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Febbraio

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POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D. L. 353/2003 (CONV. IN LEGGE 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 2, DCB - NA - TASSA PAGATA TAXE PERÇUE<br />

Il Rosario<br />

e la Nuova Pompei<br />

Anno 125 - N. 2 - <strong>Febbraio</strong> 2009 www.santuario.it<br />

Pellegrini a Pompei<br />

“nel più importante Santuario dedicato<br />

alla Beata Vergine del Santo Rosario”<br />

(Benedetto XVI)


Sommario<br />

3 - Valori veri e i piccoli gesti di ogni giorno<br />

per costruire una pace duratura<br />

di Angelo Scelzo<br />

4 - La Vergine Maria: icona dell’amore di Dio<br />

per l’umanità di ogni tempo<br />

di ✠ Carlo Liberati<br />

6 - Per raggiungere la pace<br />

occorre il coraggio di idee nuove<br />

di Guido Bossa<br />

8 - Comunicare l’amicizia. Il tema della Giornata Mondiale<br />

delle Comunicazioni Sociali<br />

di Dario Busolini<br />

10 - Con Maria e il Beato Bartolo Longo<br />

servi e testimoni del Vangelo della speranza<br />

di Francesco Paolo Soprano<br />

12 - Grazie Pompei!<br />

di Franca e Carlo Travaglino<br />

13 -La Solidarietà illumina il Natale a Pompei<br />

di Daria Gentile<br />

14 - Gesù, “dopo aver amato i suoi...<br />

li amò sino alla fine”<br />

di Settimio Cipriani<br />

20 - Pompei: il punto sulle strutture educative<br />

di Marida D’Amora<br />

22 - A Nisida, dove la speranza<br />

si fa progetto<br />

di Isa Di Domenico<br />

Fondata nel 1884 dal Beato Bartolo Longo<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Piazza Bartolo Longo, 1 - 80045 Pompei (NA) Tel. +39 081 8577321 - Fax +39 081 8503357<br />

rnp@santuariodipompei.it www.santuario.it Anno 125 - N. 2 - <strong>Febbraio</strong> 2009<br />

Direttore Responsabile: Angelo Scelzo<br />

Vice direttore: Pasquale Mocerino<br />

Redazione: C. Cozzolino, M. D’Amora,<br />

A. Marrese, F. P. Soprano, G. Striano<br />

Hanno Collaborato: G. Bossa, D. Busolini, A. Caforio,<br />

G. Cento, S. Cipriani, I. Di Domenico, A. Di Vittorio,<br />

O. Esposito, C. Fabbricatore, P. Frisullo, D. Gentile,<br />

L. Giacco, C. Liberati, C. Palomba, P. Patti, G. Russo,<br />

E. Secchiaroli, F. e C. Travaglino<br />

Grafica: Ettore Palermo<br />

Impaginazione: Mario Curtis, Emanuele Valvini<br />

Fotografie: G. Angellotto, I. Assalto, A. Di Stefano,<br />

Interfoto/Archivi Alinari, T. Lepera, F. Rizzo, P. Rubino<br />

Stampa: Arti Grafiche Boccia S.p.A.<br />

Gennaio 2009<br />

Di questa Rivista esistono anche le edizioni inglese e spagnola.<br />

Possono essere richieste alla Segreteria Generale - Ufficio Estero<br />

Tel. +39 081 081 8577328 - Fax +39 081 8573357<br />

foreignoffice@santuariodipompei.it<br />

33 - Dai vita al talento che è in te!<br />

Il Concorso Canoro del Meeting dei Giovani<br />

di Giovanni Russo<br />

46 - Una suora “dietro le quinte”. Suor Maria Eugenia Rosa<br />

di Concetta Fabbricatore<br />

Rubriche<br />

24 - Maria... questi ragazzi sono i tuoi figli<br />

a cura di Giosy Cento<br />

26 - Rosario News<br />

a cura di Giuseppina Striano<br />

28 - In cammino con la Madonna Pellegrina<br />

a cura di Antonio Marrese<br />

34 - Pellegrini del Rosario<br />

di Marida D’Amora<br />

38 - In libreria<br />

a cura di Lucio Giacco<br />

42 - Grati alla Madonna e al Beato<br />

a cura di Ciro Cozzolino<br />

44 - I nostri lettori ci scrivono<br />

a cura di Augusto Di Vittorio<br />

Spedizione: Poste Italiane S.p.A.<br />

Spedizione in abbonamento postale<br />

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

Art. 1, comma 2 DCB - NA<br />

Tassa Pagata / Taxè Parçue<br />

Di questo numero sono state stampate<br />

255.000 copie<br />

Associato all’USPI<br />

(Unione Stampa Periodica Italiana)<br />

ISNN 0035 - 8282<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

2<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [50]


E d i t o r i a l e<br />

di Angelo Scelzo<br />

Valori veri e i piccoli gesti di ogni giorno<br />

per costruire una pace duratura<br />

Il nuovo anno non ha perso tempo a chiarire che<br />

non basta un semplice cambio di calendario per<br />

sperare che tutto, o almeno qualcosa, vada a posto<br />

come d’incanto. Le eredità che si disperdono<br />

per strada sono poche e, tra queste, non figurano<br />

le tante tragedie di cui il mondo continua ad essere<br />

pieno. Il 2009 ha subito fatto in modo che i<br />

riflettori fossero puntati sulla striscia di Gaza, la<br />

parte più martoriata di un medio-oriente dove la<br />

pace non riesce mai a piazzare una sua stabile<br />

tenda. Non è una terra come un’altra, anche se i<br />

conflitti - e i morti - sono tutti uguali. Alla pace viene<br />

a mancare il respiro proprio nei luoghi in cui essa<br />

ha manifestato e reso concreto il suo significato<br />

più alto, che non riguarda solo il silenzio delle<br />

armi. I raid aerei, come i razzi che puntano sulle<br />

città, esprimono, da un lato e dall’altro, la tragica<br />

eloquenza dell’ennesimo conflitto e, dunque, le<br />

armi sono all’opera. Il loro silenzio è un prezzo<br />

che ancora nessuno riesce a pagare. Tra i deficit<br />

che assillano oggi l’umanità - spaventata dalla<br />

recessione economica - la penuria di valori non<br />

quotabili in borsa, non è certo il più trascurabile dei<br />

problemi. Siamo di fronte alla radice del dramma,<br />

e al punto in cui s’infrangono tutti i processi e i piani<br />

di pace. Se il valore della pace finisce per oscillare<br />

allo stesso modo di quello dei mercati, molte aree<br />

del mondo continueranno ad essere destabilizzate<br />

e a sperimentare i rischi di un equilibrio sempre più<br />

precario.<br />

Arabi e israeliani si fronteggiano in un conflitto che<br />

ha alle spalle molta più storia che anni: le tensioni<br />

e gli odi messi in campo superano largamente i<br />

confini dell’area, e la striscia di Gaza ritorna, oggi,<br />

ad essere l’emblema di una contrapposizione tra<br />

mondi. Pur invocato da più parti, il dialogo sembra<br />

ormai un filo consumato, incapace di tessere rapporti<br />

che non siano affidati alla legge delle armi.<br />

Dove essa conduca è tragicamente sotto gli occhi<br />

di tutti, eppure non viene messa da parte e arriva<br />

ad essere negato perfino il tempo di una tregua.<br />

Cominciare l’anno sotto il segno della violenza non<br />

è solo un cattivo auspicio, ma il modo peggiore per<br />

affrontare le tante sfide che un mondo sempre più<br />

globalizzato pone sul cammino di tutti.<br />

Nell’udienza al Corpo diplomatico accreditato<br />

presso la Santa Sede, Benedetto XVI ha tracciato<br />

le linee essenziali di un tale percorso, ponendo in<br />

primo piano proprio l’esigenza di liberare il cammino<br />

dal più inutile e nefando degli ostacoli, il<br />

ricorso alle armi, vale a dire a ciò che “non può<br />

mai essere una soluzione”.<br />

Il Papa aveva di fronte proprio il tragico scenario<br />

di Gaza e, quindi, della Terra Santa, ma ai rappresentanti<br />

dei popoli ha ribadito il concetto - anzi:<br />

la verità cristiana - che la “violenza va sempre<br />

condannata”. In Medio Oriente, come in ogni altra<br />

parte del mondo, dove i venti di guerra non si sono<br />

ancora placati.<br />

Se più che del silenzio delle armi, la pace ha bisogno<br />

di valori che la sostengono, la parola non può<br />

che passare dal torvo anonimato degli eserciti, al<br />

ravvedimento e alla coscienza di ogni singola persona,<br />

anche quella apparentemente più estranea<br />

e lontana dal campo delle operazioni militari. La<br />

pace si costruisce anche - e forse soprattutto - dai<br />

piccoli gesti, da ciò che ordinariamente passa inosservato<br />

ma che, invece, arriva a incidere come mai<br />

si sarebbe immaginato. Ed è vero anche il contrario.<br />

Anche la guerra - o la violenza - si alimenta nel<br />

quotidiano e nell’ordinario.<br />

Quale nesso può avere, un conflitto internazionale,<br />

con quello che noi definiremmo un semplice fatto di<br />

cronaca? Apparentemente nessuno, ma come sarà<br />

mai possibile sradicare la logica della violenza se<br />

essa - orrendamente - s’impone anche nel normale<br />

corso della vita quotidiana?<br />

È solo un fatto di cronaca - o il sintomo di una<br />

malattia sempre più diffusa, che chiama in causa<br />

disprezzo e violenza - la mortale aggressione, a<br />

Casandrino, di una donna disabile, che si spostava<br />

su una carrozzella?<br />

Anche le forme di malavita organizzata, che<br />

prosperano in almeno tre regioni del meridione,<br />

rientrano nella stessa aberrante logica.<br />

Di fronte a tale efferatezza, può apparire umanamente<br />

ingenuo - o, perfino, banale - parlare di conversione<br />

dei cuori. Ma il tempo che si avvicina - la<br />

Quaresima - è innanzitutto tempo di Dio, e allora<br />

tutto può essere possibile.<br />

Ritornando allo scenario internazionale, non può<br />

passare inosservato il passaggio da Bush a Obama<br />

alla presidenza degli Stati Uniti d’America. Al di là<br />

di ogni enfatizzazione, si può legittimamente parlare<br />

dell’apertura di una fase nuova negli equilibri<br />

mondiali. Staremo a vedere, e a sperare.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

3<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [51]


La Vergine Maria: icona dell’amore<br />

di Dio per l’umanità di ogni tempo<br />

Madonna Litta, di Leonardo da Vinci. Museo dell’Hermitage, San Pietroburgo<br />

Agli inizi di questo 2009 e dopo l’esaltante esperienza di fede per la Visita<br />

Pastorale del Santo Padre Benedetto XVI al nostro Santuario avvenuta il 19<br />

ottobre 2008, desidero riprendere le mie riflessioni sul ruolo della Vergine<br />

SS.ma nel nostro cammino di fede quotidiano.<br />

Vorrei sottolineare che Maria SS.ma è l’esemplare più alto, dopo il Figlio<br />

Gesù, della gioia di Dio dentro di noi.<br />

Eugenio d’Ors nel suo libro “La valle di Giosafat” (cfr. S. Palumbieri, Un<br />

Magnificat per il Terzo Millennio, Ed. Paoline 1998, p. 126) immagina<br />

di ✠ Carlo Liberati<br />

di entrare nella “valle di Giosafat”,<br />

quella del Giudizio Universale.<br />

Appena giunto si vede circondato<br />

da personaggi illustri: Shakespeare,<br />

Michelangelo, Beethoven.<br />

Ad un tratto si leva una voce che ripete<br />

le parole di Pascal: “L’uomo non è<br />

che una canna pensante” (B. Pascal,<br />

Pensées, 347) e conclude: “Tutti gli<br />

uomini nella valle di Giosafat non<br />

sono che canne: un grande canneto<br />

al lume della luna”.<br />

Attorno, un profondo silenzio lunare.<br />

Ed ecco, d’improvviso, quel<br />

silenzio si popola di armonie. È<br />

la vallata che canta. Ogni canna -<br />

figura di ogni uomo - è un flauto<br />

silenzioso che un vento, il vento del<br />

prodigio ha riattivato. Chi soffia? Si<br />

domanda il poeta. Il vento risponde:<br />

Maria!<br />

Dio certamente, da solo non vuole<br />

compiere tutto (cfr. S. Palumbieri,<br />

ibidem, pp. 127 e segg.). L’uomo da<br />

solo può realizzare ben poco. Dio<br />

e l’uomo, insieme, costruiscono il<br />

“novum”. E ciò è stabilito nel mistero<br />

della natura creata da Dio e poi<br />

della grazia che ci è data dopo la colpa<br />

originale dallo stesso amore di<br />

Dio che non può veder naufragare il<br />

Suo progetto di santità. La risposta<br />

a Dio che chiama a partecipare attivamente<br />

alla “ricostruzione” dell’umanità,<br />

è il “Fiat”, il “Sì” di Maria<br />

nell’Annunciazione, testimoniato nel<br />

“Magnificat” della Visitazione.<br />

Maria è la persona che ci rivela la<br />

pienezza della bellezza, della gioia,<br />

dell’amore di Dio per l’uomo e la<br />

donna di tutti i tempi.<br />

Nel “Magnificat” di Maria c’è dentro<br />

lo stupore per la gioia di Dio che<br />

ha invaso la personalità integrale di<br />

Maria che lo ha accolto in pienezza.<br />

In Maria ci viene rivelato lo splendore<br />

della gioia di Dio immenso nei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

4<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [52]


confini del nostro cuore limitato,<br />

ma occupato dalla pace divina. Celebrare<br />

l’uomo si può fare o con<br />

Dio o senza Dio. Tuttavia, senza<br />

Dio la celebrazione dell’uomo può<br />

manifestarsi anche contro l’uomo.<br />

Un umanesimo senza Dio è un<br />

umanesimo non umano (Marx, Nietzsche!).<br />

Invece è un umanesimo costruttivo,<br />

pacifico e plenario quello<br />

che bisogna promuovere.<br />

Già Paolo VI nella “Populorum<br />

progressio” (n. 42) avvertiva: “Un<br />

umanesimo chiuso, insensibile ai<br />

valori dello spirito e a Dio che ne è<br />

la fonte, potrebbe apparentemente<br />

avere maggiori possibilità di trionfare.<br />

Senza dubbio l’uomo può organizzare<br />

la terra senza Dio, ma<br />

senza Dio egli non può alla fine che<br />

organizzarla contro l’uomo. L’umanesimo<br />

esclusivo è un umanesimo<br />

inumano”.<br />

Non vi è pertanto umanesimo vero se<br />

non è aperto ai valori dell’Assoluto.<br />

La vita di tutti i Santi della Chiesa<br />

Distintosi per il suo impegno caritatevole verso i bambini<br />

abbandonati, l’educazione degli adolescenti, per le sue<br />

doti di amministratore e per l’impegno di accoglienza dei<br />

quattro milioni di pellegrini che annualmente visitano<br />

il Santuario di Pompei, Mons. Carlo Liberati è stato insignito,<br />

nell’ottobre 2008, del “Federichino d’oro”.<br />

L’ambito riconoscimento, promosso dalla Fondazione<br />

“Federico II Hohenstaufen” di Jesi - Onlus (gemellata con<br />

l’omonima Istituzione di Palermo e con quella tedesca<br />

di Gesù Signore, crocifisso e risorto,<br />

ne è la più convincente prova e lo<br />

sarà fino alla fine del mondo.<br />

Questa ispirazione divina sta tutta<br />

nel Cantico del Magnificat che ci<br />

comunica tutta la gioia di Dio per<br />

noi attraverso “il giardino fiorito” di<br />

Maria SS.ma.<br />

L’umanesimo che discende dall’ispirazione<br />

biblica “è dato dall’infinito<br />

rispetto da parte di Dio verso<br />

l’uomo. Per salvare l’uomo, Dio ha<br />

voluto chiedere aiuto a lui. Dio ha<br />

bussato alla sua porta nel punto più<br />

immacolato della realtà umana”.<br />

E la porta si chiama: Maria “Ianua<br />

coeli”, ma anche “ianua mundi”.<br />

E il progetto di Dio si è fermato a<br />

questa soglia di libertà (cfr. S. Palumbieri,<br />

ibidem).<br />

San Bernardo di Chiaravalle, uno<br />

dei più grandi cantori del mistero<br />

della predilezione di Dio per Maria<br />

SS.ma in una nota e splendida pagina,<br />

carica di umanità (Bernardo di<br />

Chiaravalle, Opere Mariane. Le Lodi<br />

della Vergine Madre. Quarta omelia<br />

- in Oeuvres mystiques, pp. 952-<br />

953), in dialogo con Maria dice:<br />

“Dalla tua breve risposta dipende<br />

che noi siamo chiamati alla vita…<br />

Pronuncia una parola e riceverai<br />

la Parola. Proferisci la tua parola e<br />

concepirai la Parola divina. Emetti<br />

una parola che passa, e possederai<br />

la Parola eterna. Umile, sappi essere<br />

audace, riservata, non avere paura…”.<br />

La risposta di Maria alla chiamata di<br />

Dio nella esperienza del suo fidarsi di<br />

Dio e nell’affidarsi totalmente a Lui,<br />

Le comporta una incontenibile gioia<br />

dell’anima e di tutta la persona.<br />

La sua fede non consiste soltanto nel<br />

credere in Dio ma nell’essere convinta<br />

che Dio crede per sempre in<br />

Lei. Di lì nasce la gioia della sua<br />

realtà consacrata. Come dev’essere<br />

per noi cristiani.<br />

Sì, si può esperimentare la gioia di<br />

sentirci prediletti da Dio, come Maria<br />

SS.ma, nostra Madre nella fede.<br />

Il “Federichino d’oro” all’Arcivescovo di Pompei<br />

di Goppingen), viene conferito a<br />

personaggi che si siano distinti<br />

nella cultura, nelle istituzioni, nell’economia,<br />

nello spettacolo e nello<br />

sport, e a personalità italiane e<br />

straniere che abbiano operato<br />

nello spirito del messaggio culturale<br />

e sociale del grande imperatore<br />

jesino.<br />

L’edizione 2008 del premio, condotta<br />

da Rosanna Vaudetti, si è<br />

svolta presso il Salone dei Piceni<br />

del Complesso Monumentale di<br />

San Salvatore in Lauro, in Roma. La cerimonia è stata<br />

presieduta da Vittorio Borgiani e Mario Vinicio Biondi,<br />

rispettivamente, Presidente della Fondazione “Federico<br />

II” e del suo comitato scientifico, Giorgio Bizzarri, Presidente<br />

del Pio Sodalizio, e Arnold Esch, già Direttore dell’Istituto<br />

Germanico di Roma.<br />

Tra i premiati delle passate edizioni figurano il giornalista<br />

Indro Montanelli, i campioni dello sport Valentino Rossi,<br />

Filippo Magnini e Roberto Mancini, il pianista e compositore<br />

italiano Giovanni Allevi.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

5<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [53]


Per raggiungere la pace occo<br />

Il discorso del Santo Padre Benedetto XVI al Corpo<br />

Diplomatico accreditato presso la Santa Sede.<br />

Mai come in questo inizio del 2009 siamo tutti chiamati a fare<br />

un bilancio del tempo trascorso fin qui. E non è, a dir la verità,<br />

un bilancio consolante. Lo spazio per la speranza è limitato.<br />

Nel discorso rivolto al Corpo Diplomatico accreditato presso<br />

la Santa Sede - che già di per sé, per l’elevatissimo numero<br />

di Ambasciatori presenti, dimostra l’attenzione con cui i Governi<br />

seguono l’attività del Santo Padre - Benedetto XVI ha<br />

ricordato il suo dolente saluto all’anno appena trascorso; un<br />

saluto caratterizzato dal forte appello a lenire la povertà sempre<br />

presente nel mondo, un richiamo ai “troppo numerosi<br />

poveri del nostro pianeta” ricordati nel Messaggio per la<br />

Giornata Mondiale della Pace. L’alba del nuovo anno ha illuminato<br />

un’altra tragedia dell’umanità, quella della guerra, che<br />

insanguina ancora una volta il vicino Oriente, la terra dove<br />

Gesù ha scelto di nascere.<br />

Si dirà: niente di nuovo, purtroppo. La Palestina è da decenni<br />

ostaggio di lotte fratricide fra popoli che la geografia e la storia<br />

vorrebbero fratelli, o almeno vicini rispettosi l’uno dell’altro<br />

visto che pregano l’unico Dio, e che invece la politica vuole<br />

e rende divisi e in lotta. E allora, perché meravigliarsi, o protestare,<br />

se il Papa richiama entrambi al coraggio di cambiare<br />

il corso della storia? E invece è proprio ciò che è successo.<br />

Da una parte il messaggio di pace è stato ignorato; dall’altra<br />

è stato contestato, quasi accusato di indebita ingerenza.<br />

Eppure, anche alla luce di una storia che tende a ripetersi<br />

di tragedia in tragedia, l’appello del Papa appare di una<br />

chiarezza cristallina, e tutti gli uomini di buona volontà dovrebbero<br />

comprenderne agevolmente le implicazioni, anche<br />

geopolitiche. Il nuovo anno si apre su un tornante della<br />

storia nel quale i protagonisti del dramma umano che si sta<br />

svolgendo da decenni in Medio Oriente sono chiamati a riflettere<br />

sulle proprie responsabilità. Gli appuntamenti già<br />

segnati sul calendario li interpellano direttamente. Tutte le<br />

ricette finora applicate in quella martoriata area del mondo<br />

hanno fallito, proprio perché basate sulla violenza e miranti<br />

alla sopraffazione. Negli ultimi anni, due guerre non hanno<br />

risolto alcuna crisi, anzi hanno aggravato i problemi, recando<br />

con sé una scia di lutti, di ostilità e di recriminazioni che non<br />

ha fine. Non sarà facile cicatrizzare tutte le ferite. Il nuovo<br />

conflitto armato esploso in un’area - la striscia di Gaza - già di<br />

per sé sottoposta a condizioni di vita pressoché inumane, rischia<br />

di travolgere quel poco di speranza di pace che uomini<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

