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Frodi nel settore assicurativo - Casellario Centrale Infortuni - Inail

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Advisory<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong><br />

<strong>assicurativo</strong><br />

Come contrastare il fenomeno: modelli,<br />

processi e strumenti<br />

kpmg.com/it


© 2011 KPMG Advisory s.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG international Cooperative (“KPMG international”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.


Indice<br />

Premessa 4<br />

La survey e il contesto di riferimento 5<br />

Executive Summary 6<br />

I risultati della survey<br />

‘L’approccio delle compagnie <strong>nel</strong>la prevenzione e <strong>nel</strong> contrasto delle frodi’ 8<br />

incidenza e percezione del fenomeno<br />

Azioni organizzative e di processo intraprese dalle Compagnie<br />

Legislazione, banca dati sinistri e aspettative sull’Agenzia anti-frode<br />

Focus<br />

Principali evidenze e peculiarità del fenomeno in Italia e scenari evolutivi<br />

Vittorio Verdone, Direttore Auto, Distribuzione e Consumatori, ANIA 17<br />

Esperienze e best practice internazionali <strong>nel</strong> contrasto frodi <strong>nel</strong> ramo<br />

R.C. Auto<br />

Silvano Lenoci, Associate Partner, KPMG Advisory 23<br />

Punti di contatto e proposte di soluzioni mutuate dall’esperienza maturata<br />

<strong>nel</strong> <strong>settore</strong> creditizio<br />

Giuliano Cicioni, Associate Partner, KPMG Advisory 29<br />

Prevenire le frodi: verso un modello di Fraud Risk Management<br />

Stefano Moroni, Associate Partner, KPMG Advisory 32<br />

Conclusioni 36<br />

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4 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

Premessa<br />

in italia il fenomeno delle frodi <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong>,<br />

con particolare riferimento al ramo danni e soprattutto<br />

all’assicurazione obbligatoria r.C. Auto, sta assumendo<br />

proporzioni preoccupanti con effetti distorsivi che si<br />

ripercuotono negativamente sia sul business delle compagnie<br />

sia sugli assicurati, penalizzati dall’aumento dei premi.<br />

il fenomeno in italia è legato ad alcune peculiarità che<br />

caratterizzano il nostro mercato <strong>assicurativo</strong>: la rilevanza del<br />

numero degli incidenti, l’elevato peso dei sinistri con lesioni e<br />

la valutazione giurisprudenziale dei risarcimenti.<br />

L’r.C. Auto risulta il ramo più interessato perché il<br />

peggioramento del rapporto tra sinistri e premi ha causato una<br />

contrazione del risultato tecnico e un conseguente aumento<br />

delle tariffe assicurative, tanto che l’italia è oggi uno dei paesi<br />

al mondo con i più alti costi per l’assicurazione auto. inoltre,<br />

le truffe ai danni delle Compagnie hanno un’incidenza molto<br />

alta soprattutto in alcune regioni del sud, dove alla più elevata<br />

sinistrosità complessiva si aggiunge una maggiore frequenza<br />

di reati.<br />

il tema è di grande attualità e sta alimentando il dibattito<br />

tra tutti gli attori coinvolti (le compagnie, l’ANiA, l’isvAP e<br />

il Governo) e, in questo momento, è allo studio un disegno<br />

di legge contro le frodi assicurative. L’obiettivo è quello di<br />

fissare un sistema di regole, organi e strumenti efficaci per<br />

contrastare i comportamenti fraudolenti.<br />

in questo scenario, per cogliere le linee di tendenza<br />

sulle iniziative già intraprese dalle compagnie e sulle loro<br />

aspettative rispetto alla necessaria evoluzione normativa<br />

in materia, KPMG ha realizzato un’indagine, arricchita da<br />

una serie di approfondimenti sulle peculiarità del fenomeno<br />

in italia e sui possibili scenari evolutivi, sul confronto delle<br />

esperienze condotte a livello internazionale, sugli spunti<br />

provenienti dalle esperienze <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> creditizio e sulla<br />

definizione di un modello di Fraud Risk Management.<br />

Nel ringraziare tutti i Gruppi assicurativi che hanno aderito<br />

all’iniziativa, confidiamo che la lettura possa fornire utili spunti<br />

operativi.<br />

Giuseppe Latorre<br />

Partner, KPMG Advisory<br />

© 2011 KPMG Advisory s.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG international Cooperative (“KPMG international”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.


Con l’obiettivo di dare un contributo di approfondimento e di<br />

fornire stimoli per trovare soluzioni operative al contrasto e<br />

alla prevenzione delle frodi, tra gennaio e marzo 2011 KPMG<br />

ha coinvolto in una survey gli esponenti dei principali gruppi<br />

assicurativi attivi in italia.<br />

La ricerca è stata condotta in un contesto ancora in<br />

evoluzione: il disegno di legge contro le frodi assicurative è<br />

ancora al vaglio della Commissione Finanze della Camera. il<br />

provvedimento normativo prevede maggiore trasparenza e<br />

comunicazione da parte delle compagnie che sono tenute<br />

a fornire informazioni sulle frodi accertate e a denunciare i<br />

sinistri ritenuti sospetti secondo i parametri di significatività<br />

desunti dalla banca dati sinistri dell’isvAP. L’altra importante<br />

innovazione introdotta dal ddl dovrebbe essere l’istituzione<br />

di un’Agenzia anti-frode o di una struttura ad hoc istituita<br />

presso l’isvAP che sarà composta da un archivio<br />

informatico integrato e da un gruppo di lavoro, costituito da<br />

rappresentanti dei Ministeri competenti e da altri soggetti<br />

interessati, comprese le Forze di Polizia.<br />

L’indagine KPMG fotografa l’incidenza del fenomeno per<br />

le principali compagnie assicurative, mette in evidenza le<br />

iniziative da esse già intraprese autonomamente e i relativi<br />

risultati e sonda quelle che sono le aspettative del <strong>settore</strong><br />

rispetto alle azioni che il Governo si accinge a intraprendere.<br />

Alla survey hanno aderito i principali gruppi assicurativi,<br />

nazionali e internazionali, attivi sul mercato italiano.<br />

Complessivamente si tratta di 26 gruppi assicurativi che<br />

rappresentano circa il 70% della raccolta premi danni da<br />

lavoro diretto. I gruppi assicurativi domestici sono oltre<br />

il 60% del campione, mentre quelli esteri operanti in<br />

Italia il restante 40%.<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 5<br />

La survey e il contesto<br />

di riferimento<br />

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6 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

Executive Summary<br />

Incidenza e percezione del fenomeno<br />

La survey rivela come il ramo R.C. Auto per le sue<br />

peculiarità (obbligo a contrarre ed entità ridotta dei<br />

risarcimenti richiesti in caso di sinistro) sia quello<br />

maggiormente esposto al rischio frodi. Per le Compagnie<br />

interpellate l’incidenza del fenomeno è compresa tra lo 0<br />

e il 3%, come rilevato dall’isvAP. Tuttavia il fenomeno è<br />

molto probabilmente sottostimato a causa delle difficoltà a<br />

individuare e accertare i sinistri connessi a eventi fraudolenti.<br />

infatti, gran parte delle Compagnie ritiene che le frodi<br />

‘sommerse’ siano oltre il 5% del totale dei sinistri denunciati<br />

e per alcune Compagnie anche superiore al 10%, ma c’è una<br />

percentuale non trascurabile di Compagnie (il 19%, imprese<br />

assicurative prevalentemente di piccole e medie dimensioni)<br />

che non sono in grado di stimare l’incidenza del ‘sommerso’.<br />

il fenomeno è difficile da arginare dal momento che sembra<br />

si sia instaurato una sorta di circolo vizioso: la sempre<br />

maggiore incidenza delle frodi è causa dell’aumento dei<br />

costi di liquidazione per le Compagnie che in parte si scarica<br />

sull’aumento dei premi pagati dagli assicurati che a sua<br />

volta incentiva le truffe, soprattutto in periodi di instabilità<br />

economica.<br />

La percezione delle Compagnie è che siano più frequenti le<br />

frodi attuate da controparti esterne e solo poche ritengono<br />

che vi sia collusione tra queste e soggetti interni o collegati<br />

(dipendenti, agenti, liquidatori, medici, periti ecc.). È da<br />

evidenziare che nessuna delle Compagnie intervistate dichiari<br />

l’esistenza di frodi interne, cioè promosse esclusivamente<br />

da dipendenti, agenti, ecc. La difficoltà <strong>nel</strong> contrastare il<br />

fenomeno risiede anche <strong>nel</strong> fatto che <strong>nel</strong>la maggior parte<br />

dei casi le frodi sono un fenomeno occasionale e diffuso,<br />

quindi difficilmente riconducibile a degli ‘schemi’ e pertanto<br />

difficilmente controllabile in sede di assunzione del rischio.<br />

Tuttavia non è trascurabile la quota di Compagnie (37%) per<br />

le quali gran parte delle frodi è perpetrata ripetutamente dai<br />

medesimi soggetti.<br />

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Più che alla criminalità organizzata, le Compagnie<br />

attribuiscono al contesto sociale e culturale e al malcostume<br />

diffuso la principale causa del fenomeno. in italia è, infatti,<br />

comune l’idea che truffare una compagnia assicurativa,<br />

chiedendo risarcimenti di piccola entità ma comunque<br />

superiori alla reale entità del danno, non costituisca un grave<br />

reato. Poche Compagnie invece sostengono che la causa del<br />

fenomeno sia connessa alla criminalità organizzata.<br />

Considerati gli effetti tutt’altro che trascurabili in termini<br />

di gestione e di risultato tecnico è opinione diffusa tra le<br />

Compagnie che il top management sia adeguatamente<br />

informato sul fenomeno.<br />

Azioni organizzative e di processo<br />

intraprese dalle Compagnie<br />

in attesa di soluzioni concrete da parte dell’Autorità di<br />

vigilanza e del Governo mediante gli opportuni interventi<br />

legislativi e l’istituzione di organismi di prevenzione e<br />

controllo, le Compagnie <strong>nel</strong>la maggior parte dei casi (85%) si<br />

sono già dotate di strutture organizzative e risorse dedicate<br />

al monitoraggio e al contrasto delle frodi.<br />

Tuttavia gli strumenti già adottati risultano ancora<br />

inadeguati per fattori esogeni (assenza di un censimento<br />

di ‘professionisti’ delle frodi) ed endogeni, a causa della<br />

mancanza di sistemi integrati di reportistica e track record sui<br />

clienti. Questi elementi determinano azioni ritardate e poco<br />

incisive.<br />

il fatto che le frodi non siano esclusivamente riconducibili<br />

ad eventi criminosi commessi dai medesimi soggetti, ma<br />

anche, e soprattutto, a frodi occasionali e diffuse, rende la<br />

fase di assunzione del rischio e quella di liquidazione del<br />

sinistro entrambe critiche ai fini del contrasto del fenomeno.<br />

Tuttavia <strong>nel</strong>le azioni che le Compagnie hanno intrapreso<br />

autonomamente sono stati modificati prevalentemente i<br />

processi della fase di liquidazione dei sinistri e solo il 58% dei<br />

rispondenti ha modificato i processi della fase di assunzione.<br />

Questo in parte è spiegabile con le difficoltà riscontrate dalle<br />

Compagnie <strong>nel</strong> migliorare la selezione della clientela per<br />

i vincoli legislativi cui esse devono sottostare <strong>nel</strong>la fase di<br />

assunzione (obbligo a contrarre <strong>nel</strong> ramo r.C. Auto).<br />

La fase di assunzione risulta anche meno dotata di efficaci<br />

strumenti di controllo perché più complessa da monitorare,<br />

oltre che per i vincoli normativi anche per un non ancora<br />

adeguato utilizzo della banca dati sinistri. La maggior parte<br />

dei rispondenti ritiene per contro di avere strumenti interni<br />

adeguati per il monitoraggio della fase di liquidazione.<br />

Poiché gran parte delle Compagnie ritiene che le frodi<br />

esterne siano quelle maggiormente diffuse, circa il 60% delle<br />

Compagnie non ha affatto strumenti oppure ha strumenti<br />

poco efficaci per il controllo degli agenti e dei fiduciari. i<br />

clienti e le controparti, invece, vengono maggiormente<br />

monitorati tramite applicativi software.<br />

Solo una percentuale bassa si dichiara molto soddisfatta<br />

delle azioni intraprese, a dimostrazione delle oggettive<br />

difficoltà riscontrate dalle Compagnie <strong>nel</strong> tentativo di<br />

arginare il fenomeno. il 77% delle Compagnie del campione<br />

si è già dotato di un insieme di indicatori utili a identificare<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 7<br />

tempestivamente il rischio frode. Questi sistemi si avvalgono<br />

in media di un numero di parametri compreso tra 20 e 25.<br />

La gran parte delle Compagnie interpellate dichiara di avere<br />

intenzione di effettuare investimenti soprattutto <strong>nel</strong>l’area<br />

dei Sistemi Informativi e <strong>nel</strong>le Risorse Umane per<br />

migliorare l’azione di prevenzione e contrasto del fenomeno.<br />

Legislazione, banca dati sinistri<br />

e aspettative sull’Agenzia anti-frode<br />

oltre alle azioni e agli investimenti che le Compagnie<br />

assicurative possono effettuare autonomamente, dalla<br />

survey emerge che l’intervento legislativo da parte del<br />

Governo è fondamentale per un adeguato contrasto del<br />

fenomeno.<br />

L’attuale normativa, infatti, vincola molto le Compagnie sia in<br />

fase di assunzione del rischio (obbligo a contrarre) sia in fase<br />

di liquidazione del sinistro (procedure concepite in chiave<br />

garantista a favore del danneggiato) con impatti negativi sulla<br />

possibilità di adottare misure di prevenzione e di contrasto<br />

delle frodi.<br />

Molte Compagnie ritengono che il grado di trasparenza e<br />

di comunicazione sul fenomeno non sia sufficientemente<br />

adeguato, da un lato per le difficoltà oggettive<br />

<strong>nel</strong>l’individuazione e <strong>nel</strong>l’accertamento delle frodi, dall’altro<br />

per i vincoli imposti dall’Authority della Privacy allo scambio<br />

delle informazioni tra le stesse Compagnie.<br />

Tra le possibili soluzioni proposte <strong>nel</strong>l’ambito del dibattito<br />

aperto tra i vari attori del sistema, l’arricchimento della<br />

banca dati sinistri dell’ISVAP è ritenuta dalle Compagnie<br />

un importante strumento per il contrasto delle frodi;<br />

solo il 19% del campione (Compagnie di grandi e medie<br />

dimensioni) si mostra scettico sulla reale efficacia di questo<br />

strumento per arginare il fenomeno.<br />

La creazione di un’Agenzia anti-frode con compiti<br />

investigativi funzionali alla segnalazione di fenomeni<br />

fraudolenti all’autorità giudiziaria è un’iniziativa ancora più<br />

necessaria secondo le Compagnie. Per la maggior parte di<br />

esse il controllo e la vigilanza sull’Agenzia dovrebbero essere<br />

affidati ad una istituzione creata ad hoc. Alcune suggeriscono<br />

che dovrebbe essere la stessa autorità giudiziaria.<br />

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8 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

