avvicinato a lui …e fra meno di due<br />
mesi, sarò, in Dio, sua sposa! Grazie mamma cara! Grazie<br />
Regina dell’Amore perché ci ami così!<br />
Domi - Bari<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
42<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [90]
adonna e al Beato<br />
Sono devotissima alla Beata Vergine di Pompei da<br />
settant’anni, desidero manifestare tutta la mia riconoscenza<br />
per avermi aiutato in un intervento chirurgico<br />
subìto nello scorso mese di maggio. Ero affetta da<br />
tumore benigno al nervo acustico. L’intervento si presentava<br />
molto rischioso perché era interessata una parte del<br />
cervello. Dopo più consulti medici, mio figlio, anche lui<br />
medico, mi ha indirizzato all’Ospedale San Raffaele di<br />
Milano, dove attraverso una cura radioterapica la massa<br />
tumorale è stata bruciata impedendo che potesse espandersi<br />
procurando guai seri al cervello. Ho superato bene<br />
la terapia sentendomi sorretta e assistita in ogni momento<br />
dalla mia mamma Celeste, che mi ha aiutato e confortata<br />
in ogni momento della mia vita. Ho settant’anni e tra sei<br />
mesi dovrò fare una risonanza magnetica per sapere se la<br />
terapia ha prodotto un effetto duraturo. Mi affido alla Beata<br />
Vergine Maria e vi chiedo di unirvi alle mie preghiere.<br />
Giannina Frunzi - Napoli<br />
Fin da piccola sono stata una fervente devota della<br />
Vergine del Rosario. Sono venuta spesso a Pompei<br />
nel corso degli anni per pregare e ringraziare la Madonna.<br />
Ho ricevuto tantissime grazie dal Signore per sua<br />
intercessione. La ringrazio pubblicamente perché grande<br />
Dio, Padre di misericordia, noi ti lodiamo per aver donato<br />
alla storia degli uomini il Beato Bartolo Longo, ardente<br />
apostolo del Rosario e luminoso esempio di laico<br />
impegnato nella testimonianza evangelica della fede e<br />
della carità.<br />
Noi ti ringraziamo per il suo straordinario cammino spirituale,<br />
le sue intuizioni profetiche, il suo instancabile<br />
prodigarsi per gli ultimi e gli emarginati,<br />
la dedizione con cui servì filialmente la tua Chiesa<br />
e costruì la nuova città dell’amore a Pompei.<br />
Noi ti preghiamo, fa’ che il Beato Bartolo Longo<br />
sia presto annoverato tra i Santi della Chiesa universale,<br />
perché tutti possano seguirlo come modello di vita<br />
e godere della sua intercessione. Amen<br />
è stato il suo aiuto per me e tutta la mia famiglia. Tempo<br />
fa il mio secondo figlio ebbe un grave strappo alla gamba<br />
e poteva perdere il posto di lavoro, tanto desiderato. Ho<br />
pregato tantissimo, insieme a mio marito, con la Novena<br />
e la Supplica. Con l’aiuto divino dopo alcuni mesi e tante<br />
cure, mio figlio è guarito mantenendo il lavoro e ha continuato<br />
la sua attività professionale. Anch’io sono viva<br />
per miracolo perché dopo una rovinosa caduta dalle scale<br />
sono finita in rianimazione ma, grazie alla Madonna, sto<br />
bene. Rivolgo immense lodi e ringraziamenti alla Regina<br />
del Santo Rosario di Pompei affinché vegli sempre con la<br />
sua protezione su di me e la mia famiglia. Invito tutti a pregare<br />
sempre con grande fede affidandosi a Dio e alla Santa<br />
Vergine perché non tarderà ad arrivare il suo aiuto.<br />
A.M. - Gaeta (Latina)<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
43<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [91]
I nostri lettori ci scrivono<br />
Abbiamo bisogno di sacerdoti!<br />
Carissimi vi inviamo, pensando di farvi piacere, una nota riguardante<br />
ciò che idealmente ci unisce al Santuario della Madonna<br />
di Pompei. La speranza è che possa uscire sul vostro bollettino,<br />
magari anche nella edizione spagnola. Chissà che non incontriamo<br />
un sacerdote dotato di spirito missionario che ci aiuti<br />
a salvare tante piccole anime. In forma ingenua e scolastica,<br />
come si addice al posto, primitivo e popolare, la sacra immagine<br />
della Beata Vergine di Pompei, è stata dipinta nella Chiesa<br />
dedicata al Santo Padre Giovanni Paolo II, fatta erigere da una<br />
nostra conterranea, la signora Maria Rosaria Soprano, cugina<br />
del Rettore del santuario di Pompei, e da lui certamente ispirata,<br />