6<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [54]


e il coraggio di idee nuove<br />

coraggiosi (uno per tutti, il Presidente israeliano Rabin) avevano<br />

costruito. Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che la<br />

guerra non porta alla pace, anche se lascia tante, troppe vittime<br />

sul campo. In questo quadro drammatico, il Papa ha<br />

parlato con chiarezza: “L’opzione militare, ha detto, non è<br />

una soluzione, la violenza, da qualunque parte essa provenga<br />

e qualunque forma assuma, va condannata fermamente”. Il<br />

giudizio non potrebbe essere più limpido e radicale, né meno<br />

sospetto di simpatie partigiane. Basta ascoltarlo con animo<br />

sgombro da preconcetti.<br />

Quello che Benedetto XVI indica, come unica, stabile soluzione<br />

al conflitto, è un cambio di passo radicale della politica<br />

e della diplomazia internazionali, che si devono dotare<br />

di strumenti nuovi, visto che quelli usati finora si sono rivelati<br />

inadeguati a raggiungere l’obiettivo da tutti desiderato: la<br />

pace. Inadeguati e controproducenti.<br />

Di fronte ad un dramma che si ripete con straziante continuità,<br />

e in cui i fatti nuovi sono solo gli ordigni bellici sempre<br />

più sofisticati e micidiali che vengono lanciati da una parte<br />

e dall’altra contro popolazioni inermi, occorre il coraggio di<br />

uscire dai vecchi schemi di una politica logora e inefficace,<br />

occorre l’iniziativa di nuovi protagonisti, di nuove guide dei<br />

popoli finora in lotta, che sappiano aprire nuove strade,<br />

uscendo dal vincolo della coazione a ripetere gli errori del<br />

passato, riuscendo a coniugare il realismo della politica con la<br />

di Guido Bossa<br />

speranza dell’utopia.Il mondo intero dovrebbe accompagnare<br />

le parti in conflitto lungo questa strada finora inesplorata.<br />

All’alba del nuovo anno, la diplomazia è chiamata al coraggio<br />

di una iniziativa di pace inedita, che metta in primo piano il<br />

rispetto, ovunque, della dignità della persona. Le condizioni<br />

ci sono, perché gli attori principali sul campo stanno per<br />

cambiare. A loro, ai nuovi protagonisti della storia, il Papa si<br />

rivolge con coraggio e con fiducia.<br />

I NUOVI DIRIGENTI POLITICI<br />

SIANO CAPACI DI GUIDARE I LORO POPOLI<br />

VERSO LA RICONCILIAZIONE<br />

“La nascita di Cristo nella povera grotta di Betlemme ci conduce<br />

naturalmente ad evocare la situazione nel Medio-Oriente e, in<br />

primo luogo, in Terra Santa, dove, in questi giorni, assistiamo<br />

ad una recrudescenza di violenza che provoca danni e immense<br />

sofferenze alle popolazioni civili. Questa situazione complica<br />

ancora la ricerca di una via d’uscita dal conflitto tra Israeliani e<br />

Palestinesi, vivamente desiderata da molti di essi e dal mondo<br />

intero. Una volta di più, vorrei ripetere che l’opzione militare<br />

non è una soluzione e che la violenza, da qualunque parte essa<br />

provenga e qualsiasi forma assuma, va condannata fermamente.<br />

Auspico che, con l’impegno determinante della comunità internazionale,<br />

la tregua nella striscia di Gaza sia rimessa in vigore<br />

- ciò che è indispensabile per ridare condizioni di vita accettabili<br />

alla popolazione - e che siano rilanciati i negoziati di pace rinunciando<br />

all’odio, alle provocazioni e all’uso delle armi. È molto importante<br />

che, in occasione delle scadenze elettorali cruciali che<br />

interesseranno molti abitanti della regione nei prossimi mesi,<br />

emergano dirigenti capaci di far avanzare con determinazione<br />

questo processo e di guidare i loro popoli verso la difficile ma<br />

indispensabile riconciliazione. A questa non si potrà giungere<br />

senza adottare un approccio globale ai problemi di quei Paesi,<br />

nel rispetto delle aspirazioni e degli interessi legittimi di tutte le<br />

popolazioni coinvolte. Oltre agli sforzi rinnovati per la soluzione<br />

del conflitto israelo-palestinese, che ho appena menzionato, occorre<br />

dare un sostegno convinto al dialogo tra Israele e la Siria e,<br />

per il Libano, appoggiare il consolidarsi in atto delle istituzioni,<br />

che sarà tanto più efficace quanto più si compirà in uno spirito<br />

di unità. Agli Iracheni, che si preparano a riprendere pienamente<br />

in mano il proprio destino, rivolgo un incoraggiamento particolare<br />

a voltare pagina per guardare al futuro, per costruirlo senza<br />

discriminazioni di razza, di etnia o di religione. Per quanto riguarda<br />

l’Iran, non bisogna rinunciare a ricercare una soluzione negoziata<br />

alla controversia sul programma nucleare, attraverso un<br />

dispositivo che permetta di soddisfare le legittime esigenze del<br />

Paese e della comunità internazionale. Un simile risultato favorirebbe<br />

grandemente la distensione regionale e mondiale”.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

7<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [55]


di Dario Busolini<br />

Comunicare l’amicizia<br />

“Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere<br />

una cultura di rispetto, di dialogo,<br />

di amicizia”: il tema della Giornata mondiale<br />

delle comunicazioni sociali.<br />

Intorno alla metà di gennaio, tra il quotidiano dilagare delle notizie che esaltano<br />

le possibilità di “fare amicizie” e vivere vite diverse da quella reale grazie ai nuovi<br />

mezzi di comunicazione, specialmente attraverso i siti internet di relazioni sociali<br />

(“social network”), ha destato curiosità un fatto di segno apparentemente<br />

contrario: una nota multinazionale di hamburger ha deciso di pubblicizzare un<br />

nuovo panino, proprio su internet, offrendolo gratis a quanti cancelleranno dieci<br />

nominativi dall’elenco delle loro amicizie virtuali registrato sul più diffuso sito di<br />

relazioni. Viene da chiedersi: se dieci “amici” valgono solo il prezzo di un panino,<br />

quanto contano veramente tutti questi rapporti che si rincorrono su internet (ma<br />

anche in televisione nei vari programmi tipo “reality”, “Grande Fratello” etc.) mentre<br />

sembrano sempre più perdersi nella vita reale? E poi si cercano veramente nuove<br />

forme di dialogo e di relazione con gli altri o piuttosto una semplice autogratificazione<br />

frutto dell’illusione di credersi sempre “in rete” con il mondo quando invece si è<br />

solo e soli davanti a uno schermo? I nuovi mass media migliorano veramente la comunicazione<br />

o moltiplicano illusioni?<br />

Sono domande d’attualità che Benedetto<br />

XVI ha certo tenuto presente nel<br />

proporre il tema della 43ª Giornata<br />

mondiale delle comunicazioni sociali:<br />

“Nuove tecnologie, nuove relazioni.<br />

Promuovere una cultura di rispetto, di<br />

dialogo, di amicizia”.<br />

Questa suggestiva traccia di riflessione<br />

scelta dal Papa delinea il contenuto del<br />

suo messaggio per la stessa ricorrenza,<br />

diffuso tradizionalmente il 24 gennaio,<br />

festa di San Francesco di Sales, patrono<br />

dei giornalisti. Non a caso, il Presidente<br />

del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni<br />

Sociali, l’Arcivescovo Claudio<br />

Maria Celli, ha definito tale tema, in occasione<br />

della sua presentazione nella sala<br />

stampa vaticana, «un vero e proprio<br />

programma di lavoro, un compendio<br />

degli impegni e delle responsabilità che<br />

la comunicazione e gli uomini della comunicazione<br />

sono chiamati ad assumersi<br />

in prima persona in un tempo così<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

8<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [56]


fortemente segnato dallo sviluppo delle<br />

nuove tecnologie mediatiche che, di<br />

fatto, creano un nuovo ambiente, una<br />

nuova cultura. In un certo senso si potrebbe<br />

dire che il Papa chiede oggi agli<br />

operatori della comunicazione quanto<br />

ha chiesto durante l’incontro con il<br />

mondo della cultura a Parigi, quello, cioè,<br />

di assumere un atteggiamento veramente<br />

filosofico: guardare oltre le cose penultime<br />

e mettersi in ricerca di quelle<br />

ultime, vere».<br />

Mons. Celli ha sottolineato che Benedetto<br />

XVI ha fiducia nelle possibilità dei<br />

media perché possono «dare un grande<br />

aiuto nel favorire un clima di dialogo e<br />

di fiducia. Porre l’accento sul fatto che ai<br />

nuovi mezzi devono corrispondere nuove<br />

relazioni, significa toccare nel profondo<br />

il rapporto sul quale la comunicazione<br />

vive e si sviluppa; l’aggiornamento degli<br />

strumenti non segna semplicemente un<br />

passo avanti in senso tecnico, ma crea<br />

sempre nuove condizioni e possibilità<br />

perché l’uomo utilizzi e investa queste<br />

risorse per il bene comune e le ponga<br />

alla base di una crescita culturale ampia<br />

e diffusa». Il Presidente del Pontificio<br />

Consiglio delle Comunicazioni Sociali<br />

ha poi aggiunto, parlando alla Radio Vaticana,<br />

che «le nuove tecnologie sono<br />

sostanzialmente utili per instaurare, per<br />

aumentare le nostre relazioni sociali.<br />

Qui, però, c’è un fenomeno che emerge<br />

ugualmente con una certa chiarezza: da<br />

un lato questi mezzi portano ad allentare<br />

i tradizionali confini geografici e<br />

culturali, dall’altro c’è il fatto che questi<br />

mezzi fanno perdere ai soggetti il<br />

senso del territorio in cui abitano o del<br />

gruppo sociale in cui operano. Si pensi,<br />

ad esempio, al cellulare: il cellulare è diventato<br />

veramente una condizione quasi<br />

imprescindibile del nostro vivere. C’è la<br />

frenesia di essere connesso. Allo stesso<br />

tempo, però, siamo più preoccupati della<br />

connessione che non dei contenuti<br />

che possiamo dare attraverso queste<br />

relazioni che si instaurano. Ecco, allora,<br />

che il Papa, senza parlare di rischi o<br />

di limiti, propone questo problema in<br />

tono positivo e ci dice che proprio in<br />

queste relazioni, offerteci ampiamente<br />

dai nuovi mezzi di comunicazione, bisogna<br />

promuovere una cultura di dialogo,<br />

di rispetto, di amicizia».<br />

Una prova evidente dell’apertura del<br />

Papa e della Chiesa alle possibilità di<br />

autentica comunicazione offerte dai nuovi mezzi di comunicazione sociale riguarda<br />

proprio il cellulare: tutti ricordano i sintetici ed incisivi sms inviati a firma di Benedetto<br />

XVI ai partecipanti all’ultima Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney!<br />

Ancora una volta, l’uso o l’abuso dei media dipende dalla buona formazione di<br />

quanti vi operano e da una sempre più necessaria educazione alla multimedialità<br />

del pubblico che ne fa uso. Una formazione che deve essere continua, perché<br />

continui sono i cambiamenti del mondo delle comunicazioni sociali: mutano rapidissimamente<br />

le tecnologie, si differenziano di conseguenza i modi di comunicare<br />

e aumentano ancor più velocemente le cose comunicate. Non più solo<br />

notizie e pubblicità, ma anche idee e, appunto, sentimenti. E mai come in questo<br />

caso il moltiplicarsi della quantità può andare a discapito della qualità.<br />

La Chiesa italiana, e in essa anche il nostro Santuario, ha fatto suo il “programma<br />

di lavoro” delineato da Benedetto XVI. Per Don Domenico Pompili, Direttore<br />

dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale<br />

Italiana, «vivere è comunicare e per la Chiesa comunicare è addirittura una missione».<br />

In un intervento a Forlì sul tema del messaggio per la Giornata mondiale<br />

delle comunicazioni sociali, il sacerdote ha esortato i comunicatori cattolici a non<br />

preoccuparsi tanto di rincorrere mezzi sempre più potenti, ma di «puntare all’inculturazione<br />

del Vangelo in un ambiente ormai plasmato dai media laici» dove<br />

cambia il mondo delle relazioni. «I nostri giovani sono totalmente immersi in questa<br />

nuova socialità di contenuti ed emozioni, da relazionarsi fra loro solo grazie ai<br />

nuovi ritrovati, come “sms”, “Skype”, “e-mail” e “chat”. A noi educatori spetta il<br />

compito di apprendere il più possibile i nuovi strumenti di comunicazione e, senza<br />

demonizzarli, cercare di orientarli all’uso corretto», cioè verso un dialogo e una<br />

comunicazione autentici.<br />

Non bisogna farsi ingannare dalla diminuzione delle parole a fronte dell’esplosione<br />

di suoni e immagini tipica dei nuovi media. Le questioni esistenziali non cambiano e<br />

le domande vere, quale che sia il mezzo usato per farle, non si accontentano di una<br />

frase di circostanza dietro un “nickname” più o meno anonimo. Cercano sempre,<br />

a volte inconsapevolmente, una risposta profonda, una proposta di valori. Allora,<br />

se è ancora vero che l’uomo non vive di solo pane e quindi un’amicizia vale più di<br />

un panino, la Chiesa conserva, anche nei nuovi mezzi di comunicazione, il compito<br />

di ricordare quali sono le domande che contano. Solo così potrà continuare a comunicare<br />

la “buona notizia” annunciata da Gesù e, come indica il tema scelto dal<br />

Papa, “promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia”.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

9<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [57]


Con Maria e B<br />

testimoni del V<br />

Francesco Paolo Soprano<br />

Promosso dall’Ufficio del Rettorato del<br />

Santuario di Pompei, in collaborazione<br />

con gli Uffici della Missione Mariana del<br />

Rosario, della Pastorale Familiare, della<br />

Pastorale Giovanile, delle Comunicazioni<br />

Sociali, dello Sport, Turismo e Tempo libero<br />

e della Redazione de “Il Rosario e<br />

la Nuova Pompei”, si è tenuto nella città<br />

mariana, dal 15 al 17 dicembre 2008, il<br />

secondo convegno dei direttori dei pellegrinaggi<br />

e dei parroci della missione mariana<br />

del Rosario sul tema “Con Maria e<br />

Bartolo Longo servi e testimoni del Vangelo<br />

della speranza”.<br />

Rivolto ai Direttori degli Uffici Diocesani<br />

Pellegrinaggi, Tour Operator, Agenzie di<br />

Viaggio, Dirigenti Scolastici e Capigruppo<br />

(sacerdoti o laici), il convegno è stato un<br />

invito per tutti a riscoprire le vere ragioni<br />

della speranza, che secondo il Vangelo è<br />

donata da Gesù. Anzi, lui stesso è la Speranza!<br />

L’obiettivo dichiarato del meeting pompeiano<br />

è stato quello di ripensare a possibili<br />

sinergie per costruire insieme il<br />

pellegrinaggio, attraverso un’azione congiunta<br />

tra chi lo ospita e chi lo promuove<br />

e organizza.<br />

Apprezzato e illuminante è stato l’intervento<br />

di Mons. Luciano Mainini, Segretario<br />

Generale del Segretariato Pellegrinaggi<br />

Italiani, che si è soffermato sulla<br />

dimensione spirituale e pastorale del pellegrinaggio<br />

al Santuario.<br />

Da questo punto di vista, Pompei rappresenta<br />

un’esperienza fondamentale. Chi<br />

viene a Pompei, come tornando alla casa<br />

materna, sa che qui trova, innanzitutto,<br />

l’annuncio della Parola di Dio. Parola<br />

che in questa meravigliosa oasi mariana<br />

diventa motivo di speranza, di carità e di<br />

esercizio spirituale.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

10<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [58]


artolo Longo servi e<br />

angelo della speranza<br />

Nella linea dell’imperativo mariano<br />

alle nozze di Cana “Fate quello<br />

che Egli vi dirà”, Pompei ha il<br />

dovere di far riecheggiare questa<br />

parola di Maria per gli innumerevoli<br />

pellegrini che giungono ai piedi<br />

del suo trono, perché tutti possano<br />

sperimentare la gioia di quel primo<br />

miracolo di Cristo, portando qui<br />

l’acqua della loro umanità spesso<br />

dolente, perché sia cambiata nel vino<br />

della vita nuova in Cristo.<br />

Qui a Pompei, la Parola ascoltata<br />

si fa naturalmente preghiera. Nella<br />

stupenda immagine del quadro<br />

della Madonna di Pompei la Madre<br />

e il Figlio invitano a pregare<br />

consegnando a ognuno la corona<br />

del Rosario.<br />

Durante il Convegno è stato presentato<br />

il “Dossier dei Pellegrini a<br />

Pompei - 2009”. Il sussidio è nato<br />

per offrire agli organizzatori dei<br />

pellegrinaggi, e non solo, utili indicazioni<br />

concernenti le modalità<br />

della visita al Santuario mariano<br />

noto in tutto il mondo, per poterne<br />

conoscere la storia, la spiritualità e<br />

il servizio di carità.<br />

Tutti i convegnisti hanno sostenuto<br />

la necessità di una collaborazione<br />

sempre più intensa tra i direttori e<br />

gli organizzatori dei pellegrinaggi<br />

per favorire nuovi sviluppi e nuove<br />

acquisizioni nella preparazione e<br />

realizzazione dei pellegrinaggi.<br />

L’esigenza di una pastorale integrata,<br />

che caratterizza l’impegno della<br />

Chiesa in questo primo decennio del<br />

terzo millennio, richiede una particolare<br />

attenzione anche in questo<br />

settore.<br />

Il secondo convegno dei<br />

direttori dei pellegrinaggi<br />

e dei parroci della missione<br />

mariana del Rosario<br />

Durante lo svolgimento dei lavori<br />

sono state fornite preziose e utili<br />

indicazioni per il turismo religioso<br />

e scolastico, la “Giornata delle Donne”<br />

(8 marzo), la “Giornata del<br />

Turista” (15 agosto) la “Giornata<br />

Mondiale del Turismo” (27 settembre).<br />

L’intero convegno è stato una preziosa<br />

esperienza per offrire risposte<br />

concrete alle diverse esigenze dei<br />

Parroci, Tour Operator, agenzie di<br />

viaggio e dei dirigenti scolastici.<br />

Durante i lavori, i convegnisti hanno<br />

incontrato l’ADAP (Associazione<br />

degli Albergatori Pompeiani)<br />

e il Sindaco della città, che ha<br />

donato a tutti il crest commemorativo<br />

dell’ottantesimo di fondazione<br />

del Comune e l’agenda di<br />

Pompei 2009.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

11<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [59]


Grazie Pompei!<br />

La gratitudine degli abitanti di Garbò-Wolisso,<br />

un piccolo villaggio nel Sud-Est dell’Etiopia<br />

e la generosa testimonianza dei nostri amici<br />

Franca e Carlo Travaglino.<br />

Saper ringraziare è un dono del Signore e un dovere dell’uomo.<br />

Noi non possiamo e non vogliamo ignorare questo dovere e questo dono<br />

ricevuto da Dio-Padre, insieme con tanti altri. Pertanto, prima di ogni cosa,<br />

ringraziamo la Prelatura del Santuario di Pompei e i fedeli devoti della<br />

Vergine SS. del Rosario che, con edificante fedeltà, con semplicità e con<br />

amore evangelico, sostengono il cammino di liberazione dalla miseria sociale<br />

e di crescita globale dei bambini accolti nel “Centro P. Ludovico da<br />

Casoria” dell’H.E.W.O. (Hansenians’ Ethiopian Welfare Organizzation) del<br />

villaggio di Garbò-Wolisso nel Sud-Est dell’Etiopia.<br />

Bambini e famiglie insieme<br />

Con i bambini il cammino di liberazione e di crescita coinvolge anche le<br />

famiglie. Il Signore ha mandato il suo Spirito su di noi e ci ha scelti per portare<br />

il lieto messaggio ai poveri e per liberare gli oppressi”<br />

(cfr Is 61,1; Lc 4,18-19) anche nel villaggio di<br />

Garbò. Una prospettiva impegnativa, come<br />

sempre lo sono quelle che fanno parte del<br />

“piano di Dio”! Con l’aiuto della Grazia,<br />

con la protezione della Madonna e<br />

con l’intercessione dei Beati Padre Ludovico<br />

da Casoria e Bartolo Longo,<br />

ci siamo calati in questo impegno,<br />

nonostante le prime reazioni di perplessità<br />

della popolazione locale per<br />

troppi lunghi anni tenuta lontana<br />

e fuori da ogni espressione di vita<br />

sociale e di sviluppo. Oggi, grazie<br />

alla convergenza della condivisione<br />

di tanti fratelli, a Garbò, l’intuizione<br />

lungimirante di Padre Ludovico da Casoria<br />

“L’Africa convertirà l’Africa” non è<br />

più un evento possibile in futuro, ma è una<br />

realtà in atto dal di dentro della società, non<br />

imposta dall’esterno e non stravolgente la cultura<br />

e le tradizioni locali. Le famiglie, prima disperse in<br />

un’area indefinita e quasi smarrite, oggi sono confluite nel villaggio, lavorano<br />

insieme, cominciano a progettare insieme, pregano insieme pur nella<br />

diversità delle espressioni confessionali, sperano insieme.<br />

Un laboratorio di umanesimo integrato<br />

Il “Centro P. Ludovico da Casoria”, per la popolazione, non è la sede di<br />

un’organizzazione assistenziale, ma un sicuro punto di riferimento di Spe-<br />

di Franca e Carlo Travaglino<br />

ranza. È il luogo della Fraternità e<br />

dell’Amore condiviso; il luogo dove<br />

insieme con il corpo vengono nutriti<br />

anche la mente, il cuore e lo spirito;<br />

il luogo dove si è aiutati a scoprire<br />

la propria identità di bambini, di<br />

adulti, di popolo; dove si impara ad<br />

assumere nuove responsabilità e ad<br />

aprirsi agli altri.<br />

I tre percorsi seguiti: quello educativo,<br />

quello sanitario e quello dello<br />

sviluppo agro-alimentare, già ben<br />

definiti con la partecipazione di<br />

tutti, vengono man mano sempre<br />

meglio orientati alla crescita umana<br />

della persona creatura di Dio.<br />

Nell’ambito sanitario, oltre ai servizi<br />

ambulatoriali di medicina comunitaria<br />

da tempo avviati, è in fase di<br />

attuazione il progetto di assistenza<br />

materno-infantile, di ricovero d’emergenza<br />

con 10-15 posti letto e di servizio<br />

di ambulanza per il trasporto<br />

di pazienti a rischio dal villaggio<br />

all’ospedale cattolico della piccola<br />

cittadina di Wolisso a circa 30 Km<br />

di distanza.<br />

Lo sviluppo agro-alimentare ha<br />

come obiettivo a breve termine<br />

la realizzazione di<br />

una “fattoria didattica”<br />

per la formazione<br />

dei “coltivatori della<br />

terra” e per la<br />

produzione e la<br />

conservazione,<br />

con un apposito<br />

laboratorio, dei<br />

prodotti agricoli<br />

necessari al miglioramento<br />

della<br />

nutrizione: cereali,<br />

verdure, ortaggi e<br />

frutta.<br />

Sono stati, poi, realizzati<br />

due pozzi che permettono<br />

l’irrigazione dei campi per coltivazioni<br />

permanenti e non solo<br />

stagionali e l’approvvigionamento<br />

dell’acqua potabile. Una stalla con<br />

le mucche garantisce la fornitura di<br />

latte per i bambini e per i malati.<br />

Nel settore educativo, oltre alla lotta<br />

contro l’analfabetismo dei giovani e<br />

degli adulti, una particolare atten-<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