I risultati della survey<br />

‘L’approccio delle<br />

compagnie <strong>nel</strong>la<br />

prevenzione<br />

e <strong>nel</strong> contrasto delle frodi’<br />

a cura dell’Ufficio studi KPMG Advisory<br />

Incidenza e percezione del fenomeno<br />

secondo le Compagnie, l’r.C. Auto è il ramo maggiormente<br />

interessato dal fenomeno delle frodi (Grafico 1). infatti,<br />

l’elevata frequenza degli incidenti automobilistici fa sì che il<br />

ramo r.C. Auto sia quello più difficile da monitorare e quindi<br />

quello più esposto al rischio di potenziali comportamenti<br />

fraudolenti. inoltre, data la dimensione spesso modesta degli<br />

importi da liquidare, contrastare le frodi spesso non risulta<br />

conveniente a causa degli elevati costi che le Compagnie<br />

dovrebbero sostenere per l’apertura di un contenzioso con<br />

il cliente o la controparte. il fenomeno è percepito, invece,<br />

come marginale per il ramo sanità/salute.<br />

Grafico 1<br />

Qual è il ramo più interessato dalle frodi?<br />

(consentite più risposte)<br />

R.C. Auto<br />

Rami Danni Elementari<br />

Sanità/Salute<br />

4%<br />

12%<br />

15%<br />

Rami Danni Speciali<br />

77%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

in termini di incidenza del fenomeno, la misurazione effettuata<br />

dalle Compagnie assicurative è in linea con i dati forniti dall’isvAP.<br />

infatti, il 69% del campione indica che una percentuale compresa<br />

tra lo 0 e il 3% dei sinistri denunciati è connessa a fenomeni<br />

fraudolenti (Grafico 2). da evidenziare che un’incidenza compresa<br />

tra il 5 e il 10% è stata indicata da una Compagnia di piccole<br />

dimensioni e da una ‘diretta’.<br />

Grafico 2<br />

Qual è l’incidenza delle frodi accertate sul totale dei sinistri<br />

denunciati?(*)<br />

0-2%<br />

2-3%<br />

3-5%<br />

5-10%<br />

>10%<br />

0%<br />

Non rilevato<br />

8%<br />

8%<br />

15%<br />

(*) numero frodi/totale sinistri<br />

31%<br />

38%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

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Come confermato anche dall’ANiA, il fenomeno delle frodi<br />

probabilmente è sottostimato, per le difficoltà a individuare<br />

oltre che ad accertare gli eventi fraudolenti. il 54% del<br />

campione indica, infatti, che le frodi ‘sommerse’ incidono<br />

sul totale dei sinistri denunciati per una percentuale<br />

superiore al 5% (Grafico 3). Per le sei Compagnie che hanno<br />

segnalato un’incidenza delle frodi non accertate superiore<br />

al 10% la percentuale indicata si attesta in media al 19%,<br />

sebbene alcuni sostengano che per alcuni rischi l’entità<br />

del ‘sommerso’ sia considerevolmente superiore al valore<br />

accertato. sono soprattutto le Compagnie di piccole e<br />

medie dimensioni a non aver stimato l’incidenza delle frodi<br />

‘sommerse’, mentre al contrario i valori più elevati sono stati<br />

indicati dalle Compagnie di grandi dimensioni.<br />

Grafico 3<br />

Qual è la stima dell’incidenza delle frodi non accertate<br />

(’sommerse’) sul totale dei sinistri denunciati?(*)<br />

0-3%<br />

3-5%<br />

5-10%<br />

>10%<br />

Non stimato<br />

8%<br />

19%<br />

19%<br />

(*) numero frodi ‘sommerse’/totale sinistri<br />

23%<br />

31%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

il 69% del campione<br />

indica che una percentuale<br />

compresa tra lo 0 e il 3%<br />

dei sinistri denunciati è<br />

connessa a fenomeni<br />

fraudolenti<br />

il 54% del campione indica<br />

che le frodi ‘sommerse’<br />

incidono sul totale dei<br />

sinistri denunciati per una<br />

percentuale superiore al 5%<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 9<br />

Una delle principali conseguenze del fenomeno è la<br />

creazione di un circolo vizioso: il progressivo incremento<br />

della frequenza delle frodi determina l’aumento dei costi<br />

di liquidazione per le Compagnie che si scarica in parte<br />

sull’aumento dei premi pagati dagli assicurati che a sua<br />

volta incentiva le truffe (Grafico 4). da segnalare che <strong>nel</strong>la<br />

categoria ‘Altro’ sono state indicate come conseguenze delle<br />

frodi il rischio reputazionale (tre rispondenti), l’aumento dei<br />

costi di gestione dei sinistri (due rispondenti) e la necessità<br />

di investimenti in risorse ad hoc.<br />

Grafico 4<br />

Qual è il maggiore effetto delle frodi sulla gestione della Compagnia?<br />

(consentite più risposte)<br />

Creazione circolo vizioso: frode – aumento costi – aumento tariffe<br />

Impatto complessivo sul risultato tecnico<br />

Aumento del costo medio dei sinistri<br />

Impatto sulle riserve<br />

Altro<br />

4%<br />

19%<br />

23%<br />

38%<br />

69%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

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10 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

Le frodi possono essere commesse da diversi soggetti<br />

(controparti e soggetti interni/collegati). La natura della<br />

frode (interna, esterna, mista) è determinata dalla categoria<br />

coinvolta. L’85% del campione sostiene che le frodi attuate<br />

da controparti esterne alla Compagnia siano le più frequenti,<br />

mentre solo una percentuale molto inferiore ritiene che vi sia<br />

collusione tra controparti esterne e soggetti interni (Grafico 5).<br />

da notare che nessuna delle Compagnie denuncia frodi interne.<br />

Grafico 5<br />

Quale delle seguenti tipologie di frode è maggiormente rilevante<br />

per la Compagnia?<br />

<strong>Frodi</strong> esterne (attuate esclusivamente dalle controparti)<br />

0%<br />

15%<br />

85%<br />

<strong>Frodi</strong> miste (collusione fra controparti esterne e soggetti interni)<br />

<strong>Frodi</strong> interne (attuate da dipendenti, agenti, liquidatori, periti, medici<br />

e altri soggetti collegati)<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

A conferma di quanto emerso dalle risposte fornite alla<br />

precedente domanda, le Compagnie ritengono che la<br />

partecipazione di soggetti collegati (dipendenti, agenti,<br />

liquidatori, fiduciari) sia poco rilevante rispetto al valore<br />

complessivo delle frodi (Grafico 6). Tuttavia il 24% dei<br />

rispondenti ritiene che la collusione dei soggetti collegati<br />

non sia trascurabile. Per un efficace contrasto del fenomeno<br />

le Compagnie dovrebbero dunque dotarsi di strumenti che<br />

consentano di monitorare sia le controparti esterne, sia i<br />

soggetti collegati. infatti, l’attività di questi ultimi, pur essendo<br />

poco rilevante <strong>nel</strong>le frodi dirette, deve essere adeguatamente<br />

presidiata e indirizzata per evitare che si creino condizioni<br />

favorevoli ad un’ulteriore diffusione del fenomeno.<br />

Grafico 6<br />

Rispetto al valore delle frodi accertate dalla Compagnia, quanto è<br />

rilevante la partecipazione di soggetti collegati (dipendenti, agenti,<br />

liquidatori, fiduciari)?<br />

Molto<br />

Abbastanza<br />

Poco<br />

Per nulla<br />

Non rilevato<br />

4%<br />

12%<br />

12%<br />

19%<br />

53%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

La percezione dei rispondenti è che la maggior parte delle<br />

frodi sia riconducibile a fenomeni occasionali, cioè messi<br />

in atto in modo diffuso da soggetti diversi. solo il 37% del<br />

campione ritiene che gli eventi fraudolenti siano perpetrati<br />

ripetutamente dai medesimi soggetti (Grafico 7). La natura<br />

per lo più occasionale e diffusa delle frodi ne rende ancora<br />

più difficile per le Compagnie l’individuazione, l’accertamento<br />

e, quindi, il contrasto. L’obiettivo della compagnia è<br />

l’individuazione/accertamento e persecuzione delle frodi,<br />

non la lotta al crimine organizzato che, invece, è compito<br />

dell’autorità di polizia e della magistratura, istituzioni con le<br />

quali le Compagnie dovrebbero abituarsi a collaborare e a<br />

coordinare le azioni di contrasto.<br />

Grafico 7<br />

Rispetto al valore delle frodi subite, la maggior parte di esse<br />

è riconducibile a fenomeni...<br />

Occasionali<br />

Perpetrati ripetutamente dai medesimi soggetti<br />

37%<br />

63%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

il 69% del campione ha indicato il contesto socio-culturale<br />

come principale causa del fenomeno delle frodi <strong>nel</strong> <strong>settore</strong><br />

<strong>assicurativo</strong> (Grafico 8).<br />

Le Compagnie, dunque, percepiscono il fenomeno delle<br />

frodi connesso non tanto ad azioni criminose perpetrate da<br />

organizzazioni specializzate (15%), quanto più al contesto<br />

sociale e culturale che caratterizza le zone a maggiore<br />

incidenza di frodi. Tuttavia, secondo le statistiche dell’isvAP<br />

riguardanti la diffusione del fenomeno, l’incidenza delle<br />

truffe ai danni delle Compagnie risulta più elevata <strong>nel</strong>le<br />

aree dove è maggiore la frequenza dei sinistri e il tasso<br />

di criminalità. si segnala, inoltre, che <strong>nel</strong> campo ‘Altro’ un<br />

rispondente ha indicato la crisi economica come possibile<br />

causa del fenomeno. Effettivamente l’esperienza dimostra<br />

che in periodi d’instabilità economica l’incidenza delle truffe<br />

aumenta in tutti i settori, compreso quello <strong>assicurativo</strong>.<br />

Grafico 8<br />

A quale dei seguenti aspetti attribuisce maggiormente<br />

la causa del fenomeno?<br />

(consentite più risposte)<br />

Contesto socio-culturale<br />

Collusione degli attori coinvolti (controparti, soggetti collegati)<br />

Criminalità<br />

Altro<br />

4%<br />

15%<br />

23%<br />

27%<br />

Mancata percezione delle conseguenze sociali<br />

69%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

© 2011 KPMG Advisory s.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG international Cooperative (“KPMG international”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.


il 92% dei rispondenti ritiene che il top management abbia<br />

una corretta percezione della rilevanza del fenomeno frodi<br />

(Grafico 9). Questo dimostra che il problema viene vissuto<br />

come rilevante per le Compagnie dati gli impatti non<br />

trascurabili sulla gestione e sul risultato tecnico. Questa<br />

consapevolezza deriva probabilmente anche dalle azioni<br />

organizzative già attuate autonomamente dalle Compagnie<br />

per contrastare le truffe e da una buona comunicazione<br />

interna tra livelli diversi della struttura. il commitment<br />

del top management è sicuramente un fattore abilitante<br />

all’attuazione di azioni organizzative, investimenti ed<br />

interventi, volti a contrastare il fenomeno.<br />

Grafico 9<br />

0%<br />

8%<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 11<br />

Il top management della Compagnia ha la giusta percezione del<br />

fenomeno?<br />

Molto<br />

Abbastanza<br />

Poco<br />

Per nulla<br />

42%<br />

50%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

Azioni organizzative<br />

e di processo intraprese dalle Compagnie<br />

in attesa di soluzioni concrete da parte dell’Autorità di<br />

vigilanza e del Governo mediante gli opportuni interventi<br />

legislativi e l’istituzione di organismi di prevenzione e<br />

controllo, le Compagnie si sono dotate in molti casi di<br />

strutture e risorse dedicate al monitoraggio e al contrasto<br />

delle frodi. L’85% delle Compagnie del campione, infatti,<br />

ha già una struttura organizzativa dedicata al contrasto delle<br />

frodi (Grafico 10). Più in dettaglio, <strong>nel</strong> 42% dei casi si tratta di<br />

una struttura unica e indipendente, mentre per il 38% delle<br />

Compagnie è una struttura dipendente da un’altra struttura<br />

(in otto casi dipendente dalla direzione sinistri, in un caso<br />

dall’Internal Audit e in un altro dalla funzione Compliance).<br />

solo quattro Compagnie, tutte di piccole e medie dimensioni,<br />

hanno dichiarato di non avere strutture dedicate al contrasto<br />

delle frodi.<br />

Grafico 10<br />

Nella Compagnia esiste già una struttura organizzativa dedicata<br />

al contrasto delle frodi?<br />

(consentite più risposte)<br />

Sì, struttura unica e indipendente<br />

Sì, struttura unica dipendente da un’altra struttura/figura<br />

No<br />

8%<br />

15%<br />

Sì, strutture separate per ramo/business unit<br />

38%<br />

42%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

Coerentemente con le risposte fornite alla domanda<br />

precedente, l’85% delle Compagnie ha dichiarato di avere<br />

risorse che lavorano <strong>nel</strong>l’ambito del contrasto delle frodi<br />

(Grafico 11). di queste Compagnie, il 68% ha personale<br />

dedicato che lavora a tempo pieno, il 14% ha risorse che<br />

lavorano part-time oppure occasionalmente, mentre il<br />

18% ha sia risorse full-time che part-time (Grafico 12). La<br />

percentuale dei dipendenti dedicata a tempo pieno a questa<br />

attività si attesta in media all’1,5%, mentre il personale che<br />

lavora part-time è in media pari al 3% circa delle risorse<br />

totali.<br />

Grafico 11<br />

La Compagnia ha risorse dedicate al contrasto delle frodi?<br />

Sì<br />

No<br />

Grafico 12<br />

15%<br />

Se sì, sono impiegate a tempo pieno o part-time?<br />

Tempo pieno<br />

Entrambe<br />

Part-time<br />

14%<br />

18%<br />

85%<br />

68%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

© 2011 KPMG Advisory s.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG international Cooperative (“KPMG international”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.


12 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

sia la fase di assunzione del rischio sia quella di<br />

liquidazione del sinistro vengono indicate come critiche<br />

per l’individuazione e il contrasto delle frodi (Grafico 13),<br />

anche se a tendere il miglioramento dei processi <strong>nel</strong>la fase<br />

di assunzione dovrebbe essere la soluzione più efficace al<br />

problema per le frodi non occasionali. Questa risposta è<br />

coerente con quanto indicato dalle Compagnie in merito alla<br />

natura delle frodi. il fatto che esse non siano riconducibili<br />

solo a eventi criminosi perpetrati dai medesimi soggetti,<br />

ma anche, e soprattutto, a frodi occasionali e diffuse, fa sì<br />

che il miglioramento del processo di assunzione (selezione<br />

delle controparti, database storico, ecc.) non risulti<br />

sufficiente a combattere il fenomeno e si renda necessario<br />

un monitoraggio più approfondito anche della fase di<br />

liquidazione dei sinistri.<br />

Grafico 13<br />

Attualmente qual è la fase più critica per l’individuazione<br />

ed il contrasto delle frodi?<br />

Assunzione<br />

Liquidazione<br />

Entrambe<br />

12%<br />

12%<br />

76%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

Nonostante ciò, rispetto alle azioni intraprese le Compagnie<br />

per ora stanno concentrando gli sforzi maggiormente sulla<br />

fase di liquidazione dei sinistri, intervenendo sui processi<br />

(89%), mentre solo il 58% dei rispondenti ha modificato<br />

i processi della fase di assunzione (Grafico 14). Questa<br />

differenza è probabilmente spiegabile in parte per le difficoltà<br />

riscontrate dalle Compagnie <strong>nel</strong> migliorare la selezione della<br />

clientela per i vincoli legislativi cui esse devono sottostare<br />

<strong>nel</strong>la fase assuntiva (ad esempio l’obbligo a contrarre<br />

<strong>nel</strong>l’r.C. Auto) e in parte per il fatto che è oggettivamente<br />

più complesso mettere in atto azioni che consentano di<br />

prevenire le frodi.<br />

Grafico 14<br />

La Compagnia ha modificato i processi di business per<br />

contrastare le frodi?<br />

In fase di assunzione<br />

4%<br />

In fase di liquidazione<br />

35%<br />

54%<br />

54%<br />

Molto Abbastanza Poco Per nulla<br />

34% 8%<br />

11%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

Per le Compagnie la fase dell’assunzione del rischio, rispetto<br />

a quella liquidativa, risulta anche meno dotata di efficaci<br />

strumenti di controllo (Grafico 15). d’altro canto, la fase di<br />

assunzione risulta anche la più complessa da monitorare,<br />

per i suddetti vincoli normativi e per un utilizzo ancora non<br />

adeguato della banca dati sinistri a causa dei limiti imposti dal<br />

rispetto della legge sulla privacy. Per quanto concerne invece<br />

la fase di liquidazione, il 73% dei rispondenti ritiene di avere<br />

strumenti interni adeguati, ma le Compagnie sembrano<br />

meno soddisfatte rispetto alle azioni intraprese in termini di<br />

processi.<br />

Grafico 15<br />

La Compagnia dispone di strumenti di controllo (applicativo<br />

software e strutture/personale) interni adeguati per il contrasto<br />

delle frodi?<br />

In fase di assunzione<br />

46%<br />

In fase di liquidazione<br />

11% 62%<br />

31%<br />

23%<br />

Molto Abbastanza Poco Per nulla<br />

23%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

Circa il 60% delle Compagnie non ha affatto strumenti<br />

oppure ha strumenti poco efficaci per il controllo degli agenti<br />

e dei fiduciari (Grafico 16). Questo deriva probabilmente<br />

dalla percezione che le Compagnie hanno riguardo la natura<br />

delle frodi (l’85% dei rispondenti ha indicato, infatti, le frodi<br />

esterne come quelle maggiormente diffuse, mentre le<br />

frodi che presuppongono la collusione fra soggetti interni<br />

ed esterni sono ritenute marginali). Pertanto, i clienti e<br />

le controparti vengono maggiormente monitorati tramite<br />

applicativi software (58% dei rispondenti). in generale,<br />

dalle risposte emerge tuttavia che una scarsa percentuale<br />

di Compagnie ritiene di avere strumenti software più che<br />

adeguati per il monitoraggio delle tre tipologie di soggetti,<br />

compresi i clienti e le controparti.<br />

Grafico 16<br />

La Compagnia, <strong>nel</strong> contrasto delle frodi, ha uno specifico strumento<br />

di controllo (applicativo software) che consente di monitorare<br />

agenti, fiduciari, clienti e controparti?<br />

Agenti<br />

4%<br />

Fiduciari<br />

31%<br />

42%<br />

Clienti e controparti<br />

58%<br />

15%<br />

23%<br />

50%<br />

27%<br />

Molto efficace Abbastanza efficace<br />

Poco efficace Nessuno strumento<br />

35%<br />

15%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

© 2011 KPMG Advisory s.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG international Cooperative (“KPMG international”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.<br />