con l’aiuto del coniuge Giuseppe Mazzoni che, in Colombia,<br />
in uno dei barrios più poveri della cittadina di Cartagena de<br />
Indias, assiste integralmente centinaia di bambini bisognosi.<br />
Quello dell’educazione alla vera fede, all’indottrinamento cristiano<br />
e alla catechesi, è una nostra preoccupazione costante,<br />
in un ambiente e in un paese tra i più tormentati, del continente<br />
sudamericano. I volontari laici, i missionari e i fedeli che intendono<br />
offrire la loro ispirata opera per il riscatto dei derelitti,<br />
dei minori e delle loro famiglie che, con gioia e trepidazione,<br />
vedendo l’erigersi del Tempio del Signore, sperano nella presenza<br />
di un “Padre” amoroso che li guidi nella sacra funzione<br />
domenicale e nei principali Sacramenti cristiani, iniziando dal<br />
Battesimo che, molti dei piccoli non hanno potuto ricevere, per<br />
la mancanza di chiese vicine e la spesa di trasporto in città. Vor-<br />
Un volume di liriche italo-tedesche<br />
a cura di Augusto Di Vittorio<br />
remmo che il messaggio di Papa Benedetto XVI per l’incontro<br />
con le comunità e l’esortazione di Giovanni Paolo II, il Santo<br />
che ci guida e ispira, nel cui nome operiamo, perché le più piccole<br />
creature del Signore, i bambini, si sentano amati e seguiti<br />
nel loro procedere spirituale. Sotto lo sguardo materno, direttamente<br />
protetti dalla Beata Vergine del Rosario di Pompei, di<br />
cui ora possono onorare l’effigie e un giorno … conoscerne, le<br />
Grazie e la munificenza, con l’aiuto della divina Provvidenza e<br />
di qualcuno da questa ispirato!<br />
Maria Rosaria e Giuseppe Mazzoni<br />
Fundación Casa Italia O.N.G. - Calle Portobello, 10-40<br />
San Diego Cartagena de Indias (Colombia)<br />
Telefax: 0057 56648682 - Cell.: 0057 3103652161<br />
www.casaitaliaong.org - pino@casaitaliaong.org<br />
Carissimi amici, vi siamo davvero grati per questa condivisione fraterna e l’amore filiale verso la Madonna di Pompei,<br />
che illumina e sostiene il vostro servizio di carità, di promozione umana e di formazione cristiana, in un quadro socioambientale<br />
ed ecclesiale piuttosto difficile. Ci auguriamo, che questa corrispondenza, che pubblicheremo nelle tre edizioni<br />
della nostra rivista (italiana, inglese e spagnola), possa dare sostegno al vostro impegno e, soprattutto, favorire<br />
risposte generose affinché anche i poveri di Cartagena de Indias possano avere un pastore e una guida spirituale.<br />
Gentilissima Redazione, invio, come promesso, l’ultima edizione del mio nuovo libro:<br />
“Vento di Primavera - Wind des Frühlings”, quale dono alla Biblioteca annessa<br />
al Santuario di Pompei. Questo libro ha avuto un successo da me veramente inaspettato.<br />
Le poesie: «La Tua voce, oh Signore” e “Esilio” sono di carattere religioso.<br />
Invece la poesia “Serenità” che ho scritto a Castellammare di Stabia, nel 1955,<br />
rivela la bellezza del paesaggio e le sensazioni dell’anima che vibra nel percepire la<br />
grandiosità della natura che Dio ha voluto donarci per alleggerire il nostro cammino<br />
terreno.<br />
Il direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli del Palazzo Reale mi ha ringraziato,<br />
e mi ha scritto fra l’altro: “… il mio più vivo apprezzamento per questa raccolta<br />
di liriche nelle quali il ricordo e le suggestioni della Sua terra di origine diventano<br />
grazie alle Sue traduzioni patrimonio comune della nostra sensibilità e di quella<br />
germanica”… Da più di quarantasei anni invio la mia modesta offerta per i bambini<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
44<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [92]
assistiti dal vostro Istituto. Sono devotissima<br />
della Madonna del Rosario<br />
di Pompei che mi ha sempre aiutato<br />
nei momenti più cruciali della mia<br />
vita. Il ricavato venduto nelle librerie<br />
locali io lo devolvo sempre a favore<br />
dell’Istituzione di José Carreras che<br />
assiste e aiuta i bambini ammalati di<br />
Un caro amico del Santuario<br />
Caro Direttore, sono molto felice di ricevere l’edizione inglese<br />
della vostra rivista, inviata ai miei genitori nel New Jersey.<br />