12<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [60]


zione è riservata ai bambini di età<br />

prescolare che sono i più esposti ad<br />

ogni tipo di minaccia per la loro vita.<br />

Per questi bambini, con il sostegno<br />

generoso del Santuario di Pompei,<br />

è in pieno svolgimento un mirato<br />

programma educativo integrato con<br />

servizi di medicina preventiva e curativa<br />

e di nutrizione equilibrata.<br />

Ora è stata completata l’annunciata<br />

costruzione della “Casa dei diritti<br />

dei bambini“. Si sta provvedendo<br />

all’arredamento essenziale. Il programma<br />

prevede non solo l’affermazione<br />

e la tutela dei diritti fondamentali<br />

dei bambini, ma pure<br />

la difesa dei valori morali e sociali<br />

delle famiglie.<br />

Un progetto in fase di potenziamento<br />

sono le attività di scolarizzazione<br />

per la crescita culturale e sociale<br />

delle donne, fino a poco tempo fa,<br />

escluse dai progetti formativi. La<br />

donna, nella cultura del villaggio,<br />

praticamente non esisteva come<br />

soggetto di diritti, non aveva voce.<br />

Ora le donne sono parte viva e<br />

attiva della comunità, lavorano, partecipano<br />

alle assemblee, prendono<br />

la parola, cominciano ad esercitare<br />

il diritto alle decisioni, assumono<br />

ruoli di responsabilità nella vita comunitaria.<br />

Garbò sta diventando un<br />

laboratorio di umanesimo integrale<br />

e di fratellanza, nonostante una nuova<br />

ondata di crisi economica, di fa-<br />

me, di carestia che sta investendo<br />

tutta l’Etiopia.<br />

Fede, fiducia e lavoro<br />

La pressione del caro-vita sta diventando<br />

insostenibile con un aumento<br />

dei prezzi dei generi di prima necessità<br />

che, in poco tempo, ha raggiunto<br />

addirittura il 400%.<br />

Siamo dentro ad una situazione<br />

estremamente difficile e complicata.<br />

Sia nella Comunità H.E.W.O. di<br />

Quihà-Mekelè in Tigray nel Nord-<br />

Etiopia, sia nella Comunità di Garbò-Wolisso<br />

in Oromia nel Sud-Est<br />

viviamo tra persone la cui esperienza<br />

di vita sembra essere solo quella<br />

della fame, del disagio sociale, della<br />

lotta per la sopravvivenza.<br />

Il mondo occidentale e quello del<br />

cosiddetto benessere finge di non<br />

sapere; guarda altrove per non vedere.<br />

Ma noi sappiamo, vediamo e<br />

soffriamo. Non possiamo scappare<br />

tradendo la fiducia dei fratelli che<br />

puntano gli occhi su di noi con<br />

speranza.<br />

E allora? Combattiamo!<br />

Abbiamo fede nella paterna provvidenza<br />

di Dio che, negli ormai circa<br />

quarant’anni di vita africana con i<br />

“minores” e i diseredati della società,<br />

mai ci ha lasciati. E preghiamo!<br />

Abbiamo fiducia nei fratelli capaci<br />

di testimoniare l’«Amore condiviso»<br />

con generosità e fedeltà senza cedere<br />

alla tentazione del buonismo,<br />

della compassione distante, della<br />

benevolenza transitoria.<br />

Abbiamo l’attenzione a rinnovare<br />

ogni giorno l’impegno di un lavoro<br />

comunitario più intenso e costruttivo.<br />

Queste sono le nostre forze e le nostre<br />

armi.<br />

Non riceviamo e non vogliamo aiuti<br />

dei poteri forti istituzionali perché<br />

freddi e condizionanti.<br />

Abbiamo sempre lottato con lo<br />

spirito della libertà di figli di Dio.<br />

Vogliamo continuare così per trasfondere<br />

amore gratuito in chi è<br />

defraudato dei diritti umani fondamentali,<br />

in chi si vede negata la condizione<br />

di figlio di Dio e, quindi, di<br />

fratello.<br />

Siamo certi che, sulla nostra strada,<br />

continueremo ad incontrare amici e<br />

compagni di lotta che ci aiuteranno<br />

a restare fedeli a questa scelta e a<br />

non soccombere nella battaglia con<br />

gli oppressi, con gli ultimi, con i<br />

dimenticati, sul fronte caldo della<br />

fraternità.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

13<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [61]


La solidarietà illumina<br />

il Natale a Pompei<br />

Nell’Enciclica “Sollicitudo rei socialis”, Papa Giovanni Paolo II scrive: «la solidarietà,<br />

più che un sentimento di vaga compassione, è la determinazione<br />

ferma e perseverante ad impegnarsi per il bene comune. Tutti siamo veramente<br />

responsabili di tutti (SRS 38)». A Pompei la solidarietà non si ferma mai,<br />

nemmeno per un momento. Anche in tempi in cui non si parla d’altro che di crisi<br />

economica e di impoverimento della società, c’è chi non si scoraggia e pensa che il<br />

Natale possa essere davvero un momento di condivisione e di amore, anche senza<br />

inutili e dispendiosi regali. Donare si può, anche in tempo di crisi. Sì perché l’amore<br />

è fatto di gesti compiuti in silenzio, basta una carezza, un sorriso, un abbraccio affettuoso<br />

a rendere il Natale “ricco”. Perché solidarietà è anche dividere quel poco<br />

che si ha, perché se sul calendario il giorno di Natale è segnato in rosso, simbolo<br />

di giorno di festa, la povertà, la solitudine, il bisogno, non conoscono “vacanza”.<br />

Ed è qui che entra in campo lei. A Natale la solidarietà ha fatto viaggiare su vie di<br />

amore e di pace i giorni di festa dei nostri ragazzi. Avvolti dalla luce della speranza<br />

di un Dio che è nato per gli uomini e che con le Sue sofferenze e quelle della sua<br />

famiglia ha manifestato la volontà di condividere il cammino di ognuno di noi, i nostri<br />

ragazzi hanno trascorso il Natale con fiducia e con la consapevolezza che Lui<br />

ci ascolta e infonde nei nostri cuori la grazia e la serenità. Dunque, giorni freddi e<br />

piovosi quelli di questo dicembre 2008, ma caldissimi nel clima e nell’animo e scanditi<br />

da un unico leit-motiv: l’amore. E proprio l’amore è stato il filo conduttore<br />

del primo degli appuntamenti del Natale dei ragazzi dei Centri Educativi e delle<br />

scuole del Santuario: uno spettacolo in cui, la mattina dell’11 dicembre, sul palco<br />

del Teatro “Di Costanzo-Mattiello”, si sono fuse le note calde e avvolgenti delle<br />

musiche natalizie con i ritmi e le coreografie delle tradizioni di diversi Paesi del<br />

mondo, come il flamenco spagnolo o brani tratti dai musical tipici della tradizione<br />

statunitense. E l’amore, ancora, è stato il tema di versi poetici, canti e balli la cui<br />

di Daria Gentile<br />

allegria si è trasformata in entusiasmo<br />

generale e, in platea, tutti i presenti<br />

hanno portato il ritmo con le mani, che<br />

si è sciolto, poi, in un fortissimo applauso.<br />

Ad ammirare i ragazzi, oltre alle famiglie,<br />

agli educatori e agli insegnanti,<br />

Mons. Carlo Liberati, Arcivescovo di<br />

Pompei, al quale i ragazzi, in segno di<br />

affetto, hanno donato un lavoro da loro<br />

realizzato, che raffigura l’Ultima Cena.<br />

«A Natale si può fare di più, questo è<br />

vero - ha detto Mons. Liberati, sottolineando<br />

le parole di uno dei canti intonati<br />

dai ragazzi - ma non solo a Natale. Si<br />

può fare di più sempre, ogni giorno, e<br />

voi giovani, in ogni cosa che fate, dovete<br />

aspirare a fare sempre di più e a puntare<br />

sempre più in alto! Vivere vuol dire<br />

amare e amare costa sacrificio, ma da<br />

esso nasce la vita! Dobbiamo, dunque,<br />

mettere in moto “il comandamento<br />

dell’amore” perché il Signore ci invita a<br />

salire a Lui attraverso di esso e le opere<br />

di bene». Grande la soddisfazione e la<br />

gioia del Coordinatore delle attività del<br />

Centro Educativo “Bartolo Longo”,<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

14<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [62]


Fratel Filippo Rizzo, e degli educatori che, ogni giorno, guidano il percorso di<br />

formazione culturale, sociale e cristiana dei ragazzi affidati alle opere pompeiane,<br />

percorrendo assieme a loro la lunga corsa attraverso le vie difficili della vita.<br />

Nel pomeriggio, poi, ancora un momento di spettacolo con il musical “Natale<br />

moderno”, messo in scena dai ragazzi del Centro, con coreografie, scenografie<br />

e costumi realizzati dagli educatori. Una favola-racconto<br />

che, all’episodio evangelico della nascita di Gesù e alle<br />

figure di Maria e Giuseppe, ha intrecciato la storia<br />

di una famiglia “moderna” in cui una mammamanager<br />

e un papà-idraulico riscoprono il vero<br />

valore del Natale attraverso l’accorato<br />

appello che i loro figli fanno a Gesù bambino<br />

nella letterina di Natale, in cui, al posto<br />

dei classici doni, chiedono l’affetto e le<br />

attenzioni di genitori troppo impegnati e<br />

assorbiti dal lavoro. Ma anche i manager<br />

più impegnati, a differenza di quanto si<br />

possa immaginare, hanno il tempo e la<br />

sensibilità per donare qualcosa a chi ne ha<br />

più bisogno, così come è accaduto mercoledì<br />

17 dicembre, a Cava de’ Tirreni, dove, grazie<br />

alla generosità di alcuni imprenditori della zona,<br />

è stata organizzata una cena di beneficenza presso<br />

il Ristorante “Arcara”, il cui ricavato è stato devoluto<br />

a favore dell’Associazione onlus “La carità genera carità”<br />

del Santuario di Pompei, il cui progetto è la costruzione di una<br />

scuola materna nella Diocesi di Kannur, nella regione del Kerala, in India. Come<br />

l’anno scorso, a scaldare le fredde serate di questo Natale 2008, anche la Rassegna<br />

“Gospel on the Road”, che, giovedì 18 dicembre, ha visto esibirsi, sul sagrato della<br />

Basilica, ben 4 corali. Ad aprire la kermesse, la corale polifonica “Pompei Gospel”,<br />

diretta dal M° Pino Russo, seguita dal repertorio dei cori “Blue Gospel Singers<br />

Choir”, diretto da Mario Paduano, “D’altrocanto”, diretto da Patrizia Bruno e<br />

“Peter’s Gospel Choir”, diretto da Giorgio Molfini. Altra giornata all’insegna della<br />

magia del Natale, il 19 dicembre, quando alle porte del Centro Educativo “Beata<br />

Vergine” ha bussato l’Associazione “Sportello Popolare onlus”, nata nel 2006 dalla<br />

volontà di alcuni professionisti napoletani, per aiutare i minori disagiati con diverse<br />

forme di sostegno economico. Ai bambini del Centro, l’Associazione, guidata<br />

dal Presidente, Giuseppe Aiello, ha donato una bicicletta, alcuni giochi, materiale<br />

di cancelleria e una cucina per le mamme di “Casa Emanuel”! Nello stesso pome-<br />

riggio, anche la Prof.ssa Marianeve Neri<br />

e i ragazzi del “Rotary Pompei Oplonti<br />

Vesuvio Est”, come da tradizione, hanno<br />

portato, ai bambini del Centro Diurno<br />

Polifunzionale “Crescere Insieme” tantissimi<br />

giochi per trascorre, poi, con loro<br />

alcune ore in allegria. Intanto, al<br />

Centro Educativo “Bartolo Longo”<br />

i ragazzi si divertivano<br />

in una allegra tombolata<br />

con in palio tanti ricchi<br />

premi! In serata, nella<br />

suggestiva cornice del<br />

Santuario mariano, si<br />

è svolto, poi, il tradizionale<br />

“Concerto di<br />

Natale”, eseguito dal<br />

Complesso Bandistico<br />

“Bartolo Longo-Città<br />

di Pompei”, che, diretto<br />

dal Maestro Francesco<br />

Federico, sulle note delle<br />

più classiche melodie natalizie,<br />

ha avvolto i presenti in una<br />

calda e magica atmosfera. Domenica<br />

21, invece, grazie ad un benefattore<br />

e alla sinergia creatasi tra la Pastorale<br />

Giovanile e la Caritas diocesana e alla<br />

collaborazione con le Misericordie di<br />

Pompei, è stato organizzato, presso la<br />

Sala “Marianna De Fusco”, un pranzo di<br />

beneficenza per 400 persone al quale ha<br />

preso parte anche l’Arcivescovo, Mons.<br />

Carlo Liberati.<br />

In serata, poi, per i ragazzi del Centro<br />

Educativo “Bartolo Longo”, è stato realizzato<br />

uno spettacolo di magia, grazie<br />

alla generosità di una locale casa produttrice<br />

di abiti da sposa.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

15<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [63]


Uomini e Donne nella Bibbia<br />

Gesù, “dopo aver amato i s<br />

di Settimio Cipriani<br />

In un antico inno cristiano, riportatoci da San Paolo, si confessa<br />

che Gesù, “pur essendo di natura divina, / non considerò<br />

un tesoro geloso / la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se<br />

stesso, / assumendo la condizione di servo / e divenendo simile<br />

agli uomini; / apparso in forma umana, / umiliò se stesso / facendosi<br />

obbediente fino alla morte / e alla morte di croce” (Fil.<br />

2, 6-8).<br />

Non soltanto Gesù si è incarnato per essere in tutto “simile<br />

agli uomini”, ma ha fatto qualcosa di più: si è “umiliato” fino<br />

ad accettare la “morte di croce”, in espiazione dei nostri<br />

peccati.<br />

Perciò vorremmo qui di seguito concentrare la nostra attenzione<br />

sulla fase “ultima” della vita di Gesù, seguendo il racconto<br />

che ne fa il Vangelo di Giovanni, che quasi certamente è da<br />

identificare con il “discepolo che Gesù amava” e che troviamo,<br />

insieme a Maria, ai piedi della croce (Gv 19, 25-27).<br />

Gesù “lava” i piedi ai discepoli<br />

E di Giovanni segnaleremo soprattutto le cose che egli ha in<br />

proprio, in rapporto agli altri Evangelisti, e rendono perciò<br />

anche più singolare il suo racconto.<br />

Così, ad esempio, è “singolare” il racconto della “lavanda<br />

dei piedi”, del tutto ignorata dai Sinottici e che, in un certo<br />

senso, prefigura ed anticipa l’umiliazione estrema della sua<br />

morte di croce: “Mentre cenavano, … Gesù sapendo che il<br />

Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio<br />

e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un<br />

asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua<br />

nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli<br />

con l’asciugatoio di cui si era cinto” (Gv 13, 2-5).<br />

Davanti alla reazione negativa di Pietro per questo gesto di<br />

“umiliazione”, Gesù gli risponde piuttosto minacciosamente:<br />

“Se non ti laverò, non avrai parte con me”. Se nonché Pietro,<br />

dal carattere impulsivo, replica immediatamente: “Signore,<br />

non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!” (Gv 13, 8-9).<br />

Durante la cena, con grande preveggenza Gesù annuncia il<br />

tradimento di Giuda: “In verità, in verità vi dico: uno di voi<br />

mi tradirà” (Gv 13, 21). Davanti al disorientamento dei discepoli<br />

e alla loro affannosa ricerca di chi potesse essere il<br />

“traditore”, Gesù dà un segnale: «“È colui per il quale intingerò<br />

un boccone e glielo darò”. E intinto il boccone, lo prese e<br />

lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. Il quale, “preso il<br />

boccone, subito uscì. Ed era notte”» (Gv 13, 26.30).<br />

Ed era veramente la “notte” del tradimento: non solo di Giuda,<br />

ma anche degli altri Apostoli che, davanti al distaccamento dei<br />

soldati e delle guardie che vengono ad arrestare Gesù, si daranno<br />

alla fuga, salvo un temerario gesto di inutile coraggio<br />

di Pietro che, però, finirà anche lui per rinnegarlo (Gv 18,<br />

25-27).<br />

“Io sono la vera vite”<br />

Però, per Giovanni, la notte del tradimento è anche la notte<br />

delle ultime manifestazioni di “amore” di Gesù verso i suoi<br />

discepoli di allora, che pur lo tradiranno, e verso tutti i futuri<br />

discepoli di tutti i tempi, che lo tradiranno anche loro.<br />

E questo amore Gesù lo mostra nelle ultime “conversazioni”<br />

con gli Apostoli, che solo Giovanni ci riporta.<br />

Qui faremo riferimento soltanto ad alcuni passaggi più significativi<br />

di questi “discorsi di addio”. Si pensi semplicemente alla<br />

mirabile “allegoria” della vite e dei tralci: “Io sono la vera vite<br />

e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta<br />

frutto, lo pota perché porti più frutto… Rimanete in me ed io<br />

in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso, se non<br />

rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io<br />

sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto<br />

frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15, 1-5).<br />

L’allegoria della “vigna” era già stata adoperata dal Profeta<br />

Isaia (5, 1-7), per designare Israele che non ha corrisposto<br />

all’amore di Dio. Però Gesù la rielabora completamente e<br />

presenta se stesso non tanto come il “vignaiolo” premuroso,<br />

quanto come la stessa “vite vera” che dà sostentamento ai<br />

“tralci”, che ovviamente rappresentano i suoi discepoli.<br />

Questi però non debbono staccarsi da lui, per non inaridirsi<br />

ed essere bruciati nel fuoco, come si dice subito dopo: “Chi<br />

non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca,<br />

e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano” (Gv<br />

15, 6).<br />

Un destino molto duro dunque per i “tralci”, che si staccano<br />

dal flusso vitale della vite!<br />

“Quando verrà lo Spirito di verità…”<br />

In ogni modo, per garantire al massimo la “fedeltà” dei suoi<br />

discepoli, Gesù promette l’invio dello Spirito Santo che li illuminerà,<br />

anche più profondamente, sul suo mistero: “Molte<br />

cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci<br />

di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi<br />

guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma<br />

dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.<br />

Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà.<br />

Tutto quello che il Padre possiede è mio: per questo ho detto<br />

che prenderà del mio e ve l’annunzierà” (Gv 16, 12-15).<br />

La preghiera “sacerdotale”<br />

Il passo più alto del Vangelo di Giovanni, dopo il “prologo” (Gv<br />

1, 1-18), è la “preghiera” così detta “sacerdotale”, perché in<br />

essa Gesù “si offre” alla volontà del Padre, e al Padre affida<br />

anche i suoi discepoli e tutti quelli che “crederanno” in lui per<br />

i secoli a venire. Ne presentiamo soltanto qualche squarcio<br />

per farne sentire la intensità e anche la “commozione” che<br />

tutta la pervade.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

16<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [64]


uoi... li amò sino alla fine”<br />

Prima di tutto, la richiesta al Padre perché “glorifichi” il suo<br />

proprio “Figlio”: “Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo, perché<br />

il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni<br />

essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che<br />

gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico<br />

vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17, 1-3).<br />

Non è una preghiera egoistica quella di Gesù riguardo alla sua<br />

“glorificazione”, proprio perché nella conoscenza e “glorificazione”<br />

del Figlio c’è la “salvezza” del mondo intero.<br />

In secondo luogo, Gesù prega per i suoi discepoli, raccomandandoli<br />

al Padre: “Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini<br />

che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi<br />

hanno osservato la tua parola… Non chiedo che tu li tolga<br />

dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno. Essi non sono<br />

del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella<br />

verità…; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi<br />

consacrati nella verità” (Gv 17, 6.15-17.19).<br />

È da sottolineare l’insistenza con cui Gesù prega il Padre<br />

perché non solo “custodisca”, ma addirittura “consacri nella<br />

“Il tradimento di Giuda. Scene della vita di Cristo”, di Giotto. Padova, Cappella degli Scrovegni.<br />

verità” i suoi Apostoli. A loro, infatti, spetta il compito di “annunziare”<br />

il Cristo al mondo intero.<br />

“Non prego solo per questi…”<br />

Infine, Gesù prega per tutti i “futuri” credenti nel suo nome,<br />

perché siano “uniti” nell’unica fede: solo “uniti” fra di loro,<br />

essi potranno rendere testimonianza al mistero del Dio trinitario.<br />

Ecco il testo che impegna tutti i cristiani a rendere testimonianza<br />

di “unità nella fede” davanti al mondo: “Non prego solo<br />

per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno<br />

in me; perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre,<br />

sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché<br />

il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17, 20-21).<br />

È una preghiera stupenda, questa, che di fatto ci prepara al<br />

racconto immediatamente successivo della storia della “passione”,<br />

che in Giovanni ha alcuni “particolari” che vogliamo<br />

qui segnalare, senza dover raccontare tutta la trama della<br />

medesima.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

17<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [65]