4%


oltre il 90% delle Compagnie del campione si è già<br />

dotata di strutture organizzative e/o di risorse dedicate al<br />

contrasto delle frodi (Grafico 17). Tuttavia risulta ancora<br />

bassa la percentuale di coloro che si sono dichiarati<br />

molto soddisfatti dei risultati ottenuti (Grafico 18). Queste<br />

evidenze confermano le oggettive difficoltà riscontrate<br />

dalle Compagnie <strong>nel</strong>l’ottenere risultati realmente efficaci,<br />

nonostante i tentativi di studiare e implementare modelli,<br />

processi e strumenti volti ad arginare il fenomeno,<br />

e dimostrano che esistono ancora ampi margini di<br />

miglioramento in questa direzione.<br />

Grafico 17<br />

Sono state attuate azioni per il contrasto delle frodi?<br />

Sì<br />

No<br />

Molto<br />

Abbastanza<br />

Poco<br />

Per nulla<br />

0%<br />

8%<br />

Grafico 18<br />

Se sì, hanno portato i risultati sperati?<br />

13%<br />

29%<br />

92%<br />

58%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

oltre il 90% delle<br />

Compagnie del campione<br />

si è già dotata di strutture<br />

organizzative e/o di risorse<br />

dedicate al contrasto delle<br />

frodi, tuttavia risulta ancora<br />

bassa la percentuale (13%)<br />

di coloro che si sono<br />

dichiarati molto soddisfatti<br />

dei risultati ottenuti<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 13<br />

il 77% delle Compagnie del campione ha già definito un set<br />

di indicatori che consentono di implementare efficaci sistemi<br />

di prevenzione delle frodi (Grafico 19). in media il numero<br />

di parametri individuati per identificare tempestivamente il<br />

rischio frode è compreso tra 20 e 25. Le Compagnie che<br />

non hanno ancora identificato un set di indicatori sono<br />

principalmente quelle di piccole dimensioni.<br />

Grafico 19<br />

La Compagnia ha già definito un set di indicatori<br />

di (potenziali) frodi?<br />

Sì<br />

No<br />

23%<br />

77%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

L’85% delle Compagnie del campione ha intenzione di<br />

effettuare investimenti per migliorare la prevenzione e il<br />

contrasto delle frodi (Grafico 20). L’area in cui sono previsti i<br />

maggiori investimenti è quella dei sistemi informativi, seguita<br />

da quella delle risorse Umane. Le altre aree in cui si intende<br />

intervenire sono la struttura sinistri, quella commerciale, il<br />

centro liquidazione danni e l’area dell’assunzione dei rischi.<br />

Grafico 20<br />

La Compagnia ha intenzione di effettuare ulteriori investimenti<br />

<strong>nel</strong> contrasto e <strong>nel</strong>la prevenzione delle frodi?<br />

(consentite più risposte)<br />

Sì, nei Sistemi Informativi<br />

Sì, <strong>nel</strong>le Risorse Umane<br />

Sì, in altre aree della Compagnia<br />

8%<br />

15%<br />

Sì, <strong>nel</strong>l’Internal Audit<br />

19%<br />

No, in nessuna area della Compagnia<br />

42%<br />

65%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

© 2011 KPMG Advisory s.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG international Cooperative (“KPMG international”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.


14 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

Legislazione, banca dati sinistri<br />

e aspettative sull’Agenzia anti-frode<br />

oltre alle azioni e agli investimenti che le Compagnie<br />

assicurative possono effettuare autonomamente per<br />

migliorare le fasi di assunzione del rischio e di liquidazione<br />

dei sinistri, il 96% dei rispondenti ritiene che gli interventi<br />

legislativi siano fondamentali per permettere un adeguato<br />

contrasto del fenomeno (Grafico 21). data la percezione<br />

delle Compagnie di non poter sempre agire liberamente <strong>nel</strong><br />

contrasto delle frodi per i vincoli e limiti legislativi esistenti,<br />

emerge l’esigenza di un intervento a livello accentrato da<br />

parte del Governo che fornisca soluzioni per arginare il<br />

fenomeno.<br />

Grafico 21<br />

Quanto sono importanti gli interventi legislativi al fine di consentire<br />

alle Compagnie di poter agire in modo efficace <strong>nel</strong> contrasto delle<br />

frodi?<br />

Molto<br />

Abbastanza<br />

Poco<br />

0%<br />

Per nulla<br />

4%<br />

11%<br />

85%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

infatti, rispetto alla possibilità di prevenire le frodi, le<br />

Compagnie si sentono piuttosto vincolate dalla legge sia in<br />

fase di assunzione sia in fase di liquidazione (Grafico 22).<br />

in particolare, l’obbligo a contrarre in fase di assunzione<br />

viene ritenuto molto vincolante ai fini della prevenzione di<br />

sinistri collegati ad eventi fraudolenti da più della metà del<br />

campione.<br />

Grafico 22<br />

Rispetto all’eventualità di prevenire possibili frodi,<br />

quanto la Compagnia è vincolata dalla legge?<br />

In fase di assunzione (per l'obbligo a contrarre)<br />

35%<br />

57%<br />

In fase di liquidazione<br />

61%<br />

31%<br />

8% 4%<br />

4%<br />

Molto Abbastanza Poco Per nulla<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

secondo la percezione delle Compagnie il grado di<br />

trasparenza e di comunicazione riguardante il fenomeno frodi<br />

non è adeguato per il 69% del campione (Grafico 23). Tra<br />

le cause della mancata trasparenza ci sono probabilmente<br />

da un lato le difficoltà strutturali che le Compagnie<br />

riscontrano <strong>nel</strong>l’individuazione e <strong>nel</strong>l’accertamento delle<br />

frodi, dall’altro anche i vincoli imposti dalla normativa sulla<br />

privacy in relazione allo scambio di informazioni tra le stesse<br />

Compagnie. Tuttavia, dall’imminente istituzione dell’Agenzia<br />

anti-frode e da un più efficace utilizzo della banca dati sinistri<br />

ci si attende che l’informativa sul fenomeno possa essere<br />

più completa e trasparente.<br />

Grafico 23<br />

Il grado di trasparenza e comunicazione sull’incidenza del fenomeno<br />

frodi è adeguato?<br />

Molto<br />

4%<br />

Abbastanza<br />

Poco<br />

Per nulla<br />

11%<br />

27%<br />

58%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

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ecentemente l’isvAP e l’ANiA hanno messo l’accento sul<br />

problema delle frodi <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> e <strong>nel</strong> dibattito<br />

con gli altri attori del sistema (le compagnie e il Governo)<br />

sono state avanzate possibili soluzioni per contrastare il<br />

fenomeno. Una delle proposte è l’arricchimento della banca<br />

dati sinistri isvAP con più informazioni riguardanti testimoni,<br />

periti e medici coinvolti <strong>nel</strong>le procedure di rimborso. Le<br />

Compagnie si attendono che la banca dati sinistri dell’isvAP<br />

possa essere un importante strumento per il contrasto<br />

delle frodi (Grafico 24); solo il 19% del campione (costituito<br />

per lo più da Compagnie di grandi e medie dimensioni) si<br />

mostra scettico sull’efficacia della banca dati per arginare il<br />

fenomeno.<br />

Grafico 24<br />

Quanto è importante l’istituzione e il maggior utilizzo della banca<br />

dati anti-frode dell’ISVAP?<br />

Molto<br />

Abbastanza<br />

Poco<br />

Per nulla<br />

8%<br />

11%<br />

19%<br />

62%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

L’altra soluzione proposta <strong>nel</strong> dialogo tra istituzioni e<br />

Compagnie è la creazione di un’Agenzia anti-frode con<br />

compiti investigativi funzionali alla segnalazione di fenomeni<br />

fraudolenti all’autorità giudiziaria. rispetto a questa<br />

soluzione, le aspettative delle Compagnie sono ancora<br />

migliori in quanto l’89% degli aderenti alla survey ritiene<br />

l’istituzione dell’Agenzia anti-frode uno strumento piuttosto<br />

efficace (Grafico 25).<br />

Grafico 25<br />

Il progetto di istituire l’Agenzia anti-frode è uno strumento<br />

davvero efficace ai fini del contrasto delle frodi?<br />

Molto<br />

Abbastanza<br />

Poco<br />

Per nulla<br />

0%<br />

11%<br />

31%<br />

58%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 15<br />

La maggior parte delle Compagnie ritiene che il controllo e la<br />

vigilanza sull’Agenzia anti-frode dovrebbero essere affidati ad<br />

una istituzione creata ad hoc, mentre solo una percentuale<br />

minoritaria del campione ritiene che l’agenzia debba essere<br />

controllata dall’isvAP o dall’ANiA (Grafico 26). Nella categoria<br />

‘Altro’ alcune Compagnie suggeriscono che l’istituzione<br />

cui affidare il compito della vigilanza sull’Agenzia anti-frode<br />

dovrebbe essere la stessa autorità giudiziaria.<br />

Grafico 26<br />

Da quale delle seguenti Istituzioni dovrebbe essere controllata<br />

l’Agenzia anti-frode?<br />

Istituzione creata ad hoc<br />

ISVAP<br />

ANIA<br />

Altro<br />

12%<br />

12%<br />

23%<br />

53%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory sulle risposte fornite dal campione<br />

L’89% degli aderenti alla<br />

survey ritiene l’istituzione<br />

dell’Agenzia anti-frode uno<br />

strumento necessario ed<br />

efficace al contrasto del<br />

fenomeno<br />

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Focus<br />

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Negli ultimi anni si è assistito ad una<br />

diminuzione <strong>nel</strong>la raccolta dei rami danni<br />

che è da attribuire prevalentemente ad<br />

una notevole contrazione del ramo r.C.<br />

Auto. Tuttavia, a fronte di una significativa<br />

riduzione dei premi, il numero dei sinistri<br />

denunciati ed il correlato costo dei<br />

risarcimenti non sono diminuiti e pertanto<br />

l’importo dei premi raccolti non sempre<br />

è riuscito a coprire il costo dei sinistri.<br />

Questo è imputabile anche al repentino<br />

e pesante effetto dell’adozione da parte<br />

di molti tribunali di nuovi criteri per i<br />

risarcimenti relativi alle lesioni più gravi<br />

con il risultato che il costo complessivo<br />

della liquidazione dei sinistri in alcuni<br />

casi è addirittura aumentato. Pertanto<br />

<strong>nel</strong> 2009 su 100 euro incassati le<br />

imprese assicurative ne hanno<br />

spesi quasi 108 per la liquidazione<br />

dei sinistri con pesanti impatti sui<br />

risultati della gestione del ramo<br />

r.C. Auto.<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 17<br />

Principali evidenze e<br />

peculiarità del fenomeno in<br />

Italia e scenari evolutivi<br />

vittorio verdone, direttore Auto, distribuzione e Consumatori, ANiA<br />

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18 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

Questa tendenza preoccupa sia le compagnie, che devono<br />

dare conto ai propri azionisti dei risultati economici, sia<br />

l’intera collettività, perché inevitabilmente i risultati negativi<br />

sono destinati a riflettersi sul piano sociale in termini di prezzi<br />

delle coperture applicati agli assicurati.<br />

Lo scenario è premessa d’obbligo per spiegare il cambio<br />

di direzione dell’andamento dei prezzi <strong>nel</strong> ramo r.C. Auto<br />

osservato in tempi più recenti: la riduzione osservata<br />

dell’ultimo quinquennio (in termini reali il prezzo medio della<br />

copertura r.C. Auto è diminuito <strong>nel</strong> quinquennio di oltre il<br />

20%) ha subito una battuta d’arresto.<br />

i fattori che hanno portato al raggiungimento dei risultati<br />

negativi <strong>nel</strong>la gestione r.C. Auto degli anni scorsi e che<br />

hanno causato gli aumenti dei prezzi delle coperture sono<br />

abbastanza comuni e noti <strong>nel</strong> nostro Paese, sebbene siano<br />

particolarmente critici in alcune zone dell’italia, soprattutto<br />

<strong>nel</strong> Mezzogiorno 1 :<br />

• la frequenza dei sinistri (rapporto tra il numero di sinistri e il<br />

numero di veicoli assicurati) è in aumento da due anni e <strong>nel</strong><br />

2009 è stata pari all’8,6%<br />

• l’incidenza dei danni alla persona sta crescendo in maniera<br />

anomala dal 20,4% del 2007 al 21,9% del 2009, fino<br />

a raggiungere picchi pari a oltre il 40% in alcune aree<br />

geografiche<br />

• le regole bonus/malus introdotte per legge hanno<br />

snaturato i sistemi tariffari costruiti sui precedenti di guida,<br />

favorendo i nuovi assicurati, indipendentemente da ogni<br />

considerazione ’meritocratica’<br />

• il fenomeno delle frodi è in continuo aumento.<br />

Proprio l’annoso problema delle frodi ai danni delle<br />

imprese di assicurazione negli ultimi tempi è tornato<br />

prepotentemente sui principali tavoli di dibattito delle<br />

compagnie, dell’associazione di categoria, dell’autorità di<br />

vigilanza e del Governo. il recente aumento dei premi delle<br />

assicurazioni auto rappresenta la diretta conseguenza del<br />

circolo vizioso in atto da tempo <strong>nel</strong> <strong>settore</strong>: frode – aumento<br />

costi – aumento tariffe. il fenomeno delle frodi assicurative<br />

produce effetti distorsivi che impattano negativamente<br />

sulle regole di funzionamento del <strong>settore</strong> e, neanche troppo<br />

indirettamente, sugli assicurati onesti che si trovano,<br />

soprattutto <strong>nel</strong> ramo dell’r.C. Auto, a dover pagare il conto<br />