Lo scorso aprile 2008, ho visitato la Basilica di Pompei<br />
ed ho rivisto il mio amico Mons. Baldassarre Cuomo, ex rettore<br />
del Santuario, che nel novembre 2002, qualche mese<br />
prima dell’inizio del centenario (1903-2003) della fondazione<br />
della chiesa parrocchiale dedicata alla “Madonna del<br />
SS. mo Rosario”, originariamente “Madonna di Pompei del<br />
SS. mo Rosario”, ha benedetto l’immagine (foto a destra),<br />
davanti alla quale poso con alcuni fedeli. In occasione del<br />
centenario Mons. Cuomo ci inviò una bella lettera che io<br />
ancora conservo. Accludo anche una foto della vetrata della<br />
nostra parrocchia (1931), che raffigura il Beato Bartolo<br />
Longo in ginocchio di fronte a San Giuseppe, Patrono della<br />
Chiesa Universale, quando, nel 1906, donò il Santuario alla<br />
Santa sede… Invio la mia benedizione a Mons. Cuomo e<br />
a tutti voi per il vostro meraviglioso impegno a gloria del<br />
Signore e della nostra Madre Benedetta. Pregate per me.<br />
Rispettosamente in Cristo e Maria<br />
P. Matthew R. Mauriello<br />
Holy Rosary Church - Bridgeport, CT (USA)<br />
I tesori della vita!<br />
Spett. le Direzione, sono felicissimo di aver ricevuto<br />
le corone del Rosario e le immagini della Vergine di<br />
Pompei che ornano la mia casa! Queste immagini sono<br />
diventate i tesori della mia vita. Ora posso recitare devotamente,<br />
ogni giorno, la Novena in onore della Beata<br />
Vergine. Con grandissima gratitudine e rispetto.<br />
Kazimierz Pospieszny - Poznam (Polonia)<br />
Norme sulla tutela della privacy<br />
In relazione alla normativa sulla tutela delle persone e di altri<br />
soggetti rispetto al trattamento dei dati personali (D. Lgsl 30-06-<br />
2003 n. 196), ci è gradito comunicarLe che il Suo nome è stato<br />
inserito nel nostro indirizzario, esclusivamente allo scopo di informarLa<br />
sulle iniziative del nostro Santuario. Le garantiamo,<br />
pertanto, che tali dati sono utilizzati esclusivamente per l’invio<br />
di comunicazioni inerenti le nostre opere e sono trattati con la<br />
massima riservatezza. Le ricordiamo che, qualora queste informazioni<br />
non fossero di Suo gradimento, è Sua facoltà richiedere<br />
la cancellazione dei dati relativi alla Sua persona dal nostro indirizzario,<br />
ai sensi dell’art. 7 del D. Lgsl sopra citato.<br />
leucemia e, naturalmente, anche per<br />
aiutare con il mio modesto obolo il<br />
lavoro che il vostro Istituto svolge assistendo<br />
i ragazzi e i bambini abbandonati<br />
a se stessi, educandoli ammirevolmente.<br />
Aurora Fagone Speer<br />
Dinslaken - Germania<br />
I nostri lettori ci scrivono<br />
Grazie Signora Aurora, per il dono<br />
del suo volume di poesie alla nostra<br />
biblioteca e del sostegno che da circa<br />
cinquant’anni offre alle nostre opere di<br />
carità. Complimenti per la sua pubblicazione<br />
che rende testimonianza positiva<br />
della sua e nostra italianità nella<br />
straordinaria terra di Germania.<br />
Carissimo Padre, grazie per la sua cordiale amicizia e<br />
l’attenzione che nutre per il nostro servizio pastorale e<br />
per tutte le attività promosse dal Santuario di Pompei.<br />
Grazie anche per la sua disponibilità a collaborare con<br />
la nostra rivista, cosa che potremmo senz’altro approfondire<br />
in altra sede.<br />
Siamo davvero contenti per lei, signor Kazimierz, e condividiamo<br />
la sua gioia per il desiderio finalmente realizzato.<br />
Le auguriamo di poter vivere sempre in compagnia<br />
della Vergine di Pompei e di imparare alla Sua<br />
scuola, recitando il Rosario, a seguire, da vero discepolo,<br />
il Suo figlio Gesù.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
45<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [93]
Una suora “dietro le quinte”<br />
Con la “lampada accesa”, piena di opere buone, ha celebrato la sua pasqua<br />
terrena, alle prime luci dell’alba del 2 gennaio 2009, Suor Maria Eugenia Rosa.<br />
Aveva ottantadue anni, era nata il 26 gennaio 1927 a Conza della Campania,<br />
nell’avellinese, ed era entrata giovanissima tra le suore di Pompei. Qui, da<br />
religiosa, si è fatta apprezzare da tutti per la sua umiltà, la sua sensibilità, la<br />