“La Crocifissione” di Pieter Paul Rubens (1577-1640).<br />

Anversa, Musée Royaux des Beaux Arts.<br />

“Liberamente” Gesù si consegna alla morte<br />

E prima di tutto, Giovanni vuol mettere in evidenza la piena<br />

“libertà”, con cui Gesù affronta il dramma della sua passione<br />

e morte. Ai soldati, che erano venuti ad arrestarlo nell’orto<br />

del Getsemani, Gesù si fa avanti e domanda loro: «“Chi<br />

cercate?”. Gli risposero: “Gesù il Nazareno”. Disse loro Gesù:<br />

“Sono io!”… Appena disse “Sono io”, indietreggiarono e<br />

caddero a terra» (Gv 18, 4-6).<br />

È piuttosto sorprendente quel “cadere” dei soldati a terra,<br />

appena Gesù dichiara “Sono io”. Più di un esegeta interpreta<br />

quella espressione non in senso ovvio e banale, ma come l’equivalente<br />

dell’“Io sono”, ricorrente già altre quattro volte nel<br />

quarto Vangelo (8, 24.28.58; 13, 19). Con tale espressione<br />

si intenderebbe caratterizzare la “trascendenza” divina di<br />

Gesù, che pur si lascia arrestare in piena libertà di spirito.<br />

Dopo di che, Gesù viene condotto prima da Anna, “suocero<br />

di Caifa”, che era sommo sacerdote in quell’anno. Caifa poi<br />

era quello che aveva consigliato ai Giudei: “È meglio che un<br />

uomo solo muoia per il popolo” (Gv 18, 13-14).<br />

Questo riferimento a una sentenza di morte, già decretata in<br />

anticipo, spiega la rapidità con cui si svolse il processo davanti<br />

al Sinedrio, per rimettere poi nelle mani di Ponzio Pilato la<br />

condanna a morte di Gesù.<br />

Giustamente perciò annota un autorevole esegeta: “L’evangelista<br />

non dice altro sul processo giudaico, perché questo<br />

processo riempie di fatto tutto il suo Vangelo: dall’inchiesta<br />

intorno a Giovanni (1, 19) alla decisione di uccidere Gesù<br />

(11, 49-53), il racconto si svolge come un lungo dibattito processuale”<br />

(D. Mollat).<br />

“Patì sotto Ponzio Pilato”<br />

Ponzio Pilato, in fin dei conti, si dimostra più onesto dei capi<br />

dei Giudei e fa di tutto per liberare Gesù, magari prendendolo<br />

per un megalomane: “Tu sei il re dei Giudei? La tua gente e<br />

i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai<br />

fatto?” (Gv 18, 33.35).<br />

E Gesù risponde affermativamente, cercando però di far capire<br />

la natura del tutto particolare della sua “regalità”: “Tu lo<br />

dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono<br />

venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità.<br />

Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce” (Gv 18, 37).<br />

Questo riferimento alla “verità” incuriosisce Pilato, il quale<br />

pone a Gesù una ulteriore domanda, che alcuni ritengono<br />

come irridente, ma che io penso sia sincera: “Che cos’è la<br />

verità?” (Gv 18, 38). Ma tutto indaffarato come era, il procuratore<br />

romano torna a interloquire con la folla, senza attendere<br />

la risposta, che sarebbe stata quasi certamente quella<br />

che, già a suo tempo, Gesù aveva dato presentando “se stesso”<br />

come “via, verità e vita” (Gv 14, 6).<br />

Nonostante i tentativi per salvarlo, alla fine Pilato cede alla<br />

folla che reclama la crocifissione per Gesù. All’ultima sua<br />

provocazione, che ora sa di irrisione e di cinismo: “Metterò in<br />

croce il vostro re?”, la folla inferocita risponde: “Non abbiamo<br />

altro re all’infuori di Cesare” (Gv 19, 15). Pur di far fuori Gesù<br />

si proclamano “sudditi” devoti dell’imperatore di Roma, che<br />

invece detestavano cordialmente!<br />

A questo punto la partita era già chiusa: “Allora (Pilato) lo<br />

consegnò loro perché fosse crocifisso” (Gv 19, 16).<br />

Comunque, una specie di rivincita Pilato se la prese con la<br />

iscrizione da porre sulla croce, per individuare il condannato<br />

a morte: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”, nonostante le<br />

proteste dei “sommi sacerdoti” (Gv 19, 19-22).<br />

Maria ai piedi della croce<br />

Commovente è la presenza di Maria ai piedi della croce. Dopo<br />

l’episodio delle nozze di Cana (Gv 2, 1-11), dove era stata<br />

la protagonista di quel primo miracolo operato da Gesù,<br />

Maria era scomparsa dalla scena. Ricompare solo adesso<br />

per assistere alla morte del Figlio, condannato come un volgare<br />

assassino: «Stavano presso la croce di Gesù sua madre,<br />

la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala.<br />

Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo<br />

che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi<br />

disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento, il<br />

discepolo la prese nella sua casa» (Gv 19, 25-27).<br />

Quindi, dopo aver chiesto qualcosa da bere, Gesù esclamò:<br />

«“Tutto è compiuto!”. E chinato il capo, spirò» (Gv 19, 30).<br />

A questo punto il Vangelo di Giovanni aggiunge un’altra notizia<br />

del tutto particolare: perché i cadaveri non rimanessero<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

18<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [66]


Uomini e Donne nella Bibbia<br />

esposti durante il sabato, ormai imminente, i soldati spezzarono<br />

le gambe ai due ladroni, ordinando di portarli via.<br />

Venuti però da Gesù “e vedendo che era già morto, non gli<br />

spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con<br />

la lancia, e subito ne uscì sangue ed acqua” (Gv 19, 33-34).<br />

Certamente per l’Evangelista questo fenomeno ha un profondo<br />

significato “simbolico”: il “sangue” dovrebbe attestare la<br />

realtà del sacrificio di Cristo, vero “agnello pasquale per la<br />

salvezza del mondo”; “l’acqua”, poi, dovrebbe significare<br />

la “fecondità” spirituale della sua morte di croce, che<br />

apparentemente poteva sembrare invece un radicale fallimento.<br />

Nella gloria della “risurrezione”<br />

E anche Maria di Magdala era convinta che tutto ormai fosse<br />

finito, quando, “il giorno dopo il sabato”, va a visitare il<br />

sepolcro.<br />

Non piccola, però, fu la sorpresa quando si accorse che la<br />

pietra tombale era stata “rovesciata”. Pensando che qualcuno<br />

avesse trafugato la salma, corse ad annunciare il fatto a Pietro<br />

e al “discepolo che Gesù amava”, i quali accorsero subito a<br />

verificare l’accaduto. Vedendo però che nella tomba tutto<br />

era in ordine, alla fine credettero: “Non avevano infatti ancora<br />

compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti”<br />

(Gv 20, 9).<br />

Gesù stesso “confermò”, la sera stessa di quel giorno, il gesto<br />

di fede di quei due discepoli apparendo al gruppo degli<br />

Apostoli, riuniti nel cenacolo.<br />

Dopo aver offerto per due volte l’augurio della “pace”, Gesù<br />

disse loro: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”.<br />

Quindi, dopo aver “alitato” su di loro, quasi che volesse trasmettere<br />

loro qualcosa di se stesso, Gesù aggiunse: “Ricevete<br />

lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a<br />

chi non li rimetterete, non saranno rimessi” (Gv 20, 19-23).<br />

Sono, queste, parole solenni, e al limite quasi dell’incredibile:<br />

“Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?”, affermano gli<br />

scribi scandalizzati perché Gesù così aveva detto al paralitico<br />

prima di guarirlo (Mc 2, 6). Quel “potere”, che è di Dio solamente,<br />

Gesù lo trasmette ora ai suoi Apostoli, perché a tutti<br />

sia facilitato il ritorno al Padre.<br />

Segue per ultima la scena di Tommaso, assente per questo<br />

primo incontro col Risorto e “incredulo” alla testimonianza<br />

degli altri Apostoli.<br />

Dopo di che, l’Autore conclude il suo Vangelo, dicendo che<br />

“molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma<br />

non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti,<br />

perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché,<br />

credendo, abbiate la vita nel suo nome” (Gv 20, 30-31).<br />

La “fede”, dunque, secondo il Vangelo di Giovanni, ha “occhi”<br />

che sanno vedere ben oltre quello che possono vedere anche<br />

i più acuti occhi della carne!<br />

“Risurrezione”, di El Greco. (1541-1614).<br />

Madrid, Museo del Prado<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

19<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [67]


Pompei: il punto sulle<br />

strutture educative<br />

Nella città mariana, una tavola rotonda<br />

sull’emergenza educativa e sui servizi di<br />

accoglienza in favore del disagio sociale.<br />

di Marida D’Amora<br />

Presentare le nuove tipologie di accoglienza del Santuario di Pompei, illustrarne attività<br />

e obiettivi, far conoscere chi vi profonde impegno ed amore, ed invitare ad<br />

operare una strenua difesa della vita in tutte le sue forme. Questi gli obiettivi della<br />

tavola rotonda “Pompei: Una vita per la vita”, tenutasi nella città mariana, il 10 gennaio<br />

scorso, presso il Centro Educativo “Beata Vergine del Rosario”, e organizzata<br />

dal Movimento per la Vita di Pompei, in occasione del quinto anniversario della sua<br />

presenza nella città vesuviana.<br />

A fare gli onori di casa, Suor Maria Neve Cuomo, Responsabile del Centro Educativo,<br />

e la Dott.ssa Maria del Rosario Steardo, Responsabile del Movimento per la Vita<br />

e Centro di Aiuto alla Vita e dell’Associazione “San Giuseppe Moscati”, formata<br />

da medici e operatori sanitari che<br />

prestano il loro servizio di volontariato<br />

nell’assistenza medico-sanitaria dei pellegrini<br />

e presso le strutture di accoglienza<br />

di Pompei.<br />

Il dibattito, durante il quale si sono<br />

confrontati l’Arcivescovo di Pompei,<br />

Mons. Carlo Liberati, il Procuratore<br />

della Repubblica presso il Tribunale per<br />

i Minorenni di Napoli, Dott.ssa Luciana<br />

Izzo, il Presidente Nazionale del<br />

Movimento per la Vita, On. Carlo Casini,<br />

e il moderatore, Prof. Dott. Luca<br />

Steardo, oltre ad illustrare problematiche<br />

e soluzioni innovative per far fronte<br />

all’emergenza educativa e alla difesa<br />

della vita, ha messo in luce gli ottimi<br />

risultati che Pompei ha raggiunto in<br />

questi ambiti, negli ultimi cinque anni,<br />

grazie al lavoro di specialisti del campo<br />

e volontari che, senza sosta, hanno accolto<br />

con amore la sfida a favore di chi<br />

vive nel disagio economico e sociale,<br />

non scoraggiandosi mai, nemmeno di<br />

fronte a casi che inizialmente potevano<br />

sembrare senza alcuna soluzione. Dopo<br />

una breve panoramica sulle linee<br />

guida, sugli obiettivi e sulle attività delle<br />

comunità residenziali e semiresidenziali<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

20<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [68]


sorte nella città mariana nel 2003, a<br />

seguito dell’entrata in vigore della legge<br />

149/01 che, a partire dal gennaio<br />

2001, ha previsto la chiusura degli<br />

orfanotrofi, il dibattito è entrato nel<br />

vivo. «La legge permette l’aborto - ha<br />

esclamato l’Arcivescovo Liberati - ma<br />

noi ci ribelliamo, noi “siamo nati per<br />

educare”, la nostra missione è quella<br />

di accogliere la vita nel suo momento<br />

nascente per portarla avanti fino e oltre<br />

il 18° anno d’età». E poi, ancora, il<br />

Presule pompeiano ha sottolineato come<br />

la Chiesa di Pompei, adeguandosi<br />

alle normative vigenti in materia di accoglienza,<br />

abbia creato strutture ‘ad<br />

hoc’ che potessero offrire sostegno<br />

e un valido aiuto alle categorie più indifese,<br />

come donne e bambini, non<br />

dimenticando però anche immigrati ed<br />

anziani, spesso vittime di isolamento ed<br />

emarginazione.<br />

Durante il confronto, inoltre, sono stati<br />

esaminati anche gli allarmanti dati<br />

statistici sull’enorme numero di minori<br />

abbandonati e sulla drammatica<br />

cifra di aborti praticati in Europa. Da<br />

qui, l’accorato appello ad una tenace<br />

difesa dei bambini, anche di “quelli<br />

non nati”, dell’On. Carlo Casini. «Se si<br />

parla di accoglienza - ha esclamato il<br />

Presidente Nazionale del Movimento<br />

per la Vita - bisogna farlo in tutte le sue<br />

forme, perché la forma più terribile<br />

di abbandono è l’uccisione, l’aborto!<br />

Per questo bisogna in primo luogo<br />

accogliere la madre e la famiglia, perché<br />

è la mamma abbandonata che abbandona!».<br />

Dunque, un invito a far sì<br />

che venga rimosso il principale fattore<br />

di abbandono: la solitudine.<br />

Importante, però, come ha sottolineato<br />

la Dott.ssa Luciana Izzo, è anche accogliere<br />

i minori in strutture che sappiano<br />

adeguarsi alle mutate esigenze sociali,<br />

alle nuove povertà, senza correre il<br />

rischio di isolarli in strutture chiuse e<br />

prive di qualsiasi rapporto con le istituzioni<br />

o le famiglie stesse. «Ciascun minore<br />

- ha ribadito più volte la Izzo - ha<br />

innanzitutto diritto alla sua famiglia e le<br />

strutture di accoglienza non devono<br />

sostituirsi agli affetti familiari, anzi devono<br />

essere il tramite attraverso cui il<br />

minore abbandonato o allontanato dalla<br />

sua famiglia, riprenda contatto con i<br />

suoi genitori, che, in tal modo, vengono<br />

anche responsabilizzati».<br />

Con tale considerazione, il Procuratore<br />

della Repubblica presso il Tribunale per<br />

i Minorenni di Napoli, ha inteso chiaramente<br />

lodare Pompei che, con le sue<br />

“comunità”, sta assolvendo in maniera<br />

ottimale agli obiettivi che la legge<br />

149/01 si è prefissata, con particolare<br />

riguardo al reinserimento dei minori nel<br />

tessuto sociale.<br />

Oggi, infatti, nella città mariana, sono<br />

attive numerose comunità a carattere<br />

residenziale e semiresidenziale che,<br />

pur col mutare delle formule di accoglienza,<br />

continuano l’opera cominciata<br />

alla fine dell’Ottocento dal Beato<br />

Bartolo Longo. Strutture come “Casa<br />

Emanuel”, per gestanti, madri e bam-<br />

Pompei, una Vita per la Vita<br />

bini, la Casa Famiglia “Giardino del<br />

Sorriso”, che ospita bambini dai 4 ai 10<br />

anni, i Centri Diurni Polifunzionali “Crescere<br />

Insieme” e “Bartolo Longo”, il<br />

“Gruppo Appartamento”, per l’accoglienza<br />

residenziale delle giovani prossime<br />

ai 18 anni o già maggiorenni in<br />

attesa di completare gli studi universitari,<br />

le sedi del “Centro di Aiuto alla<br />

Vita” e del “Centro di Ascolto Myriam”,<br />

aperto all’accoglienza, all’informazione,<br />

all’orientamento e all’accompagnamento<br />

di persone afflitte da varie<br />

emergenze sociali, con particolare<br />

attenzione alle necessità delle donne<br />

immigrate. Ad esse, il merito di aver<br />

operato affinché non si venisse a creare<br />

un distacco dalla tradizionale opera di<br />

accoglienza.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

21<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [69]


A Nisida, dove la s<br />

si fa progetto<br />

Una vista panoramica da far invidia alle più belle<br />

scenografie cinematografiche, un mare limpido e<br />

calmo e una rara quiete fanno da cornice all’Istituto<br />

Penitenziario Minorile di Nisida (NA). È qui che,<br />

da alcuni anni, i ragazzi del Centro Diurno “Bartolo<br />

Longo” e quelli del Complesso Bandistico “Bartolo<br />

Longo-Città di Pompei” si recano per incontrare i<br />

giovani detenuti, ragazzi che come loro hanno storie<br />

complicate, provengono da situazioni familiari<br />

disagiate e hanno difficoltà a reinserirsi nel tessuto<br />

sociale.<br />

Ai ragazzi di Nisida, i “nostri” desiderano regalare<br />

qualche ora di serenità, di allegria e di amicizia. Co-<br />

me lo scorso anno, dunque, il 15 gennaio i ragazzi<br />

del “Bartolo Longo” hanno raggiunto il penitenziario<br />

minorile guidati dall’Arcivescovo di Pompei, Mons.<br />

Carlo Liberati, dal Direttore del Centro, Fratel Giovanni<br />

Decina, e dal coordinatore delle attività del<br />

Centro, Fratel Filippo Rizzo. Con la loro musica, i<br />

ragazzi hanno voluto dare, ai giovani detenuti, un<br />

messaggio di speranza.<br />

Accolti dal Direttore dell’Istituto Penale, Dott. Gianluca<br />

Guida, i giovani musicisti hanno raggiunto il<br />

piccolo laboratorio teatrale del penitenziario, dove,<br />

nell’attesa dei loro coetanei ospiti del Penitenziario,<br />

hanno cominciato a scaldare gli strumenti. Poi, final-<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

22<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [70]


peranza<br />

di Isa Di Domenico<br />

mente l’incontro. Le luci si sono accese sul piccolo<br />

palco e, in un’atmosfera calda e familiare, i nostri<br />

ragazzi hanno eseguito melodie natalizie e musiche<br />

della tradizione napoletana.<br />

Tra una melodia e l’altra, messaggi di speranza per un<br />

futuro migliore sono giunti ai ragazzi detenuti anche<br />

dall’Arcivescovo di Pompei che, paragonandoli ai<br />

gabbiani, ha ribadito loro come “riconquistare la<br />

libertà si può”.<br />

«La libertà - ha esclamato Mons. Liberati - è importante,<br />

ma va riguadagnata. Dunque, dovete essere<br />

contenti che c’è qualcuno che vi ama e che si occupa<br />

di voi e che vi insegnerà a volare di nuovo!». Poi, l’in-<br />

vito ad avere fiducia in se stessi: «Voi credete in voi<br />

stessi? Credete che un giorno sarete di nuovo liberi?<br />

Noi sì. Noi crediamo in voi e siamo qui per dirvi che<br />

vi amiamo e non vi giudichiamo!».<br />

A fargli eco, il Dott. Gianluca Guida che, come un<br />

padre affettuoso, in questi ragazzi ha fiducia e sa che<br />

“non deluderanno chi si occupa di loro”.<br />

Presenti all’incontro tra i ragazzi di Pompei e di<br />

Nisida, anche il Presidente del Tribunale di Torre<br />

Annunziata, Dott. Antonio Greco, l’Assessore alla<br />

Cultura del Comune di Pompei, il Dott. Antonio Ebreo<br />

l’Assessore alle Politiche Sociali e Solidarietà Sociale<br />

del Comune di Torre Annunziata, Dott. Ciro Alfieri,<br />

l’Assessore alla Cultura del Comune di Lettere,<br />

Dott. Angelo La Marca, e il Dirigente Scolastico del<br />

II Circolo di Scafati, Dott. Vincenzo Giannone. Al<br />

termine dell’incontro, come da tradizione, i ragazzi<br />

di Nisida hanno ricevuto alcuni doni dai loro coetanei<br />

di Pompei.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

23<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [71]


Il mio bambino<br />

è altissimo: 7 millimetri!<br />

... ma suo padre…<br />

C’è un grido silenzioso che sale dalla terra: è quello dei milioni di bambini uccisi<br />

nel grembo materno. È l’urlo più forte di dolore che esiste in natura e sul nostro<br />

pianeta, è l’invocazione dell’infante (colui che non parla!) al padre e alla madre, al<br />

medico o a chi lo condanna a non esistere, spesso per situazioni difficili, sempre<br />

più spesso egoistiche e irresponsabili. Se ci sono milioni di aborti, ci sono, anche<br />

di più, milioni di mamme e papà feriti che non riescono ad addormentarsi o a<br />

risvegliarsi senza pensare: “… oggi avrebbe un anno e ...giorni; oggi sarebbe<br />

andato a scuola; lui avrebbe avuto l’età di Francesco, di Gloria…”.<br />

E Francesco e Gloria sono bellissimi, intelligenti, ma soprattutto sono vivi, ti<br />

abbracciano, ti baciano… . “Chi ci perdonerà per questo?”. “Nessuno può<br />

perdonarmi l’aborto di mio figlio!”.<br />

“Tu non te lo perdoni, Dio solo può cancellare questo errore o orrore, solo<br />

Dio!”. Per rivivere bisogna andare da Dio. “Ma sono i discorsi dei preti!...”,<br />

- dirà qualcuno. Io sono felice che la mia e la tua Chiesa sia sempre rimasta<br />

su questa frontiera della vita, a difenderla, a incoraggiare, ad aprire case per<br />

ragazze in difficoltà. La Chiesa crede che in ogni bambino salvato dall’aborto<br />

c’è la grande vittoria della vita sulla morte e che così si realizza il mistero della<br />

vittoria di Cristo sulla morte. Che felicità guardare negli occhi un bambino o<br />

una bambina che… non doveva esserci!<br />

La nascita di un bambino avviene attraverso il cosiddetto travaglio.<br />

Ma quale travaglio sta dietro un aborto e quali dolori umani enormi ci sono nel<br />

vissuto soprattutto di una donna in quei momenti.<br />

Provo a trascrivere un colloquio di alcuni giorni con una ragazza vittima<br />

di uno pseudo amore e di un uomo poco responsabile delle sue azioni. Sono<br />

solo gli SMS serrati di una settimana, una piccola parte di dialogo, insieme a<br />

lunghi colloqui telefonici con i due responsabili del concepimento.<br />

“Don Giosy, Aspetto un bambino. R. diceva che eravamo felici, che trovavamo una<br />

casa, che avrebbe comprato una culla. Oggi mi ha liquidata: dice che ha sbagliato.<br />

Dio mio”.<br />

Il giorno dopo: “Mi sono umiliata, l’ho chiamato, pregato, supplicato. Ha scritto<br />

NON LO VOGLIO + QUESTO FIGLIO. Spero solo di farcela, se ce la farò lo chiamerò<br />

