01.06.2013 Views

madreterra numero 10 - ottobre 2010 - Madreterranews.it

madreterra numero 10 - ottobre 2010 - Madreterranews.it

madreterra numero 10 - ottobre 2010 - Madreterranews.it

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

22<br />

spazIo aI lettorI<br />

INFORMAzIONE O DANNOSA PIAGGERIA?<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Egregio Direttore,<br />

Le chiedo osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à per commentare l’articolo pubblicato sull’ultimo <strong>numero</strong> di Madre Terra riguardante i lavori di consolidamento<br />

del costone del Sant’Elia.<br />

La notizia è certamente buona. Si tratta di lavori che attendevano da più di dieci anni.<br />

I Palmesi non possono che gioire per questo avvio, ed io personalmente sono tra questi. L’entusiasmo dell’assessore è più<br />

che giustificato. Belle le immagini. Ottime le spiegazioni tecniche.<br />

Questa amministrazione, dunque, si può certamente gloriare di aver fatto ciò che tre passate amministrazioni e un<br />

Commissario Prefettizio non erano riusc<strong>it</strong>i a fare in dieci anni, nonostante avessero i soldi pronti e, spendibili nelle casse<br />

comunali.<br />

Vorrei, però, approf<strong>it</strong>tare delle mie modeste conoscenze per mostrare tutto il mio disagio di c<strong>it</strong>tadino/lettore su alcune<br />

cose lette nel suo giornale. Un disagio che vorrei garbatamente palesare senza apparire irriguardoso nei suoi confronti e<br />

nei confronti dell’assessore. Ciò perché r<strong>it</strong>engo comunque il suo giornale un valido contributo alla cresc<strong>it</strong>a della nostra<br />

comun<strong>it</strong>à, capace di andare oltre agli aneddoti ed alle curios<strong>it</strong>à locali. Ed è per questo che mi permetto la cr<strong>it</strong>ica di<br />

oggi. Doverosamente aggiungo che si tratta dello stesso disagio che provo nella lettura di altrettanti fatti riportati dalla<br />

stampa locale cui, invece, sento difficile poter esprimere una diversa opinione.<br />

Che cosa le rimprovero quindi?<br />

Le rimprovero di avere riportato una notizia senza mostrarsi curioso di approfondire per meglio informare. Questa mancanza<br />

che ha fin<strong>it</strong>o con l’arricchire di eccessiva enfasi la notizia i cui effetti negativi, proverò a spiegare, ricadono tutte<br />

sulle spalle di noi c<strong>it</strong>tadini.<br />

Nel suo articolo si dice di …. viciss<strong>it</strong>udini…. dell’apparato burocratico nelle ist<strong>it</strong>uzioni (….Enti, Uffici, funzionari e dirigenti<br />

di settori…) quale causa principale del r<strong>it</strong>ardo nel cantierare l’intervento. Si dice anche che queste viciss<strong>it</strong>udini<br />

burocratiche –eccezionalmente- sono state superate grazie alla supervisione dell’assessore e dell’amministrazione Gaudio.<br />

Sicché, noialtri c<strong>it</strong>tadini dovremmo credere che i r<strong>it</strong>mi di lavoro dello staff dirigenziale di un Ente sono scand<strong>it</strong>i in periodi<br />

che vanno dal lustro in avanti. Indubbiamente tempi incredibili che gettano discred<strong>it</strong>o sulla riconosciuta modern<strong>it</strong>à del<br />

nostro paese.<br />

Ed ancora, anziché chiedersi e chiedere come tutto ciò sia potuto accadere, ci riferisce dell’indulgenza della “pol<strong>it</strong>ica”<br />

nei confronti di quello …staff dirigenziale che, certamente doveva intervenire sulla velocizzazione delle opere progettate<br />

ormai da troppo tempo…. Indulgenza che non viene lesinata nemmeno a quel funzionario/Ente che si è dimenticato di<br />

avere ricevuto 1.250.000,00 euro per proteggere i c<strong>it</strong>tadini da un rischio incombente. Dimenticanza che vogliamo ricordare,<br />

con la successiva frana del 2006, ha prodotto nuovi guai alle sottostanti strutture del costone sant’Elia ed ha messo<br />

in pericolo di v<strong>it</strong>a alcuni nostri conc<strong>it</strong>tadini. A questi nuovi guai si è dovuto fare fronte con altre somme dai contribuenti<br />

che sicuramente potevano essere meglio invest<strong>it</strong>i per soddisfare altre carenze.<br />