sua umanità e la sua disponibilità, lavorando a tempo pieno per gli altri, in<br />
punta di piedi e con sobrietà, nei vari uffici che l’obbedienza le assegnava.<br />
Suor Maria Eugenia, in una foto di repertorio, con alcuni suoi nipoti.<br />
Dopo un breve periodo d’intensa sofferenza, Suor Maria Eugenia Rosa, delle Suore<br />
Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei, ha lasciato alle prime luci dell’alba<br />
del 2 gennaio 2009, le realtà terrene, per raggiungere il luogo della “Festa senza<br />
fine”, accolta dallo Sposo divino. È stato un distacco sereno, lungamente atteso,<br />
portando con spirito forte l’esperienza della Croce.<br />
Aveva ottantadue anni ed era nata a Conza della Campania (AV) il 26/01/1927.<br />
Era entrata giovanissima in Noviziato, tra le suore di Pompei. Dopo un periodo di<br />
formazione, il 15 settembre 1952, emetteva i voti religiosi e il 17 settembre 1957<br />
faceva la sua professione religiosa perpetua, pronunciando il suo “Si” sponsale, per<br />
sempre, al Signore. E in questo suo stato di consacrazione ha trascorso la sua avventura<br />
religiosa a Pompei, al servizio della Regina del Rosario, tra gli orfani delle<br />
Opere fondate dal Beato Bartolo Longo.<br />
Suor Maria Eugenia è stata una suora di animo umile, molto sensibile, schiva da<br />
ogni segno di riconoscenza o di lode. Ha lavorato “dietro le quinte” dedicandosi<br />
a tempo pieno agli altri, nei vari uffici che l’obbedienza le assegnava, rendendosi<br />
disponibile per ogni cosa le si chiedesse.<br />
Con queste predisposizioni d’animo è stata Economa dell’Istituto “Sacro Cuore”,<br />
tra le bambine orfane degli asili e del corso elementare, tra le quali ha profuso sentimenti<br />
di bontà e di tenerezza materna, con una presenza attiva e laboriosa. In<br />
seguito, fu assegnata, con lo stesso ruolo, alla cucina di Casa Madre, dove si è comportata<br />
con bontà e comprensione verso coloro che lavoravano con lei; la sua era<br />
una maternità speciale, fatta di “squisita cortesia”, alimentata dal suo grande amore<br />
a Maria, Regina del Santo Rosario. Negli ultimi anni, quando la malattia aveva fatto<br />
di Concetta Fabbricatore<br />
già capolino nella sua vita, lei ha offerto<br />
la sua disponibilità per le sorelle che<br />
lavoravano nell’Ufficio Stampa. Ovunque<br />
Suor Maria Eugenia si è rivelata<br />
“animatrice delle piccole cose” e munita<br />
di quella spiritualità genuina che aveva<br />
la sua fonte nella pratica della “regina<br />
delle virtù”, la carità, posseduta da lei in<br />
tutte le sfumature più delicate.<br />
Ha amato la “preghiera del cuore”, fatta<br />
non di tante parole, ma di contemplazione<br />
e di contatto con Gesù Eucarestia<br />
e con la Madonna del Rosario.<br />
Una devozione speciale era, poi, da lei<br />
riservata alla preghiera per le anime del<br />
Purgatorio e per il Fondatore, il Beato<br />
Bartolo Longo, che desiderava tanto<br />
vedere Santo.<br />
Quest’amore spirituale, coniugato con<br />
una carità operativa, una fedeltà incondizionata<br />
al Signore, una docilità alla voce<br />
dell’obbedienza, un generoso donarsi<br />
a tutti con gratuità, la rendevano oltremodo<br />
serena e felice, perché convinta<br />
che più si ama più si è amati dal Datore<br />
di ogni gioia: Cristo.<br />
Aveva già la “lampada accesa” piena<br />
di opere buone ed era preparata per<br />
l’incontro finale con lo Sposo, che ha<br />
lungamente invocato con amore prima<br />
del trapasso. Il suo cuore è stato vigile<br />
e sereno anche nelle pene e nei dolori<br />
che si sono raddoppiati nell’ultimo<br />
periodo della sua vita. Nel passaggio<br />
verso l’eternità di Dio, si è comportata<br />
com’era suo solito fare: serenamente e<br />
umilmente.<br />
Tutta la comunità pompeiana rende<br />
grazie al Signore per questa sorella,<br />
dalla cui testimonianza di fede e di trasparenza,<br />
emerge una vita vissuta all’insegna<br />
della bontà e di ogni virtù religiosa<br />
e umana.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
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Anno 125 - N. 2 - 2009 [94]
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
47<br />
Anno 125 - N. 2 - 2009 [95]