Gesù”.<br />

“Grazie don Giosy. Sono sola e disperata. R. mi ha abbandonata in tronco…tu sei<br />

l’unico raggio di sole in questo buio, mi basta che mi pensi e preghi x me…”.<br />

“Sono al lavoro, sto male, mi viene da rimettere, sono tanto triste. Finirà che lo<br />

uccido questo bambino che nessuno vuole o mi uccido io. Ti chiamo appena vado<br />

a casa”.<br />

Oggi finalmente R. si è convinto a portarla a fare l’ecografia: una luce di speranza.<br />

“Don Giosy sono a tavola con i miei genitori. Mangio e ti chiamo. Madonna mia<br />

come è bellissimo il mio bambino! È altissimo! È 7 millimetri!”<br />

“Vado a dormire io e il piccolo Gesù. Siamo stanchi. Ti voglio bene. Scaccia il diavolo<br />

con il tuo amore don Giosy, scaccia il diavolo da noi. A domani, grazie”.<br />

a cura di Giosy Cento<br />

“Don Giosy, ho pregato Dio fino all’alba<br />

che distogliesse R. da quell’intenzione di<br />

morte e stamani mi ha chiamato dicendo<br />

IO NON LO AMMAZZO QUESTO<br />

BAMBINO”.<br />

“Non so se la paura avrà di nuovo il sopravvento<br />

su di lui, ma il tuo amore x<br />

noi ha ucciso il diavolo. Grazie …non<br />

abbandonarmi ora!”.<br />

“Mamma e piccolo Gesù vanno a letto.<br />

Vediamo come va questi primi mesi, poi<br />

lo dico a casa. Speriamo tutto bene,<br />

don Giosy. L’importante è aver sconfitto<br />

il male. tvb”. Poi all’improvviso: “Don<br />

Giosy non ho più niente da farmi sentire.<br />

R. è già sceso dall’altalena. Sono di<br />

nuovo sola. Parla solo dei suoi interessi e<br />

mio figlio deve pagare con la vita x tutti”.<br />

“L’ha voluto, l’ha concepito, non è capitato<br />

x caso, ora pensa solo a salvare la<br />

faccia …ma la vita del mio piccolo Gesù<br />

non conta niente. Altro che paura,<br />

questa è…”. “Non volevo, non voglio<br />

ucciderlo, ma ora sono stanca di tutto e<br />

di tutti. Non credo più a niente e a nessuno.<br />

Mi ha distrutto tutto: l’amore, i<br />

sogni, la vita. A presto”.<br />

Bastano poche ore e…: “Non ho più il<br />

coraggio di risponderti, don Giosy”.<br />

Gli rispondo: “Perché? Ma che cosa è<br />

successo?”. “È successo che non nascerà<br />

più questo bambino e che la voce<br />

del diavolo ha vinto. Tra poco il piccolo<br />

Gesù non ci sarà più. Il tempo che R. si<br />

organizza.”<br />

Le chiedo di chiamarmi in qualunque<br />

momento.<br />

“Don Giosy, ti chiamo questa sera. Ora<br />

sto all’inferno, non riesco più neanche a<br />

parlare. Ti voglio bene”.<br />

Ma, nonostante tutto, lei stasera ha<br />

deciso: il piccolo nascerà. Questo l’ultimo<br />

messaggio: “R. è disperato per la<br />

mia decisione. Sarebbe stato più felice<br />

se gli avessi detto io lo uccido, ma non<br />

gli ho chiesto niente. Gli ho persino detto:<br />

se vuoi dico pure che non è tuo”<br />

Sono senza parole. Mi resta solo il<br />

Grande Gesù da pregare per il piccolo<br />

Gesù e la sua mamma e per R.<br />

Don Giosy<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

24<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [72]


Caro Don Giosy, sono una donna<br />

molto anziana. Ho 85 anni. Il suo<br />

sorriso sulla Rivista mi spinge a<br />

scriverle con fiducia. Ho molti figli.<br />

Le scrivo però per confidare i<br />

miei rimorsi circa la vita passata.<br />

Premetto che non ho mai tradito<br />

mio marito: è stato l’unico uomo<br />

della mia vita. Però per il resto mi<br />

sento la più grande peccatrice del<br />

mondo. Ho trasgredito tutti i comandamenti<br />

(come tutti noi!...).<br />

In gioventù ho scritto qualche lettera<br />

anonima, per fortuna senza<br />

conseguenze.<br />

Nel Matrimonio ho avuto parecchi<br />

figli, sempre ben accetti. Quando<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il pensiero, il dolore di ogni giorno<br />

MARIA, L’ELEGANZA DEL VIVERE<br />

E DELL’ESSERE<br />

Noi, eterni insoddisfatti, guardando Maria,<br />

contempliamo la misura piena della vita.<br />

Lei è il “di più”, l’oltre, quello che ci manca, che<br />

desideriamo, che sognamo.<br />

Sì, proprio Lei è il nostro sogno: “ecco ciò che ho<br />

sognato!”.<br />

Ecco il progetto definitivo, completo, totale della<br />

mia vita. Ecco la mèta, il programma, il tutto.<br />

Ecco ciò che cercavo. Ecco ciò che mi basta. Ecco<br />

l’eleganza di tutti gli aspetti della vita. Non<br />

l’arrangiamento o l’accomodamento, una misura<br />

approssimativa… in Lei c’è il tutto, la pienezza,<br />

la misura traboccante! Non c’è il risparmio sulla<br />

virtù o sui valori, la qualità inferiore o una<br />

mistificazione delle virtù.<br />

ho aspettato un figlio, dopo altri,<br />

i nostri più cari amici, ci hanno<br />

consigliato e convinto ad abortire,<br />

dicendo che eravamo troppo sacrificati,<br />

che eravamo schiavi della<br />

famiglia. Il mio utero è diventato la<br />

tomba del mio bambino… Poi, per<br />

il lavoro di mio marito, abbiamo<br />

cambiato città e Regione e qui è<br />

arrivato il nostro ultimo figlio. È stato<br />

accettato e Deo gratias!<br />

Lo scopo del mio scritto è il mio<br />

grido di dolore e dire il mio rimorso<br />

che, a distanza di 50 anni, sembra<br />

rodermi come un tarlo. Un<br />

qualcosa che mi attanaglia, senza<br />

pace.<br />

25<br />

Piango sempre. Chiedo perdono al<br />

Signore e al mio piccolo che oggi<br />

sarebbe un uomo di mezza età.<br />

Con la fantasia cerco il suo volto,<br />

come sarebbe oggi?...<br />

Vorrei dire alle donne in attesa di<br />

non farlo mai, perché poi la vita<br />

diventa un inferno, senza pace,<br />

come me. Qualunque sia la loro<br />

condizione, accettino il loro angelo.<br />

È il dono più bello.<br />

Legga come può, Padre. Ho più<br />

di 85 anni e la vista e la scrittura è<br />

quella che è. Le auguro lunga vita<br />

e fecondo apostolato.<br />

Una …vecchia mamma<br />

Lei non ha bisogno di apparire, perché è. Non<br />

inganna, perché ha verità da vendere. Non<br />

ha nulla da nascondere perché, in Lei, tutto è<br />

trasparenza e luce.<br />

L’eleganza in Lei è al sommo grado e rapportata<br />

nelle fibre più intime del vivere.<br />

Tutto è splendore, tutto è bello, tutto è sorriso e<br />

gioia, perché tutto ha senso.<br />

Meravigliose le statue che la raffigurano, perché<br />

vi troviamo l’effervescenza della vita,<br />

l’abbondanza della realizzazione interiore, l’esplodere<br />

della felicità, il traboccare del senso del<br />

vivere.<br />

Lo splendore della vita casta, l’illimitatezza<br />

della gioia, la smisuratezza della fedeltà, la luminosità<br />

della purezza.<br />

Tutto, in Maria, è vissuto al sommo grado dell’eleganza.<br />

In fondo Lei non è altro che il “già” del nostro<br />

“non ancora”.<br />

Basta guardare a Lei per trovare un cammino e<br />

un futuro.<br />

Don Carmelo La Rosa<br />

Anno 125 - N. 2- 2009 [73]<br />

www.giosycento.it


Il lavoro non sporca! Un libro in onore<br />

di San Giuseppe e dei lavoratori<br />

Dopo aver dedicato “O rusario” alla<br />

madre, nel 2006 (cfr. “Il Rosario e la<br />

Nuova Pompei”, n. 5 – 2006, p. 25),<br />

l’Autore pubblica un nuovo testo in<br />

vernacolo napoletano “ʹO Rusario é<br />

San Giuseppe. Al Patriarca falegname<br />

da Salvatore Avellino”. La dedica,<br />

questa volta, è al padre, falegname<br />

come il padre di Gesù.<br />

Nativo di Vico Equense (NA), ma<br />

cresciuto a Pompei, Avellino vive a<br />

Foligno (PG). Poeta, saggista e favolista<br />

ha ottenuto numerosi attestati,<br />

ambiti premi e riconoscimenti di critica,<br />

partecipando a concorsi nazionali<br />

e internazionali.<br />

La memoria di Filippo Avellino, suo<br />

padre, illumina e ispira il volume, densa<br />

pagina autobiografica pervasa da<br />

un clima familiare intimo e caldo, fatto<br />

di valori e sane convinzioni, dove il<br />

lavoro del capofamiglia Filippo, insieme<br />

alla fede della mamma Raffaella,<br />

sono stati il collante naturale e sicuro<br />

del successo coniugale dei genitori.<br />

Ma lasciamo che sia l’Autore stesso ad<br />

immergerci in questo clima: «Quando<br />

ti ricordo, sempre cioè, ti vedo - caro<br />

papà - lavorando; tu amavi il tuo lavoro<br />

e per questo non diventava mai<br />

“fatica”, sì, perché quando il lavoro<br />

è “fatica” significa che è diventato<br />

schiavitù. Sin da bambino, e fino agli<br />

anni di questa maturità, ricordo che<br />

nella bottega, e da ultimo, per diletto,<br />

quando lavoravi in cucina, lo facevi<br />

sotto lo sguardo di un “San Giuseppe<br />

con Bambino”, una antica icona che<br />

era testimone del tuo sudore ma anche<br />

dell’amore che nel lavoro mettevi<br />

e della gioia che da esso traevi. Lasciami<br />

ricordare un episodio che fu fon-<br />

damentale per me per quanto attenne<br />

l’approccio col lavoro, qualunque esso<br />

sia stato. Mi volevi vicino nei tuoi lavori<br />

straordinari ed io ero contento di<br />

stare con te, apprendevo e, per quanto<br />

potessi, cercavo di esserti utile, di<br />

aiutarti; ebbene una volta, nella casa<br />

di Via Lepanto a Pompei, in un caldo<br />

pomeriggio, si doveva “incollare”,<br />

operazione che richiede destrezza e<br />

velocità; io ero esitante nell’accostare<br />

due assi in quanto intrisi di colla. Tu,<br />

pur nella delicatezza del momento,<br />

mi apostrofasti: “Stringi bene, non<br />

preoccuparti che il lavoro non sporca!”<br />

Ecco, penso oggi, dove era la<br />

tua grandezza: il lavoro non sporca!<br />

Non sporca le mani, ma più di tutto<br />

non sporca il cuore, la mente, l’intimo;<br />

perché è il lavoro ciò che eleva<br />

l’uomo, che lo esalta, che lo fa sentire<br />

costruttore, che dà la possibilità di<br />

amare l’atto di lavorare. Ben altro insozza<br />

le mani e contamina il cuore!».<br />

Dopo il primo mistero, Un Giusto per<br />

Maria, - scritto con piglio originale<br />

e in tono scherzoso - sull’evento di<br />

un “Concorso” per scegliere il Padre<br />

putativo di Cristo, “ ʹO Rusario é San<br />

Giuseppe” si snoda per altre nove tappe<br />

(misteri) in cui è ripercorsa la vita<br />

del santo Patriarca, protettore dei lavoratori.<br />

Un percorso intriso di valori, sorretto<br />

e illuminato dalla fede, raccontato con<br />

arte, con musicalità e vivacità, con i<br />

colori e il calore di una lirica che trova<br />

nel vernacolo napoletano una via sicura<br />

e brillante d’espressione.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

26<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [74]


Gli “amici segreti”<br />

di Ingrid Betancourt<br />

Per sei lunghi anni la recita del Rosario<br />

le ha dato conforto e speranza.<br />

Ogni giorno, costantemente. Sua compagna,<br />

in tutto questo tempo, è stata la<br />

fede, quella fede che l’ha salvata dalla<br />

disperazione e ha asciugato le sue lacrime.<br />

Questa stessa fede le ha donato<br />

la libertà. Ingrid Betancourt, l’ex candidata<br />

presidenziale colombiana, rapita<br />

nel febbraio 2002 dalle Forze Armate<br />

Rivoluzionarie della Colombia,<br />

è stata liberata nel luglio 2008 dopo<br />

sei lunghissimi anni di prigionia, durante<br />

i quali ha ripetuto senza sosta le<br />

Ave Maria del Rosario. La Vergine ha<br />

ascoltato le sue preghiere e ha trasformato<br />

la sua disperazione e la sua angoscia<br />

in gioia. Durante tutto il tempo<br />

in cui è stata tenuta come ostaggio, Ingrid<br />

ha, dunque, avuto fede, ha messo<br />

Dio e la Vergine al primo posto, ed è<br />

proprio loro che ha ringraziato non<br />

appena è stata liberata. «Voglio dire<br />

grazie a Dio e alla Vergine. Stamattina,<br />

quando mi sono svegliata, ho preso<br />

il Rosario e mi sono raccomandata<br />

a Dio e speravo che sarebbe arrivato<br />

presto questo momento». Nelle foto<br />

scattate durante la segregazione, Ingrid,<br />

magrissima, quasi scheletrica,<br />

con lo sguardo rivolto verso il basso<br />

e i capelli lunghissimi raccolti in una<br />

coda, aveva al polso una corda, che a<br />

molti è sembrato il segno inequivocabile<br />

dal fatto che i rapitori la tenessero<br />

legata. Invece, quella corda, fatta di<br />

spago e bottoni e dalla quale pendeva<br />

un piccolo crocifisso, era un Rosario,<br />

compagno fedele nelle interminabili<br />

giornate di prigionia. Quel Rosario<br />

l’ha strappata alla disperazione e ha<br />

dato un senso a quell’assurdo calvario.<br />

Lo recitava ogni giorno Ingrid,<br />

all’alba o alla stessa ora in cui sapeva<br />

che anche la madre lo avrebbe fatto.<br />

Quella “catena dolce” è stato il suo<br />

legame con la vita e, come ha scritto<br />

Davide Rondoni, giornalista di Avvenire, nei giorni in cui la Betancourt è stata<br />

liberata, “chi l’ha rapita non ha potuto imprigionarla del tutto, non ha potuto<br />

rubarle l’anima e il pensiero... Il Rosario era la sconfitta dei suoi rapitori, era<br />

il segno che lei era di un Altro”. Appena scesa dall’aereo, che da Bogotà l’ha<br />

condotta a Parigi, Ingrid ha mostrato alla madre e ai suoi figli quel rudimentale<br />

Rosario che pregava quotidianamente e, subito dopo, si è inginocchiata sulla<br />

pista dell’aeroporto, insieme alla mamma Jolanda, per rivolgere l’ennesimo<br />

grazie a Maria. La sua tragica esperienza ci lascia un profondo insegnamento,<br />

quello di una donna dall’animo forte e dalla fede semplice, realista, la fede di<br />

chi nella preghiera ha trovato una fonte di speranza per non lasciarsi andare.<br />

Ingrid è stata esaudita. La Vergine ci ha mostrato, ancora una volta, che ci ama<br />

e che non lascia mai soli i Suoi figli.<br />

Alla Vergine di Pompei<br />

Arrivasti un giorno sopra un carrettino<br />

in questa valle castigata dal fuoco e dai lapilli.<br />

Ti portò un uomo colto e piccolino,<br />

di questa valle fosti la Regina.<br />

Ululava il vento nella “Villa dei Misteri”<br />

accarezzando quei corpi un dì gioiosi,<br />

rimasti nei secoli pietre da raccontare.<br />

E Tu tenevi in braccio il Tuo Bambino<br />

con in mano, cadenti, tanti granellini<br />

che donavi con amore a due Santi imploratori.<br />

E così Ti impossessasti di questa valle tanto infausta.<br />

Hai aperto la Tua casa togliendo bimbi dalla strada,<br />

bambine hai cresciuto per farne donne forti e sicure.<br />

Ancora oggi a Te accorriamo<br />

ferventi d’amore e col cuore in mano,<br />

a supplicarti e a ringraziarti delle Tue tante<br />

Grazie che mai hai rifiutato ma bensì incoraggiato.<br />

Accetta la preghiera di questa mano<br />

che meglio non sa dirti quanto t’ama.<br />

Giulia Liccardo<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

27<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [75]


Taranto<br />

di Antonio Caforio<br />

Dopo nove anni (gennaio 2000), la comunità<br />

parrocchiale di Santa Lucia di<br />

Taranto ha avuto il privilegio di accogliere,<br />

dal 26 al 29 ottobre 2008, l’Icona<br />

pellegrina della Vergine del Rosario di<br />

Pompei, nel contesto più ampio della<br />

missione al popolo della Vicaria Orientale<br />

I del capoluogo pugliese.<br />

Il Quadro della Madonna è arrivato da<br />

Latiano, città natale del Beato Bartolo<br />

a cura di Antonio Marrese<br />

In cammino con la<br />

Madonna Pellegrina<br />

Longo, nel pomeriggio di domenica 26<br />

ottobre, accolto dal Parroco, Don Antonio<br />

Caforio, da una marea di gente,<br />

dalla Congrega del Rosario di Taranto<br />

e da una delegazione dei Cavalieri e<br />

delle Dame dell’Ordine Equestre del<br />

Santo Sepolcro di Gerusalemme, del<br />

quale anche il Beato Bartolo era stato<br />

membro. Dopo la processione verso<br />

la chiesa parrocchiale, l’Arcivescovo di<br />

Taranto, Mons. Benigno Luigi Papa, ha<br />

presieduto la concelebrazione eucaristica.<br />

Al termine, tra lo stupore e la sorpresa<br />

di tutti, Don Antonio Marrese,<br />

In cammino con la Madonna Pellegrina<br />

responsabile della Missione Mariana del<br />

Rosario, ha donato al Pastore tarantino<br />

una preziosa croce pettorale con<br />

l’effigie della Madonna.<br />

Dono prezioso della missione è stata<br />

anche la presenza di Don Giosy Cento,<br />

con la sua catechesi su “Maria, Vergine<br />

e Madre” e il concerto dedicato a tre<br />

straordinari testimoni della fede: Madre<br />

Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo II e<br />

Don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta.<br />

È stata davvero una grazia speciale per<br />

la comunità parrocchiale sperimentare<br />

tutto ciò che la presenza di Maria ha<br />

operato nel cuore di tanti: quelli che da<br />

tutta Taranto sono venuti a venerarla,<br />

oppure quelli toccati nei cuori e consolati<br />

dalla Grazia e dal perdono di Dio,<br />

oppure negli ammalati visitati in casa<br />

dall’équipe missionaria, nei bambini<br />

e nei ragazzi delle scuole che hanno<br />

manifestato il loro amore con canti,<br />

preghiere e inni mariani. È stato un<br />

grande evento, con una straordinaria<br />

conclusione: la processione cittadina<br />

con il Quadro della Vergine, che dalla<br />

Parrocchia di Santa Lucia è stato portato<br />

alla Concattedrale, con la partecipazione<br />

dei Parroci e di tutti i Sacerdoti<br />

della Vicaria, di migliaia di fedeli e dei<br />

membri della Congrega del Rosario che<br />

hanno portato “a spalla” l’Icona.<br />

Al termine, è seguita la santa Messa,<br />

presieduta da Mons. Michele Castoro,<br />

Vescovo di Oria, concelebrata dal clero<br />

locale e da Don Franco Castellana, Vicario<br />

Generale dell’Arcidiocesi. L’esperienza<br />

e il dono della Missione con l’Icona<br />

di Pompei devono diventare, ora,<br />

un impegno da custodire e da promuovere.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

28<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [76]


In cammino con la Madonna Pellegrina<br />

La parrocchia San Giovanni Apostolo<br />

di Marotta di Fano (Pesaro) ha vissuto,<br />

dal 6 al 9 novembre 2008, un’intensa<br />

esperienza di fede e di comunione alla<br />

presenza dall’immagine della Madonna<br />

di Pompei e dei missionari (preti, suore<br />

e laici) che hanno animato la Missione<br />

Mariana del Rosario promossa dal Santuario<br />

di Pompei.<br />

A spiegare il senso dell’evento è stato<br />

il Vescovo diocesano, Mons. Armando<br />

Trasarti, che nell’accogliere l’Immagine<br />

nella chiesa parrocchiale, dopo una<br />

breve processione, ha rilevato come i<br />

giorni della missione potessero essere<br />

una grande opportunità di fede e di<br />

crescita per l’intera comunità. Infatti,<br />

Maria mostra, dona e propone Gesù,<br />

lo fa conoscere, lo offre a ciascuno con<br />

l’invito a fare ciò che “Egli vi dirà”.<br />

E le giornate della missione sono state<br />

vissute proprio come un’occasione di<br />

preghiera, di conoscenza, d’incontro<br />

per tutti. Giornate intense vissute con<br />

entusiasmo: la preghiera del mattino e la<br />

celebrazione eucaristica, la celebrazione<br />

del sacramento della riconciliazione,<br />

la visita agli anziani e ai malati, gli incontri<br />

pomeridiani con bambini e ragazzi,<br />

la recita del rosario animato dai giovani<br />

missionari laici. È stato un modo nuovo<br />

di conoscere e accostarsi a Maria e<br />

alla preghiera. E, poi, il concerto di Don<br />

Giosy Cento: dalla storica “Acqua siamo<br />

noi”, alle nuove e suggestive canzoni<br />

ispirate ai testi di Don Tonino Bello,<br />

che hanno “scaldato” il teatro della<br />

parrocchia e, soprattutto, il cuore dei<br />

presenti. E, ancora, la veglia di preghiera<br />

per le famiglie: il rinnovamento delle<br />

promesse matrimoniali, offrendo al Signore<br />

la propria famiglia e il proprio<br />

amore. Ogni sera, infine, la preghiera<br />

mariana della “Buona notte, Maria”, finiva<br />

davvero l’intensa giornata.<br />

Tutti gli appuntamenti della missione,<br />

che si è rivelata come un vero impegno<br />

di vita spirituale, sono stati coordinati e<br />

organizzati da Don Enrico Secchiaroli, e<br />

accompagnati e sostenuti dall’impegno<br />

di molti che si sono adoperati nell’ospitalità<br />

e nell’accoglienza.<br />

A suggellare il particolare legame di<br />

amicizia, che si è creato tra la nostra<br />

comunità e i missionari di Pompei, la<br />

solenne eucaristia di domenica 9 no-<br />

Marotta di Fano<br />

vembre, presieduta dall’Arcivescovo di<br />

Pompei, Mons. Carlo Liberati, marchigiano<br />

di Matelica e compagno di studi<br />

del Parroco, Mons. Mario Giulietti, proprio<br />

nel seminario di Fano.<br />

È finita così, la missione: un vero momento<br />

di grazia, di intensa preghiera, di<br />

di Enrico Secchiaroli<br />

fraternità che sotto la protezione della<br />

Vergine Maria porterà sicuramente frutti<br />

spirituali abbondanti per tutti.<br />

I primi novant’anni della fondazione della<br />

parrocchia - celebrati proprio nel<br />

2008 - guardano con grande speranza<br />

agli anni a venire.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

29<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [77]