‘di un pasto mai consumato’.<br />

da ciò nasce l’esigenza di condividere con il sistema<br />

politico e con gli organi legislativi le possibili soluzioni alle<br />

cause che rendono critico il ramo r.C. Auto in italia. È<br />

1 sebbene non si possa parlare di un problema meridionale in senso lato; infatti, in molte zone<br />

del sud la quota dei sinistri fraudolenti è minore della media nazionale.<br />

infatti, sulla base delle informazioni (premi lordi contabilizzati<br />

<strong>nel</strong> 2010 per il lavoro diretto italiano dei rami danni e dei<br />

rami vita) fornite all’ANiA in via preliminare dalle imprese di<br />

assicurazione con sede legale in italia, emerge che <strong>nel</strong> 2010<br />

la raccolta premi nei rami danni, calcolata in termini omogenei<br />

rispetto al 2009 per tener conto dell’uscita di due imprese che<br />

non operano più sul portafoglio diretto italiano, risulterebbe in<br />

crescita del 2,1% (+0,5% in termini reali). L’incremento reale è<br />

spiegabile con la crescita della raccolta premi del <strong>settore</strong> Auto<br />

che è aumentata del 4% incidendo sul totale dei premi danni<br />

per il 55,7% (54,9% <strong>nel</strong> 2009).<br />

Il contesto e le principali problematiche<br />

necessario studiare una linea d’azione condivisa che preveda<br />

l’introduzione di decisivi interventi sia a livello normativo sia<br />

a livello organizzativo e non solo a favore delle compagnie<br />

assicurative, ma anche a tutela dei consumatori finali.<br />

se fino ad oggi gran parte delle compagnie assicurative<br />

si sono attivate autonomamente istituendo al proprio<br />

interno delle strutture direzionali (ad esempio <strong>nel</strong>l’area della<br />

liquidazione sinistri) per individuare ed arginare le frodi,<br />

la portata e il dilagare del fenomeno ha indotto il <strong>settore</strong><br />

a dotarsi di strumenti specializzati e organizzati a livello<br />

centrale. Ne è un esempio la banca dati sinistri isvAP che<br />

mette a disposizione delle compagnie l’ausilio informatico,<br />

essenziale per l’analisi delle informazioni, che consente<br />

l’accertamento dei casi sospetti di frode.<br />

Purtroppo questo ancora non basta e rimangono questioni<br />

ancora sospese.<br />

Come si stanno muovendo le istituzioni preposte al <strong>settore</strong>?<br />

Quale organizzazione il Governo deve dare al <strong>settore</strong><br />

per consentire un riequilibrio in ottica di libero mercato<br />

(concorrenza e liberi prezzi) e di riduzione dei costi di<br />

gestione dei sinistri aumentati per il diffuso fenomeno delle<br />

frodi?<br />

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L’incidenza dei fenomeni fraudolenti<br />

in italia, secondo i dati ufficiali elaborati dall’isvAP, <strong>nel</strong> ramo<br />

r.C. Auto <strong>nel</strong> 2009 sono stati riscontrati 83.378 sinistri<br />

fraudolenti, pari al 2,5% di tutti quelli accaduti e denunciati<br />

<strong>nel</strong>lo stesso anno. Nel 2008 i sinistri connessi a reati erano<br />

lievemente inferiori (circa 2,3%).<br />

i dati ufficiali rilevati dall’isvAP riportano però solo le truffe<br />

accertate dalle imprese mediante i limitati mezzi di cui esse<br />

dispongono per contrastare il fenomeno. dal confronto<br />

europeo, se si considera che l’incidenza dei sinistri connessi<br />

ad eventi fraudolenti <strong>nel</strong> regno Unito in media è pari al<br />

10% e in Francia al 5%, appare evidente che il dato stimato<br />

dall’isvAP <strong>nel</strong> 2009 è un valore che non riflette la reale<br />

portata del fenomeno italiano, perché non include le frodi<br />

‘sommerse’, cioè quelle perpetrate ma non scoperte e<br />

accertate.<br />

Grafico 1<br />

<strong>Frodi</strong> R.C. Auto in Italia (2009)<br />

Area territoriale<br />

% sinistri con frode<br />

(numero)<br />

% sinistri con frode<br />

(importi)<br />

PiEMoNTE 0,99 0,95<br />

vALLE d’AosTA 0,25 0,46<br />

LoMBArdiA 0,95 1,13<br />

TrENTiNo ALTo<br />

AdiGE<br />

0,42 0,44<br />

vENETo 0,79 0,76<br />

FriULi vENEZiA<br />

GiULiA<br />

0,39 0,39<br />

LiGUriA 1,62 1,72<br />

EMiLiA roMAGNA 0,73 0,8<br />

TosCANA 1,08 1,3<br />

UMBriA 0,51 1,13<br />

MArCHE 1,01 0,97<br />

LAZio 2,06 1,91<br />

ABrUZZo 1,01 1,12<br />

MoLisE 1,11 1,93<br />

CAMPANiA 9,58 8,68<br />

PUGLiA 6,17 5,27<br />

BAsiLiCATA 2,09 2,01<br />

CALABriA 4,03 3,9<br />

siCiLiA 3,03 2,91<br />

sArdEGNA 0,87 0,75<br />

ITALIA 2,5 2,4<br />

Fonte: ISVAP - Indagine sul fenomeno della criminalità <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong>.<br />

Elaborazioni dei dati per il 2009<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 19<br />

secondo un’analisi svolta dall’ANiA sui dati isvAP 2009<br />

a livello territoriale, vi sarebbe una stretta correlazione tra<br />

frequenza dei sinistri e incidenza dei fenomeni fraudolenti.<br />

in particolare, è stato osservato che le province in cui la<br />

frequenza dei sinistri è inferiore alla media nazionale sono<br />

anche quelle in cui l’incidenza delle frodi è inferiore (Grafico 1).<br />

L’alta incidenza percentuale delle frodi sul totale dei sinistri<br />

registrati interessa maggiormente quelle aree geografiche<br />

caratterizzate da fenomeni di diffusa illegalità. secondo i dati<br />

regionali elaborati dall’isvAP, il coefficiente di correlazione tra<br />

la frequenza sinistri e l’incidenza del numero dei sinistri con<br />

frode accertata sul totale di quelli denunciati è pari a 0,59, un<br />

valore statisticamente significativo.<br />

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20 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

Gli scenari evolutivi<br />

Le frodi <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> causano un notevole spreco<br />

di risorse economiche a favore di chi mette in atto questi<br />

reati e, in alcune aree del Paese, soprattutto a favore della<br />

criminalità organizzata.<br />

L’assicurazione, per poter svolgere pienamente il ruolo di<br />

difesa e di impulso dello sviluppo economico, deve poter<br />

contare su condizioni di esercizio non alterate da fenomeni<br />

criminosi.<br />

occorrono dunque una svolta sul piano della tutela della<br />

legalità e un’assunzione di responsabilità da parte di tutti i<br />

soggetti che a vario titolo possono determinare le decisioni<br />

per l’istituzione di validi strumenti conoscitivi e investigativi<br />

per combattere gli illeciti, sia in fase preventiva, sia in fase<br />

repressiva.<br />

L’anti-frode deve essere concepito come un sistema<br />

articolato di misure che comprenda:<br />

• l’organizzazione di un presidio stabile di natura<br />

pubblicistica in cui accentrare tutte le funzioni di analisi<br />

delle informazioni disponibili presso archivi pubblici e<br />

Struttura e compiti<br />

dell’organismo anti-frode<br />

La disciplina che regola l’utilizzo di informazioni a fini antifrode<br />

non dovrebbe contemplare limitazioni in ordine ai<br />

dati consultabili, ma esclusivamente rispetto alle condizioni<br />

da osservare per evitare una diffusione di dati a soggetti<br />

diversi dagli operatori del <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> e delle<br />

autorità inquirenti. Pertanto, le informazioni devono poter<br />

essere condivise al fine di consentire le necessarie azioni di<br />

coordinamento tra imprese <strong>nel</strong> contrasto delle frodi seriali.<br />

in particolare, si evidenzia che il modello organizzativo<br />

per l’esercizio di un’efficace attività anti-frode non può<br />

prescindere da due piani di azione tra loro necessariamente<br />

interconnessi:<br />

• il coordinamento delle diverse banche dati contenenti<br />

informazioni rilevanti ai fini della prevenzione dei reati<br />

in materia assicurativa e una disciplina dell’accesso alle<br />

stesse da parte delle istituzioni abilitate e delle imprese<br />

di assicurazione che risulti effettivamente funzionale<br />

all’individuazione dei comportamenti illeciti<br />

• l’istituzione di un organismo che, attraverso il pieno<br />

accesso alle citate banche dati e mediante analisi e<br />

investigazioni condotte da personale di polizia specializzato<br />

sulle informazioni presenti in questi archivi, individui casi<br />

privati e cui affidare il potere di svolgere indagini di polizia<br />

giudiziaria mirate rispetto alle situazioni che risultano frodi<br />

sospette sulla base delle analisi condotte <strong>nel</strong>le banche dati<br />

e degli indicatori ottenuti<br />

• il coordinamento tra le attività affidate a questo organismo<br />

pubblico e le iniziative promosse autonomamente dalle<br />

imprese<br />

• la segnalazione dei risultati delle indagini alla magistratura<br />

per procedere all’esercizio dell’azione penale<br />

• la perseguibilità d’ufficio delle frodi perpetrate <strong>nel</strong>l’ambito<br />

dell’assicurazione obbligatoria r.C. Auto, in relazione<br />

all’interesse pubblico di tutela della collettività dei soggetti<br />

tenuti all’adempimento dell’obbligo<br />

• il rafforzamento degli strumenti a disposizione delle<br />

imprese per l’accertamento più approfondito dei casi che si<br />

palesano come chiari tentativi di frode<br />

• l’istituzione di un sistema di controllo accentrato<br />

sull’adempimento dell’obbligo <strong>assicurativo</strong> r.C. Auto.<br />

di sospetta frode, segnalandoli alle imprese interessate e<br />

alla magistratura e predisponendo gli atti necessari per le<br />

eventuali iniziative penali.<br />

Qualsiasi intervento che prescindesse dall’accennata<br />

struttura a due livelli (accesso più ampio alle informazioni<br />

da parte delle imprese di assicurazione e organismo<br />

centralizzato di investigazione) costituirebbe una ’non<br />

soluzione’, che innescherebbe solamente aspettative<br />

destinate probabilmente ad essere disattese.<br />

L’organismo dovrebbe essere dotato di autonomia<br />

patrimoniale e gestionale e verrebbe finanziato interamente<br />

dal <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> privato mediante un contributo<br />

obbligatorio da stimarsi in relazione alle effettive risorse<br />

necessarie. L’organismo anti-frode dovrebbe avvalersi della<br />

collaborazione stabile di un nucleo speciale di polizia per<br />

effettuare ogni opportuna elaborazione dei dati acquisiti<br />

dalle banche dati, ricevere segnalazioni da parte delle<br />

imprese e scambiare informazioni con le stesse, predisporre<br />

documentazioni per iniziative giudiziarie strettamente<br />

connesse con la prevenzione dei reati di cui all’articolo 642<br />

del Codice Penale.<br />

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Perseguibilità d’ufficio delle frodi<br />

<strong>nel</strong>l’assicurazione R.C. Auto<br />

La gran parte delle speculazioni, che spesso si traducono in<br />

vere e proprie frodi (con il concorso dei diretti interessati,<br />

di professionisti dell’intermediazione dei sinistri e di medici<br />

compiacenti) avviene attraverso le richieste di risarcimento<br />

dei danni alla persona di importi molto ridotti. il numero<br />

significativo di queste pretese risarcitorie è all’origine<br />

dell’elevata incidenza dei danni alla persona <strong>nel</strong> ramo r.C.<br />

Auto, la cui frequenza è la più alta tra i paesi europei. se si<br />

osserva la distribuzione territoriale dell’incidenza dei sinistri<br />

con danni fisici, si colgono altre interessanti correlazioni<br />

positive: in particolare, le aree di massima concentrazione dei<br />

danni alla persona coincidono con quelle in cui è più elevata<br />

la frequenza dei sinistri in generale e più alta l’incidenza di<br />

fenomeni fraudolenti accertati.<br />

il contrasto delle speculazioni e delle frodi di questa natura<br />

non è agevole a causa di una normativa (tabelle di legge<br />

sulla valutazione economica e medico legale per le lesioni<br />

micropermanenti) che favorisce le richieste sproporzionate<br />

rispetto alla dimensione reale delle lesioni denunciate. La<br />

discrezionalità concessa al medico legale e la possibilità, in<br />

particolare <strong>nel</strong>le microlesioni più diffuse (ad esempio colpo<br />

di frusta), di valorizzare le indicazioni soggettive riferite<br />

dal danneggiato e non riscontrabili con strumentazione<br />

scientifica determinano una dispersione di risorse che va<br />

necessariamente arginata.<br />

La soluzione è in primo luogo legislativa. riformare le tabelle<br />

di legge, eliminando le voci improprie e non oggettive e<br />

fornendo ai medici legali un protocollo valutativo che vincoli<br />

i professionisti all’impiego di tecniche di indagine che non<br />

prescindano da riscontri fondati su risultati obiettivizzabili.<br />

in secondo luogo, in termini di politica giudiziaria, la<br />

magistratura dovrebbe applicare in termini più rigorosi<br />

la valutazione delle spese accessorie di tali microlesioni,<br />

evitando di assegnare somme, non giustificate da esami<br />

oggettivi, a titolo di inabilità temporanea (è insensato, ad<br />

esempio, attribuire il 100% di invalidità temporanea per<br />

’n’ giorni in caso di semplice distorsione lieve del rachide<br />

cervicale) e di riconoscere spese mediche riabilitative oltre la<br />

misura proporzionata al caso concreto.<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 21<br />

Al fine di rendere più efficace l’esercizio dell’azione penale<br />

per le frodi perpetrate <strong>nel</strong>l’ambito dell’r.C. Auto si propone<br />

di prevedere la procedibilità d’ufficio. La proposta risulta<br />

coerente con la natura obbligatoria dell’assicurazione e<br />

con il connesso interesse pubblico a tutelare la collettività<br />

dei soggetti tenuti all’adempimento dell’obbligo. La frode<br />

<strong>nel</strong>l’assicurazione r.C. Auto ha effetti negativi su tutti gli<br />

assicurati. La proposta di prevedere la perseguibilità d’ufficio<br />

è coerente con quanto previsto dall’articolo 640 del Codice<br />

Penale, che la prescrive per i casi di truffa nei confronti dello<br />

stato o di enti pubblici.<br />

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22 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

Rafforzamento degli strumenti<br />

a disposizione delle imprese per prevenire le<br />

frodi<br />

infine, si propongono alcune modifiche al Codice delle<br />

assicurazioni assolutamente necessarie per fornire un<br />

maggior impulso e una maggiore efficacia all’azione antifrode<br />

promossa dalle compagnie assicurative.<br />

Gli strumenti a disposizione del <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> per<br />

combattere il fenomeno sono limitati agli accertamenti<br />

eseguibili caso per caso per la verifica della sussistenza del<br />

sinistro e delle caratteristiche del danno denunciato.<br />

• È assolutamente imprescindibile garantire all’impresa di<br />

assicurazione il diritto di accertare il danno denunciato.<br />

La normativa sulle procedure di liquidazione dei sinistri<br />

r.C. Auto è tutta concepita in chiave garantista a favore<br />

del danneggiato, fondata sul presupposto che i suoi<br />

comportamenti siano sempre rispettosi della legge e<br />

dell’etica. Purtroppo non è così.<br />

È necessario pertanto modificare la norma, prevedendo<br />

che il danneggiato non possa rifiutare l’accertamento<br />

del danno alle cose (attualmente la norma esiste solo<br />

per i danni alla persona) e, soprattutto, che non possa<br />

procedere alla riparazione prima che sia decorso un<br />

congruo periodo di tempo per consentire all’impresa le<br />

operazioni di valutazione e stima dei danni effettivamente<br />

subiti. il lasso di tempo necessario all’accertamento della<br />

sussistenza e dell’entità del danno può essere quello<br />

disciplinato dall’articolo 9 del dPr n. 45/1981, regolamento<br />

di attuazione della cosiddetta miniriforma r.C. Auto (legge<br />

n. 39/1977), e non riprodotto <strong>nel</strong> Codice delle assicurazioni.<br />