In ver<strong>it</strong>à, se avesse provato ad approfondire avrebbe scoperto che questi enormi r<strong>it</strong>ardi sono stati tollerati se non addir<strong>it</strong>tura<br />

prodotti dall’organo pol<strong>it</strong>ico, incluso quello vigente. Ciò per il semplice fatto che l’organo pol<strong>it</strong>ico, in esso compreso<br />

il Consiglio Comunale, ha il dovere ist<strong>it</strong>uzionale della verifica e controllo sull’attiv<strong>it</strong>à burocratica.<br />

E’ evidente, quindi, che i dieci anni sono trascorsi inutilmente perché l’apparato burocratico si è mostrato inefficiente,<br />

ma anche perché la “pol<strong>it</strong>ica” è venuta meno ad un suo preciso dovere ist<strong>it</strong>uzionale.<br />

Ciò che sembrano delle apparenti dimenticanze, a mio modesto parere hanno, poi, un effetto devastante sulla formazione<br />

dell’opinione dei c<strong>it</strong>tadini. Nel nostro caso, il solo discred<strong>it</strong>o gettato sugli “altri” siano essi Enti, Uffici, funzionari e<br />

dirigenti di settori depone male perché ci induce ad una sfiducia generalizzata verso queste ist<strong>it</strong>uzioni nate apposta per<br />

servire i c<strong>it</strong>tadini. Depone male l’autoassoluzione dei pol<strong>it</strong>ici perché ai nostri occhi li fa apparire dotati di una potenza<br />

attraente, i soli capaci di dominare la proverbiale ostil<strong>it</strong>à di queste ist<strong>it</strong>uzioni che loro stessi definiscono incapaci.<br />

Quando non si approfondiscono le notizie, specie quelle che appaiono più inverosimili come quella di oggi, si contribuisce<br />

ad espropriare i c<strong>it</strong>tadini/lettori di quelle conoscenze fondamentali perché possano prendere parte alla cosa pubblica.<br />

Si contribuisce alla costruzione di uno scenario artificiale che conduce alla disaffezione, all’atrofia del pensiero, ovvero<br />

al rancore dei c<strong>it</strong>tadini verso le ist<strong>it</strong>uzioni e verso i c<strong>it</strong>tadini stessi. In questo scenario artificiale trova facile spazio la<br />

speranza nell’uomo della provvidenza, che si è mostrata tutt’altro che un rimedio.<br />

Sicché, almeno il suo giornale, potrebbe essere occasione per farci conoscere le idee di chi ci amministra magari obbligandoli<br />

a dire anche di quelle cose che non amano dire. Magari obbligandoli ad esprimersi su quegli aspetti che hanno<br />

condizionato, e che ancora condizionano, la cresc<strong>it</strong>a della c<strong>it</strong>tà.<br />

Insomma, molto sommessamente, Le chiedo di essere meno complice di quello scenario dannoso contribuendo a rendere<br />

più solide le idee di chi ci amministra dando loro la dovuta pubblic<strong>it</strong>à.<br />

Saverio Saffioti<br />

ABBIAMO PUBBLICATO LA LETTERA DEL SIG. SAFFIOTI, CONSAPEVOLI ChE QUALSIASI VOCE È POSITIVA,<br />

SE DIVENTA STIMOLO PER FARE MEGLIO.<br />

La mia non vuole essere una risposta alla lettera di un lettore, ma solo l’espressione di un pensiero comune a tante altre<br />

persone, forse meno addentrate nei fatti, perchè la distanza tra c<strong>it</strong>tadini e uffici è enorme, protetti, quest’ultimi, da un<br />

muro invalicabile nonostante le legislazioni abbiano sempre cercato di abbattere le barriere.<br />

Chi scrive viene indicato come qualcuno “complice di uno scenario dannoso”, così come tutto il giornale viene inser<strong>it</strong>o nel<br />

calderone comune della stampa locale che, qualche volta, procura “disagio” a Lei e, probabilmente, anche ad altri c<strong>it</strong>tadini,<br />

lettori inermi dinnanzi a fatti e notizie stravolte o di parte.<br />

Tutto ha una logica, se visto da una prospettiva diversa da quella dello spir<strong>it</strong>o che contraddistingue e delinea la strada scelta<br />

da questa redazione e potrebbe avere un fondo di ver<strong>it</strong>à. appunto per questo vorrei sottolineare con forza il suo intervento<br />