San Giovanni a Teduccio<br />

di Orlando Esposito<br />

Il 170° anniversario della consacrazione<br />

dell’altare maggiore della Parrocchia<br />

S. Maria del Soccorso in S. Giovanni a<br />

Teduccio (NA), è stata l’occasione per<br />

invitare l’icona pellegrina della Madonna<br />

del Rosario di Pompei e vivere due<br />

giorni di spiritualità mariana il 19 e il 20<br />

novembre 2008.<br />

La sosta è stata breve, ma è stata intensa<br />

la partecipazione caratterizzata da incontri<br />

particolari con ammalati, ragazzi,<br />

donne in dolce attesa e uomini. Tanta<br />

gente ha partecipato e ognuno ha ricevuto<br />

dalla Madonna e dalle catechesi<br />

che si sono susseguite forza, sostegno<br />

e fede. Sono stati molto bravi i sacerdoti<br />

della missione mariana parchè con<br />

linguaggio semplice e attuale hanno saputo<br />

cogliere tutti i problemi, gli affanni<br />

e le speranze della nostra gente. Hanno<br />

confessato tanta gente e, soprattutto,<br />

sono stati capaci di entrare nel cuore di<br />

tutti. Anche le suore e i missionari laici<br />

di Pompei, con bravura e generosità,<br />

In cammino con la Madonna Pellegrina<br />

hanno dato testimonianza di vera fede<br />

e devozione alla Madonna.<br />

Non dimenticheremo questi giorni pieni<br />

di grazia e soprattutto all’arrivo dell’Icona<br />

l’incontro con i soldati della Caserma<br />

“Cavalleri” dove ha sede il 2° Comando<br />

delle Forze di Difesa, che comanda<br />

tutto il Sud d’Italia. È stato bello vedere<br />

tanti soldati che difendono la pace<br />

e la legalità, in tante delicate missioni<br />

all’estero, pregare e sostare commossi<br />

dinanzi all’immagine della Vergine Maria.<br />

Anche l’incontro con gli alunni della<br />

Scuola Media “Giotto-Monti” e dell’Istituto<br />

Tecnico “Petriccione” è stato curato<br />

bene e ha incuriosito e entusiasmato<br />

tutti.<br />

La messa celebrata dall’Arcivescovo di<br />

Pompei, Mons. Carlo Liberati, ha dato<br />

un particolare tocco alla celebrazione<br />

con la sua brillante omelia sulla devozione<br />

mariana e sulla dignità della donna<br />

che ha dato a tutti il coraggio di saper<br />

affrontare con forza le tante sfide del<br />

nostro tempo.<br />

Al momento del saluto, tantissima gente<br />

alla luce delle fiaccole e con una breve<br />

processione, ha salutato la Madonna,<br />

con la promessa di ricambiare la visita.<br />

Grazie, Maria, per quanto hai seminato<br />

nella nostra comunità, con la speranza<br />

che ciascuno di noi possa sperimentare<br />

la gioia di vedere in futuro frutti copiosi<br />

di bene.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

30<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [78]


In cammino con la Madonna Pellegrina<br />

San Vito dei Normanni<br />

di Costantino Palomba<br />

Inserita a pieno titolo nell’Anno Giubilare<br />

Mariano per celebrare il centocinquantesimo<br />

anniversario delle apparizioni<br />

di Lourdes, si è tenuta, dal 23<br />

al 26 novembre 2008, presso la Parrocchia<br />

dell’Immacolata di San Vito dei<br />

Normanni (BR), la Missione Mariana<br />

del Rosario promossa dal Santuario di<br />

Pompei.<br />

Domenica 23 novembre, in serata, il<br />

venerato Quadro della Madonna del<br />

Santo Rosario di Pompei, accompagnato<br />

dai missionari, ha fatto il suo ingresso<br />

nella chiesa parrocchiale tra le acclamazioni<br />

festose e commosse dei fedeli presenti,<br />

tutti rapiti dalla sua accattivante<br />

bellezza, ed è stato intronizzato su di<br />

uno speciale altarino, adornato di fiori e<br />

luci, costruito da alcuni generosi devoti<br />

parrocchiani. La comunità era stata in<br />

pellegrinaggio a Pompei poco tempo<br />

prima, il 15 ottobre, ma non tutti avevano<br />

potuto parteciparvi. Ora era Lei, la<br />

Vergine del Rosario, che, come per un<br />

provvidenziale dono, ci faceva visita!<br />

Una solenne concelebrazione, presieduta<br />

dal nostro Pastore, Mons. Rocco<br />

Talucci Arcivescovo di Brindisi-Ostuni,<br />

ha dato il via alla missione, durante la<br />

quale, la nostra piccola ma accogliente<br />

chiesa parrocchiale si è trasformata in<br />

una “piccola Pompei”, sotto la guida<br />

sapiente dei missionari che hanno presieduto<br />

le celebrazioni, animato le catechesi<br />

e gli incontri, ricreando il clima<br />

di quanto avviene a Pompei durante le<br />

stesse attività pastorali e spirituali.<br />

Al di là degli impegni di ogni giorno (preghiera<br />

di lode, celebrazioni eucaristiche,<br />

incontri e catechesi varie, recita<br />

meditata del Rosario intero), un momento<br />

molto bello e significativo è stato<br />

l’incontro con i giovani di tutte le parrocchie<br />

di San Vito, con l’animazione<br />

musicale e canora curata dai giovani<br />

laici missionari, che hanno offerto le<br />

loro testimonianze personali. Da essi<br />

abbiamo capito che ogni giovane di<br />

buona volontà, nonostante i propri limiti,<br />

può, se vuole, scoprire o riscoprire<br />

la bellezza della fede che vince ogni<br />

paura e dona la vera gioia.<br />

Durante la missione l’équipe pompeiana<br />

ha sottolineato più volte il significato<br />

del culto mariano e l’importanza della<br />

recita del Santo Rosario, come strumento<br />

di spiritualità e santità. In modo<br />

particolare, han fatto riferimento alla storia<br />

del Santuario di Pompei, con frequenti<br />

richiami alla biografia del fondatore,<br />

il Beato Bartolo Longo, originario della<br />

vicinissima Latiano.<br />

Ricca di stimoli spirituali è stata anche<br />

la narrazione degli eventi prodigiosi, miracoli<br />

e conversioni operati dalla Madonna<br />

di Pompei nel corso degli anni,<br />

delle visite pastorali di Giovanni Paolo<br />

II e di Benedetto XVI, dei milioni di<br />

pellegrini che annualmente visitano il<br />

Santuario e del più bel miracolo che<br />

ogni giorno avviene nella cappella delle<br />

confessioni, ove l’umanità peccatrice<br />

è sanata dalla misericordia del Padre.<br />

L’ultima sera è stata caratterizzata dalla<br />

presenza dell’Arcivescovo di Pompei,<br />

Mons. Liberati, che ha terminato la missione<br />

mariana.<br />

A San Vito, rimane forte il ricordo di<br />

questi bei giorni, alla presenza dell’icona<br />

pellegrina della Madonna di Pompei.<br />

La missione mariana non è finita, ma<br />

continua nella vita di ogni giorno, attraverso<br />

la preghiera e, soprattutto, con<br />

una testimonianza cristiana sincera, generosa,<br />

consapevole di portatore nel<br />

mondo d’oggi un forte messaggio di speranza<br />

e di salvezza.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

31<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [79]


Statte<br />

di Pompilio Patti<br />

Nei giorni dal 27 al 30 dello scorso mese di novembre, abbiamo<br />

avuto la gioia e l’onore di ospitare, presso la nostra<br />

Parrocchia “Madonna SS. del Rosario” di Statte, in provincia di<br />

Taranto, la Missione mariana del Rosario con l’icona pellegrina<br />

della Vergine di Pompei. Da allora sono trascorsi alcuni giorni<br />

e si è naturalmente affievolito l’effetto emotivo dell’evento,<br />

che ha visto una massiccia partecipazione di fedeli, ma ci sof-<br />

BISCEGLIE (BA)<br />

26 FEBBRAIO/01 MARZO 2009:<br />

Basilica Concattedrale San Pietro<br />

Parrocchia “Ss. Matteo e Nicolò”<br />

Parroco Don Mauro Cannero<br />

Tel. 080 3969767 Cell. 335 6761298<br />

GROTTOLE (MT)<br />

05/08 MARZO 2009: Parrocchia “Ss. Luca e Giuliano”<br />

Parroco Don Michele Francabandiera<br />

Tel. 0835 758853<br />

RINELLA – LENI (ME)<br />

28/30 MARZO 2009: Parrocchia “S. Gaetano Thiene”<br />

Parroco Don Giuseppe Mirabito<br />

Tel. 090 9809011 - 9809024 Cell. 333 7761639<br />

Le prossime Missioni Mariane<br />

fermiamo su quanto di più profondo ha lasciato nei nostri<br />

cuori la preziosa e santa visita. Vana e inutile sarebbe stata<br />

la nostra partecipazione se non avessimo saputo, durante<br />

la missione, scandagliare e analizzare il nostro vissuto quotidiano,<br />

per stigmatizzare ciò che ci impediva di vivere pienamente<br />

la nostra fede. Nella meditazione continua del Santo<br />

Rosario abbiamo trovato la strada e la guida più completa<br />

per compiere il nostro personale discernimento. Nell’icona<br />

pompeiana, la Madonna ci invita alla pratica della recita del<br />

Rosario: preghiera vocale e mentale, semplice e popolare,<br />

strumento di meditazione e contemplazione dei misteri della<br />

vita di Gesù, con la guida sapiente di Maria, impareggiabile<br />

maestra di vita spirituale. Così facendo il Rosario diventa<br />

scuola di spiritualità e di santità e aver la corona tra le mani<br />

diventa segno della nostra personale adesione all’azione salvifica<br />

di Cristo.<br />

Questa consapevolezza resta il frutto migliore del cammino<br />

missionario dell’Immagine di Maria, pellegrina presso la nostra<br />

comunità. Saremo felici, quando, potremo ricambiare<br />

umilmente la visita a Pompei, con il pellegrinaggio già programmato<br />

per il 14 maggio 2009, e deporre ai piedi della<br />

Madonna il nostro impegno per un’esistenza migliore, oggi<br />

rinnovato con l’aiuto della sua misericordiosa benevolenza.<br />

CASERTA<br />

23/26 APRILE 2009: Parrocchia “SS. Nome di Maria”<br />

Parroco Don Antonello Giannotti<br />

Tel. Fax 0823 361682 Cell. 338 4850962<br />

AVERSA (CE)<br />

02/05 MAGGIO 2009:<br />

Parrocchia “Ss. Filippo e Giacomo”<br />

Santuario “Maria Regina della Famiglia”<br />

Parroco Mons. Giuseppe Criscuolo<br />

Tel. e Fax 081 5032736<br />

ISCHIA (NA)<br />

14/17 MAGGIO 2009: Parrocchia “S. Antonio Abate”<br />

Parroco Don Carlo Candido<br />

Tel. 081 902753 - Cell. 329 3523355<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

32<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [80]


Dai vita al talento che è in te<br />

La GMG di Sydney,<br />

svoltasi nello scorso mese di luglio,<br />

ha reso ancora più visibile il<br />

dialogo privilegiato tra il Santo Padre<br />

Benedetto XVI e i giovani.<br />

Anche durante la sua visita pastorale<br />

a Pompei, il Pontefice ha mostrato<br />

particolare attenzione alle<br />

nuove generazioni, a coloro che,<br />

all’interno della Chiesa, incarnano e<br />

testimoniano la speranza: «Questa<br />

città - ha detto - da lui fondata,<br />

(n.d.r. Beato Bartolo Longo) è dunque<br />

una dimostrazione storica di<br />

come Dio trasforma il mondo: ricolmando<br />

di carità il cuore di un<br />

uomo e facendone un “motore” di<br />

rinnovamento religioso e sociale.<br />

Pompei è un esempio di come la<br />

fede può operare nella città dell’uomo,<br />

suscitando apostoli di carità<br />

che si pongono al servizio dei<br />

piccoli e dei poveri, ed agiscono<br />

perché anche gli ultimi siano rispettati<br />

nella loro dignità e trovino accoglienza<br />

e promozione.<br />

Qui a Pompei si capisce che l’amore<br />

per Dio e l’amore per il prossimo<br />

sono inseparabili.<br />

Qui il genuino popolo cristiano, la<br />

gente che affronta la vita con sacrificio,<br />

ogni giorno, trova la forza<br />

di perseverare nel bene senza<br />

scendere a compromessi».<br />

Manteniamo viva la “speranza”,<br />

PER INFORMAZIONI<br />

Tel. (+39) 081 8577457<br />

335 6882837<br />

Fax (+39) 081 8577483<br />

www.santuario.it<br />

giovani@santuariodipompei.it<br />

difendiamo i nostri “sogni” dalle<br />

false illusioni, dalle ingiustizie, dai soprusi,<br />

dalla violenza, diffondiamo<br />

la cultura della “legalità”. Ne discuteremo<br />

al prossimo Meeting dei<br />

Giovani, giunto ormai alla sua XXIII<br />

edizione, l’appuntamento annuale<br />

che la Chiesa di Pompei propone,<br />

inserendosi nel quadro più ampio<br />

del cammino di formazione, promosso<br />

dalla Pastorale Giovanile<br />

Nazionale.<br />

di Giovanni Russo<br />

Sarà un’edizione ricca di iniziative.<br />

In modo particolare, desideriamo<br />

ricordare la seconda edizione del<br />

Concorso Canoro: “Dai vita al talento<br />

che è in te!”.<br />

Si tratta di una vera e propria rassegna<br />

di canzoni inedite sul tema<br />

della legalità, che avrà come protagonisti<br />

cantautori di tutta Italia.<br />

Quest’anno la canzone vincitrice<br />

diventerà il nuovo inno del “Meeting<br />

dei Giovani”.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

33<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [81]


Pellegrini<br />

del Rosario<br />

Pellegrina al santuario mariano, il 12<br />

dicembre scorso, Suor Isabel Mondrayon<br />

Bocaneyra, di Tlalnepantla, in<br />

Messico. È un avvenimento davvero<br />

singolare ad aver condotto la religiosa<br />

messicana qui a Pompei, assieme a tutta<br />

la sua famiglia (foto in basso). L’episodio<br />

risale a circa due anni fa, quando Suor<br />

Isabel si è vista recapitare, presso la sua<br />

casa, una tela raffigurante la Vergine<br />

di Marida D’Amora<br />

del Rosario di Pompei. Ignara dell’identità<br />

di chi gliene faceva dono e del<br />

luogo di provenienza dell’Icona, Suor<br />

Isabel raccontò l’accaduto a Suor Auxiliadora<br />

Fernandez Hernandez, sua<br />

consorella, che conoscendo la storia<br />

della città mariana e del suo santuario,<br />

le donò una copia della nostra rivista,<br />

per mostrarle il luogo in cui è custodita<br />

la sacra Icona, di cui ella aveva ricevuto<br />

una copia. Tra le pagine de “Il Rosario<br />

e la Nuova Pompei”, Suor Isabel, oltre<br />

ad apprendere notizie e avvenimenti<br />

della vita della città mariana, del santuario<br />

e delle opere di carità, venne a conoscenza<br />

del fatto che la Basilica mariana<br />

necessitava, in quel periodo, di fondi per<br />

l’avvio di lavori di restauro e per l’acquisto<br />

di banchi nuovi. A quel punto, decise<br />

di adoperarsi per cercare benefattori<br />

che potessero contribuire ad aiutare<br />

la Chiesa di Pompei. E vi riuscì!<br />

Da quel momento, Suor Isabel si sentì<br />

profondamente e intimamente legata a<br />

Pompei, dove, in occasione del suo 25°<br />

anniversario di Professione Religiosa,<br />

ha deciso di recarvisi per rendere grazie<br />

alla Vergine del Rosario. Con lei,<br />

anche il fratello Alejandro, sacerdote,<br />

che quest’anno celebra, invece, il 5°<br />

anniversario di sacerdozio, i genitori,<br />

Guadalupe e Manuel, che festeggiano<br />

il 50° anniversario di matrimonio, e la<br />

sorella Laura, che non poteva non essere<br />

presente in questo giorno così<br />

importante per tutta la famiglia.<br />

Sono tornati a far visita al Santuario<br />

di Pompei, il 23 dicembre, gli amici<br />

dell’Associazione “Apurimac onlus”,<br />

guidati dal Presidente del Comitato regionale<br />

per la Campania, Nunzio Ciriello,<br />

organizzatore e promotore del<br />

pellegrinaggio. Per la seconda volta a<br />

Pompei, i fedeli di Pomigliano d’Arco<br />

(foto in alto), dove è situata la sede<br />

campana dell’Associazione, si sono proposti<br />

di rendere, quello con la Vergine<br />

del Rosario, un appuntamento fisso.<br />

L’impegno è quello di recarsi in visita<br />

al santuario mariano almeno due volte<br />

l’anno, nei periodi di Quaresima e Avvento.<br />

Durante il viaggio in pulmann, i<br />

fedeli hanno recitato il Rosario, preparandosi<br />

all’incontro con Maria, Madre<br />

premurosa alla quale affidare angosce,<br />

dolori e speranze. I membri di questa<br />

Associazione, che dal 1992 offre sostegno<br />

ai missionari agostiniani in Perù, e<br />

tutti coloro che offrono un valido aiuto<br />

all’Apurimac, con adozioni a distanza,<br />

contributi economici e altre forme di<br />

collaborazione, sono venuti qui per chiederLe<br />

aiuto affinché li prenda per mano<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

34<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [82]


e li guidi in questa loro “missione” a favore<br />

dei più deboli e dei più disagiati.<br />

Da San Fele (PZ), piccolo comune della<br />

Basilicata, è giunto in pellegrinaggio, il 5<br />

gennaio, un gruppo di fedeli della parrocchia<br />

“Santa Maria della Quercia”. I<br />

pellegrini (foto a destra), accompagnati<br />

dal parroco, Don Francesco Consiglio,<br />

hanno visitato il santuario mariano per la<br />

prima volta. Nonostante i disagi causati<br />

dal maltempo e dal manto stradale ricoperto<br />

di neve, i fedeli non hanno voluto<br />

mancare all’appuntamento con la<br />

Vergine, alla quale hanno affidato i propri<br />

familiari e tutta la comunità parrocchiale.<br />

Durante la giornata trascorsa a Pompei,<br />

hanno condiviso momenti di riflessione<br />

e preghiera e partecipato, poi, alla<br />

santa Messa celebrata da Don Consiglio<br />

nella Cappella “Beato Bartolo Longo”.<br />

«Far conoscere agli uomini l’amore<br />

che Dio porta loro, affinché tutti lo<br />

amino e nessuno l’offenda». Questo<br />

il grande desiderio di Don Eustachio<br />

Montemurro, medico dotato di grande<br />

senso di responsabilità e carità cristiana,<br />

politico impegnato nella strenua<br />

difesa dei più umili, docente amorevole<br />

verso i giovani che gli erano affidati e,<br />

infine, sacerdote umile e obbediente.<br />

Questo il messaggio che ha lasciato<br />

ai suoi figli e figlie spirituali che, dal 2<br />

gennaio 1923, giorno in cui ha lasciato<br />

la vita terrena, diffondono in tutto<br />

il mondo. Sono i Piccoli Fratelli del<br />

SS.mo Sacramento e le Figlie del Sacro<br />

Costato, presenti oggi nella Chiesa in<br />

due distinte Congregazione di diritto<br />

pontificio, Suore Missionarie Catechiste<br />

del Sacro Cuore e Suore Missionarie<br />

del Sacro Costato e di Maria SS.ma<br />

Addolorata. Proprio queste ultime, il 2<br />

gennaio scorso, hanno celebrato il loro<br />

centenario al Santuario di Pompei, con<br />

un pellegrinaggio che ha visto coinvolti<br />

sacerdoti, religiosi, associati e laici della<br />

Congregazione, provenienti da numerose<br />

regioni d’Italia come Campania, Puglia,<br />

Pellegrini del Rosario<br />

Lazio, Sardegna, Veneto, Toscana, Molise<br />

e Basilicata. Pompei, dove il Servo<br />

di Dio Eustachio Montemurro si trasferì<br />

nel 1914, fu teatro, fino alla fine dei suoi<br />

giorni, del suo instancabile e zelante<br />

apostolato, durante il quale insegnò il catechismo<br />

a ragazzi e adulti, si occupò<br />

della cura spirituale dei figli e delle figlie<br />

dei carcerati, trascorse lunghe ore nel<br />

confessionale della Basilica, visitava le<br />

famiglie sparse per i casolari di Valle di<br />

Pompei, si occupò della cura pastorale<br />

e fisica degli ammalati e moribondi,<br />

in particolare al dilagare della famosa<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

35<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [83]