Questa disposizione prevede un periodo di otto giorni<br />

lavorativi in cui il danneggiato deve mettere a disposizione<br />

le cose per l’ispezione dell’impresa.<br />

• Al fine di rendere realmente efficace l’attività<br />

dell’organismo anti-frode, si dovrebbe prevedere che, <strong>nel</strong><br />

caso in cui il sinistro da liquidare presenti elementi desunti<br />

dai moduli di allerta elaborati dall’organismo pubblico antifrode<br />

che segnalano un reale pericolo di frode, l’impresa<br />

possa motivare la mancata offerta di liquidazione indicando<br />

la necessità di approfondire le circostanze del sinistro. Tale<br />

motivazione dovrebbe essere inviata all’isvAP assieme alla<br />

documentazione dedotta dall’organismo per consentire<br />

all’istituto di vigilanza una verifica del comportamento<br />

dell’impresa in relazione agli obblighi vigenti in materia<br />

di liquidazione dei sinistri r.C. Auto, che, come è<br />

noto, se non rispettati danno luogo a rilevanti sanzioni<br />

amministrative per la compagnia.<br />

Istituzione di un sistema di controllo<br />

accentrato sull’adempimento dell’obbligo<br />

<strong>assicurativo</strong> R.C. Auto<br />

il fenomeno della non assicurazione, pur non costituendo<br />

tecnicamente una frode, rappresenta una grave ‘patologia’<br />

del sistema che va contrastata perché con questo<br />

comportamento contra legem il costo dei sinistri provocati,<br />

attraverso il ricorso al Fondo di garanzia vittime della<br />

strada, si trasferisce sull’intera collettività e, comunque,<br />

vengono sottratte risorse che, diversamente, andrebbero a<br />

giovamento della mutualità generale.<br />

L’organismo pubblico anti-frode potrebbe svolgere anche<br />

la funzione di controllo accentrato sull’adempimento<br />

dell’obbligo <strong>assicurativo</strong>. A tal fine sarebbe sufficiente<br />

stabilire che l’organismo, incrociando la banca dati dei veicoli<br />

immatricolati presso il Pubblico registro Automobilistico e la<br />

banca dati dei veicoli assicurati detenuta dall’ANiA, abbia la<br />

facoltà di inoltrare agli organi di polizia l’elenco di tutti i veicoli<br />

che risultano privi di copertura assicurativa.<br />

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<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 23<br />

Esperienze e best practice<br />

internazionali <strong>nel</strong> contrasto<br />

frodi <strong>nel</strong> ramo R.C. Auto<br />

silvano Lenoci, Associate Partner, KPMG Advisory<br />

L’elevata sinistrosità <strong>nel</strong> ramo r.C. Auto è<br />

un fenomeno globale che interessa tutte le<br />

compagnie assicurative.<br />

in Europa il ramo r.C. Auto costituisce circa<br />

il 6% della raccolta premi lordi totale (danni<br />

e vita). Nel confronto europeo, se <strong>nel</strong> 2008<br />

l’italia era il primo paese per premi lordi<br />

raccolti <strong>nel</strong> ramo r. C. Auto (17,6 miliardi<br />

di Euro su un totale a livello europeo<br />

per il campione CEA di 63,2 miliardi di<br />

Euro), è secondo solo alla Germania in<br />

termini di claims ratio, il rapporto tra<br />

sinistri liquidati e la relativa raccolta<br />

premi, con il 77,4% contro una media<br />

europea pari al 76,8% (dati CEA<br />

2007).<br />

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24 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

La dimensione del ramo r.C. Auto nei paesi del Nord Europa<br />

è sensibilmente inferiore alla media europea, anche alla luce<br />

della minore densità di popolazione e del numero inferiore di<br />

veicoli in circolazione.<br />

Grafico 1<br />

Dimensione (premi lordi) del ramo R.C. Auto in Europa<br />

FR: 6,8 Euro mld<br />

PT: 1,2 Euro mld<br />

ES: 6,6 Euro mld<br />

SE: 1,0 Euro mld<br />

NL: 2,5 Euro mld<br />

IT: 17,6 Euro mld<br />

Totale Premi Lordi in EU: 1.100 miliardi di Euro<br />

di cui R.C. Auto: 63,2 miliardi di Euro<br />

Fonte: CEA, Febbraio 2010, su dati 2008<br />

DE: 12,5 Euro mld<br />

oltre ad un’elevata sinistrosità, rispetto alla media europea<br />

per l’italia si riscontra un elevato costo medio dei sinistri (in<br />

media pari a circa 4.000 Euro), inferiore solo alla svizzera e<br />

alla svezia (Grafico 2 e Tabella 1), un’elevata frequenza dei<br />

sinistri che si attesta quasi al 9% (Grafico 2 e Tabella 2) e<br />

in particolare la più alta incidenza dei sinistri con danni alla<br />

persona, 21,9% (Grafico 2). L’alto costo medio dei sinistri si<br />

scarica sugli assicurati italiani che pagano il più alto premio<br />

medio (346 Euro contro la media europea pari a 211 Euro).<br />

FI: 0,7 Euro mld<br />

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Grafico 2<br />

Rischiosità del ramo R.C. Auto in Europa<br />

in parentesi valore del premio puro in Euro<br />

Fonte: CEA, Febbraio 2010, su dati 2007<br />

Tabella 1<br />

Costo medio dei sinistri nei principali<br />

paesi europei, Euro (a parità di poteri<br />

d’acquisto), ramo R.C. Auto<br />

svezia 4.307<br />

Italia 3.931<br />

Finlandia 3.772<br />

slovenia 3.638<br />

Croazia 3.410<br />

Francia 3.207<br />

Germania 3.166<br />

Polonia 2.430<br />

Estonia 2.392<br />

Portogallo 2.250<br />

Austria 2.128<br />

Norvegia 2.120<br />

Malta 1.972<br />

slovacchia 1.590<br />

Turchia 1.461<br />

UE 2.785<br />

Fonte: CEA, Febbraio 2010, su dati 2008<br />

Tabella 2<br />

Frequenza dei sinistri nei principali paesi<br />

europei, ramo R.C. Auto<br />

Turchia 9,9%<br />

Austria 9,0%<br />

Italia 8,6%<br />

Grecia 8,2%<br />

slovacchia 7,8%<br />

svezia 7,7%<br />

Malta 7,4%<br />

Portogallo 7,3%<br />

Germania 6,6%<br />

repubblica Ceca 6,2%<br />

Estonia 6,1%<br />

Norvegia 5,8%<br />

Croazia 5,7%<br />

Polonia 5,1%<br />

Francia 4,4%<br />

slovenia 4,1%<br />

Finlandia 2,8%<br />

UE 6,6%<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 25<br />

Incidenza dei sinistri<br />

con danni alla<br />

persona su totale<br />

sinistri<br />

Italia 21,9%<br />

spagna 17,8%<br />

svezia 16,3%<br />

Francia 10,0%<br />

Austria 10,0%<br />

Germania 9,8%<br />

Belgio 9,6%<br />

UE 9,1%<br />

Fonte: CEA, Febbraio 2010, su dati 2006<br />

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26 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

in italia, è anche più alta la percentuale dei sinistri con lesioni<br />

alla persona che vengono attribuite al cosiddetto ‘colpo di<br />

frusta’ (oltre il 50%), con lamentate conseguenze di invalidità<br />

permanente <strong>nel</strong>la quasi totalità dei casi (Tabella 3).<br />

Tabella 3<br />

Sinistri con lesioni attribuite al ‘colpo di<br />

frusta’ nei principali paesi europei<br />

Italia >50%<br />

Germania 40,0%<br />

Paesi Bassi 35,0%<br />

spagna 15,0%<br />

Francia 6,0%<br />

Norvegia 5,0%<br />

danimarca 4,8%<br />

Fonte: <strong>Casellario</strong> INAIL<br />

Le differenze tra l’italia e gli altri paesi europei sono ascrivibili<br />

a fattori endogeni e a fattori esogeni.<br />

Per le diverse abitudini lavorative e i diversi stili di vita,<br />

sul territorio nazionale si riscontra una tra le più elevate<br />

concentrazioni dei veicoli (606 ogni 1.000 abitanti, rispetto<br />

alla media europea che è pari a 479): l’italia è quarta dopo<br />

islanda (734), Lussemburgo (640) e Malta (636).<br />

se a ciò si aggiunge la scarsa educazione alla guida sicura<br />

e la rete viaria spesso dissestata si comprende perché la<br />

frequenza dei sinistri automobilistici in italia è tra le più<br />

elevate in Europa. inoltre, la frequenza degli incidenti varia<br />

da regione a regione (Tabella 4) con effetti molto differenti<br />

in base alla località in cui i sinistri si verificano, perché, a<br />

quelli citati finora, che potremmo definire fattori endogeni, si<br />

aggiunge il malcostume delle frodi (fattore esogeno) che è<br />

più diffuso in alcune regioni d’italia che in altre.<br />

inoltre, è piuttosto comune in italia una certa ‘propensione’<br />

da parte dei medici a riconoscere lesioni e microlesioni in<br />

caso di incidenti. dall’esame delle certificazioni mediche<br />

e dei verbali di pronto soccorso si evince una notevole<br />

confusione ed inesattezza <strong>nel</strong>l’inquadramento diagnostico<br />

del trauma. spesso, infatti, si definiscono indifferentemente<br />

come ‘colpo di frusta’ patologie diverse, senza fornire un<br />

preciso esame obiettivo che possa poi distinguere i diversi<br />

quadri clinici e di conseguenza il relativo risarcimento.<br />

Tabella 4<br />

Frequenza dei sinistri <strong>nel</strong> ramo R.C. Auto, 2009<br />

Regione Causato Gestito<br />

Emilia romagna 6,27% 6,48%<br />

Friuli venezia Giulia 4,80% 4,97%<br />

Liguria 7,97% 8,87%<br />

Lombardia 7,04% 7,36%<br />

Piemonte 7,15% 7,55%<br />

Trentino Alto Adige 5,46% 5,56%<br />

valle d’Aosta 6,40% 6,57%<br />

veneto 5,45% 5,65%<br />

Nord Italia 6,52% 6,83%<br />

Abruzzo 7,22% 7,49%<br />

Lazio 9,01% 9,59%<br />

Marche 6,30% 6,60%<br />

Molise 6,47% 6,63%<br />

Toscana 7,43% 7,88%<br />

Umbria 6,50% 6,76%<br />

Centro Italia 7,77% 8,22%<br />

Basilicata 6,52% 6,88%<br />

Calabria 7,79% 8,39%<br />

Campania 10,38% 11,77%<br />

Puglia 8,89% 9,46%<br />

sardegna 7,86% 8,36%<br />

sicilia 8,59% 9,27%<br />

Sud Italia e Isole 8,92% 9,74%<br />

Totale Italia 7,48% 7,94%<br />

Fonte: ANIA<br />

sono proprio i sinistri con microlesioni e ‘colpi di frusta’, i cui<br />

risarcimenti hanno tipicamente importi molto bassi, quelli<br />

più esposti al rischio frode <strong>nel</strong> ramo r.C. Auto. spesso le<br />

lesioni sono inesistenti, oppure trascurabili, ciò nonostante<br />

è prassi denunciare il danno per recuperare qualunque<br />

cifra, dichiarando microlesioni che non sono clinicamente<br />

accertabili. La caratteristica di questo tipo di truffa è che non<br />

è opera della criminalità organizzata, ma di un malcostume<br />

diffuso e trasversale, che vede la collusione di avvocati,<br />

medici e periti che non considerano illecito truffare le<br />

compagnie assicurative a favore del proprio cliente. Un<br />

fenomeno questo piuttosto diffuso <strong>nel</strong> nostro Paese e che<br />

raggiunge livelli elevati in alcune zone d’italia, causando,<br />

come visto, anche allarmanti rialzi sul costo finale dei premi<br />

che gli automobilisti pagano.<br />

Tutti questi elementi, che rendono ‘singolare’ il ramo r.C.<br />

Auto in italia, hanno ricadute sul diverso rapporto economico<br />

che si instaura tra gli assicurati e le imprese assicurative. in<br />

alcune zone d’italia, infatti, molte compagnie hanno deciso di<br />

riorganizzare territorialmente i punti vendita.<br />

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Nonostante non siano disponibili statistiche definitive ed<br />

omnicomprensive, si può affermare che quello delle frodi è<br />

un fenomeno che interessa molti paesi, in maniera rilevante<br />

e in tendenziale crescita soprattutto a causa della recente<br />

crisi: l’esperienza, infatti, dimostra che in periodi di instabilità<br />

economica l’incidenza delle truffe aumenta, in generale<br />

in qualsiasi <strong>settore</strong> d’attività ed in particolare in quello<br />

<strong>assicurativo</strong> (Grafico 3).<br />

Grafico 3<br />

Valore delle frodi assicurative su totale sinistri liquidati in Europa<br />

Numero indice<br />

200<br />

100<br />

130<br />

2007 2008 2009<br />

Fonte: ABI (Association of British Insurers)<br />

Aumento<br />

+100%<br />

Non esistono stime comparative attendibili sull’entità del<br />

fenomeno delle frodi nei singoli paesi europei ma si presume<br />

che in italia il fenomeno sia sottostimato (Grafico 4 e Tabella<br />

5).<br />

Grafico 4<br />

Incidenza delle frodi assicurative accertate sul totale dei sinistri<br />

liquidati a livello internazionale<br />

Regno Unito<br />

Stati Uniti<br />

Francia<br />

Italia<br />

5%<br />

3%<br />

10%<br />

9%<br />

Fonte: IASIU European Insurance Fraud Seminar 2010<br />

Tabella 5<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 27<br />

<strong>Frodi</strong> assicurative: rilevanza del fenomeno a livello internazionale<br />

stati Uniti • si stima che le frodi <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> siano<br />

seconde in ordine di importanza solo all’evasione<br />

fiscale e che i sinistri fraudolenti pagati dalle<br />

compagnie di assicurazione ammontino a circa 80<br />

miliardi di dollari all’anno.<br />

• secondo la Coalition Against Insurance Fraud, le<br />

frodi <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> sanitario da sole ammontano a<br />

circa 54 miliardi di dollari all’anno.<br />

regno Unito • Le recenti survey condotte dall’Association of<br />

British Insurers (ABi) segnalano che <strong>nel</strong> regno<br />

Unito sono stati scoperti <strong>nel</strong> 2008 circa 107.000<br />

casi di sinistri fraudolenti con un incremento del<br />

17% rispetto all’anno precedente ed un costo<br />

complessivo stimato di circa 730 milioni di sterline.<br />

• secondo la stessa ABi, la stima delle frodi<br />

sommerse (sinistri fraudolenti non scoperti) <strong>nel</strong><br />

regno Unito si attesta a circa 1,9 miliardi di sterline<br />

l’anno con un aumento dal 2006 di 0,3 miliardi di<br />

sterline . L’Insurance Fraud Bureau stima invece<br />

che solo <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> auto il costo dei sinistri<br />

sommersi ammonti a circa 350 milioni di sterline.<br />

inoltre <strong>nel</strong> 2009, il 50% delle frodi accertate riguarda<br />

il ramo r.C. Auto.<br />

italia • secondo i dati ufficiali elaborati dall’isvAP, <strong>nel</strong><br />