che r<strong>it</strong>engo fondamentale per una nuova presa di coscienza del c<strong>it</strong>tadino palmese, forte, oggi, anche di un piccolo, nuovo<br />

strumento che si chiama “<strong>madreterra</strong>”.<br />

Il mio punto di vista potrebbe apparire “leggero” ed il mio “lavoro di indagini” insufficiente, o forse, (e quì esprimo un concetto<br />

base del pool che ha fondato e porta avanti questo giornale) il mio, è un amore forte per i progetti portati a conclusione. E’<br />

vero, sono passati <strong>10</strong> anni, (Progetto di messa in sicurezza del canalone Marinella ndr) ma il mio obiettivo rimane sempre quello<br />

di esaltare ciò che è pos<strong>it</strong>ivo; in questo caso ciò che si sta portando a compimento. Questo interessa a chi scrive, dare spazio<br />

alle cose pos<strong>it</strong>ive, perchè possa essere stimolo per chi “deve” fare, anche se, come lei suggerisce, non ci si può dimenticare di<br />

chi sono le colpe, quelle colpe che sono anche causa dello Status attuale di infrastrutture e servizi di questa c<strong>it</strong>tà.<br />

Se il senso comune deve essere quello di spingere le classi dirigenti verso direzioni più in linea con le aspettative dei palmesi,<br />

sarebbe il caso di segnalare per tempo fattacci, misfatti ed omissioni e non rinfangare dopo anni colpe che oggi non portano a<br />

nulla di pos<strong>it</strong>ivo.<br />

Con vivo interesse mi spingo ad offrire a Lei e quant’altri vogliano farlo, spazio su queste pagine, consapevole che le voci di<br />

tanti diventano un pensiero comune, e se le voci sono giuste ed oneste il futuro è più aperto.<br />

Rimbocchiamoci le maniche e puntiamo oltre il muro.<br />

Paolo Ventrice<br />

Panoramio photo by: Francesco cotroneo<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 23<br />