Pellegrini del Rosario<br />

epidemia della febbre “spagnola”, che<br />

in quegli anni fece molte vittime, e seguì<br />

con paterna sollecitudine le sorti<br />

delle Figlie del Sacro Costato le quali,<br />

dal 1918, correvano il pericolo di una<br />

scissione. Dunque, il pellegrinaggio ha<br />

avuto una triplice motivazione. Primo<br />

fra tutti, i festeggiamenti in onore del 1°<br />

centenario della Congregazione. Grande<br />

desiderio era, infatti, proprio quello<br />

di partecipare a una Celebrazione Eucaristica<br />

che fosse un ringraziamento<br />

per tutti i doni celesti ricevuti lungo<br />

questo arco di tempo: l’umile servizio<br />

Nello stesso periodo abbiamo registrato<br />

i seguenti pellegrinaggi:<br />

Nazioni Estere: Germania, Irlanda, Polonia, Stati Uniti d’America,<br />

Ungheria.<br />

Paesi e Province: Afragola, Andria, Ariano Irpino, Avellino,<br />

Aversa, Bagnara Calabra, Bagnoli, Bellizzi, Calvi, Calvizzano,<br />

Campagna, Carbonara, Casal di Principe, Caserta, Casoria, Cassino,<br />

Castellammare di Stabia, Castrocielo, Cerignola, Crispiano,<br />

Crotone, Giffoni Valle Piana, Gravina in Puglia, Isernia, Lavello,<br />

Marcianise, Mercato San Severino, Mesagne, Modica,<br />

Molfetta, Montecorvino Rovella, Monte di Procida, Montella,<br />

Mottola, Napoli, Oristano, Penta, Petina, Poggiomarino, Pomigliano<br />

d’Arco, Pontecagnano, Potenza, Pozzuoli, Procida,<br />

Rionero Sannitico, Roccamonfina, Roccaraso, Roma, Ruvo di<br />

Puglia, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, San<br />

Severo, Santa Maria Capua Vetere, Santi Cosma e Damiano,<br />

Soccavo, Taranto, Termoli, Terracina, Torremaggiore, Torre Orsaia,<br />

Toro, Trani, Trebisacce, Trecchina, Trinitapoli, Villaricca.<br />

Gruppi, Movimenti e Associazioni: Apostolato della Preghiera<br />

di Agropoli (SA); Associazione “AMASI” di Salerno, “A.M.I.” di<br />

alla Chiesa attraverso le varie opere<br />

apostoliche nello spirito del Carisma<br />

che caratterizza la Congregazione, vocazioni<br />

ed espansione missionaria in<br />

tanti Paesi del Mondo. Poi, il ricordo di<br />

quello che avvenne 86 anni fa: il 2 gennaio<br />

1923, in un’umile casetta situata alle<br />

spalle del Santuario, Don Eustachio<br />

Montemurro tornava alla casa del Padre.<br />

La sua vita, completamente donata<br />

a Dio e al prossimo, in cui la sua<br />

missione fu quella di far conoscere al<br />

mondo quanto è grande l’amore di<br />

Dio, ha ispirato tanti ragazzi e ragazze<br />

che, come lui, hanno lasciato tutto per<br />

seguire Gesù sulle orme della povertà,<br />

dell’obbedienza e della castità. Infine,<br />

in questo stesso giorno, Suor Filomena<br />

Valentino, originaria di Marcianise, in<br />

provincia di Caserta, ha professato i<br />

voti perpetui. Presenti alla Celebrazione<br />

Eucaristica, presieduta da Mons. Pasquale<br />

Mocerino, Vicario Generale della<br />

Chiesa di Pompei, anche la Madre<br />

Generale, Madre Fides Sebis, le Provinciali,<br />

Suor Maria Pina Curreli e Suor<br />

Amerilde Di Pierro, e le consorelle di<br />

Pompei.<br />

Avellino, “Anni D’Argento” di Nocera Inferiore (SA), “AUSER” di<br />

Lamezia Terme (CZ), “Il Girasole” di San Nicola la Strada (CE) e<br />

“U.N.S.I.” di Napoli; Centro Sociale Anziani di Colleferro (RM),<br />

“Don Onorio Rocca” di Sant’Agnello (NA) e “Nuova Solidarietà”<br />

di Cardito (NA); Confraternita “Madonna del Rosario” di Belvedere<br />

Marittimo (CS); Congrega “SS.mo Corpo di Cristo” di<br />

Giugliano in Campania (NA); Corale “Santa Maria del Lauro” di<br />

Meta (NA); Gruppo “Amici di Padre Pio” di Foggia; Gruppo di<br />

Preghiera Mariano di Lucera (FG); Gruppo di Preghiera “Padre<br />

Pio” di San Giovanni Rotondo (FG); Istituto Comprensivo “B.<br />

Croce” di Lauro (AV); Unione Sportiva “Fortitudo” di Moliterno<br />

(PZ); Unitalsi Lucana sezione di Potenza; 2° Circolo Didattico “F.<br />

Giampaglia” di Ercolano (NA);<br />

Comunità Religiose: Convento di “San Francesco” di Fiesole<br />

(FI) e di “Sant’Antonio” di Torre del Greco (NA);<br />

Prenota in tempo il tuo pellegrinaggio a Pompei<br />

Tel. +39 081 8507000 +39 081 8577379<br />

Fax +39 1782238781 +39 081 8577482<br />

rettorato@santuariodipompei.it<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

36<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [84]


Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

37<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [85]


in libreria a cura di Lucio Giacco<br />

Per felice e provvidenziale coincidenza,<br />

il volume di Antonio Illibato<br />

è uscito a pochi giorni dalla firma<br />

- il 6 dicembre 2009 - del decreto di<br />

approvazione del miracolo avvenuto<br />

per intercessione di Caterina Volpicelli<br />

da parte di Benedetto XVI,<br />

che permetterà alla fondatrice delle<br />

Ancelle del Sacro Cuore di essere<br />

presto canonizzata insieme ad<br />

altri cinque Beati.<br />

Pompei, ricordando la santa amicizia<br />

che legò il Beato Bartolo Longo<br />

alla nobildonna napoletana - di<br />

cui il volume tratta ampiamente -<br />

esulta dal profondo del cuore per<br />

questo evento, ormai prossimo, con<br />

cui il magistero ecclesiastico riconosce<br />

e consacra, a livello più alto<br />

e solenne, la testimonianza di fede<br />

e di opere di Caterina Volpicelli,<br />

additandola come modello esemplare<br />

di santità per tutta la Chiesa<br />

universale.<br />

La sua parabola esistenziale si consumò<br />

nell’arco di cinquantacinque<br />

anni (Napoli 1839-1894), in un<br />

tempo particolarmente complesso<br />

e difficile della storia civile e religiosa<br />

del sud Italia. La fine del regno<br />

di Napoli non rappresentò solo<br />

la fine di un’epoca ma ebbe conseguenze<br />

imprevedibili fino ad allora<br />

e sul piano religioso e sul piano<br />

socio-economico. Furono anni decisivi<br />

che segnarono il trapasso dal<br />

governo borbonico al nuovo regno<br />

d’Italia e la lacerazione delle coscienze<br />

dei credenti, anche a Napoli,<br />

procurata dalla contrapposizione<br />

tra Stato e Chiesa. A Napoli<br />

furono soppressi conventi, monasteri,<br />

congregazioni religiose e seminari.<br />

In questo contesto attraversato da<br />

profonde lacerazioni, inquietudini<br />

e disagi sociali s’inserisce il cammino<br />

di fede di Caterina Volpicelli e<br />

il suo nuovo modo di vivere i valori<br />

spirituali con un nuovo modello di<br />

vita religiosa. Anziché rinchiudersi<br />

con la sue Ancelle in convento,<br />

Caterina si aprì all’esigenze della<br />

società, attraversandola in lungo e<br />

largo per riguadagnarla agli ideali<br />

cristiani. La sua casa fu un cenacolo<br />

di spiritualità per uomini e donne,<br />

ecclesiastici e laici, straordinari<br />

per santità e impegno apostolico,<br />

che hanno scritto luminose pagine<br />

della storia della spiritualità napoletana<br />

del secondo Ottocento. Anche<br />

il Beato Bartolo Longo fece parte<br />

di questa cerchia di santi amici, come<br />

ricorda Illibato, profondo conoscito-<br />

re del nostro, avendone scritto la poderosa<br />

biografia in tre volumi: “Un<br />

cristiano tra Otto e Novecento”, edita<br />

dal Santuario di Pompei, tra il<br />

1996 e il 2002.<br />

Principio ispiratore e dinamico della<br />

vita spirituale e dell’apostolato della<br />

Volpicelli fu la devozione al Sacro<br />

Cuore, devozione nata in Francia,<br />

di cui divenne ardente promotrice.<br />

Questo particolare impegno le permise<br />

di intrattenere relazioni con<br />

cardinali e vescovi, con famosi ecclesiastici<br />

e personalità napoletane<br />

di alto rango, con fondatori e fondatrici<br />

di congregazioni religiose<br />

e con tanti altri, che come lei, segnarono<br />

in profondità l’Ottocento<br />

meridionale.<br />

Merito di Illibato è l’averci messo<br />

tra le mani una biografia scritta<br />

con metodologia storiografica, che<br />

ci permette di leggere la vicenda<br />

di Caterina Volpicelli nel contesto<br />

più ampio e articolato dei problemi<br />

del suo tempo, offrendoci uno<br />

spaccato attendibile e interessante<br />

della condizione e della spiritualità<br />

femminile dell’Ottocento, insieme<br />

ad un ampio panorama della storia<br />

sociale e religiosa del Mezzogiorno<br />

d’Italia in età contemporanea.<br />

Le “Lodi a Maria”, proposte in italiano,<br />

francese e inglese, sono “il diario spirituale”<br />

dell’incontro che Maria Antonietta<br />

Elia ha avuto con Nostra Signora di<br />

Lourdes, nel cui santuario ha compiuto<br />

un vero pellegrinaggio di fede. Qui,<br />

l’autrice si libera dalle problematiche<br />

personali, per aprirsi alla presenza gloriosa<br />

e celeste dell’Immacolata, donna<br />

da cantare e lodare, da ringraziare per<br />

gli effetti benefici della sua azione materna,<br />

per la sua esemplarità e per il suo<br />

magistero di vita spirituale. Tutto ciò<br />

Maria Antonietta Elia lo narra in versi<br />

e innalzando una preghiera di lode alla<br />

Vergine, una preghiera non solitaria e<br />

individuale, ma comunitaria, aperta a<br />

tutti quelli, come lei, pellegrini alla grotta<br />

di Massabielle.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

38<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [86]


L’anno giubilare di Lourdes, a<br />

centocinquanta anni delle apparizioni<br />

avvenute alla grotta di Massabielle,<br />

allora sconosciuto paese<br />

dei Pirenei, ha prodotto una ricca<br />

letteratura sull’argomento. Anche<br />

noi ce ne siamo interessati proponendo<br />

ai nostri lettori alcune tra le<br />

più significative pubblicazioni.<br />

Sull’argomento presentiamo, ora,<br />

un testo accattivante, scritto con<br />

linguaggio giornalistico, con atteggiamento<br />

neutrale e con solo<br />

intento documentaristico, senza<br />

la pretesa di scrivere un’agenda<br />

o una storia di miracoli, come gli<br />

stessi Autori dichiarano.<br />

È narrata la storia di Bernadette<br />

Soubirous, una giovane semplice<br />

e poverissima alla quale appare<br />

una “Signora vestita di bianco”,<br />

l’Immacolata Concezione. È l’11<br />

febbraio 1858. Proprio in quei gior-<br />

ni uno studioso italiano si imbatte,<br />

nel corso di un viaggio nella zona<br />

dei Pirenei, nella notizia di miracoli<br />

avvenuti a Lourdes. Il suo<br />

in libreria<br />

Tre motivi sono all’origine di questo nuovo testo di Padre<br />

Giuseppe Buono, membro del Pontificio Istituto Missioni<br />

Estere, fondatore del Movimento Giovanile delle Pontificie<br />

Opere Missionarie, docente di Missionologia e di<br />

Bioetica e Religioni: l’Anno Paolino indetto da Benedetto<br />

XVI, la conclusione del Sinodo dei Vescovi, celebrato in<br />

Vaticano dal 5 al 26 ottobre 2008, sul tema “La Parola di<br />

Dio nella vita e nella missione della Chiesa” e il prossimo<br />

cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale (21<br />

giugno 1959). Ma ciò che lo ha convinto a produrre una<br />

sua pubblicazione è stato, soprattutto, il Messaggio finale<br />

del Sinodo dei Vescovi, un’occasione da non perdere per<br />

approfondire l’esperienza apostolica e missionaria di Paolo<br />

per riproporla a tutti, in particolar modo ai missionari:<br />

“… quello che mi ha colpito e l’aver notato come esso è<br />

pervaso dallo spirito missionario, dalla teologia e dalla contemplazione<br />

e dall’amore a Cristo e alla Chiesa di Paolo<br />

di Tarso”. Una rilettura di Paolo proposta con strumenti<br />

nuovi: “… presento l’identità missionaria di Paolo facendo<br />

parlare lui; rileggo il suo pensiero e la sua prassi evangelizzatrice”<br />

per offrire agli apostoli di oggi un quadro con il<br />

quale confrontarsi.<br />

Il testo è presentato da Mons. Robert Sarah, Arcivescovo<br />

emerito di Conakry, Segretario della Congregazione per<br />

l’Evangelizzazione dei Popoli.<br />

animo curioso e i suoi interessi in<br />

campo religioso - improntati a spirito<br />

razionalistico - lo spingono a<br />

cercare Bernadette e la sua famiglia,<br />

a indagare l’ambiente sociale<br />

e culturale nel quale il fenomeno<br />

si è sviluppato, a incontrare i comprimari<br />

e gli spettatori della vicenda:<br />

intellettuali, preti, borghesi<br />

diffidenti, poveri contadini, piccoli<br />

commercianti (tutti realmente esistiti)<br />

di questa zona isolata della<br />

Francia che già dopo qualche anno<br />

si vedrà collegata alla rete ferroviaria<br />

nazionale. Ne esce un racconto<br />

vivido e appassionante che<br />

prosegue nelle memorie del figlio<br />

del protagonista, così che anche<br />

gli accesi dibattiti che si svilupparono<br />

negli anni, la beatificazione<br />

di Bernadette nel 1925 e la sua canonizzazione<br />

nel 1933, trovano un<br />

fedele resoconto.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

39<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [87]


in libreria<br />

Il Beato Bartolo Longo fu scrittore<br />

mariano, erudito e brillante, il più<br />

grande promotore laico, tra XIX e<br />

XX secolo, della devozione mariana.<br />

Preziosa testimonianza delle origini<br />

e dell’impegno che caratterizzò, in<br />

maniera indelebile, la vita del Beato<br />

a Pompei per oltre un cinquantennio,<br />

è l’opuscolo: “Le Ro s e d i Ma R i a.<br />

Ricordo della prima festa del SS. Rosario<br />

nel recinto delle sorgenti mura<br />

del nuovo Tempio in Pompei ai 28 di<br />

ottobre 1877”, pubblicato a soli cinque<br />

anni dal suo arrivo a Valle di<br />

Pompei nel 1872. Gli Autori parlano<br />

di quest’opera come di “Un testo<br />

classico, di pregevole significato, da<br />

molti ignorato. Un libro singolare:<br />

dalla interpretazione della Ro s a, fiore<br />

dal fascino e dalla fragranza sublime,<br />

ad una documentata storia<br />

del Ro s a R i o”. Per questo motivo, ne<br />

hanno ristampato la prima parte,<br />

corredandola di note sui più importanti<br />

personaggi e fatti citati, con<br />

l’aggiunta di notizie, talvolta scarne<br />

e incomplete, sul salterio liturgico,<br />

sull’origine del Rosario, su San Domenico<br />

e Santa Caterina da Siena,<br />

sulla devozione dei Papi al Rosario e<br />

su alcuni aspetti della vita e dell’opera<br />

di Longo a Pompei. Le immagini che<br />

impreziosiscono il testo sono tratte<br />

da opere originali, appositamente<br />

eseguite da Rosa Avellino.<br />

Il volume raccoglie alcune relazioni<br />

sulla pastorale familiare<br />

che l’Autore ha avuto<br />

modo di fare negli ultimi anni<br />

agli operatori pastorali di varie<br />

diocesi della Campania.<br />

Le riflessioni di questo volume<br />

sono state organizzate per<br />

offrire materiale di studio e di<br />

approfondimento a chi opera<br />

con passione in questo ambito<br />

così delicato e decisivo della<br />

pastorale. È un testo che nasce<br />

dal contatto vivo con gli sposi<br />

e i loro problemi; ma riflette<br />

anche l’esperienza pastorale<br />

e cerca di individuare le linee<br />

per un autentico rinnovamento<br />

della pastorale familiare. Don<br />

Silvio è Direttore dell’Ufficio<br />

diocesano della Famiglia e del<br />

Consultorio familiare nella diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. Nel 1993 ha<br />

fondato l’associazione “Progetto Famiglia onlus”, che s’impegna a favore<br />

della famiglia e dei minori, con particolare attenzione alla vita nascente.<br />

Dal 2006 dirige la rivista “Punto Famiglia”- da lui stesso fondata - , che<br />

si occupa di tematiche familiari. Per le EDB ha pubblicato “Sulle orme di<br />

Nazaret”, una riflessione sull’esperienza coniugale di Maria e Giuseppe.<br />

“Lettere e Poesie” è l’ultimo dei cinque<br />

volumi della produzione letteraria e<br />

poetica dell’Autore. La sua prima opera:<br />

“Poesie e canzoni”, risale al 1989. Nella<br />

prefazione, Domenica Rea lo definì<br />

“poeta innamorato di Dio”, esprimendo<br />

un lusinghiero giudizio per la sua arte: “Il<br />

suo è uno scenario luminoso, cristallino,<br />

fatto di paesaggi solari; un mondo che<br />

non ha traccia di anarchia, di fatiscenza<br />

o di spreco, ma che può risolvere i suoi<br />

problemi con il messaggio cristiano di<br />

una fratellanza universale (...). Le poesie<br />

di Gennaro Piccirillo sono efficaci messaggi<br />

edificanti, boccate d’aria pulita e<br />

benefica, propizie in un momento così<br />

critico per la nostra società: è un dovere<br />

farle conoscere!”. Un giudizio che<br />

si attaglia stupendamente a questa<br />

raccolta di lettere, scritte al quotidiano<br />

“Il Mattino”, e per le numerose liriche,<br />

antiche e nuove, che l’accompagnano<br />

presentando uno spaccato di vita illuminato<br />

dalla fede, dall’amore per Dio<br />

e per l’uomo. “Accumular tesori, trascurando<br />

i Valori, è vivere senz’anima.<br />

La vita, senza la poesia dei sentimenti,<br />

è una corsa insensata, protesa verso il<br />

niente!”. Pensa così, Gennaro Piccirillo. E,<br />

noi, con lui!<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

40<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [88]


in libreria<br />

Il volume porta a compimento il progetto<br />

di Mons. Cipriani di presentare<br />

una galleria dei personaggi più<br />

significativi dell’Antico e Nuovo<br />

Testamento. Dopo il Sinodo dei Ve-<br />

scovi di ottobre 2008, sul ruolo della<br />

Parola di Dio nella vita dei fedeli e<br />

della Chiesa, è davvero interessante<br />

conoscere più da vicino e con immediatezza<br />

di linguaggio come personaggi,<br />

quali Giovanni Battista,<br />

Pietro, Paolo, Matteo, Maria di Nazareth,<br />

il suo sposo Giuseppe e tanti<br />

altri, abbiano incontrato la Parola e si<br />

siano nutriti di essa, fino a diventarne<br />

servi. Con maestria, l’Autore ne<br />

offre uno spaccato di vita sobrio ed<br />

essenziale, evidenziando il modo<br />

con cui si sono lasciati “afferrare” da<br />

Dio, attraverso la sequela Christi. Il<br />

grande spessore umano, la fede vera,<br />

e la simpatia che li contraddistingue<br />

consentono al lettore, non solo<br />

credente, di confrontarsi con le<br />

esperienze di “uomini e donne” capaci<br />

di trasmettere un messaggio<br />

altissimo di umanità e di crescita di<br />

fede.<br />

L’acquisto dei due volumi darà luogo a uno sconto del 30%.<br />

Il Santuario di Pompei ha una nuova<br />

“Guida illustrata”, completamente<br />

rivisitata nella grafica e nei contenuti.<br />

Gli Autori hanno voluto offrire a<br />

pellegrini, turisti e visitatori occasionali<br />

uno strumento capace d’introdurli<br />

nell’affascinante e suggestiva<br />

storia di un Tempio che ha dato<br />

origine alla nuova città di Pompei.<br />

La visita inizia da Piazza Bartolo<br />

Longo, cuore della città mariana,<br />

verso il cui centro confluiscono tutte<br />

le strade d’ingresso: da Napoli e da<br />

Salerno, dai Paesi Vesuviani e dalla<br />

Penisola Sorrentina. La Guida è disponibile<br />

anche nelle edizioni in lingua<br />

inglese, francese e spagnola.<br />

Quest’agile sussidio raccoglie alcuni schemi della Via Crucis utilizzati nel<br />

Santuario di Pompei per la preghiera e la devozione dei fedeli, durante il<br />

tempo della Quaresima, in forma sia assembleare, che individuale. La peculiarità<br />

della pubblicazione sta nel fatto che essa attinge a quel grande tesoro<br />

di fede e di amore che sono gli scritti del Beato Bartolo Longo. Molte delle<br />

preghiere utilizzate a conclusione delle singole stazioni appartengono a Lui.<br />

Edizioni<br />

Sa n t ua r i o<br />

d i Po m P E i<br />

Per informazioni:<br />

EDIZIONI SANTUARIO DI POMPEI<br />

Piazza Bartolo Longo, 1<br />

80045 POMPEI (NA)<br />

Tel. (+39) 081 8577492<br />

edizioni@santuario.it<br />

www.santuario.it<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

41<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [89]