2009 l’incidenza dei sinistri connessi a fenomeni<br />

fraudolenti è aumentata di circa l’8,6%. i sinistri<br />

collegati a possibili frodi sono pari a 83.378, contro<br />

i 76.784 rilevati <strong>nel</strong> 2008. L’incidenza sul totale del<br />

numero di sinistri è passata dal 2,3% al 2,5%.<br />

Finlandia • Una recente survey effettuata tra il 2006 e il 2008 su<br />

un campione di compagnie assicurative evidenzia la<br />

crescente consapevolezza del fenomeno delle frodi<br />

(+20%).<br />

Paesi Bassi • Le survey condotte <strong>nel</strong> 2007 hanno rilevato<br />

che il 12% degli intervistati ha commesso una<br />

frode assicurativa; si stima inoltre che il 44%<br />

degli olandesi ha commesso almeno una frode<br />

assicurativa.<br />

Fonte: CEA, Marzo 2010<br />

La gran parte dei responsabili dell’Area sinistri di alcune<br />

compagnie europee intervenute allo iAsiU European<br />

Insurance Fraud Seminar del 2010 affermano che negli ultimi<br />

due-tre anni si è osservato un notevole incremento delle<br />

frodi <strong>nel</strong>le rispettive compagnie.<br />

“L’incidenza delle frodi varia tra i diversi prodotti assicurativi,<br />

tuttavia abbiamo rilevato in media un incremento compreso<br />

tra il 15% e il 20% su tutta la linea prodotti.”<br />

Rob Smale, Claims Director, Fortis<br />

“Nel 2008 Aviva ha rilevato 29.000 sinistri fraudolenti per<br />

un valore complessivo di oltre 200 milioni di sterline. È<br />

un incremento di circa il 30% in termini di casi di frode e<br />

di quasi il 20% in termini di costi, rispetto al 2007 quando<br />

abbiamo individuato e contrastato 22.000 sinistri per un<br />

valore totale di 170 milioni di sterline.”<br />

Award Buck, Claims Fraud Manager, Aviva<br />

“stiamo rilevando un aumento delle frodi, in parte perché<br />

stiamo dedicando più risorse alla loro identificazione ed<br />

abbiamo strumenti più sofisticati per analizzare i database.”<br />

Phil Bird, Director of Claims, Groupama<br />

“Analizzando il nostro campione riscontriamo un incremento<br />

dei casi di frode compreso tra il 10% e il 15%. Questo mi<br />

porta a pensare che ci sia un numero ancora maggiore di<br />

sinistri fraudolenti non individuati.”<br />

David Williams, Claims Director, AXA<br />

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28 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

“Le frodi nei sinistri con danni alla persona di piccolo importo<br />

sono aumentate, pensiamo, a causa della recessione. i<br />

riscontri della nostra unità anti-frode sono aumentati di un<br />

terzo, ma questo deve essere messo in relazione al fatto che<br />

abbiamo ampliato il nostro team di risorse dedicate.”<br />

Stuart Morgan, Head of Claims, Admiral<br />

“Le frodi accertate sono quasi raddoppiate <strong>nel</strong> corso<br />

dell’ultimo anno. immaginiamo che il tasso dei sinistri<br />

connessi a eventi fraudolenti è anch’esso aumentato.”<br />

Andrew Mc Bride, Claims Director, QBE<br />

Considerata la rilevanza del fenomeno e la percezione da<br />

parte delle compagnie del progressivo peggioramento del<br />

problema, in gran parte dei paesi europei le associazioni di<br />

<strong>settore</strong> tentano di monitorare le frodi a livello accentrato<br />

mediante lo scambio di informazioni tra le diverse compagnie<br />

associate, database, attività investigative, produzione di<br />

report e statistiche. in alcuni casi, esistono vere e proprie<br />

istituzioni dedicate al contrasto delle frodi come il GiAFC<br />

(General Insurance Anti-Fraud Committee) e l’iFB (Insurance<br />

Fraud Bureau) <strong>nel</strong> regno Unito e l’ALFA (Agence pour la<br />

Lutte contre la Fraude à l’Assurance) in Francia (Tabella 6 e<br />

7).<br />

Tabella 6<br />

Associazioni di <strong>settore</strong> per il monitoraggio delle frodi in ambito<br />

<strong>assicurativo</strong> nei principali paesi europei<br />

regno Unito GIAFC: General insurance Anti-fraud Committee<br />

ABI: Association of British insurance<br />

BIEC: British insurers European Committee<br />

IFB: insurance Fraud Bureau<br />

CIFAS: Credit industry Fraud Avoidance system<br />

Francia ALFA: Agence pour la Lutte contre la Fraude à<br />

l’Assurance<br />

MIA: Messaggero intercompany fra le Assicurazioni<br />

FFSA: Fédération Française des sociétés<br />

d’Assurances<br />

Germania GDV: German insurance industry Association<br />

italia ISVAP: istituto per la vigilanza sulle Assicurazioni<br />

Private e di interesse Collettivo<br />

ANIA: Associazione Nazionale fra le imprese<br />

Assicuratrici<br />

Paesi Bassi VVN: dutch Association of insurers<br />

spagna UNESPA: spanish Association of insurance and<br />

reinsurance Companies (Asociación Empresarial del<br />

seguro)<br />

Norvegia FNO: Finance Norway (Associazione di banche,<br />

assicurazioni e altre istituzioni finanziarie)<br />

Austria VVO: Austrian insurance Association<br />

Fonte: Informazioni pubbliche<br />

Tabella 7<br />

Le principali istituzioni dedicate al contrasto delle frodi in alcuni<br />

paesi europei<br />

regno Unito il GIAFC, General Insurance Anti-Fraud Committee,<br />

è costituito da 14 membri, di cui 11 rappresentanti<br />

di imprese di assicurazioni e 3 componenti dell’ABi<br />

(Association of British Insurers). Le attività svolte<br />

perseguono i seguenti obiettivi:<br />

• accrescere la capacità di investigazione assicurativa<br />

• valutare l’esposizione delle compagnie assicurative<br />

al rischio di frode<br />

• effettuare un benchmarking sulle frodi assicurative.<br />

L’IFB, Insurance Fraud Bureau, è costituito da 11<br />

membri ed effettua analisi a campione sulle polizze<br />

assicurative e sui sinistri e coordina e supporta<br />

indagini nei casi di frodi sospette. Entrambe queste<br />

istituzioni fanno ricorso ai seguenti database:<br />

• MiAFTr2 (Motor Insurers Anti-Fraud and Theft<br />

Register 2): contiene informazioni su oltre 3 milioni<br />

di sinistri auto<br />

• viC (Vehicle Identity Checks): contiene elementi<br />

identificativi dei veicoli<br />

• HCr (Health Claims Register): contiene<br />

informazioni relative ai sinistri di varie coperture<br />

assicurative (ad esempio malattia, infortuni, perdite<br />

pecuniarie).<br />

Francia L’ALFA, Agence pour la Lutte contre la Fraude à<br />

l’Assurance, può contare su un team composto da 11<br />

membri con specializzazioni multidisciplinari.<br />

L’associazione gestisce un database grazie al quale le<br />

compagnie si scambiano informazioni sulle possibili<br />

frodi e pubblica un bollettino statistico sulle frodi<br />

perpetrate. il punto di forza dell’associazione è il<br />

contatto diretto con le forze dell’ordine. Fornisce,<br />

inoltre, assistenza giuridica alle compagnie nei<br />

contenziosi.<br />

Germania Anche la GDV ha un team specializzato composto da<br />

11 membri. L’associazione gestisce un database<br />

(UNiWAGNis) che consente alle compagnie di<br />

scambiarsi informazioni sulle frodi r.C. Auto.<br />

Contribuisce, inoltre, alla diffusione della ‘cultura antifrode’<br />

e dei sistemi di prevenzione tra le compagnie.<br />

in questa attività coinvolge anche le forze dell’ordine,<br />

in particolare la polizia giudiziaria.<br />

Fonte: Informazioni pubbliche<br />

in sintesi, il premio pagato dagli assicurati in italia è superiore<br />

del 65% rispetto alla media europea. La frequenza dei sinistri<br />

in italia è superiore del 32% rispetto a quanto rilevato in media<br />

nei principali paesi europei ed il costo medio della liquidazione<br />

dei sinistri si aggira intorno ai 4.000 Euro, il 41% in più rispetto<br />

alla media europea. infine l’incidenza dei sinistri con danni alla<br />

persona è in assoluto la più elevata in Europa (21,9%), più del<br />

doppio rispetto alla media europea. Ciò nonostante in italia<br />

su 100 sinistri solo 3 sono frodi accertate, contro una media<br />

europea che si aggira intorno al 6%. Tutto questo fa pensare ad<br />

un sistema piuttosto ‘generoso’ <strong>nel</strong>la liquidazione dei sinistri<br />

e ‘lasco’ nei controlli ai fini dell’accertamento di eventuali<br />

frodi. Quest’ultimo aspetto è imputabile alle difficoltà<br />

riscontrate dalle compagnie italiane <strong>nel</strong>l’individuazione e<br />

<strong>nel</strong>l’accertamento di sinistri connessi a eventi fraudolenti per<br />

la scarsa capacità probatoria <strong>nel</strong> dimostrare le frodi sospette,<br />

dovuta a sistemi e strumenti di controllo ancora inadeguati,<br />

soprattutto a livello accentrato.<br />

Emerge, inoltre, che <strong>nel</strong> panorama internazionale gran parte<br />

dei paesi ha già attivato processi e sistemi di scambio di<br />

informazioni tra le compagnie e istituito efficaci organismi<br />

di controllo. in italia, invece, al momento niente di questo<br />

avviene. Nel contrasto delle frodi, infatti, l’ANiA dal 2005<br />

svolge un debole ruolo di coordinamento perché <strong>nel</strong>la sua<br />

attività è limitata dal rispetto dei limiti imposti dalla legge<br />

sulla privacy. Purtroppo neanche l’attuale disegno di legge in<br />

approvazione alla Camera consentirà di superare questi vincoli.<br />

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Punti di contatto e<br />

proposte di soluzioni<br />

mutuate dall’esperienza<br />

maturata <strong>nel</strong> <strong>settore</strong><br />

creditizio<br />

Giuliano Cicioni, Associate Partner, KPMG Advisory<br />

il dibattito sulle frodi <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

interessa il nostro sistema da decenni.<br />

Tuttavia recentemente questo tema ha<br />

richiamato una crescente attenzione ed ha<br />

assunto maggiore importanza per effetto<br />

di due ordini di ragioni. Le prime sono<br />

riconducibili essenzialmente a fattori<br />

di mercato: le fasi di peggioramento<br />

congiunturale si accompagnano sempre<br />

a un incremento della sinistrosità e<br />

delle frodi, non soltanto in campo<br />

<strong>assicurativo</strong>, come si può riscontrare,<br />

ad esempio, anche <strong>nel</strong>l’aumento<br />

dei rischi operativi <strong>nel</strong> <strong>settore</strong><br />

bancario. Le seconde sono invece<br />

correlate al percorso regolamentare<br />

che dovrebbe a breve condurre<br />

all’istituzione di un’Agenzia antifrode,<br />

concepita come pilastro di un<br />

sistema di regole e strumenti per la<br />

lotta al fenomeno.<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 29<br />

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30 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

in effetti, <strong>nel</strong>l’attuale scenario si incrociano tre linee di<br />

confronto tra loro interrelate, che rendono il problema delle<br />

frodi non ulteriormente procrastinabile.<br />

• i premi assicurativi <strong>nel</strong>l’r.C. Auto hanno registrato<br />

<strong>nel</strong>l’ultimo triennio un tendenziale aumento, con una<br />

percezione sempre più diffusa da parte dell’opinione<br />

pubblica di insostenibilità e distorsione del funzionamento<br />

di un sistema, che, è importante ricordare, in buona parte<br />

è vincolato, a causa della natura obbligatoria della polizza<br />

r.C. Auto. Esiste pertanto una forte pressione che si snoda<br />

lungo la direttrice opinione pubblica – legislatore – autorità<br />

di controllo affinché venga superato un meccanismo di<br />

mercato non virtuoso che si autoalimenta sul ‘combinato<br />

disposto’ dell’obbligo a contrarre e dei regimi tariffari<br />

incontrollati.<br />

• Tutte le compagnie hanno necessità di intervenire per<br />

contrastare il fenomeno e per riequilibrare i propri risultati<br />

tecnici, che <strong>nel</strong>l’ultimo triennio hanno registrato un<br />

peggioramento generalizzato con ampie e diffuse perdite<br />

economiche. È pertanto evidente che non ci si trova di<br />

fronte a pratiche restrittive della concorrenza o lesive della<br />

clientela, ma a tentativi dei singoli attori di intervenire su una<br />

gestione d’impresa non economicamente sostenibile alle<br />

attuali condizioni.<br />

• La forte attesa in merito all’introduzione di un impianto di<br />

regole e di strumenti per una gestione ‘di sistema’ delle<br />

frodi intercetta esigenze contrapposte, sostanzialmente<br />

riconducibili alla dicotomia tra l’efficacia della strumentazione<br />

<strong>nel</strong> ridurre gli oneri economici per le compagnie e la<br />

salvaguardia dei principi e dei diritti degli assicurati, con<br />

la conseguente preoccupazione, da parte di ciascun<br />

stakeholder, di non essere danneggiato dalla pur necessaria<br />

riforma.<br />

A tale riguardo spesso si richiama il paragone con il sistema<br />

di regole che governa il sistema bancario/finanziario per la<br />

gestione del rischio di credito, dove le prassi di balancing<br />

tra esigenze delle imprese e dei clienti/consumatori hanno<br />

pressoché raggiunto un equilibrio sostenibile. in effetti,<br />

il credito rappresenta certamente la configurazione di<br />

rischio maggiormente assimilabile all’assicurazione, per<br />

la sua rilevanza e specificità ‘settoriale’ e per il rapporto<br />

impresa/cliente, che, in mercati ‘di offerta’ caratterizzati da<br />

asimmetrie informative come quello bancario e <strong>assicurativo</strong>,<br />

si traduce <strong>nel</strong>la necessità di gestire istanze e relazioni di tipo<br />

consumeristico.<br />

oggi la gestione del rischio <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> del credito alle<br />

famiglie si basa sostanzialmente sul ricorso ai siC (sistemi<br />

informativi del Credito). i siC sono banche dati che raccolgono<br />

informazioni sui comportamenti di pagamento della clientela,<br />

alle quali le società erogatrici (banche e finanziarie) possono<br />

al tempo stesso contribuire con la trasmissione delle<br />

informazioni sulla propria clientela e accedere per acquisire<br />

informazioni sulla solvibilità dei clienti o potenziali tali (i<br />

cosiddetti scoring), sia in fase assuntiva, sia di monitoraggio<br />

andamentale, sia, più recentemente, in fase di recupero<br />

del credito. i siC sono normati da una regolamentazione<br />

secondaria espressa dal Garante della privacy che regola le<br />

modalità di accesso, raccolta, manutenzione e contribuzione<br />

dati, di titolarità all’accesso, ecc.<br />

Peraltro anche <strong>nel</strong> sistema creditizio esiste un dibattito circa<br />