L<br />

’<strong>it</strong>inerario turistico che vogliamo<br />

proporre a quanti<br />

sono di passaggio dalla Calabria<br />

- ma pure ai calabresi -, si snoda<br />

lungo una cinquantina di chilometri.<br />

Da Gioia Tauro, attraversando<br />

la costa fino a Reggio Calabria,<br />

il “Tour Viola” - come ci piace<br />

int<strong>it</strong>olarlo - offre ai vis<strong>it</strong>atori la<br />

possibil<strong>it</strong>à di ammirare una delle<br />

più suggestive bellezze naturali<br />

del meridione intrisa di arte,<br />

tradizioni, cultura. Ma, prima di<br />

indicare le varie tappe del giro,<br />

è bene sgombrare la mente dalle<br />

suggestioni legate all’influsso<br />

negativo da sempre attribu<strong>it</strong>o<br />

al colore viola. E sulle origini<br />

cromatiche della costa, c<strong>it</strong>iamo<br />

sub<strong>it</strong>o Leonida Repaci : “Quando<br />

venne creata la Calabria -scrive<br />

il letterato di Palmi-, Dio poté disporre<br />

di un grosso quant<strong>it</strong>ativo<br />

di argilla dai riflessi viola...”.<br />

Lasciata l’autostrada a gioia<br />

tauro non potremo fare a meno<br />

di soddisfare la nostra curios<strong>it</strong>à<br />

nell’ammirare i maestosi ulivi<br />

secolari della Piana, dando uno<br />

sguardo, sia pure da lontano,<br />

alla grande ansa di mare dove si<br />

stagliano, perentorie, le gigantesche<br />

gru del Porto. E prima di<br />

procedere oltre, da una stradina<br />

che costeggia il vecchio fiume<br />

Budello, ci portiamo nella piccola<br />

frazione di drosi di rizziconi,<br />

un dì “Statio Romana lungo<br />

la Via Popilia” e poi commenda<br />

dei “Cavalieri di Malta”, dove,<br />

in una vecchia chiesa, ora monumento<br />

nazionale, sono custod<strong>it</strong>i<br />

un antico ciborio (tabernacolo)<br />

e una statua di San Giovanni<br />

Battista del tardo ‘500.<br />

Ripresa la provinciale, superato<br />

il quadrivio “Sbaglia” e il ponte<br />

sul fiume Petrace, il vecchio<br />

“Tauros”, svoltiamo a destra per<br />

raggiungere la Tonnara di Palmi.<br />

Qui, dopo aver ammirato la larga<br />

spiaggia Pietrenere e il famoso<br />

Scoglio dell’ulivo, sol<strong>it</strong>ario e<br />

p<strong>it</strong>toresco, risaliamo verso Taureana,<br />

regalandoci la magnifica<br />

visione di un mare senza confini.<br />

Prima di giungere nella c<strong>it</strong>tà di<br />

Francesco cilea, facciamo una<br />

capatina all’esclusiva spiaggetta<br />

della Marinella, un tempo covo<br />

di pirati, con ancora quel che resta<br />

della sua aspra natura.<br />

Giunti a Palmi, cap<strong>it</strong>ale culturale<br />

della Piana degli Ulivi (Gioia<br />

Tauro-Palmi-Rosarno), vis<strong>it</strong>iamo<br />

la Casa della Cultura “L.Repaci”<br />

e il Museo di Tradizioni popola-<br />

ItInerarI<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

vIola, Il colore del turIsmo calabrese<br />

ri più documentato della Calabria.<br />

A pochi chilometri, sub<strong>it</strong>o<br />

troviamo seminara con le sue<br />

botteghe dei ceramisti. Tra le<br />

tradizionali lavorazioni (direttamente<br />

ered<strong>it</strong>ate da greci, romani<br />

e spagnoli) e gli svariati<br />

oggetti, indirizziamo il nostro<br />

sguardo sulle caratteristiche<br />

maschere apotropaiche (antimalocchio)<br />

e sul “Gabbacumpari”,<br />

un originale recipiente che<br />

permette di bere solo a chi ne<br />

conosce il trucco, mentre per<br />

gli altri una rinfrescata è bella e<br />

assicurata. Vis<strong>it</strong>iamo quel poco<br />

che resta (incuria degli uomini!)<br />

della c<strong>it</strong>tà di baarlam, come gli<br />

altorilievi raffiguranti alcuni episodi<br />

della Seminara del XVI Sec.<br />

(l’ingresso di Carlo V) e i ruderi<br />

di palazzo Spinelli.<br />

Risalendo, dall’antica Seminara<br />

ci dirigiamo verso una delle<br />

local<strong>it</strong>à più suggestive della Calabria,<br />

turisticamente trascurata:<br />

il Monte S.Elia. Non a torto<br />

denominata Balcone sul Tirreno,<br />

la visione che si apre ai nostri<br />

occhi è, senza retorica, meravigliosa:<br />

i fianchi della montagna<br />

si risolvono in varie gradinate<br />

che, via via, verso il basso formano<br />

ampi balconi aperti all’incantevole<br />

visione del sottostante<br />

mare, che si unisce alle coste<br />

siciliane. Col favore della buona<br />

giornata sarà facile distinguere<br />

Messina, l’Etna, le isole Eolie,<br />

Capo Vaticano.<br />

Salutata S.Elia e il suo panorama<br />

a strapiombo sull’azzurro,<br />

dai “Piani della Corona” ci porteremo<br />

verso bagnara, grosso<br />

paese della Costa Viola famoso<br />

per il pesce spada e per le sue<br />

donne, le “bagnarote”, note<br />

per la loro intraprendenza nei<br />

commerci. Qui, nella Chiesa<br />

della Confratern<strong>it</strong>a del Rosario,<br />