Per favore, accendete una candela davanti alla Vergine<br />

di Pompei per una grazia, una grande grazia,<br />

ricevuta da mia figlia, Khwema-Maria che vive<br />

in Oklahoma, USA, per mezzo della devozione potente<br />

dei “Quindici Sabati”. Stavo facendo molte novene per<br />

l’ammissione di mia figlia alla Scuola Medica negli USA<br />

(dove lei già vive). Dopo vari tentativi falliti, ho iniziato la<br />

devozione dei “Quindici Sabati”. Esattamente al 4° sabato,<br />

ho ricevuto tre grandi grazie. Khwema-Maria ha superato<br />

non solo l’esame di ammissione alla Scuola Medica<br />

ma ha ricevuto anche una borsa di studio di 5.800 dollari.<br />

In secondo luogo, ho ricevuto una lettera da mio fratello<br />

Aloyse che da circa otto mesi non si faceva vivo con me.<br />

E molte lettere che gli avevo inviato erano rimaste senza<br />

risposta, con mia forte preoccupazione. Infine, gli abitanti<br />

del villaggio dove sono cresciuta, alle pendici del Kilimagiaro<br />

a Moshi, Tanzania, hanno accolto la mia richiesta di<br />

costruire una chiesa dedicata a S. Teresa di Lisieux, per<br />

favorire la partecipazione dei malati e di coloro che non<br />

possono andare in cattedrale a causa del lungo cammino<br />

da percorrere. Sono fiduciosa che la Provvidenza mi farà<br />

trovare i fondi necessari per portare a termine questo progetto,<br />

che ho avviato in seguito alle grazie che Mamma<br />

Maria ha concesso alla mia famiglia per intercessione di<br />

Bartolo Longo e la devozione dei “Quindici Sabati”.<br />

Theresia A. Missanga - Asmara (Eritrea)<br />

Grati alla M<br />

a cura di Ciro Cozzolino<br />

Ora veramente capisco che la nostra vita è, in ogni<br />

istante, nelle mani di Dio. Una mattina di gennaio<br />

dello scorso anno, mentre percorrevo una strada<br />

presso Roma, una signora che proveniva dall’altra corsia,<br />

per un malessere, ha perso il controllo della propria autovettura<br />

e, invadendo la corsia opposta, è venuta, a piena<br />

velocità, a sbattere lateralmente addosso alla mia auto.<br />

Mentre, in una frazione di secondo, la mia auto andava a<br />

finire contro il tronco di un albero sulla destra della strada,<br />

un grido d’invocazione: Madonna mia! E poi, dopo l’impatto,<br />

ancora: Madonna Santa di Pompei! Un’invocazione<br />

naturale per uno come me legato al mondo pompeiano<br />

ed anche per averla sentita pronunciare per anni da mia<br />

madre, ora scomparsa. E che dire, la seconda invocazione<br />

l’avevo potuta fare per una grazia della Madonna di Pompei,<br />

cioè, ero salvo! Non solo la mia vita era stata salvata,<br />

ma incredibilmente anche quella della signora che aveva<br />

provocato l’incidente. Con l’impatto, infatti, lei era rientrata<br />

nella propria corsia e, riprendendosi, si era fermata ed<br />

era indenne anch’essa. I Vigili del Fuoco hanno riscontrato,<br />

infatti, che se in quel momento non fossi passato io, la<br />

signora non avrebbe potuto salvarsi, perché sarebbe finita<br />

o contro un albero o nel fossato laterale. Proprio così: una<br />

doppia grazia della Madonna del Santo Rosario di Pompei!<br />

Grazie, Madonna mia!<br />

A. L. - Roma<br />

Cara mamma è da tanto che volevo scriverti per ringraziarti<br />

delle infinite grazie offerte dal tuo cuore<br />

alla mia miserabile anima. Ti chiedo perdono per il<br />

mio ritardo e per la mia trascuratezza. In particolar modo,<br />

desideravo dirti con tutto il mio cuore Grazie per aver<br />

esaudito una mia intima preghiera. Da qualche tempo, pur<br />

conoscendo un bravo giovane, che il buon Dio aveva posto<br />

sul cammino della mia vita, non riuscivo a sciogliere<br />

nel mio cuore spazzando via dubbi e paure che bloccavano<br />

impedendomi d’innamorarmi! A Te, mamma cara, mi<br />

sono rivolta, chiedendoti, se fosse volontà di Dio, se fosse<br />

lui la persona che Gesù aveva scelto per costruire con me<br />

una santa famiglia, di aiutarmi ad amarlo, a infiammare il<br />

mio cuore così spento e arido. E Tu, Mamma generosa e<br />

buona, hai accolto la mia preghiera attraverso la Novena a<br />

te dedicata, e pian piano col tempo, hai compiuto un prodigio<br />

in me; mi hai avvicinato a lui …e fra meno di due<br />

mesi, sarò, in Dio, sua sposa! Grazie mamma cara! Grazie<br />

Regina dell’Amore perché ci ami così!<br />

Domi - Bari<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

42<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [90]


adonna e al Beato<br />

Sono devotissima alla Beata Vergine di Pompei da<br />

settant’anni, desidero manifestare tutta la mia riconoscenza<br />

per avermi aiutato in un intervento chirurgico<br />

subìto nello scorso mese di maggio. Ero affetta da<br />

tumore benigno al nervo acustico. L’intervento si presentava<br />

molto rischioso perché era interessata una parte del<br />

cervello. Dopo più consulti medici, mio figlio, anche lui<br />

medico, mi ha indirizzato all’Ospedale San Raffaele di<br />

Milano, dove attraverso una cura radioterapica la massa<br />

tumorale è stata bruciata impedendo che potesse espandersi<br />

procurando guai seri al cervello. Ho superato bene<br />

la terapia sentendomi sorretta e assistita in ogni momento<br />

dalla mia mamma Celeste, che mi ha aiutato e confortata<br />

in ogni momento della mia vita. Ho settant’anni e tra sei<br />

mesi dovrò fare una risonanza magnetica per sapere se la<br />

terapia ha prodotto un effetto duraturo. Mi affido alla Beata<br />

Vergine Maria e vi chiedo di unirvi alle mie preghiere.<br />

Giannina Frunzi - Napoli<br />

Fin da piccola sono stata una fervente devota della<br />

Vergine del Rosario. Sono venuta spesso a Pompei<br />

nel corso degli anni per pregare e ringraziare la Madonna.<br />

Ho ricevuto tantissime grazie dal Signore per sua<br />

intercessione. La ringrazio pubblicamente perché grande<br />

Dio, Padre di misericordia, noi ti lodiamo per aver donato<br />

alla storia degli uomini il Beato Bartolo Longo, ardente<br />

apostolo del Rosario e luminoso esempio di laico<br />

impegnato nella testimonianza evangelica della fede e<br />

della carità.<br />

Noi ti ringraziamo per il suo straordinario cammino spirituale,<br />

le sue intuizioni profetiche, il suo instancabile<br />

prodigarsi per gli ultimi e gli emarginati,<br />

la dedizione con cui servì filialmente la tua Chiesa<br />

e costruì la nuova città dell’amore a Pompei.<br />

Noi ti preghiamo, fa’ che il Beato Bartolo Longo<br />

sia presto annoverato tra i Santi della Chiesa universale,<br />

perché tutti possano seguirlo come modello di vita<br />

e godere della sua intercessione. Amen<br />

è stato il suo aiuto per me e tutta la mia famiglia. Tempo<br />

fa il mio secondo figlio ebbe un grave strappo alla gamba<br />

e poteva perdere il posto di lavoro, tanto desiderato. Ho<br />

pregato tantissimo, insieme a mio marito, con la Novena<br />

e la Supplica. Con l’aiuto divino dopo alcuni mesi e tante<br />

cure, mio figlio è guarito mantenendo il lavoro e ha continuato<br />

la sua attività professionale. Anch’io sono viva<br />

per miracolo perché dopo una rovinosa caduta dalle scale<br />

sono finita in rianimazione ma, grazie alla Madonna, sto<br />

bene. Rivolgo immense lodi e ringraziamenti alla Regina<br />

del Santo Rosario di Pompei affinché vegli sempre con la<br />

sua protezione su di me e la mia famiglia. Invito tutti a pregare<br />

sempre con grande fede affidandosi a Dio e alla Santa<br />

Vergine perché non tarderà ad arrivare il suo aiuto.<br />

A.M. - Gaeta (Latina)<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

43<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [91]


I nostri lettori ci scrivono<br />

Abbiamo bisogno di sacerdoti!<br />

Carissimi vi inviamo, pensando di farvi piacere, una nota riguardante<br />

ciò che idealmente ci unisce al Santuario della Madonna<br />

di Pompei. La speranza è che possa uscire sul vostro bollettino,<br />

magari anche nella edizione spagnola. Chissà che non incontriamo<br />

un sacerdote dotato di spirito missionario che ci aiuti<br />

a salvare tante piccole anime. In forma ingenua e scolastica,<br />

come si addice al posto, primitivo e popolare, la sacra immagine<br />

della Beata Vergine di Pompei, è stata dipinta nella Chiesa<br />

dedicata al Santo Padre Giovanni Paolo II, fatta erigere da una<br />

nostra conterranea, la signora Maria Rosaria Soprano, cugina<br />

del Rettore del santuario di Pompei, e da lui certamente ispirata,<br />

con l’aiuto del coniuge Giuseppe Mazzoni che, in Colombia,<br />

in uno dei barrios più poveri della cittadina di Cartagena de<br />

Indias, assiste integralmente centinaia di bambini bisognosi.<br />

Quello dell’educazione alla vera fede, all’indottrinamento cristiano<br />

e alla catechesi, è una nostra preoccupazione costante,<br />

in un ambiente e in un paese tra i più tormentati, del continente<br />

sudamericano. I volontari laici, i missionari e i fedeli che intendono<br />

offrire la loro ispirata opera per il riscatto dei derelitti,<br />

dei minori e delle loro famiglie che, con gioia e trepidazione,<br />

vedendo l’erigersi del Tempio del Signore, sperano nella presenza<br />

di un “Padre” amoroso che li guidi nella sacra funzione<br />

domenicale e nei principali Sacramenti cristiani, iniziando dal<br />

Battesimo che, molti dei piccoli non hanno potuto ricevere, per<br />

la mancanza di chiese vicine e la spesa di trasporto in città. Vor-<br />

Un volume di liriche italo-tedesche<br />

a cura di Augusto Di Vittorio<br />

remmo che il messaggio di Papa Benedetto XVI per l’incontro<br />

con le comunità e l’esortazione di Giovanni Paolo II, il Santo<br />

che ci guida e ispira, nel cui nome operiamo, perché le più piccole<br />

creature del Signore, i bambini, si sentano amati e seguiti<br />

nel loro procedere spirituale. Sotto lo sguardo materno, direttamente<br />

protetti dalla Beata Vergine del Rosario di Pompei, di<br />

cui ora possono onorare l’effigie e un giorno … conoscerne, le<br />

Grazie e la munificenza, con l’aiuto della divina Provvidenza e<br />

di qualcuno da questa ispirato!<br />

Maria Rosaria e Giuseppe Mazzoni<br />

Fundación Casa Italia O.N.G. - Calle Portobello, 10-40<br />

San Diego Cartagena de Indias (Colombia)<br />

Telefax: 0057 56648682 - Cell.: 0057 3103652161<br />

www.casaitaliaong.org - pino@casaitaliaong.org<br />

Carissimi amici, vi siamo davvero grati per questa condivisione fraterna e l’amore filiale verso la Madonna di Pompei,<br />

che illumina e sostiene il vostro servizio di carità, di promozione umana e di formazione cristiana, in un quadro socioambientale<br />

ed ecclesiale piuttosto difficile. Ci auguriamo, che questa corrispondenza, che pubblicheremo nelle tre edizioni<br />

della nostra rivista (italiana, inglese e spagnola), possa dare sostegno al vostro impegno e, soprattutto, favorire<br />

risposte generose affinché anche i poveri di Cartagena de Indias possano avere un pastore e una guida spirituale.<br />

Gentilissima Redazione, invio, come promesso, l’ultima edizione del mio nuovo libro:<br />

“Vento di Primavera - Wind des Frühlings”, quale dono alla Biblioteca annessa<br />

al Santuario di Pompei. Questo libro ha avuto un successo da me veramente inaspettato.<br />

Le poesie: «La Tua voce, oh Signore” e “Esilio” sono di carattere religioso.<br />

Invece la poesia “Serenità” che ho scritto a Castellammare di Stabia, nel 1955,<br />

rivela la bellezza del paesaggio e le sensazioni dell’anima che vibra nel percepire la<br />

grandiosità della natura che Dio ha voluto donarci per alleggerire il nostro cammino<br />

terreno.<br />

Il direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli del Palazzo Reale mi ha ringraziato,<br />

e mi ha scritto fra l’altro: “… il mio più vivo apprezzamento per questa raccolta<br />

di liriche nelle quali il ricordo e le suggestioni della Sua terra di origine diventano<br />

grazie alle Sue traduzioni patrimonio comune della nostra sensibilità e di quella<br />

germanica”… Da più di quarantasei anni invio la mia modesta offerta per i bambini<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

44<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [92]


assistiti dal vostro Istituto. Sono devotissima<br />

della Madonna del Rosario<br />

di Pompei che mi ha sempre aiutato<br />

nei momenti più cruciali della mia<br />

vita. Il ricavato venduto nelle librerie<br />

locali io lo devolvo sempre a favore<br />

dell’Istituzione di José Carreras che<br />

assiste e aiuta i bambini ammalati di<br />

Un caro amico del Santuario<br />

Caro Direttore, sono molto felice di ricevere l’edizione inglese<br />

della vostra rivista, inviata ai miei genitori nel New Jersey.<br />

Lo scorso aprile 2008, ho visitato la Basilica di Pompei<br />

ed ho rivisto il mio amico Mons. Baldassarre Cuomo, ex rettore<br />

del Santuario, che nel novembre 2002, qualche mese<br />

prima dell’inizio del centenario (1903-2003) della fondazione<br />

della chiesa parrocchiale dedicata alla “Madonna del<br />

SS. mo Rosario”, originariamente “Madonna di Pompei del<br />

SS. mo Rosario”, ha benedetto l’immagine (foto a destra),<br />

davanti alla quale poso con alcuni fedeli. In occasione del<br />

centenario Mons. Cuomo ci inviò una bella lettera che io<br />

ancora conservo. Accludo anche una foto della vetrata della<br />

nostra parrocchia (1931), che raffigura il Beato Bartolo<br />

Longo in ginocchio di fronte a San Giuseppe, Patrono della<br />

Chiesa Universale, quando, nel 1906, donò il Santuario alla<br />

Santa sede… Invio la mia benedizione a Mons. Cuomo e<br />

a tutti voi per il vostro meraviglioso impegno a gloria del<br />

Signore e della nostra Madre Benedetta. Pregate per me.<br />

Rispettosamente in Cristo e Maria<br />

P. Matthew R. Mauriello<br />

Holy Rosary Church - Bridgeport, CT (USA)<br />

I tesori della vita!<br />

Spett. le Direzione, sono felicissimo di aver ricevuto<br />

le corone del Rosario e le immagini della Vergine di<br />

Pompei che ornano la mia casa! Queste immagini sono<br />

diventate i tesori della mia vita. Ora posso recitare devotamente,<br />

ogni giorno, la Novena in onore della Beata<br />

Vergine. Con grandissima gratitudine e rispetto.<br />

Kazimierz Pospieszny - Poznam (Polonia)<br />

Norme sulla tutela della privacy<br />

In relazione alla normativa sulla tutela delle persone e di altri<br />

soggetti rispetto al trattamento dei dati personali (D. Lgsl 30-06-<br />

2003 n. 196), ci è gradito comunicarLe che il Suo nome è stato<br />

inserito nel nostro indirizzario, esclusivamente allo scopo di informarLa<br />

sulle iniziative del nostro Santuario. Le garantiamo,<br />

pertanto, che tali dati sono utilizzati esclusivamente per l’invio<br />

di comunicazioni inerenti le nostre opere e sono trattati con la<br />

massima riservatezza. Le ricordiamo che, qualora queste informazioni<br />

non fossero di Suo gradimento, è Sua facoltà richiedere<br />

la cancellazione dei dati relativi alla Sua persona dal nostro indirizzario,<br />

ai sensi dell’art. 7 del D. Lgsl sopra citato.<br />

leucemia e, naturalmente, anche per<br />

aiutare con il mio modesto obolo il<br />

lavoro che il vostro Istituto svolge assistendo<br />

i ragazzi e i bambini abbandonati<br />

a se stessi, educandoli ammirevolmente.<br />

Aurora Fagone Speer<br />

Dinslaken - Germania<br />

I nostri lettori ci scrivono<br />

Grazie Signora Aurora, per il dono<br />

del suo volume di poesie alla nostra<br />

biblioteca e del sostegno che da circa<br />

cinquant’anni offre alle nostre opere di<br />

carità. Complimenti per la sua pubblicazione<br />

che rende testimonianza positiva<br />

della sua e nostra italianità nella<br />

straordinaria terra di Germania.<br />

Carissimo Padre, grazie per la sua cordiale amicizia e<br />

l’attenzione che nutre per il nostro servizio pastorale e<br />

per tutte le attività promosse dal Santuario di Pompei.<br />

Grazie anche per la sua disponibilità a collaborare con<br />

la nostra rivista, cosa che potremmo senz’altro approfondire<br />

in altra sede.<br />

Siamo davvero contenti per lei, signor Kazimierz, e condividiamo<br />

la sua gioia per il desiderio finalmente realizzato.<br />

Le auguriamo di poter vivere sempre in compagnia<br />

della Vergine di Pompei e di imparare alla Sua<br />

scuola, recitando il Rosario, a seguire, da vero discepolo,<br />

il Suo figlio Gesù.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

45<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [93]


Una suora “dietro le quinte”<br />

Con la “lampada accesa”, piena di opere buone, ha celebrato la sua pasqua<br />

terrena, alle prime luci dell’alba del 2 gennaio 2009, Suor Maria Eugenia Rosa.<br />

Aveva ottantadue anni, era nata il 26 gennaio 1927 a Conza della Campania,<br />

nell’avellinese, ed era entrata giovanissima tra le suore di Pompei. Qui, da<br />

religiosa, si è fatta apprezzare da tutti per la sua umiltà, la sua sensibilità, la<br />

sua umanità e la sua disponibilità, lavorando a tempo pieno per gli altri, in<br />

punta di piedi e con sobrietà, nei vari uffici che l’obbedienza le assegnava.<br />

Suor Maria Eugenia, in una foto di repertorio, con alcuni suoi nipoti.<br />

Dopo un breve periodo d’intensa sofferenza, Suor Maria Eugenia Rosa, delle Suore<br />

Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei, ha lasciato alle prime luci dell’alba<br />

del 2 gennaio 2009, le realtà terrene, per raggiungere il luogo della “Festa senza<br />

fine”, accolta dallo Sposo divino. È stato un distacco sereno, lungamente atteso,<br />

portando con spirito forte l’esperienza della Croce.<br />

Aveva ottantadue anni ed era nata a Conza della Campania (AV) il 26/01/1927.<br />

Era entrata giovanissima in Noviziato, tra le suore di Pompei. Dopo un periodo di<br />

formazione, il 15 settembre 1952, emetteva i voti religiosi e il 17 settembre 1957<br />

faceva la sua professione religiosa perpetua, pronunciando il suo “Si” sponsale, per<br />

sempre, al Signore. E in questo suo stato di consacrazione ha trascorso la sua avventura<br />

religiosa a Pompei, al servizio della Regina del Rosario, tra gli orfani delle<br />

Opere fondate dal Beato Bartolo Longo.<br />

Suor Maria Eugenia è stata una suora di animo umile, molto sensibile, schiva da<br />

ogni segno di riconoscenza o di lode. Ha lavorato “dietro le quinte” dedicandosi<br />

a tempo pieno agli altri, nei vari uffici che l’obbedienza le assegnava, rendendosi<br />

disponibile per ogni cosa le si chiedesse.<br />

Con queste predisposizioni d’animo è stata Economa dell’Istituto “Sacro Cuore”,<br />

tra le bambine orfane degli asili e del corso elementare, tra le quali ha profuso sentimenti<br />

di bontà e di tenerezza materna, con una presenza attiva e laboriosa. In<br />

seguito, fu assegnata, con lo stesso ruolo, alla cucina di Casa Madre, dove si è comportata<br />

con bontà e comprensione verso coloro che lavoravano con lei; la sua era<br />

una maternità speciale, fatta di “squisita cortesia”, alimentata dal suo grande amore<br />

a Maria, Regina del Santo Rosario. Negli ultimi anni, quando la malattia aveva fatto<br />

di Concetta Fabbricatore<br />

già capolino nella sua vita, lei ha offerto<br />

la sua disponibilità per le sorelle che<br />

lavoravano nell’Ufficio Stampa. Ovunque<br />

Suor Maria Eugenia si è rivelata<br />

“animatrice delle piccole cose” e munita<br />

di quella spiritualità genuina che aveva<br />

la sua fonte nella pratica della “regina<br />

delle virtù”, la carità, posseduta da lei in<br />

tutte le sfumature più delicate.<br />

Ha amato la “preghiera del cuore”, fatta<br />

non di tante parole, ma di contemplazione<br />

e di contatto con Gesù Eucarestia<br />

e con la Madonna del Rosario.<br />

Una devozione speciale era, poi, da lei<br />

riservata alla preghiera per le anime del<br />

Purgatorio e per il Fondatore, il Beato<br />

Bartolo Longo, che desiderava tanto<br />

vedere Santo.<br />

Quest’amore spirituale, coniugato con<br />

una carità operativa, una fedeltà incondizionata<br />

al Signore, una docilità alla voce<br />

dell’obbedienza, un generoso donarsi<br />

a tutti con gratuità, la rendevano oltremodo<br />

serena e felice, perché convinta<br />

che più si ama più si è amati dal Datore<br />

di ogni gioia: Cristo.<br />

Aveva già la “lampada accesa” piena<br />

di opere buone ed era preparata per<br />

l’incontro finale con lo Sposo, che ha<br />

lungamente invocato con amore prima<br />

del trapasso. Il suo cuore è stato vigile<br />

e sereno anche nelle pene e nei dolori<br />

che si sono raddoppiati nell’ultimo<br />

periodo della sua vita. Nel passaggio<br />

verso l’eternità di Dio, si è comportata<br />

com’era suo solito fare: serenamente e<br />

umilmente.<br />

Tutta la comunità pompeiana rende<br />

grazie al Signore per questa sorella,<br />

dalla cui testimonianza di fede e di trasparenza,<br />

emerge una vita vissuta all’insegna<br />

della bontà e di ogni virtù religiosa<br />

e umana.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

46<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [94]


Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

47<br />

Anno 125 - N. 2 - 2009 [95]

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