il potenziamento dei siC, legato all’opportunità di accesso e<br />

contribuzione da parte di altri soggetti che svolgono attività<br />

d’impresa con forte problematicità connessa al rischio di<br />

credito. si tratta principalmente di tutti quei soggetti che<br />

operano in mercati caratterizzati da rapporti continuativi e da<br />

un disallineamento tra ciclo di erogazione-consumo e ciclo<br />

di fatturazione-incasso ovvero di quelli che sono detentori di<br />

informazioni rilevanti ai fini della comprensione dell’affidabilità<br />

creditizia, in quanto tracciano il comportamento di pagamento<br />

della clientela nei confronti di sistemi di impegno su base<br />

continuativa (ad esempio utilities, telecom, ecc.).<br />

il dibattito ruota attorno al trade-off tra miglioramento<br />

dell’informazione creditizia con vantaggi sia per le imprese<br />

finanziarie (informazione più puntuale sulla solvibilità creditizia<br />

e conseguente riduzione del rischio di credito), sia per i<br />

cittadini (ampliamento dell’accesso al credito a clientela senza<br />

un track record creditizio, ma con una storia comportamentale<br />

positiva su altre tipologie di impegni) ed i rischi di privacy<br />

legati ai potenziali effetti dannosi di un cortocircuito del<br />

sistema. Basti pensare agli effetti che potrebbe subire il<br />

merito creditizio di un cliente a seguito di un ‘incidente’<br />

(contestazione, disguido amministrativo) generatosi <strong>nel</strong><br />

rapporto con una utility. Non va dimenticato che le industry<br />

non finanziarie non assicurano alla clientela garanzie analoghe<br />

a quelle degli intermediari finanziari, non essendo sottoposte<br />

ad un quadro regolamentare e di vigilanza paragonabile.<br />

Tuttavia il confronto con il sistema delle regole e degli<br />

strumenti che <strong>nel</strong> sistema bancario e finanziario governa la<br />

condivisione delle informazioni riguardanti i profili di rischio<br />

della clientela deve tenere conto di alcune specificità che non<br />

rendono applicabile per analogia le stesse practice al sistema<br />

dell’assicurazione r.C. Auto.<br />

• Nel credito non esiste l’obbligo a contrarre, il che consente<br />

agli operatori il più ampio e flessibile ricorso alle informazioni<br />

ai fini di politiche preventive di ‘discriminazione’ (in senso<br />

proprio) della clientela. Anzi proprio questa capacità di<br />

discriminazione sostiene ed incoraggia l’alimentazione<br />

e il ricorso ai siC, rappresentando un presupposto di<br />

economicità dell’attività creditizia.<br />

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• il contenzioso, conseguente alle problematiche del rapporto<br />

creditizio, può essere maggiormente controllato rispetto a<br />

quello relativo al mercato <strong>assicurativo</strong>, in quanto promosso<br />

per il recupero delle somme erogate e non subito per il<br />

pagamento del sinistro. Questo consente alle imprese di<br />

definire meccanismi di stop loss <strong>nel</strong>la generazione di perdita<br />

economica della singola pratica.<br />

A tale riguardo, almeno in via di principio, la possibilità di<br />

trasporre le pratiche creditizie nei meccanismi di sistema di<br />

gestione delle frodi assicurative dovrebbe insistere su due<br />

punti cardine: utilizzabilità in via preventiva delle informazioni<br />

(con effetti necessariamente sull’obbligo a contrarre) e valenza<br />

‘probatoria’ delle risultanze in caso di sinistro ai fini della<br />

gestione del processo di liquidazione sia in via bonaria, sia in<br />

via giudiziale.<br />

È evidente che un intervento su questi cardini dovrebbe avere<br />

effetti sull’intera architettura normativa che regola il mercato<br />

dell’r.C. Auto. Fatta tale premessa, ripercorrendo per analogia<br />

la catena assunzione – gestione di portafoglio – gestione<br />

del sinistro secondo le metriche ‘creditizie’ erogazione<br />

– monitoraggio – recupero, possono essere ricercate<br />

alcune aree di esplorazione sulle quali ipotizzare percorsi<br />

di discontinuità di carattere regolamentare e organizzativo/<br />

gestionale.<br />

Nella fase assuntiva, i vincoli di specificità dettati dall’obbligo<br />

a contrarre sono i più stringenti. senza ipotizzare un<br />

superamento generale di tale principio potrebbe essere<br />

ipotizzata l’introduzione di prezzi differenziati in funzione<br />

degli esiti delle interrogazioni delle banche dati, mutuando<br />

ulteriormente la logica del pricing risk-adjusted rispetto al<br />

sistema della classi bonus/malus. Ad esempio, potrebbero<br />

essere previste curve di prezzi (anche per classi bonus/malus)<br />

diverse in funzione degli esiti positivi in banca dati oppure<br />

l’applicabilità di una o più classi specifiche bonus/malus in<br />

funzione degli esiti delle interrogazioni.<br />

A livello organizzativo interno dovrebbero essere introdotti dei<br />

processi assuntivi che prevedano, nei casi in cui sussistano<br />

indizi di rischio, che le pratiche passino in valutazione puntuale<br />

ad unità organizzative (equivalenti alle cosiddette ‘piattaforme<br />

di erogazione’) incaricate delle analisi e degli approfondimenti<br />

necessari.<br />

È <strong>nel</strong>la fase di gestione di portafoglio che sono tuttavia<br />

ipotizzabili le maggiori innovazioni. in questa fase può<br />

essere ipotizzata l’introduzione di processi e meccanismi<br />

di monitoraggio andamentale del portafoglio <strong>assicurativo</strong>,<br />

incentrati sulla possibilità di procedere a misure cautelative,<br />

in caso di riscontri <strong>nel</strong>le banche dati successivi all’assunzione<br />

del rischio. Una tale impostazione dovrebbe necessariamente<br />

prevedere standard e protocolli di trasmissione di informazioni<br />

al sistema analoghi a quelli utilizzati <strong>nel</strong> credito (ad esempio la<br />

<strong>Centrale</strong> rischi) attraverso i quali evitare i rischi di circolazione<br />

di soggetti ‘sospesi’ o ‘disdettati’ (ad esempio ricorrendo a<br />

meccanismi analoghi alle comunicazioni al Pubblico registro<br />

Automobilistico <strong>nel</strong> caso dei fermi amministrativi).<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 31<br />

A livello di interventi promossi autonomamente dalle<br />

compagnie, una tale prassi dovrebbe prevedere le seguenti<br />

azioni:<br />

• la costituzione di unità organizzative, collocate ad un<br />

adeguato livello gerarchico e dedicate al monitoraggio<br />

permanente del rischio di frode con effetti sulla gestione<br />

del portafoglio (ad esempio sospensioni della polizza per<br />

verifiche nei confronti della clientela, revisione dei termini<br />

della polizza e, nei casi più gravi, disdetta anticipata della<br />

polizza) e sulla gestione dell’alimentazione del sistema<br />

• la costituzione di comitati rischi frodi, con valenza anche<br />

statutaria, che su base interfunzionale (ad esempio<br />

commerciale/rete, tecnica/sinistri, ecc.) abbiano il compito<br />

di monitorare e contrastare il rischio frodi, assumendo<br />

decisioni relative alla clientela, agli intermediari, agli altri<br />

soggetti coinvolti (legali, periti, ecc.) e inserendo la loro<br />

operatività <strong>nel</strong> sistema dei controlli interni e della corporate<br />

governance aziendale.<br />

Nella fase di gestione del sinistro, invece, gli interventi<br />

dovrebbero poter consentire alle compagnie un miglioramento<br />

del costo-opportunità della gestione informativa generando<br />

meccanismi di controllo dei processi e dei costi. A tale<br />

riguardo, dovrebbe essere prevista l’utilizzabilità degli esiti<br />

delle banche dati a vari stadi del processo di liquidazione,<br />

attraverso i seguenti strumenti:<br />

• il rallentamento e addirittura la sospensione del processo<br />

di liquidazione del sinistro, a seguito delle verifiche<br />

condotte dalla compagnia, mediante la possibilità di una<br />

variazione degli iter procedurali (ad esempio le tempistiche<br />

per l’emissione di un’offerta oppure la possibilità di non<br />

procedere in presenza di riscontri sull’assicurato insufficienti<br />

o negativi)<br />

• l’attivazione di processi per il recupero delle somme liquidate<br />

ai soggetti coinvolti <strong>nel</strong>la frode, attraverso l’introduzione<br />

di ulteriori strumenti (ad esempio l’obbligo di denuncia, la<br />

procedibilità d’ufficio), oltre al contrasto legale al reato<br />

• la validità e la rilevanza degli esiti delle banche dati sui<br />

parametri delle tabelle economiche applicate (ad esempio<br />

non applicabilità di alcune voci ovvero previsione di<br />

specifiche riduzioni).<br />

da ultimo, poiché un sistema efficace di contrasto delle frodi<br />

deve necessariamente modificare gli attuali meccanismi di<br />

relazione commerciale e i rapporti di forza tra compagnia e<br />

assicurati, è necessario riflettere sull’opportunità di introdurre<br />

sistemi di bilanciamento per evitare effetti ‘vessatori’ derivanti<br />

dalla disponibilità da parte delle compagnie di più potenti leve<br />

gestionali. Ad esempio, si potrebbe pensare all’istituzione<br />

di un’authority, o l’assegnazione di tali compiti ad una<br />

già esistente, incaricata di dirimere contenziosi e reclami<br />

attraverso il ricorso a strumenti s<strong>nel</strong>li ed efficienti (ad esempio<br />

interrogazioni, arbitrati).<br />

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32 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

Prevenire le frodi:<br />

verso un modello di Fraud<br />

Risk Management<br />

stefano Moroni, Associate Partner, KPMG Advisory<br />

il problema delle frodi ai danni delle<br />

compagnie di assicurazione è al centro di<br />

discussioni che coinvolgono le compagnie<br />

stesse, l’Authority del <strong>settore</strong>, l’associazione<br />

di categoria, il Governo e altri soggetti a<br />

vario titolo interessati. L’aumento dei premi<br />

delle assicurazioni, in particolare per il ramo<br />

auto, rappresenta la diretta conseguenza del<br />

circolo vizioso in atto da tempo <strong>nel</strong> <strong>settore</strong>:<br />

frode – aumento costi – aumento tariffe. il<br />

fenomeno delle frodi assicurative produce<br />

effetti distorsivi che hanno effetti negativi<br />

sulle regole di funzionamento del mercato<br />

e, neanche troppo indirettamente, sugli<br />

assicurati onesti che si trovano a sostenere<br />

oneri aggiuntivi non dovuti.<br />

© 2011 KPMG Advisory s.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG international Cooperative (“KPMG international”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.


Nella determinazione del premio, infatti, rientrano<br />

inevitabilmente i costi di fattori che spesso sono associabili<br />

a fenomeni fraudolenti: denuncia di lesioni, piccoli colpi<br />

di frusta, microlesioni ecc. tipicamente in occasione di<br />

tamponamenti a catena. Come ovvia conseguenza, tutti<br />

questi fenomeni, fraudolenti e non, che rappresentano<br />

un costo per le compagnie assicurative sostanzialmente<br />

incomprimibile, contribuiscono all’aumento dei prezzi delle<br />

polizze r.C. Auto.<br />

La gestione preventiva delle frodi<br />

Quasi tutte le compagnie hanno formalmente adottato<br />

una strategia per il contrasto delle frodi; l’approccio per<br />

identificare, contrastare e in ultimo prevenire i sinistri<br />

fraudolenti non si può tuttavia definire ottimale, almeno a<br />

giudicare dai risultati fino ad ora raggiunti.<br />

Per un contrasto efficace delle frodi <strong>nel</strong>l’approccio devono<br />

essere presenti due componenti essenziali. La prima è poter<br />

disporre di una base di dati, informazioni ed esperienze che<br />

consentano <strong>nel</strong> modo più organico e completo possibile<br />

di avere una conoscenza approfondita sui sinistri della<br />

compagnia da cui dedurre i comportamenti fraudolenti. La<br />

seconda è poter contare su un insieme di modelli efficaci <strong>nel</strong><br />

condurre queste deduzioni e <strong>nel</strong> riconoscere con la massima<br />

precisione possibile la dolosità di un sinistro. Certo è che<br />

una buona struttura informativa è poco utile se il modello<br />

inferenziale alla base delle deduzioni è primitivo, e così<br />

si dica per un modello molto sofisticato applicato ad una<br />

struttura informativa grossolana.<br />

Possiamo schematizzare le possibili simmetrie/asimmetrie<br />

tra strutture informative e modelli inferenziali in una matrice<br />

(Matrice 1).<br />

Matrice 1<br />

inferenza<br />

1°livello<br />

inferenza<br />

2°livello<br />

inferenza<br />

3°livello<br />

Informazione<br />

1°livello<br />

Informazione<br />

2°livello<br />

Informazione<br />

3°livello<br />

Lo sviluppo economicamente applicabile <strong>nel</strong>le metodologie<br />

per la gestione delle frodi è quello che viene identificato dai<br />

riquadri verdi della matrice. Le asimmetrie tra la profondità<br />

del sistema informativo ed il grado di sofisticazione del<br />

modello inferenziale producono spesso gravi problemi<br />

di efficienza <strong>nel</strong>la gestione delle frodi. Pertanto, per una<br />

compagnia assicurativa una delle metodologie più adeguate<br />

per una gestione ottimale del rischio di frode è lo sviluppo<br />

coerente sia delle strutture informative che di quelle<br />

inferenziali.<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 33<br />

in assenza di un intervento a livello normativo e istituzionale,<br />

fino ad oggi il comportamento di alcune compagnie<br />

assicurative è stato quello di agire autonomamente creando al<br />

proprio interno strutture direzionali per individuare e, laddove<br />

possibile, contrastare il fenomeno delle frodi. Questo, però,<br />

non ha sempre prodotto i risultati sperati, soprattutto <strong>nel</strong> caso<br />

di frodi a grande diffusione e basso importo.<br />

il limite è il trade-off economico tra gli investimenti in<br />

tecnologie per lo sviluppo di modelli inferenziali e il valore<br />

degli obiettivi raggiungibili: la differenza tra i risultati delle<br />

analisi e la reale capacità probatoria della compagnia<br />

<strong>nel</strong>l’accertare le frodi sospette e cioè l’effettivo saving in<br />

termini di sinistri non pagati.<br />

La prima domanda che ci si deve porre <strong>nel</strong>la definizione di<br />

metodi per la gestione preventiva delle frodi è: quali risultati<br />

possono essere ottenuti? a che fine vogliamo utilizzare<br />

strumenti più raffinati per contrastare possibili frodi in<br />

futuro? Le metodologie che consentono di prevedere le<br />

frodi dovrebbero dissuadere i soggetti dal porre in atto<br />

comportamenti fraudolenti e limitare significativamente il<br />

danno economico provocato dalle frodi.<br />

Nella definizione di modelli preventivi per il contrasto<br />

delle frodi ci riferiremo al ramo r.C. Auto, sebbene le<br />

considerazioni cui si giungerà saranno di carattere generale e<br />

applicabili anche agli altri rami.<br />

Un modello di gestione preventiva deve necessariamente<br />

prevedere e riconoscere le possibili frodi. La previsione ed il<br />

riconoscimento non possono che basarsi sul confronto con<br />

i dati storici: non c’è previsione o riconoscimento se non<br />

si è in grado di modellizzare quanto è successo in passato.<br />

Pertanto la prima cosa da fare è costruire un catalogo di<br />

conoscenza storica che raccolga i dati, le informazioni, le<br />

esperienze individuali, che costituisca la base di conoscenze<br />

da analizzare per la previsione e il riconoscimento delle frodi.<br />

Nel caso dell’r.C. Auto, dunque, il primo passo è definire,<br />

tra le informazioni in possesso della compagnia assicurativa<br />

riguardo a soggetti assicurati, sinistri avvenuti e frodi<br />

accertate, i domini dei dati che sono effettivamente fruibili ai<br />

nostri fini e che saranno considerati per l’analisi dei sinistri da<br />

cui estrapolare le possibili frodi.<br />

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34 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