potremo mirare alcune tele e<br />

una scultura del Bernini. Dopo<br />

aver attraversato per tre volte il<br />

Ponte di Caravilla arriveremo al<br />

Castello Emmar<strong>it</strong>a: dal palazzo<br />

fortezza scruteremo l’incredibile<br />

panorama fino alla Torre costiera<br />

di Re Ruggero.<br />

Prossima tappa, dopo Bagnara,<br />

è la m<strong>it</strong>ica scilla. Prima, però,<br />

scendendo, tra un panorama e<br />

l’altro della costa, potremo sostare<br />

a Pellegrina (frazione di<br />

Bagnara) dove, attirati dal profumo<br />

del pane di grano locale,<br />

faremo uno spuntino casereccio.<br />

Tema conduttore di questa parte<br />

del “Tour” sarà la pesca del<br />

pesce spada: da marzo a luglio,<br />

tra Bagnara e Scilla dove viene a<br />

deporre le uova, il pesce dal lungo<br />

muso a spada viene cacciato<br />

con singolari barche dall’altissimo<br />

albero e la lunga passerella<br />

in una tecnica di caccia che, pur<br />

modernizzatasi, rispetta l’antico<br />

metodo tramandato dai Fenici.<br />

Ed eccoci a scilla, promontorio<br />

bellissimo e dal paesaggio<br />

veramente suggestivo. Le origini<br />

dell’incantevole borgo si rifanno<br />

alla m<strong>it</strong>ologia: Omero la descrive<br />

come la tana di un grande<br />

orso che aggrediva le navi di<br />

passaggio (Scilla e Cariddi). Una<br />

volta nel cuore di Scilla, sarebbe<br />

un peccato non vis<strong>it</strong>are Chianalea,<br />

il quartiere dei pescatori:<br />

un nugolo di case impiantato nel<br />

medioevo, costru<strong>it</strong>e sul mare e<br />

per questo denominato (senza<br />

pretesa di paragone)«La piccola<br />

Venezia». Non perderemo neppure<br />

l’occasione di vis<strong>it</strong>are il<br />

Castello dei principi Ruffo sulla<br />

m<strong>it</strong>ica rocca e la spiaggia di Marina<br />

Grande, con la sabbia scura<br />

per l’origine vulcanica.<br />

Il nostro <strong>it</strong>inerario continuerà<br />

tra i colori uno splendido paesaggio.<br />

D’istinto, però, volgeremo<br />

lo sguardo verso due imponenti<br />

piloni sistemati su opposte sponde<br />

che, fino a qualche tempo<br />

fa, fungevano da “ponte” per la<br />

trasmissione dell’energia elettrica<br />

dalla Calabria a alla Sicilia:<br />

l’elettrodotto di S.Trada.<br />

Seguendo la costa, tra intesi<br />

profumi, giungeremo a Villa<br />

s.giovanni, centro di vacanze<br />

ma anche di cultura, grazie ai<br />

premi “Villa S.Giovanni” (letteratura<br />

e p<strong>it</strong>tura) che sono divenuti<br />

oramai riconoscimenti di<br />

prestigio internazionale. Ammirando<br />

lo Stretto di Messina nel<br />

continuo incrociarsi delle navi<br />

Panoramio photo by: veronica7<br />

di Antonino Catananti Teramo<br />

traghetto, toccheremo catona e<br />

poi gallico, dove r<strong>it</strong>empreremo<br />

lo spir<strong>it</strong>o vis<strong>it</strong>ando il Parco della<br />

Mondial<strong>it</strong>à.<br />

A qualche chilometro, costru<strong>it</strong>a<br />

su di una collina che scende<br />

dolcemente verso il mare, costeggiando<br />

lo stretto per quasi<br />

tutta la sua lunghezza, reggio di<br />

calabria ci accoglie simmetricamente<br />

ordinata. Vis<strong>it</strong>a al Museo<br />

Nazionale della “Magna Grecia”<br />

che custodisce le tante tracce<br />

della civiltà di questa terra e, in<br />

particolare, due eleganti guerrieri<br />

(al momento in restauro)<br />

raffiguranti il sentimento eroico<br />

e la bellezza greca, rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i dal<br />

mare dopo 25 secoli: I Bronzi di<br />

Riace. Saremo dunque a Reggio,<br />

la c<strong>it</strong>tà di Morgana, la Fata a cui<br />

si attribuisce quel fenomeno ottico<br />

che, in certe condizioni di<br />

luce, temperatura e umid<strong>it</strong>à, dà<br />

l’impressione del restringimento<br />

dello Stretto, tanto da far specchiare<br />

l’intera c<strong>it</strong>tà nelle acque<br />

del mare. A riprova delle sue antiche<br />

origini, noteremo i resti di<br />

ruderi greci, mura ciclopiche e<br />

le terme romane. Poi, una passeggiata<br />

lungo le belle strade<br />

larghe e dr<strong>it</strong>te; uno sguardo a<br />

ciò che resta del Castello Aragonese<br />

e una vis<strong>it</strong>a al Duomo e<br />

alla Chiesa degli Ottimati. Infine,<br />

quattro passi su quello che<br />

D’Annunzio definì “il più bel<br />

chilometro d’Italia”, la rinnovata<br />

via Marina, il lungomare oggi<br />

intestato al Sindaco della “Primavera<br />

di Reggio”, l’indimenticabile<br />

Italo Falcomatà.<br />

Il “Tour Costa Viola” finirà qui,<br />

e per chi lo avrà percorso, anche<br />

col pensiero rileggendo queste<br />

righe, una volta tanto, questo<br />

estremo lembo di Calabria non<br />

sarà solo terra di malaffare pol<strong>it</strong>ico-mafioso.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!