Nel nostro esempio dovremo aggregare tre insiemi di<br />

dati: informazioni sugli assicurati, informazioni sui sinistri e<br />

informazioni sulle frodi accertate (Tabella 1).<br />

Tabella 1<br />

Domini per gli<br />

assicurati<br />

Nome<br />

Cognome<br />

Nazionalità<br />

sesso<br />

veicolo<br />

Luogo di nascita<br />

residenza<br />

Professione<br />

stato civile<br />

Titolo di studio<br />

Anno conseguimento<br />

patente<br />

Classe di merito<br />

...<br />

Domini sinistri Domini delle frodi<br />

accertate<br />

Luogo del sinistro<br />

Controparte<br />

Carrozziere<br />

Tipo incidente<br />

Tipo di danno<br />

Medico<br />

...<br />

Avvocato<br />

Controparte<br />

Carrozziere<br />

Tipo incidente<br />

Tipo di danno<br />

Medico<br />

Come si può notare i domini informativi dei dati dei sinistri e<br />

quelli dei dati delle frodi accertate sono molto simili poiché le<br />

frodi conclamate sono sicuramente sinistri denunciati.<br />

in questo modo siamo in possesso della struttura del<br />

catalogo di conoscenze che dovrà essere popolato con i dati<br />

in possesso della compagnia: più il catalogo sarà grande, più<br />

aumenterà la sua efficacia. Per migliorare la quantità dei dati<br />

in archivio sarebbe auspicabile anche l’utilizzo e lo scambio di<br />

informazioni con soggetti terzi.<br />

A questo punto si devono analizzare le frodi accertate per<br />

comprendere quali domini sono più sensibili al fine del<br />

riconoscimento delle possibili frodi ed in che misura. L’analisi<br />

dovrà essere eseguita secondo un approccio statistico. Ad<br />

esempio si dovrà riconoscere se le frodi sono concentrate<br />

in alcune aree geografiche, se è statisticamente significativo<br />

il numero di sinistri associati ad un soggetto e così via per<br />

tutti i domini. Questa analisi è molto importante perché,<br />

oltre a determinare possibili ‘schemi’ di frode, quantifica<br />

statisticamente i domini più rilevanti. Già con l’analisi<br />

statistica dei domini associati alle frodi abbiamo un potente<br />

strumento d’indagine per organizzare interventi che limitino i<br />

danni derivanti dagli eventi fraudolenti.<br />

Partendo dal sistema informativo e dall’analisi statistica si<br />

può procedere alla costruzione di modelli di prevenzione<br />

delle frodi via via più complessi.<br />

...<br />

i modelli di prevenzione più semplici, che hanno come fine<br />

l’individuazione di eventuali frodi tra i sinistri denunciati<br />

alla compagnia, si costruiscono solo sulla base delle<br />

analisi statistiche condotte sui dati delle frodi accertate. si<br />

determinano i domini che sono più sensibili all’identificazione<br />

delle frodi e, ogni volta che un dominio è coinvolto<br />

<strong>nel</strong>l’individuazione di un nuovo sinistro, un sistema di Alert<br />

dovrebbe segnalare che quel sinistro è una possibile frode.<br />

Ad esempio, se <strong>nel</strong> sistema informativo delle frodi accertate<br />

il nome di una persona ricorre più volte, ogni nuovo sinistro<br />

che annoveri la presenza di questa persona a vario titolo<br />

dovrebbe far scattare un Alert del sistema.<br />

Applicando questo modello al caso dell’r.C. Auto, grazie<br />

all’analisi statistica, possiamo notare che le frodi accertate<br />

sono concentrate, ad esempio, prevalentemente <strong>nel</strong>la<br />

città di Catania (Tabella 2). ogniqualvolta si verificherà un<br />

sinistro <strong>nel</strong>la città di Catania il sistema manderà un avviso.<br />

ovviamente questa metodologia va applicata per tutti i<br />

domini.<br />

Tabella 2<br />

Domini delle frodi<br />

accertate<br />

Avvocato<br />

Luogo del sinistro Luogo del sinistro<br />

Controparte Catania 60%<br />

Carrozziere Trento 5%<br />

Tipo incidente Bolzano 2%<br />

Tipo di danno ... ...<br />

Medico<br />

...<br />

Più complessi sono invece i modelli previsionali a scelta<br />

multipla. sempre partendo dall’analisi statistica delle<br />

frodi accertate, si possono creare degli ‘schemi’ di frode<br />

considerando i domini statisticamente più sensibili. A questo<br />

punto si può procedere per due vie differenti che porteranno<br />

a due modelli distinti.<br />

il primo modello consiste <strong>nel</strong> considerare una funzione che<br />

ha come variabili i domini più sensibili alle frodi. Calibrando<br />

la funzione in base alle informazioni recepite, ai domini<br />

maggiormente significativi e a qualsiasi altra caratteristica<br />

emersa, si può ottenere una misura della probabilità di<br />

dolosità di ogni nuovo sinistro. La funzione associa ad ogni<br />

insieme di dati un valore numerico. scegliendo uno o più<br />

livelli di guardia tra i valori assunti dalla funzione si possono<br />

mappare tutti i sinistri in misura della loro presunta dolosità.<br />

A = f (luogo del sinistro, avvocato, tipo sinistro, …)<br />

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intervenendo sui parametri della funzione si possono<br />

determinare i diversi livelli di probabilità di frode. dato un<br />

nuovo sinistro, la funzione è in grado di riconoscere il suo<br />

livello di probabilità di dolo, anche rispetto a nuovi schemi di<br />

frode di cui non v’è esperienza.<br />

il secondo modello è di tipo logico. si dà più valore ai<br />

‘possibili schemi’ di frode, imponendo già all’inizio l’attributo<br />

di possibile dolo ad un sinistro che abbia determinate e<br />

predefinite caratteristiche, emerse sia per via statistica<br />

che per via euristica. Quando in un sinistro si verificano le<br />

condizioni che lo inquadrano all’interno dell’insieme degli<br />

schemi di frode, il sistema lo segnalerà come possibile frode.<br />

Con questo sistema è possibile costruire moltissimi ‘schemi’<br />

di frode, e non solo sulla base dell’analisi statistica, ma anche<br />

sull’esperienza informativa, sia della compagnia assicuratrice<br />

sia di altre fonti informative.<br />

ogni volta che in un nuovo sinistro si verificano le condizioni<br />

caratteristiche di uno degli ‘schemi’ di frode individuati, il<br />

sistema risponde con un Alert (Tabella 3). in questo esempio<br />

le caratteristiche si devono verificare contemporaneamente.<br />

È tuttavia possibile introdurre <strong>nel</strong> sistema schemi di frode<br />

ben più complessi creando delle vere e proprie proposizioni<br />

logiche che utilizzino non solo la contemporaneità ma anche<br />

il verificarsi di almeno un evento in un insieme di più eventi.<br />

Tabella 3<br />

Domini per gli<br />

assicurati<br />

Nome<br />

Cognome<br />

Nazionalità<br />

sesso<br />

veicolo •<br />

Schema frode 1 Schema frode 2<br />

Luogo di nascita •<br />

residenza •<br />

Professione •<br />

stato civile<br />

Titolo di studio<br />

Anno conseguimento<br />

patente<br />

Classe di merito •<br />

...<br />

Le differenze principali tra queste due metodologie stanno<br />

<strong>nel</strong>la diversa capacità di identificare gli schemi di frode. il<br />

primo metodo è in grado di fornire soprattutto una misura<br />

generale della probabilità di dolo di tutti i sinistri. il secondo<br />

è, invece, più flessibile <strong>nel</strong> fruire le esperienze empiriche dei<br />

singoli sinistri in cui si riconosce un’eventuale frode.<br />

<strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong> 35<br />

i modelli di previsione più sofisticati utilizzano software<br />

disegnati ad hoc sulla base di un sistema ‘esperto’.<br />

Questi sistemi utilizzano le informazioni in possesso della<br />

compagnia d’assicurazione per fornire delle previsioni sulla<br />

probabilità di dolosità dei sinistri. La differenza rispetto<br />

ai sistemi precedentemente analizzati sta <strong>nel</strong>l‘estrema<br />

flessibilità dei sistemi esperti. sulla base dell’esperienza<br />

messa a disposizione dal software ed attraverso semplici<br />

regole di inferenza, il sistema esperto apprende da solo quali<br />

possano essere gli ‘schemi’ di frode. inoltre, questi sistemi<br />

non sono statici: mediante l’introduzione di nuovi esempi ed<br />

aumentando la base informativa, il sistema esperto è capace<br />

di apprendere nuovi ‘schemi’ di frode e quindi di riconoscerli<br />

senza che questi vengano introdotti appositamente. i sistemi<br />

esperti riescono a catturare molto bene il reale, ma hanno<br />

bisogno di una grande base di esperienza e di continui<br />

addestramenti; solo a queste condizioni l’utilizzo di un<br />

sistema esperto può diventare realmente proficuo.<br />

Per le compagnie che stanno adottando misure di contrasto<br />

delle frodi quali la definizione di modelli inferenziali è<br />

importante tenere <strong>nel</strong>la giusta considerazione il trade-off<br />

esistente tra l’entità non trascurabile degli investimenti<br />

necessari in supporti informatici e tecnologie e la reale ed<br />

efficace capacità probatoria <strong>nel</strong> dimostrare le frodi, vale a dire<br />

l’effettivo saving in termini di sinistri non pagati.<br />

A ciò si deve aggiungere un adeguato e coordinato sistema<br />

di interventi organizzativi e di processo che consenta di<br />

distinguere in fase liquidativa i sinistri associati a frodi<br />

sospette per bloccarne la procedura di risarcimento.<br />

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36 <strong>Frodi</strong> <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong><br />

Conclusioni<br />

Le frodi <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong>, in particolare <strong>nel</strong> ramo<br />

dell’assicurazione auto obbligatoria, sono un fenomeno sempre<br />

più diffuso a livello globale e preoccupante per gli impatti sulla<br />

gestione e sul risultato tecnico delle compagnie. in italia, le<br />

principali cause del fenomeno sono il contesto sociale e culturale<br />

e il malcostume diffuso e in generale si stima che l’incidenza<br />

delle frodi accertate si aggiri attorno al 3%. Tuttavia dal confronto<br />

con le statistiche dei principali paesi europei si suppone che il<br />

fenomeno in italia sia ben più vasto perché è alta l’incidenza delle<br />

frodi ‘sommerse’, cioè sospette ma non dimostrate, a causa della<br />

scarsa capacità probatoria degli strumenti a disposizione delle<br />

compagnie.<br />

Le principali difficoltà <strong>nel</strong> contrastare e prevenire le truffe<br />

stanno <strong>nel</strong> fatto che <strong>nel</strong>la maggior parte dei casi le frodi sono<br />

occasionali, quindi difficilmente riconducibili a degli ‘schemi’. Una<br />

dinamica che alimenta il circolo vizioso, frodi – aumento dei costi<br />

di liquidazione per le imprese – aumento delle tariffe applicate<br />

agli assicurati, che si è particolarmente accentuato <strong>nel</strong>l’attuale<br />

congiuntura economica.<br />

il contesto normativo è ancora in evoluzione e proprio in questi<br />

mesi la Commissione Finanze della Camera sta lavorando ad un<br />

disegno di legge contro le frodi assicurative per il potenziamento<br />

della banca dati sinistri dell’isvAP e l’istituzione di un’Agenzia<br />

anti-frode o di una struttura ad hoc istituita presso l’isvAP. Per<br />

le compagnie questo intervento legislativo è fondamentale per<br />

arginare adeguatamente il fenomeno.<br />

Per potenziare l’efficacia degli strumenti a livello accentrato si<br />

potrebbe prendere spunto dal complesso di regole che governa il<br />

mondo bancario e finanziario per la gestione del rischio di credito,<br />

facendo ricorso, ad esempio, a strumenti equivalenti ai siC<br />

(sistemi informativi del Credito). in tal caso si dovrebbe prevedere<br />

anche <strong>nel</strong> <strong>settore</strong> <strong>assicurativo</strong>, ramo r.C. Auto compreso,<br />

l’utilizzabilità in via preventiva delle informazioni contenute nei<br />

database (con effetti sulla selezione della clientela) e la valenza<br />

‘probatoria’ degli indicatori ai fini della gestione del processo di<br />

liquidazione.<br />

in attesa di soluzioni concrete da parte dell’Autorità di vigilanza<br />

e del Governo, le Compagnie che hanno aderito alla survey <strong>nel</strong>la<br />

maggior parte dei casi si sono già dotate di strutture organizzative<br />

e risorse dedicate al monitoraggio e al contrasto delle frodi,<br />

sebbene la gran parte di esse non si dichiari ancora molto<br />

soddisfatta dei risultati ottenuti.<br />

Questo dimostra le oggettive difficoltà riscontrate <strong>nel</strong> tentativo<br />

di arginare il fenomeno e gli ampi margini di miglioramento in<br />

questa direzione, tanto che molte Compagnie dichiarano di<br />

avere intenzione di effettuare ancora investimenti <strong>nel</strong>l’area delle<br />

risorse Umane e soprattutto in quella dei sistemi informativi.<br />

Proprio questi ultimi sono indispensabili per la definizione e<br />

l’implementazione di modelli di Fraud Risk Management<br />

finalizzati alla prevenzione delle frodi. Nel fare questa scelta le<br />

compagnie devono però tenere <strong>nel</strong>la giusta considerazione<br />

il trade-off esistente tra l’entità non trascurabile degli<br />

investimenti necessari e l’effettivo risparmio in termini di<br />

sinistri non liquidati.<br />

© 2011 KPMG Advisory s.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG international Cooperative (“KPMG international”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.


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Note


Per approfondire i temi della<br />

pubblicazione:<br />

Corrado Avesani<br />

Partner, Advisory<br />

cavesani@kpmg.it<br />

Paolo Capaccioni<br />

Partner, Advisory<br />

pcapaccioni@kpmg.it<br />

Anto<strong>nel</strong>la Chiricosta<br />

Associate Partner, Advisory<br />

achiricosta@kpmg.it<br />

Giuliano Cicioni<br />

Associate Partner, Advisory<br />

gcicioni@kpmg.it<br />

Paolo Colciago<br />

Partner, Audit<br />

pcolciago@kpmg.it<br />

Danila De Pascale<br />

Partner, Advisory<br />

ddepascale@kpmg.it<br />

Maurizio Guzzi<br />

Partner, Audit<br />

mguzzi@kpmg.it<br />

kpmg.com/it<br />

Giuseppe Latorre<br />

Partner, Advisory<br />

glatorre@kpmg.it<br />

Silvano Lenoci<br />

Associate Partner, Advisory<br />

slenoci@kpmg.it<br />

Stefano Moroni<br />

Associate Partner, Advisory<br />

smoroni@kpmg.it<br />

Giuseppe Niolu<br />

Partner, Advisory<br />

gniolu@kpmg.it<br />

Andrea Rosignoli<br />

Partner, Audit<br />

arosignoli@kpmg.it<br />

Stefano Sagripanti<br />

Associate Partner, Advisory<br />

ssagripanti@kpmg.it<br />

Pietro Stovigliano<br />

Associate Partner, Advisory<br />

pstovigliano@kpmg.it<br />

Le informazioni contenute in questo documento sono tratte da una survey realizzata interpellando un campione di gruppi<br />

assicurativi operanti in italia. Tutte le informazioni qui fornite sono di carattere generale e non intendono prendere in<br />

considerazione fatti riguardanti persone o entità particolari. Nonostante tutti i nostri sforzi, non siamo in grado di garantire<br />

che le informazioni qui fornite siano precise ed accurate al momento in cui vengono ricevute o che continueranno ad<br />

esserlo anche in futuro. KPMG Advisory s.p.A. non attesta né garantisce in nessun modo l’accuratezza, la completezza e la<br />

correttezza delle informazioni ivi contenute. Questo documento non rappresenta un’offerta di vendita né una sollecitazione<br />

all’acquisto di alcun servizio, né vuole fornire alcun suggerimento o raccomandazione operativa o in termini di investimento.<br />

KPMG Advisory s.p.A. non si assume alcuna responsabilità per la perdita o i danni che potrebbero derivare dall’uso improprio<br />

di questo volume o delle informazioni ivi contenute.<br />

© 2011 KPMG Advisory s.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti<br />

affiliate a KPMG international Cooperative (“KPMG international”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.<br />

denominazione e logo KPMG e “cutting through complexity” sono marchi registrati di KPMG international Cooperative (“KPMG<br />

international”).<br />

stampato in italia: aprile 2011

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